pasqua 2014 - Parrocchie Rivoli

Transcript

pasqua 2014 - Parrocchie Rivoli
1
PASQUA 2014
all’interno lo Speciale Beato Allamano
2
EDITORIALE
ED ITORIALE
Carissimi,
RIVOLI
Parrocchie nella città
ANNO XVIII - N.1
Aprile 2014
Via F.lli Piol, 44
10098 Rivoli (TO)
www.parrocchierivoli.it
[email protected]
[email protected]
In copertina:
Casa Allamano a Rivoli
Direttore responsabile:
Paolo Paccò
Vice direttore:
Lidia Cuva
Redazione:
Don Giovanni Isonni
Don Angiolino Cobelli
Don Paolo Ravarini
Don Andrea Zani
Paola Cornaglia
Pierangelo Coscia
Silvano Giordani
Remo Lardori
Fabio Leone
Franco Rolfo
Mariangela Zamariola
Lidia Zanette
Progetto grafico:
Identità Multimediale
Torino
Impaginazione:
Fabio Leone
Stampa:
Tipografia Locatelli
Trezzano sul Naviglio (MI)
la settimana scorsa, esattamente mercoledì
giorno di mercato, sono uscito sul sagrato per accogliere una sorella defunta. Mentre scendevo le scale della
chiesa ho visto un po’ di trambusto, mi sono avvicinato
e ho vissuto un momento speciale.
Un nostro nonno scendeva da Via Maestra e improvvisamente si è sentito male. C’era vicino un nostro amico “del mercoledì” originario del Marocco che è stato
pronto a prenderlo fra le braccia, evitando che il nonno
cadesse a terra. Abbiamo sistemato il nonnino sul muretto del sagrato, facendo alcune semplici manovre per
aiutarlo a riprendersi. In pochi minuti è passato il malore e quando ci siamo guardati perché ci servivano dei
fazzolettini, il nostro amico “marocchino” li ha offerti
prontamente e poi è iniziato un simpaticissimo dialogo
tra loro due.
Il nonnino era preoccupato perché dovendo andare al
pronto soccorso non poteva prendere i dolcetti per la
sua signora che era a casa ammalata.
Il nostro amico “soccorritore” lo rassicurava dicendogli
che li avrebbe comunque potuti prendere la settimana
successiva. Sì, perché i due si conoscevano bene… ogni
mercoledì mattina si incontrano e chiacchierano raccontandosi le loro storie “di dolcetti, di accendini, di fazzoletti di carta…” all’angolo del sagrato.
Questa sera, alla vigilia della Quaresima e pensando alla
prossima Pasqua, mi è sembrato bello raccontarvi questo piccolo avvenimento perché vi ho letto dentro dei
veri segni pasquali!
• Stiamo vivendo un tempo di sofferenze. Ogni giorno
incontriamo persone cariche, quasi schiacciate dai problemi: il lavoro, la casa, il cibo, la malattia, il sopravvivere…
Vediamo volti preoccupati, tristi, che hanno smarrito il
sorriso…
Ascoltiamo storie di delusioni, fallimenti, dispiaceri, lacrime, disperazione…
Quante CROCI!!!
• Dentro queste storie si affacciano tante volte persone inaspettate, impensate, sorprendenti. Sono il volto
di una mamma, di un papà, di un amico… di un Cireneo
o di una Veronica! Il mio amico “marocchino” è stato
per me icona del Cireneo: le sue braccia forti hanno saputo reggere. È stato immagine vera della Veronica: le
sue mani “tenere” hanno offerto un fazzoletto bianco e
pulito.
Quanti CIRENEI, quante VERONICHE!!!
• Questi incontri sorprendenti aprono alla luce, alla spe-
EDITORIALE
3
ranza, alla Vita!
“Non preoccuparti: potrai ancora portare un dolcetto alla tua signora!”
“Ci sono anch’io! Vedrai possiamo farcela!”
“Ti asciugo una lacrima, i tuoi occhi torneranno più
splendenti!”
“Portiamo insieme questo peso… è più leggero!”
“Una carezza inattesa e gratuita ti riscalda il cuore e
ti carica di forza nuova!”
Quanta LUCE, quanta SPERANZA, quanta VITA!!!
Sì carissimi, Pasqua è questo cammino di ogni giorno, fatto di piccoli segni, di parole sussurrate, di gesti sorprendenti!
È Gesù di Nazareth che per primo l’ha vissuto e per
primo ce lo ha consegnato quel mattino del primo
giorno della settimana di tanti anni fa.
Anche noi siamo chiamati
• a vedere, ad ascoltare, ad accogliere i tanti Crocifissi che camminano nelle nostre strade. Non possiamo, non dobbiamo rimanere indifferenti, sordi e
ciechi dinanzi a loro!
• a farci Cirenei, Veroniche quotidiani, non eroi, ma
semplicemente donne e uomini “di cuore”. Tante
volte mi chiedo perché i nostri nonni di Rivoli ci hanno lasciato in eredità la splendida macchina della
Passione: Gesù con la croce, Simone di Cirene con i
suoi possenti muscoli, la dolce Veronica con il fresco
lino. Quando passo vicino a quest’opera d’arte trovo
subito la risposta: certo i nostri nonni mi chiedono:
“Don Giovanni tu dove ti metti? Non puoi stare fuori
scena!”
• a vivere incontri di luce, di speranza, di vita. Gesù
è l’artista dell’incontro, dell’incontro che ti cambia
la vita! Noi siamo chiamati a incontrare, perché un
giorno potrebbe capitare anche a noi di fermarci a
una locanda con un compagno di viaggio incontrato
lungo la via, lì spezzare il pane fragrante di forno e
riconoscerLo vivo. Sì, Lui, Gesù: vivo, risorto, presente, con noi e per noi, compagno di nuovi cammini di speranza!
Carissimi, auguri di buona Pasqua ricca
di incontri sorprendenti… quelli che ti
cambiano la vita!
don Giovanni
La Via Crucis raffigurata in queste immagini
è dell’artista Giuseppe Sacco,
ospite della casa di via Querro.
4
INIZIAZIONE CRISTIANA
Il Vademecum sull’Iniziazione Cristiana (IC)
Da alcuni mesi è in atto nella nostra Diocesi un importante lavoro che riguarda “l’arcata” del ponte dell’iniziazione cristiana dai 7 ai 14 anni. A livello dei 4 Distretti (Torino città, Sud-Est, Ovest, Nord) sono stati attivati
dei laboratori di formazione e di condivisione dell’esperienza di catechesi,
rivolti ai referenti parrocchiali dei catechisti. Le 357 Parrocchie dell’Arcidiocesi sono chiamate a partecipare, a svolgere laboratori all’interno dei
diversi gruppi di catechisti e a restituire il materiale prodotto all’Ufficio
Catechistico. Lo strumento di lavoro si chiama Vademecum: non è un documento che contiene già gli orientamenti sulla catechesi, che saranno
pubblicati dall’Arcivescovo in seguito. È uno strumento di riflessione, che
chiede di essere completato, discusso, corretto, insomma passato al vaglio
dell’esperienza di tutti coloro che si occupano di catechesi con i ragazzi e
le loro famiglie e vi operano attivamente a vari livelli. Per questo è uno
strumento “aperto”, non definitivo. È formato da 8 laboratori di attività,
suddivisi per tema:
Lo scopo finale di questa grande raccolta dati è quello di porre le basi per
linee comuni in ambito diocesano, così come richiesto dagli orientamenti
pastorali CEI per il decennio 2010-2020 “Educare alla vita buona del Vangelo”. Le linee comuni non puntano ad omologare o a sopprimere le varie
forme di catechesi attualmente esistenti, bensì a valorizzarle, a collegarle
e a coordinarle in modo che mostrino il volto dell’unità nella Chiesa.
Tutte le Parrocchie della città di Rivoli stanno partecipando con impegno
ai laboratori distrettuali a Pianezza: a cascata, il confronto viene successivamente portato a tutti i catechisti nelle Parrocchie, in modo che ognuno
di loro possa contribuire al lavoro diocesano.
Formazione dei catechisti della nostra Unità Pastorale
Dopo i 4 incontri serali di formazione dello scorso ottobre (2 a San Martino
Vescovo e 2 a San Giovanni Bosco), don Michele Roselli, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, ha guidato il ritiro spirituale di 2 giorni alla
Certosa d’Avigliana, a febbraio. Tema: “Immaginare la Chiesa…” Erano presenti tanti catechisti, di tutte e 7 le Parrocchie di Rivoli e della Parrocchia di
Villarbasse, baciati dal sole e da un clima umano sereno e piacevole, che
ha favorito la fraternità, la preghiera e il confronto aperto. Iniziando con la
proiezione di immagini come quelle a fianco, che possono evocare alcuni
aspetti della Chiesa che abbiamo vissuto, che viviamo o vorremmo vivere,
don Michele ha tratteggiato la nascita e le peculiarità della Comunità cri-
stiana a partire dalle Scritture, dalla Didachè, dalle opere dei Padri e dal Credo. La
visione del film “Uomini di Dio” ha completato il sabato, stimolando la riflessione
sulle modalità che abbiamo di prendere
le decisioni importanti all’interno della
Comunità: in modo solitario e autoritario
oppure in modo collegiale e condiviso?
Riusciamo a vivere fino in fondo come discepoli di Cristo? La domenica mattina è
stata ritmata dal brano sull’amore/carità
di San Paolo apostolo nella prima lettera
ai Corinzi (13,1-8), con l’ora di silenzio e
meditazione personale. Il parco con vista
sulla pianura, sulla collina torinese e sui
laghi d’Avigliana ha conciliato la serenità
e la pace nella revisione guidata di sé. I
laboratori di gruppo (misti o suddivisi per
singola parrocchia secondo le indicazioni), la convivialità della cena e del pranzo,
la notte di riposo nel silenzio delle celle
dell’antica Certosa hanno completato al
meglio l’uscita di 2 giorni. La celebrazione eucaristica conclusiva, nella bellissima
chiesa interna, ha lasciato a ognuno di noi
il ricordo della comunione autentica con
il Signore e con i fratelli. Possiamo ancora sentire risuonare nella mente le nostre
parole spontanee di sintesi: grazie - pazienza - serenità - pace - speranza - Chiesa
- unità - preghiera - condivisione - amore
- gioia - differenza - pluralità - carità - stabilità - libertà - fede… Esperienza molto
bella e intensa… è impossibile descriverla
completamente… Bisogna viverla! Dunque, cari catechisti: non perdete il Ritiro
del prossimo anno!
