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RIVISTA Generazione internet: Se si vive solo per internet, pagina 4 Pasticche: Affinché il sollievo non si trasformi in dipendenza, pagina 10 Brindiamo al lavoro: Anche i colleghi ne soffrono, pagina 16 Stress: Celebrità svizzere rivelano i loro rimedi personali, pagina 12 2 Rivista Dipendenze Info Svizzera Indice 34 5 7 8 10-11 12-13 14-15 16-17 18-19 20-21 22-23 24 Fuori dagli schemi Editoriale Ci ribelliamo alle norme. Generazione internet Molti passano troppo tempo davanti al computer. Giochi senza fine Una doppia vita nello spazio virtuale. Ordinatore nella camera dei bambini Idee per i genitori. Prevenzione o proibizione? L’una non esclude l’altra. Secondo gli esperti, serve una giusta dose di entrambe. Doping nella vita quotidiana Quando il sollievo si trasforma in dipendenza. Antistress Piccoli e grandi segreti per rilassarsi. Il giorno dopo Uomini e animali: tutti risentono gli effetti dell’alcol. Brindiamo al lavoro! Anche i colleghi ne soffrono. Chi non vuol bere in compagnia? Popolare, conviviale, disinibitore: l’alcol fa parte della nostra cultura. Anziani in piena forma Come invecchiare lucidi e sani. Contro le dipendenze Dipendenze Info Svizzera propone il modello di una vita sana. L’ultima parola a… per dirci a che cosa non può rinunciare. Frontespizio: Isabelle Behrens, insegnante di yoga, www.yogagarage.ch Foto: Jos Schmid Care lettrici, cari lettori, la dipendenza ha molte sfaccettature, e molte sfaccettature deve avere anche il nostro operato. Vi proponiamo di conoscerne i vari aspetti leggendo questa pubblicazione. Un invito insolito, per un’organizzazione di pubblica utilità come la nostra? Crediamo di no, perché i temi a noi cari riguardano tutti, in un modo o nell’altro. L’alcol, il tabacco, la canapa fanno parte della nostra società, proprio come il gioco d’azzardo, internet e il lavoro. Aspetti della vita con cui siamo costantemente confrontati, anche se non sempre in modo diretto. In questa rivista troverete argomenti che toccano, incuriosiscono, fanno riflettere e anche sorridere. Il confine tra voluttà e dipendenza è a volte molto sottile. C’è un limite alla passione? Che cosa significa amare qualcuno alla follia, dedicarsi anima e corpo a uno sport, buttarsi nel lavoro fino a dimenticare sé stessi o essere golosi al punto da pensare solo alla buona tavola? E poi: si può essere dipendenti dal buon umore? Non mi resta cha augurarvi una piacevole lettura. Se abbiamo stuzzicato la vostra curiosità, visitateci su www.dipendenze-info.ch! Michel Graf Direttore Dipendenze Info Svizzera 3 Born to be wild? Una vita fuori dalla norma: c’è chi si dedica anima e corpo a un’attività e chi, più o meno consapevolmente, segue abitudini radicate, legate anche al consumo di alcol e di sostanze assuefanti in genere. (MH) La normalità, si sa, è comportarsi come fanno tutti. A volte però ci prende un’irrefrenabile voglia di uscire dagli schemi. Fare il giro del mondo in bicicletta, costruire un aeroplano, scrivere le proprie memorie… Tutti, prima o poi, sentiamo il bisogno di fare qualcosa di straordinario, di vivere esperienze uniche. Nelle pagine che seguono, conoscerete persone che, spinte dalla propria passione, si sono prese la libertà di vivere un po’ fuori dalla norma. Molte convenzioni sociali, regole comportamentali e leggi hanno lo scopo di disciplinare e proteggere la vita sociale. Tale è la funzione originaria delle norme: regolare la vita di un villaggio o uno stato in modo da rendere possibile una convivenza pacifica senza arrecare nessun danno al prossimo. Disfarsi delle norme? Vi invitiamo dunque a riflettere, sfogliando le pagine seguenti, quali regole e leggi non scritte, per voi e secondo la vostra esperienza, abbiano davvero ragione di esistere, considerando che nell’ambito delle dipendenze e delle sostanze assuefanti ce ne sono parecchie. Quali comportamenti che vedete intorno a voi vi inducono a consumare di più oppure di meno o magari anche a smettere? Vi sentite liberi nelle vostre decisioni? Forse scoprirete che gettare qualche abitudine alle ortiche può avere un effetto liberatorio. «Con la montagna e con te stesso» «Ho avuto la fortuna di crescere alla Chaux-de-Fonds, a stretto contatto con la natura. Passare tanto tempo all’aperto ti fa acquisire sicurezza, ho maturato l’idea di fare lo sciatore sin da piccolo. Il freeride è una disciplina in cui non ti misuri con gli altri, ma con la montagna e con te stesso. Ti permette di realizzarti, dando il meglio di te. Il piacere di scivolare sulla neve a tutta velocità bisogna però guadagnarselo: ci vuole impegno, pazienza e soprattutto umiltà, come la montagna non smette di insegnarci. Questo sport non è una sconsiderata ricerca del rischio. Prima di ogni discesa mi alleno intensamente e la paura è la mia assicurazione sulla vita. A contatto con la montagna, bisogna essere in forma fisicamente e mentalmente, consapevoli di quel che si fa. Quando si incontrano le forze della natura, come la montagna o il mare, non è possibile barare. Al contrario, è un modo per trovare sé stessi. È un’ottima scuola di vita.» Lo sciatore estremo Dominique Perret, 48 anni, ha scoperto sin da piccolo la sua vocazione per lo sci. Il rapporto con l’alcol, il tabacco e le droghe, come la canapa, è regolamentato da leggi, formatesi nel corso del tempo, che rispecchiano l’opinione della società nei confronti di tali sostanze. L’orario di chiusura degli esercizi pubblici serve a ridurre i rischi legati all’alcol, l’obbligo di ricetta a prevenire la dipendenza data da certi farmaci, il divieto di fumo nei locali pubblici a proteggere la salute di tutti, fumatori e non fumatori. Le leggi esprimono i valori portanti di una società in un determinato periodo storico. Se vogliamo restare in salute, rinunciamo al tabacco, ma non è sempre stato così. Chi segue la norma può anche essere portato a copiare certi modelli di consumo, come l’aperitivo al bar oppure il rituale dello spinello, solo perché «lo fanno anche gli altri». Talvolta siamo presi da un’irresistibile voglia di partire e di abbandonare tutto e tutti. 4 Rivista Dipendenze Info Svizzera Generazione internet In marzo 2010, il mondo è stato scosso dalla notizia di una neonata lasciata morire di fame dai genitori troppo impegnati con un videogioco online. Certamente questo è un caso estremo, ma è pur vero che molta gente passa troppo tempo davanti al computer. Anche i giovanissimi. (tul) Chi ha figli adolescenti difficilmente ha visto un computer nella sua infanzia, epoca in cui un calcolatore elettronico riempiva tutta una stanza e non aveva l’efficienza di un notebook odierno. Il Commodore 64, primo personal compu- tura impressionante. Come i loro genitori, da piccoli, nel boschetto dietro casa. Così facendo, essi acquistano un’abilità che tornerà utile in un mondo del lavoro sempre più dominato dalle nuove tecnologie. L’altro lato della medaglia è che, mentre si trovano perfettamente a loro agio nel mondo virtuale, cresce per molti la difficoltà a stabilire relazioni nel mondo reale. Internet e le nuove tecnologie esercitano una forza d’attrazione enorme, e non solo per gli adolescenti. I consultori e gli psicoterapeuti hanno il loro daffare con persone di tutte le età che non riescono più a staccarsi dal computer, persone per le quali Il computer non ha rivoluzionato solo il mondo del lavoro, ma anche il tempo libero. ter per uso domestico, è stato immesso sul mercato nel 1982. Internet è diventato accessibile a tutti a partire dai primi anni Novanta. Da allora, il mondo è cambiato. internet è diventato il solo scopo di vita, persone dipendenti. Come per ogni dipendenza, anche nell’ambito tecnologico è meglio prevenire che curare, per esempio stando vicino ai figli per aiutarli a sviluppare un rapporto sano con i nuovi media. Nelle pagine seguenti vi proponiamo alcuni suggerimenti utili. Rivoluzione allo schermo Il computer non ha rivoluzionato solo il mondo del lavoro, ma anche il tempo libero. Sono finiti i tempi dei trenini, i bambini desiderano piattaforme di gioco e videogames, il lettore MP3, il computer con tutti gli accessori. Le discussioni di una volta per decidere Per saperne di più, se il figlio quattordirichiedete l’opuscolo gratuito cenne possa guarCiberdipendenza a Radix, dare Derrick fanno CP 4044, 6904 Lugano, ormai quasi tenetel. 