pasqua 2014 - Parrocchie Rivoli
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pasqua 2014 - Parrocchie Rivoli
1 PASQUA 2014 all’interno lo Speciale Beato Allamano 2 EDITORIALE ED ITORIALE Carissimi, RIVOLI Parrocchie nella città ANNO XVIII - N.1 Aprile 2014 Via F.lli Piol, 44 10098 Rivoli (TO) www.parrocchierivoli.it [email protected] [email protected] In copertina: Casa Allamano a Rivoli Direttore responsabile: Paolo Paccò Vice direttore: Lidia Cuva Redazione: Don Giovanni Isonni Don Angiolino Cobelli Don Paolo Ravarini Don Andrea Zani Paola Cornaglia Pierangelo Coscia Silvano Giordani Remo Lardori Fabio Leone Franco Rolfo Mariangela Zamariola Lidia Zanette Progetto grafico: Identità Multimediale Torino Impaginazione: Fabio Leone Stampa: Tipografia Locatelli Trezzano sul Naviglio (MI) la settimana scorsa, esattamente mercoledì giorno di mercato, sono uscito sul sagrato per accogliere una sorella defunta. Mentre scendevo le scale della chiesa ho visto un po’ di trambusto, mi sono avvicinato e ho vissuto un momento speciale. Un nostro nonno scendeva da Via Maestra e improvvisamente si è sentito male. C’era vicino un nostro amico “del mercoledì” originario del Marocco che è stato pronto a prenderlo fra le braccia, evitando che il nonno cadesse a terra. Abbiamo sistemato il nonnino sul muretto del sagrato, facendo alcune semplici manovre per aiutarlo a riprendersi. In pochi minuti è passato il malore e quando ci siamo guardati perché ci servivano dei fazzolettini, il nostro amico “marocchino” li ha offerti prontamente e poi è iniziato un simpaticissimo dialogo tra loro due. Il nonnino era preoccupato perché dovendo andare al pronto soccorso non poteva prendere i dolcetti per la sua signora che era a casa ammalata. Il nostro amico “soccorritore” lo rassicurava dicendogli che li avrebbe comunque potuti prendere la settimana successiva. Sì, perché i due si conoscevano bene… ogni mercoledì mattina si incontrano e chiacchierano raccontandosi le loro storie “di dolcetti, di accendini, di fazzoletti di carta…” all’angolo del sagrato. Questa sera, alla vigilia della Quaresima e pensando alla prossima Pasqua, mi è sembrato bello raccontarvi questo piccolo avvenimento perché vi ho letto dentro dei veri segni pasquali! • Stiamo vivendo un tempo di sofferenze. Ogni giorno incontriamo persone cariche, quasi schiacciate dai problemi: il lavoro, la casa, il cibo, la malattia, il sopravvivere… Vediamo volti preoccupati, tristi, che hanno smarrito il sorriso… Ascoltiamo storie di delusioni, fallimenti, dispiaceri, lacrime, disperazione… Quante CROCI!!! • Dentro queste storie si affacciano tante volte persone inaspettate, impensate, sorprendenti. Sono il volto di una mamma, di un papà, di un amico… di un Cireneo o di una Veronica! Il mio amico “marocchino” è stato per me icona del Cireneo: le sue braccia forti hanno saputo reggere. È stato immagine vera della Veronica: le sue mani “tenere” hanno offerto un fazzoletto bianco e pulito. Quanti CIRENEI, quante VERONICHE!!! • Questi incontri sorprendenti aprono alla luce, alla spe- EDITORIALE 3 ranza, alla Vita! “Non preoccuparti: potrai ancora portare un dolcetto alla tua signora!” “Ci sono anch’io! Vedrai possiamo farcela!” “Ti asciugo una lacrima, i tuoi occhi torneranno più splendenti!” “Portiamo insieme questo peso… è più leggero!” “Una carezza inattesa e gratuita ti riscalda il cuore e ti carica di forza nuova!” Quanta LUCE, quanta SPERANZA, quanta VITA!!! Sì carissimi, Pasqua è questo cammino di ogni giorno, fatto di piccoli segni, di parole sussurrate, di gesti sorprendenti! È Gesù di Nazareth che per primo l’ha vissuto e per primo ce lo ha consegnato quel mattino del primo giorno della settimana di tanti anni fa. Anche noi siamo chiamati • a vedere, ad ascoltare, ad accogliere i tanti Crocifissi che camminano nelle nostre strade. Non possiamo, non dobbiamo rimanere indifferenti, sordi e ciechi dinanzi a loro! • a farci Cirenei, Veroniche quotidiani, non eroi, ma semplicemente donne e uomini “di cuore”. Tante volte mi chiedo perché i nostri nonni di Rivoli ci hanno lasciato in eredità la splendida macchina della Passione: Gesù con la croce, Simone di Cirene con i suoi possenti muscoli, la dolce Veronica con il fresco lino. Quando passo vicino a quest’opera d’arte trovo subito la risposta: certo i nostri nonni mi chiedono: “Don Giovanni tu dove ti metti? Non puoi stare fuori scena!” • a vivere incontri di luce, di speranza, di vita. Gesù è l’artista dell’incontro, dell’incontro che ti cambia la vita! Noi siamo chiamati a incontrare, perché un giorno potrebbe capitare anche a noi di fermarci a una locanda con un compagno di viaggio incontrato lungo la via, lì spezzare il pane fragrante di forno e riconoscerLo vivo. Sì, Lui, Gesù: vivo, risorto, presente, con noi e per noi, compagno di nuovi cammini di speranza! Carissimi, auguri di buona Pasqua ricca di incontri sorprendenti… quelli che ti cambiano la vita! don Giovanni La Via Crucis raffigurata in queste immagini è dell’artista Giuseppe Sacco, ospite della casa di via Querro. 4 INIZIAZIONE CRISTIANA Il Vademecum sull’Iniziazione Cristiana (IC) Da alcuni mesi è in atto nella nostra Diocesi un importante lavoro che riguarda “l’arcata” del ponte dell’iniziazione cristiana dai 7 ai 14 anni. A livello dei 4 Distretti (Torino città, Sud-Est, Ovest, Nord) sono stati attivati dei laboratori di formazione e di condivisione dell’esperienza di catechesi, rivolti ai referenti parrocchiali dei catechisti. Le 357 Parrocchie dell’Arcidiocesi sono chiamate a partecipare, a svolgere laboratori all’interno dei diversi gruppi di catechisti e a restituire il materiale prodotto all’Ufficio Catechistico. Lo strumento di lavoro si chiama Vademecum: non è un documento che contiene già gli orientamenti sulla catechesi, che saranno pubblicati dall’Arcivescovo in seguito. È uno strumento di riflessione, che chiede di essere completato, discusso, corretto, insomma passato al vaglio dell’esperienza di tutti coloro che si occupano di catechesi con i ragazzi e le loro famiglie e vi operano attivamente a vari livelli. Per questo è uno strumento “aperto”, non definitivo. È formato da 8 laboratori di attività, suddivisi per tema: Lo scopo finale di questa grande raccolta dati è quello di porre le basi per linee comuni in ambito diocesano, così come richiesto dagli orientamenti pastorali CEI per il decennio 2010-2020 “Educare alla vita buona del Vangelo”. Le linee comuni non puntano ad omologare o a sopprimere le varie forme di catechesi attualmente esistenti, bensì a valorizzarle, a collegarle e a coordinarle in modo che mostrino il volto dell’unità nella Chiesa. Tutte le Parrocchie della città di Rivoli stanno partecipando con impegno ai laboratori distrettuali a Pianezza: a cascata, il confronto viene successivamente portato a tutti i catechisti nelle Parrocchie, in modo che ognuno di loro possa contribuire al lavoro diocesano. Formazione dei catechisti della nostra Unità Pastorale Dopo i 4 incontri serali di formazione dello scorso ottobre (2 a San Martino Vescovo e 2 a San Giovanni Bosco), don Michele Roselli, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, ha guidato il ritiro spirituale di 2 giorni alla Certosa d’Avigliana, a febbraio. Tema: “Immaginare la Chiesa…” Erano presenti tanti catechisti, di tutte e 7 le Parrocchie di Rivoli e della Parrocchia di Villarbasse, baciati dal sole e da un clima umano sereno e piacevole, che ha favorito la fraternità, la preghiera e il confronto aperto. Iniziando con la proiezione di immagini come quelle a fianco, che possono evocare alcuni aspetti della Chiesa che abbiamo vissuto, che viviamo o vorremmo vivere, don Michele ha tratteggiato la nascita e le peculiarità della Comunità cri- stiana a partire dalle Scritture, dalla Didachè, dalle opere dei Padri e dal Credo. La visione del film “Uomini di Dio” ha completato il sabato, stimolando la riflessione sulle modalità che abbiamo di prendere le decisioni importanti all’interno della Comunità: in modo solitario e autoritario oppure in modo collegiale e condiviso? Riusciamo a vivere fino in fondo come discepoli di Cristo? La domenica mattina è stata ritmata dal brano sull’amore/carità di San Paolo apostolo nella prima lettera ai Corinzi (13,1-8), con l’ora di silenzio e meditazione personale. Il parco con vista sulla pianura, sulla collina torinese e sui laghi d’Avigliana ha conciliato la serenità e la pace nella revisione guidata di sé. I laboratori di gruppo (misti o suddivisi per singola parrocchia secondo le indicazioni), la convivialità della cena e del pranzo, la notte di riposo nel silenzio delle celle dell’antica Certosa hanno completato al meglio l’uscita di 2 giorni. La celebrazione eucaristica conclusiva, nella bellissima chiesa interna, ha lasciato a ognuno di noi il ricordo della comunione autentica con il Signore e con i fratelli. Possiamo ancora sentire risuonare nella mente le nostre parole spontanee di sintesi: grazie - pazienza - serenità - pace - speranza - Chiesa - unità - preghiera - condivisione - amore - gioia - differenza - pluralità - carità - stabilità - libertà - fede… Esperienza molto bella e intensa… è impossibile descriverla completamente… Bisogna viverla! Dunque, cari catechisti: non perdete il Ritiro del prossimo anno! L’équipe per la catechesi d’iniziazione cristiana 5 PASTORALE BATTESIMALE Come un tuffo Un nuovo itinerario per riscoprire la bellezza del Battesimo Sfogliando un album di fotografie o rimettendo in ordine un cassetto, ci vengono alla mente ricordi e particolari della nostra vita: il primo incontro con una persona cara, il primo giorno di scuola, la prima comunione… Quante volte, però, entrando in chiesa o dichiarandoci cristiani, abbiamo ricordato il momento in cui lo siamo diventati? Che memoria abbiamo del nostro Battesimo? È stato ricevuto in un momento così precoce per noi, da essere quasi accettato in modo inconsapevole; ma solo riflettendo e riscoprendo la memoria del nostro battesimo possiamo maturare la nostra fede e sentirci parte della comunità dei battezzati. È proprio papa Francesco che ci invita, nella prima udienza dell’anno, al compito a casa: “Cercate la data del vostro Battesimo. Questo sacramento non è una formalità, ma un atto che tocca in profondità la nostra esistenza”. Un impegno particolare nella riscoperta di questo sacramento, e quindi delle radici della nostra fede, è richiesta ai genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli. “Cari genitori, chiedendo il Battesimo per i vostri figli, voi vi impegnate a educarli nella fede, perché, nell'osservanza dei comandamenti, imparino ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha insegnato. Siete consapevoli di questa responsabilità?” Questa è la domanda del sacerdote all’inizio del rito ed è più che una semplice formalità: essa richiede a noi genitori una risposta che permane nel corso di tutta la vita. Per offrire ai genitori che intendono battezzare i loro figli la posssibilità di riscoprire la bellezza del battesimo viene proposto, accanto alla preparazione ormai consolida- ta nelle nostre parrocchie, un nuovo itinerario. È stato pensato e preparato, a livello delle quattro parrocchie, da operatori della pastorale battesimale con don Giovanni: nei sette incontri previsti, in cui si ripercorre il rito del Battesimo, si cerca di raggiungere tre obiettivi: - accogliere e accompagnare le giovani famiglie in un itinerario di “ripresa in mano” della propria esperienza di fede cristiana; - donare “il primo annuncio” del vangelo in una prospettiva di nuova evangelizzazione della famiglia - rivivere alcuni momenti dell’esperienza della fede cristiana rivisitando il dono del Battesimo e riaprendo “le porte” della comunità cristiana. Il primo ciclo di incontri si è svolto in questa primavera, il prossimo è previsto per l’autunno. Marina e Fredy Branca 6 VOLONTARIATO “Il mantello di San Martino” Servizio, competenza, testimonianza responsabile, scoperta, sono i segni che distinguonoi volontari del dormitorio. Nella vecchia canonica della parrocchia di San Martino, a Rivoli, è stato aperto un dormitorio per i senza tetto. Non è grande. Ha cinque