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Voci dal Paese PERIODICO D’INFORMAZIONE A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE DEL COMUNE DI ONORE - ANNO XIII - DICEMBRE 2008 Periodico d’Informazione del Comune di Onore Voci dal Paese PERIODICO D’INFORMAZIONE A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE DEL COMUNE DI ONORE PUBBLICITA’ INFERIORE AL 50% 1 Voci dal Comune di Onore Paese Via Sant’Antonio, 84 24020 Onore BG tel. 034671191 fax 034674456 e.mail: [email protected] www.comune.onore.bg.it Periodico d’informazione del Comune di Onore Anno XIII – Numero Unico - Dicembre 2008 IN QUESTO NUMERO EDITORIALE Racconti di Vita 3 SCUOLA E FORMAZIONE Biblioteca Scuola dell’infanzia Scuola primaria 6 9 11 SPORT e TEMPO LIBERO U.S. Onore Calcio HIMALAYA Ol dé dè San Ròc Agriturismo: Onore batte tutti In Val Seriana è comparso il lupo Unione Sportiva Onore Settimana Ciclistica CTG Free Mountain – Turismo Parco Avventura 14 16 21 23 24 25 27 30 34 SPAZIO SOCIALE Il Natale è una rivoluzione Anniversari e ricorrenze C.R.E. Immagini d’altri tempi Immagini d’altri tempi La Voce degli Alpini Nuovi arrivi 36 37 39 41 41 42 44 Impaginazione e fotocomposizione: ACCADE IN COMUNE La Casa Comune Parco S.Antonio Pregù Centro Anziani: eletto il direttivo 45 46 46 Comune di Onore L’ANGOLO DEI RICORDI 47 INFORMAZIONI UTILI 51 Voci dal Paese Periodico d’informazione del Comune di Onore Direttore responsabile: Gianpietro Schiavi Coordinatore: Erminio De Rosa Collaboratori: I Consiglieri comunali Autorizzazione n. 43 del Tribunale di Bergamo in data 19.10.1996 Redazione: Uffici del Comune di Onore Via S.Antonio, 84 – 24020 Onore BG Editore: Comune di Onore Stampa: Olmografia S.r.l. – Clusone BG 2 Editoriale Racconti di vita… E hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto? Si. E cos’è che volevi? Sentirmi chiamare amato, sentirmi amato sulla terra. Raymond Carver di Giacomo Schiavi E’ Carlo che parla, un uomo robusto sulla settantina, affabile ma deciso, che incute rispetto: parla di sé, della sua famiglia. Carlo è padre di cinque figli, che ha cresciuto con sacrifici lavorando come operaio in una fabbrica della Valle. Suo figlio è stato tossicodipendente per anni, aveva anche una ragazza, anch’ella dedita alle sostanze. Insieme si erano devastati, finendo a vivere sotto i ponti. Carlo lo sapeva, perché è lui che aveva deciso di allontanarli da casa, dichiarando tuttavia la sua disponibilità ad aiutarli, a modo suo però, non più assecondando le loro continue richieste di soldi e gratuita ospitalità, ma attraverso un percorso di recupero comunitario. Carlo definisce questo suo atteggiamento "distacco con amore": un atteggiamento chiaro e fermo che pone il figlio nella condizione di riconoscere il proprio stato di prostrazione e di svilimento, ma anche di sentire l’amore dei genitori, non più disposti a colludere con una simile situazione di degrado morale. Carlo riconosceva che nelle relazioni siamo tutti responsabili, del benessere o malessere che le caratterizza. Normalmente, si ritiene che colui che porta il problema sia il responsabile ultimo e unico del disagio familiare: "Ah se non avessi questo figlio, staremmo bene". Di fatto ogni persona implicata in un contesto relazionale, di coppia, amicale, familiare, lavorativo o di gruppo, deve ritenersi responsabile, al pari degli altri, del clima affettivo che si viene a creare. Basta vittimismi, dunque!, ognuno è responsabile delle proprie relazioni e del benessere o malessere che le connota. E’ come quando si gioca a carte e perdi. Puoi adottare due strategie per vincere: o chiedi al tuo sfidante di cambiare gioco e carte e di lasciarti vincere, oppure le devi cambiare tu le carte, e allora anche l’Altro, spiazzato, dovrà per forza di cose variare l’impostazione di gioco. Questo meccanismo è valido anche nelle nostre relazioni: noi non possiamo imporre il nostro pensiero e punto di vista a nessuno, possiamo però cambiare noi stessi (il nostro gioco), prendere maggiore consapevolezza del nostro modo di percepire, di sentire e di pensare, per mutare il nostro atteggiamento e comportamento nei confronti del mondo e del prossimo. Questo sforzo teso al cambiamento mischierà le carte in tavola, scombussolando anche le mosse del nostro partner relazionale, inducendolo a una ristrutturazione del suo spazio cognitivo ed esperienzale. Carlo dunque l’aveva capito che doveva cambiare gioco con suo figlio, e la coerenza con tale azione, dura e innaturale per un genitore, l’aveva premiato: il figlio e la ragazza si erano piegati (così diceva Carlo), accettando di intraprendere un percorso comunitario. La Comunità li ha aiutati a ricostruire i loro rapporti, a riflettere sulle rispettive mancanze, fragilità e difficoltà relazionali, che li aveva portati a confliggere e all’incomprensione reciproca. Oggi, a distanza di quasi nove anni, Carlo è nonno di altri due nipoti, felice di avere riacquistato un figlio e una nuora. A dispetto di tutto ciò, Carlo ha mantenuto un proprio spazio di autonomia, una giusta distanza dal figlio, che gli permette di vigilare sui comportamenti di questo ultimo, potendolo così richiamare alle sue responsabilità di marito e di padre. Quando Carlo frequenta la casa del figlio e si trova da solo in bagno, guardandosi allo specchio, rammenta tutto il passato, con un misto di rabbia e ritrovato equilibrio, riscoprendo su di sé i segni, le cicatrici, di un’antica lotta che mai s arà dimenticata e che richiede una costante vigilanza. "Ho perdonato, ma non dimenticato" afferma Carlo. Egli sostiene che un figlio tossicodipendente, alcolista o giocatore d’azzardo procura una profonda ferita nell’orgoglio del padre, che aveva 3 invece sognato, desiderato e cresciuto quel figlio come testimone dei suoi valori, della sua virilità, della sua tensione verso il prossimo e la vita. Lo stile di vita del figlio tossicodipendente fa sentire il genitore tradito nel suo amore, nella sua fiducia e nel suo sforzo educativo. Il padre è infatti colui che insegna al figlio il rispetto del proprio corpo, di sé e dunque del prossimo. Molte violenze, anche sessuali (subite e operate ai danni di altri), conseguono a un mancato apprendimento della propria dignità, dei propri diritti e valore. Elementi che si assorbono nella vita familiare e sociale più in generale. Il padre con il suo comportamento trasforma le ansie del figlio in sicurezze, contiene le sue espressioni emotive, indirizzando positivamente la sua aggressività. Il padre, infine, consegna al figlio la speranza nel futuro. Carlo, rispecchiandosi nel figlio, sentiva che in un certo periodo della sua vita qualcosa non era andato per il verso giusto, ma sentiva anche che il lavoro di maturazione, suo, nei gruppi di auto-aiuto e di suo figlio in Comunità, aveva restituito loro la serenità degli affetti. Un mio amico psicoanalista affermava che "il padre non è colui che fa la morale ai figli, ma è colui che li fa figli". Come dire, che è colui che li rende consapevoli e fieri della loro dignità umana, che li fa sentire amati, accolti e rispettati: capaci di libertà. La storia di Carlo (una delle tante che si sentono settimanalmente nei gruppi di auto aiuto per genitori) ci induce a fare qualche riflessione sulle recenti modificazioni dei modelli educativi. Sino a pochi anni orsono, non più di trenta, il modello educativo imperante era quel definito etico, dove un insieme di norme, civili, religiose, sociali e morali regolavano la vita delle persone, dall’infanzia alla vecchiaia. Ognuno aveva un suo posto ben definito e tappe ben precise da raggiungere e superare. C’era ordine nel vestire e nel relazionarsi al prossimo (buona educazione), nel rispetto delle istituzioni, a partire dai genitori, dagli anziani e dagli educatori più in generale. La norma, la morale e il dovere erano al di sopra di tutto. Se si doveva fare una qualsiasi cosa o prendere una qualsiasi decisione la domanda era: come mi devo comportare? Chi veniva meno a questo senso del dovere, si sentiva in colpa, perché era venuto meno a una norma, magari non scritta, ma segnalata dal giudizio comune e dai costumi di quel luogo. Forse questo modello educativo inibiva la creatività dei singoli, ma dava certamente ordine, sicurezza e stabilità al singolo e alla collettività. Oggi il modello educativo si è focalizzato principalmente sugli affetti, trascurati in passato. Per ogni persona si cerca di costruire un proprio progetto educativo, considerando l’individuo separato dagli altri, con una propria esperienza affettiva-relazionale e con propri bisogni e desideri. Si è così ravvivata la sensibilità e l’attenzione per le emozioni e i sentimenti del fanciullo e del giovane in formazione. La domanda che i genitori pongono oggi ai figli è dunque la seguente: come ti senti, cosa desideri fare? Domanda che esprime una maggiore attenzione ai vissuti interni. E’ quello che è definito il modello educativo estetico, rivolto appunto più al sentire che al dovere. Non si vuole qui criticare in toto quest’evoluzione nel modello educativo, ma rilevare alcuni problemi che l’estremizzazione di un certo modo di pensare e di sentire ha portato nel nostro stare insieme. Il venir meno d’alcuni punti di riferimento e dei ruoli che li incarnavano hanno prodotto disorientamento nelle giovani generazioni. Genitori che si considerano amici dei figli, che evitano il conflitto generazionale (non testimoniando i valori in cui credono) e intrusivi nella loro vita, non facilitano il loro processo di separazione e individuazione. Questo modello educativo, non mediato dal precedente, induce nelle persone un senso d’onnipotenza (posso tutto e voglio tutto!) e crea un ideale interno dell’Io (chi sono e cosa diventerò) megalomanico, cui il soggetto non sarà mai all’altezza. Se ti ho sempre chiesto come ti senti e cosa desideri, se ho sempre cercato di evitarti qualsiasi frustrazione o delusione, ora il tuo modo di rapportarti al mondo interno ed esterno sarà questo: io sono il migliore, io devo essere il migliore, sempre! Ma questo non è possibile è un’illusione della mente. Il modello etico, invece, riconosce che l’uomo in radice è un essere morale, che sente dentro una chiamata a realizzare dei valori. I valori della solidarietà e del rispetto del prossimo, della creatività e del lavoro, della famiglia e della politica, della responsabilità di sé e dell’Altro e della sua crescita. Cosa sento è importante, ma è altrettanto importante il cosa devo. Il cosa sento senza il cosa devo priva l’uomo della sua dignità d’essere libero, lo allontana dal prossimo, isolandolo nei suoi 4 pensieri, immagini e fantasie, di perfezione e di grandezza, perché ciò che conta è solamente ciò che lui sente e desidera. E’ la situazione d’isolamento affettivo e non solo, che tanto si depreca e si aborrisce. Senza il confronto e la solidarietà con l’Altro non si cresce e la vita perde di senso. Dicevamo allora dei due modelli educativi, quello etico d’alcuni anni fa e quello affettivo, estetico d’oggi. Se prima le persone si senti vano in colpa (senso del dovere) per essere venuti meno alle loro responsabilità, ai loro impegni nei confronti del prossimo o per avere commesso qualche azione riprovevole, sempre nei confronti di un Altro, è naturale; oggi le persone si vergognano per non essere all’altezza della situazione, per avere fallito in un obiettivo che si erano prefisso, per avere fatto brutta figura, per non essere come le persone che si vedono in televisione, in una parola per non essere perfetti e i migliori. Insomma, se notiamo, la colpa ci metteva in relazione con il prossimo, perché è un sentimento che ci richiama al riconoscimento dei diritti e del valore dell’Altro, e indirettamente del nostro. La vergogna, invece, ci mette a confronto solo con noi stessi, con il nostro ideale di persona (perfezione sotto ogni punto di vista), che in quanto ideale non è mai raggiungibile. L’ideale è nella nostra testa e in quanto tale non si confronta con l’Altro (la realtà), che così rimane escluso dalla nostra esperienza. Escludere l’Altro, lo ribadiamo, è annichilire la vita e il suo senso. E’ questo il male d’oggi, provare vergogna e avere escluso ogni sano senso di colpa. Ci sono Io e il mio ideale, se l’Altro c’è è solo per soverchiarlo, possederlo e manipolarlo al mio fine. Le droghe, così come tutti quegli stili di vita che isolano dalla relazione genuina con l’Altro c’inducono, col procedere, a provare vergogna, perché ci alienano dalla realtà, e dalla nostra natura d’esseri sociali, facendoci vivere nell’immaginario. Il problema che emerge oggi è la frattura tra la mente e il corpo. Le persone non riconoscono più il corpo come mediatore tra la realtà e i propri processi immaginativi e di pensiero. Il corpo ci parla dei nostri bisogni, del tempo che passa e dei nostri limiti fisiologici e spaziali. Non tutto mi è possibile a ogni età. Oggi si vorrebbe fermare il tempo e decidere sempre e in ogni modo cosa pensare, sentire ed esperire. Ma non è così e il corpo ce lo ricorda. Il corpo detta i limiti alla mente, aiutandola a non perdere il contatto con il reale. Il mondo d’oggi con le opportunità che offre, tecnologiche e di sballo, induce le persone a vivere in mondi virtuali, che isolano dal prossimo e allontanano dalla realtà. Ormai si curano persone che da anni si sono chiuse in una stanza con i loro videogiochi, che simulano vite reali o altre che acquistano regolarmente cose inutili o praticano sesso compulsivo, addirittura con bambole gonfiabili. Il denominatore comune di questi stati psicologici e morali è la solitudine, derivata dall’ambivalenza tra l’intenso desiderio di comunicare con l’Altro e la paura che quest’incontro sveli i propri limiti e fragilità. Vittorino Andreoli, noto psichiatra, ha scritto recentemente un bellissimo libro su questo tema dal titolo emblematico: L’uomo di vetro. L’autore afferma che l’uomo che non riconosce i propri limiti e fragilità si relazionerà al prossimo con arroganza, prepotenza e supponenza sino a giungere alla violenza, atteggiamenti difensivi che mette in atto, a volte inconsapevolmente, per difendersi e mascherare ciò che in realtà è: un uomo (di vetro) come tutti gli altri, che in radice ha gli stessi bisogni di condividere con il fratello un Bene comune (qualunque esso sia), d’accoglienza, riconoscimento e amore. L’uomo che riconosce e accetta i propri limiti è in grado di accettare anche quelli del prossimo e di sentirsi solidale con lui. Nella nostra fragilità è la nostra forza. Sembra un paradosso, ma chi svela un po’ di se stesso permette all’Altro di abbassare le sue difese e di condividere l’esperienza umana, genuinamente però. Avvicinarsi all’Altro è sentire il calore della vita e non sentirsi più soli. Inoltre, chi non riconosce la propria umanità ferita e imperfetta tende a idealizzare anche il prossimo, invidiandolo e svalorizzandosi (l’Altro è sempre migliore e più fortunato di me). Riconsiderando la storia di Carlo, non sappiamo cosa abbia indotto il figlio a interpretare la vita in quel modo, così disordinato e poco consono con il suo benessere, sappiamo però che Carlo e sua moglie, con il loro comportamento severo e normativo, hanno restituito al figlio la dignità e la voglia di vivere. Un saluto a tutti! Giacomo Schiavi 5 Biblioteca La commissione della biblioteca di Onore propone a tutta la popolazione un viaggio-pellegrinaggio ai campi di sterminio nazisti per mantenere viva la memoria di ciò che è stato. Qui di seguito è stilato il programma delle tre giornate, per qualsiasi altra informazione ci si può rivolgere in biblioteca negli orari di apertura. Inoltre nella ricorrenza “Giornata della memoria “del prossimo 27 gennaio 2009, in ricordo dello sterminio e della persecuzione del popolo ebraico, la commissione propone di incontrarsi, alle ore 20.30, in oratorio per riflettere guardando insieme un film sul tema della shoah. «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario» Primo Levi DIAMO UN FUTURO ALLA MEMORIA! DACHAU, MAUTHAUSEN, STEYR, HARTHEIM, SALISBURGO Primo giorno – Venerdì 3 aprile 2009 Ore 5,20 Ore 5,30 Ore 11,30 Ore 12.30 Ore 17,00 Ore 21,00 Ritrovo a Onore Partenza per Dachau. Introduzione ai temi del viaggio. Sosta per il pranzo al sacco. Arrivo e visita guidata del primo campo di concentramento tedesco costruito alle porte di Monaco di Baviera. Sosta davanti alla baracca 12 dove venne imprigionato don Antonio Seghezzi. Partenza per Steyr. Arrivo in albergo. Sistemazione, cena e pernottamento. Passeggiata per le vie della città. Secondo giorno – Sabato 4 aprile 2009 Ore 8,45 Ore 13,30 Ore 15,00 Ore 18,00 Partenza per Mauthausen, il campo internazionale di concentramento dove furono uccise più di centomila persone. Visita guidata al campo, alle baracche, al Museo e alla famigerata "Scala della Morte". Tempo per il silenzio e la riflessione personale Pranzo in un ristorante locale Partenza per Hartheim. Arrivo e visita del castello dove, per eutanasia, sono state uccise più di trentamila persone. Ritorno in albergo a Steyr per la cena. Terzo giorno – Domenica 5 aprile 2009 Ore 8,00 Ore 9,45 Ore 12,00 Ore 13,30 Ore 15,00 Ore 23,30 Partenza per Salisburgo. Arrivo e visita guidata della splendida città barocca dei principi vescovi. Visita libera della città Pranzo presso un ristorante del centro. Partenza per l'Italia. Arrivo a Onore Costo: 280 euro (supplemento singola: 80 euro) tutto compreso Iscrizioni aperte sino a sabato 24 gennaio 2009 in biblioteca Durante il viaggio della memoria verrà fornita la documentazione relativa ai temi affrontati. Il viaggio è preceduto da un incontro di preparazione. Per ulteriori informazioni rivolgersi in biblioteca. 