scarica - Addiction Suisse

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scarica - Addiction Suisse
RIVISTA
Generazione
internet:
Se si vive solo per
internet, pagina 4
Pasticche:
Affinché il sollievo
non si trasformi in
dipendenza, pagina 10
Brindiamo
al lavoro:
Anche i colleghi
ne soffrono, pagina 16
Stress:
Celebrità
svizzere
rivelano i loro
rimedi personali,
pagina 12
2 Rivista Dipendenze Info Svizzera
Indice
34
5
7
8
10-11
12-13
14-15
16-17
18-19
20-21
22-23
24
Fuori dagli schemi
Editoriale
Ci ribelliamo alle norme.
Generazione internet
Molti passano troppo tempo davanti
al computer.
Giochi senza fine
Una doppia vita nello spazio virtuale.
Ordinatore
nella camera dei bambini
Idee per i genitori.
Prevenzione o proibizione?
L’una non esclude l’altra. Secondo gli esperti,
serve una giusta dose di entrambe.
Doping nella vita quotidiana
Quando il sollievo si trasforma in dipendenza.
Antistress
Piccoli e grandi segreti per rilassarsi.
Il giorno dopo
Uomini e animali: tutti
risentono gli effetti dell’alcol.
Brindiamo al lavoro!
Anche i colleghi ne soffrono.
Chi non vuol bere in compagnia?
Popolare, conviviale, disinibitore:
l’alcol fa parte della nostra cultura.
Anziani in piena forma
Come invecchiare lucidi e sani.
Contro le dipendenze
Dipendenze Info Svizzera propone il modello
di una vita sana.
L’ultima parola a…
per dirci a che cosa non può rinunciare.
Frontespizio:
Isabelle Behrens, insegnante di yoga,
www.yogagarage.ch
Foto: Jos Schmid
Care lettrici,
cari lettori,
la dipendenza ha molte sfaccettature,
e molte sfaccettature deve avere anche il nostro operato. Vi proponiamo
di conoscerne i vari aspetti leggendo
questa pubblicazione. Un invito insolito, per un’organizzazione di pubblica
utilità come la nostra? Crediamo di
no, perché i temi a noi cari riguardano
tutti, in un modo o nell’altro. L’alcol, il
tabacco, la canapa fanno parte della
nostra società, proprio come il gioco
d’azzardo, internet e il lavoro. Aspetti
della vita con cui siamo costantemente confrontati, anche se non sempre
in modo diretto.
In questa rivista troverete argomenti
che toccano, incuriosiscono, fanno
riflettere e anche sorridere. Il confine
tra voluttà e dipendenza è a volte molto sottile. C’è un limite alla passione?
Che cosa significa amare qualcuno alla
follia, dedicarsi anima e corpo a uno
sport, buttarsi nel lavoro fino a dimenticare sé stessi o essere golosi al punto da pensare solo alla buona tavola?
E poi: si può essere dipendenti dal
buon umore?
Non mi resta cha augurarvi una piacevole lettura. Se abbiamo stuzzicato la
vostra curiosità, visitateci su
www.dipendenze-info.ch!
Michel Graf
Direttore Dipendenze Info Svizzera
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Born to be wild?
Una vita fuori dalla norma: c’è chi si dedica anima e corpo
a un’attività e chi, più o meno consapevolmente, segue
abitudini radicate, legate anche al consumo di alcol e di
sostanze assuefanti in genere.
(MH) La normalità, si sa, è comportarsi
come fanno tutti. A volte però ci prende
un’irrefrenabile voglia di uscire dagli schemi. Fare il giro del mondo in bicicletta,
costruire un aeroplano, scrivere le proprie
memorie… Tutti, prima o poi, sentiamo il
bisogno di fare qualcosa di straordinario,
di vivere esperienze uniche. Nelle pagine
che seguono, conoscerete persone che,
spinte dalla propria passione, si sono
prese la libertà di vivere un po’ fuori dalla
norma.
Molte convenzioni sociali, regole comportamentali e leggi hanno lo scopo di disciplinare e proteggere la vita sociale. Tale è
la funzione originaria delle norme: regolare
la vita di un villaggio o uno stato in modo
da rendere possibile una convivenza pacifica senza arrecare nessun danno al
prossimo.
Disfarsi delle norme?
Vi invitiamo dunque a riflettere, sfogliando
le pagine seguenti, quali regole e leggi
non scritte, per voi e secondo la vostra
esperienza, abbiano davvero ragione di
esistere, considerando che nell’ambito
delle dipendenze e delle sostanze assuefanti ce ne sono parecchie. Quali comportamenti che vedete intorno a voi vi inducono a consumare di più oppure di
meno o magari anche a smettere? Vi
sentite liberi nelle vostre decisioni? Forse
scoprirete che gettare qualche abitudine
alle ortiche può avere un effetto liberatorio.
«Con la
montagna e con
te stesso»
«Ho avuto la fortuna di crescere alla
Chaux-de-Fonds, a stretto contatto con la
natura. Passare tanto tempo all’aperto ti
fa acquisire sicurezza, ho maturato l’idea
di fare lo sciatore sin da piccolo.
Il freeride è una disciplina in cui non ti
misuri con gli altri, ma con la montagna
e con te stesso. Ti permette di realizzarti,
dando il meglio di te. Il piacere di scivolare sulla neve a tutta velocità bisogna però
guadagnarselo: ci vuole impegno, pazienza e soprattutto umiltà, come la montagna non smette di insegnarci.
Questo sport non è una sconsiderata ricerca del rischio. Prima di ogni discesa mi
alleno intensamente e la paura è la mia
assicurazione sulla vita. A contatto con
la montagna, bisogna essere in forma fisicamente e mentalmente, consapevoli di
quel che si fa. Quando si incontrano le
forze della natura, come la montagna o
il mare, non è possibile barare. Al contrario, è un modo per trovare sé stessi. È
un’ottima scuola di vita.»
Lo sciatore estremo Dominique Perret,
48 anni, ha scoperto sin da piccolo
la sua vocazione per lo sci.
Il rapporto con l’alcol, il tabacco e le
droghe, come la canapa, è regolamentato
da leggi, formatesi nel corso del tempo,
che rispecchiano l’opinione della società
nei confronti di tali sostanze. L’orario di
chiusura degli esercizi pubblici serve a
ridurre i rischi legati all’alcol, l’obbligo di
ricetta a prevenire la dipendenza data da
certi farmaci, il divieto di fumo nei locali
pubblici a proteggere la salute di tutti,
fumatori e non fumatori.
Le leggi esprimono i valori portanti di
una società in un determinato periodo
storico. Se vogliamo restare in salute,
rinunciamo al tabacco, ma non è sempre
stato così. Chi segue la norma può anche
essere portato a copiare certi modelli di
consumo, come l’aperitivo al bar oppure
il rituale dello spinello, solo perché «lo
fanno anche gli altri».
Talvolta siamo presi da un’irresistibile voglia di
partire e di abbandonare tutto e tutti.
4 Rivista Dipendenze Info Svizzera
Generazione internet
In marzo 2010, il mondo è stato scosso dalla notizia di una neonata lasciata morire di
fame dai genitori troppo impegnati con un videogioco online. Certamente questo è un
caso estremo, ma è pur vero che molta gente passa troppo tempo davanti al computer. Anche i giovanissimi.
(tul) Chi ha figli adolescenti difficilmente
ha visto un computer nella sua infanzia,
epoca in cui un calcolatore elettronico
riempiva tutta una stanza e non aveva
l’efficienza di un notebook odierno. Il
Commodore 64, primo personal compu-
tura impressionante. Come i loro genitori, da piccoli, nel boschetto dietro casa.
Così facendo, essi acquistano un’abilità
che tornerà utile in un mondo del lavoro
sempre più dominato dalle nuove tecnologie.
L’altro lato della medaglia è che, mentre si
trovano perfettamente a loro agio nel mondo virtuale, cresce per
molti la difficoltà a stabilire relazioni nel mondo reale. Internet
e le nuove tecnologie esercitano una forza d’attrazione enorme, e non solo per gli
adolescenti. I consultori e gli psicoterapeuti hanno il loro daffare con persone di
tutte le età che non riescono più a staccarsi dal computer, persone per le quali
Il computer non ha rivoluzionato solo il mondo del lavoro,
ma anche il tempo libero.
ter per uso domestico, è stato immesso
sul mercato nel 1982. Internet è diventato accessibile a tutti a partire dai primi anni Novanta. Da allora, il mondo è
cambiato.
internet è diventato il solo scopo di vita,
persone dipendenti.
Come per ogni dipendenza, anche
nell’ambito tecnologico è meglio prevenire che curare, per esempio stando
vicino ai figli per aiutarli a sviluppare un
rapporto sano con i nuovi media. Nelle
pagine seguenti vi proponiamo alcuni
suggerimenti utili.
Rivoluzione allo schermo
Il computer non ha rivoluzionato solo il
mondo del lavoro, ma anche il tempo
libero. Sono finiti i tempi dei trenini, i
bambini desiderano piattaforme di gioco e videogames, il lettore MP3,
il computer con tutti gli accessori. Le discussioni di
una volta per decidere
Per saperne di più,
se il figlio quattordirichiedete l’opuscolo gratuito
cenne possa guarCiberdipendenza a Radix,
dare Derrick fanno
CP 4044, 6904 Lugano,
ormai quasi tenetel. 091 922 66 19.
rezza, di fronte al
marasma di giowww.radixsvizzeraitaliana.ch
chi violenti e pornografia esplicita
a cui sono esposti
oggi i minorenni su
internet.