posti letto. Dal novembre 2013 accoglie ogni sera alcune persone senza dimora. Se molto si è fatto per rinnovare e adattare i locali, assai di più ne occorre ora per mantenerli in funzione e in ordine. Attualmente sono impegnati circa trenta volontari, guidati da un’équipe che coordina il lavoro, tiene i rapporti con gli Enti socio assistenziali e i contatti con gli ospiti. Il servizio dei volontari, però, non si esaurisce nell’impegno specifico del servizio stesso: significa, anche, impegnare la propria persona e il proprio tempo nella crescita personale e nella creazione del gruppo cui si appartiene. I volontari ne hanno una chiara coscienza. Fin dall’inizio dell’attività si è rivolta infatti un’attenzione particolare alla loro formazione affidando, all’interno dell’équipe di gestione, l’incarico di programmare questa attività al dottor Piero Bottino. La formazione è un impegno fondamentale per evitare che il volontariato si trasformi in dilettantismo e, cosa più importante, perché esso segni in modo reale l’esperienza di vita di ognuno, trasformandosi in un’occasione di crescita. La formazione avviene su vari livelli. Il primo riguarda gli aspetti gestionali e organizzativi. In questi incontri, generalmente gestiti dal responsabile del coordinamento dei volontari, Renato Fasoli, si analizzano gli aspetti operativi e pratici, si definiscono le linee dell’accoglienza, i comportamenti da tenere con gli ospiti, le azioni da compiere nel momento dell’apertura e di chiusura del dormitorio e come debba avvenire lo scambio di consegne. Questi incontri permettono a tutti di aggiornarsi sulla “vita quotidiana” del dormitorio e, sulla base delle personali esperienze vissute sul campo, creare una linea uniforme di comportamento. L’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, il 27 febbraio è venuto a visitare il dormitorio e ha incontrato gli ospiti e un gruppo di volontari. Contento dell’opera compiuta e dell’impegno di tanti, tra l’altro ci ha detto: “È bello che l’opera che avete realizzato si conosca, perché il bene deve essere visibile, per portare altro bene”. Il secondo livello è rivolto ad acquisire competenze specifiche che potrebbero essere utilizzate nel servizio. Questi incontri, in genere, coinvolgono testimoni ed esperti esterni che aiutano a riflettere sull’impegno preso attraverso il racconto di esperienze simili (ad esempio il SERMIG di Torino), fornendo strumenti di comportamento pratico su temi specifici (la Croce Rossa con informazioni sanitarie utili all’interno del dormitorio) o sulle problematiche generali di un dormitorio (malattie, dipendenze e altro). L‘obiettivo di questo secondo livello è di formare nel gruppo una omogeneità di competenze al fine di permettere ai volontari una certa interscambiabilità. VOLONTARIATO 7 Dove e a chi rivolgersi per fare parte del gruppo volontari? Per incontrarne qualcuno basta andare al dormitorio una sera qualunque tra le 18,30 e le 20. Per sapere dei loro incontri, per conoscere qualcuno dell’équipe responsabile, basta una telefonata al numero 340 9481125. Il terzo livello è indirizzato alla crescita personale dei singoli e, di conseguenza, del gruppo. In incontri guidati direttamente dal dottor Bottino o dal dottor Ariberto Faretra, psicoterapeuta, i volontari si interrogano sui perché profondi di questa scelta di servizio, sui problemi che essa induce a livello personale e sulle motivazioni ad essa connesse. Attraverso il rinforzo della propria consapevolezza ognuno diventa un protagonista e quindi membro attivo del gruppo, aiutando questo a crescere. In quest’ambito si è pianificato anche un incontro, da svolgere intorno al mese di maggio con don Giovanni Isonni, parroco di San Martino, sulle motivazioni a questo servizio in quanto cristiani. Un quarto livello può essere identificato nel lavoro che l’équipe di gestione svolge con incontri periodici, nei quali non solo si dibattono problemi pratici, ma anche ci si scambiano esperienze e informazioni per far sì che il dormitorio rappresenti un reale segno di apertura e disponibilità sul nostro territorio. L’accoglienza degli ospiti, l’attenzione al loro modo di comportarsi, i problemi umani che portano con sé e vogliono raccontare a chi li accoglie, gli interventi necessari per le situazioni che si presentano, esigono una preparazione non indifferente. Importante, ed è il bello del servizio dei volontari, è la ragione del loro impegno. Provengono da varie parrocchie di Rivoli, da ceti sociali e da lavori diversi, ma sono legati e uniti da un unico desiderio: fare qualcosa di bene per chi è nel bisogno. E questo li accomuna, li rende amici, dà loro coraggio per affrontare un lavoro nuovo e non facile. Alessandro e Mariangela “È bello che l’opera che avete realizzato si conosca, perché il bene deve essere visibile, per portare altro bene”. Mons. Cesare Nosiglia SOLIDARIETA’ 8 15 anni del Coro Eirene con il Gen Rosso in favore di Telethon Sopra un momento della serata di preghiera di Venerdì 13 dicembre 2013 a san Bernardo. Canto, liturgia e vite dedicate all’animazione e alla preghiera. A destra alcuni momenti della serata “Un soffio d’amore” realizzata il 14 dicembre nel Teatro “Beato Neyrot” della Stella. Alla serata hanno preso parte insieme al Coro Eirene anche il Coro La Stella, preziosa presenza, l’Associazione Solidarmondo, il Coro Polifonico Interparrocchiale e, guest star, i ragazzi del Gen Rosso che ci sono stati accanto con grande disponibilità e simpatia. Sotto due momenti della Messa di ringraziamento di domenica 15 dicembre con Padre Giordano a San Francesco. Grazie alle offerte raccolte durante il concerto del 14 dicembre, abbiamo potuto donare a Telethon la somma di € 872,00 che è stata versata sul conto dedicato Telethon. Grazie a tutti. VOLONTARIATO 9 Raccogliere tappi… Perché? Sembra impossibile raccogliere milioni di tappi, ma con l’aiuto di tanti ci possiamo riuscire. I cittadini appena un po' attenti all'ambiente riconoscono i due cassonetti verdi che viaggiano appaiati per le vie di Rivoli: uno è destinato al vetro e alle lattine, l'altro alla "plastica" con un bel disegno che rappresenta una mano che schiaccia la bottiglia e poi le rimette il tappo. Ebbene, due errori in un solo disegno. Ed ecco perché. Contrariamente al comune modo di esprimersi, non esiste "la plastica". Esistono invece tanti tipi di materie plastiche, usate per scopi diversi, e molto sovente incompatibili tra loro. Ed esistono i tappi, cioè il PE (polietilene), che costituisce la maggior parte del materiale usato per fabbricare i tappi delle bottiglie in PET, quelle dell'acqua minerale. È un materiale dannoso per l'ambiente, perché poco degradabile, ma se riciclato può essere utilizzato per la realizzazione di sedie da giardino, teloni, contenitori per alimenti, tappi e pellicole per sacchi della spazzatura, ecc. Noi raccogliamo tappi e, col Progetto Malenga, riusciamo a dare acqua potabile ai villaggi della Tanzania. Gli adulti Scout del MASCI Piemonte hanno fatto, della raccolta tappi, un loro impegno. In più di dieci anni hanno sensibilizzato scuole, asili, parrocchie, associazioni, ospedali, ecc. a questo tipo di attività per farne punti di raccolta, mettendo a disposizione contenitori adatti allo scopo che vengono prelevati con un furgone attrezzato e svuotati per lo stoccaggio in un apposito container dislocato presso l'Ecocentro di Rivoli di Via Ravensburg. Il container pieno, circa 8 tonnellate (pari a oltre 3 milioni di tappi) viene prelevato e lavorato da una ditta autorizzata al riciclaggio dei tappi. Il ricavato, tolte le spese, viene donato all'associazione Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, che si occupa della realizzazione di pozzi di acqua potabile nella regione di Dodoma in Tanzania. Un tappo pesa poco più di sette grammi. Il PE da riciclo viene pagato 120-130 euro a tonnellata. Per realizzare il nostro progetto, che è appunto quello di finanziare lo scavo di pozzi d’acqua in Tanzania, occorrono 2000-4000 euro a pozzo. Quanti tappi occorrono? Un’infinità… ma ci stiamo riuscendo. Ogni mese, e anche meno, dall’Ecocentro di Rivoli parte un container con cinque tonnellate di tappi (2 milioni di tappi). Ogni anno riusciamo a raccogliere da 70 a 100 tonnellate di tappi (40 milioni di tappi!), quanto basta per la costruzione da due a quattro pozzi in Tanzania. Non contenti della raccolta dei tappi di plastica, da qualche tempo raccogliamo anche quelli di sughero, sempre per opere di solidarietà. Abbiamo stimato che, inclusa la "concorrenza" (altre associazioni che svolgono questo servizio come noi, ma occorre dirlo, in quantità un po' più modeste), viene raccolto non più del 20% di quanto è possibile ottenere. I nostri punti di raccolta sono sparsi un po' dappertutto in Piemonte. da Bardonecchia a Vercelli, da Aosta ad Alessandria. Ci date una mano? Per informazioni rivolgersi: Letizia: 0119530690 Dino: 0119586346 Francesco: 0119580951 Oppure andare ai siti: www.mascipiemonte.it/ index.asp?IDCAT=767 www.mascipiemonte.it/ index.asp?IDCAT=482 10 COMUNITà e Dio cosa faceva? SGABELLI Ebbene sì!!! Sabato 20 settembre 2014 con la Madonna della Stella arriveranno in dono alle nostre parrocchie 4 suore operaie della Casa di Nazareth E cosa faranno a Rivoli? SGABELLI Cioè?!? Ad essere sincero non lo so bene nemmeno io! Forse val la pena aspettare e scoprire, ma di una cosa sono certo che… FARANNO SGABELLI Cioè?!? Scommetto che... non staranno con le mani in mano, lavoreranno… eh! se sono Suore Operaie! saranno delle buone “artigiane” e forse anche un po’ artiste, si divertiranno a chiacchierare, a parlare e ad ascoltare… se no a che servono gli sgabelli? cercheranno altri e nuovi sgabelli… i nostri “stile Rivoli”! ci parleranno della bottega di sgabelli di Nazareth… “sgabelli da Giuseppe”! ci racconteranno del figlio del falegname di Nazareth… aveva sempre uno sgabello pronto: la collina, la barca, il pozzo, la croce, la tavola della locanda… pregheranno con noi e per noi… Uno sgabello per noi non mancherà mai! Ci insegneranno l’arte degli sgabelli… non si sa mai! faranno festa, festa vera con noi: gli sgabelli in cerchio sono una favola e poi loro ne preparano sempre uno in più: se passa il figlio del falegname di Nazareth deve potersi fermare! Vi aspettiamo Sorelle!!! don Giovanni DIRITTI UMANI: METTIAMOCI LE GAMBE Sabato 12 aprile dalle 14,30 alle 17 CAMMINATA PER I DIRITTI UMANI, aperta a tutti. Partenza da piazza Martiri, salita al Castello e ritorno. Sul percorso ci saranno postazioni per firmare gli appelli di Amnesty International. Rinfresco offerto dalla COOP di Rivoli all’arrivo. La camminata è organizzata dal Gruppo115 di Amnesty. Hanno aderito all’iniziativa: Assopace, Anpi, Colle del Lys, Libera, Coop, Acat zona ovest, Parrocchie di Rivoli PARTECIPATE NUMEROSI! CONSIGLI PASTORALI 11 Il rinnovo dei Consigli Pastorali Parrocchiali Nel mese di febbraio è terminato il mandato dei Consigli Pastorali Parrocchiali delle quattro parrocchie e si è svolta la procedura (individuazione dei candidati ed elezione) per il loro rinnovo. Dal libro del Sinodo ricordiamo alcune informazioni. 1. Che cos’è il Consiglio pastorale parrocchiale? Il Consiglio pastorale parrocchiale (CPP) è l'organismo ecclesiale nel quale presbiteri, diaconi, religiosi e laici prestano il loro aiuto nel promuovere l'attività pastorale della comunità parrocchiale. Esso consente, garantisce e promuove la corresponsabilità dei membri della parrocchia, sotto la guida del parroco che fa le veci del Vescovo e che in certo modo lo rende presente. Esso manifesta inoltre la ricchezza e la varietà dei carismi esistenti nella parrocchia e contribuisce sommamente allo sviluppo della comunione e della missione, dimensioni essenziali della vita ecclesiale. È grazie al Concilio Vaticano II che si è valorizzata la visione della Chiesa (parrocchia) come organismo di comunione e di partecipazione. 