6 … dalla biblioteca…Proposte di lettura STEPHENIE MEYER – Twilight La protagonista è Isabella Swan, una sedicenne di Phoenix, che si trasferisce a Forks, nello stato di Washington per ritrovare l’affetto di quel padre da cui aveva dovuto separarsi all’età di soli due anni. Bella è una ragazza timida, goffa e un po’ imbranata, non si aspetta nulla di buono dal suo trasloco, ma sin dal primo giorno di scuola incontrerà Edward Cullen, il ragazzo perfetto che le cambierà la vita. Lui, coi suoi capelli bronzei, il fisico da statua greca, immortala tutta l’attenzione della nuova arrivata, la osserva con sguardi cupi, la ammalia, salvandole ripetutamente la vita. La calma piatta iniziale, narra di uno dei drammi che può vivere un ragazzo ovvero il cambiamento di città, di amicizie, di vita. A partire dall’incontro fra i due giovani, il primo giorno nella nuova scuola, il romanzo t’imprigiona fino alla fine, 412 pagine da leggere in un fiato. Fino a dove l’amore ti può portare? Cosa saresti capace di fare per stare con l’amore della tua vita? Un libro magico, adatto anche per un pubblico adulto. MARIO CALABRESI - Spingendo la notte più in là. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo. In queste pagine Mario Calabresi, figlio del commissario Calabresi assassinato nel 1972, rievoca i drammatici fatti che sconvolsero la sua famiglia. Con delicatezza srotola il lungo filo della memoria per portarci dentro quegli anni bui, nell’oblio delle vittime del terrorismo, non lasciandosi mai sopraffare dalla rassegnazione ma lottando perché la “memoria” rimanga viva e venga rispettata: È la dolorosa storia privata di chi scrive e, parallelamente, la storia collettiva dell’Italia degli anni ’70, una storia che ha qualcosa da dire a tutti noi. JANET EVANOVICH – Due di troppo Stephanie Plum è al verde, senza fidanzato né amici, e per sbarcare il lunario s’improvvisa agente di recupero cauzioni. Si lancia nell’impresa determinata a portare a termine il suo incarico ma,più che coraggiosa è assolutamente incosciente, e ha un fiuto infallibile per i guai… Stephanie Plum è un'antieroina a cui ci si affeziona a suon di risate e per cui si tifa dalla prima all'ultima pagina. Un giallo carino, divertente e ironico. MARIO RIGONI STERN – Il sergente nella neve Ci ha lasciati il 16 giugno scorso Mario Rigoni Stern, il sergente degli alpini che ha steso i suoi ricordi sulla tragica ritirata di Russia nel libro: “Un sergente nella neve”. Il libro è la cronaca personale dello scrittore, quando era sergente maggiore dei mitraglieri, nel battaglione Vestone, divisione Tridentina, durante la ritirata di Russia dell’ ARMIR, del quale faceva parte il corpo d'armata Alpino, nel gennaio 1943. Un’occasione per leggerlo ,o rileggerlo, perché le pagine di quel dramma sono un “inno” alla pace, c’è la lotta dell'uomo per conservare la propria umanità. Un sogno di pace che impegnerà Rigoni Stern tutta la vita a testimoniare di quello che è stato, senza rancori e senza voglie di rivalse, come atto d'amore e di riappacificazione con gli uomini e con la storia. Un libro che ha suoni, odori, sapori, colori... sembra di essere lì, a combattere, camminare, soffrire a fianco degli alpini. Un racconto orale che il bravo Marco Paolini ha saputo ben presentare nello spettacolo teatrale: Il sergente. Eccellente rievocazione della campagna di Russia e della letale ritirata. MARCO PAOLINI – Il sergente - DVD (Anche il DVD, come il libro, è possibile averlo in prestito dalla biblioteca ) Marco Paolini, con la sua arte, ci riporta quel tempo e quelle notti. Certi momenti riuscirà non a rievocare ma a ricostruire vivi volti a me carissimi e mai dimenticati. Alla fine di quella battaglia mancarono all'appello 48830 italiani, 10030 tornarono dalla prigionia. In 74800 morirono in quelle steppe. Ricordate che questo è stato. Mario Rigoni Stern 7 ROBERTA SCHIRA – Cucinoterapia Con Cucinoterapia, la psicologa del gusto Roberta Schira ci accompagna dietro ai fornelli in un viaggio che, passando attraverso la psicologia e le abitudini, dall'infanzia alla vecchiaia, svela i pregi e i benefici del cucinare e offre meravigliose 'ricette', golose e salutari per la mente, il cuore e il palato. Perché il cibo è nutrimento e vita, è cura e attenzione, è socialità e comunicazione e cucinare è sempre un atto d’amore da godere da soli o condividere con gli altri. MIRCO BONACORSI – Baite Valseriana Baite Valseriana è un bel libro, molto curato, ricco di informazioni e di spunti per interessanti escursioni da fare nella bella stagione. Ma in queste fredde giornate possiamo sfogliarlo e godere delle oltre trecento foto che illustrano il paesaggio e le numerose baite sparse nella nostra valle Leggere, leggere, leggere… Il venerdì mattina i bambini della materna escono dalla loro scuola e vanno ad incontrare i libri in biblioteca. Ma può anche succedere che i libri escano dalla biblioteca e vadano ad incontrare i bambini alla scuola materna. È inevitabile, ogni venerdì bambini e libri s’incontrano e si divertono! È ormai un appuntamento irrinunciabile. L’incontro ha inizio con il rito della “paginetta”, ogni bambino presenta ai suoi compagni il libro che ha letto nella settimana, così si scambiano emozioni e sensazioni. Il momento centrale è quello della lettura. In un’atmosfera ricca di suggestione, Giovanna o Greta leggono i libri, storie di animali, di mostri, di famiglie, di colori… e i bambini ascoltano incantati. Terminate le letture c’è il laboratorio in cui si rielabora la storia con una piccola drammatizzazione, con disegni pop up, con la creazione del personaggio principale con l’uso di materiali sempre diversi, insomma è il momento creativo. A conclusione ogni bambino sceglie liberamente il libro da portare a casa per leggerlo insieme ai genitori. Non restano che i saluti e via…i piccoli tornano a scuola felici dell’esperienza vissuta, perché leggere insieme è un po’ come gustare insieme un dolce al cioccolato: si assapora la dolcezza del momento senza interrogarsi troppo su quali ingredienti rendono l’esperienza così piacevole. Una serata con due grandi fotografi Le valli bergamasche in bianco e nero. Un’escursione fotografica nei paesaggi e nelle tradizioni bergamasche”. Era intitolata così la serata dedicata alla fotografia di cui ci hanno fatto omaggio due grandi fotografi, padre e figlio, Rinaldo e Giorgio Della Vite. Un buon numero di persone ha accolto l’invito della commissione biblioteca e mercoledì 16 gennaio ha apprezzato le immagini dell’eccezionale archivio fotografico che i due “maestri” ci hanno presentato. Ritratti e panorami scattati soprattutto nelle vallate bergamasche negli anni Cinquanta e Sessanta, prima che le trasformazioni profonde cambiassero i connotati a molte nostre contrade. Fotografie che ci hanno fatto riflettere sugli stili di vita di quegli anni, ma che ci hanno anche fatto sorridere perché ci siamo visti con i disincantati occhi di oggi. E ancora una volta ci ha emozionato la serie di scatti sulla «domenica del pastorello», le fotografie scattate in un pomeriggio estivo sulla nostra piazza dove Antonio, per gioco, faceva correre il cerchio. La serata è stata anche l’occasione per presentarci il nuovo volume fotografico: “Lombardia tradizioni culturali e costumi nei luoghi della storia” di Renato Ravanelli. Un’intensa indagine sul folclore e sulle feste popolari in Lombardia, a cui hanno collaborato con numerosi scatti anche i maestri Della Vite. Il volume è disponibile in biblioteca per quanti volessero sfogliarlo. Domenica 28 dicembre 2008 presso la chiesa parrocchiale di Onore alle ore 20:45 la Banda musicale di Ardesio ci presenta: Armonie di Natale e non solo… La commissione della biblioteca invita tutti a partecipare per godere insieme della gioia della musica dal vivo. Le emozioni condivise con gli altri si conservano più a lungo nel cuore. Auguri a tutti di Buon Natale! 8 Scuola dell’Infanzia più attenta, si tiene conto dell’importanza dei gesti, delle regole condivise, dei piccoli segnali che ognuno può trasmettere. E’ così che ci si rende conto di quanto, nell’amicizia, è prezioso l’ascolto. Nella seconda unità d’apprendimento ci focalizzeremo sull’io; il direttore chiederà ai bambini di imparare ad ascoltare il proprio corpo per saperlo utilizzare al meglio anche per il bene dell’orchestra: capire che i suoni e i rumori possono provenire anche da loro li aiuterà a prendere consapevolezza che esiste un mondo interiore e che questo può comunicare con il mondo esterno. Infine nella terza e ultima unità d’apprendimento i bambini comprenderanno che i suoni costituiscono il loro appartenere a un mondo che non è sicuramente muto, ma che li coinvolge nella sua varietà grazie anche a quello che riescono ad ascoltare. La filastrocca sussurrata, il ritornello canticchiato, le voci delle persone incontrate, il rumore delle macchine, il cinguettio degli uccelli, il fragore del tuono, il suono melodico di un’orchestra…anche tutto ciò è musica da apprezzare e, perché no, da poter riprodurre. Questo progetto sarà svolto contemporaneamente nelle due scuole di Onore e Fino del Monte: i bambini avranno modo di incontrarsi più volte durante l’anno e condivideranno così parte del percorso diventando alla fine una sola orchestra, e sarà solo a questo punto che potranno “SUONARE LA MELODIA”. Approfittiamo di quest’opportunità per ringraziare la comunità per il contributo donato alla Negli ultimi anni ci si è resi conto della difficoltà di suscitare nei bambini la capacità, ma soprattutto la voglia di ascoltare. Il richiamo al tema della musica subentra in maniera forte e facilmente comprensibile: essa è un linguaggio universale che affonda le sue radici nella preistoria dell’uomo. La musica viene prima del gesto e della parola, è con noi fin dalla nascita, è una forma di comunicazione d’immediata comprensione e, fondamentale, può aiutare a far maturare concentrazione, attenzione e ascolto. Le migliori orchestre del mondo si siedono, provano, sono dirette da un maestro diligente e gradualmente divengono così brave nel suonare, ma ogni sforzo sarebbe vano se i musicisti non fossero capaci di ascoltare. Durante quest’anno lavoreremo affinché le nostre scuole possano diventare “UN’ORCHESTRA IN ARMONIA”. Ogni elemento potrà confrontarsi con gli altri condividendo obiettivi comuni, potrà utilizzare al meglio il proprio corpo come valido strumento di comunicazione, potrà percepire i vari suoni e rumori che la natura mette a disposizione. A guidarci in questa nuova avventura c’è un direttore d’orchestra originale e simpatico, Melodio, che a partire dal racconto della sua storia ci permetterà di sviluppare le tre unità d’apprendimento. Con la prima rivolgeremo l’attenzione all’importanza dell’amicizia e al senso di formare un gruppo. Nel gruppo si “sta accanto agli altri” e ci si prende cura l’uno dell’altro, si ha a cuore la persona che ci siede accanto: nel gruppo la comunicazione diviene 9 scuola materna in occasione della vendita delle torte. Il ricavato è stato utilizzato per dare continuità al progetto “GEMELLIAMOCI CON L’INDIA”. Questo progetto è nato l’anno scorso con l’obiettivo di far capire ai bambini che anche se di culture e colori diversi sono tutti unici e importanti e possiamo quindi essere amici. Per far passare loro questo messaggio in modo più concreto abbiamo ritenuto stimolante metterli in contatto con alcuni bambini di un altro continente, ma che come loro giocano, disegnano, vanno a scuola… Questo anno con i nostri bambini in occasione del Santo Natale stiamo preparando una paraliturgia in chiesa. Sarà un modo per fare gli auguri a tutta la comunità, siete quindi tutti invitati VENERDI’ 19 DICEMBRE alle ore 18.30 alla chiesa parrocchiale. I bambini con i loro genitori partiranno dalla scuola materna e con una fiaccolata arriveranno in chiesa…sarebbe bello che la comunità li accogliesse lì. Vi auguriamo un sereno Natale Noemi, Federica e tutti i bambini della scuola materna Un angelo disse a Maria: “Sarai la mamma del Messia”. A Betlemme nacque Gesù mentre una stella brillava lassù, così ad adorarlo venne tutta la gente persino i Re Magi dal lontano Oriente. Anche noi oggi lo ricordiamo e a Natale lo festeggiamo perché è Gesù, che ha donato l’amore, che porta la gioia in ogni cuore. 