Il computer nella cameretta
dei bambini resta mediamente
acceso più a lungo del televisore, annuncia l’Ufficio federale di statistica. I ragazzi di oggi sono capaci di destreggiarsi
nell’intrico di internet con una disinvol-
I giovani di oggi sono capaci di destreggiarsi nell’intrico di internet con una disinvoltura impressionante.
Foto: Jos Schmid
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«Sai sempre che cosa fare»
I videogiochi di ruolo piacciono tantissimo, arrivando persino a diventare, per alcuni appassionati, l’unico scopo di
vita. Come per Michele, che si era rifugiato nell’universo
immaginario della saga di Warcraft per superare una delusione amorosa.
(WG) «Avevo trent’anni, ero appena arrivato in città e la mia ragazza mi aveva
lasciato. Invece di affogare il dispiacere
nell’alcol, come magari altri avrebbero
succedere vivendo la vita vera.» Alla lunga si è stufato, fino a ritirarsi del tutto dal
fantastico pianeta di Azeroth.
*Nome fittizio
«Su Azeroth non ti può succedere
nulla di veramente grave.»
fatto, io mi sono fatto cinque settimane
di World of Warcraft.» Michele*, 33 anni,
era completamente assorto da questo
videogioco fantasy a cui si accede via
internet. «Sai sempre che cosa fare. Anche di fronte ai compiti più difficili, hai la
certezza che impegnandoti ce la fai. È un
mondo giusto, senza delusioni.»
World of Warcraft è ambientato su Azeroth, un pianeta immaginario simile alla
Terra, con dolci colline, montagne maestose e ampie vallate. «Avevo i miei posti preferiti, per esempio un laghetto in
mezzo alla foresta con una luce straordinariamente romantica. A volte, andavo al
mercato e me ne stavo lì seduto a guardare i passanti.»
«Ti senti usato»
Il gioco permette di unire le forze alleandosi con altri giocatori. Ma, osserva Michele, si fa presto a sentirsi usati. Senza
contare che si creano pressioni: «Se c’è
da compiere una missione non devi mancare all’appuntamento. Se il gruppo fallisce, la colpa è tua». Questo è uno dei
motivi per cui ha cominciato ad averne abbastanza. «Gli altri prendevano tutto troppo sul serio, tanto da farmi passare la voglia. Insomma, avevo anche altri impegni
nella vita reale, il lavoro, gli amici.»
«Su Azeroth non ti può succedere nulla di
veramente grave», ricorda Michele, «ma
ti perdi anche tutto il bello che ti può solo
Le testimonianze di due
giocatrici raccolte in un
forum
«Non riesco a smettere.
Quando non gioco, rimango sospesa nel nulla, abbandonata alla mia depressione, senza ‘missione’,
senza ‘vita’, senza i miei
personaggi, che sono il mio
alter ego.»
(Anonima, 20 anni)
Un gioco che piace e che
crea dipendenza
World of Warcraft è uno dei videogiochi di ruolo attualmente più diffusi. È
un gioco senza fine, in cui si tratta di
assolvere determinati compiti al fine
di rafforzare il proprio personaggio. A
volte, per raggiungere certi obiettivi il
gioco di squadra diventa indispensabile. È qui che nascono le pressioni da
parte degli altri giocatori, che, avvertono gli esperti, alimentano un meccanismo ad «alto rischio di dipendenza».
«Sono quasi impazzita
quando il mio portatile si
è rotto! Non potevo più
giocare, ero come paralizzata.»
(Anonima, 19 anni)
6 Rivista Dipendenze Info Svizzera
«Nessuno darebbe un coltello in
mano a un bimbo di tre anni»
Internet? Niente panico! Philippe Stephan, psicologo dell’infanzia di Losanna,
consiglia un approccio sereno ai nuovi media. La cosa più importante è
costruire con i bambini un rapporto di fiducia.
Philippe Stephan, il computer e internet sono davvero così importanti per i
nostri ragazzi?
Sì, perché queste tecnologie rappresentano il loro futuro. Si tratta di strumenti la
cui padronanza è ormai indispensabile.
I più piccoli apprezzano molto l’aspetto
ludico, mentre per gli adolescenti possono rivelarsi un sostegno prezioso per
affrontare gli alti e bassi della pubertà.
In che senso?
Durante la pubertà, il corpo e la mente
sono in tumulto, i limiti cominciano a stare
stretti. Navigando in internet è possibile
allargare gli orizzonti, raccogliere nuove
esperienze senza esporsi troppo. Nelle
chatroom e nei videogiochi, per esempio,
gli adolescenti hanno la possibilità di
assumere e sperimentare nuove identità;
cosa peraltro normale a quell’età, ma
che nella vita reale richiede solitamente
maggior sforzo e coinvolgimento.
Come dovrebbero comportarsi i genitori
di fronte a questo fenomeno?
Spesso i genitori si sentono sorpassati,
estranei a una tecnologia che alla loro epoca non esisteva, e di riflesso tendono a limitare eccessivamente l’uso del computer. Quel che non conosciamo ci fa paura.
I genitori non dovrebbero demonizzare internet, ma restare in dialogo con i figli.
coltello in mano a un bimbo di tre anni!
Non dimentichiamo però che l’uso del
computer può anche diventare problematico. Ci sono ragazzi che
passano praticamente tutto
il tempo libero davanti allo
schermo!
Quel che è determinante,
in quei casi, è il quadro complessivo. La
giovinezza è l’età della passione. Quando
i ragazzi si innamorano, non pensano ad
altro. Può quindi anche succedere che per
un certo periodo tutta la loro esistenza
«Quel che non conosciamo
ci fa paura.»
I genitori dovrebbero invece insegnare ai
figli ad adoperare correttamente questi
mezzi, assicurandosi che i contenuti siano adatti alla loro età, nello stesso modo
in cui non si sognerebbero di dare un
ruoti intorno al computer. Certo, qualche
regola non guasta, ma non bisogna preoccuparsi troppo. Una cosa ben diversa
è quando l’adolescente si rifugia nel
videogioco per sfuggire a problemi di
carattere privato o scolastico.
Ci sono altri rischi sulla rete?
Mi preoccupa soprattutto la sfera intima.
Entrando in pubertà, i ragazzi scoprono
di avere dei segreti, ma parallelamente
avvertono il bisogno di esprimersi. Le
informazioni private che diffondono su
internet sono però visibili in tutto il mon-
7
do. Se poi entra in gioco la webcam, la
faccenda può complicarsi.
e che quindi non possono entrarvi senza
chiedere il permesso.
I politici vorrebbero bandire i videogiochi
in cui gli avversari vengono uccisi. I giochi
dai contenuti violenti fanno diventare violenti?
Philippe Stephan
Psichiatra dell’infanzia, SUPEA Losanna
«Internet non trasforma nessuno in
stupratore.»
Le persone non si trasformano nel giro
di una generazione. Quel che è cambiato
è che vent’anni fa i ragazzi uscivano a
giocare a pallone, mentre oggi si divertono
con i videogiochi. È vero che ci sono
adolescenti più sensibili o problematici,
ma è così dai tempi dei tempi. Il punto
saliente è l’educazione.
Via libera dunque ai videogiochi brutali?
Dipende dall’età. Le indicazioni riportate
sulla confezione sono generalmente appropriate. Se un ragazzo gioca con un
videogame nonostante il divieto dei genitori, è consapevole di farlo contro il loro
volere e forse, giocando, capisce anche il
motivo per cui glielo hanno vietato.
Negli ultimi tempi, i media hanno riportato
diversi episodi di violenza sessuale di
gruppo tra adolescenti. Potrebbe essere
dovuto ai «modelli» propinati nei siti porno?
Non si tratta certo di un fenomeno nuovo.
La differenza è che in passato fatti di
questo genere finivano in sordina, mentre
oggi se ne fa un gran parlare. I giovani più
fragili hanno i loro problemi con o senza
internet. Internet non trasforma nessuno
in stupratore.
Ma indubbiamente i siti porno li influenzano…
Gli studi hanno dimostrato che effettivamente gli adolescenti visitano i siti porno. È un modo per capire meglio la loro
sessualità emergente. Molti visitano anche siti estremi, una volta o forse due. Lo
fanno per superare un limite, per il gusto
della trasgressione, e la cosa finisce lì.
Che posizione dovrebbero assumere i
genitori nei confronti di internet?
I genitori non dovrebbero demonizzare
internet, ma restare in dialogo con i figli,
tenendo però presente che l’uso del
computer rientra nella loro sfera privata,
Siti consigliati per ragazzi
e genitori
Nell’era dell’informatica, emergono nuovi dubbi sull’educazione dei
figli. Quali contenuti sono adatti a
determinate fasce di età? Come proteggere i bambini dalla pornografia,
dall’estremismo politico e religioso,
dalle molestie sessuali? Che pensare
dei videogiochi violenti? Quali regole
e leggi vigono in rete? A questo proposito, Dipendenze Info Svizzera vi
propone una selezione di siti mirati.