2. Quali sono i compiti del CPP? I compiti del Consiglio pastorale parrocchiale sono: - studiare e approfondire, in spirito di comunione, tutto quanto riguarda la vita della parrocchia nei suoi diversi aspetti: evangelizzazione, liturgia, carità; formazione e promozione dei vari settori della pastorale; presenza cristiana nel territorio; - individuare le esigenze pastorali prioritarie in attento ascolto di quanto lo Spirito vuole dalla sua Chiesa nella situazione concreta; - elaborare un programma pastorale annuale, a partire dal programma diocesano e dagli orientamenti dell’Unità pastorale, e valorizzando persone e strutture della comunità; - verificare con scadenze periodiche l'attuazione del programma. 3. Chi fa parte del CPP? Il Consiglio pastorale parrocchiale deve risultare immagine della comunità parrocchiale: in esso pertanto sono chiamati a far parte i rappresentanti di tutte le componenti ecclesiali presenti nella parrocchia. L’avviato cammino di un impegno pastorale comune delle quattro parrocchie ha significato anche, per la prima volta, che negli ultimi anni i vari Consigli si sono confrontati tra di loro. All’inizio per avvviare la novità di questa impostazione; dopo la visita pastorale dell’arcivescovo, invece, con serate più incisive. In particolare si possono ricordare l’incontro di giugno 2013, sulla pastorale giovanile, con don Luca Ramello e quello di ottobre 2013, sulla catechesi dell’iniziazione cristiana, con don Michele Roselli (entrambi responsabili diocesani). I Consigli, appena eletti, si sono ritrovati insieme per la prima volta il 27 marzo: a tutti i componenti va la nostra preghiera di sostegno e l’augurio per un proficuo cammino pastorale. Un consigliere uscente I nuovi consiglieri: San Bartolomeo Alasio Vincenzo, Ballestriero Laura, Bartolotta Rosa, Campisi Gina, Canonico Giovanni, Crisci Enza, Ducco Elena, Erbi Maria, Gilli Valeria, Gribodo Carla, Imbesi Salvatore, Montorio Graziella, Nicoletti Enrico, Poma Piero, Spolittu Edoardo, Spolittu Riccardo, Stella Francesca, Tuzza Lorella, Tosatto Vanna. San Bernardo Abbate Claudia, Burchio Paolo, Burzio Paolo, Cacciotto Rosella, Cardone Franca, Ciravegna Daniele, Dauria Egidio, Devita Beniamino, Giacalone Giovanni, Grasso Mara, Lazzarin Cristiana, Murzio Luca, Maurutto Ida, Pecoraro Giuseppe, Pingitore Pecoraro Elena, Piovano Serena, Segreto Vincenzo, Tenivella Mauro, Viglione Nicoletta, Zoccolan Livio. San Martino Auriletto Sara, Barardo Felice, Bottino Piero, De Amicis Alessandra, Di Girolamo Giulia, Fasoli Renato, Gianotti Mariangela, Michieli Chiara, Negro Anna, Polliotto Carlo, Priasco Raffaella, Sabato Aurora, Surra Renato, Viacelli Luigi, Zamariola Mariangela. Santa Maria della Stella Cornaglia Vanni, Dallera Reginelia, Coscia Stefano, Fabiole Angela, Fabiole Franca, Gaido Mattia, Giarruzzo Tina, Giordani Silvano, Imperatore Pietro, Merlo Alberto, Morra Chiara, Perino Elena, Rolle Francesca, Zanette Lidia. 12 GIORNATA DELLA PACE Giornata della Pace 2014: costruire ponti ... e quando gli chiesero di rimanere lui rispose: “Non posso, ci sono ancora tanti ponti in giro da costruire”. Questo il tema della Giornata della Pace 2014: costruire ponti. Appena entrati in chiesa i bambini delle 4 parrocchie sono stati “accolti” da una staccionata che divideva la chiesa in due parti. La stessa staccionata che volevano costruire i due fratelli della storia, per non doversi più vedere. Ogni bambino ha pensato bene cosa fossero le staccionate nella propria vita: litigi, capricci; e a come si potevano trasformare in ponti. Per scoprirlo hanno fatto un viaggio, un viaggio nelle Filippine e nei paesi dell’est, per poi tornare in Italia a mangiarsi una buona pizza e imparare che offrire e condividere un po’ di cibo con le persone che non conosciamo, è un buon inizio per costruire ponti! A fine giornata ci siamo salutati, ritornando come ad inizio giornata in chiesa e ad aspettarli non c’era più un staccionata che divideva la chiesa ma un bellissimo ponte che univa tutti noi! Perché la giornata della Pace non dovrebbe essere una sola giornata, ma un’intera vita fatta per aiutare il prossimo, conoscere e farsi conoscere con umiltà e senza pregiudizi e insegnare agli altri a fare lo stesso. La pace non dovrebbe essere un sogno di molti ma la realtà di tutti. Gli Scaout del Rivoli 4 e Rivoli 1 IMPEGNO PUBBLICO 13 Rivoli crocevia due incontri diversi, ma complementari Il presidente della Provincia Antonio Saitta ci ha proposto alcune riflessioni di fondo sulla politica. Il tema era stato scelto anche per dare voce a una riflessione diversa dalle rappresentazioni e contrapposizioni massmediatiche quotidiane. E lo scopo, ci sembra, è stato raggiunto. Una presentazione pacata e profonda della politica, del senso e degli obiettivi della politica, che riconcilia con la politica, quella vera. Perché rimette al centro alcuni valori che spesso si dimenticano, si trascurano, oppure volutamente si mettono da parte. L’impegno necessario dei cattolici non può fare a meno, come nel recente passato, di una preparazione sui grandi temi esistenziali sorretti da una formazione sulla dottrina sociale della Chiesa. È importante per una formazione sociale e umana solida, pronta a incidere, a far valere, nel confronto e nelle mediazioni sempre necessarie, le proprie convinzioni, sapendo di dover andare spesso controcorrente, di rischiare una certa solitudine… La centralità dell’uomo: preoccupazione essenziale per scelte non basate sull’immediato e sul consenso, ma sulle realizzazioni dovute per la crescita umana e sociale del cittadino. L’idea della politica come “servizio”: un servizio da rendere al cittadino, non all’opinione pubblica, ai sondaggi, basata sui grandi valori ideali, che devono sorreggere ogni scelta politica. Una politica laica, non autoreferenziale: i cattolici consapevoli di avere valori essenziali da affermare devono sentire la politica come un impegno vero nei confronti di tutti, non in vista di una società “cattolica”, ma, nella linea di Sturzo, per una società veramente laica, cioè convi- venza di pluralità di ideologie. La crisi come opportunità: ci sono poche risorse, è necessario ridurre gli sprechi e i costi dei servizi… una politica che non si rassegna alla sopravvivenza, ma programma, costruisce il suo futuro come una famiglia con le proprie risorse disponibili. Il politico non solo deve stare lontano dai privilegi, ma deve mantenere uno stile di vita estremamente coerente. L’incontro con Marco Bracco ci fa aprire gli occhi sulla complessità e diffusione dell’economia. Si era proposto un titolo “Commercio internazionale e commercio equo e solidale” per orientare il relatore in una riflessione ad ampio raggio sull’economia. Il titolo rilanciato dal relatore “Consumo critico e interdipendenza” ci porta al cuore dei problemi e dei molteplici aspetti che sottostanno all’economia. Queste le indicazioni che si possono trarre dall’incontro. Prendere coscienza che nella società globale siamo soprattutto consumatori… non solo perché siamo considerati tali dalle multinazionali e dalla pubblicità, ma perché coscienti o no, lo diventiamo davvero con un meccanismo cui è impossibile sottrarsi del tutto. Se prestiamo attenzione alle campagne pubblicitarie, ci accorgiamo che ormai ogni aspetto della nostra vita, ogni valore e ogni ideale è “buono” per sostenere il lancio di un prodotto, la commercializzazione di oggetti e merci, che pure non sembrano avere rapporti con le motivazioni che li sostengono. E questa condizione ci pone in uno stato di dipendenza globale, interdipendenza che non ha più confini, inarrestabile, con cui fare i conti per ogni altra scelta di vita. Tanto più in questo contesto globale in cui le multinazionali contano (= hanno un potere maggiore, perché più ricche) di molti Stati in cui hanno sede: tra le prime 100 potenze economiche 51 sono multinazionali, 49 Stati nazionali. Ma se il nostro ideale resta la libertà, valore sommo per l’uomo di ieri e anche per quello di oggi, valore cardine anche per il cristiano, dobbiamo prendere coscienza di questa situazione. Tre le parole chiave per questa presa di coscienza e per mantenere alto questo ideale di libertà: 1. responsabilità: nel senso etimologico del termine (respondere) rispondere nel modo più adeguato alla sfida di questa economia invasiva che sembra escludere ogni possibilità di scelta, anche al di là della responsabilità per se stessi, consapevoli di essere parte di un mondo più grande e “testimoni” per un mondo che abbiamo ricevuto e lasciamo in eredità; 2. consapevolezza quindi delle scelte di vita: queste devono essere ispirate a valori altri rispetto al meccanismo scontato della economia di mercato, con un privilegio assoluto della persona come bene gratuito e relazionale, con attenzione alla natura che è bene di tutti, con impegno in un mondo che non è solo nostro, inesauribile, indistruttibile… 3. felicità come obiettivo di fondo: che mantiene qualche somiglianza con le immagini felici della pubblicità, ma che è decisamente diversa nei metodi e nei contenuti. Silvano Giordani 14 CARNEVALE Feste di Carnevale 2014 GRUPPO ANZIANI ORE SERENE 15 35 anni ben portati Sembra ieri, ma sono trascorse 35 primavere da quando, in un pomeriggio soleggiato, per desiderio del Can. Domenico Foco, assecondato da una decina di volenterosi, nasceva un gruppo di accoglienza per anziani cui veniva dato il nome "Ore Serene". E quale titolo più appropriato si poteva dare agli incontri del martedì pomeriggio, dove persone anziane, sole, hanno l'opportunità di incontrarsi e fare amicizia in un clima di serenità e di accoglienza calda e fraterna? Il gruppo è nato con lo scopo di dare e ricevere; ciascuno dà agli altri qualcosa di se stesso: compagnia, cordialità, sorriso, evitando pettegolezzi o critiche. Anche la modesta cassetta di legno che raccoglie le offerte risente di tutti questi anni, tuttavia è ancora in grado di accogliere quanto ci consente di offrire agli ospiti una calda e dolce merenda a base di biscotti e tè. Da settembre a giugno, ogni martedì pomeriggio alle 14.30, le animatrici accolgono nella Sala degli Archi del nuovo Oratorio, tutte le persone che desiderano partecipare agli incontri, a prescindere dal loro luogo di origine; così nella sala di ritrovo si intrecciano i diversi dialetti, in un gioioso cicaleccio che ci fa sentire tutti fratelli. L'attività svolta è molto varia: momenti di spiritualità, altri di cultura alternati a spazi riservati al gioco delle carte, tombolate e musica. Si organizzano pranzi in sede, feste di Carnevale e uno o due pellegrinaggi mariani. Si festeggiano in comunità compleanni e onomastici. Grazie alla generosità delle frequentatrici, possiamo partecipare a vari progetti di solidarietà che si svolgono durante l'anno: affido a distanza di alcuni bimbi indiani, offerta mensile al gruppo di Volontariato Vincenziano, aiuto ai Padri Missionari della Consolata per i loro progetti in Africa, raccolta fondi per il nuovo Oratorio, partecipazione saltuaria ai progetti del CAV. Quando poi, inevitabilmente, arriva il momento del dolore, siamo vicini a coloro che sono stati toccati nei loro affetti più cari. Da 35 anni le animatrici portano avanti questa iniziativa con tanta buona volontà e sacrificio, sempre attente a migliorarsi per dare serenità e gioia a molti, con amicizia e cristiana fraternità. Per festeggiare questo anniversario, il gruppo anziani "Ore Serene" ha invitato la Comunità Parrocchiale a partecipare alla Messa di Ringraziamento, celebrata domenica 23 marzo alle ore 11. È seguito il pranzo comunitario. Le animatrici 16 UNITà DEI CRISTIANI “Cristo non può essere diviso” La Fede Quella vecchietta cieca, che incontrai la notte che me spersi in mezzo ar bosco, me disse: “Se la strada nun la sai, te ciaccompagno io, ché la conosco. Se ciai la forza de venimme appresso, de tanto in tanto te darò ‘na voce, fino là in fonno, dove c’è un cipresso, fino là in cima, dove c’è la Croce... Io risposi: “Sarà ... ma trovo strano che me possa guidà chi nun ce vede...” La cieca allora me pijò la mano e sospirò: “Cammina!” Era la Fede. Trilussa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani nel 60° della Chiesa Battista di Rivoli “Cristo non può essere diviso” (I Corinzi 1:1-17). Questo era il titolo della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani dello scorso mese di gennaio, e questo era anche