L’équipe per la catechesi
d’iniziazione cristiana
5
PASTORALE BATTESIMALE
Come un tuffo
Un nuovo itinerario per riscoprire la bellezza del Battesimo
Sfogliando un album di fotografie o rimettendo in ordine un cassetto, ci vengono alla
mente ricordi e particolari della nostra vita: il primo incontro con una persona cara,
il primo giorno di scuola, la prima comunione…
Quante volte, però, entrando in chiesa o dichiarandoci cristiani, abbiamo ricordato
il momento in cui lo siamo diventati?
Che memoria abbiamo del nostro Battesimo?
È stato ricevuto in un momento così precoce per noi, da essere quasi accettato
in modo inconsapevole; ma solo riflettendo e riscoprendo la memoria del nostro
battesimo possiamo maturare la nostra fede e sentirci parte della comunità dei battezzati.
È proprio papa Francesco che ci invita, nella prima udienza dell’anno, al compito a
casa:
“Cercate la data del vostro Battesimo. Questo sacramento non è una
formalità, ma un atto che tocca in profondità la nostra esistenza”.
Un impegno particolare nella riscoperta di questo sacramento, e quindi delle radici
della nostra fede, è richiesta ai genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli.
“Cari genitori, chiedendo il Battesimo per i vostri figli, voi vi impegnate a educarli
nella fede, perché, nell'osservanza dei comandamenti, imparino ad amare Dio e il
prossimo, come Cristo ci ha insegnato. Siete consapevoli di questa responsabilità?”
Questa è la domanda del sacerdote all’inizio del rito ed è più che una semplice formalità: essa richiede a noi genitori una risposta che permane nel corso di tutta la vita.
Per offrire ai genitori che intendono battezzare i loro figli la posssibilità di riscoprire
la bellezza del battesimo viene proposto, accanto alla preparazione ormai consolida-
ta nelle nostre parrocchie,
un nuovo itinerario. È stato
pensato e preparato, a livello delle quattro parrocchie,
da operatori della pastorale battesimale con don
Giovanni: nei sette incontri
previsti, in cui si ripercorre
il rito del Battesimo, si cerca
di raggiungere tre obiettivi:
- accogliere e accompagnare le giovani famiglie in
un itinerario di “ripresa in
mano” della propria esperienza di fede cristiana;
- donare “il primo annuncio” del vangelo in una prospettiva di nuova evangelizzazione della famiglia
- rivivere alcuni momenti
dell’esperienza della fede
cristiana rivisitando il dono
del Battesimo e riaprendo
“le porte” della comunità
cristiana.
Il primo ciclo di incontri si è
svolto in questa primavera,
il prossimo è previsto per
l’autunno.
Marina e Fredy Branca
6
VOLONTARIATO
“Il mantello di San Martino”
Servizio, competenza, testimonianza responsabile, scoperta,
sono i segni che distinguonoi volontari del dormitorio.
Nella vecchia canonica della parrocchia di San Martino, a Rivoli, è stato
aperto un dormitorio per i senza tetto. Non è grande. Ha cinque posti
letto. Dal novembre 2013 accoglie ogni sera alcune persone senza dimora. Se molto si è fatto per rinnovare e adattare i locali, assai di più
ne occorre ora per mantenerli in funzione e in ordine.
Attualmente sono impegnati circa trenta volontari, guidati da un’équipe che coordina il lavoro, tiene i rapporti con gli Enti socio assistenziali
e i contatti con gli ospiti. Il servizio dei volontari, però, non si esaurisce
nell’impegno specifico del servizio stesso: significa, anche, impegnare
la propria persona e il proprio tempo nella crescita personale e nella
creazione del gruppo cui si appartiene.
I volontari ne hanno una chiara coscienza. Fin dall’inizio dell’attività si
è rivolta infatti un’attenzione particolare alla loro formazione affidando, all’interno dell’équipe di gestione, l’incarico di programmare questa attività al dottor Piero Bottino. La formazione è un impegno fondamentale per evitare che il volontariato si trasformi in dilettantismo e,
cosa più importante, perché esso segni in modo reale l’esperienza di
vita di ognuno, trasformandosi in un’occasione di crescita.
La formazione avviene su vari livelli.
Il primo riguarda gli aspetti gestionali e organizzativi. In questi incontri, generalmente gestiti dal responsabile del coordinamento dei volontari, Renato Fasoli, si analizzano gli aspetti operativi e pratici, si definiscono le linee dell’accoglienza, i comportamenti da tenere con gli
ospiti, le azioni da compiere nel momento dell’apertura e di chiusura
del dormitorio e come debba avvenire lo scambio di consegne. Questi
incontri permettono a tutti di aggiornarsi sulla “vita quotidiana” del
dormitorio e, sulla base delle personali esperienze vissute sul campo,
creare una linea uniforme di comportamento.
L’Arcivescovo di Torino,
Mons. Cesare Nosiglia, il 27
febbraio è venuto a visitare
il dormitorio e ha incontrato gli ospiti e un gruppo di
volontari. Contento dell’opera compiuta e dell’impegno di tanti, tra l’altro ci ha
detto: “È bello che l’opera
che avete realizzato si conosca, perché il bene deve
essere visibile, per portare
altro bene”.
Il secondo livello è rivolto ad acquisire
competenze specifiche che potrebbero
essere utilizzate nel servizio. Questi incontri, in genere, coinvolgono testimoni
ed esperti esterni che aiutano a riflettere
sull’impegno preso attraverso il racconto
di esperienze simili (ad esempio il SERMIG di Torino), fornendo strumenti di
comportamento pratico su temi specifici
(la Croce Rossa con informazioni sanitarie utili all’interno del dormitorio) o sulle
problematiche generali di un dormitorio
(malattie, dipendenze e altro). L‘obiettivo di questo secondo livello è di formare
nel gruppo una omogeneità di competenze al fine di permettere ai volontari
una certa interscambiabilità.
VOLONTARIATO
7
Dove e a chi rivolgersi
per fare parte
del gruppo volontari?
Per incontrarne qualcuno
basta andare al dormitorio
una sera qualunque
tra le 18,30 e le 20.
Per sapere dei loro incontri,
per conoscere qualcuno dell’équipe
responsabile, basta una telefonata
al numero 340 9481125.
Il terzo livello è indirizzato alla crescita personale dei singoli e, di conseguenza, del
gruppo. In incontri guidati direttamente dal
dottor Bottino o dal dottor Ariberto Faretra,
psicoterapeuta, i volontari si interrogano sui
perché profondi di questa scelta di servizio,
sui problemi che essa induce a livello personale e sulle motivazioni ad essa connesse.
Attraverso il rinforzo della propria consapevolezza ognuno diventa un protagonista e
quindi membro attivo del gruppo, aiutando
questo a crescere. In quest’ambito si è pianificato anche un incontro, da svolgere intorno
al mese di maggio con don Giovanni Isonni,
parroco di San Martino, sulle motivazioni a
questo servizio in quanto cristiani.
Un quarto livello può essere identificato nel lavoro che l’équipe di gestione svolge con incontri periodici, nei quali non solo si dibattono problemi pratici, ma anche ci si scambiano esperienze e informazioni per far
sì che il dormitorio rappresenti un reale segno di apertura e disponibilità
sul nostro territorio.
L’accoglienza degli ospiti, l’attenzione al loro modo di comportarsi, i problemi umani che portano con sé e vogliono raccontare a chi li accoglie,
gli interventi necessari per le situazioni che si presentano, esigono una
preparazione non indifferente. Importante, ed è il bello del servizio dei
volontari, è la ragione del loro impegno. Provengono da varie parrocchie
di Rivoli, da ceti sociali e da lavori diversi, ma sono legati e uniti da un
unico desiderio: fare qualcosa di bene per chi è nel bisogno. E questo
li accomuna, li rende amici, dà loro coraggio per affrontare un lavoro
nuovo e non facile.
Alessandro e Mariangela
“È bello
che l’opera che
avete realizzato
si conosca,
perché il bene
deve essere
visibile,
per portare
altro bene”.
Mons. Cesare Nosiglia
SOLIDARIETA’
8
15 anni del Coro Eirene
con il Gen Rosso
in favore di Telethon
Sopra un momento della serata di preghiera di Venerdì
13 dicembre 2013 a san Bernardo. Canto, liturgia e vite
dedicate all’animazione e alla
preghiera.
A destra alcuni momenti della serata “Un soffio d’amore”
realizzata il 14 dicembre nel
Teatro “Beato Neyrot” della
Stella. Alla serata hanno preso
parte insieme al Coro Eirene
anche il Coro La Stella, preziosa presenza, l’Associazione Solidarmondo, il Coro Polifonico
Interparrocchiale e, guest star,
i ragazzi del Gen Rosso che ci
sono stati accanto con grande
disponibilità e simpatia.
Sotto due momenti della Messa di ringraziamento di domenica 15 dicembre con Padre
Giordano a San Francesco.
Grazie alle offerte raccolte durante il concerto del 14 dicembre,
abbiamo potuto donare a Telethon la somma di € 872,00
che è stata versata sul conto dedicato Telethon. Grazie a tutti.
VOLONTARIATO
9
Raccogliere tappi… Perché?
Sembra impossibile raccogliere milioni di tappi,
ma con l’aiuto di tanti ci possiamo riuscire.
I cittadini appena un po' attenti all'ambiente riconoscono i due cassonetti verdi
che viaggiano appaiati per le vie di Rivoli: uno è destinato al vetro e alle lattine,
l'altro alla "plastica" con un bel disegno
che rappresenta una mano che schiaccia
la bottiglia e poi le rimette il tappo. Ebbene, due errori in un solo disegno. Ed
ecco perché. Contrariamente al comune
modo di esprimersi, non esiste "la plastica". Esistono invece tanti tipi di materie
plastiche, usate per scopi diversi, e molto
sovente incompatibili tra loro.
Ed esistono i tappi, cioè il PE (polietilene),
che costituisce la maggior parte del materiale usato per fabbricare i tappi delle bottiglie in PET, quelle dell'acqua minerale.
È un materiale dannoso per l'ambiente,
perché poco degradabile, ma se riciclato
può essere utilizzato per la realizzazione
di sedie da giardino, teloni, contenitori
per alimenti, tappi e pellicole per sacchi
della spazzatura, ecc.
Noi raccogliamo tappi e, col Progetto
Malenga, riusciamo a dare acqua potabile ai villaggi della Tanzania.
Gli adulti Scout del MASCI Piemonte
hanno fatto, della raccolta tappi, un loro
impegno. In più di dieci anni hanno sensibilizzato scuole, asili, parrocchie, associazioni, ospedali, ecc. a questo tipo di attività per farne punti di raccolta, mettendo
a disposizione contenitori adatti allo scopo che vengono prelevati con un furgone
attrezzato e svuotati per lo stoccaggio in
un apposito container dislocato presso
l'Ecocentro di Rivoli di Via Ravensburg. Il
container pieno, circa 8 tonnellate (pari
a oltre 3 milioni di tappi) viene prelevato e lavorato da una ditta autorizzata al
riciclaggio dei tappi. Il ricavato, tolte le
spese, viene donato all'associazione Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, che si
occupa della realizzazione di pozzi di acqua potabile nella regione di Dodoma in
Tanzania.