Navigare in
sicurezza
(tul) Ci sono bambini e adolescenti, ma
anche persone adulte, che sviluppano verso il computer un comportamento che si
può definire di dipendenza. Come convincere i ragazzi a staccare la spina di quando in quando per dedicarsi ad altri hobby? E come fare a tenere il controllo del
tempo passato allo schermo e di che cosa
combinano?
L’uso illimitato del computer non è un
diritto dell’infanzia! Stabilite insieme
ai figli alcune regole sui tempi di utilizzo
e sulle attività permesse. Esistono software per la protezione dei bambini che
impediscono l’accesso ai siti non idonei
e limitano il tempo di connessione a internet.
Non mettete il computer nella camera
dei bambini, ma in un luogo accessibile
a tutti.
• Sicurezza online per bambini e
ragazzi
www.security4kids.ch
Date il buon esempio! Limitare l’uso
del computer serve a poco se il televisore resta sempre acceso.
• Consigli e stratagemmi per genitori
e bambini
www.safersurfing.ch
Per evitare che i figli accedano a siti
non idonei, interessatevi di quello che
fanno quando navigano in rete. Chiedete
quali sono i loro siti preferiti, che cosa ci
si può fare e chi sono i loro amici nelle
chatroom.
• Prevenzione degli abusi sessuali
www.ditelo.ch
• Ragazzi e internet
www.campagna-netcity.org
• Internet e la tutela dei giovani
www.educa.ch / Dossier tematici
Su internet bazzicano anche persone
con intenti criminali. Ditelo ai vostri
figli! Se si comportano in modo insolito,
scostante o desiderano incontrarsi con
una persona conosciuta in chat, interrogateli.
Non è tutto vero quello che si trova su
internet e non è nemmeno tutto bello.
Parlate con i vostri figli dei mezzi di comunicazione e informazione in generale
e di internet in particolare e aiutateli a
sviluppare uno sguardo critico.
8 Rivista Dipendenze Info Svizzera
L’eterna questione della libertà
Sul senso e il non senso delle regole permissive e proibitive non si scontrano solo i politici. Come stabilire dove finisce la responsabilità personale e dove inizia la protezione
dell’individuo? La risposta dipende in larga misura dalla visione del mondo di ciascuno
di noi, ma anche da aspetti economici.
(tul) Nel maggio 2010, Moritz Leuenberger è stato insignito del «Paragrafo arrugginito», assegnato dall’associazione
IG Freiheit/CI Priorité Liberté ai politici
responsabili di leggi e limitazioni a loro
parere inutili, perché aveva dato il via
libera all’obbligo del seggiolino fino ai
dodici anni. L’eterno dibattito sulla libertà
può assumere innumerevoli forme.
Qualche esempio? L’autunno 2009, il Parlamento ha stabilito che alla televisione
svizzera saranno riammesse le pubblicità dei prodotti alcolici. Da alcuni anni, il
fumo sta scomparendo dai locali pubblici. Neppure due anni or sono, il popolo
ha respinto l’iniziativa sulla canapa. In tutti questi casi, l’opinione pubblica si è divisa sui temi della libertà, della responsabilità personale, della protezione dell’individuo, quasi avessimo a respingere
una nuova calata dei barbari.
Il danno autoindotto è una questione
privata
Jean-Martin Büttner, giornalista e psicologo, non ha dubbi sulla linea di confine
tra il lecito e l’illecito: «Il consumo di
droghe non deve danneggiare gli altri,»
che si tratti di droghe legali o illegali.
Partendo da questo presupposto, il consumo di alcol da parte degli adolescenti
non è vietato in senso stretto, ma i negozi e i locali pubblici sottostanno al divieto
di vendere loro bevande alcoliche, per
evitare di danneggiarli. Il divieto di fumo
non ha come primo scopo di sfavorire i
fumatori, bensì di evitare ai non fumatori
di respirare fumo passivo. «La dipendenza è parte integrante dell’essere umano,» sostiene Jean-Martin Büttner. Basti
pensare che le forme di dipendenza e il
consumo di sostanze stupefacenti sono
presenti e incoercibili in tutte le culture.
«Quello che possiamo e dobbiamo fare
Divieti e regolamenti sono onnipresenti - e richiedono molta attenzione.
è pensare a come comportarci con tali
sostanze.»
Dove mettere i limiti?
Appare doveroso proteggere le persone
più vulnerabili, come i giovani. Per farlo,
la collettività deve talvolta mettere in conto una certa limitazione della libertà individuale, come il divieto di vendita di
alcolici nei negozi delle stazioni nelle ore
notturne, che impedisce anche ai clienti «non problematici» di acquistare una
birra per il viaggio. Che cosa vale di più:
la protezione dei minorenni o la propria
libertà? Dipende da come si vedono le
cose. I fautori del liberalismo (economico) preferirebbero meno divieti e più
responsabilità personale, mentre gli esperti pensano che limitare l’offerta sia
un’ottima misura preventiva contro la
dipendenza: rapida, economica ed efficace.
Un giro d’affari enorme
Dal punto di vista economico, il giro
d’affari generato dalle sostanze assuefanti è enorme. Gli Svizzeri spendono
più di 7 miliardi di franchi l’anno in alcol e
tabacco, mediamente circa 1000 franchi
pro capite. La spesa è distribuita in modo
molto irregolare: meno del 13 per cento della popolazione consuma la metà
dell’alcol smerciato. Non può meravigliarci il fatto che l’industria delle sostanze assuefanti abbia un grande interesse
ad indurre i giovani a diventare gli affezionati consumatori di domani. Ecco perché
la prevenzione deve essere tempestiva
e mirata.
9
Riscontri positivi della prevenzione
Se i soldi sono pochi, conviene investire nella prevenzione, perché l’effetto è positivo
anche in termini finanziari.
La prevenzione è utile perché allevia la
sofferenza umana, ovvio. Che abbia anche risvolti finanziari positivi, come dimostra un nuovo studio, è una novità. Se
lo stato vuole risparmiare, deve investire
nella prevenzione.
Un recente studio eseguito all’Università
di Neuchâtel sulla prevenzione in materia di tabacco, alcol e traffico ha appurato
che ogni franco investito nella prevenzione del tabagismo ritorna moltiplicato per
41. La prevenzione dell’alcolismo presenterebbe una proporzione di 1 a 23
quella degli infortuni di 1 a 9.
I ricercatori hanno quantificato in franchi
anche l’abbassamento della qualità di
vita e gli anni persi per morte prematura, ma anche senza includere questi due
parametri la prevenzione resta redditizia,
nella misura di 1:7 per il tabacco e 1: 4
per l’alcol.
Ecco quanto ci costano
alcol e tabacco
L’alcolismo costa a ogni Svizzero, neonati e anziani inclusi, 900 franchi l’anno, il tabagismo 1300, per un totale di
2200 franchi (9000 per una famiglia
con due bambini) spesi
ogni anno per rimediare ai danni provocati dall’abuso di queste sostanze.
Quante belle cose si potrebbero finanziare con quei soldi…
Dipendenze
Info Svizzera prende posizione
su temi politici e di attualità.
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«Da poco più di niente
puoi fare tutto»
«La mia passione per gli origami è nata
con gli aeroplanini di carta. Passavo tre,
quattro ore al giorno a piegar fogli per costruire modelli sempre migliori. I miei erano un po’ perplessi. Oggi gli origami sono
la mia vita. Sono anche iscritto alla facoltà
di psicologia, ma ho poco tempo da dedicare agli studi. L’arte dell’origami mi affascina per la sua essenzialità. Da un quadrato di carta puoi realizzare un’infinità
di forme, da poco più di niente puoi fare
tutto. Lo vedo come una metafora della
vita e alle sue possibilità infinite. Una volta
ho realizzato una tigre in grandezza reale
usando un foglio di carta di 5,4 metri di
lato. Per creare il Trilobit, un essere con
trenta zampe e otto antenne, ho impiegato sei mesi. Vorrei che l’origami si affermasse come forma d’arte presente in
mostre e gallerie e non fosse più scambiato per un passatempo infantile.»
Sipho Mabona realizza figure piegando la carta. L’arte
dell’origami è radicata nella tradizione giapponese. Sipho Mabona, trentenne svizzero di origine sudafricana, vive a Lucerna,
la sua città natale.
www.mabonaorigami.com
Foto: Christoffer Joergensen
10 Rivista Dipendenze Info Svizzera
Quando le pastiglie danno
dipendenza
Normalmente i farmaci hanno un effetto benefico e alleviano i dolori. Ma alcuni medicamenti possono creare dipendenza e mettere in difficoltà le persone che li assumono. Nella nostra società, che offre una pastiglia per ogni doloretto, questo rischio viene
frequentemente dimenticato.
(KG) A rendere dipendenti sono soprattutto gli analgesici, i sonniferi e i tranquillanti. Spesse volte vengono prescritte
le cosiddette benzodiazepine, una categoria di farmaci che comprende sedativi
per il trattamento di stati ansiosi, disturbi
del sonno e tensioni muscolari. Se un paziente assume medicinali di questo tipo
per un lungo periodo, il corpo si abitua e,
senza nemmeno accorgersene, diventa
dipendente.
Il farmaco diventa una droga
Capita di rendersi conto di come il corpo
e la mente hanno un disperato bisogno
della pastiglia e di come si è perso il
controllo del medicamento solo quando
la confezione è vuota e si manifestano
i sintomi di astinenza: crampi muscolari,
stati ansiosi, insonnia, capogiri. In alcuni
casi, come conseguenza della dipendenza, insorgono i medesimi disturbi che il
farmaco avrebbe dovuto trattare! Da lì a
passare a un’altra confezione il passo è
breve, e così comincia il circolo vizioso
della dipendenza.