1 0 Scuola Primaria UNA STELLAPER LA RICERCA Gli alunni della Scuola Primaria di Onore Avendo aderito al progetto per sostenere la ricerca “Telethon Young” mediante la vendita di Stelle di Natale che si è svolta Domenica 7 dicembre u.s. a Onore e a Songavazzo ringraziano tutti coloro che generosamente hanno donato il proprio contributo. Classe 1a … ci presentiamo 1 1 Giovedì mattina … sono venuti in classe i nonni di Tea e di Gabriele B. Noi bambini abbiamo fatto loro delle domande, tranne Isaia perché era malato. Ci siamo fatti raccontare la loro vita di quando erano piccoli, com’ era la loro scuola e come passavano il tempo libero. A scuola non facevano l’intervallo e avevano una sola maestra, la mattina prima di andare a scuola andavano a messa. La domenica, dopo la messa andavano alla catechesi e passavano il resto del tempo in famiglia a lavorare. Insieme abbiamo guardato un film intitolato “L’albero degli zoccoli” che parlava della vita di tanti anni fa. Nel film c’erano dei bambini, che non potevano andare a scuola e stavano in casa o nei campi. La sera mangiavano un pezzo di polenta fredda e quando andavano a letto i più piccoli si sdraiavano nel mezzo a testa in giù. La mattina solo un bambino andava a scuola, ma lui non usava le biro come le nostre, ma una piuma; i banchi erano tutti attaccati e i quaderni erano più piccoli dei nostri. Al termine delle lezioni, andavano a casa e subito dopo aver mangiato ritornavano a lavorare. La sera si ritrovavano nella stalla a cantare e a riposarsi. Finito il film, abbiamo fatto loro altre domande e ci hanno detto che la loro maestra era molto severa e usava la bacchetta per picchiarli. La maestra Verusca ci ha scattato una foto a ricordo di questa diversa mattinata di scuola. Loro poi ci hanno ringraziato per la nostra disponibilità. È stata un’esperienza bellissima, perché ci hanno raccontato tante emozioni di quando erano piccoli e noi eravamo entusiasti. E’stato fantastico! A noi sarebbe piaciuto vivere al tempo dei nonni, perché tutto era bello. CLASSE TERZA 1 2 Il contadino e la volpe C’era una volta un contadino che abitava in Onore e aveva tanti bambini. Un pomeriggio d’autunno uscì da casa con la gerla diretto sopra Cavridesa a raccogliere le foglie secche e lo strame del sottobosco per preparare la lettiera alle sue mucche. Rastrella un po’ qui, rastrella un po’ là, il contadino arrivò nei paraggi di “Corna Paga” e qui sentì dei guaiti provenienti dalla roccia. Allora si chinò, sbirciò nella fenditura della roccia e vide tre volpacchiotti grassottelli, soli soletti nella tana. Il contadino ragionò che sicuramente mamma volpe era scesa alla cascina di Pruis a cacciare una grassa gallina da portare per cena ai suoi volpacchiotti. I cuccioli erano troppo belli, e il contadino pensò di portarli a casa e regalarli ai suoi bambini. Velocemente prese i volpacchiotti e li pose nella gerla già colma a metà di strame e poi via, s’incamminò senza perder tempo verso casa. Nel frattempo la volpe tornò alla sua tana e che triste sorpresa scoprire che i suoi cucciolotti non c’erano più! Annusò intorno e via velocissima infilò il sentiero che portava verso il paese. Il contadino percorreva ancora il sentiero nel bosco quando sentì un sordo ringhiio. Velocissimo si sfilò la gerla, tolse un volpacchiotto e lo poggiò a terra. E poi via di corsa in discesa. La volpe arrivò dal suo volpacchiotto lo addentò per la collottola e a grandi balzi tornò alla sua tana dove lo lasciò e, spedita, ripartì in direzione del paese. Il contadino aveva appena imboccato il sentiero di Cavridesa quando sentì nel buio del sottobosco un feroce ringhio, e afflitto pensò che doveva di nuovo lasciare un volpacchiotto per guadagnare un po’ di tempo su mamma volpe. Infatti mamma volpe arrivò in fretta dal suo volpacchiotto lo addentò per la collottola e partì a balzi verso la sua tana dove lo lasciò. Intanto anche il contadino scendeva velocemente dalla strada di Falecchio e già vedeva le prime case del paese e in cuor suo si sentiva ormai al sicuro, contento del bel regalo che aveva nella gerla per i suoi bambini. Stava già risalendo la strada che costeggia gli orti ed era a due passi dalla piazza quando sentì alle sue spalle il basso e arrabbiato ringhio della volpe e capì che non poteva fare diversamente, doveva restituire anche l’ultimo volpacchiotto. Veloce si tolse la gerla e depose il cucciolo in mezzo alla strada ma la volpe non si fermò vicino al suo cucciolo e neanche rallentò ma come una furia si avventò sulle gambe del povero contadino, gli strappò i pantaloni e affondò i denti nel polpaccio del malcapitato, tornò dal suo volpacchiotto lo addentò per la collottola e ripartì rapida verso la sua tana. Il contadino non perse tempo a guardare la volpe ma zoppicò più veloce che poteva verso casa sua. Quando lo videro sua moglie e i suoi figli vollero sapere cosa era successo e lui raccontò la sua avventura. Allora i suoi bambini più piccoli scoppiarono a ridere e gli dissero che era stato proprio sciocco a voler rubare i volpacchiotti perché tutti i cuccioli vogliono stare con la loro mamma e tutte le mamme non vogliono perdere i loro cuccioli. E quella sera nella loro cucina fecero festa tutti insieme, ed era proprio bello che i cuccioli del contadino fossero lì insieme alla loro mamma e al loro papà. E mangiarono e bevvero a sazietà e a me non lasciarono proprio niente. Le filastrocche di classe seconda di Onore Nascondino tra le nuvole Nel cielo brillano le stelle , sono tante son tutte sorelle tra di loro però ce n'è una che ama giocare con la luna fra le nuvole gioca a nascondino e ogni tanto si mette a fare capolino ma finisce dietro una grande nera e scompare tutta la notte intera le sue sorelle si stancano di aspettare e nel buio si mettono a riposare. Sul tagliere Mutande mutandine Il lupo Mutande , mutandine di pizzo sbalzate a zig zag nuove a righine blu per ballerine. Con rossi rubini e due rattoppini, ondeggianti, dondolanti e svolazzanti. Troppo larghe, troppo strette luminose di lucette. Nere e bianche, bianche e nere, se ne volano leggere! Mutandine, mutandoni per sederini e sederoni. Ecco il lupo! Seduto sul vasetto, è un vero re lupetto. Uuh! Uuh! A tutti fa paura nessuno lascia in pace il birichino salvo di notte quand'è nel suo lettino. Sul tagliere l'aglio taglia non tagliare la tovaglia la tovaglia non è aglio se la tagli fai uno sbaglio. 1 3 Sport e Tempo Libero U.S. ONORE Calcio Buona lettura a tutti; Inizio parlando del 2° Trofeo Notturno di Calcio a 7 “ Cristian Beccarelli a.m. “ che abbiamo organizzato venerdì 08 e lunedì 11 agosto 2008 per ricordare il nostro caro amico Cocco !!! Il torneo ha riscontrato un successo enorme sia a livello di giocatori partecipanti, sia a livello di pubblico (non avevo alcun dubbio in riguardo vista la persona che si ricordava). Sono state due serate indimenticabili e soprattutto la finale è stata una serata splendida e commovente penso per tutti e penso sotto tutti i punti di vista. Grazie ancora a tutti i partecipanti, al pubblico, all’arbitro, al Servizio Ambulanza , agli sponsor e soprattutto alla famiglia. Un arrivederci alla Terza Edizione per non dimenticarlo mai !!!! Foto Secondo Trofeo “Cristian Beccarelli a.m.” PRIMA CLASSIFICATA TERZA CLASSIFICATA SECONDA CLASSIFICATA QUARTA CLASSIFICATA CAPOCANNONIERE Per quanto riguarda il nostro campionato di CSI Dilettanti a sette Gruppo B Girone B, devo ammettere che dopo la miracolosa e meritata salvezza ottenuta lo scorso campionato (memorabile il girone di ritorno) , quest’anno stiamo andando veramente bene (vedere classifica dopo nove giornate)!!! Il gruppo principalmente è ancora quello dell’anno scorso, anche se alcuni giocatori per motivi personali se ne sono andati (Gerolamo e Roberto) , altri invece li stiamo aspettando (Renzo e Miki); ma grazie anche all’apporto di alcuni giocatori “ forestieri e non “ (Marco, Osvaldo, Danilo) il livello della squadra e soprattutto lo spirito di gruppo è rimasto ancora INDISTRUTTIBILE (a proposito nel ritorno spero che un mio grande amico ricominci a giocare proprio con noi!!! Chi ha orecchie da intendere …). Adesso comunque dopo nove giornate è ancora presto per fare un giudizio e a maggio 2009 si vedrà come saremo classificati in questo difficile campionato di CSI. Doveroso il ringraziamento a tutto lo staff dell’U.S. Onore Calcio, al Reverendo Don Antonio, al Comune rappresentato dal Sindaco e dall’Assessore allo Sport, agli Sponsor, al folto e caloroso pubblico che ci accompagna durante le partite casalinghe e in trasferta e porgo a Voi tutti un Saluto e un Augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo e vi aspetto come sempre il sabato alle ore 16.30 al Campo Parrocchiale. Il Mister Paolo S. 1 4 CLASSIFICA DOPO NOVE GIORNATE Dilettanti a 7 (DIL7) gruppo B girone B n° Squadra PU PG PV PN PP RF RS RF-RS PU/PG 1 (SQ1280) Or.Fiobbo BPM "A" 24 9 8 0 1 34 12 22 2,67 2 (SQ653) Or.Valle Lujo "C" 21 9 7 0 2 32 20 12 2,33 3 (SQ350) Onore Calcio 17 9 5 2 2 46 36 10 1,89 4 (SQ326) Butchers 17 9 5 2 2 29 29 0 1,89 5 (SQ353) ClubCalcioBasella 16 9 5 1 3 52 43 9 1,78 6 (SQ1299) Azzola Vall'Alta 14 9 4 2 3 36 29 7 1,56 7 (SQ384) Or.Casnigo "A" 12 9 4 0 5 27 34 -7 1,33 8 (SQ474) Or.Cornale "B" 11 9 3 2 4 35 37 -2 1,22 9 (SQ945) AtlPeiaAlbertEdil 10 9 2 4 3 34 34 0 1,11 10 (SQ452) Bertoli A.C. 9 9 2 3 4 29 36 -7 1 11 (SQ1298) Vall'Alta "B" 9 9 3 0 6 29 40 -11 1 12 (SQ878) San Pantaleone 9 9 3 0 6 28 39 -11 1 13 (SQ632) Riva di Solto "A" 6 9 2 0 7 33 39 -6 0,67 14 (SQ913) Forcella MutdeNes 6 9 2 0 7 27 43 -16 0,67 LE TEMUTE PAGELLE DI KALINAS N.B. = le pagelle sono state fatte il 26/11/08 a quattro partite dalla fine dell'andata NOME COMMENTO MARTIN La sua esperienza è molto importante MIRKO Il Chiellini della Val Seriana , un mastino vecchio stampo … STEFANO Utilissimo alla squadra perché quando c'è bisogno di lui ci si può fidare ENRICO Il capitano ha perso un po’ di smalto ma la grinta è sempre quella di una volta … REMO Come consuetudine illumina la scena DANILO Grintoso, tatticamente ordinato e con un buon sinistro ETTORE Ragazzo che dà sempre l'anima ; ormai è un mazzo di fiori Peccato per l'infortunio ma lui non lascia mai la squadra: lo aspettiamo a braccia LINDO aperte!!!!!!! RICCARDO Non gioca molto ma ha fatto vedere le sue qualità Oltre alla buona tecnica individuale, ci mette anche la grinta : continua così SIMONE Ibra… MARCO Le sue accelerazioni sono uno spettacolo … ottimo acquisto Si adatta facilmente sia nel ruolo di marcatore sia in quello di esterno di FRANCO centrocampo GIOVANNI Ha dimostrato di essere un ottimo portiere OSVALDO Gioca pochi minuti , ma incita sempre i compagni BATTISTA Da ammirare il suo impegno nell'allenamento Causa acciacchi fisici non è mai riuscito a giocare … ma lui ci tiene molto e DOMENICO merita un bel voto Oltre alla bravura da tecnico, un immenso grazie per l'impegno che ci mette … i MISTER giocatori sono fortunati ad averlo... SILVIA E CHIARA In mezzo a tanti uomini c'è sempre il loro sorriso VITALY Chissà come mai gli avversari non protestano mai con lui … PRESIDENTE Un grazie particolare per il suo immancabile incitamento TIFOSI/E … MERAVIGLIOSI !!!!!! … e come direbbe Renato Zero : " GRANDI " ! 1 5 VOTO 6/7 6,5 6,5 7 8 7,5 6,5 7 6,5 7,5 7 6,5 7 6 6 7 8,5 8 8 8 10 HIMALAYA ... da tempo sognavo di vedere la catena montuosa dell’Himalaya, una volta nella vita desideravo trovarmi dinanzi alle vette più alte del mondo! Ricordo, tempo fa, chiacchierando con il mio caro amico Cocco, si parlava di sogni, sogni da realizzare. Il suo era avere un figlio ... il mio era appunto di vedere l’Everest, la catena himalayana, il Nepal! Fu così che ci promettemmo di impegnarci nel fare sì che entrambi realizzassimo il nostro sogno per festeggiare con una buona bottiglia di barolo. La vita è stata purtroppo crudele e spietata, ha portato via il nostro amico Cocco, lasciandoci un vuoto immenso, incolmabile. Ricordo uno dei suoi ultimi sorrisi il giorno che mi disse: “Sarò padre!” è pazzesco, non ha potuto nemmeno vedere nascere il piccolo Gabriele. L’avrà fatto certamente dall’alto dei cieli. Come si usa dire... se n’è andato con stile, con l’suo ultimo colpo di genio. Trascorrono due anni, e per un motivo o per l’altro non riuscivo a trovare il momento giusto per organizzare il mio viaggio. Ad aprile, una serata davanti alla TV udii le parole: “Everest, spedizione in Nepal!” Subito contattai la persona organizzatrice ... è fatta ... ad ottobre si vola in Nepal, terra degli sherpa, dove osano le montagne più alte del mondo, dove svetta l’Everest ... mi sembra un sogno. 1 6 27 settembre, si parte! Non avendo trovato posto il 5 ottobre con il resto della spedizione decido di anticipare e partire da solo. La prima emozione forte l’ho avuta sull’aereo prima di atterrare a Kathmandù. Stavo ascoltando un po’ di musica quando sentii una mano toccarmi la spalla, era il mio vicino di posto, uno sherpa conosciuto durante il volo, m’indica il finestrino dicendomi: “Himalaya!” ... che botta d’emozione! Dopo tanto sognare ecco lì i monti più alti del mondo, tutti insieme, imponenti, ammantati di neve. 28 settembre, finalmente metto piede nella capitale, la mitica Kathmandù. Mamma mia che casino, che traffico, non c’è che dire l’impatto è forte, un po’ di difficoltà con l’inglese ma in qualche modo riesco a farmi capire (mannaggia a me, dovevo proseguire gli studi! ...Amen). 29 settembre / 1 ottobre, parto per un trekking nella regione del Langtang. Siamo io, lo sherpa e il portatore, fa molto caldo, man mano si sale di quota si sta sempre meglio. Nonostante camminiamo tra i 3-4.000 metri, c’è molta vegetazione, qui la gente dei villaggi vive prettamente d’agricoltura perché di turismo ce n’é poco e la cosa non mi dispiace. Trascorre le serate nei lodge con la gente locale e, sebbene non capisco un tubo di quello che dicono, vivo serenamente con loro e con le loro abitudini. Dopo cena, resto incantato ad ammirare il paesaggio, e la cosa che più mi colpisce sono le migliaia di stelle che brillano in cielo! Mai viste così tante. La mattina sveglia presto per ammirare l’alba, vedere i primi raggi di sole illuminare la catena del Langtang! Si vede l’Annapurna, il Manaslu ... spettacolo! Tè, pane, miele e via a camminare, camminare e camminare... 2 ottobre, ho visto uno dei posti più belli mai visti in vita mia, passo Gosaikunda, metri 4.700. Rimango quarantacinque minuti fermo, incantato. Ho davanti a me un bellissimo lago dove rispecchiano montagne imbiancate, il sole basso illumina con i suoi raggi arancione il tutto! Incantevole! Abbassandomi di 200 metri c’è il Lodge per il pernottamento, incontro due laghi uno più bello dell’altro. Prima di cena assisto ad un tramonto indescrivibile. 3/4/5 ottobre, panorami mozzafiato. Inizio la discesa per giungere a Dunche, dove un pullman mi porterà alla capitale. Il ritorno con il bus di linea è un’impresa storica. Di fianco a me c’è un nepalese con la sua capra. A metà tragitto una frana ha travolto la strada, tutti giù dal mezzo per attraversarla a piedi, dove poi, dall’altra parte un altro bus ci attende ... dopo otto ore arrivo a Kathmandù ... gliel’abbiamo fatta. Arrivano nel frattempo dall’Italia gli altri undici della spedizione. 1 7 6 ottobre, volo interno per Lukla nella valle dell’Everest. La zona è molto turistica ma le montagne sono incantevoli. Ogni giorno la vista diventa più incredibile, mi sembra tutto un sogno. Ammirare gli 8.000 dal vivo, incontrare i portatori delle grosse spedizioni, incontrare gli yak (animali simili alle mucche, tipici del posto), tutte cose viste in Tv o lette sui libri e ora, le sto vivendo di persona. Nei villaggi, con un po’ di spirito d’adattamento, si sta bene, il cibo non è vario ma buono e sano, la compagnia è allegra, le risate abbondano alimentate dal signor Enrico Bigoni, che una ne fa e l’altra la inventa. Ora, obiettivo Best Camp Everest, metri 5.390. durante il trekking, le scene più toccanti, montagne a parte, sono i bambini il loro sorriso ti rapisce il cuore. Bambini in villaggio d’altura I portatori, ragazzi giovanissimi che per guadagnare da vivere camminano ore e ore con 30/40 chili sulle spalle, a volte in condizioni meteorologiche non simpatiche! È incredibile con quanta umiltà fanno il loro lavoro, sempre al servizio del turista! Ci troviamo alla piramide del C.N.R. (Centro Ricerche e Controllo) un piccolo angolo d’Italia che si fa onore anche sull’Himalaya! Piramide C.N.R. a quota 5.100 1 8 Vedere sventolare le bandiere del Nepal, dell’Italia e dell’Europa ... mitico! Ci siamo, eccoci al campo base dell’Everest ... bell’emozione ... quassù c’è un’energia che si percepisce all’istante. Troviamo diverse tende, spedizioni da tutto il mondo che tentano l’impresa ... un boato ci sorprende. Una valanga si stacca dalla parete mentre diversi alpinisti rientrano al campo base! Per fortuna nulla di grave. Io, che un attimo prima stavo fantasticando, mi rendo conto di quanto siano coraggiosi (o pazzi) questi uomini degli 8.000! Montagne imponenti, stupende ma allo stesso momento spaventose. 