Un tappo pesa poco più di sette grammi.
Il PE da riciclo viene pagato 120-130 euro
a tonnellata. Per realizzare il nostro progetto, che è appunto quello di finanziare
lo scavo di pozzi d’acqua in Tanzania, occorrono 2000-4000 euro a pozzo. Quanti
tappi occorrono? Un’infinità… ma ci stiamo riuscendo. Ogni mese, e anche meno,
dall’Ecocentro di Rivoli parte un container
con cinque tonnellate di tappi (2 milioni di
tappi). Ogni anno riusciamo a raccogliere
da 70 a 100 tonnellate di tappi (40 milioni
di tappi!), quanto basta per la costruzione
da due a quattro pozzi in Tanzania. Non
contenti della raccolta dei tappi di plastica, da qualche tempo raccogliamo anche
quelli di sughero, sempre per opere di solidarietà.
Abbiamo stimato che, inclusa la "concorrenza" (altre associazioni che svolgono
questo servizio come noi, ma occorre
dirlo, in quantità un po' più modeste),
viene raccolto non più del 20% di quanto è possibile ottenere. I nostri punti di
raccolta sono sparsi un po' dappertutto in
Piemonte. da Bardonecchia a Vercelli, da
Aosta ad Alessandria. Ci date una mano?
Per informazioni
rivolgersi:
Letizia: 0119530690
Dino: 0119586346
Francesco: 0119580951
Oppure andare ai siti:
www.mascipiemonte.it/
index.asp?IDCAT=767
www.mascipiemonte.it/
index.asp?IDCAT=482
10
COMUNITà
e Dio cosa faceva? SGABELLI
Ebbene sì!!!
Sabato 20 settembre 2014 con la Madonna della Stella
arriveranno in dono alle nostre parrocchie
4 suore operaie della Casa di Nazareth
E cosa faranno a Rivoli? SGABELLI
Cioè?!? Ad essere sincero non lo so bene nemmeno io!
Forse val la pena aspettare e scoprire,
ma di una cosa sono certo che…
FARANNO SGABELLI
Cioè?!?
Scommetto che...
non staranno con le mani in mano, lavoreranno…
eh! se sono Suore Operaie!
saranno delle buone “artigiane” e forse anche un po’ artiste,
si divertiranno a chiacchierare,
a parlare e ad ascoltare… se no a che servono gli sgabelli?
cercheranno altri e nuovi sgabelli… i nostri “stile Rivoli”!
ci parleranno della bottega di sgabelli di Nazareth…
“sgabelli da Giuseppe”!
ci racconteranno del figlio
del falegname di Nazareth…
aveva sempre uno sgabello pronto:
la collina, la barca, il pozzo, la croce,
la tavola della locanda…
pregheranno con noi e per noi…
Uno sgabello per noi
non mancherà mai!
Ci insegneranno l’arte degli sgabelli…
non si sa mai!
faranno festa, festa vera con noi:
gli sgabelli in cerchio sono una favola
e poi loro ne preparano
sempre uno in più:
se passa il figlio del falegname
di Nazareth deve potersi fermare!
Vi aspettiamo Sorelle!!!
don Giovanni
DIRITTI UMANI: METTIAMOCI LE GAMBE
Sabato 12 aprile dalle 14,30 alle 17
CAMMINATA PER I DIRITTI UMANI, aperta a tutti.
Partenza da piazza Martiri, salita al Castello e ritorno.
Sul percorso ci saranno postazioni
per firmare gli appelli di Amnesty International.
Rinfresco offerto dalla COOP di Rivoli all’arrivo.
La camminata è organizzata dal Gruppo115 di Amnesty.
Hanno aderito all’iniziativa: Assopace, Anpi, Colle del Lys, Libera, Coop,
Acat zona ovest, Parrocchie di Rivoli
PARTECIPATE NUMEROSI!
CONSIGLI PASTORALI
11
Il rinnovo dei
Consigli Pastorali Parrocchiali
Nel mese di febbraio è terminato il mandato dei Consigli Pastorali Parrocchiali delle quattro parrocchie e si è svolta la procedura (individuazione dei candidati ed
elezione) per il loro rinnovo. Dal libro del
Sinodo ricordiamo alcune informazioni.
1. Che cos’è il Consiglio pastorale parrocchiale?
Il Consiglio pastorale parrocchiale (CPP)
è l'organismo ecclesiale nel quale presbiteri, diaconi, religiosi e laici prestano
il loro aiuto nel promuovere l'attività pastorale della comunità parrocchiale. Esso
consente, garantisce e promuove la corresponsabilità dei membri della parrocchia, sotto la guida del parroco che fa le
veci del Vescovo e che in certo modo lo
rende presente. Esso manifesta inoltre la
ricchezza e la varietà dei carismi esistenti
nella parrocchia e contribuisce sommamente allo sviluppo della comunione e
della missione, dimensioni essenziali della vita ecclesiale. È grazie al Concilio Vaticano II che si è valorizzata la visione della
Chiesa (parrocchia) come organismo di
comunione e di partecipazione.
2. Quali sono i compiti del CPP?
I compiti del Consiglio pastorale parrocchiale sono:
- studiare e approfondire, in spirito di comunione, tutto quanto riguarda la vita
della parrocchia nei suoi diversi aspetti:
evangelizzazione, liturgia, carità; formazione e promozione dei vari settori della
pastorale; presenza cristiana nel territorio;
- individuare le esigenze pastorali prioritarie in attento ascolto di quanto lo Spirito vuole dalla sua Chiesa nella situazione
concreta;
- elaborare un programma pastorale annuale, a partire dal programma diocesano
e dagli orientamenti dell’Unità pastorale,
e valorizzando persone e strutture della
comunità;
- verificare con scadenze periodiche l'attuazione del programma.
3. Chi fa parte del CPP?
Il Consiglio pastorale parrocchiale deve risultare immagine della comunità parrocchiale: in esso pertanto sono chiamati a far parte i rappresentanti di tutte le componenti ecclesiali presenti nella parrocchia. L’avviato
cammino di un impegno pastorale comune delle quattro parrocchie ha
significato anche, per la prima volta, che negli ultimi anni i vari Consigli
si sono confrontati tra di loro. All’inizio per avvviare la novità di questa
impostazione; dopo la visita pastorale dell’arcivescovo, invece, con serate
più incisive. In particolare si possono ricordare l’incontro di giugno 2013,
sulla pastorale giovanile, con don Luca Ramello e quello di ottobre 2013,
sulla catechesi dell’iniziazione cristiana, con don Michele Roselli (entrambi responsabili diocesani).
I Consigli, appena eletti, si sono ritrovati insieme per la prima volta il 27
marzo: a tutti i componenti va la nostra preghiera di sostegno e l’augurio
per un proficuo cammino pastorale.
Un consigliere uscente
I nuovi consiglieri:
San Bartolomeo
Alasio Vincenzo, Ballestriero Laura, Bartolotta Rosa, Campisi Gina,
Canonico Giovanni, Crisci Enza, Ducco Elena, Erbi Maria, Gilli Valeria, Gribodo Carla, Imbesi Salvatore, Montorio Graziella, Nicoletti
Enrico, Poma Piero, Spolittu Edoardo, Spolittu Riccardo, Stella Francesca, Tuzza Lorella, Tosatto Vanna.
San Bernardo
Abbate Claudia, Burchio Paolo, Burzio Paolo, Cacciotto Rosella, Cardone Franca, Ciravegna Daniele, Dauria Egidio, Devita Beniamino,
Giacalone Giovanni, Grasso Mara, Lazzarin Cristiana, Murzio Luca,
Maurutto Ida, Pecoraro Giuseppe, Pingitore Pecoraro Elena, Piovano Serena, Segreto Vincenzo, Tenivella Mauro, Viglione Nicoletta,
Zoccolan Livio.
San Martino
Auriletto Sara, Barardo Felice, Bottino Piero, De Amicis Alessandra,
Di Girolamo Giulia, Fasoli Renato, Gianotti Mariangela, Michieli
Chiara, Negro Anna, Polliotto Carlo, Priasco Raffaella, Sabato Aurora, Surra Renato, Viacelli Luigi, Zamariola Mariangela.
Santa Maria della Stella
Cornaglia Vanni, Dallera Reginelia, Coscia Stefano, Fabiole Angela,
Fabiole Franca, Gaido Mattia, Giarruzzo Tina, Giordani Silvano, Imperatore Pietro, Merlo Alberto, Morra Chiara, Perino Elena, Rolle
Francesca, Zanette Lidia.
12
GIORNATA DELLA PACE
Giornata della Pace 2014: costruire ponti
... e quando gli chiesero di rimanere lui rispose: “Non posso, ci sono ancora tanti ponti in giro da costruire”.
Questo il tema della Giornata della Pace 2014: costruire ponti. Appena
entrati in chiesa i bambini delle 4 parrocchie sono stati “accolti” da una
staccionata che divideva la chiesa in due parti. La stessa staccionata che
volevano costruire i due fratelli della storia, per non doversi più vedere.
Ogni bambino ha pensato bene cosa fossero le staccionate nella propria
vita: litigi, capricci; e a come si potevano trasformare in ponti. Per scoprirlo hanno fatto un viaggio, un viaggio nelle Filippine e nei paesi dell’est, per
poi tornare in Italia a mangiarsi una buona pizza e imparare che offrire
e condividere un po’ di cibo con le persone che non conosciamo, è un
buon inizio per costruire ponti! A fine giornata ci siamo salutati, ritornando come ad inizio giornata in chiesa e ad aspettarli non c’era più un staccionata che divideva la chiesa ma un bellissimo ponte che univa tutti noi!
Perché la giornata della Pace non dovrebbe essere una sola giornata, ma
un’intera vita fatta per aiutare il prossimo, conoscere e farsi conoscere con
umiltà e senza pregiudizi e insegnare agli altri a fare lo stesso. La pace non
dovrebbe essere un sogno di molti ma la realtà di tutti.
Gli Scaout del Rivoli 4 e Rivoli 1
IMPEGNO PUBBLICO
13
Rivoli crocevia
due incontri diversi, ma complementari
Il presidente della Provincia Antonio Saitta ci ha proposto alcune riflessioni di fondo sulla politica. Il tema era stato scelto
anche per dare voce a una riflessione
diversa dalle rappresentazioni e contrapposizioni massmediatiche quotidiane.