Anche se si tratta di una dipendenza invisibile e insospettabile, essa può essere causa di grande sofferenza. Allorché
certi medicamenti sono assunti per un
periodo prolungato, possono insorgere
problemi di memoria, stati di irritabilità
e affaticamento. Poiché la coordinazione
motoria può essere pregiudicata, aumenta il rischio di cadute e infortuni. A
essere colpite sono soprattutto le persone anziane e le donne, che ricorrono più
frequentemente ad analgesici, sonniferi
e sedativi.
Pillole, polverine e pastiglie sono spesso irrinunciabili e a volte pericolose.
Riflettere sulle possibili alternative
Che cosa si può fare per non perdere il controllo? Il miglior rimedio è l’informazione.
Gli specialisti, come i medici e i farmacisti, hanno un ruolo chiave nella lotta contro
la dipendenza da medicamenti. Siccome
la maggior parte dei farmaci che possono
creare dipendenza sono disponibili solo
su ricetta medica, si possono informare
i pazienti sugli effetti collaterali e suggerire le alternative del caso. «Vale la pena
di soppesare i vantaggi e gli svantaggi
dell’assunzione di un farmaco e riflettere
anche su possibili alternative,» sottolinea
Sabine Dobler, esperta di prevenzione di
Dipendenze Info Svizzera. Ai disturbi leggeri si può sovente rimediare cambian-
do le proprie abitudini (v. articolo pagina
accanto). In ogni caso, bisogna attenersi
al dosaggio e alla durata dell’assunzione
prescritti.
Sabine Dobler esorta alla prudenza
anche quando si interrompe l’uso di un
medicinale: «Chi assume sonniferi o sedativi per un lungo periodo di tempo o
in dosi elevate non dovrebbe smettere
di colpo e di propria iniziativa.» Sarebbe
invece meglio e più sicuro rivolgersi a un
medico o a un consultorio.
11
Meglio la musica che
un film d’azione
Ci sono molti modi per conciliare il sonno senza ricorrere
ai sonniferi. Provare per credere!
Rinunciate al caffè nelle ore serali, ad
altre bevande che contengono caffeina e
alla nicotina. Non mangiate la sera tardi.
L’alcol non è un sonnifero, può anzi disturbare il sonno. L’alcol può sì aiutare
ad addormentarsi, ma ostacola il sonno
profondo, pregiudicando le fasi più riposanti del sonno. Inoltre, il consumo di alcol fa russare.
Un’alimentazione regolare ed equilibrata aiuta il corpo a stabilire un ciclo
salutare di sonno e veglia. Non mangiate
troppo pesante! Una cena leggera e di
facile digestione è meno spossante per il
metabolismo e favorisce un buon riposo
notturno.
Rilassatevi prima di coricarvi, dormirete meglio: fate una passeggiata, ascoltate la vostra musica preferita o leggete
un buon libro. Un film d’azione non è
l’ideale prima di mettersi a letto!
Le persone anziane dormono meno.
Se non riuscite a prendere sonno, evitate
di ricorrere ai mezzi chimici. Alzatevi e
fate qualcosa che abbia un effetto calmante, come leggere o ascoltare musica,
finché non arriva la sonnolenza.
Se i disturbi di sonno persistono, non
esitate a rivolgervi a un medico.
Arieggiate bene la camera da letto e
fate in modo che la temperatura rimanga
fresca.
Il doping nella vita quotidiana
Nello sport il doping è vietato. Negli uffici e nelle scuole,
invece, le sostanze stimolanti sono sempre più in voga.
Aumentare le proprie prestazioni con
l’assunzione di pillole va di moda, non
solo in campo sportivo. Un numero crescente di persone lo fa anche nella vita
professionale, sperando così di riuscire a
essere all’altezza delle aspettative e delle crescenti pressioni.
Anche gli studenti si affidano sempre
più alla chimica nella speranza di rendere
meglio agli esami. Il doping nello sport è
vietato, mentre il «doping del cervello»
è tollerato nella nostra società efficientista, che pretende da tutti e in ogni istante il massimo rendimento.
Ma attenzione: l’assunzione di medicinali senza prescrizione e senza un motivo
medicale può essere nociva alla salute.
Questo vale sia per le sostanze stimolanti sia per i barbiturici e gli analgesici. Con
il doping, vengono superate le proprie capacità fisiche e mentali e vengono ignorati i limiti naturali del proprio corpo. A
lungo termine, questo non è sicuramente di aiuto.
«L’adrenalina
può essere pericolosa»
«Se non faccio moto per una settimana,
comincio a sentirmi insoddisfatta. Mi piace stare in mezzo alla natura e mi diverto
a imparare nuove tecniche di attività
fisica. Non cerco il brivido, nel senso
della scarica di adrenalina, anzi cerco
di evitarlo, perché in alcune situazioni
può essere pericoloso. Per esempio,
quando si fa arrampicata un eccesso di
adrenalina può ridurre la concentrazione
e portare ad azioni avventate.
Oltre ad arrampicarmi, mi piace camminare, soprattutto sulle colline giurassiane, in inverno con le racchette da neve.
Adoro anche uscire sul lago di Bienna con
il mio canotto. Ma quello che preferisco
è scendere nelle grotte con una corda
e addentrarmi carponi nei pertugi. Gli
spazi angusti, che ad altre persone fanno
venire la claustrofobia, a me danno un
senso di sicurezza.
Esplorare una grotta è come un viaggio psichedelico, ma senza LSD. La percezione delle cose è alterata, si perde
il senso del tempo e dello spazio. È più
di uno sport, è una filosofia di vita. Là
sotto, si trova un mondo incredibilmente
ricco, fantastico, surreale; un mondo che
sembra una creazione di H. R. Giger, ma
senza mostri. In una grotta, ci si avvicina
a sé stessi e agli altri, e vita e morte
assumono un nuovo significato.»
Lotti Teuscher, 54 anni, giornalista e appassionata
di sport.
12 Rivista Dipendenze Info Svizzera
I rimedi antistress delle
star di casa
nostra
«Dormire, ascoltare musica e pensare positivo è tutto il doping di cui
ho bisogno
«Non avere il tempo per
per tornare in
concentrarmi su una cosa mi
forma!»
irrita molto, perciò quando
Lara Gut, 19,
Campionessa di sci
programmo la mia giornata
lascio sempre qualche spazio
bianco. Un po’ di noia ogni
tanto non guasta!»
Beni Thurnheer, 61,
Conduttore e commentatore
televisivo
Di stress non è mai morto nessuno. Ognuno di noi ha i suoi rimedi per rilassarsi.
Dipendenze Info Svizzera ha chiesto
ad alcune persone più o meno note
di rivelarci i loro trucchi per alleviare la tensione.
Un carico di lavoro eccessivo, un litigio con il partner, i
problemi scolastici dei figli,
il tosaerba del vicino… Tutti
dobbiamo prima o poi affrontare situazioni snervanti. Il modo in cui percepiamo lo stress è però del tutto
personale. Cose che per alcuni rappresentano un piacere o
una sfida positiva, per altri possono essere spiacevoli o persino
opprimenti. Lo stress può derivare
da uno squilibrio tra doveri e risorse.
L’alcol e le altre sostanze stupefacenti
fanno al massimo dimenticare per un
momento le preoccupazioni che, svanito
il primo effetto, riemergono più intense
di prima. Chi beve alcol per scaricare la
tensione rischia di ripetere l’operazione
abbreviando gli intervalli e sviluppando
così un consumo problematico o addirittura una dipendenza, generatrice di
nuove complicazioni. Si può imparare a
fronteggiare lo stress in altri modi, ma
chi non vede altra via d’uscita dovrebbe
contattare uno specialista. Ognuno ha i
suoi trucchi per rilassarsi. Dipendenze
Info Svizzera ha domandato ad alcune
persone più o meno note di dire come
fanno a scaricare le tensioni.
Foto: Jos Schmid
«Per rilassarmi
ho bisogno di stare
all’aperto. Forse avrei dovuto fare la contadina, invece
di intraprendere una
carriera in politica…»
Jacqueline Fehr, 47,
Consigliera nazionale
«Per me, il modo
migliore per staccare la
spina è di bere un buon
bicchiere di vino e una
buona tavola in compagnia dei miei amici.»
Philipp Schwander, 45,
Master of Winer
13
«Passo gran parte del tempo
libero con le persone che mi
stanno più vicine, facendo
sport e ascoltando musica.
Mi aiuta a staccare dalla
frenesia quotidiana e a trovare un buon equilibrio tra vita
privata e vita lavorativa.»
Marco Cribari, 25,
Studente e campione di atletica leggera
«Lo so che non è sempre
facile, ma dobbiamo sempre
provare a vedere la vita dal
suo lato positivo. Quando posso,
cammino di buon passo, in
particolare tra la stazione e
casa mia.»
Yves Débonnaire, 54,
Allenatore della nazionale U16 di calcio
«Leggere, leggere
e ancora leggere; immergermi nella letteratura è
la cosa che mi rilassa di
più, oltre allo yoga intensivo seguito da un bel
massaggio.»