lo spirito che si è percepito negli appartenenti alle varie comunità cristiane di Rivoli che si sono trovati la sera del 22 gennaio nella nostra Chiesa Evangelica Battista di viale Bassano per l’annuale celebrazione ecumenica: uno spirito desideroso di vivere e rendere visibili i legami di fede che uniscono i credenti delle varie chiese e denominazioni cristiane. Legami che a Rivoli sono anche di amicizia, che si stanno rafforzando col passare del tempo e con le diverse occasioni di ritrovo e di collaborazione, e che la sera del 22 sono stati testimoniati dal fatto che abbiamo potuto accogliere nei locali della nostra chiesa tanti amici “di vecchia data”, insieme a coloro che hanno partecipato alla celebrazione ecumenica forse per la prima volta. La liturgia della serata, che quest’anno è stata preparata dalle chiese del Canada, ha visto il coinvolgimento di Don Giovanni Isonni delle Parrocchie di Rivoli, di Padre Claudiu Dita della Chiesa Ortodossa, della pastora battista Helene Fontana e di altri rappresentanti delle tre chiese coin- volte nella celebrazione. La pluralità degli interventi, insieme alle due riflessioni bibliche di Don Giovanni e di H. Fontana, hanno rappresentato in modo molto concreto un’unità nella fede che non consiste in uniformità ma piuttosto nella ricchezza che nasce dall’insieme dei diversi doni messi a disposizione del corpo di Cristo. Ricchezza rappresentata anche da alcuni oggetti presentati dalle tre chiese nel corso della serata per simboleggiare il loro specifico contributo al corpo della chiesa: la croce della Chiesa Ortodossa per simboleggiare l’universalità della fede; il “kit di pernottamento” della Chiesa Cattolica (del dormitorio di S. Martino) per simboleggiare l’accoglienza; e la tunica battesimale della Chiesa Battista per simboleggiare la relazione personale e consapevole con Dio. Per la nostra comunità battista è stata una grande gioia poter accogliere per una serata così tanti amici dalle chiese cristiane di Rivoli, e ringraziamo il Signore per i legami che uniscono i credenti della nostra città. Proprio quest’anno la nostra Chiesa Battista è presente a Rivoli da sessant’anni. Nel 1954 un gruppo di rivolesi evangelici, guidati dal pastore V. Veneziano e dal missionario statunitense B.R. Lawton, ha messo la prima pietra della chiesa di viale Bassano. Negli anni a seguire, oltre alla chiesa, erano attivi anche una scuola biblica, una scuola materna e un liceo linguistico, gestiti dai battisti in ed intorno alla storica “Villa Colla”, nominata allora “Filadelfia”. Oggi di queste attività rimane solamente la chiesa che comunque come ieri cerca di essere presente e utile alla sua città. Una presenza e un’utilità che non possono che trarre guadagno dall’amicizia e dalla collaborazione con le altre comunità cristiane della città, in modo da mettere a disposizione di tutti la ricchezza dei diversi doni del corpo di Cristo, e dare una testimonianza comune e convincente del fatto che “Cristo non può essere diviso”. Helene Fontana SPECIALE BEATO ALLAMANO 17 18 SPECIALE BEATO ALLAMANO Perché l’Allamano è annoverato tra i santi sociali di Torino? Alcuni mesi or sono, mi sono imbattuto in un articolo di Vittorio Messori su Papa Francesco, in cui lo scrittore s’interrogava sulle radici delle linee pastorali del nuovo Papa che stanno incontrando un'accoglienza tanto calda e universale, fra tutte le categorie di persone. La tesi del Messori è che queste radici non sono da riscontrarsi soltanto nell’ambiente latino-americano, ma soprattutto nell'influenza dei “santi sociali” di Torino. I nonni e i genitori di Papa Francesco subirono profondamente il clima dell’ambiente piemontese del loro tempo, le istanze di giustizia e della difesa dei diritti umani, assieme al clima spirituale. È fuori dubbio che anche Jorge Bergoglio è stato influenzato dalle istanze sociali del Piemonte, attraverso i genitori e particolarmente la nonna, come ebbe a confessare lui stesso più volte. Il libro dello stesso Messori, “Il mistero di Torino” (2004), cerca di svelare l’anima segreta di questa città che in tanti modi è decantata come “città nera” ma che pure sembra andare a braccetto con la “città dei santi”, la città dei re scomunicati e di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, delle messe nere e della Sindone. In questo crogiuolo di contrasti nasce una schiera di santi che non trova pari in nessun’altra città d’Italia. E in questa schiera troviamo un umile canonico del Duomo di Torino che ha vissuto gran parte della sua vita all’interno del Santuario della Consolata, ma che pur trova un degno posto nella lista dei Santi Sociali di Torino. Cerchiamo di scoprirlo e di carpirne il segreto. Ma partiamo dal termine “santo sociale”. Esso è usato abbastanza frequentemente per indicare un santo canonizzato che ha speso la sua vita, non solo per Dio, ma anche per i suoi fratelli poveri, esclusi, abbandonati, in cui l’interesse e la passione per la gente disagiata ne hanno caratterizzato la vita. Torino ne annovera parecchi al punto che l'espressione “santi sociali” è sempre abbinata a questa città. Padre Piero Trabucco PARLANO LE OPERE Mons. Umberto Rossi, vescovo di Asti e nativo di Casorzo, scrive: «È vero che del Can. Allamano, più che gli scritti, parlano e parleranno nei secoli le opere: il Santuario della Consolata rinnovato, la fondazione dell'Istituto delle Missioni della Consolata e la formazione della maggior parte dell'esemplare clero dell'Archidiocesi torinese. Ma sono queste opere stesse che reclamano una voce, la quale sappia rendere esplicito il loro muto linguaggio, affinché tutti, vicini e lontani, “videant opera bona et glorificent Patrem”». Testimonianza del 5 dicembre 1932. SPECIALE BEATO ALLAMANO 19 Il Beato Giuseppe Allamano e la città di Rivoli tratto dagli scritti di P. Francesco Pavese, IMC Premessa Il beato Giuseppe Allamano, nato a Castelnuovo il 21 gennaio 1851, e vissuto quasi sempre a Torino fino alla morte avvenuta il 16 febbraio 1926, è in certo senso anche “cittadino di Rivoli”. Per l'Allamano, la casa a Rivoli, ricevuta in eredità da mons. Angelo Vittorio Demichelis, situata in via 1° maggio 3 (al suo tempo: “via S. Salvario”, e popolarmente: “via dei morti”, perché conduceva al cimitero), ebbe un significato molto speciale, in quanto in essa egli visse momenti importanti della sua vita di Fondatore di due Istituti missionari. La casa in via 1° maggio, 3. La casa che l'Allamano ricevette in eredità qui a Rivoli fu costruita verso il 1880 assieme a tante altre ville simili. Essa faceva parte di un edificio a due piani composto da due proprietà identiche, addossate una all'altra in forma speculare, con entrate, scale e giardini propri, e divise da un muro. Si chiamavano villa Lucia (quella dell'Allamano) e villa Giulia. Per ragioni giuridiche, l'Allamano diede il suo nome alla casa, anche se per lui e per i suoi missionari, quella era la “villa S. Giuseppe”. Dopo la morte dell'Allamano, per necessità economiche, l'Istituto fu costretto a vendere questa villa, con grande rincrescimento dei missionari e delle missionarie, che la ritenevano una reliquia del Fondatore e un cimelio dei primi tempi. Nel 1955, però, tutta la proprietà, comprendente le due ville, fu nuovamente acquistata, e da allora ospitò di continuo missionari per varie attività di animazione missionaria, di studio e di preparazione alle missioni. Parlando con le missionarie, un giorno l'Allamano ebbe a dire: «Godetevi ancora della buona aria che avete preso a Rivoli, e ringraziate il Signore. Vedete, è buono per averci dato un bel posto. Se avessi dovuto sceglierlo io, non avrei saputo trovarne uno migliore, non troppo vicino, non troppo lontano [da Torino]...». Dunque, per l'Allamano, Rivoli è un posto ideale per sé e per i suoi missionari: si può raggiungere facilmente da Torino, è riparato dal frastuono della città, soprattutto c'è aria buona. Attualmente la casa è sostanzialmente quella del tempo dell'Allamano, con qualche necessaria ritrutturazione avvenuta lungo gli anni. Nella parte da lui abitata, il tesoro è la cappella al secondo piano, che in parte risale certamente alle origini, nella quale è conservato l'altare su cui l'Allamano celebrava. Nel suo studio al primo piano (dove il 16 febbraio 2014 è stata inaugurata la nuova cappella) il pavimento, il soffitto e il caminetto sono delle origini. Le scale, di granito, non sono mai state rinnovate. Chi di noi abita in questa casa, se è attento a certi particolari, può rivivere un po' l'atmosfera che c'era al tempo dell'Allamano. L'Allamano e Rivoli L'Allamano non realizzò, come invece aveva fatto prima S. Leonardo Murialdo, iniziative apostoliche a Rivoli. La sua presenza era discreta, quasi un soffio silenzioso, che sicuramente contribuì a infondere uno spirito apostolico e missionario a questa comunità. Non poteva essere ignorato un uomo del genere, che nella vicina Torino, e non solo, esercitava un grande influsso sulla vita ecclesiale. Né potevano passare inosservati tutti i giovani missionari e missionarie che qui regolarmente arrivavano. Da sottolineare, invece, il “coinvolgimento di Rivoli” nella persona dell'Allamano e nel nostro Istituto missionario: Rivoli, magari inconsciamente, è stata presente, in modo notevole, nella fondazione e nello sviluppo dei due Istituti missionari della Consolata. La straordinaria guarigione Nel gennaio del 1900, l’Allamano fu colpito improvvisamente da una grave forma di polmonite doppia che lo portò in fin di vita. Ecco come il primo biografo P. L. Sales narra la guarigione: «Il mattino del 28 gennaio, il vice rettore can. Camisassa, eretto l’altare in luogo visibile all’infermo, vi celebra trepidante la santa Messa e, quasi inconscio profeta, pronunzia fra la più viva commozione le parole dell’Offertorio: “La destra del Signore 20 SPECIALE BEATO ALLAMANO mi ha esaltato, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morrò ma vivrò e racconterò le opere del Signore”. Ed ecco l’infermo, come scosso da letargo, ripetere quelle parole, quindi ritornare in uno stato quasi di incoscienza, nella quale perdura tutto il giorno. Ma sulla mezzanotte fra il 28 e il 29 (festa di S. Francesco di Sales), la febbre, rimasta sempre sopra i 40°, discende rapidamente sotto i 38° e vi rimane stazionaria. Il mattino seguente, mentre il giornale cattolico dava il laconico annunzio dell’imminente catastrofe - sì che alcuni sacerdoti celebrarono la Messa in suffragio dell’anima dell’amato rettore - questi invece era fuori pericolo. I dottori non sapevano che dirsi. Tenuto conto della costituzione fisica della persona colpita, non si può fare a meno di riconoscere una grazia specialissima della SS. Vergine Consolata». L'Allamano conservò per diversi anni il ritaglio di giornale che dava imminente la sua morte e vi faceva sopra il ritiro mensile. Effettivamente il modo straordinario della guarigione impressionò molti e in giro si parlò di guarigione miracolosa. La lettera di fondazione «Andai poi a fare la convalescenza a Rivoli – racconta l’Allamano - e là, il giorno di S. Fedele da Sigmaringa, posi sull'altare una lunga lettera in cui si decideva la fondazione: celebrai la Messa in onore del Santo, indi andai ad impostare la lettera che inviavo al Cardinale Arcivescovo. E fu decisa la fondazione». La lettera che l’Allamano aveva spedito da Rivoli al card. Richelmy il 24 aprile 1900 portava la data del giorno 6. Non è senza significato notare come quella lettera sia rimasta sulla sua scrivania parecchi giorni. Come era suo solito, vi aveva molto riflettuto e, sicuramente, anche molto pregato. Cominciava così: «Mentre mi trovo solitario in Rivoli, la mia mente e il mio cuore naturalmente si portano a Torino, alla Consolata, al Convitto e all’Istituto della Santissima Annunziata. E a riguardo di questo Istituto, pensando al suo avvenire, maturai alcune riflessioni che sottopongo al tuo giudizio. Se si dovesse dare altra destinazione alla casa, quale opera sarebbe da intraprendere? Dovessi secondare un antico mio desiderio, inclinerei per la fondazione di un Istituto di missionari esteri». Poi la lettera continuava riportando tutte ragioni