12 ottobre, ore 4,00, pila accesa e via, meta: Kala-Pathar, metri 5.550. Zona panoramica per ammirare la maestosità dell’Everest illuminato dai primi raggi di sole. Fa un freddo boia, ma lo scenario lo anestetizza! Eccola ... la vetta più alta del mondo con i suoi 8.848 metri: sua maestà l’Everest, o meglio Sagarmatha, la dea madre, come dicono i nepalesi. Caro Cocco, è da qui che ti porto il saluto di tutti gli onoresi che tanto ti hanno amato e ti ricorderanno per sempre. Caro Cocco, è da qui che ti urlo: “Promessa mantenuta!” C’è molta euforia tra noi, la nostra capo-spedizione Milva Bigoni, si è rivelata molto competente. Dopo la salita c’è la discesa, ma non per tutti. In quattro (io, Milva, Franco e Arnaldo) abbiamo ottenuto il permesso governativo per accedere alla vetta Island Peak, quota 6.189. 13/14 ottobre, si raggiunge il primo campo tenda e quota 5.100 ed il secondo a quota 5.600. L’adrenalina inizia a salire! Montiamo le tende sopra un terrazzo incastonato sulla roccia e lo spettacolo che ci troviamo dinanzi è un paradiso terrestre. L’adrenalina spadroneggia! La sera siamo stanchi del solito riso, allora Milva si cimenta nella cucina campale: polenta, bresaola e parmigiano, che butep! 1 9 15 ottobre, ore 2,00 – è giunto il momento dell’attacco alla vetta! Pile accese, lo scenario di notte è magnifico, affascinante: cielo stellato, luna piena e montagne bianche che ti guardano. Il silenzio e la quiete sono i padroni ... si parte. C’è un po’ di tensione per un passaggio su roccia, pericoloso ma tutto ok! Inizia il ghiacciaio, ci armiamo di imbrago, ramponi e piccozza, e su, sempre più su. Ore 6:45, vetta conquistata! Lassù come d’incanto la stanchezza scompare, una gioia divampa dentro il corpo! Abbracci, foto ricordo e una vista 360° incantevole ... senza parole ... Al ritorno ci attendono al campo base i nostri portatori con un Cresta Island Peak – prima della vetta applauso caloroso ed uno spuntino! Troppo bello, quante emozioni! Raggiungiamo il lodge alle ore 17:00, la stanchezza si fa sentire, ma la soddisfazione ci ripaga di tutto lo sforzo (siamo cotti). 16 ottobre, ci aspetta il ritorno. La nostra Milva ci organizza un sentiero alternativo che ci condurrà al passo ChoLo-Pass, dove attraverseremo un nuovo ghiacciaio per giungere a Gokyo ... un paradiso terrestre. Dopo cinque giorni giungiamo a Lukla, punto di partenza per poi volare su Katmandù. Il Nepal, paese della verticalità, quasi tutto qui trasmette un’impressione di altezza, l’ottanta per cento del paese è montuoso, montagne che trasmettono immagini cariche d’emozioni, soprattutto per gli appassionati di scalata. Otto delle quattordici vette da ottomila del pianeta, svettano qui l’una accanto all’altra ... una volta almeno nella vita merita ammirarle dal vivo. Stupa Bodnath Dopo di tanta fatica un po’ di riposo, si va in visita della capitale. La piazza Durbar square, nel cuore della città, è stupenda, templi e santuari dove cupole dorate brillano, le centinaia di bancarelle rendono sempre il clima festoso. I baluardi dell’identità nepalese sono le città imperiali di Patan, Bhaktapur, monumenti come lo Stupa di Bodnath il tempio di Pashupatinath ... semplicemente incantevoli! Siamo agli sgoccioli della nostra esperienza e, visti i diversi chili di peso persi dopo la vetta, trascorriamo tre giorni a Chitwan Park Oasi, dove regnano elefanti, rinoceronti, la mitica tigre del Bengala, boa, coccodrilli. Tanta quiete, birra al tramonto, sigaro per festeggiare ... troppo bello! 28 ottobre, è ora di tornare in Italia. Le attese di questa mia esperienza erano molte, ma sono andate ben oltre! E dopo avere trascorso più di un mese in mezzo a questa gente, mi viene di pensare chi sia più ricco noi o loro!? Un ringraziamento particolare a Milva Bigoni che ci ha condotto in questi posti surreali in modo esemplare, avendoci permesso di sfruttare al meglio i nostri giorni a disposizione. Grazie Milva ... di Onore! Un grazie a tutto il gruppo della spedizione per l’allegra compagnia. Un grazie al Nepal! Namastè. Ilario Zamboni 2 0 Quest’estate, alcuni amici che negli anni 90 facevano parte dell’USO, forse per nostalgia o solo per la voglia di rivivere le emozioni vissute da giovani, hanno deciso di organizzare una giornata di festa. La scelta è caduta sul 16 agosto, giorno di San Rocco, da qui il nome della nostra manifestazione. Abbiamo cominciato a raccogliere idee e proposte già durante l’inverno e dopo vari incontri ecco fatto il programma della giornata. Nel pomeriggio svaghi per i bimbi, con balli, canti e attività manuali. I bambini hanno partecipato numerosi, si sono divertiti moltissimo con le danze e, guidati dalle animatrici, hanno realizzato ognuno un pagliaccio di carta. Dopodiché tutti alla S. Messa, seguita dalla processione di S. Rocco, che è ormai una tradizione consolidata, molto seguita da tutta la popolazione onorese. L’appuntamento era poi per le 19,30 sul piazzale delle scuole che, con il suo nuovo look ben si adatta alle feste estive. Abbiamo offerto una cena tipica bergamasca a base di CASUNSEI fatti in casa: un vero successo. Infine non poteva mancare il dolce. Grazie all’aiuto delle nostre mogli e mamme avevamo preparato delle ottime torte che hanno concluso in allegria il pasto serale. Dopo cena ecco organizzata una grande serata danzante dove tutti hanno potuto scatenarsi nei vari balli proposti dall’orchestra. Noi della “vecchia guardia” a fine serata eravamo molto stanchi, ma allo stesso tempo soddisfatti per la buona riuscita della giornata di S. Rocco. Negli incontri precedenti la festa, avevamo deciso di offrire l’incasso in beneficenza; la scelta è andata all’AIL : “Associazione Paolo Belli Lotta alla Leucemia” a cui abbiamo donato €1.500,00 e di questo siamo veramente fieri. 2 1 Ringraziamo di cuore tutti gli amici che hanno collaborato alla buona riuscita della festa e speriamo in futuro di poter realizzare nuove iniziative del genere. Un grosso grazie ai ragazzi dell’USO estate che con il loro aiuto ed i loro preziosi consigli ci hanno supportato. Finché ad Onore ci saranno associazioni come l’USO estate, questi eventi ci accompagneranno sempre. Grazie e complimenti. Vi auguriamo Buone Feste ed un arrivederci alla prossima. 2 2 AGRITURISMO: ONORE BATTE TUTTI Ha aperto nel mese di dicembre il primo agriturismo dell’altopiano attorno a Clusone. Nonostante la grande diffusione degli agriturismi in provincia di Bergamo (oltre 100 nel 2008 in tutta la provincia) la nostra zona ne era ancora sprovvista. Nasce in località Zanecla, poco più avanti dal bivio tra la Val di Tede e la Val di Varro, ospitato in un’ampia cascina recentemente ristrutturata e circondata da un vasto terreno. Oltre alla vendita diretta dei prodotti, c’è la possibilità di pranzare o cenare, ma anche di pernottare. L’azienda agricola alleva varie specie di animali tra cui cavalli, asini, vitelli, capre, pecore, maiali, pollame, conigli in modo da rifornire la tavola dell’agriturismo con cibi di propria produzione. L’intenzione è di mantenere una cucina e un servizio semplice, con piatti tipici locali e legati alla produzione degli allevamenti e delle coltivazioni dell’azienda con menù prestabiliti o concordati a prezzi contenuti, dato che non si tratta di un ristorante. Il concetto dell’agriturismo è infatti quello dell’ospite (non “cliente”) che si siede a tavola con l’agricoltore e condivide con lui i suoi prodotti. La specialità sarà la porchetta, piatto ormai difficile da trovare, accompagnata da una buona polenta fatta con la farina di Cerete... Fattoria della Felicità, questo è il nome dell’azienda agricola scelto dai gestori per dare l’idea di un posto dove poter trascorrere una giornata di svago a contatto con la natura e le tradizioni contadine delle nostre valli. In primavera ospiterà le gite scolastiche, con bambini e ragazzi che faranno l’esperienza di assistere alle attività agricole, visitare i boschi e i torrenti di Onore, fare il formaggio, il pane e la marmellata e altre attività ormai poco comuni nelle famiglie moderne... Un posto particolare sarà riservato all’attività coi cavalli: ci sarà la possibilità di far fare piccoli giretti ai bimbi più piccoli e delle semplici lezioni ai più grandi. Potete visitare il sito internet www.fattoriadellafelicita.it e contattare il Dott. Gusmini Stefano (328/68.51.751) o Lanfranchi Elena (340/29.29.037). Oppure semplicemente fare due passi fino alla fattoria e conoscere di persona questa nuova realtà. DAMIANO DILETTI CAMPIONE ITALIANO C.S.I. Si sono svolti il 7/8/9 marzo 2008 a San Martino di Castrozza i campionati italiani C.S.I. di sci alpino. Vi hanno partecipato più di 500 atleti in rappresentanza di dodici Regioni : 19 i comitati e 48 le società presenti . Il Comitato Bergamo si è aggiudicato il Trofeo Superteam risultando campione italiano nella classifica complessiva, precedendo il comitato Reggio Emilia, grazie alle ottime performances degli sciatori degli sci Club Rovetta, Presolana e Sovere. Ha contribuito al successo Diletti Damiano, risultato campione italiano della categoria Ragazzi, atleta di Onore e da sempre componente dello Sci Club Rovetta. Grazie all'ospitalità offertaci dal periodico del Comune di Onore “Voci dal Paese” lo Sci Club Rovetta, complimentandosi con il proprio atleta, formula a tutti i lettori gli auguri di un sereno Natale e prospero Anno Nuovo. Il Presidente Visinoni Claudio Damiano impegnato nello slalom speciale Premiazioni 2 3 IN VALSERIANA E’ COMPARSO IL LUPO Da un anno in Valseriana è comparso il lupo, non spaventiamoci si tratta di un lupo simpatico soprattutto ai bambini è Lupo Alberto. Lupo Alberto è infatti il personaggio rappresentato nel logo della Junior Rugby School. La junior rugby school è in pratica il settore rugby dell’A.s.d. San Lorenzo; circa un anno fa è nata l’idea da parte di due ex giocatori di far conoscere il rugby ai bambini che abitano nei nostri paesi. L’idea sembra sia stata molto apprezzata tanto che è nato un movimento in continua espansione che attualmente coinvolge circa trenta bambini tesserati alla Federazione Italiana Rugby ed iscritti nella società. I piccoli atleti si allenano a Cerete Basso due volte la settimana, il mercoledì sera dalle 18.30 ed il sabato pomeriggio dalle ore 14,30 attualmente a causa dei rigori della stagione stiamo utilizzando la palestra delle scuole di Onore per l’allenamento del mercoledì. L’allenamento serve a preparare i ragazzi alle competizioni che sono dei tornei nei quali si incontrano e si confrontano con bambini di altri club, i tornei sono organizzati in modo che ogni squadra disputa quattro o cinque partite di circa quindici minuti l’una ed alla fine viene stilata una classifica che premia i vincenti. Il tutto si chiude con il famoso terzo tempo dove i bambini mangiano e giocano tutti insieme. I giocatori sono divisi in categorie in base all’anno di nascita, le categorie del minirugby sono Under sette, Under nove, Under undici, Under tredici. Lo scorso 25 maggio si è disputato il primo trofeo Lupo Alberto al quale hanno partecipato dieci società rappresentate da circa 230 bambini, le partite si sono svolte sul bel campo sportivo di Onore all’interno del quale abbiamo realizzato i campi per ogni categoria abbiamo poi terminato la manifestazione al parco comunale di Rovetta con il terzo tempo e la premiazione dei vincitori. La seconda edizione del trofeo è stata programmata per domenica 31 maggio 2009 e visto il successo dello scorso anno, abbiamo deciso di disputare le partite su tre campi, ad Onore giocherà l’under tredici, a Rovetta l’under undici e l’under sette e a Cerete Basso l’under nove ovviamente poi tutti si ritroveranno al parco di Rovetta per il terzo tempo. La Junior Rugby School ha avviato in collaborazione con l’istituto Comprensivo A. Fantoni di Rovetta un progetto rugby per le scuole elementari, gli istruttori abilitati svolgono quattro interventi per ogni classe nelle scuole elementari di Onore, Fino del Monte, Rovetta; durante le lezioni ai ragazzi vengono insegnate le regole fondamentali del rugby attraverso dei giochi e delle staffette che stimolano la motricità dei ragazzi, tutti indistintamente maschi e femmine dimostrano di gradire l’esperienza ed alcuni si iscrivono poi alla società per continuare la pratica del rugby. Chiunque volesse provare l’esperienza del rugby è benvenuto al campo, non serve altro che una tuta da ginnastica e tanta buona volontà! Per maggiori informazioni visitate il sito www.rugbyschool.it dove potrete trovare informazioni e recapiti telefonici o scrivete una e-mail a [email protected] A. Gianoli 2 4 2 5 2 6 Settimana Ciclistica 19 – 27 Settembre 2008 Partecipanti: Mezzi di trasporto: Km totali in bici: Alessio – Aurelio – Domenico - Duilio – Enzo – Fonso - Leonardo – Memo due camper e otto biciclette 455 UMBRIA VENERDÌ 19: Insolita partenza con un solo camper e solo sei partecipanti a causa del matrimonio della figlia di Leonardo: lui e Alessio ci raggiungeranno domenica sera a Gubbio. Il resto del rituale è puntualmente rispettato, si parte di venerdì alle diciassette, e dopo un trasferimento veloce e tranquillo si fissa il primo accampamento a San Piero a Sieve, vicino a Barberino del Mugello. SABATO 20 San Piero a Sieve (Mugello)- Pontassieve – Vallombrosa Km 60 Il cielo è coperto e il meteo non promette bene, ma la temperatura è ancora ottima e non piove: a posteriori avremo modo di verificare che questo sarà l’ultimo respiro tiepido di una calda estate che se ne va proprio mentre arriviamo noi. Ma l’entusiasmo come sempre è alto e siamo talmente “caldi” da non lasciarci intimorire nemmeno dalla pioggerella che comincia a scendere. Si prosegue con il K-way e pian piano ci si inerpica sulle ripide pendici della Riserva Naturale Vallombrosa, nemmeno lontana parente di quella di Rivombrosa. L’acqua è sempre più insistente, e … pure bagnata, ed il freddo sempre più pungente man mano si sale verso i 1000 metri dell’abbazia di Vallombrosa ci spengono tutti i bollori iniziali e ci prosciugano pure le energie: arriviamo all’abbazia in ordine sparso inzuppati, intirizziti e stremati ed oltretutto ci accorgiamo, alla conta, che un altro rituale è stato rigorosamente rispettato: ne abbiamo perso uno, Aurelio. Lui è un tipo che quando fa le cose ci mette impegno e le fa talmente bene che s’è perso alla grande e rintracciarlo in mezzo alla pineta, otto chilometri più in alto, col cellulare che prendeva a fatica, il gasolio del camper che scarseggiava è stato davvero oltremodo avventuroso. Ci ha sostenuti in questa affannosa ricerca il pensiero di non poterlo riportare a Manuela: nessuno avrebbe avuto il coraggio di dirglielo. Senza questo forte stimolo …chissà. E dopo il lieto esito, rifocillati e riscaldati abbiamo proseguito verso Poppi nel Casentino dove ci siamo accampati. DOMENICA 21 Poppi – Bibbiena – Chiusi della Verna – La Verna Km 35 La meteorologia sembra più clemente e ci sono persino ampi spiragli di sole che restituiscono calore al corpo ed allo spirito e, dopo un altro lieve tentativo di Aurelio …di aprire strade nuove, attraversiamo Bibbiena e saliamo ancora verso i 1.130 metri di Chiusi La Verna, dove visitiamo il frequentatissimo convento, uno dei luoghi sacri francescani più venerati perché qui S. Francesco visse per un periodo in una grotta e soprattutto qui ricevette le stigmate. Intanto il tempo si guasta di nuovo e ricomincia a piovere; si pranza in camper e poi ci si sposta fino a Gubbio dove, nella serata ci raggiungono Alessio e Leonardo a bordo del nuovo sfavillante camper. LUNEDÌ 22 Gubbio - Assisi Km 50 La mattinata è dedicata alla visita di Gubbio, una delle più tipiche città medievali umbre, dominata dall’alto dalla Piazza Grande su cui si affaccia l’imponente e merlato Palazzo de Consoli e, ancora più in alto, il Duomo ed il Palazzo Ducale. L’aria è frizzante, ma sembra che per ora sia il sole a prevalere ed iniziamo quindi la nostra tappa in direzione di Assisi caratterizzata da un continuo e sinuoso saliscendi che attraversa piacevoli colline per poi scendere nella grande Valle Umbra in prossimità di Assisi, la patria dello spirito più grande della cristianità, S. Francesco. 