Luisa Rossi, 47, Stilista
14 Rivista Dipendenze Info Svizzera
Verità e frottole sull’alcol
Sul tema dell’alcol circolano molte storie. Esiste davvero un antidoto contro l’ubriachezza? Non è sempre facile distinguere i consigli utili da quelli fantasiosi. Dipendenze
Info Svizzera fa chiarezza.
(MG) La birra disseta. È un effetto momentaneo. Poiché il consumo di bevande alcoliche stimola la diuresi (molto più
dell’acqua), si perderanno più liquidi successivamente attraverso la minzione. La
carenza di acqua nel corpo provoca il mal
di testa che segue gli eccessi alcolici.
Un bicchierino aiuta contro il freddo.
Sbagliato. L’iniziale sensazione di caldo,
causata dall’espansione dei vasi sanguigni sotto la pelle, dura solo un attimo,
dopodiché la temperatura corporea si
abbassa, di una decimo di grado a ogni
bicchiere.
Allungare il drink con l’acqua è una
questione di gusti. La quantità di alcol
ingerita non diminuisce aggiungendo altri liquidi nel bicchiere. Anzi il rischio aumenta, perché sentendo meno il sapore
alcolico si sarà più propensi a berne un
altro bicchiere. Lo dimostra il consumo
delle bevande già miscelate.
Lo sport fa bene. Sì, ma non serve ad
accelerare la metabolizzazione dell’alcol,
compito che spetta al fegato. Solo il 10%
per cento del tenore alcolico va perso
con la traspirazione e la respirazione,
il resto viene smaltito al ritmo di circa
un’ora per bicchiere ingerito. Attenzione
dunque: dopo una grande festa, una notte non basta per liberare l’organismo da
tutto l’alcol assunto. Molta gente si mette al volante il mattino seguente con un
tasso alcolico sopra il consentito.
L’alcol scioglie la lingua. Dopo un bicchiere ci sentiamo più sicuri, divertenti,
brillanti. È l’iniziale effetto disinibitore
dell’alcol, che è fondamentalmente una
sostanza eccitante. Ma attenzione: l’abuso di alcol per un periodo prolungato può
portare alla depressione, mentre un dosaggio eccessivo può causare nausea,
coma e persino la morte.
Il San Bernardo avrebbe fatto meglio a portare ai viandanti dispersi un bel tè caldo.
L’alcol è afrodisiaco. Assolutamente no.
È vero che abbassando la soglia della
timidezza aumenta la possibilità di conoscere potenziali partner sessuali, ma
attenzione: un consumo eccessivo e regolare di alcol può provocare problemi di
erezione e in stato di ubriachezza si può
perdere il controllo delle proprie azioni,
aumentando il rischio di rapporti sessuali
indesiderati o non protetti.
Bevo solo vini di classe, perciò l’alcolismo non mi riguarda. Sbagliato: che si
tratti di un vino pregiato invecchiato in
botti di rovere o di un vino da tavola da
due soldi, il volume alcolico è lo stesso.
Cambia sicuramente il sapore, ma sempre di vino si tratta.
Altre informazioni sull’alcol a
www.dipendenze-info.ch
15
Anche gli elefanti bevono. E allora?
A quanto pare, gli elefanti hanno un debole per l’alcol.
Dopo aver ingerito ingenti quantitativi di frutta in decomposizione i branchi impazzano, distruggendo a volte interi villaggi.
I rimedi casalinghi
Che cosa funziona e che cosa no. Parola di Dipendenze Info Svizzera.
Un’aspirina prima del consumo alcolico previene il mal di testa del
giorno dopo.
SBAGLIATO. Gli studi più recenti dimostrano che l’aspirina si lega con
l’enzima responsabile dell’espulsione
dell’alcol dal fegato. La combinazione
alcol-aspirina ha quindi un effetto opposto.
Il caffè riduce gli effetti del consumo di alcol.
SBAGLIATO. Il caffè non accelera la
metabolizzazione dell’alcol. La sensazione di ristoro data dal caffè è illusoria, è l’effetto della caffeina, una sostanza eccitane. Il caffè quindi non
aiuta a ritrovare la lucidità o a concentrarsi, né neutralizza l’effetto dell’alcol.
La nostra conclusione
Contro gli effetti della sbornia non
esistono rimedi miracolosi. Ci sono
solo tre comportamenti corretti: l’astinenza, il consumo moderato e la pazienza qualora non si sia tenuto nessuno dei due comportamenti pretendenti. Una volta nel corpo, l’alcol ci
resta fino a quando il fegato lo ha
metabolizzato, non c’è modo di farlo
sparire o di accelerare il metabolismo.
Chissà perché gli animali si pigliano una sbornia ?
Se non sono mangiati prima, i frutti maturi caduti dall’albero macerano in modo
naturale per effetto del calore solare,
che trasforma gli zuccheri in alcol. La
frutta macerata ha un volume alcolico
del 7 per cento circa. Oltre agli elefanti,
anche altri animali sembrano apprezzare
questo dono della natura. Per effetto
dell’alcol, i pachidermi barcollano, cadono sulle ginocchia e si gettano a terra,
mentre scimmie e facoceri cadono addormentati.
Uno spettacolo buffo, ma anche sconcertante. Viene da chiedersi se si ubriacano intenzionalmente e perché lo farebbero. È difficile dare una risposta.
Gli elefanti sono animali notoriamente
sociali, ma in stato di ebbrezza tendono
ad allontanarsi dal branco. I ricercatori
hanno voluto dimostrare che essi cer-
cherebbero l’alcol, come gli uomini, per
scaricare lo stress provocato da fenomeni
quali la siccità, il disboscamento o altre
pressioni sul loro habitat naturale. Un
documentario africano degli anni Settanta (…E vivono tutti felici e contenti)
affermava che l’ubriacatura elefantina
rappresenta il culmine di una vita generalmente improntata all’ozio, ma questa
supposizione non è finora stata scientificamente provata. Quel che è certo,
è che i motivi che spingono animali e
uomini verso l’alcol sono diversi. E se un
elefante brillo può strapparci un sorriso,
lo spettacolo di una persona alticcia ci
mette in allerta, perché il confine tra
ebbrezza e rischio è molto labile.
16 Rivista Dipendenze Info Svizzera
Il problema riguarda anche i colleghi
Dwight Rodrick, esperto di prevenzione a Dipendenze Info Svizzera, risponde a domande che sono sovente poste in rapporto alle dipendenze e alla
prevenzione delle dipendenze.
Il capo della polizia grigionese si è tolto la vita
l’inverno scorso. Si è poi
scoperto che soffriva di alcolismo. Le autorità hanno fallito?
Non conosco i dettagli del caso. Se
davvero i suoi superiori erano a conoscenza del problema, avrebbero dovuto
intervenire. Forse i colleghi e i superiori
temevano le reazioni e le conseguenze.
La co-dipendenza esiste anche sul posto
di lavoro!
Che l’alcolismo danneggi la persona colpita è un fatto assodato. Ma quali sono i
rischi per l’azienda in cui lavora?
L’assunzione di alcol sul posto di lavoro
riduce l’efficienza e aumenta il rischio di
errori. In certi casi, anche le piccole disattenzioni possono avere conseguenze
pesanti, come può essere il caso degli
autisti, degli operai o dei tutori dell’ordine.
Che cosa può fare il datore di
lavoro?
•
•
•
•
•
•
In occasione di feste e aperitivi
aziendali, assicurarsi che ci siano
anche bevande analcoliche.
Non mettere a disposizione quantità esagerate di alcol.
Non ingaggiare personale di servizio per riempire di continuo i bicchieri.
È preferibile sedersi a tavola, perché agli aperitivi con buffet si tende a bere di più.
Per evitare incidenti stradali sulla via del rientro, organizzare un
servizio di trasporto.
È un fenomeno molto diffuso?
Stimiamo che dal 3 al 5 per cento delle
persone attive siano dipendenti dall’alcol.
L’Organizzazione mondiale della sanità avverte però che tra il 15 e il 25 per cento
degli infortuni sul lavoro sono dovuti al
consumo di alcol. Abbiamo osservato che
gli alcolisti cronici sviluppano strategie
personali per prevenire gli incidenti. Chi
però, senza essere dipendente, beve due
o tre birre in pausa pranzo e poi si mette
al volante o ai comandi di un macchinario
non si tutela allo stesso modo e fa presto
a provocare un danno.
Che posizione dovrebbe assumere
l’azienda nei confronti del consumo di
alcol?
L’azienda non può controllare quel che
fanno i dipendenti fuori dagli orari di lavoro, ma può pretendere la loro massima
efficienza, anche dopo la pausa pranzo.
Finora abbiamo parlato solo dell’alcol. E le
altre sostanze?
Vale lo stesso principio: quel che è determinante è l’effetto che hanno sulla prestazione lavorativa. In tale contesto, la
prevenzione non si concentra su una sola
so-stanza, come l’alcol o la canapa, ma
sulla dipendenza in generale.
Lei suggerisce alle aziende di prendere in
considerazione il licenziamento se il collaboratore non dà segni di miglioramento.
Non è un po’ eccessivo?
Per nulla. L’esperienza dimostra che nella
maggior parte dei casi la pressione del
licenziamento induce la persona interessata a cambiare atteggiamento e a cercare un aiuto specialistico. Se invece il
problema viene ignorato, il collaboratore
avrà l’impressione che agli altri non importi nulla di lui.