per le quali non si sarebbero tradite le intenzioni del donatore destinando l'edificio all'opera missionaria. Di ritorno a Torino, l'Allamano si portò dall’arcivescovo che, al vederlo: «Eh - gli disse - nella tua lettera hai messo più contro che in favore della fondazione. Tuttavia devi farla, perché Dio lo vuole». Rispose deciso: «Ebbene, Eminenza, nel tuo nome getterò le reti». L'Allamano considerò sempre il 24 aprile data della fondazione, anche se quella ufficiale è il 29 gennaio. Diceva alle missionarie il 20 aprile 1922: «Lunedì poi faremo la festa di S. Fedele da Sigmaringa. Lo sapete che ho fondato l'Istituto dei Missionari in questo giorno. Ero a Rivoli allora. La lettera che ho scritto al Cardinale nella quale lo interpellavo se dovevo fare questo o no, l'ho messa sull'altare, poi ho detto Messa e l'ho spedita. Il Cardinale mi ha risposto così: Devi farlo tu e nessun altro. - E così l'ho dovuto fare. Poi, ma molto più tardi, siete venute voi, ma voi siete del Papa. Una volta che io gli parlavo di questa nuova fondazione mi disse: Bisogna farla. - E avendo io aggiunto che credevo di non avere la vocazione per questo, egli mi rispose: Se non l'hai te la do io. - Ed ecco le Suore». Rivoli meta di passeggi formativi Rivoli è stata coinvolta non solo nel momento della fondazione del nostro Istituto, ma anche nel processo di formazione dei missionari e delle missionarie. Fin dai primi anni gli allievi missionari incominciarono una tradizione interessante: ogni settimana, il mercoledì, giorno di vacanza dalle lezioni, il gruppo si portava a Rivoli (dopo il 1910, anche le giovani missionarie, ma il giovedì). Si trattava di vacanza, certo, ma di vacanza speciale, sempre collegata con la loro formazione alla missione. Intanto il viaggio era a piedi. La via più diretta era quella del polveroso corso Francia, ma i giovani a volte preferivano allungare il tragitto, deviando verso Grugliasco, o Pianezza. Si trattava di una ginnastica, utile in vista delle camminate che allora si facevano nei territori di missione. L'Allamano aiutava anche a compiere quel tragitto in modo utile alla crescita spirituale. Insegnava così: «Fare il viaggio spirituale che consiste nel farlo con spirito di fede. Esercitatevi quando andate a Rivoli, per quando andrete in Africa». SPECIALE BEATO ALLAMANO Il programma di queste passeggiate di una giornata a Rivoli era più o meno questo: subito all'arrivo, visita al SS. Sacramento in qualche chiesa della città; poi pranzo al sacco; nel primo pomeriggio il gruppo si portava alla stazione ad accogliere il Fondatore che arrivava con il trenino, se non era giunto in mattinata. Quasi subito, tempo permettendo, i giovani si raccoglievano attorno al Fondatore, abitualmente sotto il grande cedro, purtroppo schiantato da un fulmine qualche anno fa, per un incontro formativo. Dopo un po' di merenda, i giovani si fermavano, per conto proprio, o per letture, o studio e svago. Nel tardo pomeriggio, l'Allamano ripartiva in trenino e i giovani si incamminavano a piedi verso Torino. Questi incontri formativi erano il centro della giornata a Rivoli. Per l'Allamano le gite a Rivoli, come del resto le vacanze, dovevano essere “laboriose”. Così esprimeva il suo pensiero alle missionarie: «Riguardo poi a star qui o andare a Rivoli per voi dev'essere indifferente. Dunque, ricordatevi, il vostro riposo consiste solo nel rallentare un pochino gli studi». Vacanze laboriose anche manualmente: «A Rivoli che cosa farete? Se è necessario anche aiutare a zappare, zappate; certo, senza rovinare tutto» Infine: «Bisogna essere industriose come le api che avete a Rivoli... Sì, industriosi come quegli insetti; ed essi non lo sanno!». In definitiva, le passeggiate a Rivoli dovevano essere un momento forte per la formazione: diverso l'ambiente, diversa l'aria, ma identico il clima familiare: il Padre insegnava: «Voi che andate a Rivoli, ricordatevi che bisogna santificare questo tempo. Là, in quella casa della Provvidenza, farete vita santa». Un sogno dell'Allamano Riguardo alla casa di Rivoli, l'Allamano aveva un sogno, che si è realizzato solo in parte. Siamo nel settembre del 1918 e l'Allamano si trovava a Rivoli con i ragazzi che avevano approfittato per mangiare un po' d'uva in un pergolato che c'era nel giardino. L'Allamano si soffermò a spiegare come fosse venuto in possesso della casa. Si introdusse così: «Ebbene, avete mangiato uva abbastanza? Vedete, a questo posto venivo sempre a far io colazione 21 quando ero qui a Rivoli, a prendere quell'uva bianca. Guardate lì, pregate il Signore che ci lasci anche l'altra parte del giardino, così saremo più al grande; e quando vi saranno quelli vecchi... che potranno appena tenersi su... li manderemo qui. E in quell'angolo là faremo poi una Cappella pubblica, che comunichi sulla strada». Effettivamente l'Allamano, prima di morire, venne in possesso dell'altra metà della casa, ma i missionari anziani non sono venuti qui. Sono stati dirottati ad Alpignano. Anche là l'aria è buona! Sintonia tra l'Allamano e Rivoli Non pensiamo che l'Allamano venisse a Rivoli e si chiudesse in casa, ignorando quanto capitava fuori. Anzi, alcuni eventi della città lo hanno positivamente impressionato. Il beato Antonio Neyrot, missionario domenicano, morto martire in Tunisia, è stato proposto dall'Allamano come protettore dell'Istituto durante l'anno 1911. Ciò è significativo, se si tiene conto che questo beato, prima di essere martirizzato, aveva rinnegato la fede per paura e si era fatto mussulmano: «II nostro protettore per tutto quest'anno sarà il Beato Antonio Neyrot, missionario e martire. E qual virtù abbiamo da imitare in Lui? Voglio che impariamo da un suo difetto: egli è caduto per la superbia, e noi bisogna che pratichiamo, in modo speciale quest'anno, l'umiltà. Perciò quest'anno vi parlerò sovente di questa virtù. Abbiamo il B. Neyrot. A me piace tanto perché conforta. Quelli che hanno perduto la testa qualche momento mi piacciono tanto perché dopo si mettono e si fanno più santi degli altri». L'Allamano aveva apprezzato una certa indipendenza che la comunità ecclesiale di Rivoli aveva dimostrata. Diceva ai missionari a proposito delle processioni che a Torino, in quel periodo (1916) erano proibite: «Domani dopo la S. Messa, farete le rogazioni. Sapete come si fanno le rogazioni? Sapete che in Torino hanno proibite tutte le processioni, ma fuori, quando si vuole si fa; quei di Rivoli l'hanno fatta per quanto [gli avversari] strepitassero. Comunque, in Torino non si possono fare processioni, e perciò si fanno tutte entro chiesa. E noi la faremo entro la Casa; desidero che entro la casa la facciate». Anche alle missionarie portò Rivoli come esempio di libertà: «In questi tempi sono proibite tutte le processioni e quindi neppure quelle delle Rogazioni si faranno. A Rivoli però vollero fare la processione del B. Neyrot e non ne venne nessun male». 22 Voglio ancora farvi notare con quanta dignità e delicatezza l'Allamano raccomandò alle preghiere dei missionari e delle missionarie il giardiniere della sua casa di Rivoli, in occasione della morte. Si nota che tra di loro non c'era solo un rapporto di lavoro, ma era sorta una mutua stima. Era il 20 febbraio 1016: «Vi raccomando alle vostre preghiere il giardiniere di Rivoli, che è andato in Paradiso. È morto Venerdì. Un brav'uomo proprio, in vita sua ha sempre lavorato onestamente, ora è morto come un Patriarca, ha diritto alle nostre preghiere perché è come un membro della nostra famiglia». Il suo “romitaggio” L'Allamano aveva una spiritualità attiva ed era un apostolo molto dinamico. Non apparteneva a un ordine di monaci contemplativi, ma era un uomo di profonda interiorità. Pur vivendo in mezzo alla gente, sapeva raccogliersi in Dio con estrema facilità, al punto da impressionare quanti lo frequentavano. Anche a Rivoli sapeva ritirarsi come se fosse in un “romitaggio”, come lui stesso lo ha chiamato, cioè in un luogo riservato alla vita contemplativa. Specialmente negli ultimi anni, l'Allamano gustava i giorni trascorsi a Rivoli. Sentiamo quanto scrisse suor Emilia Tempo a una consorella in Africa: «Sono otto giorni che tornai da Rivoli, ove mi fermai 16 giorni col nostro Ven.mo Padre. Ho passato dei bellissimi giorni. Padre viene sempre più Padre e creda, massime alla sera, ce lo godevamo proprio. Di giorno poco, perché c'era sovente gente, ma alla sera ci sbrigavamo a lavare i piatti e poi correvamo su al primo piano: egli sul sofà e noi prima inginocchiate e poi sedute per terra sul tappeto. La contavamo (discorrevamo) fino alle 10. Padre, grazie a Dio, sta bene. Le suore trovano anche il modo di fargli canticchiare una canzonetta spirituale...». È simpatico questo quadretto dell'Allamano anziano, felice, attorniato dalle sue missionarie! E proprio qui, a Rivoli, volle fare gli esercizi spirituali in preparazione alla celebrazione del 50° di ordinazione sacerdotale. Sr. Emilia Tempo, nel processo di beatificazione dell'Allamano, rilasciò questa testimonianza: «Durante gli esercizi del 1923 che fece a Rivoli, la sua vita interiore cresceva, e nella preghiera si preparava al grande passaggio, servendosi dell'Imitazione di Gesù Cristo, che egli stesso mi fece vedere dicendomi: “Faccio i miei Esercizi su questo libro; qui c'è tutto per la via purgativa, illuminativa e unitiva». Conclusione Ai primi tempi, i giovani avevano costruito un piloncino in legno (poi ristrutturato in granito) dedicato alla Consolata, vicino al cedro dove si raccoglievano per le conferenze del Fondatore. Nel 1924, l'Allamano stesso regalò un quadro molto bello in porcellana della Consolata in altorilievo, che benedisse personalmente. Sparito al tempo della vendita della casa, finalmente il quadro venne restituito e, in occasione dell'Anno Mariano del 1987, venne fissato sul muro esterno, a destra della porta di entrata. Chi viene a trovarci, prima riceve la benedizione della Consolata, quella stessa che l'Allamano donò perché rimanesse a Rivoli. Ecco una frase dell'Allamano alle missionarie in partenza per le vacanze, che voleva rassicurare della sua continua presenza spirituale: «Vi benedico sempre: prima S. Ignazio, Missionari e Missionarie; poi Rivoli; poi voi che state a casa; poi l'Africa. Tutti ogni sera». Anche noi di Rivoli, non solo questa sera, ma sempre, siamo benedetti dall'Allamano. E la sua benedizione ci conforta. SPECIALE BEATO ALLAMANO 23 Suor Marcella Cantore conosce il Beato e poi parte per il Kenya “Così vi voglio: generosi, fermi e costanti nella vocazione” Giuseppe Allamano “Passò i suoi sessant’anni di vita religiosa nell’amore a Dio, alla Santissima Consolata, unita al Fondatore di cui respirava lo spirito a pieni polmoni. Questa era suor Marcella”, ricorda la consorella suor Martina Silvestri nel 1987, dopo la morte della religiosa, avvenuta a Nairobi nel giugno di quell’anno. E in questi giorni in cui viene inaugurata una cappella nella stanza che fu lo studio del beato Allamano, in via I Maggio, ci piace pensare alla nostra città come a un laboratorio di santità. Sì, perché a Rivoli l’Allamano maturò e espresse la sua intenzione di fondare un istituto unicamente dedicato alle missioni, e a Rivoli visse i primi ventitré anni della sua vita Maria Luigia Cantore, la futura suor Marcella. Il 1902 tiene a battesimo la partenza dei primi quattro missionari della Consolata, due sacerdoti e due laici, e la nascita di Maria Luigia. Siamo agli inizi della vita dell’Istituto. Il ramo femminile non esiste ancora. Verrà fondato nel 1910, per intervento esplicito del Papa. E l’Allamano stesso, nelle sue memorie e rivolgendosi alle sue figlie, ricorderà la conversazione nella quale aveva obiettato di non sentire la vocazione a fondare suore e la risposta di Pio X: “Se non l’avete, ve la do io”. Negli anni seguenti altre destinazioni si aggiungono a quella del Kenya e missionarie e missionari partono per l’Etiopia, la Tanzania, la Somalia, il Mozambico. Nel 1930, all’età di ventotto anni, parte anche suor Marcella Cantore, entrata nell’Istituto nell’aprile del ’25. Rimarrà in Kenya fino al 1987, anno della sua morte. Cinquantasette anni di missione, interrotti da due