Recensioni e segnalazioni

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Recensioni e segnalazioni
Recensioni e segnalazioni
MAURIZIO ELVETICO
Navigare
Ed. Nutrimenti - Roma 2012
Pagg. 880 - Euro 39,00
I lettori più anziani interessati a
questo argomento ricorderanno il
mitico volume “Arte Navale” dell’amm. Baistrocchi, un’opera fondamentale nel campo della manualistica nautica italiana.
Ebbene, sfogliando l’ultima ponderosa fatica dell’Autore, viene immediatamente da pensare che il
suo libro potrebbe costituire la versione moderna di quella che per
decenni fu considerata una vera e
propria Bibbia per i cultori della
materia. Però qui i vari termini sono presentati in ordine alfabetico
sotto forma di “dizionario enciclopedico”, cioè di un comprensivo
attrezzo di agevole consultazione.
Caratteristica questa particolarmente apprezzabile tenuto conto
delle 3789 voci relative alla navigazione di ieri e di oggi, contenute
nel testo: dal “buco del gatto” al
“waypoint”, tanto per citare due parole significative tra le quali si
estende un arco temporale di centinaia di anni.
Lo scibile nautico oggi - come è facile immaginare - è molto più vasto
rispetto al passato, anche perchè
comprende la nautica da diporto,
curata tra l’altro dall’A. con particolare attenzione, ed è arricchito della nuova terminologia generata dal
progresso tecnologico, molto completa e aggiornata (salvo qualche
inevitabile lacuna; ad esempio non
figura il “sistema di propulsione
pod”), tale comunque da soddisfare
il lettore più esigente.
Nonostante il loro cospicuo numero, i lemmi, a molti dei quali è affiancato il corrispondente in lingua
inglese, sono infatti trattati in maniera quanto possibile esauriente
tenuto conto delle limitazioni di
spazio (forse i “container” avrebbero
meritato qualche riga in più), integrati da oltre 500 chiare illustrazioni. Queste ultime, collocate al centro del volume ed opportunamente
contraddistinte da un bordo interiore colorato, sono identificabili facilmente, anche se “nell’ordine delle
tavole si è seguita una divisione tematica raggruppata per nomi non progressivi”, come l’A. avverte all’inizio.
Il volume, presentato dal dott. Paolo Rastrelli, instancabile segretario
del benemerito Centro Studi Tradizioni Nautiche - Sezione LNI di Napoli, reca nelle ultime pagine un
utile glossario italiano- inglese e
presenta suggestivamente sulla copertina plastificata alcune delle illustrazioni contenute nel suo interno.
Un pregevole patrimonio informativo, insomma, aggiornato e rigoroso, che merita un posto d’onore
nelle biblioteche degli appassionati della navigazione e che costituisce per gli addetti ai lavori un utile
strumento di consultazione.
Claudio Ressmann
(Ai soci che ne faranno richiesta
direttamente all’Editore sarà praticato lo sconto del 25% sul prezzo
di copertina).
MASSIMO ZAMORANI
LUIGI FERRARO
Un eroe del mare
Mursia Editore - Milano 2013
Pagg. 253 - Euro 19,00
Un’Opera dedicata ad un personaggio più che singolare, questa
che l’A., una nostra cara e vecchia
conoscenza, ci propone per i tipi di
Mursia, e che riporta a noi echi di
vicende oramai già abbastanza lontane nel tempo, ma che non devono e non meritano di essere dimenticate.
Parliamo di una serie di episodi
che ebbero come protagonista
Luigi Ferraro, scomparso nel 2006
all’età di 91 anni, uno dei precursori nel campo dell’impiego di
personale subacqueo in Italia,
progettista di materiali, di tattiche di impiego, egli stesso operatore in guerra e in pace, industriale nel settore dei lavori e dei recuperi sottomarini, l’uomo che,
compiendo 80 anni di età, per festeggiare il suo genetliaco non
chiese altro che di poter effettuare l’ennesima immersione nel suo
amato mare ligure, nella baia di
Camogli.