E lo scopo, ci sembra, è stato raggiunto.
Una presentazione pacata e profonda
della politica, del senso e degli obiettivi
della politica, che riconcilia con la politica, quella vera. Perché rimette al centro
alcuni valori che spesso si dimenticano, si
trascurano, oppure volutamente si mettono da parte. L’impegno necessario dei
cattolici non può fare a meno, come nel
recente passato, di una preparazione sui
grandi temi esistenziali sorretti da una
formazione sulla dottrina sociale della
Chiesa. È importante per una formazione
sociale e umana solida, pronta a incidere,
a far valere, nel confronto e nelle mediazioni sempre necessarie, le proprie convinzioni, sapendo di dover andare spesso
controcorrente, di rischiare una certa solitudine…
La centralità dell’uomo: preoccupazione
essenziale per scelte non basate sull’immediato e sul consenso, ma sulle realizzazioni dovute per la crescita umana e
sociale del cittadino. L’idea della politica
come “servizio”: un servizio da rendere
al cittadino, non all’opinione pubblica, ai
sondaggi, basata sui grandi valori ideali,
che devono sorreggere ogni scelta politica. Una politica laica, non autoreferenziale: i cattolici consapevoli di avere valori
essenziali da affermare devono sentire la
politica come un impegno vero nei confronti di tutti, non in vista di una società
“cattolica”, ma, nella linea di Sturzo, per
una società veramente laica, cioè convi-
venza di pluralità di ideologie.
La crisi come opportunità: ci sono poche
risorse, è necessario ridurre gli sprechi e
i costi dei servizi… una politica che non si
rassegna alla sopravvivenza, ma programma, costruisce il suo futuro come una famiglia con le proprie risorse disponibili.
Il politico non solo deve stare lontano dai
privilegi, ma deve mantenere uno stile di
vita estremamente coerente.
L’incontro con Marco Bracco ci fa aprire
gli occhi sulla complessità e diffusione
dell’economia. Si era proposto un titolo
“Commercio internazionale e commercio
equo e solidale” per orientare il relatore
in una riflessione ad ampio raggio sull’economia. Il titolo rilanciato dal relatore “Consumo critico e interdipendenza” ci porta al cuore dei problemi e dei molteplici aspetti che sottostanno
all’economia. Queste le indicazioni che si possono trarre dall’incontro.
Prendere coscienza che nella società globale siamo soprattutto consumatori… non solo perché siamo considerati tali dalle multinazionali e dalla
pubblicità, ma perché coscienti o no, lo diventiamo davvero con un meccanismo cui è impossibile sottrarsi del tutto. Se prestiamo attenzione alle
campagne pubblicitarie, ci accorgiamo che ormai ogni aspetto della nostra
vita, ogni valore e ogni ideale è “buono” per sostenere il lancio di un prodotto, la commercializzazione di oggetti e merci, che pure non sembrano
avere rapporti con le motivazioni che li sostengono. E questa condizione ci
pone in uno stato di dipendenza globale, interdipendenza che non ha più
confini, inarrestabile, con cui fare i conti per ogni altra scelta di vita. Tanto
più in questo contesto globale in cui le multinazionali contano (= hanno un
potere maggiore, perché più ricche) di molti Stati in cui hanno sede: tra le
prime 100 potenze economiche 51 sono multinazionali, 49 Stati nazionali.
Ma se il nostro ideale resta la libertà, valore sommo per l’uomo di ieri e
anche per quello di oggi, valore cardine anche per il cristiano, dobbiamo
prendere coscienza di questa situazione. Tre le parole chiave per questa
presa di coscienza e per mantenere alto questo ideale di libertà:
1. responsabilità: nel senso etimologico del termine (respondere) rispondere nel modo più adeguato alla sfida di questa economia invasiva che
sembra escludere ogni possibilità di scelta, anche al di là della responsabilità per se stessi, consapevoli di essere parte di un mondo più grande e
“testimoni” per un mondo che abbiamo ricevuto e lasciamo in eredità;
2. consapevolezza quindi delle scelte di vita: queste devono essere ispirate
a valori altri rispetto al meccanismo scontato della economia di mercato,
con un privilegio assoluto della persona come bene gratuito e relazionale,
con attenzione alla natura che è bene di tutti, con impegno in un mondo
che non è solo nostro, inesauribile, indistruttibile…
3. felicità come obiettivo di fondo: che mantiene qualche somiglianza con
le immagini felici della pubblicità, ma che è decisamente diversa nei metodi e nei contenuti.
Silvano Giordani
14
CARNEVALE
Feste di Carnevale 2014
GRUPPO ANZIANI ORE SERENE
15
35 anni ben portati
Sembra ieri, ma sono trascorse 35 primavere da quando, in un pomeriggio soleggiato, per desiderio del Can. Domenico
Foco, assecondato da una decina di volenterosi, nasceva un gruppo di accoglienza
per anziani cui veniva dato il nome "Ore
Serene". E quale titolo più appropriato
si poteva dare agli incontri del martedì
pomeriggio, dove persone anziane, sole,
hanno l'opportunità di incontrarsi e fare
amicizia in un clima di serenità e di accoglienza calda e fraterna?
Il gruppo è nato con lo scopo di dare e
ricevere; ciascuno dà agli altri qualcosa di
se stesso: compagnia, cordialità, sorriso,
evitando pettegolezzi o critiche. Anche la
modesta cassetta di legno che raccoglie le
offerte risente di tutti questi anni, tuttavia è ancora in grado di accogliere quanto
ci consente di offrire agli ospiti una calda
e dolce merenda a base di biscotti e tè.
Da settembre a giugno, ogni martedì
pomeriggio alle 14.30, le animatrici accolgono nella Sala degli Archi del nuovo
Oratorio, tutte le persone che desiderano
partecipare agli incontri, a prescindere
dal loro luogo di origine; così nella sala
di ritrovo si intrecciano i diversi dialetti,
in un gioioso cicaleccio che ci fa sentire
tutti fratelli. L'attività svolta è molto varia: momenti di spiritualità, altri di cultura alternati a spazi riservati al gioco delle
carte, tombolate e musica. Si organizzano
pranzi in sede, feste di Carnevale e uno o
due pellegrinaggi mariani. Si festeggiano
in comunità compleanni e onomastici.
Grazie alla generosità delle frequentatrici, possiamo partecipare a vari progetti di solidarietà che si svolgono durante
l'anno: affido a distanza di alcuni bimbi
indiani, offerta mensile al gruppo di Volontariato Vincenziano, aiuto ai Padri
Missionari della Consolata per i loro progetti in Africa, raccolta fondi per il nuovo
Oratorio, partecipazione saltuaria ai progetti del CAV. Quando poi, inevitabilmente, arriva il momento del dolore, siamo
vicini a coloro che sono stati toccati nei
loro affetti più cari.
Da 35 anni le animatrici portano avanti
questa iniziativa con tanta buona volontà
e sacrificio, sempre attente a migliorarsi per dare serenità e gioia a molti, con
amicizia e cristiana fraternità. Per festeggiare questo anniversario, il gruppo
anziani "Ore Serene" ha invitato la Comunità Parrocchiale a partecipare alla
Messa di Ringraziamento, celebrata domenica 23 marzo alle ore 11. È seguito
il pranzo comunitario.
Le animatrici
16
UNITà DEI CRISTIANI
“Cristo non può essere diviso”
La Fede
Quella vecchietta cieca,
che incontrai
la notte che me spersi
in mezzo ar bosco,
me disse: “Se la strada
nun la sai,
te ciaccompagno io,
ché la conosco.
Se ciai la forza
de venimme appresso,
de tanto in tanto
te darò ‘na voce,
fino là in fonno,
dove c’è un cipresso,
fino là in cima,
dove c’è la Croce...
Io risposi:
“Sarà ... ma trovo strano
che me possa guidà
chi nun ce vede...”
La cieca allora
me pijò la mano
e sospirò:
“Cammina!”
Era la Fede.
Trilussa
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
nel 60° della Chiesa Battista di Rivoli
“Cristo non può essere diviso” (I Corinzi
1:1-17). Questo era il titolo della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani
dello scorso mese di gennaio, e questo
era anche lo spirito che si è percepito
negli appartenenti alle varie comunità
cristiane di Rivoli che si sono trovati la
sera del 22 gennaio nella nostra Chiesa
Evangelica Battista di viale Bassano per
l’annuale celebrazione ecumenica: uno
spirito desideroso di vivere e rendere visibili i legami di fede che uniscono i credenti delle varie chiese e denominazioni
cristiane. Legami che a Rivoli sono anche
di amicizia, che si stanno rafforzando col
passare del tempo e con le diverse occasioni di ritrovo e di collaborazione, e che
la sera del 22 sono stati testimoniati dal
fatto che abbiamo potuto accogliere nei
locali della nostra chiesa tanti amici “di
vecchia data”, insieme a coloro che hanno partecipato alla celebrazione ecumenica forse per la prima volta.
La liturgia della serata, che quest’anno è
stata preparata dalle chiese del Canada,
ha visto il coinvolgimento di Don Giovanni Isonni delle Parrocchie di Rivoli, di Padre Claudiu Dita della Chiesa Ortodossa,
della pastora battista Helene Fontana e di
altri rappresentanti delle tre chiese coin-
volte nella celebrazione. La pluralità degli interventi, insieme alle due riflessioni
bibliche di Don Giovanni e di H. Fontana,
hanno rappresentato in modo molto concreto un’unità nella fede che non consiste
in uniformità ma piuttosto nella ricchezza che nasce dall’insieme dei diversi doni
messi a disposizione del corpo di Cristo.
Ricchezza rappresentata anche da alcuni
oggetti presentati dalle tre chiese nel corso della serata per simboleggiare il loro
specifico contributo al corpo della chiesa: la croce della Chiesa Ortodossa per
simboleggiare l’universalità della fede; il
“kit di pernottamento” della Chiesa Cattolica (del dormitorio di S. Martino) per
simboleggiare l’accoglienza; e la tunica
battesimale della Chiesa Battista per simboleggiare la relazione personale e consapevole con Dio.
Per la nostra comunità battista è stata una
grande gioia poter accogliere per una serata così tanti amici dalle chiese cristiane
di Rivoli, e ringraziamo il Signore per i legami che uniscono i credenti della nostra
città. Proprio quest’anno la nostra Chiesa
Battista è presente a Rivoli da sessant’anni. Nel 1954 un gruppo di rivolesi evangelici, guidati dal pastore V. Veneziano e
dal missionario statunitense B.R. Lawton,
ha messo la prima pietra della chiesa di
viale Bassano. Negli anni a seguire, oltre
alla chiesa, erano attivi anche una scuola
biblica, una scuola materna e un liceo linguistico, gestiti dai battisti in ed intorno
alla storica “Villa Colla”, nominata allora
“Filadelfia”.