091 922 66 19. rezza, di fronte al marasma di giowww.radixsvizzeraitaliana.ch chi violenti e pornografia esplicita a cui sono esposti oggi i minorenni su internet. Il computer nella cameretta dei bambini resta mediamente acceso più a lungo del televisore, annuncia l’Ufficio federale di statistica. I ragazzi di oggi sono capaci di destreggiarsi nell’intrico di internet con una disinvol- I giovani di oggi sono capaci di destreggiarsi nell’intrico di internet con una disinvoltura impressionante. Foto: Jos Schmid 5 «Sai sempre che cosa fare» I videogiochi di ruolo piacciono tantissimo, arrivando persino a diventare, per alcuni appassionati, l’unico scopo di vita. Come per Michele, che si era rifugiato nell’universo immaginario della saga di Warcraft per superare una delusione amorosa. (WG) «Avevo trent’anni, ero appena arrivato in città e la mia ragazza mi aveva lasciato. Invece di affogare il dispiacere nell’alcol, come magari altri avrebbero succedere vivendo la vita vera.» Alla lunga si è stufato, fino a ritirarsi del tutto dal fantastico pianeta di Azeroth. *Nome fittizio «Su Azeroth non ti può succedere nulla di veramente grave.» fatto, io mi sono fatto cinque settimane di World of Warcraft.» Michele*, 33 anni, era completamente assorto da questo videogioco fantasy a cui si accede via internet. «Sai sempre che cosa fare. Anche di fronte ai compiti più difficili, hai la certezza che impegnandoti ce la fai. È un mondo giusto, senza delusioni.» World of Warcraft è ambientato su Azeroth, un pianeta immaginario simile alla Terra, con dolci colline, montagne maestose e ampie vallate. «Avevo i miei posti preferiti, per esempio un laghetto in mezzo alla foresta con una luce straordinariamente romantica. A volte, andavo al mercato e me ne stavo lì seduto a guardare i passanti.» «Ti senti usato» Il gioco permette di unire le forze alleandosi con altri giocatori. Ma, osserva Michele, si fa presto a sentirsi usati. Senza contare che si creano pressioni: «Se c’è da compiere una missione non devi mancare all’appuntamento. Se il gruppo fallisce, la colpa è tua». Questo è uno dei motivi per cui ha cominciato ad averne abbastanza. «Gli altri prendevano tutto troppo sul serio, tanto da farmi passare la voglia. Insomma, avevo anche altri impegni nella vita reale, il lavoro, gli amici.» «Su Azeroth non ti può succedere nulla di veramente grave», ricorda Michele, «ma ti perdi anche tutto il bello che ti può solo Le testimonianze di due giocatrici raccolte in un forum «Non riesco a smettere. Quando non gioco, rimango sospesa nel nulla, abbandonata alla mia depressione, senza ‘missione’, senza ‘vita’, senza i miei personaggi, che sono il mio alter ego.» (Anonima, 20 anni) Un gioco che piace e che crea dipendenza World of Warcraft è uno dei videogiochi di ruolo attualmente più diffusi. È un gioco senza fine, in cui si tratta di assolvere determinati compiti al fine di rafforzare il proprio personaggio. A volte, per raggiungere certi obiettivi il gioco di squadra diventa indispensabile. È qui che nascono le pressioni da parte degli altri giocatori, che, avvertono gli esperti, alimentano un meccanismo ad «alto rischio di dipendenza». «Sono quasi impazzita quando il mio portatile si è rotto! Non potevo più giocare, ero come paralizzata.» (Anonima, 19 anni) 6 Rivista Dipendenze Info Svizzera «Nessuno darebbe un coltello in mano a un bimbo di tre anni» Internet? Niente panico! Philippe Stephan, psicologo dell’infanzia di Losanna, consiglia un approccio sereno ai nuovi media. La cosa più importante è costruire con i bambini un rapporto di fiducia. Philippe Stephan, il computer e internet sono davvero così importanti per i nostri ragazzi? Sì, perché queste tecnologie rappresentano il loro futuro. Si tratta di strumenti la cui padronanza è ormai indispensabile. I più piccoli apprezzano molto l’aspetto ludico, mentre per gli adolescenti possono rivelarsi un sostegno prezioso per affrontare gli alti e bassi della pubertà. In che senso? Durante la pubertà, il corpo e la mente sono in tumulto, i limiti cominciano a stare stretti. Navigando in internet è possibile allargare gli orizzonti, raccogliere nuove esperienze senza esporsi troppo. Nelle chatroom e nei videogiochi, per esempio, gli adolescenti hanno la possibilità di assumere e sperimentare nuove identità; cosa peraltro normale a quell’età, ma che nella vita reale richiede solitamente maggior sforzo e coinvolgimento. Come dovrebbero comportarsi i genitori di fronte a questo fenomeno? Spesso i genitori si sentono sorpassati, estranei a una tecnologia che alla loro epoca non esisteva, e di riflesso tendono a limitare eccessivamente l’uso del computer. Quel che non conosciamo ci fa paura. I genitori non dovrebbero demonizzare internet, ma restare in dialogo con i figli. coltello in mano a un bimbo di tre anni! Non dimentichiamo però che l’uso del computer può anche diventare problematico. Ci sono ragazzi che passano praticamente tutto il tempo libero davanti allo schermo! Quel che è determinante, in quei casi, è il quadro complessivo. La giovinezza è l’età della passione. Quando i ragazzi si innamorano, non pensano ad altro. Può quindi anche succedere che per un certo periodo tutta la loro esistenza «Quel che non conosciamo ci fa paura.» I genitori dovrebbero invece insegnare ai figli ad adoperare correttamente questi mezzi, assicurandosi che i contenuti siano adatti alla loro età, nello stesso modo in cui non si sognerebbero di dare un ruoti intorno al computer. Certo, qualche regola non guasta, ma non bisogna preoccuparsi troppo. Una cosa ben diversa è quando l’adolescente si rifugia nel videogioco per sfuggire a problemi di carattere privato o scolastico. Ci sono altri rischi sulla rete? Mi preoccupa soprattutto la sfera intima. Entrando in pubertà, i ragazzi scoprono di avere dei segreti, ma parallelamente avvertono il bisogno di esprimersi. Le informazioni private che diffondono su internet sono però visibili in tutto il mon- 7 do. Se poi entra in gioco la webcam, la faccenda può complicarsi. e che quindi non possono entrarvi senza chiedere il permesso. I politici vorrebbero bandire i videogiochi in cui gli avversari vengono uccisi. I giochi dai contenuti violenti fanno diventare violenti? Philippe Stephan Psichiatra dell’infanzia, SUPEA Losanna «Internet non trasforma nessuno in stupratore.» Le persone non si trasformano nel giro di una generazione. Quel che è cambiato è che vent’anni fa i ragazzi uscivano a giocare a pallone, mentre oggi si divertono con i videogiochi. È vero che ci sono adolescenti più sensibili o problematici, ma è così dai tempi dei tempi. Il punto saliente è l’educazione. Via libera dunque ai videogiochi brutali? Dipende dall’età. Le indicazioni riportate sulla confezione sono generalmente appropriate. Se un ragazzo gioca con un videogame nonostante il divieto dei genitori, è consapevole di farlo contro il loro volere e forse, giocando, capisce anche il motivo per cui glielo hanno vietato. Negli ultimi tempi, i media hanno riportato diversi episodi di violenza sessuale di gruppo tra adolescenti. Potrebbe essere dovuto ai «modelli» propinati nei siti porno? Non si tratta certo di un fenomeno nuovo. La differenza è che in passato fatti di questo genere finivano in sordina, mentre oggi se ne fa un gran parlare. I giovani più fragili hanno i loro problemi con o senza internet. Internet non trasforma nessuno in stupratore. Ma indubbiamente i siti porno li influenzano… Gli studi hanno dimostrato che effettivamente gli adolescenti visitano i siti porno. È un modo per capire meglio la loro sessualità emergente. Molti visitano anche siti estremi, una volta o forse due. Lo fanno per superare un limite, per il gusto della trasgressione, e la cosa finisce lì. Che posizione dovrebbero assumere i genitori nei confronti di internet? I genitori non dovrebbero demonizzare internet, ma restare in dialogo con i figli, tenendo però presente che l’uso del computer rientra nella loro sfera privata, Siti consigliati per ragazzi e genitori Nell’era dell’informatica, emergono nuovi dubbi sull’educazione dei figli. Quali contenuti sono adatti a determinate fasce di età? Come proteggere i bambini dalla pornografia, dall’estremismo politico e religioso, dalle molestie sessuali? Che pensare dei videogiochi violenti? Quali regole e leggi vigono in rete? A questo proposito, Dipendenze Info Svizzera vi propone una selezione di siti mirati. Navigare in sicurezza (tul) Ci sono bambini e adolescenti, ma anche persone adulte, che sviluppano verso il computer un comportamento che si può definire di dipendenza. Come convincere i ragazzi a staccare la spina di quando in quando per dedicarsi ad altri hobby? E