brevi soggiorni in Italia, rispettivamente nel ’61 e nel ’71. Citiamo gli anni perché ci danno il polso della generosità, della fermezza e della costanza di cui parla il Fondatore. Di un amore grande per Dio unito a un amore per la gente e per la terra che dopo 57 anni di condivisione sono diventate senz’altro anche sue, profondamente. Chissà come può essere apparsa a questa donna la sua città dopo trent’anni di Africa, e dagli anni Trenta ai Sessanta per giunta, e chissà quale potere ha una passione così! Una passione divorante che, nel suo significato originario, coniuga il trasporto, l’attrattiva con la capacità di patire. Le sue consorelle dicono di lei che fu “una missionaria autentica”, “una donna umile e mite, che si faceva voler bene”, “una sorella attenta, disponibile a offrirsi per i piccoli servizi”, “divisa tra casa e dispensario”. Ma c’è un’istantanea che più di tutte ce la fa presente come una giovane donna appassionata, appunto. Dice suor Bassiana Lorenzi: “All’inizio degli anni Trenta eravamo nelle fattorie: lei al Tinderet, io al Kokwet. Ci incontravamo nelle feste patronali della Consolata o degli Angeli Custodi. La nostra gioia era grande e ci raccontavamo le nostre cose. Giocavamo. E suor Marcella era tra tutte la più vivace. Finita la festa si partiva e ci accompagnavamo fino alla cima della collina e poi ci salutavamo con il caratteristico grido kikuyu.” A partire da qui, dalla risposta generosa a una chiamata speciale e dal coraggio e l’entusiasmo di accogliere la sfida dell’inculturazione, si dipana il tessuto di una vita ordinaria che fa di ogni giornata il terreno dell’incontro straordinario con Dio e con l’altro. Lidia Zanette 24 SPECIALE BEATO ALLAMANO Padre e maestro Fondatore di due istituti missionari ed iniziatore di un metodo innovativo, Giuseppe Allamano era profondamente convinto che non fosse il molto fare che conta, ma l’agire come “collaboratori” di Dio. Accanto alla Consolata, che fu la mamma a cui sempre si rivolse, non si può non ricordare il sacerdote della chiesa torinese Giacomo Camisassa che fu l'amico e collaboratore di una vita. Anche uno studio approfondito degli ideali e dei valori che guidarono il pensiero di Giuseppe Allamano, non basterebbe a far comprendere la ricchezza della sua personalità, caratterizzata da una forte carica umana, che i missionari e le missionarie cercano di far rivivere nel loro operare. Alcune sue parole, tra le molte che sono state raccolte, permettono di avvicinarsi ad aspetti della sua grande sensibilità umana: una virtù che sempre colpiva l'attenzione di quanti lo incontravano. Abbiamo conosciuto un sacerdote dal cuore missionario, uomo di grande coraggio e grandi intuizioni, profondamente umano, sereno, allegro. Alcuni dei suoi detti, con i quali stimolava ed educava i giovani di allora, possono ancora oggi essere di grande attualità per la formazione di uomini e donne forti e coraggiosi. • Elevatevi sopra le idee ristrette che predominano nell'ambiente. • Amate una religione che offre le promesse dell'altra vita e vi rende più felici sulla terra. • Scegliete la mansuetudine come strada di trasformazione. • Siate forti, virili, energici. • Fate bene il bene e senza rumore. • Date il primato alla santità. • Non dite mai: “Non tocca a me” Vi salutiamo con l’augurio che l'entusiasmo missionario, il coraggio e la tenerezza del beato Allamano abbiano contagiato un po' anche voi! GIOVANI 25 1a Settimana Educativa L’idea della Settimana Educativa nasce per mettere al centro delle nostre riflessioni il tema dell’educazione. Un’occasione fatta di incontri, momenti di festa, testimonianze preziose per fermarci a condividere quella “passione educativa” tipica dell’esperienza cristiana, per cercare alcune strade nuove, per rafforzare alcune convinzioni, per attingere un grande incoraggiamento per affrontare il difficile compito educativo che spetta a ciascuno, nessuno escluso. Sono state invitate a partecipare in particolare le Comunità Educative di ciascuna parrocchia, cioè genitori, sacerdoti, catechiste, animatori, educatori, capi… tutte quelle persone che, in modo consapevole od inconsapevole, danno forma e stile dal di dentro al progetto educativo delle nostre comunità. La Settimana Educativa si è aperta il 27 Gennaio con l’Accoglienza dell’Urna di don Bosco nella chiesa San Giovanni Bosco di Cascine Vica, molti hanno colto l’occasione per venerare le sue reliquie e affidare al maestro degli educatori una preghiera. A causa del cattivo tempo l’incontro con don Andrea Bozzolo dal titolo “Le consegne educative di don Bosco” è stato rimandato, con la promessa però di un recupero quanto prima. Venerdì 31 Gennaio, presso la Sala Accoglienza dell’Oratorio Stella abbiamo celebrato una bella e partecipata Messa in onore di don Bosco, il Santo dei giovani e degli Oratori, a lui abbiamo affidato la nostra missione educativa, le nostre intenzioni pastorali ed il futuro dei nostri oratori. Sabato 1° Marzo le Suore Operaie di Brescia ci hanno coinvolto in una serata di festa e riflessione dal titolo “Come una Matita” lasciandoci un pensiero di Madre Teresa di Calcutta che recita ““Io sono come una piccola matita nelle Sue mani, nient’altro. È Lui che pensa. È Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con tutto questo. La matita deve solo poter essere usata”. La Settimana Educativa si è conclusa con il debutto e la replica del Musical “Jamme ‘a cantà!” che ha visto 30 giovani delle nostre comunità dal 20 ai 23 anni esibirsi recitando, ballando e cantando dal vivo per mettere in scena un’avvincente storia che ci ha fatto certamente sorridere, ma anche riflettere. Al centro la storia di un gruppo di giovani stretti tra la scelta di cedere alla delinquenza che porta ai facili guadagni e la scelta di dare pieno compimento alla propria vita con impegno, coerenza ed umiltà. A sostenerli nella scelta un giovane sacerdote che, martire della mafia, li porterà a comprendere che per crescere hanno bisogno della “magnifica gente di questa città” che crede in loro, che li sostiene, che li guida. E noi adulti, vogliamo essere quella “magnifica gente” che accoglie questa responsabilità? La Regia Educativa 26 Capodanno Francescano festeggiare nella Fede Noi fratelli della Comunità Giovani delle Parrocchie di Rivoli abbiamo deciso di cominciare il 2014 in comunione con lo Spirito. La proposta di trascorrere alcuni giorni ad Assisi e festeggiare il capodanno in stile francescano ci è stata fatta da alcuni che lo avevano già vissuto in precedenza e che ne erano rimasti molto entusiasti, e ovviamente non ci abbiamo pensato due volte! Una profonda esperienza di preghiera vissuta in una città magica e sulle orme di San Francesco, insieme a tanti frati e suore che hanno saputo guidarci tra momenti di festa e giocosità ma anche e soprattutto durante intensi e arricchenti momenti di preghiera. “Ti RiGuarda” era il tema della festa di quest’anno, che voleva mettere in risalto la necessità di riscoprire la Fede tutti i giorni, senza mai dimenticarci la nostra identità di cristiani. Un tema vissuto tra rock cristiano, balli, riflessioni e preghiere, il tutto sapientemente mescolato in salsa decisamente giovane! Una meravigliosa esperienza vissuta in comunità, una comunità fatta di fratelli provenienti da Rivoli, ma che, arrivata ad Assisi, non ha saputo resistere alla bellezza della comunione della festa con persone provenienti da tutta Italia. La Comunità Giovani GIOVANI Comunità Giovani e ’97 Stelle ad Assisi! Dire la parola Assisi è come fare un grande respiro profondo e percepire l’aria di santità che conserva questo luogo. Una città che racchiude e offre a chi la visita un “cammino per l’anima” dettato dalla grande figura di San Francesco. Visitare i luoghi in cui lui ha vissuto, significa sicuramente lasciarsi trasformare, rispondere ad una chiamata proprio come fece lui abbracciando il lebbroso e obbedendo al crocifisso che gli disse “Francesco va’, ripara la mia casa, che come vedi è in rovina”. Una figura quella di Francesco che si affaccia alla vita con la semplicità del cuore, con voglia di costruire relazioni profonde, un uomo che ancora oggi affascina credenti e non credenti perché la santità con cui ha vissuto la sua vita non può lasciare indifferenti, ma, anzi, rilancia con vigore in noi la voglia di scoprire Gesù. Ed è questa l’esperienza che alcuni giovani della CO.GI. (Comunità Giovani delle 4 parrocchie) hanno vissuto in occasione del Capodanno proprio per cominciare il 2014 con la pienezza del cuore e incontrare quel Gesù che non fa cose grandi, ma fa grandi tutte le cose. Con lo stesso entusiasmo qualche settimana dopo si è recato ad Assisi anche il gruppo “97 Stelle” (ragazzi di 3° superiore delle 4 parrocchie) che per la prima volta ha assaporato la bellezza di questa città. Volendo racchiudere in una frase le esperienze di questi due gruppi: tutti sapevano come si partiva, ma nessuno sapeva come sarebbe tornato! Elena&Luca GIOVANI 27 “JAMME A CANTA'!”....Che emozione! Dopo un anno e mezzo di prove e duro impegno, finalmente il 7 e l'8 febbraio ha debuttato il musical “Jamme a cantà!”, interpretato, ballato e cantato dal vivo da 30 giovani delle 4Parrocchie di Rivoli. Grande è stata l'affluenza al Teatro Don Bosco di Rivoli, infatti è stata programmata una replica per il 7 marzo. Ecco alcune testimonianze dirette dei ragazzi che hanno vissuto questa esperienza. Siamo certi che il nostro viaggio non finirà qui e ci saranno altre serate fantastiche! «“Jamme a Cantà” è sta ta la mia prima esperienza di teatro. Ho sempre amato i musical, ma no n avevo mai provato a far parte di uno spettacolo . È stata un'esperienza arr icchente, un'occasione di mettersi in gioco e di senti rsi valorizzati: sapere che senza il tuo “pezzetto” lo spettacolo non può esse rci e che sei indispensabil e in qualche modo, sebb ene tu non sia un attore o un cantante professio nista. È stato anche un mo do per mettere in camp o le proprie emozioni e pa ure e di farsi insieme for za per aiutarsi a superarle. » l vera! Un musica «Spettacolare!! vorato co! Abbiamo la ti as nt fa te ti en m Stare sul palco e. en b te en m vera retare difficile interp mette paura… meno gi… nei primi m tanti personag ti batgambe, il cuore le o an em tr ti ti, in scepo esser entrati te forte, ma do i sono m ntastico!!! Io na… diventa fa uppo, io nel nostro gr ag io m a to nti se rto di n buon rappo u to ra au st in . si è bisogna aiutarsi sa AMICIZIA, dove co a sa dire… l’unic Non so più co Grazie mente... bè… in e en vi i m e ch ICA GENTE!!!» GENTE MAGNIF ca, palco! Fati l e u q u s a unica tensione, «Esperienz , energia, o n g e p im in due to, ncentrato divertimen o c o tt tu ne… soddisfazio di spettacolo! ore er crescesplendide in gioco, p i rs e tt e m osa di er ieme qualc ubUn modo p s in tti tu reare e per il p re e per c te per noi n a n io z o m bello ed e blico.» 