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Eppure, a ben vedere Ferraro, una
vita spesa per il mare, con il mare
ed entro il mare, assaltatore della X
MAS in guerra, l’unico operatore
che riuscì ad attaccare raggiungendoli a nuoto dalla spiaggia, e ad affondare con delle cariche esplosive, tre grossi mercantili alleati in
tre diverse azioni consecutive di
guerra, non era neanche un ufficiale di Marina a tutti gli effetti.
Anzi, pur essendo stato preso in
forza dalla componente subacquea della Regia Marina, era stato
in pratica prestato a questa, anche
se solo nominalmente, dall’Esercito (per la precisione dall’artiglieria
di cui figurava tenente di complemento), perché in realtà il solo vero titolo che poteva sfoggiare era
il diploma conseguito all’Accademia di Educazione Fisica della Farnesina, a Roma, che lo equiparava
ad un ufficiale della Milizia con
l’abilitazione ad insegnare, appunto, educazione fisica nelle scuole
medie.
Per il resto, la Seconda Guerra Mondiale fu in realtà per lui un fatto
quasi personale, da assolvere nel
migliore dei modi, secondo modalità e con mezzi in parte da lui ideati,
e di volta in volta proposti ai suoi
superiori, sfruttando una dedizione
ed un addestramento fisico che potremmo definire quasi feroce.
Nella limpida narrazione dell’Autore, troviamo attorno e assieme a
lui una sfavillante panoplia di nomi di precursori della subacquea
italiana: Belloni, Wolkhoff, la sua
stessa consorte, unica donna nel
nostro Paese (ma, a ben vedere,
forse al mondo) ad essere stata abilitata ad operatrice subacquea e
tanti altri personaggi fuori del comune, come il Comandante Junio
Valerio Borghese e altri ancora.
È sintomatico il fatto che, alla proposta di aderire alla X MAS repubblicana dopo l’8 settembre, Ferraro
pose un aut aut: purché non mi
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venga mai chiesto di attaccare una
nave italiana.
Non importa, adesso, parlare ulteriormente del contenuto di questa
appassionante Opera, lasciamo al
lettore, cui la consigliamo senz’altro, il piacere di scoprirlo.
Non possiamo però esimerci dal
far cenno al bizzarro epilogo dell’avventura bellica di Ferraro che,
per il suo agire da incursore in data antecedente l’8 settembre 1943,
aveva ricevuto quattro Medaglie
d’Argento al Valor Militare.
Epurato dalla Marina per il suo
passato “repubblichino” (anche se
non aveva preso parte ad attività
antipartigiane ma, al contrario,
con il suo intervento era riuscito a
mantenere a lungo stabile la situazione del settore nel quale si trovava alla fine della guerra), gli erano
state annullate le decorazioni era
stato radiato dalla Forza Armata e
respinto nell’artiglieria che, a sua
volta, lo riconosceva ma gli infliggeva una punizione con una motivazione che sembra più un elogio
che un biasimo.
A questo punto, siamo nel 1951, la
Marina fa “macchine indietro”, lo
riconosce e gli commuta le quattro
Medaglie d’Argento in una d’Oro
e, appena altri cinquanta anni dopo, nel 2000, lo promuove capitano di corvetta.
Così, per l’uomo che si era alleato
con il mare, che aveva beffato gli
Alleati ed era successivamente riuscito a stringere accordi con i repubblicani, i tedeschi, i partigiani
ed aveva anche ottenuto l’ammirazione degli avversari britannici ed
americani, la Marina, dopo un’attesa di mezzo secolo, riusciva a
chiudere con una promozione la
lunga serie di decisioni, non sempre edificanti, che aveva preso sul
suo conto.
Franco Maria Puddu
novembre-dicembre 2013
LUCA ROSSI
Oceano Indiano 3
Dalla Papua Nuova Guinea
all’Indonesia
Edizioni il Frangente
Verona 2011
Formato Video: Colore 4:3
Dolby Sound 5.1
Riprese: Luca Rossi
Montaggio: Vela Movie
Durata: 52 minuti - Euro 18,90
Il DVD visionato è il terzo della
serie che riguarda una parte del
giro del mondo a vela che il cutter Lycia (skipper Antonio Penati)
ha compiuto fra il 1996 e il 2007;
in particolare, il periodo che riguarda il viaggio dalla Polinesia all’Indonesia.