come fare a tenere il controllo del tempo passato allo schermo e di che cosa combinano? L’uso illimitato del computer non è un diritto dell’infanzia! Stabilite insieme ai figli alcune regole sui tempi di utilizzo e sulle attività permesse. Esistono software per la protezione dei bambini che impediscono l’accesso ai siti non idonei e limitano il tempo di connessione a internet. Non mettete il computer nella camera dei bambini, ma in un luogo accessibile a tutti. • Sicurezza online per bambini e ragazzi www.security4kids.ch Date il buon esempio! Limitare l’uso del computer serve a poco se il televisore resta sempre acceso. • Consigli e stratagemmi per genitori e bambini www.safersurfing.ch Per evitare che i figli accedano a siti non idonei, interessatevi di quello che fanno quando navigano in rete. Chiedete quali sono i loro siti preferiti, che cosa ci si può fare e chi sono i loro amici nelle chatroom. • Prevenzione degli abusi sessuali www.ditelo.ch • Ragazzi e internet www.campagna-netcity.org • Internet e la tutela dei giovani www.educa.ch / Dossier tematici Su internet bazzicano anche persone con intenti criminali. Ditelo ai vostri figli! Se si comportano in modo insolito, scostante o desiderano incontrarsi con una persona conosciuta in chat, interrogateli. Non è tutto vero quello che si trova su internet e non è nemmeno tutto bello. Parlate con i vostri figli dei mezzi di comunicazione e informazione in generale e di internet in particolare e aiutateli a sviluppare uno sguardo critico. 8 Rivista Dipendenze Info Svizzera L’eterna questione della libertà Sul senso e il non senso delle regole permissive e proibitive non si scontrano solo i politici. Come stabilire dove finisce la responsabilità personale e dove inizia la protezione dell’individuo? La risposta dipende in larga misura dalla visione del mondo di ciascuno di noi, ma anche da aspetti economici. (tul) Nel maggio 2010, Moritz Leuenberger è stato insignito del «Paragrafo arrugginito», assegnato dall’associazione IG Freiheit/CI Priorité Liberté ai politici responsabili di leggi e limitazioni a loro parere inutili, perché aveva dato il via libera all’obbligo del seggiolino fino ai dodici anni. L’eterno dibattito sulla libertà può assumere innumerevoli forme. Qualche esempio? L’autunno 2009, il Parlamento ha stabilito che alla televisione svizzera saranno riammesse le pubblicità dei prodotti alcolici. Da alcuni anni, il fumo sta scomparendo dai locali pubblici. Neppure due anni or sono, il popolo ha respinto l’iniziativa sulla canapa. In tutti questi casi, l’opinione pubblica si è divisa sui temi della libertà, della responsabilità personale, della protezione dell’individuo, quasi avessimo a respingere una nuova calata dei barbari. Il danno autoindotto è una questione privata Jean-Martin Büttner, giornalista e psicologo, non ha dubbi sulla linea di confine tra il lecito e l’illecito: «Il consumo di droghe non deve danneggiare gli altri,» che si tratti di droghe legali o illegali. Partendo da questo presupposto, il consumo di alcol da parte degli adolescenti non è vietato in senso stretto, ma i negozi e i locali pubblici sottostanno al divieto di vendere loro bevande alcoliche, per evitare di danneggiarli. Il divieto di fumo non ha come primo scopo di sfavorire i fumatori, bensì di evitare ai non fumatori di respirare fumo passivo. «La dipendenza è parte integrante dell’essere umano,» sostiene Jean-Martin Büttner. Basti pensare che le forme di dipendenza e il consumo di sostanze stupefacenti sono presenti e incoercibili in tutte le culture. «Quello che possiamo e dobbiamo fare Divieti e regolamenti sono onnipresenti - e richiedono molta attenzione. è pensare a come comportarci con tali sostanze.» Dove mettere i limiti? Appare doveroso proteggere le persone più vulnerabili, come i giovani. Per farlo, la collettività deve talvolta mettere in conto una certa limitazione della libertà individuale, come il divieto di vendita di alcolici nei negozi delle stazioni nelle ore notturne, che impedisce anche ai clienti «non problematici» di acquistare una birra per il viaggio. Che cosa vale di più: la protezione dei minorenni o la propria libertà? Dipende da come si vedono le cose. I fautori del liberalismo (economico) preferirebbero meno divieti e più responsabilità personale, mentre gli esperti pensano che limitare l’offerta sia un’ottima misura preventiva contro la dipendenza: rapida, economica ed efficace. Un giro d’affari enorme Dal punto di vista economico, il giro d’affari generato dalle sostanze assuefanti è enorme. Gli Svizzeri spendono più di 7 miliardi di franchi l’anno in alcol e tabacco, mediamente circa 1000 franchi pro capite. La spesa è distribuita in modo molto irregolare: meno del 13 per cento della popolazione consuma la metà dell’alcol smerciato. Non può meravigliarci il fatto che l’industria delle sostanze assuefanti abbia un grande interesse ad indurre i giovani a diventare gli affezionati consumatori di domani. Ecco perché la prevenzione deve essere tempestiva e mirata. 9 Riscontri positivi della prevenzione Se i soldi sono pochi, conviene investire nella prevenzione, perché l’effetto è positivo anche in termini finanziari. La prevenzione è utile perché allevia la sofferenza umana, ovvio. Che abbia anche risvolti finanziari positivi, come dimostra un nuovo studio, è una novità. Se lo stato vuole risparmiare, deve investire nella prevenzione. Un recente studio eseguito all’Università di Neuchâtel sulla prevenzione in materia di tabacco, alcol e traffico ha appurato che ogni franco investito nella prevenzione del tabagismo ritorna moltiplicato per 41. La prevenzione dell’alcolismo presenterebbe una proporzione di 1 a 23 quella degli infortuni di 1 a 9. I ricercatori hanno quantificato in franchi anche l’abbassamento della qualità di vita e gli anni persi per morte prematura, ma anche senza includere questi due parametri la prevenzione resta redditizia, nella misura di 1:7 per il tabacco e 1: 4 per l’alcol. Ecco quanto ci costano alcol e tabacco L’alcolismo costa a ogni Svizzero, neonati e anziani inclusi, 900 franchi l’anno, il tabagismo 1300, per un totale di 2200 franchi (9000 per una famiglia con due bambini) spesi ogni anno per rimediare ai danni provocati dall’abuso di queste sostanze. Quante belle cose si potrebbero finanziare con quei soldi… Dipendenze Info Svizzera prende posizione su temi politici e di attualità. Per leggere i nostri articoli in linea o abbonarvi alla newsletter in tedesco o francese, andate su www.dipendenze-info.ch «Da poco più di niente puoi fare tutto» «La mia passione per gli origami è nata con gli aeroplanini di carta. Passavo tre, quattro ore al giorno a piegar fogli per costruire modelli sempre migliori. I miei erano un po’ perplessi. Oggi gli origami sono la mia vita. Sono anche iscritto alla facoltà di psicologia, ma ho poco tempo da dedicare agli studi. L’arte dell’origami mi affascina per la sua essenzialità. Da un quadrato di carta puoi realizzare un’infinità di forme, da poco più di niente puoi fare tutto. Lo vedo come una metafora della vita e alle sue possibilità infinite. Una volta ho realizzato una tigre in grandezza reale usando un foglio di carta di 5,4 metri di lato. Per creare il Trilobit, un essere con trenta zampe e otto antenne, ho impiegato sei mesi. Vorrei che l’origami si affermasse come forma d’arte presente in mostre e gallerie e non fosse più scambiato per un passatempo infantile.» Sipho Mabona realizza figure piegando la carta. L’arte dell’origami è radicata nella tradizione giapponese. Sipho Mabona, trentenne svizzero di origine sudafricana, vive a Lucerna, la sua città natale. www.mabonaorigami.com Foto: Christoffer Joergensen 10 Rivista Dipendenze Info Svizzera Quando le pastiglie danno dipendenza Normalmente i farmaci hanno un effetto benefico e alleviano i dolori. Ma alcuni medicamenti possono creare dipendenza e mettere in difficoltà le persone che li assumono. Nella nostra società, che offre una pastiglia per ogni doloretto, questo rischio viene frequentemente dimenticato. (KG) A rendere dipendenti sono soprattutto gli analgesici, i sonniferi e i tranquillanti. Spesse volte vengono prescritte le cosiddette benzodiazepine, una categoria di farmaci che comprende sedativi per il trattamento di stati ansiosi, disturbi del sonno e tensioni muscolari. Se un paziente assume medicinali di questo tipo per un lungo periodo, il corpo si abitua e, senza nemmeno accorgersene, diventa dipendente. Il farmaco diventa una droga Capita di rendersi conto