2 7 Visitiamo la Basilica di S. Francesco, uno dei più famosi santuari del mondo cristiano, caratterizzato da due basiliche sovrapposte impreziosite dai dipinti di Cimabue e di Giotto (tra cui ventotto affreschi con la vita di S. Francesco). Attraversate le strette e caratteristiche strade del centro visitiamo anche la Chiesa di S. Chiara, ma intanto il tempo si è di nuovo gustato ed arriva ancora la pioggia. Veloce ritirata in camper per una rapida visita alla basilica di S. Maria degli Angeli, della Porziuncola, della cappella del Transito, la cella dove S. Francesco morì, e poi via verso il camping di Bevagna. Bevagna - Montefalco – Bastardo – Gualdo Cattaneo - Bevagna Km 73 Finalmente il sole, anche se con l’aria sempre frizzantina, ci accompagna per tutto il giorno lungo l’anello che attraversa le davvero piacevoli colline della terra del Sagrantino; da Bevagna a Montefalco, Castel Ritaldi, Bastardo e Gualdo Cattaneo fino di nuovo su. Verso il campeggio di Bevagna, raggiungibile con una salita che presente alcuni strappi davvero tremendi che fanno mettere il piede a terra a molti. Bevagna – Foligno – Fonti del Clitunno – Spoleto – Terni Km 92 Ancora accompagnati dal sole ci dirigiamo verso Foligno e ci fermiamo per una breve visita alle Fonti del Clitunno e al suggestivo laghetto che formano. Da qui la bussola punta su Spoleto, città con forte attrazione turistica sia per la ricchezza dei suoi monumenti artistici sia per le diverse manifestazioni culturali che vi si svolgono, soprattutto nello splendido e ormai celebre scenario della piazza del Duomo: qui davvero si comprende come certi spettacoli culturali o musicali vengono impreziositi dalla cornice in cui vengono inseriti. Dopo la visita del ponte, una maestosa costruzione alta circa 80 metri che poggia su imponenti piloni, dall’alto della rocca discendiamo in una cascata di ripide e tortuose viuzze medievali verso il centro moderno e dinamico della città. Qui ha luogo il solito casereccio pranzetto, consumato il quale, non ancora saturi di chilometri, riprendiamo le bici e scollinando il poco impegnativo Valico di Somma piombiamo come siluri su Terni. L’accampamento avviene in un tranquillo campeggio alla periferia di Narni. La giornata finisce però ad Amelia, con una cenetta contenuta, per non dire parca, ma godibilissima in un piacevole agriturismo gestito dall’amica “sarda” di Duilio. Narni – Val Nerina – Preci (Norcia) Km 85 Il risveglio è allietato dal sole, ma già scendendo verso Narni ci rendiamo conto che la temperatura è scesa ulteriormente. Questa cittadina medievale, (Narnia, dal fiume Nahar, il Nera), sorge su uno sperone roccioso dominante da un lato la profonda gola del fiume Nera e dall’altro la pianura ternana. Noi le dedichiamo una brevissima sosta per due fotografie, e poi giù velocemente verso Terni, uno dei più importanti centri industriali dell’Italia centrale per il settore siderurgico, meccanico, chimico e altro: la nostra meta è la Val Nerina, che vogliamo risalire fino a Norcia. La pendenza è dolce ed il fondo valle, costeggiato da diversi piccoli centri abbarbicati sulle fiancate della valle stessa, è pure piacevole e godibile. Purtroppo una lunga galleria non percorribile in bici ci obbliga ad un cambio di tragitto ed allora ci dirigiamo verso Preci, 600 metri s.m., dove troviamo, sempre con qualche difficoltà nel ricompattare il gruppo disperso, un bel campeggio in posizione panoramica. Ci rimane il tempo di raggiungere Norcia, patria di S.Benedetto e s. Scolastica, con il camper, superando la Forca di Ancarano. L’antico centro sabino di Nursia, circondato da mura trecentesche, sorge al limite di un vasto altipiano ed è fondamentalmente una cittadina agricola e commerciale che beneficia però di un ottimo afflusso turistico ed è attrezzata pure per la villeggiatura e gli sport invernali nel parco dei Monti Sibillini. Noi ci soffermiamo soprattutto nella splendida piazza centrale dove si affacciano il duomo, la chiesa di S. Benedetto e la Castellina, un robusto palazzo fortezza con torrioni. Completate le ultime spese in alcuni attraenti ed invitanti negozietti alimentari ritorniamo a Preci per gli ultimi … riti serali, questa volta deliziosi perché impreziositi da una polverina magica chiamata Tartufo. 2 8 Pioggia – Visita di Todi e Perugia Purtroppo oggi giornata completamente piovosa e nebbiosa, che non diventa pure uggiosa perché visitiamo due perle della splendida Umbria:Todi e Perugia. A Todi, situata su una collina che si innalza sulla valle del Tevere, visitiamo, sotto una pioggia incessante che non ci da tregua, la chiesa gotica di S. Fortunato che si erge maestosa alla sommità di un’ampia scalinata e al cui interno vi è la tomba di Jacopone da Todi. Scendiamo poi verso Piazza del Popolo, sulla quale si affacciano il Palazzo dei Priori, i famosi palazzi del Popolo e del Capitano, che uniti formano uno dei più antichi palazzi comunali d’Italia, e in fondo il Duomo. Fuori le mura ammiriamo solitaria l’elegante e armoniosa chiesa di S.Maria della Consolazione, eseguita probabilmente su disegno del Bramante. A Perugia, che pure sorge su un colle dominante la pianura umbra, visitiamo soprattutto il centro storico percorrendo il Corso Vannucci, la principale arteria cittadina ricchissima di palazzi d’epoca, fino al cuore di Perugia, la Piazza IV Novembre, circondata dai monumenti più significativi della città: la Cattedrale di S. Lorenzo e la quattrocentesca Loggia di Braccio Fortebraccio, la Fontana Maggiore, una delle fontane duecentesche più famose d’Italia, ed il superbo e unico Palazzo Comunale o dei Priori. Quando ormai insieme al giorno cessa la pioggia ed appare l’assenteista sole, che timbra il cartellino e si assenta di nuovo per fine turno, noi raggiungiamo Passignano sul lago Trasimeno e qui ci accampiamo. SABATO 27 Giro del Lago Trasimeno (Passignano – Castiglione del Lago) Km 60 Finalmente il sole si muove a pietà nei nostri confronti e, accompagnato dai cugini Vento e Fresco, ci si concede in tutta la sua bellezza per l’ultimo giorno. E’ quel che ci voleva per accompagnarci nel giro del Lago Trasimeno, su strade per lo più poco frequentate ma con scorci panoramici su questa grande e pigra massa d’acqua. Una breve sosta a Castiglione del Lago, il borgo più bello del Lago, da dove diversi anni luce fa iniziò la nostra prima pedalata rosa con meta Assisi: anche allora l’Umbria e soprattutto Assisi ci innaffiarono e ci intirizzirono per bene. Ma noi siam duri e sappiamo reggere e superare anche le avversità e le difficoltà naturali senza serbare rancore. Come si potrebbe d’altronde serbare rancore per una delle terre più belle d’Italia, terra in ogni angolo della quale siamo piacevolmente sospinti “a spasso nel tempo”, terra che ci fa respirare profumi di storia e di religiosità che come spiriti mai cancellati aleggiano e sorvolano costantemente sulla bellezza della sua campagna e dei suoi borghi. Ciao bella Umbria, ci potevi anche trattare meglio, ma noi rimaniamo tuoi estimatori. Memo and the bikers ... E casa Pezzoli si tinge di nerazzurro! Domenica 30 novembre abbiamo festeggiato la vittoria dell’Atalanta contro la Lazio con polenta e brasato insieme con un ospite speciale: il grande massaggiatore della nostra squadra del cuore, Marcello Ginami. Umile e simpatico ci ha svelato alcune curiosità sull’Atalanta e ancora una volta ci siamo resi conto di quanto è bello stare tutti sotto un’unica bandiera: quella nerazzurra, con l’orgoglio forte di essere bergamaschi. Sempre a “crapa alta” e con la dea nel cuore. 2 9 CENTRO TURISTICO GIOVANILE FREE MOUNTAIN Plen air sui monti Orobici… "giochi" nelle quattro stagioni Da un lato i monti della Val Canale, con il Monte Secco e il gruppo dell'Arera; dall'altro lo scoglio della Presolana con l'imponente e vertiginosa parete settentrionale; al centro il Pizzo del Diavolo, del Diavolino, il Poris, lo Scais e il Redorta: meravigliose perle delle Alpi Orobiche, da scoprire con gli sci o a piedi. di Maurizio Arosio Aurelio Messina Donatella Pezzetti Guida Alpina Guida Alpina Accompagnatore di M.Montagna Un obiettivo del CTG FREE MOUNTAIN (il nostro gruppo di volontari professionisti), è quello di far conoscere la natura per rispettarla e creare con essa una simbiosi. La conoscenza porta ad un concetto più volte ribadito ma che non ci stanchiamo di ricordare: “al rispetto ed all'ecologia intelligente, evitando ottusi proibizionismi da una parte e sconsiderati sfruttamenti dall'altra. Significa "giocare" in modo leale, ritrovando le nozioni delle cose semplici, scoprendo l'impegno diretto della volontà, la pienezza della vita "difficile". In essa è possibile ancora, attingere il significato ancestrale, la sostanza genuina dell'esistenza”. Provate a guardare la natura con occhi diversi, in compagnia di chi negli anni ha voluto fare sue le sensazioni e le emozioni vissute in ambienti incontaminati, durante momenti di formazione, studio, lavoro e divertimento. Per noi professionisti della montagna è essenziale partire dall'esplorazione dei luoghi più selvaggi, imperniare "giochi" negli ambienti naturali più diversi, con espressioni a volte inquietanti. L'idea è vincente: si lascia il quotidiano. La nebbia e lo smog della pianura lasciano il posto alla brezza alpina, lo sguardo viene catturato da mille colori. 3 0 La montagna, le sue valli, i suoi dirupi e tutto quello che in essa possiamo trovare ci cattura! Perché? ... E' la "Dimensione montagna" che molti cercano, fatta di contatto con la roccia, l'acqua, la terra sotto i piedi, tra le mani. Fatta di neve e di ghiaccio, di gocce di pioggia sulla pelle. Imparare camminando Conoscere la natura, la nostra terra... Imparare ad osservare gli animali e gli alberi delle nostre valli e dei nostri parchi, per capire la loro vita durante le diverse stagioni; osservare con curiosità le forme del paesaggio, le rocce che la caratterizzano, i torrenti che la modellano; scoprire dove si celano e come si riconoscono i minerali e i fossili, meraviglie del mondo animato che ci raccontano la storia e la evoluzione del nostro Pianeta. Il Pizzo Coca - il Diavolo - il Gleno - lo Scais ... il "Sentiero delle Orobie". Quest'ultimo è un percorso fra i più suggestivi delle Alpi Centrali, che attraversa un territorio alpino ricco di storia, di arte, di usi, di tradizioni. Offre cose meravigliose, panorami superbi, ambienti di rara bellezza, fiori insoliti, laghi alpini quasi nascosti in conche splendide, boschi e pascoli verdissimi, pareti vertiginose, baite di curiosa architettura rustica. Sarebbe sufficiente citare la flora e la fauna per trovare un motivo di sicuro interesse per diventare un visitatore delle Orobie. Il sentiero delle Orobie è un affascinante percorso in quota che collega tutti i rifugi delle Orobie, passando dall'ambiente dolomitico (zona di Val Canale) a quella di alta montagna (Redorta - Coca), per concludersi di nuovo in ambiente dolomitico nella fantastica Presolana, dove troviamo una via ferrata di tutto rispetto che è stata tracciata su un vecchio percorso che collega la zona del Rifugio Albani con il Passo o Cantoniera della Presolana. E' un percorso di inimitabile bellezza, esposto e di grandi soddisfazioni. Infine, sempre parlando di Presolana, non dimentichiamo una piccola opera: la targa opposta alla grotta dei Pagani, cioè alla partenza della via comune per la vetta dell’Occidentale, che ricorda la salita del sac. Prof. Achille Ratti nel 1888. Presolana: giochi verticali "Recupero la corda del mio compagno che sale sfruttando le reglettes della fantastica placca che ora sta sotto i miei piedi. Solo il sole osserva in silenzio le nostra gesta e le ridisegna con un gioco di ombre sulla parete. La valle vive i suoi ritmi regolari, lontana, come se un universo intero ci separasse da essa". La Presolana ha una storia alpinistica di notevole interesse: salita la prima volta dall'ing. Antonio Curò il 3 ottobre 1870, col cugino Federico Frizzoni e la guida Carlo Medici di Castione. Da questa data fino a circa il 1920, numerose e belle imprese furono compiute lungo i suoi fianchi e per le sue creste. Tra il 1920 e il 1930 belle e difficili salite vennero effettuate sulle sue pareti ed ebbero il culmine con la vittoria lungo lo spigolo nord-ovest della Presolana Occidentale, per opera di Ettore Castiglioni, Celso Gilberti e Vitale Bramani. "La via è bellissima e di una logica eccezionale: è decisamente il limite massimo delle difficoltà toccate in Presolana e uno dei primi 6° grado delle intere Prealpi Lombarde. L'esplorazione continua, il livello si innalza e "nascono" così belli e difficili itinerari sia sul versante Nord sia Sud, sino ad arrivare agli ultimi anni, caratterizzati dal free-climbing e da salite di carattere anche sportivo. Qualcuno ha posto con questa epoca fine alla fase di esplorazione e di conquista in Presolana, affermando: “la partita è chiusa e si va alla ricerca di minute cose”. Non siamo d'accordo, molto belle e valide vie sono state aperte, l'esplorazione è continuata, può e deve continuare! 3 1 Dal diario di Maurizio A. in occasione dell'apertura della via Fantasia d'autunno: " ...abbiamo la sensazione, Aurelio, compagno di cordata ed io, di essere " tagliati fuori" dal resto del mondo. Ci viene istintivo respirare a pieni polmoni... Eccoci arrivati alla parete, la salita ora continua per la verticale croda. Le mani cercano qualcosa a cui stringersi attorno; i piedi si appoggiano a minuscole asperità del bel calcare grigio che pare voglia offrirci passi di danza e ... tutt'intorno è musica: musica di colori, di silenzio. Fatti parecchi tratti di roccia... prepariamo il bivacco. Scaldiamo subito un buon tè e non smettiamo di essere spettatori di ciò che ci circonda; sono le stelle che nel cielo ormai la fanno da padrone, tutto è meraviglioso... Siamo immersi nei nostri pensieri: in queste notti è praticamente impossibile dormire, allora i pensieri corrono; pensi al comodo letto, mi scorrono innanzi agli occhi il volto di mia figlia Elena e di mia moglie Donatella, il lavoro e molte altre cose logiche e/o illogiche... E' ormai pomeriggio, le giornate sono molto corte, temiamo per un attimo un secondo bivacco in parete. Ma eccoci sulla cresta... sono le ore 16 dell'8 dicembre, festa dell'Immacolata. Viviamo ora i momenti che non possono più essere dimenticati. La nostra gioia è immensa, tutto ci sembra molto bello, anche il freddo che ormai si fa sentire. La mente si apre alla fantasia... una "Fantasia d'autunno". Sci alpinismo (Val Sanguigna) Tra i tanti sport della montagna, lo scialpinismo si distingue un po' dagli altri, infatti oltre al contatto con il cielo e la terra, si aggiunge la presenza della neve. La neve è poesia, è magia; tanto hanno scritto di lei scrittori e poeti, ma troppo spesso ci dimentichiamo che è anche una materia che vive, che cambia e che in certi casi può costituire una trappola. La neve dobbiamo imparare a conoscerla: per fare lo scialpinismo occorre scoprire i segreti di questa materia misteriosa, bianca e fredda. Osservando attentamente la neve, possiamo individuarne numerose sfumature di colore, aspetti diversi; toccando la neve proviamo sensazioni diverse in funzione del tipo di cristalli che la compongono: la neve può essere dura, crostosa, farinosa, bagnata. Non pensiamo allo scialpinismo come ad un'attività semplice: non pensiamo che l'avere imparato a sistemare le pelli sotto le solette degli sci, o girare in qualsiasi neve senza cadere significa essere degli "arrivati". Innanzitutto, mettiamoci in situazione di ascolto, perché un ruolo fondamentale viene giocato da "coloro che sanno", cioè da coloro che conoscono bene la montagna invernale, la sanno ascoltare, leggere, l'hanno frequentata e studiata. Inoltre lo scialpinismo può essere un modo di vedere, un modi di vivere e di essere. Gaston Rebuffat scrisse: "L'importante è l'uomo che nasce durante l'ascensione". 