28 GIOVANI «Il teatro significa trasmettere emo zioni, ma non solo. Il teatro può esse re terapia per la timidezza e insegna anche a collaborare con gli altri e a condividere gli stessi spazi cercand o di creare armonia. Personalmente credo che il teatro mi potrà aiutare a comunicare e a donare tutte le emozioni che provo.» rto stato il qua a si o st e u q parte, le «Sebbene i ho preso cu a lo co a tt . Stare spe no cambiate so n o n i n o nto emozi ualcosa di ta q è o ic n e sc sul palco toso, peranto spaven u q , o d n e p nsazione stu scrivere la se e d le ci iffi d terrociò è re euforici e e ss e a a v ro rinche si p mpo! Devo te o ss e st o rizzati all possibilità ere avuto la v a i d re a zi erienza gra agnifica esp m a st e u q ola di fare ere e mi stim sc e cr o tt fa a che mi h iù.» i sempre di p rm ra o li ig m a «È stato uno spett acolo molto sentito. Anche se sono arrivato dopo, nel cast, mi sono sentito accolto bene, m a soprattutto sono riu scito a sentire l’atmosfe ra di gruppo unito… l’a tmosfera di una fam iglia. Sono molto conten to di questo progetto pe rché dà la possibilità di tirare fuori il proprio tale nto e scoprirne di nuovi =) » Un Weekend in Arte 2014 Nel giugno dello scorso anno la Pastorale Giovanile delle Parrocchie di Rivoli ha attivato il progetto “Un Weekend in Arte”, una due giorni di eventi artistici di ogni tipo riguardante i giovani creativi presenti tra le parrocchie e il territorio rivolese, con lo scopo di stimolare la creatività, le relazioni tra persone con gli stessi interessi e anche la curiosità delle persone che per la prima volta si avvicinano al mondo dell’arte, attraverso esposizioni, esibizioni e workshop. Il tutto si ripeterà anche quest’anno e noi dello staff abbiamo già cominciato l’organizzazione dell’evento, che avrà luogo nelle giornate di domenica 1 e lunedì 2 giugno presso l’Oratorio Stella. È già partito il primo evento: un concorso artistico dal titolo “La Bellezza della Vita nel quotidiano” che vuole sviluppare questo difficile ma ampio tema chiedendo ai creativi di proporre opere artistiche in quattro categorie, illustrazione, fotografia, scrittura e musica, a seconda della propria inclinazione. C’è tempo fino al 15 maggio per presentare le proprie proposte, per ulteriori informazioni è possibile chiedere alla segreteria dell’Oratorio Stella, visitare il sito delle Parrocchie o scrivere all’indirizzo [email protected]. Non mancate, CREATE! GIOVANI 29 Oratorio Stella Dall’entusiasmante inaugurazione del nuovo Oratorio Stella sono già trascorsi sei mesi. Certamente la comunità di Rivoli ha recepito l’Oratorio come una nuova straordinaria occasione di accoglienza, di incontro, di proposte. L’Oratorio attira tantissime persone incuriosite attratte dalla sua maestosità, dal suo colore, dal suo rumore di palloni che rimbalzano, bambini che ridono, ragazzi che scorrazzano con le bici, altoparlanti che diffondono la musica o la voce di chi ci fa pregare insieme... Molti si fermano a chiedere al don o a noi educatori “Ma cos’è questo?” e la risposta che viene loro data è “Questo è l’Oratorio!”, ci accorgiamo però che a qualcuno la parola “Oratorio” non dice nulla, non ha nessun significato, non ricorda le partite a calcetto in una lontana (o vicina) infanzia. Il significato condiviso della parola “Oratorio” va quindi ancora costruito, spiegato, fatto comprendere, non solo come definizione da vocabolario, ma come esperienza condivisa, vissuto solido che si può raccontare per essere lasciato in eredità come testimonianza sempre viva. Il motto “un oratorio per tutti!” promosso con forza nel periodo del cantiere, è un invito che tutti hanno accolto: infatti in oratorio quotidianamente si incontrano dai bimbi nel passeggino ai nonni che giocano a carte, passando dai ragazzi e dai giovani. Un Oratorio intergenerazionale, dove tutti e ciascuno possono trovare uno spazio e un tempo pensato apposta per accoglierli. Rendere gli ambienti accoglienti, belli e funzionali è stato l’obiettivo di chi ha pensato il progetto dell’oratorio e poi lo ha realizzato; ora si tratta di rendere accoglienti e belli gli incontri e le relazioni tra le persone che lo abitano. Non è una cosa semplice, un oratorio aperto tutti i giorni a Rivoli non c’era mai stato. Imparare a “usarlo” come la sua stessa natura ci invita, è una cosa da comprendere, da praticare, da godere… ci siamo accorti che, nella sua prima fase di apertura, ciascuno veniva a cercare ciò di cui aveva bisogno: uno spazio protetto per far giocare un bambino, un calcetto per una sfida “tra di noi”, un luogo caldo e pulito nel quale fare una partitella a carte, un campo da calcio, un qualcuno che guardasse i bambini mentre i genitori non ci sono, un’attività da fare per mio figlio... Un po’ come in un supermercato ciascuno veniva a cercare un prodotto da “acquistare” gratuitamente… E le relazioni? E gli incontri? E lo scambio? Non è per questo che una Comunità si dà un Oratorio? È nato così il Progetto “Che oratorio sarebbe senza… relazioni!”, un cammino che ci provocherà e ci aiuterà ad approfondire le nostre relazioni all’interno della Comunità, un percorso a tappe nel quale verrà chiesto a ciascuno di presentarsi all’altra persona, di salutarsi con un sorriso, di condividere qualcosa di semplice, di prendersi cura dell’altro scoprendosi vicendevolmente sia tra pari che tra generazioni diverse… delle semplici attività come ad esempio quella d’indossare una molletta da bucato con su scritto il proprio nome per farlo conoscere a chi si incontra… Anche i tanti piccoli laboratori espressivi di canto, ballo, chitarra, creatività non hanno il semplice, per quanto nobile, obiettivo di fare apprendere una disciplina o una tecnica, ma piuttosto di fare una bella esperienza di gruppo all’interno e nello stile dell’Oratorio. L’Oratorio Stella, come già detto, nasce per accogliere tutti, ma la sua prima tensione rimangono certamente le giovani generazioni, cioè i ragazzi, gli adolescenti e i giovani. A loro è dedicata una grande attenzione e una particolare cura. I giovani portano in Oratorio la loro vita, le fatiche e le gioie del quotidiano, le loro preoccupazioni e i loro modi di essere trasgressivi e ribelli. Non possiamo essere ciechi alle loro domande 30 e al loro bisogno di incoraggiamento e di sostegno. Certamente ci va molto tempo, la loro fiducia si guadagna con la presenza e la pazienza quotidiana, passando dall’accontentarsi di un distratto sguardo allo scambiare mezza parola proprio perché gli si è fatta una domanda esplicita tipo “belle le tue scarpe, dove le hai comprate?”. Pian piano ci si conosce e ci si rende disponibili a fare due chiacchiere e poi ancora, se lo vorranno, a parlare un po’ di sè e a confrontarsi sulle loro vite. Pian piano accetteranno una proposta nuova e si metteranno in gioco perché si saranno fidati. Pian piano. Sono tante le persone che sostengono con gratuità l’Oratorio: le catechiste, gli addetti delle pulizie, gli animatori… un nuovo gruppo di volontari si è formato a sostegno dell’apertura quotidiana: i baristi e gli animatori dell’accoglienza! GIOVANI GIOVANI 31 Grazie a loro, quotidianamente si incontra un sorriso, un saluto, la disponibilità a preparare un buon caffè, una pazienza nel far scegliere ai più piccoli le venti caramelle diverse che possono prendere con un euro… anche questo gruppo è costituito da giovani e adulti, provenienti da esperienze diverse, qualcuno dalla formazione professionale, qualcuno dall’essere casalinga con un po’ di tempo a disposizione… tutti però volenterosi e pronti ad accogliere la sfida di far passare lo stile dell’Oratorio anche nel servire cappuccino e brioches! Sei mesi sono passati, don Giovanni ci ha insegnato a leggere questa nuova avventura con una parola: stupore! Perché nonostante le tante cose che ancora sono da organizzare, da migliorare, da far crescere, bisogna leggere con occhi ammirati e stupiti la grandezza di ciò che si è realizzato: da un vecchio rudere a una grande e bella struttura, da un piazzale in cemento utile solo come parcheggio, a un cortile attraversato e “giocato” ogni giorno da centinaia di ragazzi e famiglie, da giornate intere trascorse nel più totale silenzio al frastuono di palloni che rimbalzano, bambini che gridano, ragazzi che tifano, da uno spazio vuoto a un punto di riferimento per le persone della nostra città… Se non conosci ancora l’Oratorio vieni a fargli visita, ti stupirà! Donatella e Claudia 32 GIOVANI MODALITA’ DI ISCRIZIONE SEGRETERIA UNICA Dal Lunedì al Venerdì dal 5 maggio al 6 giugno ore 16.00 - 19.00 presso la Segreteria dell’Oratorio Stella Mercoledì, dal 30 Aprile al 3 Giugno, dalle 16.30 alle 18.30 presso l’Ufficio Parrocchiale di San Bernardo. All’atto dell’iscrizione verrà chiesto un contributo di € 10,00 per la maglietta, le spese assicurative e le spese di segreteria. PER INFO CONTATTARE: Don Andrea Zani: 347.843.71.34 Donatella, Claudia, Elena: Segreteria dell’Oratorio Stella Elena: Ufficio Parrocchiale San Bernardo SCOUT 33 Rivoli 2: Una festa lunga 50 anni Chissà quanti lupetti e scout hanno indossato i colori bianco e verde nel Rivoli 2. E chissà come saranno sorpresi nello scoprire che sono passati ormai cinquant'anni da quando i primi si sono messi quel fazzolettone al collo. Chissà se a ognuno di loro, come a me, sembra aver iniziato ieri il cammino scout. Invece il tempo è volato. Ma le esperienze importanti, quelle che formano il carattere, che scavano solchi profondi nell'anima, che forgiano amicizie che resistono alle intemperie del tempo, quelle sì, sono sempre uguali e immutabili dentro molti, forse tutti noi. Ecco perché vogliamo festeggiare: per ricordare ciò che è stato, per condividere quello che c'è e per guardare a quello che sarà. Ci piacerebbe che tutti quelli che hanno passato dei giorni felici nel gruppo scout Rivoli 2 si sentissero invitati a festeggiare sabato 7 e domenica 8 giugno alla Scuola San Giuseppe di Rivoli. Ci piacerebbe coinvolgere anche coloro i quali hanno avuto simpatia, oggi come ieri, per il Rivoli 2. Magari non hanno mai indossato quel fazzolettone bianco e verde, ma in fondo in fondo, l'avrebbero fatto o lo farebbero ancora volentieri. Stiamo organizzando due giorni di festa in cui rivivere o provare a vivere per la prima volta scorci di scoutismo: da una partita di palla scout alle costruzioni con pali e corde. Chissà che i più temerari non scelgano di passare una notte in tenda per l'IRON-EX. Ovviamente non mancheranno foto e momenti conviviali in cui ritrovarsi e rivivere vecchie e nuove avventure. Molti sono stati coinvolti nell'organizzare la festa del 7 e dell'8 giugno, ma c'è ancora spazio per chi si vorrà aggiungere. Per avere tutte le informazioni sulla festa del cinquantennale, iscriversi alle iniziative o per dare una mano: www.rivoli2.it. 34 RICORDO Grazie a un amico, un fratello, un padre Don Mario Aldegani, padre generale dei Giuseppini del Murialdo, ringraziando per il cordoglio e ricordando il caro Giuseppe Locatelli, così scrive: “La valanga di messaggi e testimonianze di affetto che ci stanno raggiungendo in ricordo del nostro caro don Giuseppe Locatelli dicono della sua bontà d’animo, del suo zelo di sacerdote, della sua saggezza di educatore, della sua dedizione piena e totale alla sua vocazione.” Padre Giuseppe Locatelli, nato ad Almè (Bg), è morto nel sonno, a 66 anni, venerdì 24 gennaio nella casa generalizia di Roma. Era stato ordinato sacerdote a Viterbo il 15 marzo 1975, dopo aver completato il percorso formativo iniziato nel seminario dei Giuseppini di Valbrembo (Bg). Da otto anni conviveva con la malattia, che aveva reso necessario il trapianto renale. Ciò non gli ha impedito di lavorare alacremente con generosità e disponibilità. Sempre pronto a servire, senza essere capace di dire qualche volta “no”. Ha sempre dato tutto se stesso. Chi lo ha conosciuto come confratello, come sacerdote o come educatore ha trovato sempre in lui una persona sensibilissima all’altro, un amico, un fratello, un padre. Le sue passioni: la Bibbia, la scuole e le lingue classiche… ma soprattutto la gioia di servire gli altri, senza farsi notare. Ha lavorato nella parrocchia di Nostra Signora della Salute a Torino, nella Scuola San Giuseppe di Rivoli, nella Scuola Apostolica di Valbrembo e, negli ultimi otto anni della sua vita, nella casa generalizia, come segretario generale. Molti lo ricordano a Rivoli per le occasioni che lo hanno visto protagonista al Sangiuseppe come direttore, ma anche come insegnante di latino e greco, oltre che appassionato della Parola di Dio. I messaggi ricordano il suo straordinario «talento» nel vivere il carisma di San Leonardo Murialdo nello stare vicino alle persone (“Ci mancherà quel suo modo discreto e affettuoso di farsi presente nelle nostre vite anche da lontano ricordando i nostri onomastici, i nostri compleanni, gli anniversari...”) e anche nelle nostre realtà qualcuno lo ricorderà e farà tesoro dei suoi insegnamenti e del suo averci accompagnato nelle strade della fede, della cultura e della vita. don Fabio Cozza ORATORIO STELLA LUNEDI 16.00-19.00 MARTEDI 16.00-19.00 MERCOLEDI16.00-19.00 GIOVEDI 16.00-19.00 VENERDI 15.00-19.00 20.30-23.00 SABATO 15.00-18.00 20.30-23.00 DOMENICA 15.00-18.00 APERTURA ESTIVA: Dal 9 giugno al 4 luglio 17.00-19.00 21.00-22.30 Dal 7 luglio all’8 agosto 16.00-19.00 21.00-22.30 Dal 9 al 24 agosto CHIUSURA Dal 25 agosto a inizio scuola 