di come il corpo e la mente hanno un disperato bisogno della pastiglia e di come si è perso il controllo del medicamento solo quando la confezione è vuota e si manifestano i sintomi di astinenza: crampi muscolari, stati ansiosi, insonnia, capogiri. In alcuni casi, come conseguenza della dipendenza, insorgono i medesimi disturbi che il farmaco avrebbe dovuto trattare! Da lì a passare a un’altra confezione il passo è breve, e così comincia il circolo vizioso della dipendenza. Anche se si tratta di una dipendenza invisibile e insospettabile, essa può essere causa di grande sofferenza. Allorché certi medicamenti sono assunti per un periodo prolungato, possono insorgere problemi di memoria, stati di irritabilità e affaticamento. Poiché la coordinazione motoria può essere pregiudicata, aumenta il rischio di cadute e infortuni. A essere colpite sono soprattutto le persone anziane e le donne, che ricorrono più frequentemente ad analgesici, sonniferi e sedativi. Pillole, polverine e pastiglie sono spesso irrinunciabili e a volte pericolose. Riflettere sulle possibili alternative Che cosa si può fare per non perdere il controllo? Il miglior rimedio è l’informazione. Gli specialisti, come i medici e i farmacisti, hanno un ruolo chiave nella lotta contro la dipendenza da medicamenti. Siccome la maggior parte dei farmaci che possono creare dipendenza sono disponibili solo su ricetta medica, si possono informare i pazienti sugli effetti collaterali e suggerire le alternative del caso. «Vale la pena di soppesare i vantaggi e gli svantaggi dell’assunzione di un farmaco e riflettere anche su possibili alternative,» sottolinea Sabine Dobler, esperta di prevenzione di Dipendenze Info Svizzera. Ai disturbi leggeri si può sovente rimediare cambian- do le proprie abitudini (v. articolo pagina accanto). In ogni caso, bisogna attenersi al dosaggio e alla durata dell’assunzione prescritti. Sabine Dobler esorta alla prudenza anche quando si interrompe l’uso di un medicinale: «Chi assume sonniferi o sedativi per un lungo periodo di tempo o in dosi elevate non dovrebbe smettere di colpo e di propria iniziativa.» Sarebbe invece meglio e più sicuro rivolgersi a un medico o a un consultorio. 11 Meglio la musica che un film d’azione Ci sono molti modi per conciliare il sonno senza ricorrere ai sonniferi. Provare per credere! Rinunciate al caffè nelle ore serali, ad altre bevande che contengono caffeina e alla nicotina. Non mangiate la sera tardi. L’alcol non è un sonnifero, può anzi disturbare il sonno. L’alcol può sì aiutare ad addormentarsi, ma ostacola il sonno profondo, pregiudicando le fasi più riposanti del sonno. Inoltre, il consumo di alcol fa russare. Un’alimentazione regolare ed equilibrata aiuta il corpo a stabilire un ciclo salutare di sonno e veglia. Non mangiate troppo pesante! Una cena leggera e di facile digestione è meno spossante per il metabolismo e favorisce un buon riposo notturno. Rilassatevi prima di coricarvi, dormirete meglio: fate una passeggiata, ascoltate la vostra musica preferita o leggete un buon libro. Un film d’azione non è l’ideale prima di mettersi a letto! Le persone anziane dormono meno. Se non riuscite a prendere sonno, evitate di ricorrere ai mezzi chimici. Alzatevi e fate qualcosa che abbia un effetto calmante, come leggere o ascoltare musica, finché non arriva la sonnolenza. Se i disturbi di sonno persistono, non esitate a rivolgervi a un medico. Arieggiate bene la camera da letto e fate in modo che la temperatura rimanga fresca. Il doping nella vita quotidiana Nello sport il doping è vietato. Negli uffici e nelle scuole, invece, le sostanze stimolanti sono sempre più in voga. Aumentare le proprie prestazioni con l’assunzione di pillole va di moda, non solo in campo sportivo. Un numero crescente di persone lo fa anche nella vita professionale, sperando così di riuscire a essere all’altezza delle aspettative e delle crescenti pressioni. Anche gli studenti si affidano sempre più alla chimica nella speranza di rendere meglio agli esami. Il doping nello sport è vietato, mentre il «doping del cervello» è tollerato nella nostra società efficientista, che pretende da tutti e in ogni istante il massimo rendimento. Ma attenzione: l’assunzione di medicinali senza prescrizione e senza un motivo medicale può essere nociva alla salute. Questo vale sia per le sostanze stimolanti sia per i barbiturici e gli analgesici. Con il doping, vengono superate le proprie capacità fisiche e mentali e vengono ignorati i limiti naturali del proprio corpo. A lungo termine, questo non è sicuramente di aiuto. «L’adrenalina può essere pericolosa» «Se non faccio moto per una settimana, comincio a sentirmi insoddisfatta. Mi piace stare in mezzo alla natura e mi diverto a imparare nuove tecniche di attività fisica. Non cerco il brivido, nel senso della scarica di adrenalina, anzi cerco di evitarlo, perché in alcune situazioni può essere pericoloso. Per esempio, quando si fa arrampicata un eccesso di adrenalina può ridurre la concentrazione e portare ad azioni avventate. Oltre ad arrampicarmi, mi piace camminare, soprattutto sulle colline giurassiane, in inverno con le racchette da neve. Adoro anche uscire sul lago di Bienna con il mio canotto. Ma quello che preferisco è scendere nelle grotte con una corda e addentrarmi carponi nei pertugi. Gli spazi angusti, che ad altre persone fanno venire la claustrofobia, a me danno un senso di sicurezza. Esplorare una grotta è come un viaggio psichedelico, ma senza LSD. La percezione delle cose è alterata, si perde il senso del tempo e dello spazio. È più di uno sport, è una filosofia di vita. Là sotto, si trova un mondo incredibilmente ricco, fantastico, surreale; un mondo che sembra una creazione di H. R. Giger, ma senza mostri. In una grotta, ci si avvicina a sé stessi e agli altri, e vita e morte assumono un nuovo significato.» Lotti Teuscher, 54 anni, giornalista e appassionata di sport. 12 Rivista Dipendenze Info Svizzera I rimedi antistress delle star di casa nostra «Dormire, ascoltare musica e pensare positivo è tutto il doping di cui ho bisogno «Non avere il tempo per per tornare in concentrarmi su una cosa mi forma!» irrita molto, perciò quando Lara Gut, 19, Campionessa di sci programmo la mia giornata lascio sempre qualche spazio bianco. Un po’ di noia ogni tanto non guasta!» Beni Thurnheer, 61, Conduttore e commentatore televisivo Di stress non è mai morto nessuno. Ognuno di noi ha i suoi rimedi per rilassarsi. Dipendenze Info Svizzera ha chiesto ad alcune persone più o meno note di rivelarci i loro trucchi per alleviare la tensione. Un carico di lavoro eccessivo, un litigio con il partner, i problemi scolastici dei figli, il tosaerba del vicino… Tutti dobbiamo prima o poi affrontare situazioni snervanti. Il modo in cui percepiamo lo stress è però del tutto personale. Cose che per alcuni rappresentano un piacere o una sfida positiva, per altri possono essere spiacevoli o persino opprimenti. Lo stress può derivare da uno squilibrio tra doveri e risorse. L’alcol e le altre sostanze stupefacenti fanno al massimo dimenticare per un momento le preoccupazioni che, svanito il primo effetto, riemergono più intense di prima. Chi beve alcol per scaricare la tensione rischia di ripetere l’operazione abbreviando gli intervalli e sviluppando così un consumo problematico o addirittura una dipendenza, generatrice di nuove complicazioni. Si può imparare a fronteggiare lo stress in altri modi, ma chi non vede altra via d’uscita dovrebbe contattare uno specialista. Ognuno ha i suoi trucchi per rilassarsi. Dipendenze Info Svizzera ha domandato ad alcune persone più o meno note di dire come fanno a scaricare le tensioni. Foto: Jos Schmid «Per rilassarmi ho bisogno di stare all’aperto. Forse avrei dovuto fare la contadina, invece di intraprendere una carriera in politica…» Jacqueline Fehr, 47, Consigliera nazionale «Per me, il modo migliore per staccare la spina è di bere un buon bicchiere di vino e una buona tavola in compagnia dei miei amici.» Philipp Schwander, 45, Master of Winer 13 «Passo gran parte del tempo libero con le persone che mi stanno più vicine, facendo sport e ascoltando musica. Mi aiuta a staccare dalla frenesia quotidiana e a trovare un buon equilibrio tra vita privata e vita lavorativa.» Marco Cribari, 25, Studente e campione di atletica leggera «Lo so che non è sempre facile, ma dobbiamo sempre provare a vedere la vita dal suo lato positivo. Quando posso, cammino di buon passo, in particolare tra la stazione e casa mia.» Yves Débonnaire, 