3 2 Una proposta che ben si presta ad assaporare quest'altra dimensione dello scialpinismo, che ci permette di entrare in un mondo magico, diventare un pellegrino delle nevi, dove il cronometro non conta, è l'anello che salendo la Val Sanguigna scende poi nuovamente a Valgoglio lungo il sentiero n° 228. Partendo da Valgoglio si seguono le indicazioni per il Rifugio Gianpace, quindi con percorso in fondovalle abbastanza pianeggiante si oltrepassano le baite Salina. Con moderata pendenza ci si innalza verso la Baita Prespone, senza intaccare i ripidi pendii del Monte Pradella (sulla sx orografica). Per pendii molto più erti si raggiunge il Passo di Valsanguigna nord a quota 2.380 m. Lasciando il Pizzo Farno alle nostre spalle, ci muoviamo in direzione nord-est verso il Passo Aviasco, m. 2.289; se le condizioni del manto nevose sono pericolose è consigliabile scendere dal Passo omonimo al Lago Colombo (direzione nord-ovest) a m.2.046 e da qui risalire al Passo Aviasco (si scende di 334 m. e si risale di 243 m.). Puntando decisamente ad est, si scende al Lago di Aviasco e al Lago Nero fino a raggiungere la Capanna Giulia Maria. Con bella e costante discesa si guadagna nuovamente Valgoglio, punto di partenza e quindi d'arrivo di questo bello e selvaggio tour. Ice climbing Quando viene l'inverno, tutte le cascate si fermano ed il ghiaccio disegna nastri lucenti. L'immensa varietà di strutture glaciali delle nostre vallate, ci offrirà la possibilità di lanciarci tutti insieme alla ricerca dell'effimero. Non è certamente difficile farsi attrarre da questi strani ruscelli che la natura e i suoi elementi atmosferici, d'inverno, fanno diventare come piste da bob più o meno inclinate, verticali e a volte strapiombanti. Qui nulla è sistematico, tutto è adattamento. Ogni ancoraggio è diverso: "qui aggancio, là pianto violentemente, ora devo essere leggero, appena più in là calcio con il rampone e al passo successivo lo appoggio appena; un assortimento di gesti dal quale attingo man mano quello che trovo più adatto, cercando il più grande possibile, il più infinito". Occorre molta determinazione e convinzione per scalare sul ghiaccio, una buona preparazione fisica ma soprattutto un repertorio gestuale relativamente completo. Arrampicare su ghiaccio una volta era sinonimo di freddo, ora sembra sinonimo di stile. Attenzione tuttavia: non è facile capire l'elemento ghiaccio. Si può essere un eccellente arrampicatore su roccia e un mediocre sul ghiaccio se questo non ha esercitato su di noi la magia, il fascino e la tensione estetica che ci permettono di affrontarlo con il dovuto modo. Non vogliamo in questa occasione presentare un itinerario o, una cascata particolare, ma invitarvi solo a guardare questi nastri lucenti (in Valcanale, in alta Val Seriana, lungo la Via Mala piuttosto che in Valle del Vò) con occhio più attento: sicuramente la loro forza di attrazione vi coinvolgerà. Un ultimo invito, a costo di sembrare retorici: guardiamoci sempre attorno, la natura ha sempre qualcosa da dirci ed insegnarci e, un nostro impegno sarà di aiutarvi a diventare degli alpinisti coscienti, capaci di sopravvivere e che amiate la montagna come un mezzo per crescere, mai come un altare. Informazioni utili: per conoscere il periodo migliore per affrontare questa avventura; per sapere le condizioni meteorologiche della montagna; per godere di tutte queste bellezze naturali in massima sicurezza rivolgiti a: CTG Free Mountain, tel. – 338.5261583 – 333.8634228 – E-mail: [email protected] Indirizzo internet: www.freemountain.it 3 3 12 luglio 2008 Finalmente anche ad Onore è stato inaugurato il PARCO AVVENTURA È un centro sportivo dove si vivono le emozionanti sensazioni del tarzaning, il nuovo sport che sta riscuotendo grosso successo in tutta Europa. I Parchi Avventura o TREE ADVENTURE sono percorsi acrobatici tra gli alberi realizzati con piattaforme aeree in legno a diverse altezze collegate tra loro da ponti Tibetani, Nepalesi, passerelle di tronchetti, reti ecc. da percorrere sempre ancorati al cavo di sicurezza ed obbligatoriamente con equipaggiamento di sicurezza DPI (Imbrago, Longe, Carrucole, Moschettoni, Casco e Guanti). EQUILIBRIO, CONCENTRAZIONE, CORAGGIO E UN PÒ DI FISICITÀ SONO COMPONENTI INDISPENSABILI. Una fase dell’inaugurazione del nuovo centro, (da sinistra) Maurizio Arosio, il Sindaco Gianpietro Schiavi e il Presidente della Provincia di Bergamo Valerio Bettoni. MA…ad Onore, invece degli alberi ci sono pali in legno lamellare, MA…, e…, soprattutto, una parte si sviluppa su ROCCIA, raggiungendo altezze anche di 20 metri. Attraverso una serie di passaggi avventurosi e giochi sospesi si passa da una piattaforma all’altra, sempre in massima sicurezza, assicurati ad un cavo d’acciaio tramite una “double longe” ed un imbrago che verranno forniti da personale qualificato che provvederà ad un briefing iniziale prima di accedere alla struttura. Nel Parco Avventura, con passaggi più o meno impegnativi, si sale e si scende, aumentando l’ adrenalina nel sangue, si impara ad avanzare in sicurezza su percorsi acrobatici ad altezza a volte mozzafiato. MA… si può anche imparare ad orientarsi con cartina e bussola, E… essere guidato in escursioni fantastiche E… nello stesso tempo fare educazione ambientale E… arrampicare con corda, scarpette, rinvii, in percorsi che solo qualche ora prima nemmeno riuscivi ad immaginare E… sempre con istruttori qualificati. I programmi “ CTG FREE MOUNTAIN ” forniscono un potente strumento dove l’equilibrio, la capacità di concentrazione, la coordinazione e in parte anche la forza sono elementi indispensabili. 3 4 Il Parco Avventura, insieme al RIFUGIO FREE MOUNTAIN, capace di ospitare fino a venti persone per più giorni, consente a bambini, ragazzi e adulti di riconciliarsi con la natura, di evadere dal quotidiano, di provare l’emozione dell’avventura e la gioia di stare tra amici o in famiglia proponendo nuove forme di divertimento e svago naturali ed ecocompatibili in totale sicurezza. INOLTRE, forniscono un potente strumento per la crescita e lo sviluppo di quello spirito di aggregazione così importante per una collaborazione più attiva nell’ambiente di lavoro, oggi particolarmente preziosa. I partecipanti saranno coinvolti in attività avventurose combinate ad esercizi di collaborazione interpersonale disponibili in varie soluzioni sempre in condizioni di massima sicurezza team-individuo competizione-supporto reciproco intuizione-abilita’ divertimento-sfida I nostri programmi CTG Free Mountain, sono stati sviluppati per promuovere le aree “chiave” della: comunicazione collaborazione apprendimento di nuove competenze fiducia autostima innovazione esperienza E’ accessibile a tutti, bambini e adulti, soli, in famiglia o in gruppo. Non occorre alcun tipo di capacità tecnica, solo voglia di divertirsi in un ambiente sano a contatto con un bellissimo ambiente di montagna. Il Parco Avventura è aperto da Aprile ad Ottobre con le seguenti modalità: Mesi di Aprile- Maggio - Ottobre: tutte le domeniche ed i giorni festivi dalle ore 10 Mesi di Giugno – Settembre: aperti il sabato dalle ore 14,30 e tutte le domeniche dalle ore 10 Mese di Luglio: aperti il sabato e la domenica dalle ore 10 Mese di Agosto: aperti da giovedì a domenica dalle ore 10 Ultimo ingresso sempre alle ore 17,30 - Mese di ottobre alle ore 15 Durante tutto l’anno si apre nei giorni feriali unicamente a gruppi, solo su prenotazione e con orari da concordare. Per informazioni chiama al 338.5261583 – 333.8634228 Il CTG FREE MOUNTAIN AUGURA A TUTTI BUONE FESTE 3 5 Spazio Sociale I Componenti della CARITAS Internazionale Augurano a Tutti, ma soprattutto agli Anziani, ai Malati e ai Soli un Santo Natale nel Signore ... Il Natale è una rivoluzione... Tutti gli anni mi dico: basta con questo Natale di alberi, di vetrine illuminate, di presepi, di pranzi con i parenti. Poi l’anno dopo, non c’è niente da fare, il clima Natalizio ci riprende. Quello che capita a me succede a tutti, tutto si è ridotto a festa consumistica spreco di cibo regali inutili. Certo non è bello festeggiare Gesù che nasce povero con sprechi d’ogni tipo. Speriamo che il Natale ci faccia vergognare dello spreco, delle differenze a chi ne ha troppo e chi ha troppo poco, dei malati dimenticati, degli anziani abbandonati. Ho sentito un Prete che diceva che bisognerebbe tornare al Natale dei primi cristiani. E perché mai? Lo Spirito Santo non si è mica fermato al 336 dopo Cristo! La fede non è una statua antica da mettere in un museo. In San Francesco agiva lo stesso Spirito di oggi. Il significato profondo del Natale è proprio questo, la fede deve nascere continuamente nel nostro cuore nella storia di ogni uomo. Certo non si può impedire al mondo di festeggiare, ma come? Se pensiamo a questo avvenimento unico e irripetibile: il Figlio di Dio diventa uomo come me, come noi! Siamo sempre affannati per i soldi, per le carriere, per la macchina, per le cose più lussuose, per le bellezze del corpo, perché pensiamo che queste cose ci facciano diventare più importanti, conseguenza, la vita diventa guerra gli uni contro gli altri. Il Natale vuole ricordarci questo: l’uomo è importante anche se è brutto, piccolo, nudo, povero perché è fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Gesù l’ha fatto, è venuto tra noi nelle più povere delle condizioni e ha detto agli uomini: “Eccomi qua, io so fare a meno delle cose che vi affannano tanto. Se volete potete riuscire anche voi!” Auguri a tutti per un Santo Natale ... Un amica Mettersi in Gioco attraverso un Mercatino per tessere Relazioni ... È nelle relazioni che nasce la vita, è nelle relazioni che s’impara il “gusto” del fare solidarietà. Si impara a costruire i legami, di conseguenza a scoprire giorno dopo giorno la cultura del dare di sé. Le perle preziose del nostro mercatino quest’anno sono stati i bambini, che con il loro sorriso le loro innocenze e generosità ci hanno riempito il cuore di gioia. È stata una gioia e un esempio, ogni giorno arrivava un bambino con una borsa di giocattoli per i bambini poveri. Grazie bambini per il dono del vostro cuore, e della vostra innocenza. Quest’anno a Suor Francesca hanno regalato tanto vestiario della “Beta” che è stato un richiamo per il nostro mercatino e la roba è andata a ruba. La paura della crisi aveva creato anche in noi un po’ di pessimismo, che è andato piano piano scomparendo di giorno in giorno. Come avete letto su L’Eco di Bergamo quest’anno c’è stata la novità del Malawi, perché abbiamo in paese un volontario Alessandro Scandella che è appena tornato, è stata per lui un esperienza molto positiva e travolgente. Abbiamo pensato di dare un contributo anche a questa missione. Il tempo scorre veloce e così anche quest’anno a malincuore è finito il nostro mercatino, ma nel cuore è rimasta l’esperienza vissuta di tante relazioni nuove, di tanta generosità e fraternità. Ora come sempre, desideriamo farvi sapere il risultato del nostro (nelle foto Alessandro impegnato in Malawi) mercatino. € 10.200,00 così suddivisi: € 4.500,00 consegnati al Parroco Don Antonio; € 3.500,00 consegnati a Suor Francesca; € 2.200 consegnati a Don Mario per il Malawi. Desidero ringraziare tutti di vero cuore soprattutto le persone che con me hanno condiviso quest’avventura. Ci siamo ritrovati con il parroco per una meritata pizza. Per tutte: Rosalba. Roma, 27.08.2008 Carissima Suor Francesca Con grande gioia e sorpresa ho ricevuto il tuo biglietto e la generosa offerta della gente del tuo Paese a favore del popolo Eritreo. Questo gesto è stato un segno visibile per me della Provvidenza di Dio e come Lui segua i suoi poveri ispirando persone generose, che noi non conosciamo. Veramente il nostro Dio è grande e che ci sono tante persone sensibili verso i bisogni di fratelli e sorelle che stanno lontano. Ti chiedo il favore di ringraziare per noi le persone che hanno pensato alla nostra gente. Rassicurali delle nostre preghiere e dì loro che tante famiglie povere saranno beneficate con tale offerta che si è trasformata in speranza e solidarietà. Grazie di cuore anche a te. Madre Provinciale delle Suore Francescane 3 6 Anniversari e Ricorrenze ARMIDA E LUIGI, sessanta ANNI INSIEME! Il 7 di febbraio del 2008 Armida Toninelli e Luigi Ferrari, residenti in Ombregno, hanno compiuto sessant’anni di matrimonio insieme, passati condividendo tutte le scelte che la vita ha posto loro, insieme. Hanno cresciuto una famiglia di sei figli, insieme. Hanno cambiato case, lavoro, territorio, per seguire le necessità della famiglia, sempre insieme. Hanno costruito una casa nuova dove ora vivono, insieme. Hanno contribuito ad aiutare gli altri, come volontari crocerossini, insieme. Hanno assistito anche tanti ammalati, insieme. Hanno pregato e pregano tanto per il mondo intero, insieme. Hanno pianto la perdita di un figlio di vent’anni, insieme. Hanno coccolato e coccolano nipoti e pronipoti, insieme. Hanno vissuto e vivono insieme ogni momento della giornata, sapendo di essere l’uno il sostegno dell’altro e continuando a vivere secondo criteri di grande onestà morale, di sensibilità verso chi ha bisogno, di amore per il prossimo. Sono una coppia eccezionale, che ha vissuto una vita non facile ma bella, piena di tutto: soddisfazioni e dolori, sempre vissuti e condivisi INSIEME. COMPLIMENTI!!! Siete un esempio per tutti. Perché INSIEME si può affrontare tutto. INSIEME. 25° di Matrimonio Due coppie di Onore e una loro coppia di amici veneziani hanno festeggiato il 25° di matrimonio con una crociera. Auguri ed arrivederci al prossimo traguardo. 