Oggi di queste attività rimane solamente
la chiesa che comunque come ieri cerca
di essere presente e utile alla sua città.
Una presenza e un’utilità che non possono che trarre guadagno dall’amicizia e
dalla collaborazione con le altre comunità
cristiane della città, in modo da mettere
a disposizione di tutti la ricchezza dei diversi doni del corpo di Cristo, e dare una
testimonianza comune e convincente del
fatto che “Cristo non può essere diviso”.
Helene Fontana
SPECIALE BEATO ALLAMANO
17
18
SPECIALE BEATO ALLAMANO
Perché l’Allamano è annoverato
tra i santi sociali di Torino?
Alcuni mesi or sono, mi sono imbattuto in un articolo di Vittorio Messori
su Papa Francesco, in cui lo scrittore s’interrogava sulle radici delle linee
pastorali del nuovo Papa che stanno incontrando un'accoglienza tanto calda e universale, fra tutte le categorie di persone.
La tesi del Messori è che queste radici non sono da riscontrarsi soltanto
nell’ambiente latino-americano, ma soprattutto nell'influenza dei “santi
sociali” di Torino. I nonni e i genitori di Papa Francesco subirono profondamente il clima dell’ambiente piemontese del loro tempo, le istanze di
giustizia e della difesa dei diritti umani, assieme al clima spirituale. È fuori
dubbio che anche Jorge Bergoglio è stato influenzato dalle istanze sociali
del Piemonte, attraverso i genitori e particolarmente la nonna, come ebbe
a confessare lui stesso più volte.
Il libro dello stesso Messori, “Il mistero di Torino” (2004), cerca di svelare
l’anima segreta di questa città che in tanti modi è decantata come “città
nera” ma che pure sembra andare a braccetto con la “città dei santi”, la città dei re scomunicati e di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, delle messe
nere e della Sindone.
In questo crogiuolo di contrasti nasce una schiera di santi che non trova pari in nessun’altra città d’Italia. E in questa schiera troviamo un umile canonico del Duomo di Torino che ha vissuto gran parte della sua vita
all’interno del Santuario della Consolata, ma che pur trova un degno posto
nella lista dei Santi Sociali di Torino. Cerchiamo di scoprirlo e di carpirne
il segreto.
Ma partiamo dal termine “santo sociale”. Esso è usato abbastanza frequentemente per indicare un santo canonizzato che ha speso la sua vita,
non solo per Dio, ma anche per i suoi fratelli poveri, esclusi, abbandonati,
in cui l’interesse e la passione per la gente disagiata ne hanno caratterizzato la vita. Torino ne annovera parecchi al punto che l'espressione “santi
sociali” è sempre abbinata a questa città.
Padre Piero Trabucco
PARLANO LE OPERE
Mons. Umberto Rossi, vescovo di
Asti e nativo di Casorzo, scrive: «È
vero che del Can. Allamano, più che
gli scritti, parlano e parleranno nei
secoli le opere: il Santuario della
Consolata rinnovato, la fondazione dell'Istituto delle Missioni della Consolata e la formazione della
maggior parte dell'esemplare clero
dell'Archidiocesi torinese. Ma sono
queste opere stesse che reclamano
una voce, la quale sappia rendere
esplicito il loro muto linguaggio, affinché tutti, vicini e lontani, “videant
opera bona et glorificent Patrem”».
Testimonianza del 5 dicembre 1932.
SPECIALE BEATO ALLAMANO
19
Il Beato Giuseppe Allamano e la città di Rivoli
tratto dagli scritti di P. Francesco Pavese, IMC
Premessa
Il beato Giuseppe Allamano, nato a Castelnuovo il 21 gennaio 1851, e vissuto
quasi sempre a Torino fino alla morte
avvenuta il 16 febbraio 1926, è in certo
senso anche “cittadino di Rivoli”. Per l'Allamano, la casa a Rivoli, ricevuta in eredità da mons. Angelo Vittorio Demichelis,
situata in via 1° maggio 3 (al suo tempo:
“via S. Salvario”, e popolarmente: “via
dei morti”, perché conduceva al cimitero), ebbe un significato molto speciale,
in quanto in essa egli visse momenti importanti della sua vita di Fondatore di due
Istituti missionari.
La casa in via 1° maggio, 3.
La casa che l'Allamano ricevette in eredità
qui a Rivoli fu costruita verso il 1880 assieme a tante altre ville simili. Essa faceva
parte di un edificio a due piani composto
da due proprietà identiche, addossate
una all'altra in forma speculare, con entrate, scale e giardini propri, e divise da
un muro. Si chiamavano villa Lucia (quella
dell'Allamano) e villa Giulia. Per ragioni
giuridiche, l'Allamano diede il suo nome
alla casa, anche se per lui e per i suoi missionari, quella era la “villa S. Giuseppe”.
Dopo la morte dell'Allamano, per necessità economiche, l'Istituto fu costretto a
vendere questa villa, con grande rincrescimento dei missionari e delle missionarie, che la ritenevano una reliquia del
Fondatore e un cimelio dei primi tempi.
Nel 1955, però, tutta la proprietà, comprendente le due ville, fu nuovamente
acquistata, e da allora ospitò di continuo
missionari per varie attività di animazione
missionaria, di studio e di preparazione
alle missioni.
Parlando con le missionarie, un giorno
l'Allamano ebbe a dire: «Godetevi ancora
della buona aria che avete preso a Rivoli,
e ringraziate il Signore. Vedete, è buono
per averci dato un bel posto. Se avessi dovuto sceglierlo io, non avrei saputo
trovarne uno migliore, non troppo vicino,
non troppo lontano [da Torino]...».
Dunque, per l'Allamano, Rivoli è un posto ideale per sé e per i suoi missionari: si
può raggiungere facilmente da Torino, è riparato dal frastuono della città,
soprattutto c'è aria buona. Attualmente la casa è sostanzialmente quella
del tempo dell'Allamano, con qualche necessaria ritrutturazione avvenuta
lungo gli anni. Nella parte da lui abitata, il tesoro è la cappella al secondo
piano, che in parte risale certamente alle origini, nella quale è conservato
l'altare su cui l'Allamano celebrava. Nel suo studio al primo piano (dove
il 16 febbraio 2014 è stata inaugurata la nuova cappella) il pavimento, il
soffitto e il caminetto sono delle origini. Le scale, di granito, non sono mai
state rinnovate. Chi di noi abita in questa casa, se è attento a certi particolari, può rivivere un po' l'atmosfera che c'era al tempo dell'Allamano.
L'Allamano e Rivoli
L'Allamano non realizzò, come invece aveva fatto prima S. Leonardo Murialdo, iniziative apostoliche a Rivoli. La sua presenza era discreta, quasi un
soffio silenzioso, che sicuramente contribuì a infondere uno spirito apostolico e missionario a questa comunità. Non poteva essere ignorato un
uomo del genere, che nella vicina Torino, e non solo, esercitava un grande
influsso sulla vita ecclesiale. Né potevano passare inosservati tutti i giovani missionari e missionarie che qui regolarmente arrivavano.
Da sottolineare, invece, il “coinvolgimento di Rivoli” nella persona dell'Allamano e nel nostro Istituto missionario: Rivoli, magari inconsciamente,
è stata presente, in modo notevole, nella fondazione e nello sviluppo dei
due Istituti missionari della Consolata.
La straordinaria guarigione
Nel gennaio del 1900, l’Allamano fu colpito improvvisamente da una grave
forma di polmonite doppia che lo portò in fin di vita. Ecco come il primo
biografo P. L. Sales narra la guarigione: «Il mattino del 28 gennaio, il vice
rettore can. Camisassa, eretto l’altare in luogo visibile all’infermo, vi celebra trepidante la santa Messa e, quasi inconscio profeta, pronunzia fra
la più viva commozione le parole dell’Offertorio: “La destra del Signore
20
SPECIALE BEATO ALLAMANO
mi ha esaltato, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morrò ma
vivrò e racconterò le opere del Signore”. Ed ecco l’infermo, come scosso
da letargo, ripetere quelle parole, quindi ritornare in uno stato quasi di
incoscienza, nella quale perdura tutto il giorno. Ma sulla mezzanotte fra il
28 e il 29 (festa di S. Francesco di Sales), la febbre, rimasta sempre sopra
i 40°, discende rapidamente sotto i 38° e vi rimane stazionaria. Il mattino
seguente, mentre il giornale cattolico dava il laconico annunzio dell’imminente catastrofe - sì che alcuni sacerdoti celebrarono la Messa in suffragio
dell’anima dell’amato rettore - questi invece era fuori pericolo. I dottori
non sapevano che dirsi. Tenuto conto della costituzione fisica della persona colpita, non si può fare a meno di riconoscere una grazia specialissima
della SS. Vergine Consolata».
L'Allamano conservò per diversi anni il ritaglio di giornale che dava imminente la sua morte e vi faceva sopra il ritiro mensile. Effettivamente il
modo straordinario della guarigione impressionò molti e in giro si parlò di
guarigione miracolosa.
La lettera di fondazione
«Andai poi a fare la convalescenza a Rivoli – racconta l’Allamano - e là, il
giorno di S. Fedele da Sigmaringa, posi sull'altare una lunga lettera in cui
si decideva la fondazione: celebrai la Messa in onore del Santo, indi andai
ad impostare la lettera che inviavo al Cardinale Arcivescovo. E fu decisa
la fondazione». La lettera che l’Allamano aveva spedito da Rivoli al card.
Richelmy il 24 aprile 1900 portava la data del giorno 6. Non è senza significato notare come quella lettera sia rimasta sulla sua scrivania parecchi
giorni. Come era suo solito, vi aveva molto riflettuto e, sicuramente, anche
molto pregato. Cominciava così: «Mentre mi trovo solitario in Rivoli, la
mia mente e il mio cuore naturalmente si portano a Torino, alla Consolata, al Convitto e all’Istituto della Santissima Annunziata. E a riguardo di
questo Istituto, pensando al suo avvenire, maturai alcune riflessioni che
sottopongo al tuo giudizio. Se si dovesse dare altra destinazione alla casa,
quale opera sarebbe da intraprendere? Dovessi secondare un antico mio
desiderio, inclinerei per la fondazione di un Istituto di missionari esteri».
Poi la lettera continuava riportando tutte ragioni per le quali non si sarebbero tradite le intenzioni del donatore destinando l'edificio all'opera
missionaria.
Di ritorno a Torino, l'Allamano si portò
dall’arcivescovo che, al vederlo: «Eh - gli
disse - nella tua lettera hai messo più
contro che in favore della fondazione.