54, Allenatore della nazionale U16 di calcio «Leggere, leggere e ancora leggere; immergermi nella letteratura è la cosa che mi rilassa di più, oltre allo yoga intensivo seguito da un bel massaggio.» Luisa Rossi, 47, Stilista 14 Rivista Dipendenze Info Svizzera Verità e frottole sull’alcol Sul tema dell’alcol circolano molte storie. Esiste davvero un antidoto contro l’ubriachezza? Non è sempre facile distinguere i consigli utili da quelli fantasiosi. Dipendenze Info Svizzera fa chiarezza. (MG) La birra disseta. È un effetto momentaneo. Poiché il consumo di bevande alcoliche stimola la diuresi (molto più dell’acqua), si perderanno più liquidi successivamente attraverso la minzione. La carenza di acqua nel corpo provoca il mal di testa che segue gli eccessi alcolici. Un bicchierino aiuta contro il freddo. Sbagliato. L’iniziale sensazione di caldo, causata dall’espansione dei vasi sanguigni sotto la pelle, dura solo un attimo, dopodiché la temperatura corporea si abbassa, di una decimo di grado a ogni bicchiere. Allungare il drink con l’acqua è una questione di gusti. La quantità di alcol ingerita non diminuisce aggiungendo altri liquidi nel bicchiere. Anzi il rischio aumenta, perché sentendo meno il sapore alcolico si sarà più propensi a berne un altro bicchiere. Lo dimostra il consumo delle bevande già miscelate. Lo sport fa bene. Sì, ma non serve ad accelerare la metabolizzazione dell’alcol, compito che spetta al fegato. Solo il 10% per cento del tenore alcolico va perso con la traspirazione e la respirazione, il resto viene smaltito al ritmo di circa un’ora per bicchiere ingerito. Attenzione dunque: dopo una grande festa, una notte non basta per liberare l’organismo da tutto l’alcol assunto. Molta gente si mette al volante il mattino seguente con un tasso alcolico sopra il consentito. L’alcol scioglie la lingua. Dopo un bicchiere ci sentiamo più sicuri, divertenti, brillanti. È l’iniziale effetto disinibitore dell’alcol, che è fondamentalmente una sostanza eccitante. Ma attenzione: l’abuso di alcol per un periodo prolungato può portare alla depressione, mentre un dosaggio eccessivo può causare nausea, coma e persino la morte. Il San Bernardo avrebbe fatto meglio a portare ai viandanti dispersi un bel tè caldo. L’alcol è afrodisiaco. Assolutamente no. È vero che abbassando la soglia della timidezza aumenta la possibilità di conoscere potenziali partner sessuali, ma attenzione: un consumo eccessivo e regolare di alcol può provocare problemi di erezione e in stato di ubriachezza si può perdere il controllo delle proprie azioni, aumentando il rischio di rapporti sessuali indesiderati o non protetti. Bevo solo vini di classe, perciò l’alcolismo non mi riguarda. Sbagliato: che si tratti di un vino pregiato invecchiato in botti di rovere o di un vino da tavola da due soldi, il volume alcolico è lo stesso. Cambia sicuramente il sapore, ma sempre di vino si tratta. Altre informazioni sull’alcol a www.dipendenze-info.ch 15 Anche gli elefanti bevono. E allora? A quanto pare, gli elefanti hanno un debole per l’alcol. Dopo aver ingerito ingenti quantitativi di frutta in decomposizione i branchi impazzano, distruggendo a volte interi villaggi. I rimedi casalinghi Che cosa funziona e che cosa no. Parola di Dipendenze Info Svizzera. Un’aspirina prima del consumo alcolico previene il mal di testa del giorno dopo. SBAGLIATO. Gli studi più recenti dimostrano che l’aspirina si lega con l’enzima responsabile dell’espulsione dell’alcol dal fegato. La combinazione alcol-aspirina ha quindi un effetto opposto. Il caffè riduce gli effetti del consumo di alcol. SBAGLIATO. Il caffè non accelera la metabolizzazione dell’alcol. La sensazione di ristoro data dal caffè è illusoria, è l’effetto della caffeina, una sostanza eccitane. Il caffè quindi non aiuta a ritrovare la lucidità o a concentrarsi, né neutralizza l’effetto dell’alcol. La nostra conclusione Contro gli effetti della sbornia non esistono rimedi miracolosi. Ci sono solo tre comportamenti corretti: l’astinenza, il consumo moderato e la pazienza qualora non si sia tenuto nessuno dei due comportamenti pretendenti. Una volta nel corpo, l’alcol ci resta fino a quando il fegato lo ha metabolizzato, non c’è modo di farlo sparire o di accelerare il metabolismo. Chissà perché gli animali si pigliano una sbornia ? Se non sono mangiati prima, i frutti maturi caduti dall’albero macerano in modo naturale per effetto del calore solare, che trasforma gli zuccheri in alcol. La frutta macerata ha un volume alcolico del 7 per cento circa. Oltre agli elefanti, anche altri animali sembrano apprezzare questo dono della natura. Per effetto dell’alcol, i pachidermi barcollano, cadono sulle ginocchia e si gettano a terra, mentre scimmie e facoceri cadono addormentati. Uno spettacolo buffo, ma anche sconcertante. Viene da chiedersi se si ubriacano intenzionalmente e perché lo farebbero. È difficile dare una risposta. Gli elefanti sono animali notoriamente sociali, ma in stato di ebbrezza tendono ad allontanarsi dal branco. I ricercatori hanno voluto dimostrare che essi cer- cherebbero l’alcol, come gli uomini, per scaricare lo stress provocato da fenomeni quali la siccità, il disboscamento o altre pressioni sul loro habitat naturale. Un documentario africano degli anni Settanta (…E vivono tutti felici e contenti) affermava che l’ubriacatura elefantina rappresenta il culmine di una vita generalmente improntata all’ozio, ma questa supposizione non è finora stata scientificamente provata. Quel che è certo, è che i motivi che spingono animali e uomini verso l’alcol sono diversi. E se un elefante brillo può strapparci un sorriso, lo spettacolo di una persona alticcia ci mette in allerta, perché il confine tra ebbrezza e rischio è molto labile. 16 Rivista Dipendenze Info Svizzera Il problema riguarda anche i colleghi Dwight Rodrick, esperto di prevenzione a Dipendenze Info Svizzera, risponde a domande che sono sovente poste in rapporto alle dipendenze e alla prevenzione delle dipendenze. Il capo della polizia grigionese si è tolto la vita l’inverno scorso. Si è poi scoperto che soffriva di alcolismo. Le autorità hanno fallito? Non conosco i dettagli del caso. Se davvero i suoi superiori erano a conoscenza del problema, avrebbero dovuto intervenire. Forse i colleghi e i superiori temevano le reazioni e le conseguenze. La co-dipendenza esiste anche sul posto di lavoro! Che l’alcolismo danneggi la persona colpita è un fatto assodato. Ma quali sono i rischi per l’azienda in cui lavora? L’assunzione di alcol sul posto di lavoro riduce l’efficienza e aumenta il rischio di errori. In certi casi, anche le piccole disattenzioni possono avere conseguenze pesanti, come può essere il caso degli autisti, degli operai o dei tutori dell’ordine. Che cosa può fare il datore di lavoro? • • • • • • In occasione di feste e aperitivi aziendali, assicurarsi che ci siano anche bevande analcoliche. Non mettere a disposizione quantità esagerate di alcol. Non ingaggiare personale di servizio per riempire di continuo i bicchieri. È preferibile sedersi a tavola, perché agli aperitivi con buffet si tende a bere di più. Per evitare incidenti stradali sulla via del rientro, organizzare un servizio di trasporto. È un fenomeno molto diffuso? Stimiamo che dal 3 al 5 per cento delle persone attive siano dipendenti dall’alcol. L’Organizzazione mondiale della sanità avverte però che tra il 15 e il 25 per cento degli infortuni sul lavoro sono dovuti al consumo di alcol. Abbiamo osservato che gli alcolisti cronici sviluppano strategie personali per prevenire gli incidenti. Chi però, senza essere dipendente, beve due o tre birre in pausa pranzo e poi si mette al volante o ai comandi di un macchinario non si tutela allo stesso modo e fa presto a provocare un danno. Che posizione dovrebbe assumere l’azienda nei confronti del consumo di alcol? L’azienda non può controllare quel che fanno i dipendenti fuori dagli orari di lavoro, ma può pretendere la loro massima efficienza, anche dopo la pausa pranzo. Finora abbiamo parlato solo dell’alcol. E le altre sostanze? Vale lo stesso principio: quel che è determinante è l’effetto che hanno sulla prestazione lavorativa. In tale contesto, la prevenzione non si concentra su una sola so-stanza, come l’alcol o la canapa, ma sulla dipendenza in generale. Lei suggerisce alle aziende di prendere in considerazione il licenziamento se il collaboratore non dà segni di miglioramento. Non è un po’ eccessivo? Per nulla. L’esperienza dimostra che nella maggior parte dei casi la