Partita ad agosto del 1996 dall’isola greca di Kastellorizzo, vi è ritornata il giugno del 2007, dopo
aver attraversato il Mediterraneo,
l’Atlantico, il Pacifico, passando
per il Canale di Panama, l’oceano
Indiano, e ritornando in Mediterraneo dal Canale di Suez.
Lycia è un cutter di 19 metri di legno, varato nel 1995, con lo scafo
in mogano. Ha un dislocamento a
pieno carico di 20 t, e una superficie velica di 200 m2.
I due precedenti dvd trattano: il
primo del periodo delle navigazioni in Pacifico sino alle isole Vanuatu (dvd - Oceano Pacifico 1), e il secondo (dvd - Oceano Pacifico 2) del
tragitto dalle isole Vanuatu a Port
Moresby, capitale della Papua Nuova Guinea.
In Oceano Indiano 3, sono registrate
parti dei tragitti che hanno portato
l’imbarcazione da Port Moresby all’isola di Bali (Indonesia), con il
passaggio dello Stretto di Torres, e
la navigazione nel mare di Arafura
e nel mare della Sonda, e parti riguardanti le soste a Samulaki, nelle
isole Tanimbar dell’arcipelago delle
Molucche meridionali, a Flores,
Komodo e Lambock, queste tre facenti parte dell’arcipelago delle
Piccole Isole della Sonda, prima
d’arrivare a Bali.
Il filmato ha il “taglio” delle trasmissioni televisive di viaggi e avventure, con una voce narrante
fuori campo e qualche intervista ai
protagonisti.
La parte navigazione, anticipata
da una cartina animata esplicativa
del percorso che il Lycia ha fatto, è
ridotta rispetto a quella dedicata
alle visite delle città d’approdo e
alle escursioni all’interno di questi
gruppi di isole.
Molto del video è dedicato alla vita
e agli usi locali, talvolta con la rappresentazione di feste. In un’occasione è ripresa la preparazione di
un cibo particolare.
In sintesi, un buon reportage del
viaggio che, come dice il narratore, è stato un “incontro con civiltà
diverse” e con il quale è stato possibile godere delle “mille espressioni di una natura meravigliosa”.
Stéphan Jules Buchet
GIANCARLO BASILE
Ricordi di mare e di vela
Ed. Incontri Nautici - Roma 2012
Pagg. 268 - Euro 16,00
Il nome di Giancarlo Basile è ben
noto ai lettori di Lega Navale per i
suoi frequenti ed apprezzati articoli. Si tratta di uno skipper di lungo
corso il cui nome occupa un posto
di primo piano nel Gotha della Vela italiana. Basti pensare che, al suo
comando, Stella Polare, nel 1968,
fu il primo yacht italiano a vincere
una regata transatlantica e, prima
ancora, nel 1966, imponendosi
nella Giraglia, fece registrare un
tempo record rimasto imbattuto
per ben 18 anni.
Basile ha voluto radunare nella
biografia tutti gli avvenimenti collegati alle sue esperienze di skipper
a bordo delle numerose barche da
lui frequentate. Sono davvero tante e lo hanno visto non soltanto
nella veste di timoniere, ma anche
in quelle di armatore, di progettista e di istruttore velico.
Si snodano così in questa autobio-
grafia, tutta permeata di un corroborante sapore di salino, moltissimi episodi di vita vissuta sul mare
(e anche sul lago) descritti con
semplicità, con uno stile asciutto e
scorrevole, capace non solo di interessare il lettore ma anche di coinvolgerlo, facendolo partecipare alle
emozioni provate dal protagonista.
La manovra delle vele e la condotta della navigazione, nelle varie
circostanze di vento e di mare, affiorano dalle righe del libro con
chiarezza, precisione assoluta e dovizia di dettagli, tale da soddisfare
il palato più esigente, condite con
considerazioni e suggerimenti di
estrema validità.
Da apprezzare, altresì, una terminologia marinaresca ineccepibile;
particolare questo che non stupisce davvero poiché l’A. è uno strenuo difensore della oggi tanto bistrattata “lingua dei marinai” (come ha dimostrato nel suo Vocabolario della Vela, già recensito in
queste colonne, dove ha addirittura evidenziato in rosso le imprecisioni, oggi così diffuse non solo tra
i diportisti, ma anche nella stampa
specializzata).