16.00-19.00 21.00-22.30 RECENSIONI EDITORIALI 35 Il cuore innanzitutto Claudia Priano - Guanda Un racconto singolare, ma affascinante. Una storia intrecciata di paure, di diffidenze reciproche, di violenza cattiva e gratuita, di volontà di capirsi e farsi perdonare, di lenta scoperta e accettazione di se stessi e degli altri, con un finale del tutto sorprendente. Questo è “Il cuore innanzitutto”: un intreccio di voci narranti, di sfaccettature che disegnano realtà diverse e, almeno apparentemente, incomprensibili tra di loro, come quella della ‘gente normale’ e quella degli zingari. Un esempio? Ecco alcune battute di un dialogo fra due dei protagonisti, i fratelli Andrea e Antonio: “Non si può essere gentili con quelli, neanche se ti fa sentire più buono. In primo luogo perché non meritano gentilezza, è gente che non serve a niente, che non produce, devono sparire e basta…” “ So bene come la pensi. E su una cosa hai ragione. Loro turbano la nostra serenità… turbano le nostre coscienze. Sono esseri umani.” È la storia di un viaggio fisico e mentale che tutti i protagonisti compiono, in un modo o nell’altro, verso una maggiore comprensione. In questo viaggio si incontrano, e si scontrano, tanti personaggi, alcuni ben delineati, altri appena abbozzati, ma comunque significativi: oltre ad Andrea e Antonio, le loro famiglie, la nipote Nina, e poi Anca, Eusebiu, Dragoi, Viorica e tutti gli altri rom, in Italia e in Romania. È un viaggio che il libro ci sollecita a fare, tutti noi, perché possiamo arrivare a dire, come Andrea, “ Zingari, un termine che da quel momento mi fece lo stesso effetto di unghie raschiate su una lavagna. Nei miei pensieri lo sostituii con il termine rom, niente più zingari per me, ma uomini e donne che mi avevano aperto le loro case con generosità, nonostante l’indigenza, senza chiedermi nulla, senza domandarmi il motivo della mia presenza. Si prendevano cura di me, mi consideravano un vecchio solo e sfortunato”. Paola Cornaglia Se questo libro ci mette voglia di saperne di più sui rom, possiamo leggere “Non chiamarmi zingaro” di Pino Petruzzelli o i libri di Germano Baldazzi, di Filippo DB, di M.Karpati, che è la maggior studiosa del nomadismo in Italia o potremo partecipare al Libroforum: letture e discussione sulla realtà dei rom (al più presto i dettagli dell’incontro). Prime… sebben che siamo donne Bruna Bertolo - Ananke Una galleria di personaggi femminili italiani che, dall'800 ai giorni nostri, hanno aperto orizzonti nuovi nel costume, nella politica, nello sport, nella cultura, nel mondo del lavoro. Bruna Bertolo nella sua ricerca va oltre i personaggi più celebrati, presentando nomi e volti, spesso rimasti in ombra, che seppero, con la loro stessa vita, interpretare pagine importanti di costume e di storia: quelle donne che – scrisse Lina Furlan - “hanno silenziosamente diretto il mondo”. PER APPROFONDIRE I nomi, il coraggio, la fatica: sono le parole che indicano il senso profondo di questo libro dedicato alle donne che, con ruoli spesso ritenuti insoliti, poco adatti al genere femminile, qualche volta considerati addirittura “indecenti”, hanno contribuito a dare alla Società il volto di oggi. Attraverso il costume, la cronaca, la lenta ma progressiva marcia verso l’istruzione, con l’accesso delle donne all’Università, porta d’ingresso – sia pure molto difficile da oltrepassare – per carriere diverse, per tradizione riservate agli uomini. Non fu facile per le donne diventare avvocato, medico, ingegnere, manager di successo. Non fu facile nemmeno misurare il loro corpo e la loro mente nelle attività sportive e nell’agonismo. Non fu facile guidare un’auto: ci si scansava se al volante c’era una donna. La conquista più difficile fu quella sul piano dei diritti politici: oggi ci sembra quasi impossibile pensare che fino al 1946 le donne italiane non potessero votare. In queste pagine, attraverso nomi più noti, da Grazia Deledda a Rita Levi-Montalcini, da Nilde Iotti a Tina Anselmi, da Lina Merlin a Marisa Bellisario… ma anche attraverso nomi quasi del tutto ignorati o dimenticati, si definiscono le varie fasi di costruzione della dignità e della libertà femminile. 36 SETTIMANA SANTA DOMENICA DELLE PALME 13 aprile 2014 Sante Messe secondo orario festivo e prefestivo. S. Messe precedute dalla benedizione e processione degli ulivi: 10.15 - S.Francesco (piazzale) 9.15 - Gesù Salvatore (P.zza Aldo Moro) 9.45 - S.Martino (cappella B. Antonio) 10.45 - S.Bernardo (cortile dell’oratorio) S.Maria della Stella (P.zza Martiri) 11.00 - M.I.A. (P.zza Cavallero) TRIDUO PASQUALE GIOVEDI’ SANTO – 17 aprile 2014 Messa Crismale con la benedizione degli oli 9.00 - Duomo di Torino – Chiesa Cattedrale Inizio Triduo Pasquale: Messa in Coena Domini 17.00 - S.Martino 18.00 - S.Maria della Stella 21.00 - San Bartolomeo, S.Bernardo, Gesù Salvatore, M.I.A. Visita ai “SETTE SEPOLCRI” Dopo le celebrazioni nelle chiese di S.Martino, M.I.A., Gesù Salvatore, S.Maria della Stella, S. Bernardo, S. Bartolomeo e S.Rocco. Tutte le chiese saranno aperte fino alle 24.00, S. Rocco fino alle 13.00 di venerdì. VENERDI’ SANTO – 18 aprile 2014 Liturgia della Passione 17.00 – S.Bartolomeo, S.Bernardo, S.Martino 18.00 – S.Maria della Stella Via Crucis cittadina Partenza alle 20.45 da quattro punti (S. Bernardo, S. Francesco, M.I.A., Gesù Salvatore) per convergere tutti, attraverso 7 stazioni, al piazzale del Castello. SABATO SANTO – 19 aprile 2014 Veglia Pasquale 21.00 – S.Maria della Stella, San Martino 22.00 – S.Francesco, S.Bernardo PASQUA di RISURREZIONE domenica 20 aprile 2014 Sante Messe secondo l’orario festivo SETTIMANA SANTA SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE Celebrazione comunitaria della Penitenza martedì 15 aprile - 21.00 S.Bernardo Confessioni personali per tutti Lunedì Santo 14 aprile ore 9-11.00 S.Bernardo don Andrea Stella don Paolo ore 16-18.00 S.Bernardo don Andrea Stella don Paolo Martedì Santo 15 aprile ore 9-11.00 S.Bartolomeo don Angiolino S.Bernardo don Andrea ore 16-18.00 S.Bernardo don Andrea Stella don Paolo Mercoledì Santo 16 aprile ore 9-11.00 S.Bernardo don Paolo Stella don Giovanni ore 16-18.00 S.Bernardo don Paolo S.Francesco don Angiolino Stella don Giovanni Venerdì Santo 18 aprile ore 9-11.00 S.Bartolomeo don Angiolino S.Bernardo don Andrea Gesù Salvatore don Paolo Stella don Giovanni S. Rocco don Fabio Sabato Santo 19 aprile ore 9-11.00 S.Bartolomeo don Angiolino S.Bernardo don Andrea S.Francesco don Fabio Gesù Salvatore don Paolo S.Martino padre Bruno Stella don Giovanni padre Bruno ore 16-18.00 S.Bartolomeo don Angiolino S.Bernardo don Andrea don Mauro M.I.A. don Paolo Stella don Giovanni don Fabio 37 38 INCONTRI Festa Beato Antonio Neyrot PREPARAZIONE Da lunedì 28 aprile a venerdì 2 maggio ore 18 S.Messa nella Cappella del Beato in via Querro Sabato 3 maggio dalle ore 20,30 alle 22,45 Pellegrinaggio dalla Chiesa dei Tetti alla Stella, con sosta presso la Cappella del Beato e in P.za Bollani Tetti Neirotti e Rivoli, insieme, per pregare e conoscere meglio il nostro concittadino. SANTE MESSE SOLENNI in onore del Beato Antonio Neyrot Domenica 4 maggio - ore 11 alla Stella Lunedì 5 maggio - ore 18 a San Martino con la presenza dei Cirioti Itinerari di fede per fidanzati SCUOLA di FAMIGLIA Costruire benessere nelle relazioni Le parole della cura - Roberto Mirante 18 maggio 2014 Nuovo Oratorio della Parrocchia della Stella Via Fratelli Piol, 44 – Rivoli (TO) dalle 17.15 alle 19. È garantito un servizio di baby-sitters. Gruppi Anziani AMICIZIA - San Bernardo - lunedì 15.00-18.00 NONNI E NONNE - San Bartolomeo - mercoledì 15.30 (Messa) - 18.00 ETÀ D’ORO - San Martino - giovedì 14.30 - 18.00 ORE SERENE – Stella - martedì dalle 14.30 alle 18.00 FESTA DI FINE ANNO: Lunedì 12 maggio a San Bernardo PELLEGRINAGGIO: Giovedì 22 maggio Santuario Madonna di Crea e Sacro Monte (Casale Monferrato) Presso la Parrocchia S. Maria della Stella domenica - ore 19.00 27 Aprile Maggio: 4, 11, 18, 24-25 (Ritiro) Giugno: 1, 8, 15, 22 Cresima per Giovani e Adulti Celebrazione alla Stella: 27 aprile 2014 - ore 11 Ministri della Comunione a casa Se in qualche famiglia delle nostre comunità ci fossero persone anziane o ammalate che desiderano ricevere la Comunione in casa, ci si può rivolgere ai parroci o alle segreterie parrocchiali per concordare gli incontri con i Ministri della Comunione. ANAGRAFE PARROCCHIALE 39 Battesimi a San Bernardo Battesimi alla Stella ACCOGLIENZA DELLE FAMIGLIE Tutti i sabati dalle 16 alle 17.45 in Ufficio Parrocchiale con una coppia dell’équipe battesimale. CELEBRAZIONI 2014 ore 15.30 19/4 (veglia pasquale), 20/4 (Pasqua), 4/5, 25/5, 8/6, 29/6, 21/9 Battesimi a San Martino CELEBRAZIONI 2014 - Ore 15 Chiesa di San Martino 19/4 (Veglia) e 20/4 (Pasqua), 27/4, 11/5, 1/6, 22/6, 14/9 INCONTRI mercoledì 21/5, 28/5, 4/6 mercoledì 10/9, 17/9, 24/9 mercoledì 5/11, 12/11,19/11 PRESENTAZIONE ALLA COMUNITà 1/6 21/9 16/11 BATTESIMO 8/6 28/9 23/11 Per i genitori al secondo (o più) figlio da battezzare Incontri: mercoledì 12/3, 19/3 ANAGRAFE PARROCCHIALE dal 1° novembre 2013 al 28 febbraio 2014 BATTEZZATI San Bartolomeo: Latrecchiana Beatrice Magherita, Saia Francesco. San Bernardo: Gattuso Myrian, Pozzi Astrid, Crepaldi Luca, Crepaldi Ester Maria, Crepaldi Carlos, Fardin Daniele, Garripoli Sofia, Dagna Eleonora Elettra, Giurioli Giovanni. San Martino: Arleo Giovanni, Lucci Vittoria, Antonielli d’Oulx Emanuele, Stefanati Matilde Marina, Giovinco Iacopo Karol, Luccà Leonardo Lorenzo, Albanese Antonio, Albanese Riccardo, Gianotti Aurora, D’Elia Isac. Santa Maria della Stella: La Marca Leonardo, De Salvo Fabrizio, Comba Matilda, D’Anna Matilda, Ventre Cecilia, Festino Gabriele, Barone Davide, Palmieri Filippo, Garbi Giulia, Marchesini Giorgia, Mastrogiacomo Sara. SPOSI San Bernardo: Segreto Fedele e Murgiano Chiara. Santa Maria della Stella: La Marca Cristian e Barsotti Cristina. DEFUNTI San Bartolomeo: Odello Luciana (70), Medri Mario Giuseppe (100), Grandi Eraldo Giovanni (71), Antonielli Natalina (83), Nusdeo Rosa (80), Rotolo Giuseppe (71), Zanchetta Bruno (83), Norcia Angelo (84), Iuvari Caterina (87), Deffendi Ida (82). San Bernardo: Ceretto Castigliano Mario (75), Russo Prospera ved. Biondi (94), Scaliero Angela in Magnifico (63), Ridolfo Teresa in Lai (69), Tranaso Giuseppe (47), Monti Giuseppina ved. Lavagno (92), Morra Francesco (62), Rosso Maria ved. Durando (98), Lanzini Luciana ved. Bortone (88), Picelli Arturo (93), Rovera Antonio (81), Finello Giovanni (78). San Martino: Neirotti Pierino (81), Daniele Natale (78), Musso Pierino (96), Cappellato Olga (100), Suppo Nicola (92), Meotto Laura (55), Sigillito Angelina (72), Intermite Francesco, Goitre Mario (85), Camandona Franco (91), Ferrero Maria (93), Fiorentino Rolando (89), Bonato Gianpiero (60), Micheli Enrica (92), Mondini Natale (72), Martinengo Nicolina (80), Stroppiana Maddalena (98), Ponchione Irma Rosa (87), Misuraca Margherita, Nervo Angiolina (81). Santa Maria della Stella: Rossi Giulia in Bonon (70), Ruisi Ginevra, Duò Romolo (66), Savarino Ines in Vidali (66), Galetti Carlo Alberto (69), Valetti Mario (84), Cavallaro Maria Anna ved. Bovolenta (85), Baiardi Carmela ved. Nardullo (86), Grandi Antonio Bruno (81), Borrelli Maurizio (85), Rovello Teresa ved. Chiaberge (84), Marchello Guido (75), Latini Fernando (84), D’Amore Immacolata ved. Ricci (93), Gibbin Sante (77), Vanzetti Stefano (45), Colabella Antonio (51), Caregnato Apollonia ved. Colombi (84), Bertero Margherita ved. Vinai (84), Saccinto Lucia ved. Lenoci (91), Ballista Velia ved. Milani (86), Cochis Anna ved. Ieva (85), Sabolo Bruna ved. Civallero (78), Teti Rosina ved. Bertani (82), Burdizzo Giuseppe (87), Passarella Maria (87), De Astis Michele (86), Pasqua Maria Michela in De Vita (86), Datta Giuseppe Angelo (79), Travaglia Clara (96), Conte Katia (46), Zinali Mattia (80), Suppo Albina ved. Franchino (97), Viotto Piermario (53), Ponzetto Prima in Duò (91), Di Luca Giuseppe (86), Tolomei Angela ved. Orlandin (84), Evangelista Giuseppe (58), Nivoli Maria ved. Chiri (91), Montanaro Adelaide ved. Comotto (80), Scrosati Ido Sergio (74), Caccavo Immacolata in Ferrigno (65). 40