3 7 Anniversario di Matrimonio Comunitario Il 16 novembre u.s., la nostra Comunità si è ritrovata in Parrocchia per la celebrazione della festa degli anniversari, dove tutte le coppie interessate hanno partecipato alla funzione della S. Messa e hanno riconfermato il loro sì. La festa si è poi conclusa al ristorante Centro Sportivo dove tutti insieme hanno trascorso una giornata in allegria e spensieratezza. Grazie a tutti e soprattutto a Don Antonio ed alle organizzatrici di questa simpatica tradizione e ... arrivederci al prossimo anno. I nostri primi quarant’anni No, non vogliamo copiare la contessa, scrivendo un libro sulle nostre gesta in questi primi quaranta anni di vita... Però ci siamo fermati un attimo a pensare, in questi giorni che la data fatidica si stava avvicinando. A pensare a quante cose abbiamo fatto e quante ancora ne restano da fare.. a quante belle persone abbiamo conosciuto nel corso di questi anni.. a quante di queste si siano fermate accanto a noi e a quante si siano perse, selezionate dagli eventi e dal corso della vita che ci porta prima o poi a fare delle scelte e a scegliere sempre e solo per il nostro bene... e perché no, anche per quello degli altri. Di sbagli ne abbiamo fatti anche noi, tanti … ma forse non abbastanza perché ci sentiamo ancora ragazzini! Spensierati qualche volta ... a volte donne o uomini maturi e stanchi ... delusi, in certe circostanze dalla vita. Ma poi ci guardiamo intorno e vediamo persone che più di noi hanno problemi, soffrono per affetti mancanti e malattie ... allora a testa alta prendiamo la vita di petto, affrontiamo i problemi e ci diciamo: siamo stati fortunati fino ad ora! Auguri ragazzi del 68 e … ai prossimi! 3 8 GRANDE INPERPRETAZIONE ONORE AL C.R.E. DI ROVETTA DEI GENITORI DI In otto, fra mamme e papà, hanno accettato con entusiasmo la sfida lanciata dal C.R.E. ai genitori. Si sono presentati con ben due spettacoli: “Heather Parisi e i gemelli diversi” e “L’era prope bràa”. Si sono ritrovati ogni sera per ben quindici giorni provando e riprovando le scene da interpretare davanti al vasto e critico pubblico di Rovetta. Il risultato è stato soddisfacente e il divertimento unico e indescrivibile. Per l’anno prossimo, sono fiduciosi in una partecipazione più numerosa dei genitori a questa manifestazione emozionante e positiva soprattutto per i propri figli. Ciao e Buone Feste a tutti Milena, Ornella, Anna, Sonia, Nicoletta. Raffaella e i grandi Benny e Daniele Una foto di una festa a Righenzolo di alcuni anni fa. 3 9 40° Anniversario ditta MI.CO S.R.L. In occasione del 40° anniversario della ditta MI.CO. S.r.l., il sig. Schiavi Raimondo, titolare dell’azienda, ha desiderato ringraziare il proprio personale e collaboratori con le rispettive famiglie, organizzando una gita ricca di sorprese nel suggestivo scenario del lago di Como. La gita è iniziata costeggiando la splendida sponda occidentale da Cernobbio a Tremezzo con un’imbarcazione privata potendo così ammirare le maestose ville settecentesche immerse in parchi e giardini unici nella loro realizzazione. A seguire sosta nella cittadina di Bellagio, quale perla del lago, il tutto accompagnati da una guida turistica locale. Caratteristico pranzo alla “Locanda dell’isola Comacina” con finale “Rito del fuoco” in memoria della sconsacrazione dell’isola ed infine visita al più apprezzato museo botanico del Lario di Villa Carlotta. A grande sorpresa il rientro è stato allietato dal corpo bandistico di Rovetta con rinfresco presso lo stabile dell’azienda terminando poi la giornata con una cena al Ristorante Pizzeria del Centro Sportivo di Onore. Alla ditta MI.CO. ed in particolare al titolare Raimondo Schiavi, giungano i migliori auguri e congratulazioni con l’auspicio di una proficua continuazione dell’opera iniziata quarant’anni fa. 4 0 Immagini d’altri tempi … a Voi il compito di riconoscerli … 4 1 LA VOCE DEGLI ALPINI ADUNATA 11 maggio 2008 Bassano, dodici ore di gloria: grazie alpini! INDIMENTICABILE. Le strade di Bassano gremite di gente sin dalle prime ore del mattino. Il corteo multicolore ha sfilato preceduto dalla fanfara della Brigata Julia e dai militari in armi del glorioso Battaglione Bassano. Grande domenica. Forti emozioni. Lacrime e applausi. Un “muro” di persone lungo tutto il percorso della sfilata. Gli onori al labaro dell’ANA e ai gonfaloni decorati. Poi i reduci, le delegazioni estere e tutte le sezioni italiane. Che spettacolo la “carica” degli ottanta mila! Strappano applausi le sezioni dall’estero. La festa sigilla il legame indissolubile fra le penne nere e la città del Grappa. All’alba, con le note della fanfara della Brigata alpina Julia, inizia quello che sarà destinato a diventare subito un evento irripetibile. Trentatré e scoppia l’applauso. Gli onori alla bandiera di guerra del 7° con l’Inno di Mameli, poi i reparti hanno marciato lungo viale Venezia. Gruppo ANA di Onore: PRESENTE! 90° Anniversario della fine della 1^ guerra mondiale Nell’anniversario del 4 novembre, spostato ormai da alcuni anni la domenica più vicina, la nostra comunità ha ricordato i propri caduti di tutte le guerre posando la corona di alloro al monumento e con un momento di preghiera collettivo. Quest’anno inoltre, il gruppo alpini di Onore, aderendo alla proposta dell’Associazione nazionale alpini, ha invitato tutti al monumento dei caduti anche la sera del 3 novembre, ricorrenza del 90^ anniversario del termine della 1^ guerra mondiale, per ricordare i caduti e unirsi in una preghiera per la pace nel mondo. La serata era davvero pessima, all’ora convenuta pioveva a dirotto e l’idea di uscire da casa era effettivamente scoraggiante ma un gruppetto di persone si è riunito per una breve riflessione e preghiera. È stata un’occasione per “fare memoria”, non per celebrare eroismi, perché nella memoria possiamo trovare la via del dialogo, del confronto, della trattativa, come unici strumenti preziosi nel risolvere i contenziosi umani di oggi. 4 2 Un’altra importante opera portata a termine dal Gruppo ANA insieme ad altri Volontari di Onore La sistemazione del piazzale della Scuola dell’Infanzia Papa Giovanni XXIII Nel mese di Giugno il Sig. Sindaco ci chiedeva se c’era la disponibilità di collaborare alla risistemazione del piazzale della Scuola Materna. Fatta una riunione tra noi per sentire un po’ il parere di tutti si decideva di accettare l’invito del Sindaco e dopo aver fatto un sopralluogo, studiato gli elaborati dell’Arch. Oprandi, apportate le dovute varianti nel mese di agosto si iniziavano i lavori. Lavori che si sono protratti per alcune settimane. Sotto il cocente sole ferragostano i lavori procedevano a buon ritmo e col plauso anche dei numerosi visitatori. Il nostro folto gruppo incurante dell’afa e del caldo torrido portava a termine i lavori in tempi incredibili. Per festeggiare i lavori svolti ci siamo trovati una sera di settembre a Valzurio per una conviviale cena presente il Sig. Parroco Presidente della Scuola Materna con il suo Legale rappresentante, i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, alpini e non alpini che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. Anche questa bellissima realizzazione resterà nella storia del paese come esempio di collaborazione e di impegno del Gruppo Ana e altri volenterosi volontari di Onore. 4 3 Nuovi Arrivi Mattia Schiavi 27-06-2008 Andrea Borlini 14-04-2008 Gianni Julian Jaworek 04-09-2008 Denis Abbadini 06-10-2008 Silvia Carrara 12-07-2008 Leonardo Savoldelli 30-09-2008 Malak Benhmidou 01-04-2008 4 4 Lisa Bettineschi 23-11-2008 Accade in Comune “La Casa Comune” Nel mese di novembre abbiamo cominciato a far vivere la nuova “Casa Comune”, il centro polivalente che abbiamo realizzato nel piazzale delle scuole elementari. Le finalità che ci hanno portato a decidere quattro anni fa sull’edificazione e localizzazione di questa nuova struttura le avevamo spiegate in un’assemblea pubblica e anche su questo periodico per raggiungere tutti gli onoresi e anche i nostri emigranti. Ora, brevemente, vogliamo ricordare che il progetto si è sviluppato per esigenze di nuovi spazi e di ammodernamento delle strutture comunali esistenti. L’occasione, poi, era ottima per riunire tutto quello che il Comune offriva ai propri cittadini e ospiti: uffici comunali, biblioteca, sportello bancario, ambulatorio, sala conferenze, sede per le associazioni, piazzale attrezzato per feste e manifestazioni. Dopo tre anni di lavori (lo sbancamento per gettare le fondamenta è cominciato nel gennaio 2006) adesso la struttura è pronta. Già quest’estate abbiamo vissuto il porticato per le manifestazioni estive organizzate dalle varie associazioni. Al posto della struttura in tubolari di ferro e lamiera che veniva montata e smontata ad ogni stagione estiva e che, durante una tromba d’aria, aveva provocato dei danni fortunatamente solo a cose, adesso c’è un porticato pavimentato in porfido e con gli impianti d’illuminazione ed acustico incassati nel controsoffitto. Lo stesso sito è inoltre utilizzato per i commercianti ambulanti che allestiscono il mercato settimanale. Internamente il primo servizio che è stato attivato è lo sportello di tesoreria che si trova al piano seminterrato nelle vicinanze del parco pubblico. Gradita novità è l’attivazione del servizio Bancomat che consente a tutta la popolazione e agli ospiti vacanzieri di non dover andare a Rovetta o Clusone per prelevare le banconote. Con il mese di dicembre sono stati trasferiti gli uffici comunali ubicati al primo piano. Sono stati realizzati con la logica di dare un servizio puntuale e più confortevole: infatti il vecchio bancone è stato sostituito da scrivanie che consentono al cittadino di sedersi e dialogare con il “collaboratore comunale” con maggiore comfort rispetto a quanto avveniva sino ad oggi. La realizzazione della sala giunta e di altri due ambienti autonomi risponde a una carenza di spazi evidenziata nell'occasione in cui il cittadino si trova nella necessità di esporre problemi ed esigenze di carattere personale che non devono diventare di dominio pubblico. Sempre a dicembre è stato trasferito l’ambulatorio medico che si trova al piano seminterrato di fronte al piazzale della scuola materna. Anche in questo caso abbiamo puntato su un ambiente confortevole, spazioso e per garantire il massimo di riservatezza è stato predisposto un impianto radiofonico che farà da sottofondo in sala d’attesa. Dopo l’ambulatorio sarà la volta della sede per le associazioni che verrà situata a piano terra a fianco del centro anziani (di cui parliamo in un altro articolo). In questo ambiente troveranno posto le associazioni che non hanno una propria sede autonoma e tutti quei gruppi di persone che si trovano per condividere hobby, imparare arti e mestieri o che semplicemente voglio incontrarsi per approfondire qualche tematica particolare. Nei mesi di gennaio/febbraio toccherà alla biblioteca, lo sforzo che l’amministrazione comunale ha messo nel realizzare questo ambiente vuole essere la dimostrazione di quanta importanza diamo a questo servizio: la conoscenza e la cultura aiutano a crescere meglio. Al piano primo (di fronte agli uffici comunali) c’è l’ingresso con la reception e il settore bambini e ragazzi. Nel piano secondo trovano spazio gli adulti oltre un ambiente riservato per lo studio con computer e accesso a internet. Per esigenze di sicurezza e recependo le indicazioni della legge sulla privacy, un software registrerà tutti gli accessi al fine di identificare chi utilizza questo servizio in modo improprio. Per finire attiveremo la sala conferenze che è stata localizzata al piano seminterrato e che vedrà lo svolgimento non solo dei consigli comunali ma anche di riunioni, conferenze e tutti quegli incontri promossi dall’amministrazione comunale o dalle nostre associazioni. La parola passa alla popolazione: dopo questi anni nei quali abbiamo costruito l’involucro ora spetta a tutti farlo vivere. Ognuno è chiamato a portare le proprie idee e le proprie aspettative. Quanto è stato fatto è inutile se non riusciremo ad animarlo con il nostro impegno e la nostra disponibilità. 4 5 PARCO S. ANTONIO PREGU Nel mese di agosto sono terminati i lavori di riqualificazione del parco S. Antonio Pregu realizzati dal Consorzio Forestale Presolana. L’intervento ha riguardato la realizzazione di percorsi pedonali con pietre annegate nel calcestruzzo che collegano la parte alta che si raggiunge da via Fantoni o dalla passeggiata di via Rovena con la parte bassa che si raggiunge da via Corni (di prossima apertura). Sulla parte alta sono state realizzate tre sedute due delle quali coperte, è stata aggiunta una fontanella e una zona di sosta a semicerchio proprio di fronte alla cappelletta di S. Antonio che servirà per chi alla passeggiata unisce un momento di preghiera. La riqualificazione del parco è continuata con la piantumazione di diverse essenze arboree autoctone (frassino, ontano, acero) che in base alle stagioni coloreranno l’ambiente in modi differenti. La scarpata che si affaccia sul torrente Gera, nel mese di aprile, è stata oggetto di piantumazione da parte dei bambini della scuola primaria nell’ambito della festa dell’albero che da decenni è un momento di incontro fra i bambini e l’ambiente dove vivono. Il costo complessivo della riqualificazione è stato di euro 74.000 dei quali euro 25.000 avuti come contributo dalla R.L. sulla legge 10 e il resto con mezzi propri. CENTRO ANZIANI: ELETTO IL DIRETTIVO In data 6 dicembre si sono svolte le elezioni del consiglio direttivo del centro anziani. Gli aventi diritto erano 267, in altre parole tutti i residenti che hanno compiuto i 55 anni e i votanti sono stati 65. Ogni votante poteva esprimere fino a un massimo di 3 preferenze e al termine dello scrutinio sono risultati eletti i signori: Scandella Gianbattista, Scandella Enrico detto Rico, Canova Guglielma detta Mina, Altini Gian Mario, Laguna Venanzio Augusto, Schiavi Graziella e Schiavi Ferruccio. I componenti del direttivo sceglieranno poi al loro interno il Presidente, che avrà il compito di coordinare l’apertura del centro anziani e stilare uno statuto della neonata associazione anziani che sarà alla base delle attività della struttura. Gli ambienti sono stati realizzati a piano terra del nuovo centro polivalente e ora, con le indicazioni del direttivo neoeletto, l’amministrazione comunale provvederà ad arredare l’ambiente. L’autonomia del direttivo nei confronti dell’amministrazione comunale è effettiva in quanto tutti i componenti del direttivo sono stati votati dagli aventi diritto. Al Presidente, al direttivo ed ai componenti della nuova associazione vanno gli auguri dell’amministrazione comunale che crede fermamente nell’importanza di questa nuova realtà che non potrà che portare un contributo importante alla vita sociale della nostra comunità. Gli orari di apertura e l’elenco delle attività proposte dal centro anziani saranno pubblicizzate non appena definite. PIAZZA POZZO Da quest'estate la piazza pozzo è tornata ad essere a misura d'uomo. La riqualificazione, prevista nell'ambito del piano integrato d'intervento “contrada Pozzo”, ha migliorato l'aspetto estetico con la nuova pavimentazione in lastre di pietra, la valorizzazione degli edifici prospicienti, l'inserimento della nuova area di incontro con una struttura coperta e il posizionamento di una vasca che richiama gli antichi lavatoi. La scelta dell'amministrazione di inibire l'utilizzo a parcheggio della piazza, ha consentito ad adulti e bambini di riappropriarsi degli spazi dedicati all'incontro e di ritrovare momenti di socializzazione che erano negati dalla presenza delle automobili. I lavori della piazza sono terminati nei tempi previsti ovvero nel mese di giugno: questa è la dimostrazione che sia il privato, che ha avuto l'onere di realizzare le opere di carattere pubblico, che l'amministrazione comunale hanno collaborato fattivamente centrando l'obiettivo della riapertura della piazza per la stagione estiva. Intanto i lavori ultimativi delle aree adiacenti la piazza principale sono ripresi dal mese di ottobre e termineranno entro l'estate. Non nascondiamo che i lavori hanno comportato dei disagi ai residenti e alle attività commerciali, tuttavia risultavano necessari per avere un risultato finale certamente di indubbia qualità architettonica che ci consegna una contrada messa a nuovo in cui sarà più piacevole vivere e abitare. 