Se un rimprovero possiamo fare a
Basile è quello (o felix culpa…) di
non avere davvero lesinato nella
descrizione di tutto ciò che attiene
la condotta di un veliero, in maniera tanto dettagliata da poter essere apprezzata in pieno solo da
chi possiede un minimo di cognizioni veliche.
La passione per le barche a vela e
per il mare, profusa a piene mani
dall’A. in ogni riga della biografia,
risulta comunque coinvolgente, e
riesce a trasmettere l’entusiasmo
per la “navigazione silenziosa” anche a chi non s’intende di mure e
di straorzate.
Un bel libro di mare, insomma,
disponibile anche nella versione ebook.
Claudio Ressmann
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ROD GIBSON
Ormeggiare con barche
a vela e a motore
Ed. Il Frangente - Verona 2012
Pagg. 110 - Euro 24,00
Di lezioni su questo particolare
aspetto dell’attività nautica la maggior parte dei nostri diportisti ha certamente bisogno. Basta osservare negli approdi estivi l’“ammucchiata”di
cavi sulle bitte oppure la varietà di
ormeggi frutto di fantasia piuttosto
che di professionalità, comunque
fonte di problemi anche in presenza
della più modesta risacca. Per non citare gli epici e prolungati sforzi per
portarsi all’ormeggio quando spira
sopravento una leggera brezza, anche se le eliche sono due e lo spazio
a disposizione è più che sufficiente.
Il volume edito da Il Frangente colma egregiamente queste lacune perchè è stato scritto da un collaudato
istruttore della autorevole Royal
Yachting Association ed è inserito
tra i manuali della RYA. Il suo contenuto, per la completezza che lo
caratterizza, merita di essere portato
a conoscenza non solo degli sprovveduti cui si accennava all’inizio,
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ma anche degli Yacht-master collaudati, che possono trovarvi informazioni utili a perfezionare i propri
comportamenti marinareschi.
Rob Gibson naviga con autorevolezza e in maniera esaustiva tra ancoraggi, rimorchi, cattivo tempo, cime, nodi, bitte, gallocce e, naturalmente, ormeggi: ogni argomento è
trattato con meticolosa precisione e
assoluta chiarezza con l’aiuto di belle illustrazioni a colori (sono in tutto oltre 150) e con suggerimenti tali
da costituire un prezioso patrimonio di conoscenze per chi si trova a
manovrare uno scafo da diporto.
Il volume originale, il cui titolo Introduction to Boat Handling for Sail
and Power - (Introduzione al governo
delle imbarcazioni a vela e motore) si
scosta da quello italiano, è stato tradotto rispettando lodevolmente
una corretta terminologia tradizionale (ma il termine “mura”è più appropriato impiegarlo al plurale….)
da Stefano Malagoli e da Stefano Ribaldi, che hanno anche provveduto
a segnalare e a correggere le inesattezze contenute in una foto (a pag.
73). Hanno aggiunto, poi, un utile
glossario sistemato a fine volume,
con un indice degli argomenti.
Consigliamo allo skipper neopatentato di tenere a bordo a portata di
mano questo manuale che può essergli utile in varie occasioni. Prima di portarsi all’ormeggio in un
congestionato“marina” avendo come guida solo il piano del porto,
gli converrà, ad esempio, consultare il capitolo 3: vi troverà tutti i
dettagli per effettuare la manovra
giusta per non provocare danni a
se stesso e agli altri, e anche per
evitare i salaci commenti degli immancabili spettatori, in questi casi
sempre numerosi e molto esigenti.
Gradevole l’impaginazione ed eccellente la resa tipografica valorizzata dall’ottima qualità della carta
patinata.
Claudio Ressmann
novembre-dicembre 2013
EUGENIO VECCHIONE
GIUSEPPE ACCARDI
La Sicurezza
nella Nautica
da diporto
IBN Editore - Roma 2012
Pagg. 152 - Euro 16,00
Un libro, ma che potrebbe essere
tranquillamente definito un prontuario o un piccolo manuale, nel
quale il delicato tema della sicurezza in mare viene affrontato con un
approccio inconsueto, che, focalizzando l’attenzione sul fattore umano, analizza i diversi fattori di rischio alla luce delle rispettive esperienze degli autori.