pressione del licenziamento induce la persona interessata a cambiare atteggiamento e a cercare un aiuto specialistico. Se invece il problema viene ignorato, il collaboratore avrà l’impressione che agli altri non importi nulla di lui. Che cosa possono fare i colleghi? Alcol al volante, pericolo costante • Gli autisti responsabili non bevono prima del lavoro. Ma che dire delle persone che si mettono al volante di buon mattino dopo aver festeggiato con abbondanti bevute la sera prima? In un’ora, il corpo è mediamente in grado di metabolizzare tra lo 0,1 e lo 0,15 per mille di alcol. Se una persona va a dormire alle undici di sera con un tasso dell’1,4 per mille di alcol nel sangue, alle sette del giorno seguente avrà ancora un tasso alcolico dello 0,7 per mille. Attenzione: anche senza superare il limite consentito per guidare un veicolo, il mattino seguente non si sarà al massimo dell’efficienza. Perciò, chi guida al mattino dovrebbe moderare il consumo di alcol già il giorno prima. • • Parlare con la persona alcoldipendente, non dell’alcol ma dei suoi problemi concreti. Non aspettarsi una «confessione». Se il problema persiste, chiedere un colloquio a tre con il superiore. • E il capo cosa può fare ? • • • • • • Anche in questo caso, limitare il discorso ai problemi concreti, come gli appuntamenti mancati, il lavoro approssimativo, il comportamento inadatto ecc. Concordare gli obiettivi da raggiungere. Se ogni tentativo fallisce, ventilare la possibilità di un licenziamento. 17 Brindiamo al lavoro! Nella nostra società l’alcol è onnipresente, nella vita privata e in quella lavorativa. Ma chi beve sul posto di lavoro è meno produttivo e rappresenta un pericolo per sé e i colleghi. Un bicchierino per suggellare un buon affare, l’aperitivo per festeggiare un neopensionato, una birra con i colleghi dopo il lavoro… Anche sul lavoro la nostra società è molto permissiva per quanto concerne il consumo di alcol. Fanno naturalmente eccezione alcune categorie professionali, come quella degli autisti, dei macchinisti o dei piloti. Le aziende hanno il diritto di aspettarsi la massima efficienza dai propri collaboratori. Chi si presenta al lavoro in stato di ebbrezza non è altrettanto produttivo di quanto lo sarebbe da sobrio, è meno preciso, affidabile e motivato. In determinati settori, può rappresentare un pericolo per la sicurezza. A soffrirne sono anche i rapporti con i colleghi di lavoro, non solo perché sotto l’influsso dell’alcol si è più irritabili e instabili, ma anche perché sono poi i colleghi a dover sobbarcarsi il lavoro arretrato per via delle assenze e della lentezza del dipendente alcolista. Una situazione che, a lungo andare, crea tensioni e inimicizie. Un motivo più che sufficiente per bandire l’alcol dal posto di lavoro. La Legge sul lavoro permette esplicitamente ai datori di lavoro di vietare il consumo di alcolici durante l’orario lavorativo. D’altro canto, le imprese che consentono ai loro dipendenti di lavorare sotto l’influsso dell’alcol possono essere chiamate in causa. Un lavoro di concentrazione richiede una testa chiara. Foto: Jos Schmid «Non sono un workaholic» «Nella Svizzera romanda mi conoscono come ‘Signor Catena della Solidarietà’ e come conduttore di trasmissioni radiofoniche per bambini e di musica popolare. Sono anche ambasciatore per i diritti dell’ infanzia in Svizzera e membro del Consiglio di fondazione di Dipendenze Info Svizzera. Molti pensano che per far fronte a tutti questi impegni io non faccia che lavorare, ma non è vero, lavoro come tutti. È tutta una questione di organizzazione. Di regola non prendo appuntamenti di sera e passo i fine settimana in famiglia. Se il lavoro è tutta la mia vita? No, non direi. Non sono un workaholic, semplicemente mi piace essere utile alla comunità e dare una voce a chi non ce l’ha. Non Più ampie informazioni su sopporto le ingiustiwww.alkoholamarbeitsplatz.ch zie di questo mon(in tedesco e in francese) do e ho perciò de- ciso di impegnarmi in favore dell’infanzia e della gioventù. La maggior parte dei ragazzi che hanno problemi con la giustizia hanno anche un problema con l’alcol o la droga.» Jean-Marc Richard, 50 anni, conduttore della Radio della Svizzera romanda noto come «Monsieur Chaîne du Bonheur». Foto: Pénélope Henriod 18 Rivista Dipendenze Info Svizzera La misura di ogni cosa Con l’alcol, il confine tra piacere ed esagerazione non è fisso, e il passo verso un comportamento problematico è breve. Ma quando si raggiunge il punto critico? (MH) Non per nulla viene chiamata happy hour, quella terra di nessuno che divide vita lavorativa e vita privata. Nella penombra morbida del tramonto, le cose sfumano e quelle che pesano sembrano più leggere. «Il primo drink della serata è una cosa meravigliosa», assicura Raymond Chandler ne Il lungo addio, romanzo del 1953, riferendosi al piacere dell’aperitivo. La birra a «fine giornata» è un rituale piuttosto comune. Il consumo d’alcol è molte volte legato a un’abitudine che si rafforza nel tempo. «Mentre la maggior parte delle persone non ha problemi con l’alcol, altre perdono il controllo», afferma Irene Abderhalden, responsabile per la prevenzione di Dipendenze Info Svizzera. Può capitare di ordinare un bicchiere di vino non spinti da un vero desiderio, ma per imitare i colleghi oppure per abitudine, perché si è sempre fatto così. Limiti variabili Chi assume alcolici per tirarsi su il morale, corre il rischio di rifugiarsi a ripetizione in questo «rimedio». Il confine tra consumo a basso rischio e consumo problematico è assolutamente individuale (v. testo a fianco) e può variare secondo età, sesso, stato di salute, quantità assunta e situazione. Meno del 13 per cento della popolazione beve la metà dell’alcol consumato in Svizzera ogni anno, l’altra metà viene suddivisa tra il 70 per cento della popolazione. Il rimanente 17 per cento è astemio. Le donne che non bevono alcol sono circa il doppio rispetto agli uomini. La birra a «fine giornata» è un rituale piuttosto comune. Quando bere diventa un problema Consumo problematico Le persone che assumono alcol ogni giorno senza moderazione, che si ubriacano spesso o che bevono in situazioni in cui è richiesta una mente lucida corrono un maggiore rischio di infortunio, malattia e dipendenza. In questi casi, si parla di consumo problematico. fazione), sintomi di astinenza, incapacità di smettere nonostante le conseguenze negative, disinteresse verso altre attività. Se una persona presenta almeno tre di queste caratteristiche, gli specialisti parlano di dipendenza, ma già una sola di queste può essere un campanello d’allarme. Dipendenza Forte desiderio di alcol, incapacità di controllarne il consumo, assunzione in quantità crescente (assue- Il confine tra consumo problematico e dipendenza non è fisso. 19 Qual è il limite? Quanto alcol posso bere senza danni per la mia salute? Questa è una delle domande ricorrenti a Dipendenze Info Svizzera. Premesso che non esistono valori universali validi per tutti, ma che la risposta dipende da numerosi fattori, personali ed esterni, gli esperti hanno individuato alcuni punti di riferimento. «Presenta un consumo a basso rischio un uomo adulto e sano che beve al massimo due bicchieri standard di alcol al giorno. Le donne adulte e sane dovrebbero bere al massimo un bicchiere standard al giorno», spiega Irene Abderhalden, responsabile per la prevenzione di Dipendenze Info Svizzera. Quantità che non andrebbero superate. Meno si beve, meglio è, soprattutto per chi non vuole correre rischi. I cosiddetti bicchieri standard sono la norma in gastronomia, mentre in ambito privato si tende, anche inavvertitamente, a riempire il bicchiere un po’ di più. blemi con l’alcol. Ci sono anche consultori specializzati e gruppi di autoaiuto. Dipendenze Info Svizzera aiuta chi è nel bisogno a trovare l’offerta adatta e offre consulenza gratuita ad alcolisti, familiari e interessati. Tutto sotto controllo Contatti Alcolisti Anonimi della Svizzera italiana Comitato d’informazione pubblica, casella postale 1633, 6501 Bellinzona Permanenza telefonica: Quando è meglio astenersi dall’alcol o bere poco? Un consumo a basso rischio implica che in determinate situazioni si beva pochissimo o si rinunci del tutto all’alcol, come per esempio sul posto di lavoro, alla guida di un veicolo, quando si pratica uno sport, in gravidanza. I consigli di Dipendenze Info Svizzera 0848 848 846 / 091 826 22 05 www.aasri.org • Se la serata è lunga, alternate con bevande analcoliche. Ingrado, Servizi per le dipendenze Casella