4 6 L’angolo dei ricordi Caro nonno Giovanni e nonna Caterina ogni giorno siete nei miei pensieri e più il tempo passa più mi rendo conto della vostra mancanza, del vuoto che è rimasto. È difficile perdere una persona cara, ma perdervi entrambi nel giro di tre mesi è ancora più dura, soprattutto dopo aver passato insieme a voi diciotto anni della mia vita... Grazie! È questa la parola che vi direi se potessi ricedervi anche solo per un attimo. Grazie per avermi accompagnata nella mia crescita, grazie per avermi insegnato a vivere nella semplicità, grazie per avermi fatto amare la natura e gli animali della nostra fattoria, grazie per avermi fatto scoprire il dialetto bergamasco che mi piace tanto e per avermi raccontato tutte le storie della vostra giovinezza, alcune delle quali molto belle, come quella ad esempio di quando vi siete conosciuti, altre molto tristi, come quella della malattia della nonna. Sono tante difficoltà che avete dovuto affrontare, a cominciare con il lavoro con le mucche, che vi assorbiva tutto il giorno, tutti i giorni per tutto l’anno. Ma siete sempre stati forti e vogliosi di continuare a fare questo lavoro, che certamente non vi ha reso ricchi ma che vi ha dato tanto, insegnandovi valori quali la semplicità, il risparmio, la fatica, l’accontentarsi e soprattutto l’amore per tutto ciò che avevate. Mi commuovo sempre pensando alla vostra vita laboriosa e tante volte vi invidio per come sapevate accontentarvi del poco e di come affrontavate i sacrifici senza mai arrendervi! A questo proposito basta pensare alla situazione della nonna che con grande coraggio ha combattuto la sua grave malattia per anni. Quanti i ricordi della mia infanzia con voi: il nonno che mi insegnava a mungere le mucche e a fare il formaggio, la nonna che mi ha insegnato ad andare in bicicletta, che ogni giorno mi portava a scuola e che mi cucinava la sua magica polenta! Quanto mi piacerebbe tornare indietro e godermi ancora quegli attimi di felicità! Purtroppo è impossibile rivivere il passato. Non mi resta dunque che vivere di questi ricordi e continuare la mia vita con la semplicità di cuore che mi avete insegnato e regalato. Vi voglio bene. Monica Il 20 gennaio di quest’anno ci ha lasciato il nostro caro cugino Flaminio, residente in Francia. Era nato a Onore l’8 agosto del 1928, secondo di quattro figli. Nel 1946 lasciava l’Italia, emigrando prima in Svizzera e successivamente con tutta la famiglia in Francia, lavorando come muratore. Il 18 aprile del ’53 sposava Tersa, originaria di Castione, dalla quale ha avuto due figlie: Liliana e Mari Angel, diventando nonno di Loren e bisnonno di Lisa. Come tanti emigranti italiani, conservava nel cuore il ricordo e la nostalgia per il suo paese natio e per i suoi parenti. La sua ultima visita risale a tre anni or sono. Durante il suo rito funebre, le sue figlie lo hanno ricordato con queste parole: “Tutti quelli che ti hanno conosciuto e apprezzato lo dicono: è una forza della natura che se ne va … Questo è quello che sei stato. Tutti ricorderanno il tuo fisico possente e bello da cui traspariva sensibilità, gentilezza e semplicità. Te ne sei andato come sei vissuto, senza disturbare nessuno e l’ultimo sguardo è stato per la mamma. Eri un lavoratore instancabile, sempre pronto ad aiutare; anche durante il tuo pensionamento continuavi a fare piaceri e regalavi i cesti che fabbricavi., da buon italiano, ti piaceva cantare e ballare, lasciavi senza fiato le tue partner quando ballavi il walzer sulla musica della fisarmonica. Alla tua piccola Lisa, il tuo raggio di sole, donavi tutto il tuo affetto, lei ti ha regalato gli ultimi momenti di felicità. I tuoi ottanta anni di vita sono stati per tutti noi un modello. Noi sapevamo che la morte non ti faceva paura e questo oggi ci dà forza e serenità. Penseremo sempre a te. Grazie per quello che sei stato. Buon viaggio, ciao papà..!” Anche noi ci uniamo al loro augurio. Ciao Flaminio! I tuoi cugini. Un tempo per gioire, un tempo per soffrire, un’eternità per vivere, proprio cosi: starti accanto è stato un’immensa gioia, con quel tuo carattere un po’ burbero ma genuino, leale, sincero e infinitamente buono. Per farti contento bastava veramente poco, magari semplicemente aiutandoti a fare il fieno o sistemare la legna. Ora che te ne sei andato cosi in silenzio e all’improvviso, e non sei più qui, per noi è giunto il momento di soffrire: ci manchi tanto. Siamo però sereni perché il ricordo del tuo sorriso, unitamente agli insegnamenti fatti di esempio più che di parole, rimarranno vivi in noi per l’eternità. Grazie. I tuoi cari 4 7 GIOVANNI COLOMBO 04.10.1931 – 25.02.2008 CATERINA COLOTTI 15.07.1934 – 11.06.2008 FLAMINIO SCHIAVI 08.08.1928 – 20.01.2008 BENITO COLOTTI 02.11.1925 – 22.10.2008 FRANCA REDAELLI 30.10.1939 – 09.07.2008 Cara mamma Il nove luglio hai ritrovato il Tuo Luciano e la mamma Erminia. Nella Tua camera c’era un quadro che diceva: ANTONIO SCHIAVI 26.09.1928 – 08.03.2008 “Due cose al mondo non Vi abbandoneranno mai: l’occhio di Dio che Ti vede ovunque e il cuore di Mamma e Papà che Ti seguono sempre”. Ciao Franca e Luciano I Tuoi Marco con Daniela, Massimo con Ippolita. Un bacione da Manuel, Micaela, Luciano e Sarah ALFIO SCHIAVI 04.02.1948 – 19.02.2008 Ciao Alfio, dopo tante sofferenze, hai abbandonato questa vita per salire in cielo, hai sempre vissuto con il sorriso sulle labbra e non hai mai fatto pesare il tuo dolore, anzi, eri sempre preoccupato per noi; Un tempo per gioire, un tempo per soffrire, un’eternità per vivere, (S. Agostino). Toni, con la tua sofferenza sei stato un parafulmine per la famiglia, per la comunità e per il mondo intero. Grazie dalla moglie. Grazie dai figli. Grazie dai nipoti. I tuoi cari ERNESTA SCHIAVI 23.11.1912 – 06.11.2008 con la tua voglia di vivere, che non è mai venuta meno, hai insegnato a noi tutti che la vita va vissuta fino in fondo...grazie Alfio, ci mancherai!!! Non piangete per non vedermi più, guardate la mia foto ed io parlerò al vostro cuore, ricordatemi ed io sarò presente dentro di voi. Ora vivo nella serena e gioiosa vita celeste dove non esiste la morte ma tutto è amore. Ti abbiamo voluto tanto bene. I tuoi cari Grazie per tutti quei momenti vissuti con te, per gli affettuosi abbracci che hai donato, per i tuoi sorrisi sinceri. Grazie a te abbiamo imparato che per donare amore, non servono grandi parole ma bastano pochissimi gesti. Ti vogliamo bene ti porteremo sempre nel nostro cuore. I tuoi cari e tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerti. NICOLA OPRANDI 14.02.1977 – 08.12.2008 4 8 (…)Nei primi anni del mio insegnamento nella mia città dove ero nato avevo trovato un amico che la comunanza degli studi mi rendeva carissimo; pari di età, era come me nel fiore della giovinezza. Eravamo cresciuti insieme, insieme nella scuola, insieme nei giochi; ma prima di allora non era ancora vero amico, quantunque neanche dopo, quando lo divenne, si trattò di vera amicizia, poiché non esiste vera amicizia se non è cementata da Te tra coloro che Tu stringi a Te nella carità diffusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo che ci è stato dato. (…) Ma Tu, o Dio… Tu che ci riconduci a Te per vie misteriose, ecco lo strappasti da questa vita dopo solo un anno di un’amicizia dolce a me più di tutte le dolcezze della mia vita d’allora. (…) L’angoscia avvolse di tenebre il mio cuore; non vedevo altro che la morte. Un supplizio diventò per me il luogo dove mi trovavo, incredibile infelicità la casa paterna: tutte le cose che avevo avuto in comune con lui si erano trasformate per la sua morte in uno strazio immane. I miei occhi lo ricercavano ovunque e non lo trovavano; tutto mi era diventato odioso perché egli non c’era, e non mi potevo più dire: “Eccolo, viene” come quando, vivo, era assente. GERARDO ZUCCHELLI 09.11.1971 – 22.08.2008 Ero diventato un grande enigma per me stesso: domandavo all’anima mia perché fosse cosi triste, perché mi dolesse tanto, ma essa non sapeva che cosa rispondermi. E se le dicevo: “Spera nel Signore”, essa non mi ubbidiva, e ben a ragione, perché l’amico carissimo che aveva perduto era più reale e più buono del fantasma nel quale era spinta a sperare. Solo il pianto mi era dolce e di pianto l’anima mia si deliziava consolandosi dell’amico perduto. (…) O Tu che sei la verità, posso io accostare alla tua bocca il mio cuore attento ad ascoltarTi e sapere da Te che cosa rende dolce il pianto a chi soffre? O piuttosto Tu, pur essendo presente dovunque, hai gettato lontano da Te le nostre miserie, tutto rinchiuso in Te stesso, mentre noi passiamo da una prova all’altra? Eppure se il nostro pianto non giungesse al Tuo orecchio, la nostra speranza sarebbe vana. Come può essere dunque che nelle amarezze della vita proviamo dolcezza nel gemere e nel piangere, nel sospirare e nel lamentarci? Tutto questo è per noi dolce perché crediamo che Tu ci stia ad ascoltare? Questo si può dire giustamente per le preghiere che sono animate dal desiderio di arrivare fino a Te: ma poteva valere per il dolore di quella perdita, per il lutto che mi avvolgeva? Non speravo certo che egli potesse rivivere, né questo chiedevo con le mie lacrime: solo soffrivo e piangevo, ero infelice perché avevo perduto la mia gioia. (…) Perché mai vado parlando di tutto ciò? Non è tempo di porTi domande, ora, ma di confessarmi a Te. Ero infelice; e infelice è sempre l’anima mia invischiata nell’amore delle cose mortali; lacerata quando le perde, sente la miseria di cui era piena anche prima di perderle. (…) Mi meravigliavo che gli altri mortali vivessero, perché era morto colui che io avevo amato come se non avesse mai dovuto morire, e maggiormente mi stupivo di continuare a vivere, lui morto, io che ero un altro lui stesso. Bene disse chi chiamò il suo amico metà dell’anima sua. Anch’io ho provato che la sua e la mia anima formavano un’anima sola in due corpi, e per questo avevo in odio la vita non volendo vivere a metà, e forse avevo paura di morire, perché l’uomo che io avevo tanto amato non avesse a morire totalmente. O nostra pazzia, che non sa amare gli uomini come creature umane! O stoltezza dell’uomo, insofferente della condizione umana! Tale era la mia condizione allora. Perciò mi affannavo, sospiravo, piangevo, mi agitavo, senza trovare pace, senza via d’uscita. Mi trascinavo un’anima spezzata e sanguinante, infastidita di essere trascinata, e non trovavo posto dove darle riposo. Non amenità di boschi, non giochi e canti, non giardini profumati, non banchetti, non voluttà del riposo o del letto le davano sollievo: nemmeno i libri, nemmeno la poesia. La luce stessa mi era odiosa, e tutto ciò che non era lui mi riusciva triste e odioso; continuavo a piangere e a gemere, e soltanto così trovavo un po’ di sollievo. Ma quando l’anima mia cessava di piangere mi sentivo gravato dal duro peso della mia infelicità. 4 9 A Te, Signore avrebbe dovuto sollevarsi, da Te doveva essere guarita; lo sapevo, ma me ne mancavano forza e volontà, tanto più che, come allora riuscivo a immaginarTi, non eri per me un essere ben definito e stabile, ma solo un nebuloso fantasma. Non Tu eri il mio Dio ma un vano fantasma: la mia aberrazione era il mio Dio. Perciò se tentavo di dare alla mia anima riposo in quel pensiero, si smarriva nel vuoto, di nuovo ripiombava sopra di me, e io ero per me stesso un luogo desolato, dove non potevo stare, donde non potevo fuggire. Avrebbe potuto forse il mio cuore fuggire da se stesso? Dove allontanarmi da me? Dove il mio io non mi avrebbe seguito? Ciò nonostante fuggii dalla mia patria perché i miei occhi non potessero cercare più il perduto amico là dove erano abituati a vederlo. (…) Come mai quel dolore era penetrato dentro in me, se non perché io avevo amato un essere mortale quasi non fosse mortale? Bisogna amare tutte le creature in Dio per non perderle. In Lui bisogna fissare la propria dimora. Tenetevi a Lui e avrete stabilità, riposate in Lui e avrete riposo. Tratto da “Confessioni” di S. Agostino Parole amare Ho visto cose che non pensavo di vedere, tramonti lontani in cui il tuo sguardo era nel mio volere. Ho visto persone per te sperare e soffrire, durante i giorni in cui ti preparavi a partire. Ho visto questo e molto di più. Ed ora te lo confesso raggiungendoti nel cuor mio, dove ti vivo sapendoti da qualche parte lassù. Ho visto sorrisi amari sul tuo viso. Ho visto la forza che hai dimostrato e l’assiduità con cui hai lottato. Ho visto sogni cader in frantumi, portati via lontano da impetuosi fiumi. Ho visto questo e molto di più. Ora che te lo voglio dire, certamente saresti d’accordo anche tu. Ho visto gente in preghiera, da mattina fino a sera. E le parole infinite e dal pianto rotte, sono state armi per le tue tante lotte. Ho visto attorno a me cadere tante certezze per trasformarsi in terribili amarezze. Ho visto questo e molto di più, e tu stesso ben lo sai lassù. Ho visto la speranza abbandonare la tua stanza. Ho visto i tuoi occhi riflettere immagini che rimarranno fisse nei miei ricordi senza confini. Ho visto questo e molto di più e questo purtroppo l’hai scoperto proprio tu. Ho visto la lettera con la quale ci hai voluto salutare. Parole uniche, parole amare. Parole di speranza anche per chi, ora ed ancora ti sorriderà sapendoti lì. Lì da qualche parte nello spazio immenso, ad ascoltar anche quello che penso. Parole amare. Parole su cui meditare e ricordare. Parole d’essenza, scritte con il terribile destino in tua presenza. Parole che rimarranno come roccia, perché nel tempo e nei cuori faranno sempre breccia. Ho visto la forza con la quale stringevi la mia mano, quando un giorno d’agosto ogni cosa non tornava a posto. Ho visto questo e molto di più, e questo tutti lo sanno quaggiù. E questo tutti lo sanno quaggiù. Bonaventura RICCARDI (Tino) Caro Cristian sono due anni che ci hai lasciato. Ti dedico queste righe per dirti che tutti i giorni che passano ci avvicinano sempre di più a te, questa è la speranza che ci fa sopravvivere. Dirti che eri una persona speciale, per noi genitori è semplice, te lo dimostrano anche i tuoi amici dedicandoti momenti di divertimento, gare alle quali tu ci tenevi tanto. Le parole “sempre con noi” per noi genitori sono motivo d’orgoglio. Tutti i giorni vengo a trovarti dove riposi, ti dedico le mie preghiere più semplici, divido con te i ricordi più belli e più di tutto raccomandandoti il tuo piccolo Gabriele. Grazie per questo ultimo regalo che ci hai donato, un nipotino stupendo ma che la parola papà non la pronuncerà mai. La pena più grande per noi genitori è sopravvivere a un figlio. Ti amiamo tanto. Mamma e papà 5 0 CRISTIAN BECCARELLI 06.09.1972 – 06.11.2006 Informazioni utili GLI ORARI DEGLI UFFICI COMUNALI DEMOGRAFICI, COMMERCIO, SEGRETERIA, RAGIONERIA Dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 12.30 Sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.30 UFFICIO TECNICO Martedì – Giovedì – Sabato dalle ore 9.00 alle ore 12.00 POLIZIA LOCALE Ufficio Unione Comuni della Presolana - Rovetta TESORERIA COMUNALE Banca Popolare di Bergamo – Filiale di Rovetta Ufficio di tesoreria di Onore - Martedì e Giovedì dalle ore 9.45 alle ore 12.45 BIBLIOTECA Lunedì – Mercoledì – Venerdì dalle ore 14.00 alle ore 18.00 Sabato dalle ore 14,00 alle ore 17,00 PIAZZOLA ECOLOGICA Mercoledì dalle ore 14.00 alle ore 17.00 Sabato dalle ore 9,00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00 NUMERI UTILI Tel. Uffici Comunali – 034671191 – fax 034674456 – [email protected] Tel. Biblioteca – 034674717 – [email protected] Tel. 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