Tuttavia devi farla, perché Dio lo vuole».
Rispose deciso: «Ebbene, Eminenza, nel
tuo nome getterò le reti». L'Allamano
considerò sempre il 24 aprile data della
fondazione, anche se quella ufficiale è il
29 gennaio. Diceva alle missionarie il 20
aprile 1922: «Lunedì poi faremo la festa
di S. Fedele da Sigmaringa. Lo sapete che
ho fondato l'Istituto dei Missionari in questo giorno. Ero a Rivoli allora. La lettera
che ho scritto al Cardinale nella quale lo
interpellavo se dovevo fare questo o no,
l'ho messa sull'altare, poi ho detto Messa
e l'ho spedita. Il Cardinale mi ha risposto
così: Devi farlo tu e nessun altro. - E così
l'ho dovuto fare. Poi, ma molto più tardi,
siete venute voi, ma voi siete del Papa.
Una volta che io gli parlavo di questa nuova fondazione mi disse: Bisogna farla. - E
avendo io aggiunto che credevo di non
avere la vocazione per questo, egli mi rispose: Se non l'hai te la do io. - Ed ecco
le Suore».
Rivoli meta di passeggi formativi
Rivoli è stata coinvolta non solo nel momento della fondazione del nostro Istituto, ma anche nel processo di formazione
dei missionari e delle missionarie.
Fin dai primi anni gli allievi missionari incominciarono una tradizione interessante: ogni settimana, il mercoledì, giorno di
vacanza dalle lezioni, il gruppo si portava
a Rivoli (dopo il 1910, anche le giovani
missionarie, ma il giovedì). Si trattava di
vacanza, certo, ma di vacanza speciale,
sempre collegata con la loro formazione
alla missione.
Intanto il viaggio era a piedi. La via più
diretta era quella del polveroso corso
Francia, ma i giovani a volte preferivano
allungare il tragitto, deviando verso Grugliasco, o Pianezza. Si trattava di una ginnastica, utile in vista delle camminate che
allora si facevano nei territori di missione.
L'Allamano aiutava anche a compiere
quel tragitto in modo utile alla crescita
spirituale. Insegnava così: «Fare il viaggio
spirituale che consiste nel farlo con spirito di fede. Esercitatevi quando andate a
Rivoli, per quando andrete in Africa».
SPECIALE BEATO ALLAMANO
Il programma di queste passeggiate di una
giornata a Rivoli era più o meno questo:
subito all'arrivo, visita al SS. Sacramento
in qualche chiesa della città; poi pranzo
al sacco; nel primo pomeriggio il gruppo
si portava alla stazione ad accogliere il
Fondatore che arrivava con il trenino, se
non era giunto in mattinata. Quasi subito, tempo permettendo, i giovani si raccoglievano attorno al Fondatore, abitualmente sotto il grande cedro, purtroppo
schiantato da un fulmine qualche anno fa,
per un incontro formativo. Dopo un po' di
merenda, i giovani si fermavano, per conto proprio, o per letture, o studio e svago.
Nel tardo pomeriggio, l'Allamano ripartiva in trenino e i giovani si incamminavano
a piedi verso Torino.
Questi incontri formativi erano il centro
della giornata a Rivoli. Per l'Allamano le
gite a Rivoli, come del resto le vacanze,
dovevano essere “laboriose”. Così esprimeva il suo pensiero alle missionarie:
«Riguardo poi a star qui o andare a Rivoli
per voi dev'essere indifferente. Dunque,
ricordatevi, il vostro riposo consiste solo
nel rallentare un pochino gli studi». Vacanze laboriose anche manualmente: «A
Rivoli che cosa farete? Se è necessario
anche aiutare a zappare, zappate; certo,
senza rovinare tutto» Infine: «Bisogna essere industriose come le api che avete a
Rivoli... Sì, industriosi come quegli insetti;
ed essi non lo sanno!».
In definitiva, le passeggiate a Rivoli dovevano essere un momento forte per la
formazione: diverso l'ambiente, diversa
l'aria, ma identico il clima familiare: il Padre insegnava: «Voi che andate a Rivoli,
ricordatevi che bisogna santificare questo
tempo. Là, in quella casa della Provvidenza, farete vita santa».
Un sogno dell'Allamano
Riguardo alla casa di Rivoli, l'Allamano
aveva un sogno, che si è realizzato solo
in parte. Siamo nel settembre del 1918 e
l'Allamano si trovava a Rivoli con i ragazzi che avevano approfittato per mangiare
un po' d'uva in un pergolato che c'era nel
giardino. L'Allamano si soffermò a spiegare come fosse venuto in possesso della
casa. Si introdusse così: «Ebbene, avete
mangiato uva abbastanza? Vedete, a questo posto venivo sempre a far io colazione
21
quando ero qui a Rivoli, a prendere quell'uva bianca. Guardate lì, pregate
il Signore che ci lasci anche l'altra parte del giardino, così saremo più al
grande; e quando vi saranno quelli vecchi... che potranno appena tenersi su... li manderemo qui. E in quell'angolo là faremo poi una Cappella
pubblica, che comunichi sulla strada». Effettivamente l'Allamano, prima
di morire, venne in possesso dell'altra metà della casa, ma i missionari
anziani non sono venuti qui. Sono stati dirottati ad Alpignano. Anche là
l'aria è buona!
Sintonia tra l'Allamano e Rivoli
Non pensiamo che l'Allamano venisse a Rivoli e si chiudesse in casa, ignorando quanto capitava fuori. Anzi, alcuni eventi della città lo hanno positivamente impressionato. Il beato Antonio Neyrot, missionario domenicano, morto martire in Tunisia, è stato proposto dall'Allamano come
protettore dell'Istituto durante l'anno 1911. Ciò è significativo, se si tiene
conto che questo beato, prima di essere martirizzato, aveva rinnegato la
fede per paura e si era fatto mussulmano: «II nostro protettore per tutto
quest'anno sarà il Beato Antonio Neyrot, missionario e martire. E qual virtù abbiamo da imitare in Lui? Voglio che impariamo da un suo difetto: egli
è caduto per la superbia, e noi bisogna che pratichiamo, in modo speciale
quest'anno, l'umiltà. Perciò quest'anno vi parlerò sovente di questa virtù.
Abbiamo il B. Neyrot. A me piace tanto perché conforta. Quelli che hanno perduto la testa qualche momento mi piacciono tanto perché dopo si
mettono e si fanno più santi degli altri».
L'Allamano aveva apprezzato una certa indipendenza che la comunità ecclesiale di Rivoli aveva dimostrata. Diceva ai missionari a proposito delle
processioni che a Torino, in quel periodo (1916) erano proibite: «Domani
dopo la S. Messa, farete le rogazioni. Sapete come si fanno le rogazioni?
Sapete che in Torino hanno proibite tutte le processioni, ma fuori, quando
si vuole si fa; quei di Rivoli l'hanno fatta per quanto [gli avversari] strepitassero. Comunque, in Torino non si possono fare processioni, e perciò si
fanno tutte entro chiesa. E noi la faremo entro la Casa; desidero che entro
la casa la facciate». Anche alle missionarie portò Rivoli come esempio di libertà: «In questi tempi sono proibite tutte le processioni e quindi neppure
quelle delle Rogazioni si faranno. A Rivoli però vollero fare la processione
del B. Neyrot e non ne venne nessun male».
22
Voglio ancora farvi notare con quanta dignità e delicatezza l'Allamano raccomandò alle preghiere dei missionari e delle missionarie il giardiniere
della sua casa di Rivoli, in occasione della morte. Si nota che tra di loro non
c'era solo un rapporto di lavoro, ma era sorta una mutua stima. Era il 20
febbraio 1016: «Vi raccomando alle vostre preghiere il giardiniere di Rivoli, che è andato in Paradiso. È morto Venerdì. Un brav'uomo proprio, in
vita sua ha sempre lavorato onestamente, ora è morto come un Patriarca,
ha diritto alle nostre preghiere perché è come un membro della nostra
famiglia».
Il suo “romitaggio”
L'Allamano aveva una spiritualità attiva ed era un apostolo molto dinamico. Non apparteneva a un ordine di monaci contemplativi, ma era un
uomo di profonda interiorità. Pur vivendo in mezzo alla gente, sapeva
raccogliersi in Dio con estrema facilità, al punto da impressionare quanti
lo frequentavano. Anche a Rivoli sapeva ritirarsi come se fosse in un “romitaggio”, come lui stesso lo ha chiamato, cioè in un luogo riservato alla
vita contemplativa. Specialmente negli ultimi anni, l'Allamano gustava i
giorni trascorsi a Rivoli. Sentiamo quanto scrisse suor Emilia Tempo a una
consorella in Africa: «Sono otto giorni che tornai da Rivoli, ove mi fermai
16 giorni col nostro Ven.mo Padre. Ho passato dei bellissimi giorni. Padre viene sempre più Padre e creda, massime alla sera, ce lo godevamo
proprio. Di giorno poco, perché c'era sovente gente, ma alla sera ci sbrigavamo a lavare i piatti e poi correvamo su al primo piano: egli sul sofà e
noi prima inginocchiate e poi sedute per terra sul tappeto. La contavamo
(discorrevamo) fino alle 10. Padre, grazie a Dio, sta bene. Le suore trovano anche il modo di fargli canticchiare una canzonetta spirituale...». È
simpatico questo quadretto dell'Allamano anziano, felice, attorniato dalle sue missionarie! E proprio qui, a Rivoli, volle fare gli esercizi spirituali
in preparazione alla celebrazione del 50° di ordinazione sacerdotale. Sr.
Emilia Tempo, nel processo di beatificazione dell'Allamano, rilasciò questa testimonianza: «Durante gli esercizi del 1923 che fece a Rivoli, la sua
vita interiore cresceva, e nella preghiera si preparava al grande passaggio,
servendosi dell'Imitazione di Gesù Cristo, che egli stesso mi fece vedere
dicendomi: “Faccio i miei Esercizi su questo libro; qui c'è tutto per la via
purgativa, illuminativa e unitiva».
Conclusione
Ai primi tempi, i giovani avevano costruito un piloncino in legno (poi ristrutturato
in granito) dedicato alla Consolata, vicino al cedro dove si raccoglievano per le
conferenze del Fondatore. Nel 1924, l'Allamano stesso regalò un quadro molto
bello in porcellana della Consolata in altorilievo, che benedisse personalmente.
Sparito al tempo della vendita della casa,
finalmente il quadro venne restituito e, in
occasione dell'Anno Mariano del 1987,
venne fissato sul muro esterno, a destra
della porta di entrata. Chi viene a trovarci,
prima riceve la benedizione della Consolata, quella stessa che l'Allamano donò
perché rimanesse a Rivoli.