Che cosa possono fare i colleghi?
Alcol al volante, pericolo costante
•
Gli autisti responsabili non bevono prima del lavoro. Ma che dire delle persone che si mettono al volante di buon
mattino dopo aver festeggiato con abbondanti bevute la sera prima?
In un’ora, il corpo è mediamente in
grado di metabolizzare tra lo 0,1 e lo
0,15 per mille di alcol. Se una persona va a dormire alle undici di sera con
un tasso dell’1,4 per mille di alcol nel
sangue, alle sette del giorno seguente
avrà ancora un tasso alcolico dello 0,7
per mille.
Attenzione: anche senza superare il
limite consentito per guidare un veicolo, il mattino seguente non si sarà
al massimo dell’efficienza. Perciò, chi
guida al mattino dovrebbe moderare il
consumo di alcol già il giorno prima.
•
•
Parlare con la persona alcoldipendente, non dell’alcol ma dei suoi
problemi concreti.
Non aspettarsi una «confessione».
Se il problema persiste, chiedere
un colloquio a tre con il superiore.
•
E il capo cosa può fare ?
•
•
•
•
•
•
Anche in questo caso, limitare il
discorso ai problemi concreti, come
gli appuntamenti mancati, il lavoro
approssimativo, il comportamento inadatto ecc.
Concordare gli obiettivi da raggiungere. Se ogni tentativo fallisce, ventilare la possibilità di un
licenziamento.
17
Brindiamo al lavoro!
Nella nostra società l’alcol è onnipresente, nella vita privata e in quella lavorativa. Ma
chi beve sul posto di lavoro è meno produttivo e rappresenta un pericolo per sé e i
colleghi.
Un bicchierino per suggellare un buon
affare, l’aperitivo per festeggiare un neopensionato, una birra con i colleghi dopo
il lavoro… Anche sul lavoro la nostra
società è molto permissiva per quanto
concerne il consumo di alcol. Fanno naturalmente eccezione alcune categorie
professionali, come quella degli autisti,
dei macchinisti o dei piloti.
Le aziende hanno il diritto di aspettarsi la
massima efficienza dai propri collaboratori. Chi si presenta al lavoro in stato di
ebbrezza non è altrettanto produttivo di
quanto lo sarebbe da sobrio, è meno preciso, affidabile e motivato. In determinati
settori, può rappresentare un pericolo
per la sicurezza.
A soffrirne sono anche i rapporti con i
colleghi di lavoro, non solo perché sotto l’influsso dell’alcol si è più irritabili e
instabili, ma anche perché sono poi i colleghi a dover sobbarcarsi il lavoro arretrato per via delle assenze e della lentezza
del dipendente alcolista. Una situazione
che, a lungo andare, crea tensioni e inimicizie.
Un motivo più che sufficiente per bandire l’alcol dal posto di lavoro. La Legge sul
lavoro permette esplicitamente ai datori
di lavoro di vietare il consumo di alcolici
durante l’orario lavorativo. D’altro canto,
le imprese che consentono ai loro dipendenti di lavorare sotto l’influsso dell’alcol
possono essere chiamate in causa.
Un lavoro di concentrazione richiede una testa chiara. Foto: Jos Schmid
«Non sono un workaholic»
«Nella Svizzera romanda mi conoscono
come ‘Signor Catena della Solidarietà’ e
come conduttore di trasmissioni radiofoniche per bambini e di musica popolare.
Sono anche ambasciatore per i diritti dell’
infanzia in Svizzera e membro del Consiglio di fondazione di Dipendenze Info
Svizzera. Molti pensano che per far fronte a tutti questi impegni io non faccia che
lavorare, ma non è vero, lavoro come
tutti. È tutta una questione di organizzazione. Di regola non prendo appuntamenti di sera e passo i fine settimana in
famiglia.
Se il lavoro è tutta la mia vita? No,
non direi. Non sono un workaholic, semplicemente mi
piace essere utile alla comunità e dare una voce
a chi non ce l’ha. Non
Più ampie informazioni su
sopporto le ingiustiwww.alkoholamarbeitsplatz.ch
zie di questo mon(in tedesco e in francese)
do e ho perciò de-
ciso di impegnarmi in favore dell’infanzia
e della gioventù. La maggior parte dei
ragazzi che hanno problemi con la giustizia hanno anche un problema con l’alcol
o la droga.»
Jean-Marc Richard, 50 anni, conduttore della Radio della Svizzera romanda noto come
«Monsieur Chaîne du Bonheur».
Foto: Pénélope Henriod
18 Rivista Dipendenze Info Svizzera
La misura di ogni cosa
Con l’alcol, il confine tra piacere ed esagerazione non è fisso, e il passo verso un comportamento problematico è breve. Ma quando si raggiunge il punto critico?
(MH) Non per nulla viene chiamata happy
hour, quella terra di nessuno che divide
vita lavorativa e vita privata. Nella penombra morbida del tramonto, le cose sfumano e quelle che pesano sembrano più
leggere. «Il primo drink della serata è una
cosa meravigliosa», assicura Raymond
Chandler ne Il lungo addio, romanzo del
1953, riferendosi al piacere dell’aperitivo.
La birra a «fine giornata» è un rituale piuttosto comune. Il consumo d’alcol è molte
volte legato a un’abitudine che si rafforza nel tempo. «Mentre la maggior parte
delle persone non ha problemi con l’alcol,
altre perdono il controllo», afferma Irene
Abderhalden, responsabile per la prevenzione di Dipendenze Info Svizzera. Può capitare di ordinare un bicchiere di vino non
spinti da un vero desiderio, ma per imitare i colleghi oppure per abitudine, perché
si è sempre fatto così.
Limiti variabili
Chi assume alcolici per tirarsi su il morale,
corre il rischio di rifugiarsi a ripetizione in
questo «rimedio». Il confine tra consumo a basso rischio e consumo problematico è assolutamente individuale (v. testo a fianco) e può variare secondo età,
sesso, stato di salute, quantità assunta
e situazione.
Meno del 13 per cento della popolazione
beve la metà dell’alcol consumato in Svizzera ogni anno, l’altra metà viene suddivisa tra il 70 per cento della popolazione.
Il rimanente 17 per cento è astemio. Le
donne che non bevono alcol sono circa il
doppio rispetto agli uomini.
La birra a «fine giornata» è un rituale piuttosto comune.
Quando bere diventa un problema
Consumo problematico Le persone
che assumono alcol ogni giorno senza
moderazione, che si ubriacano spesso o
che bevono in situazioni in cui è richiesta
una mente lucida corrono un maggiore
rischio di infortunio, malattia e dipendenza. In questi casi, si parla di consumo
problematico.
fazione), sintomi di astinenza, incapacità
di smettere nonostante le conseguenze
negative, disinteresse verso altre attività. Se una persona presenta almeno tre
di queste caratteristiche, gli specialisti
parlano di dipendenza, ma già una sola
di queste può essere un campanello
d’allarme.
Dipendenza Forte desiderio di alcol, incapacità di controllarne il consumo, assunzione in quantità crescente (assue-
Il confine tra consumo problematico e
dipendenza non è fisso.
19
Qual è il limite?
Quanto alcol posso bere senza danni
per la mia salute? Questa è una delle
domande ricorrenti a Dipendenze Info
Svizzera. Premesso che non esistono valori universali validi per tutti, ma che la
risposta dipende da numerosi fattori,
personali ed esterni, gli esperti hanno individuato alcuni punti di riferimento.
«Presenta un consumo a basso rischio
un uomo adulto e sano che beve al massimo due bicchieri standard di alcol al
giorno. Le donne adulte e sane dovrebbero bere al massimo un bicchiere standard al giorno», spiega Irene Abderhalden, responsabile per la prevenzione di
Dipendenze Info Svizzera. Quantità che
non andrebbero superate. Meno si beve,
meglio è, soprattutto per chi non vuole
correre rischi. I cosiddetti bicchieri standard sono la norma in gastronomia,
mentre in ambito privato si tende, anche
inavvertitamente, a riempire il bicchiere
un po’ di più.
blemi con l’alcol. Ci sono anche consultori specializzati e gruppi di autoaiuto.
Dipendenze Info Svizzera aiuta chi è nel
bisogno a trovare l’offerta adatta e offre
consulenza gratuita ad alcolisti, familiari
e interessati.
Tutto sotto controllo
Contatti
Alcolisti Anonimi della Svizzera italiana
Comitato d’informazione pubblica, casella postale 1633, 6501 Bellinzona
Permanenza telefonica:
Quando è meglio astenersi dall’alcol
o bere poco? Un consumo a basso rischio implica che in determinate situazioni si beva pochissimo o si rinunci
del tutto all’alcol, come per esempio
sul posto di lavoro, alla guida di un
veicolo, quando si pratica uno sport,
in gravidanza.
I consigli di Dipendenze Info Svizzera
0848 848 846 / 091 826 22 05
www.aasri.org
• Se la serata è lunga, alternate con
bevande analcoliche.
Ingrado, Servizi per le dipendenze
Casella postale 4044, 6904 Lugano
• Non lasciatevi riempire il bicchiere
prima che sia vuoto, perché perdereste il conto della quantità consumata.
Telefono: 091 922 60 06
www.ingrado.ch
• Bevete lentamente, non lasciatevi
influenzare dal ritmo degli altri.