Da una lato, quindi, la metodologia rigorosa della sicurezza del volo
e dall’altro il pragmatismo e la praticità tipici degli uomini di mare.
Due punti di vista apparentemente
inconciliabili, che gli autori, accomunati dalla passione per il mare,
sono invece felicemente riusciti a
sintetizzare nell’esaminare i diversi
aspetti della sicurezza in mare, con
particolare attenzione a coloro che
navigano per diporto.
Lo spunto è offerto dalla constatazione che troppo spesso la sicurezza nell’addestramento nautico è
centrata sullo studio delle caratteristiche tecniche dell’imbarcazione
e delle dotazioni, con qualche accenno al loro impiego, ma tralasciando quasi completamente l’esame del fattore umano, che invece è il vero e proprio “anello debole” del sistema sicurezza.
Così come sugli aerei, prima di
ogni volo, viene fatto un “briefing”
sulle sistemazioni e sulle procedure
di sicurezza, anche a bordo dovrebbe essere fatta la stessa cosa, consapevoli del fatto che la sicurezza è
un problema di tutti, equipaggio e
passeggeri, i quali devono sapere,
ai rispettivi livelli, come comportarsi in caso di emergenza.
Senza tralasciare gli aspetti tecnici,
ovvero una dettagliata descrizione
degli impianti e delle nuove apparecchiature disponibili, la tematica
della sicurezza viene quindi declinata in tutti i suoi aspetti, concentrando l’attenzione sulla prevenzione, sulla valutazione del rischio
e sulle dinamiche di gruppo, fondamentali per gestire correttamente l’equipaggio.
Applicando la metodologia in uso
nell’Aeronautica Militare e Civile,
si configura una situazione per la
quale un incidente non è mai dovuto ad una singola causa, ma è
frutto di una serie di eventi, una catena di situazioni successive riconducibili a diversi elementi - ambiente, organizzazione, macchina,
scopo del viaggio - al centro dei
quali emerge il fattore umano, quale elemento principale dell’evento
in sé. Il comportamento umano assume quindi un ruolo centrale non
solo quale origine dell’incidente,
ma soprattutto nella gestione dell’emergenza, laddove le decisioni e
le reazioni dei protagonisti possono
condurre alla felice conclusione o
ad un aggravamento della situazio-
ne, a seconda del loro grado di adeguatezza e di correttezza.
In tale quadro, risulta fondamentale la capacità di valutare il rischio e,
a tale scopo, viene descritto l’impiego delle “matrici di rischio”, idonee
a fornire al comandante preziose indicazioni sulle azioni preventive, attuative e correttive da porre in essere per minimizzare gli effetti di
un’emergenza.
Il risultato è una guida completa,
che utilizzando un linguaggio semplice e pratico - a tratti divertente assume un aspetto didattico ed allo
stesso tempo divulgativo. Risulta
infatti un utile fonte di informazioni per i neofiti e per quanti desiderano approfondire le proprie conoscenze “marinare”, ma costituisce anche un prezioso strumento
per i docenti e per gli stessi naviganti esperti, specie quando, padroni di un’imbarcazione, hanno
l’obbligo di assicurare l’attuazione
di tutte le misure di sicurezza atte a
tutelare il proprio equipaggio e i
propri passeggeri.
Un libro che non può mancare
nella biblioteca di chi ama il mare.
Andrea Fazioli
PAOLO RASTRELLI
Dinghy 12’ 1913-2013
Un bordo lungo 100 anni
Ed. AICD - Napoli 2013
Pagg. 268 - s.i.p.
In occasione del centenario della progettazione della nota piccola barca da
diporto e da regata, bene ha fatto
l’Associazione Italiana Classe Dinghy
12’(AICD) ad affidare la realizzazione
di questo volume celebrativo al nostro infaticabile socio Paolo Rastrelli,
“storico” dei Dinghy 12’, consigliere
della AICD e “Dinghista dell’Anno”
che, tra l’altro, vanta tra la sua produzione editoriale del 2001 anche La
leggenda del Dinghy 12 piedi, un corposo ed esaustivo saggio sull’argomento la cui recensione è comparsa
puntualmente in queste colonne.