Ecco una frase dell'Allamano alle missionarie in partenza per le vacanze, che voleva rassicurare della sua continua presenza spirituale: «Vi benedico sempre: prima
S. Ignazio, Missionari e Missionarie; poi
Rivoli; poi voi che state a casa; poi l'Africa.
Tutti ogni sera».
Anche noi di Rivoli, non solo questa sera,
ma sempre, siamo benedetti dall'Allamano. E la sua benedizione ci conforta.
SPECIALE BEATO ALLAMANO
23
Suor Marcella Cantore conosce il Beato
e poi parte per il Kenya
“Così vi voglio: generosi, fermi
e costanti nella vocazione”
Giuseppe Allamano
“Passò i suoi sessant’anni di vita religiosa
nell’amore a Dio, alla Santissima Consolata, unita al Fondatore di cui respirava lo
spirito a pieni polmoni. Questa era suor
Marcella”, ricorda la consorella suor Martina Silvestri nel 1987, dopo la morte della religiosa, avvenuta a Nairobi nel giugno
di quell’anno. E in questi giorni in cui viene inaugurata una cappella nella stanza
che fu lo studio del beato Allamano, in via
I Maggio, ci piace pensare alla nostra città
come a un laboratorio di santità. Sì, perché a Rivoli l’Allamano maturò e espresse
la sua intenzione di fondare un istituto
unicamente dedicato alle missioni, e a
Rivoli visse i primi ventitré anni della sua
vita Maria Luigia Cantore, la futura suor
Marcella. Il 1902 tiene a battesimo la partenza dei primi quattro missionari della
Consolata, due sacerdoti e due laici, e la
nascita di Maria Luigia. Siamo agli inizi della vita dell’Istituto. Il ramo femminile non
esiste ancora. Verrà fondato nel 1910, per
intervento esplicito del Papa. E l’Allamano
stesso, nelle sue memorie e rivolgendosi
alle sue figlie, ricorderà la conversazione
nella quale aveva obiettato di non sentire
la vocazione a fondare suore e la risposta
di Pio X: “Se non l’avete, ve la do io”. Negli
anni seguenti altre destinazioni si aggiungono a quella del Kenya e missionarie e
missionari partono per l’Etiopia, la Tanzania, la Somalia, il Mozambico. Nel 1930,
all’età di ventotto anni, parte anche suor
Marcella Cantore, entrata nell’Istituto
nell’aprile del ’25. Rimarrà in Kenya fino
al 1987, anno della sua morte. Cinquantasette anni di missione, interrotti da due
brevi soggiorni in Italia, rispettivamente
nel ’61 e nel ’71.
Citiamo gli anni perché ci danno il polso
della generosità, della fermezza e della
costanza di cui parla il Fondatore. Di un
amore grande per Dio unito a un amore
per la gente e per la terra che dopo 57
anni di condivisione sono diventate
senz’altro anche sue, profondamente.
Chissà come può essere apparsa a questa donna la sua città dopo trent’anni di
Africa, e dagli anni Trenta ai Sessanta
per giunta, e chissà quale potere ha una
passione così! Una passione divorante
che, nel suo significato originario, coniuga il trasporto, l’attrattiva con la capacità di patire. Le sue consorelle
dicono di lei che fu “una missionaria autentica”, “una donna umile e mite,
che si faceva voler bene”, “una sorella attenta, disponibile a offrirsi per i
piccoli servizi”, “divisa tra casa e dispensario”.
Ma c’è un’istantanea che più di tutte ce la fa presente come una giovane donna appassionata, appunto. Dice suor Bassiana Lorenzi: “All’inizio
degli anni Trenta eravamo nelle fattorie: lei al Tinderet, io al Kokwet. Ci
incontravamo nelle feste patronali della Consolata o degli Angeli Custodi. La nostra gioia era grande e ci raccontavamo le nostre cose. Giocavamo. E suor Marcella era tra tutte la più vivace. Finita la festa si partiva e
ci accompagnavamo fino alla cima della collina e poi ci salutavamo con
il caratteristico grido kikuyu.” A partire da qui, dalla risposta generosa a
una chiamata speciale e dal coraggio e l’entusiasmo di accogliere la sfida
dell’inculturazione, si dipana il tessuto di una vita ordinaria che fa di ogni
giornata il terreno dell’incontro straordinario con Dio e con l’altro.
Lidia Zanette
24
SPECIALE BEATO ALLAMANO
Padre e maestro
Fondatore di due istituti missionari ed iniziatore di un metodo innovativo, Giuseppe
Allamano era profondamente convinto che non fosse il molto fare che conta, ma l’agire
come “collaboratori” di Dio. Accanto alla Consolata, che fu la mamma a cui sempre si
rivolse, non si può non ricordare il sacerdote della chiesa torinese Giacomo Camisassa
che fu l'amico e collaboratore di una vita.
Anche uno studio approfondito degli ideali e dei valori che guidarono il pensiero di
Giuseppe Allamano, non basterebbe a far comprendere la ricchezza della sua personalità, caratterizzata da una forte carica umana, che i missionari e le missionarie cercano
di far rivivere nel loro operare.
Alcune sue parole, tra le molte che sono state raccolte, permettono di avvicinarsi ad
aspetti della sua grande sensibilità umana: una virtù che sempre colpiva l'attenzione
di quanti lo incontravano.
Abbiamo conosciuto un sacerdote dal cuore missionario, uomo di grande coraggio e
grandi intuizioni, profondamente umano, sereno, allegro. Alcuni dei suoi detti, con i
quali stimolava ed educava i giovani di allora, possono ancora oggi essere di grande
attualità per la formazione di uomini e donne forti e coraggiosi.
• Elevatevi sopra le idee ristrette che predominano nell'ambiente.
• Amate una religione che offre le promesse dell'altra vita e vi rende più felici sulla
terra.
• Scegliete la mansuetudine come strada di trasformazione.
• Siate forti, virili, energici.
• Fate bene il bene e senza rumore.
• Date il primato alla santità.
• Non dite mai: “Non tocca a me”
Vi salutiamo con l’augurio che l'entusiasmo missionario, il coraggio e la tenerezza del
beato Allamano abbiano contagiato un po' anche voi!
GIOVANI
25
1a Settimana
Educativa
L’idea della Settimana Educativa nasce
per mettere al centro delle nostre riflessioni il tema dell’educazione. Un’occasione fatta di incontri, momenti di festa,
testimonianze preziose per fermarci a
condividere quella “passione educativa”
tipica dell’esperienza cristiana, per cercare alcune strade nuove, per rafforzare alcune convinzioni, per attingere un grande
incoraggiamento per affrontare il difficile
compito educativo che spetta a ciascuno, nessuno escluso. Sono state invitate
a partecipare in particolare le Comunità
Educative di ciascuna parrocchia, cioè
genitori, sacerdoti, catechiste, animatori, educatori, capi… tutte quelle persone
che, in modo consapevole od inconsapevole, danno forma e stile dal di dentro al
progetto educativo delle nostre comunità. La Settimana Educativa si è aperta il
27 Gennaio con l’Accoglienza dell’Urna
di don Bosco nella chiesa San Giovanni
Bosco di Cascine Vica, molti hanno colto
l’occasione per venerare le sue reliquie
e affidare al maestro degli educatori una
preghiera.
A causa del cattivo tempo l’incontro con
don Andrea Bozzolo dal titolo “Le consegne educative di don Bosco” è stato
rimandato, con la promessa però di un
recupero quanto prima.
Venerdì 31 Gennaio, presso la Sala Accoglienza dell’Oratorio Stella abbiamo celebrato una bella e partecipata Messa in
onore di don Bosco, il Santo dei giovani
e degli Oratori, a lui abbiamo affidato la
nostra missione educativa, le nostre intenzioni pastorali ed il futuro dei nostri
oratori.
Sabato 1° Marzo le Suore Operaie di Brescia ci hanno coinvolto in una serata di
festa e riflessione dal titolo “Come una
Matita” lasciandoci un pensiero di Madre Teresa di Calcutta che recita ““Io sono
come una piccola matita nelle Sue mani,
nient’altro. È Lui che pensa. È Lui che scrive. La matita non ha nulla a che fare con
tutto questo. La matita deve solo poter
essere usata”. La Settimana Educativa si è
conclusa con il debutto e la replica del Musical “Jamme ‘a cantà!” che ha
visto 30 giovani delle nostre comunità dal 20 ai 23 anni esibirsi recitando,
ballando e cantando dal vivo per mettere in scena un’avvincente storia
che ci ha fatto certamente sorridere, ma anche riflettere. Al centro la storia di un gruppo di giovani stretti tra la scelta di cedere alla delinquenza
che porta ai facili guadagni e la scelta di dare pieno compimento alla propria vita con impegno, coerenza ed umiltà. A sostenerli nella scelta un giovane sacerdote che, martire della mafia, li porterà a comprendere che per
crescere hanno bisogno della “magnifica gente di questa città” che crede
in loro, che li sostiene, che li guida. E noi adulti, vogliamo essere quella
“magnifica gente” che accoglie questa responsabilità?
La Regia Educativa
26 Capodanno
Francescano
festeggiare
nella Fede
Noi fratelli della Comunità Giovani delle Parrocchie di Rivoli abbiamo
deciso di cominciare il
2014 in comunione con lo
Spirito.
La proposta di trascorrere
alcuni giorni ad Assisi e
festeggiare il capodanno
in stile francescano ci è
stata fatta da alcuni che
lo avevano già vissuto
in precedenza e che ne
erano rimasti molto entusiasti, e ovviamente non
ci abbiamo pensato due
volte!
Una profonda esperienza di preghiera vissuta in
una città magica e sulle
orme di San Francesco,
insieme a tanti frati e
suore che hanno saputo
guidarci tra momenti di
festa e giocosità ma anche e soprattutto durante
intensi e arricchenti momenti di preghiera.
“Ti RiGuarda” era il tema
della festa di quest’anno,
che voleva mettere in risalto la necessità di riscoprire la Fede tutti i giorni,
senza mai dimenticarci la
nostra identità di cristiani. Un tema vissuto tra
rock cristiano, balli, riflessioni e preghiere, il tutto
sapientemente mescolato in salsa decisamente
giovane! Una meravigliosa esperienza vissuta in
comunità, una comunità
fatta di fratelli provenienti
da Rivoli, ma che, arrivata
ad Assisi, non ha saputo
resistere alla bellezza della comunione della festa
con persone provenienti
da tutta Italia.
La Comunità Giovani
GIOVANI
Comunità Giovani e ’97 Stelle ad Assisi!