• Non bevete alcol se vi sentite male.
Il piacere dell’analcolico
Esiste un’alternativa alla classica caipirinha: con gli ingredienti giusti, si possono
preparare cocktail strepitosi… e senz’alcol! Preparate sfiziosi aperitivi e longdrink
ispirandovi al nostro nuovissimo ricettario (disponibile in tedesco e francese). I
drink analcolici sono buoni, dissetanti e
non hanno effetti indesiderati.
Le differenze tra le regioni linguistiche
Nel nostro paese, il consumo di alcol varia secondo la regione linguistica. Il Ticino presenta il maggior numero di bevitori abituali (il 28 per cento dei ticinesi beve
alcol ogni giorno), ma anche il maggior
numero di astemi. In Svizzera tedesca,
invece, ci sono meno astemi (15 per cento) e meno bevitori abituali (12 per cento), mentre la Svizzera romanda, con il 19
per cento in entrambe le categorie, segna una via di mezzo. Il consumo quotidiano in sé non è problematico, ma mostra in che misura l’alcol è ancorato nella
vita di tutti i giorni.
Sostegno e consulenza
Chi ha l’impressione di aver perso il controllo dovrebbe rivolgersi a un professionista. Il medico di fiducia, per esempio,
è un ottimo interlocutore in caso di pro-
Bevande alcoliche tipiche nei bicchieri classici.
20 Rivista Dipendenze Info Svizzera
Alcol, farmaci, età: che cosa è
bene sapere
Con l’avanzare dell’età, l’alcol fa più effetto. A ciò si aggiunge una maggiore assunzione di farmaci. Il consumo di alcol e farmaci solleva molte domande,
meglio quindi essere informati.
Per saperne di più,
segnaliamo l’opuscolo
Alcol e medicamenti durante
l’invecchiamento, di prossima
pubblicazione.
(MH) Invecchiando, il nostro corpo si trasforma e noi con esso. Sebbene aumenti il rischio di certe malattie, molte persone vivono il fatto con serenità, felici
per la nascita dei nipoti, libere dalle responsabilità della vita lavorativa, contente di avere più tempo per gli amici e per
coltivare le proprie passioni. Mantenere
contatti sociali è importante a ogni età.
Quando si presenta l’occasione, ci si può
anche concedere il piacere di un bicchiere in compagnia, ma prestando attenzione ai segnali del corpo.
La regola d’oro
Gli uomini adulti e sani non dovrebbero
bere più di due bicchieri di alcol al giorno;
le donne adulte e sane non più di uno.
«Con l’avanzare dell’età, bisognerebbe
adeguare queste dosi al proprio stato di
salute. È meglio essere prudenti», spiega Sabine Dobler, esperta di prevenzione
di Dipendenze Info Svizzera. Anche bevendo meno che in precedenza, l’alcol fa
più effetto perché cambia la percentuale
di acqua e grasso nel corpo e cambia il
metabolismo. L’alcol diventa più dannoso per la salute e il rischio di dipendenza
è maggiore.
L’alcol non consola
Di fronte alle avversità della vita, quando
si perde una persona cara o ci si accorge di non essere più prestanti come una
volta, si può essere indotti a consolarsi
con l’alcol. Chi assume alcolici per tirarsi su il morale aumenta il rischio dipendenza. Gli esperti stimano che un terzo
degli alcolisti cronici abbia sviluppato la
dipendenza dopo la pensione. Le persone colpite dovrebbero essere motivate
ad accettare un aiuto professionale. Non
è mai troppo tardi per smettere e migliorare la propria qualità di vita!
Radix, CP 4044, 6904 Lugano
Tel. 091 922 66 19
www.radixsvizzeraitaliana.ch
Più tempo libero a disposizione: La terza età comporta molti lati positivi. Foto: Jos Schmid
Le notti si fanno lunghe
Alle persone anziane servono meno ore
di sonno, è quindi normale che dormano
meno. «Non ricorrete subito ai farmaci!
In caso di dubbi o di problemi d’insonnia,
rivolgetevi al medico di fiducia», consiglia Cristina Crotti del consultorio zurighese contro l’abuso di alcol e farmaci. Chi
assume medicamenti deve essere informato e consapevole, sapere per esempio
se è il caso di mettersi alla guida o di bere
alcolici. Anche in questo caso, Cristina
Crotti suggerisce di rivolgersi a un esperto. Alcuni barbiturici cancellano l’ansia
e il nervosismo, ma possono rendere
dipendenti. Per questa ragione, si possono acquistare solo su ricetta medica.
Avete dubbi o curiosità sul tema della terza età? La Pro Senectute Ticino
e Moesano risponde alle vostre domande.
Pro Senectute
Casella postale 4664
6904 Lugano
Tel. 091 912 17 17
www.pro-senectute.ch
21
Ognuno è diverso, anche
invecchiando
Rispetto a un secolo fa, oggi si vive più a lungo e soprattutto più in salute.
Un’evoluzione positiva, come conferma la specialista della terza età Astrid
Stuckelberger.
Gli anziani di oggi rimangono
in buona salute fino a tarda età.
Questa affermazione corrisponde al
vero secondo la sua esperienza di gerontologa?
È vero che oggi si vive meglio che non
cento anni or sono, ma non si può generalizzare. La società è anche più diversificata, fatto che determina differenze nel
processo di invecchiamento. Conducendo una vita sana e con l’ausilio della
medicina moderna e della tecnologia,
tale processo può essere rallentato. Ci
sono ottantenni che corrono la maratona
e altri che sono sfiancati da una vita di
lavoro faticoso.
Che cosa c’è di diverso tra essere anziani
oggi o nel 1910?
Oggi le probabilità di vivere in salute fino
agli ottant’anni sono alte, complice il miglioramento dell’alimentazione e delle
cure mediche. Malattie come l’Alzheimer
e il Parkinson rimangono l’eccezione.
Vivere più a lungo significa che dopo il
pensionamento incomincia una sorta di
seconda vita. Disponendo di maggiori
mezzi finanziari, è anche possibile pensare e realizzare nuovi progetti. Rispetto
alle generazioni precedenti, gli anziani
pensano più a sé che ai figli.
rifioriscono, si godono la libertà e non
vogliono più legarsi. In questo gli uomini
sono un po’ diversi, tendono a deprimere
se non trovano una nuova compagna.
Dai diciotto agli ottantotto, tutti vogliono
essere giovani. Che cosa ne pensa dell’ossessione della giovinezza che caratterizza
la nostra epoca?
Arrivati a una certa età, molti continuano
a sentirsi giovani e sono motivati a restare attivi, non ci vedo nulla di male.
Rimanendo attivi, gli anziani sono più
integrati e soddisfatti. Non è vero che
invecchiando peggiori automaticamente
la salute, la memoria e così via dicendo.
Succede ad alcuni, ma non a tutti.
Che cosa consiglia contro gli attacchi di
solitudine?
Il computer e il telefonino sono ottimi
rimedi. Le nuove tecnologie consentono,
soprattutto a chi non esce più di casa, di
mantenere i contatti con il mondo esterno. Grazie alla webcam e a Skype, si può
parlare a distanza guardandosi in faccia.
Con il contributo di scienziati, istituzioni
sociali, comunità geriatriche e fornitori di
telecomunicazioni e tecnologie, l’Unione
Europea sta studiando il modo di mettere
«in rete» gli anziani.
Secondo gli organi di informazione, il
maggior problema degli anziani è la solitudine.
Un altro luogo comune. Spesso il fatto di
vivere soli viene confuso con la solitudine,
senza pensare che è una condizione
a volte desiderata. La vedovanza, per
esempio, può essere dolorosa nella fase
iniziale, ma deposto il lutto molte donne
La vita quotidiana diventa meditazione
«Una volta viaggiavo parecchio e conservo bellissimi ricordi. Quando ripenso alle
impressioni e alle esperienze raccolte in
altri paesi e culture, ritrovo la felicità di allora. L’arte giapponese del tiro con l’arco,
detta kyudo, mi è ancora di aiuto. Sebbene non la pratichi più, gli insegnamenti
del mio vecchio mentore di Ginevra mi
ricordano di svolgere anche le attività più
semplici, come pulire, cucinare o bere
vino, con la massima cura, attenzione e
dedizione. In questo modo, la vita quotidiana diventa meditazione.
Visto che mi piace stare all’aperto con
qualsiasi tempo, sfrutto le passeggiate
con Sushi, il mio cocker-spaniel, per i
miei esercizi di respirazione. Ispirare ed
espirare a fondo rinfranca, mi sento subito vitale e serena. Essere felici con
quello che si ha mi sembra più desiderabile della ricchezza materiale. Da quasi
cinquant’anni conosco un clochard a Parigi che incontro regolarmente. Provo una
grande ammirazione per lui. Seduto sorridente nel suo solito posto, quest’uomo
emana un calore neanche fosse il Re
Sole. Ogni incontro
con lui mi tocca nel
profondo.»
La stilista Christa de Carouge, al
secolo Christa Furrer, 74 anni, è una
delle icone della moda elvetica. Il suo
nome d’arte è ispirato al quartiere di Ginevra in
cui, 32 anni or sono, ha inaugurato la sua boutique. www.christa-de-carouge.ch
Foto: Willi Kracher
22 Rivista Dipendenze Info Svizzera
Il nostro impegno contro
le dipendenze
Alcol, droghe illegali, dipendenze comportamentali e tabacco sono i temi di cui si
occupa Dipendenze Info Svizzera. Oltre a fornire informazioni e aiuto professionale alle
persone colpite e ai loro familiari, ci impegniamo nella prevenzione delle dipendenze e
operiamo per contrastarne le conseguenze.