L’A., oltre ad avere profuso nel volume tutte le sue specifiche conoscenze ed esperienze, ha potuto fruire di
in grande vantaggio: la possibilità di
accedere a tutta la documentazione
storica della Classe attualmente
ospitata presso il benemerito Centro
Studi Tradizioni Nautiche della Sezione LNI di Napoli.
Ciò premesso è facile rassicurare il
lettore sulla validità dell’Opera, che
non solo offre una panoramica a tutto campo delle vicende che hanno
portato al successo questa classe velica, ma contribuisce ad evitare la dispersione e la perdita di un patrimonio documentale di tutto rispetto..
La navigazione dell’Autore si snoda
senza difficoltà, prendendo come
punto di partenza il 1913, quando
la barca nacque dai disegni di un
progettista dilettante (l’avvocato
Gorge Cockshott, vincitore di un
concorso bandito dalla rivista Boat
Racing Association), per esplorare in
tutte le componenti dell’ormai lunga vita della deriva sulla quale hanno maturato le prime esperienze varie generazioni di velisti. Sappiamo
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così, ad esempio, quali furono i primi costruttori, le prime regate, il
primo Circolo e ancora quanti
Dinghy furono prodotti dal 1929 ad
oggi (in Italia sono stati circa 3,000)
e chi li ha costruiti.
Si passa poi ai risultati agonistici e
relativi Albi d’Oro (la sola tabella
dei Campionati Italiani occupa tre
pagine), né potevano mancare la
storia sociale dei 15 Circoli più attivi e la cronistoria della classe
Dinghy italiana.
La navigazione termina con una
nutrita bibliografia ed un indice di
nomi, indispensabile anche per
potere individuare il migliaio di
“dinghisti” citati nel testo.
Una particolare menzione merita il
ricco corredo di immagini in bianco
e nero e a colori molte delle quali
inedite: tra le altre la riproduzione a
piena pagina dell’articolo comparso
su The Yachtman del 12 giugno 1013
con la descrizione ed i disegni della
barca presentati per la prima volta
al pubblico.
La realizzazione del volume, stampato su carta di pregio e solidamente rilegato, è stata possibile anche
grazie al contributo del Gruppo
Cambiaso Risso.
Claudio Ressmann
DOMENICO AMBROSINO
L’isola sequestrata
Pirati, marinai
e non solo
Massa Editore - Napoli 2012
Pagg. 209 - Euro 12,00
Scritta da un giornalista, questa
singolare Opera rappresenta la cronaca appassionata (da lui denominata “Giornale di bordo”) dei lunghi mesi di angosciosa attesa e di
snervanti trattative vissuti dalla popolazione di Procida per la sorte degli equipaggi delle navi napoletane
Savina Caylyn e Rosalia D’Amato, sequestrate in Somalia l’8 febbraio e
il 21 aprile 2011.
All’interno dell’Opera è stato trattato con dati molto aggiornati il
grave fenomeno della pirateria.
Vasco Nuñez di Balboa
A cura di Angela Alaimo
Ed. Antipodes - Palermo 2013
Pagg. 57 - Euro 12,00
SEGNALAZIONI
ANTONINO RALLO
Pigafetta in Malta
Ed. Cooperativa Tipografica
degli Operai - Vicenza 2013
Pagg. 160 - Euro 9,90
Il vivace racconto romanzato di un
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episodio vissuto a Malta da Antonio Pigafetta offre all’A. lo spunto
per ricordare la famosa circumnavigazione da lui effettuata al seguito di Magellano (1519-1522) e per
mettere in luce aspetti inediti della
personalità del coraggioso navigatore vicentino.
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In questo caso ci troviamo di fronte
a un’Opera che riporta il lettore alle
avventure dell’Esploratore e conquistatore spagnolo che il 25 settembre
del 1513, attraversato l’istmo centro-americano, ebbe la possibilità di
vedere per la prima volta le acque di
un grande oceano sino ad allora
sconosciuto che venne chiamato
“Mare del Sud”. In realtà si trattava
del sino ad allora completamente
ignoto Oceano Pacifico.