postale 4044, 6904 Lugano • Non lasciatevi riempire il bicchiere prima che sia vuoto, perché perdereste il conto della quantità consumata. Telefono: 091 922 60 06 www.ingrado.ch • Bevete lentamente, non lasciatevi influenzare dal ritmo degli altri. • Non bevete alcol se vi sentite male. Il piacere dell’analcolico Esiste un’alternativa alla classica caipirinha: con gli ingredienti giusti, si possono preparare cocktail strepitosi… e senz’alcol! Preparate sfiziosi aperitivi e longdrink ispirandovi al nostro nuovissimo ricettario (disponibile in tedesco e francese). I drink analcolici sono buoni, dissetanti e non hanno effetti indesiderati. Le differenze tra le regioni linguistiche Nel nostro paese, il consumo di alcol varia secondo la regione linguistica. Il Ticino presenta il maggior numero di bevitori abituali (il 28 per cento dei ticinesi beve alcol ogni giorno), ma anche il maggior numero di astemi. In Svizzera tedesca, invece, ci sono meno astemi (15 per cento) e meno bevitori abituali (12 per cento), mentre la Svizzera romanda, con il 19 per cento in entrambe le categorie, segna una via di mezzo. Il consumo quotidiano in sé non è problematico, ma mostra in che misura l’alcol è ancorato nella vita di tutti i giorni. Sostegno e consulenza Chi ha l’impressione di aver perso il controllo dovrebbe rivolgersi a un professionista. Il medico di fiducia, per esempio, è un ottimo interlocutore in caso di pro- Bevande alcoliche tipiche nei bicchieri classici. 20 Rivista Dipendenze Info Svizzera Alcol, farmaci, età: che cosa è bene sapere Con l’avanzare dell’età, l’alcol fa più effetto. A ciò si aggiunge una maggiore assunzione di farmaci. Il consumo di alcol e farmaci solleva molte domande, meglio quindi essere informati. Per saperne di più, segnaliamo l’opuscolo Alcol e medicamenti durante l’invecchiamento, di prossima pubblicazione. (MH) Invecchiando, il nostro corpo si trasforma e noi con esso. Sebbene aumenti il rischio di certe malattie, molte persone vivono il fatto con serenità, felici per la nascita dei nipoti, libere dalle responsabilità della vita lavorativa, contente di avere più tempo per gli amici e per coltivare le proprie passioni. Mantenere contatti sociali è importante a ogni età. Quando si presenta l’occasione, ci si può anche concedere il piacere di un bicchiere in compagnia, ma prestando attenzione ai segnali del corpo. La regola d’oro Gli uomini adulti e sani non dovrebbero bere più di due bicchieri di alcol al giorno; le donne adulte e sane non più di uno. «Con l’avanzare dell’età, bisognerebbe adeguare queste dosi al proprio stato di salute. È meglio essere prudenti», spiega Sabine Dobler, esperta di prevenzione di Dipendenze Info Svizzera. Anche bevendo meno che in precedenza, l’alcol fa più effetto perché cambia la percentuale di acqua e grasso nel corpo e cambia il metabolismo. L’alcol diventa più dannoso per la salute e il rischio di dipendenza è maggiore. L’alcol non consola Di fronte alle avversità della vita, quando si perde una persona cara o ci si accorge di non essere più prestanti come una volta, si può essere indotti a consolarsi con l’alcol. Chi assume alcolici per tirarsi su il morale aumenta il rischio dipendenza. Gli esperti stimano che un terzo degli alcolisti cronici abbia sviluppato la dipendenza dopo la pensione. Le persone colpite dovrebbero essere motivate ad accettare un aiuto professionale. Non è mai troppo tardi per smettere e migliorare la propria qualità di vita! Radix, CP 4044, 6904 Lugano Tel. 091 922 66 19 www.radixsvizzeraitaliana.ch Più tempo libero a disposizione: La terza età comporta molti lati positivi. Foto: Jos Schmid Le notti si fanno lunghe Alle persone anziane servono meno ore di sonno, è quindi normale che dormano meno. «Non ricorrete subito ai farmaci! In caso di dubbi o di problemi d’insonnia, rivolgetevi al medico di fiducia», consiglia Cristina Crotti del consultorio zurighese contro l’abuso di alcol e farmaci. Chi assume medicamenti deve essere informato e consapevole, sapere per esempio se è il caso di mettersi alla guida o di bere alcolici. Anche in questo caso, Cristina Crotti suggerisce di rivolgersi a un esperto. Alcuni barbiturici cancellano l’ansia e il nervosismo, ma possono rendere dipendenti. Per questa ragione, si possono acquistare solo su ricetta medica. Avete dubbi o curiosità sul tema della terza età? La Pro Senectute Ticino e Moesano risponde alle vostre domande. Pro Senectute Casella postale 4664 6904 Lugano Tel. 091 912 17 17 www.pro-senectute.ch 21 Ognuno è diverso, anche invecchiando Rispetto a un secolo fa, oggi si vive più a lungo e soprattutto più in salute. Un’evoluzione positiva, come conferma la specialista della terza età Astrid Stuckelberger. Gli anziani di oggi rimangono in buona salute fino a tarda età. Questa affermazione corrisponde al vero secondo la sua esperienza di gerontologa? È vero che oggi si vive meglio che non cento anni or sono, ma non si può generalizzare. La società è anche più diversificata, fatto che determina differenze nel processo di invecchiamento. Conducendo una vita sana e con l’ausilio della medicina moderna e della tecnologia, tale processo può essere rallentato. Ci sono ottantenni che corrono la maratona e altri che sono sfiancati da una vita di lavoro faticoso. Che cosa c’è di diverso tra essere anziani oggi o nel 1910? Oggi le probabilità di vivere in salute fino agli ottant’anni sono alte, complice il miglioramento dell’alimentazione e delle cure mediche. Malattie come l’Alzheimer e il Parkinson rimangono l’eccezione. Vivere più a lungo significa che dopo il pensionamento incomincia una sorta di seconda vita. Disponendo di maggiori mezzi finanziari, è anche possibile pensare e realizzare nuovi progetti. Rispetto alle generazioni precedenti, gli anziani pensano più a sé che ai figli. rifioriscono, si godono la libertà e non vogliono più legarsi. In questo gli uomini sono un po’ diversi, tendono a deprimere se non trovano una nuova compagna. Dai diciotto agli ottantotto, tutti vogliono essere giovani. Che cosa ne pensa dell’ossessione della giovinezza che caratterizza la nostra epoca? Arrivati a una certa età, molti continuano a sentirsi giovani e sono motivati a restare attivi, non ci vedo nulla di male. Rimanendo attivi, gli anziani sono più integrati e soddisfatti. Non è vero che invecchiando peggiori automaticamente la salute, la memoria e così via dicendo. Succede ad alcuni, ma non a tutti. Che cosa consiglia contro gli attacchi di solitudine? Il computer e il telefonino sono ottimi rimedi. Le nuove tecnologie consentono, soprattutto a chi non esce più di casa, di mantenere i contatti con il mondo esterno. Grazie alla webcam e a Skype, si può parlare a distanza guardandosi in faccia. Con il contributo di scienziati, istituzioni sociali, comunità geriatriche e fornitori di telecomunicazioni e tecnologie, l’Unione Europea sta studiando il modo di mettere «in rete» gli anziani. Secondo gli organi di informazione, il maggior problema degli anziani è la solitudine. Un altro luogo comune. Spesso il fatto di vivere soli viene confuso con la solitudine, senza pensare che è una condizione a volte desiderata. La vedovanza, per esempio, può essere dolorosa nella fase iniziale, ma deposto il lutto molte donne La vita quotidiana diventa meditazione «Una volta viaggiavo parecchio e conservo bellissimi ricordi. Quando ripenso alle impressioni e alle esperienze raccolte in altri paesi e culture, ritrovo la felicità di allora. L’arte giapponese del tiro con l’arco, detta kyudo, mi è ancora di aiuto. Sebbene non la pratichi più, gli insegnamenti del mio vecchio mentore di Ginevra mi ricordano di svolgere anche le attività più semplici, come pulire, cucinare o bere vino, con la massima cura, attenzione e dedizione. In questo modo, la vita quotidiana diventa meditazione. Visto che mi piace stare all’aperto con qualsiasi tempo, sfrutto le passeggiate con Sushi, il mio cocker-spaniel, per i miei esercizi di respirazione. Ispirare ed espirare a fondo rinfranca, mi sento subito vitale e serena. Essere felici con quello che si ha mi sembra più desiderabile della ricchezza materiale. Da quasi cinquant’anni conosco un clochard a Parigi che incontro regolarmente. Provo una grande ammirazione per lui. Seduto sorridente nel suo solito posto, quest’uomo emana un calore neanche fosse il Re Sole. Ogni incontro con lui mi tocca nel profondo.» La stilista Christa de Carouge, al secolo Christa Furrer, 74 anni, è una delle icone della moda elvetica. Il suo nome d’arte è ispirato