(MH) Adolescenti che si ubriacano, bambini che vivono in costante insicurezza a causa del genitore alcolista, adulti
«Lo scambio internazionale è l’unico modo
per portare avanti la ricerca sull’alcol e porre le
basi della prevenzione e
dell’azione politica.»
Marina Delgrande Jordan
Ricercatrice
la cui vita è dominata dalla dipendenza
del proprio partner… Dipendenze Info
Svizzera è confrontata ogni giorno con
situazioni di questo genere. Per evitare
l’insorgenza di simili problemi, puntiamo
innanzitutto a una prevenzione efficace.
Alle persone dipendenti e ai loro familiari
forniamo consulenza e, se gli enti pubblici e privati non sono in grado di farlo,
aiuti finanziari.
Prevenire e curare
«Diamo consigli pratici ai familiari e aiutiamo le persone colpite a cambiare comportamento, discutendo con loro i passi
da intraprendere», spiega Irene Abderhalden, responsabile per la prevenzione
di Dipendenze Info Svizzera. La nostra
fondazione sostiene le famiglie e chiun-
«Stabilire una rete di contatti è essenziale. Vogliamo sostenere il prezioso
lavoro svolto dagli esperti
cantonali.»
Irene Abderhalden
Responsabile per la prevenzione
que viva a stretto contatto con alcolisti
cronici, fornisce consulenza agli esperti,
promuove gruppi di discussione e progetti di sostegno ai bambini provenienti
da famiglie con problemi di alcol, mette a
disposizione delle persone colpite informazioni mirate.
In collaborazione con gli esperti cantonali, Dipendenze Info Svizzera elabora
progetti di prevenzione incentrati su soggetti specifici. La consulenza professionale, l’accompagnamento scientifico e la
formazione svolgono un ruolo primario.
Nella sede di Losanna, i nostri esperti di
prevenzione consigliano le imprese, sviluppano materiale didattico per le scuole
«Sull’alcolismo ognuno
ha la sua storia da raccontare, ma tutte hanno
un elemento comune:
un grande dolore.»
Thomas Uhland
Redattore
e pubblicano opuscoli informativi soprattutto in francese e tedesco destinati al
pubblico.
La ricerca fornisce le basi
I ricercatori di Dipendenze Info Svizzera
lavorano da molti anni per stabilire rapporti e tendenze in tema di dipendenze, ottenendo riconoscimenti a livello
internazionale. «Realizziamo studi e informiamo i professionisti della salute e
della prevenzione, i politici e tutti gli interessati delle ultime scoperte scientifiche», sottolinea Marina Delgrande Jordan, coordinatrice del reparto ricerche.
Le donazioni sono essenziali
Dipendenze Info Svizzera è una fondazione privata costituita nel 1902. «Oltre il 50
per cento delle nostre attività è finanziato dalle donazioni di privati», osserva
Stéphane Rausis, che si occupa della
raccolta fondi. Il 20 per cento delle entrate proviene dai mandati di ricerca, commissionati principalmente dalla Confede-
«È grazie ai doni
che possiamo effettuare il
nostro lavoro.»
Michel Graf,
Direttore
razione, dai cantoni e da organizzazioni
private. La vendita del materiale didattico
e la fatturazione delle prestazioni erogate, ad esempio nella formazione, rappresentano un altro 20 per cento delle entrate. Meno del 10 per cento è coperto da
sovvenzioni cantonali e federali.
«La prevenzione vuole
invogliare a scegliere uno
stile di vita salutare.»
Marion Forel,
Esperta di prevenzione
Tutte le citazioni provengono da collaboratori di Dipendenze Info Svizzera.
23
Il nome rafforza
l’identità
Dipendenze Info Svizzera ha assunto
questo nome a inizio maggio 2010.
Fino al maggio scorso, Dipendenze Info
Svizzera era conosciuta come Istituto svizzero di prevenzione dell’alcolismo e altre tossicomanie (ISPA). «Il nuovo nome
riassume il bagaglio di conoscenze ed
esperienze che abbiamo acquisito nel
corso degli anni», afferma il direttore
Michel Graf. Esistono molte forme di
dipendenza. Dipendenze Info Svizzera si
concentra soprattutto sull’alcolismo, ma
è anche un centro di competenze sulle
dipendenze provocate da altre sostanze
stupefacenti. Il gioco d’azzardo e internet sono temi che si sono andati aggiungendo negli ultimi anni.
Dobbiamo proteggere i bambini
I bambini e i ragazzi ci stanno molto
a cuore. Dipendenze Info Svizzera sostiene le attività di prevenzione extra­
scolastica e fornisce materiale
didattico alle scuole per informare sui rischi legati al consumo di alcol e droghe.
I genitori sono talvolta preoccupati del comportamento dei figli. Dipendenze Info
Svizzera sostiene i genitori con consigli pratici di carattere pedagogico «La prevenzione si rivolge anche a
bambini piccoli, con materiale adatto alla loro età, per stimolare fin
dai primi anni di vita tratti fondamentali come le capacità relazionali e una
sana autostima», afferma Irene Abderhalden, responsabile per la prevenzione di Dipendenze Info Svizzera.
Nelle mense e nei doposcuola
Opuscoli e relazioni sulle
della Svizzera tedesca e romanricerche da scaricare gratuitamenda è stato lanciato il progetto
te, consigli pratici, informazioni sulle
Clever Club, che fa avvicinadipendenze e sulle sostanze assuefanti.
re gli scolari a temi importanti per il loro sviluppo
attraverso giochi di ruolo,
www.dipendenze-info.ch
storie e disegni. Il progetto
è finanziato dalle donazioni
www.radixsvizzeraitaliana.ch
private e la partecipazione è
gratuita. In Ticino, Radix propone alle scuole, ai comuni e ai centri giovanili una mostra intitolata
Gente come noi, con il duplice obiettivo di promuovere la riflessione sulla
problematica delle dipendenze e del
disagio e di rafforzare le competenze
individuali e sociali dei ragazzi.
«La danza è
movimento
perfetto»
Silvia Steiner, 37 anni, è esperta di prevenzione presso
Dipendenze Info Svizzera.
Assistente sociale di formazione, si occupa di prevenzione a livello professionale da sette anni.
«Ho cominciato a dodici anni con la danza
jazz e a quindici con la
danza classica. La danza è
più di uno sport, è la trasposizione della musica e delle emozioni in movimento. Per mettere in armonia musica e
movimento, ci vogliono una padronanza
assoluta del proprio corpo, capacità tecniche, allenamento, forza e resistenza.
Quando andavo a scuola, avevo molto
più tempo da dedicare a questa passione. Oggi vado a ballare due o tre volte la
settimana, per il piacere del movimento
e per restare in forma. A vent’anni ero
ambiziosa, mi allenavo tutti i giorni e il
sabato mi esibivo in spettacoli di danza
jazz e danza moderna.
Oggi non cerco più il brivido del palcoscenico, l’applauso, il perfezionismo, ma
ballo per il mio benessere. L’armonia è
importante, perciò pratico anche lo yoga
e il pilates. Il movimento fa parte della
mia vita.»
Può comandare una copia della rivista per SMS: 079 614 22 00
(la riceverà gratuitamente all‘indirizzo desiderato)
«Ridere. Quando sto con i miei
amici, scoppiamo a ridere per
qualsiasi battuta o situazione
buffa.»
Fanny Geiser, 20 anni,
Innerberg
«Quando ho troppe preoccupazioni,
per addormentarmi uso il sonnifero.
In cambio però bevo con moderazione e non fumo.»
Meta Dubedout, 70 anni, Nidau
«Non ho nessuna dipendenza. Non fumo e
alle feste bevo al massimo un paio di bicchieri.
Neppure il cioccolato mi crea problemi.»
Grégory Monnier, 21 anni, Neuchâtel
«Non posso stare senza musica,
ascolto l’opera tutto il giorno.»
Peter Baumann, 72 anni,
Lucerna
«Forse il caffè, un piacere a cui non potrei rinunciare
da un giorno all’altro. Una volta fumavo, ma ho
smesso.»
Ernst Künzi, 60 anni, Aegerten
Qual è
la vostra
dipendenza?
Impressum
Editrice: Dipendenze Info Svizzera, Av. Louis-Ruchonnet 14,
casella postale 870, CH-1001 Losanna
Redazione: Monique Helfer, Corine Kibora, Michel Graf, Thomas Uhland
Versione italiana: Fabio Chierichetti & Co.
Collaborazione redazionale e grafica: Weissgrund AG, Zurigo
Per ordinazioni: Dipendenze Info Svizzera,
M. Helfer, [email protected], tel. 021 321 29 74
Losanna 2011
«I dolci. Per me, un bel dessert insieme al
caffè è il massimo della felicità.»
Sonia Caflisch, 35 anni, Zurigo
Dipendenze Info Svizzera
Av. Louis-Ruchonnet 14
Casella postale 870
CH–1001 Losanna
Tel.021 321 29 11
Fax 021 321 29 40
CCP10-261-7
www.addiction-info.ch