al quartiere di Ginevra in cui, 32 anni or sono, ha inaugurato la sua boutique. www.christa-de-carouge.ch Foto: Willi Kracher 22 Rivista Dipendenze Info Svizzera Il nostro impegno contro le dipendenze Alcol, droghe illegali, dipendenze comportamentali e tabacco sono i temi di cui si occupa Dipendenze Info Svizzera. Oltre a fornire informazioni e aiuto professionale alle persone colpite e ai loro familiari, ci impegniamo nella prevenzione delle dipendenze e operiamo per contrastarne le conseguenze. (MH) Adolescenti che si ubriacano, bambini che vivono in costante insicurezza a causa del genitore alcolista, adulti «Lo scambio internazionale è l’unico modo per portare avanti la ricerca sull’alcol e porre le basi della prevenzione e dell’azione politica.» Marina Delgrande Jordan Ricercatrice la cui vita è dominata dalla dipendenza del proprio partner… Dipendenze Info Svizzera è confrontata ogni giorno con situazioni di questo genere. Per evitare l’insorgenza di simili problemi, puntiamo innanzitutto a una prevenzione efficace. Alle persone dipendenti e ai loro familiari forniamo consulenza e, se gli enti pubblici e privati non sono in grado di farlo, aiuti finanziari. Prevenire e curare «Diamo consigli pratici ai familiari e aiutiamo le persone colpite a cambiare comportamento, discutendo con loro i passi da intraprendere», spiega Irene Abderhalden, responsabile per la prevenzione di Dipendenze Info Svizzera. La nostra fondazione sostiene le famiglie e chiun- «Stabilire una rete di contatti è essenziale. Vogliamo sostenere il prezioso lavoro svolto dagli esperti cantonali.» Irene Abderhalden Responsabile per la prevenzione que viva a stretto contatto con alcolisti cronici, fornisce consulenza agli esperti, promuove gruppi di discussione e progetti di sostegno ai bambini provenienti da famiglie con problemi di alcol, mette a disposizione delle persone colpite informazioni mirate. In collaborazione con gli esperti cantonali, Dipendenze Info Svizzera elabora progetti di prevenzione incentrati su soggetti specifici. La consulenza professionale, l’accompagnamento scientifico e la formazione svolgono un ruolo primario. Nella sede di Losanna, i nostri esperti di prevenzione consigliano le imprese, sviluppano materiale didattico per le scuole «Sull’alcolismo ognuno ha la sua storia da raccontare, ma tutte hanno un elemento comune: un grande dolore.» Thomas Uhland Redattore e pubblicano opuscoli informativi soprattutto in francese e tedesco destinati al pubblico. La ricerca fornisce le basi I ricercatori di Dipendenze Info Svizzera lavorano da molti anni per stabilire rapporti e tendenze in tema di dipendenze, ottenendo riconoscimenti a livello internazionale. «Realizziamo studi e informiamo i professionisti della salute e della prevenzione, i politici e tutti gli interessati delle ultime scoperte scientifiche», sottolinea Marina Delgrande Jordan, coordinatrice del reparto ricerche. Le donazioni sono essenziali Dipendenze Info Svizzera è una fondazione privata costituita nel 1902. «Oltre il 50 per cento delle nostre attività è finanziato dalle donazioni di privati», osserva Stéphane Rausis, che si occupa della raccolta fondi. Il 20 per cento delle entrate proviene dai mandati di ricerca, commissionati principalmente dalla Confede- «È grazie ai doni che possiamo effettuare il nostro lavoro.» Michel Graf, Direttore razione, dai cantoni e da organizzazioni private. La vendita del materiale didattico e la fatturazione delle prestazioni erogate, ad esempio nella formazione, rappresentano un altro 20 per cento delle entrate. Meno del 10 per cento è coperto da sovvenzioni cantonali e federali. «La prevenzione vuole invogliare a scegliere uno stile di vita salutare.» Marion Forel, Esperta di prevenzione Tutte le citazioni provengono da collaboratori di Dipendenze Info Svizzera. 23 Il nome rafforza l’identità Dipendenze Info Svizzera ha assunto questo nome a inizio maggio 2010. Fino al maggio scorso, Dipendenze Info Svizzera era conosciuta come Istituto svizzero di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie (ISPA). «Il nuovo nome riassume il bagaglio di conoscenze ed esperienze che abbiamo acquisito nel corso degli anni», afferma il direttore Michel Graf. Esistono molte forme di dipendenza. Dipendenze Info Svizzera si concentra soprattutto sull’alcolismo, ma è anche un centro di competenze sulle dipendenze provocate da altre sostanze stupefacenti. Il gioco d’azzardo e internet sono temi che si sono andati aggiungendo negli ultimi anni. Dobbiamo proteggere i bambini I bambini e i ragazzi ci stanno molto a cuore. Dipendenze Info Svizzera sostiene le attività di prevenzione extra scolastica e fornisce materiale didattico alle scuole per informare sui rischi legati al consumo di alcol e droghe. I genitori sono talvolta preoccupati del comportamento dei figli. Dipendenze Info Svizzera sostiene i genitori con consigli pratici di carattere pedagogico «La prevenzione si rivolge anche a bambini piccoli, con materiale adatto alla loro età, per stimolare fin dai primi anni di vita tratti fondamentali come le capacità relazionali e una sana autostima», afferma Irene Abderhalden, responsabile per la prevenzione di Dipendenze Info Svizzera. Nelle mense e nei doposcuola Opuscoli e relazioni sulle della Svizzera tedesca e romanricerche da scaricare gratuitamenda è stato lanciato il progetto te, consigli pratici, informazioni sulle Clever Club, che fa avvicinadipendenze e sulle sostanze assuefanti. re gli scolari a temi importanti per il loro sviluppo attraverso giochi di ruolo, www.dipendenze-info.ch storie e disegni. Il progetto è finanziato dalle donazioni www.radixsvizzeraitaliana.ch private e la partecipazione è gratuita. In Ticino, Radix propone alle scuole, ai comuni e ai centri giovanili una mostra intitolata Gente come noi, con il duplice obiettivo di promuovere la riflessione sulla problematica delle dipendenze e del disagio e di rafforzare le competenze individuali e sociali dei ragazzi. «La danza è movimento perfetto» Silvia Steiner, 37 anni, è esperta di prevenzione presso Dipendenze Info Svizzera. Assistente sociale di formazione, si occupa di prevenzione a livello professionale da sette anni. «Ho cominciato a dodici anni con la danza jazz e a quindici con la danza classica. La danza è più di uno sport, è la trasposizione della musica e delle emozioni in movimento. Per mettere in armonia musica e movimento, ci vogliono una padronanza assoluta del proprio corpo, capacità tecniche, allenamento, forza e resistenza. Quando andavo a scuola, avevo molto più tempo da dedicare a questa passione. Oggi vado a ballare due o tre volte la settimana, per il piacere del movimento e per restare in forma. A vent’anni ero ambiziosa, mi allenavo tutti i giorni e il sabato mi esibivo in spettacoli di danza jazz e danza moderna. Oggi non cerco più il brivido del palcoscenico, l’applauso, il perfezionismo, ma ballo per il mio benessere. L’armonia è importante, perciò pratico anche lo yoga e il pilates. Il movimento fa parte della mia vita.» Può comandare una copia della rivista per SMS: 079 614 22 00 (la riceverà gratuitamente all‘indirizzo desiderato) «Ridere. Quando sto con i miei amici, scoppiamo a ridere per qualsiasi battuta o situazione buffa.» Fanny Geiser, 20 anni, Innerberg «Quando ho troppe preoccupazioni, per addormentarmi uso il sonnifero. In cambio però bevo con moderazione e non fumo.» Meta Dubedout, 70 anni, Nidau «Non ho nessuna dipendenza. Non fumo e alle feste bevo al massimo un paio di bicchieri. Neppure il cioccolato mi crea problemi.» Grégory Monnier, 21 anni, Neuchâtel «Non posso stare senza musica, ascolto l’opera tutto il giorno.» Peter Baumann, 72 anni, Lucerna «Forse il caffè, un piacere a cui non potrei rinunciare da un giorno all’altro. Una volta fumavo, ma ho smesso.» Ernst Künzi, 60 anni, Aegerten Qual è la vostra dipendenza? Impressum Editrice: Dipendenze Info Svizzera, Av. Louis-Ruchonnet 14, casella postale 870, CH-1001 Losanna Redazione: Monique Helfer, Corine Kibora, Michel Graf, Thomas Uhland Versione italiana: Fabio Chierichetti & Co. Collaborazione redazionale e grafica: Weissgrund AG, Zurigo Per ordinazioni: Dipendenze Info Svizzera, M. Helfer, [email protected], tel. 021 321 29 74 Losanna 2011 «I dolci. Per me, un bel dessert insieme al caffè è il massimo della felicità.» Sonia Caflisch, 35 anni, Zurigo Dipendenze Info Svizzera Av. Louis-Ruchonnet 14 Casella postale 870 CH–1001 Losanna Tel.021 321 29 11 Fax 021 321 29 40 CCP10-261-7 www.addiction-info.ch