Dire la parola Assisi è come fare un grande respiro profondo e percepire l’aria di
santità che conserva questo luogo. Una
città che racchiude e offre a chi la visita
un “cammino per l’anima” dettato dalla
grande figura di San Francesco.
Visitare i luoghi in cui lui ha vissuto, significa sicuramente lasciarsi trasformare, rispondere ad una chiamata proprio come
fece lui abbracciando il lebbroso e obbedendo al crocifisso che gli disse “Francesco va’, ripara la mia casa, che come vedi
è in rovina”.
Una figura quella di Francesco che si affaccia alla vita con la semplicità del cuore,
con voglia di costruire relazioni profonde,
un uomo che ancora oggi affascina credenti e non credenti perché la santità con
cui ha vissuto la sua vita non può lasciare
indifferenti, ma, anzi, rilancia con vigore
in noi la voglia di scoprire Gesù.
Ed è questa l’esperienza che alcuni giovani della CO.GI. (Comunità Giovani delle
4 parrocchie) hanno vissuto in occasione
del Capodanno proprio per cominciare il
2014 con la pienezza del cuore e incontrare quel Gesù che non fa cose grandi,
ma fa grandi tutte le cose. Con lo stesso
entusiasmo qualche settimana dopo si è
recato ad Assisi anche il gruppo “97 Stelle” (ragazzi di 3° superiore delle 4 parrocchie) che per la prima volta ha assaporato
la bellezza di questa città.
Volendo racchiudere in una frase le esperienze di questi due gruppi: tutti sapevano come si partiva, ma nessuno sapeva
come sarebbe tornato!
Elena&Luca
GIOVANI
27
“JAMME A CANTA'!”....Che emozione!
Dopo un anno e mezzo di prove e duro impegno, finalmente il 7 e l'8 febbraio ha debuttato il musical “Jamme a cantà!”,
interpretato, ballato e cantato dal vivo da 30 giovani delle 4Parrocchie di Rivoli. Grande è stata l'affluenza al Teatro Don
Bosco di Rivoli, infatti è stata programmata una replica per il 7 marzo. Ecco alcune testimonianze dirette dei ragazzi che
hanno vissuto questa esperienza. Siamo certi che il nostro viaggio non finirà qui e ci saranno altre serate fantastiche!
«“Jamme a Cantà” è sta
ta la mia prima esperienza di teatro. Ho sempre
amato i musical, ma no
n
avevo mai provato a far
parte di uno spettacolo
.
È stata un'esperienza arr
icchente, un'occasione di
mettersi in gioco e di senti
rsi valorizzati: sapere che
senza il tuo “pezzetto” lo
spettacolo non può esse
rci e che sei indispensabil
e in qualche modo, sebb
ene tu non sia un attore
o un cantante professio
nista. È stato anche un mo
do per mettere in camp
o
le proprie emozioni e pa
ure e di farsi insieme for
za
per aiutarsi a superarle.
»
l vera! Un musica
«Spettacolare!!
vorato
co! Abbiamo la
ti
as
nt
fa
te
ti
en
m
Stare sul palco
e.
en
b
te
en
m
vera
retare
difficile interp
mette paura…
meno
gi… nei primi m
tanti personag
ti batgambe, il cuore
le
o
an
em
tr
ti
ti,
in scepo esser entrati
te forte, ma do
i sono
m
ntastico!!! Io
na… diventa fa
uppo,
io nel nostro gr
ag
io
m
a
to
nti
se
rto di
n buon rappo
u
to
ra
au
st
in
.
si è
bisogna aiutarsi
sa
AMICIZIA, dove
co
a
sa dire… l’unic
Non so più co
Grazie
mente... bè…
in
e
en
vi
i
m
e
ch
ICA GENTE!!!»
GENTE MAGNIF
ca,
palco! Fati
l
e
u
q
u
s
a unica
tensione,
«Esperienz
, energia,
o
n
g
e
p
im
in due
to,
ncentrato
divertimen
o
c
o
tt
tu
ne…
soddisfazio di spettacolo!
ore
er crescesplendide
in gioco, p
i
rs
e
tt
e
m
osa di
er
ieme qualc ubUn modo p
s
in
tti
tu
reare
e per il p
re e per c
te per noi
n
a
n
io
z
o
m
bello ed e
blico.»
28
GIOVANI
«Il teatro significa trasmettere emo
zioni, ma non solo. Il teatro può esse
re terapia per la timidezza e insegna
anche a collaborare con gli altri e
a
condividere gli stessi spazi cercand
o
di creare armonia.
Personalmente credo che il teatro mi
potrà aiutare a comunicare e a donare tutte le emozioni che provo.»
rto
stato il qua
a
si
o
st
e
u
q
parte, le
«Sebbene
i ho preso
cu
a
lo
co
a
tt
. Stare
spe
no cambiate
so
n
o
n
i
n
o
nto
emozi
ualcosa di ta
q
è
o
ic
n
e
sc
sul palco
toso, peranto spaven
u
q
,
o
d
n
e
p
nsazione
stu
scrivere la se
e
d
le
ci
iffi
d
terrociò è
re euforici e
e
ss
e
a
a
v
ro
rinche si p
mpo! Devo
te
o
ss
e
st
o
rizzati all
possibilità
ere avuto la
v
a
i
d
re
a
zi
erienza
gra
agnifica esp
m
a
st
e
u
q
ola
di fare
ere e mi stim
sc
e
cr
o
tt
fa
a
che mi h
iù.»
i sempre di p
rm
ra
o
li
ig
m
a
«È stato uno spett
acolo molto sentito.
Anche
se sono arrivato
dopo,
nel cast, mi sono
sentito accolto bene, m
a soprattutto sono riu
scito
a sentire l’atmosfe
ra di
gruppo unito… l’a
tmosfera di una fam
iglia.
Sono molto conten
to di
questo progetto pe
rché
dà la possibilità di
tirare
fuori il proprio tale
nto e
scoprirne di nuovi
=) »
Un Weekend in Arte 2014
Nel giugno dello scorso anno la Pastorale Giovanile delle Parrocchie di Rivoli ha
attivato il progetto “Un Weekend in Arte”, una due giorni di eventi artistici di ogni
tipo riguardante i giovani creativi presenti tra le parrocchie e il territorio rivolese,
con lo scopo di stimolare la creatività, le relazioni tra persone con gli stessi interessi e anche la curiosità delle persone che per la prima volta si avvicinano al mondo
dell’arte, attraverso esposizioni, esibizioni e workshop.
Il tutto si ripeterà anche quest’anno e noi dello staff abbiamo già cominciato l’organizzazione dell’evento, che avrà luogo nelle giornate di domenica 1 e lunedì 2
giugno presso l’Oratorio Stella.
È già partito il primo evento: un concorso artistico dal titolo “La Bellezza della Vita
nel quotidiano” che vuole sviluppare questo difficile ma ampio tema chiedendo ai
creativi di proporre opere artistiche in quattro categorie, illustrazione, fotografia,
scrittura e musica, a seconda della propria inclinazione.
C’è tempo fino al 15 maggio per presentare le proprie proposte, per ulteriori informazioni è possibile chiedere alla segreteria dell’Oratorio Stella, visitare il sito delle
Parrocchie o scrivere all’indirizzo [email protected].
Non mancate, CREATE!
GIOVANI
29
Oratorio Stella
Dall’entusiasmante inaugurazione del
nuovo Oratorio Stella sono già trascorsi sei mesi. Certamente la comunità di
Rivoli ha recepito l’Oratorio come una
nuova straordinaria occasione di accoglienza, di incontro, di proposte. L’Oratorio attira tantissime persone incuriosite
attratte dalla sua maestosità, dal suo colore, dal suo rumore di palloni che rimbalzano, bambini che ridono, ragazzi che
scorrazzano con le bici, altoparlanti che
diffondono la musica o la voce di chi ci fa
pregare insieme...
Molti si fermano a chiedere al don o a
noi educatori “Ma cos’è questo?” e la
risposta che viene loro data è “Questo
è l’Oratorio!”, ci accorgiamo però che a
qualcuno la parola “Oratorio” non dice
nulla, non ha nessun significato, non ricorda le partite a calcetto in una lontana
(o vicina) infanzia. Il significato condiviso
della parola “Oratorio” va quindi ancora
costruito, spiegato, fatto comprendere, non solo come definizione da vocabolario, ma come esperienza condivisa,
vissuto solido che si può raccontare per
essere lasciato in eredità come testimonianza sempre viva.
Il motto “un oratorio per tutti!” promosso con forza nel periodo del cantiere, è
un invito che tutti hanno accolto: infatti
in oratorio quotidianamente si incontrano dai bimbi nel passeggino ai nonni che
giocano a carte, passando dai ragazzi e
dai giovani. Un Oratorio intergenerazionale, dove tutti e ciascuno possono
trovare uno spazio e un tempo pensato apposta per accoglierli. Rendere gli
ambienti accoglienti, belli e funzionali è
stato l’obiettivo di chi ha pensato il progetto dell’oratorio e poi lo ha realizzato;
ora si tratta di rendere accoglienti e belli
gli incontri e le relazioni tra le persone
che lo abitano. Non è una cosa semplice,
un oratorio aperto tutti i giorni a Rivoli
non c’era mai stato. Imparare a “usarlo” come la sua stessa natura ci invita, è
una cosa da comprendere, da praticare,
da godere… ci siamo accorti che, nella
sua prima fase di apertura, ciascuno veniva a cercare ciò di cui aveva bisogno:
uno spazio protetto per far giocare un
bambino, un calcetto per una sfida “tra
di noi”, un luogo caldo e pulito nel quale fare una partitella a carte, un campo
da calcio, un qualcuno che guardasse i
bambini mentre i genitori non ci sono,
un’attività da fare per mio figlio... Un po’
come in un supermercato ciascuno veniva a cercare un prodotto da “acquistare” gratuitamente… E le relazioni? E gli
incontri? E lo scambio? Non è per questo che una Comunità si dà un Oratorio?
È nato così il Progetto “Che oratorio sarebbe senza… relazioni!”, un cammino che ci provocherà e ci aiuterà ad
approfondire le nostre relazioni all’interno della Comunità, un percorso
a tappe nel quale verrà chiesto a ciascuno di presentarsi all’altra persona, di salutarsi con un sorriso, di condividere qualcosa di semplice, di
prendersi cura dell’altro scoprendosi vicendevolmente sia tra pari che
tra generazioni diverse… delle semplici attività come ad esempio quella
d’indossare una molletta da bucato con su scritto il proprio nome per
farlo conoscere a chi si incontra…
Anche i tanti piccoli laboratori espressivi di canto, ballo, chitarra, creatività non hanno il semplice, per quanto nobile, obiettivo di fare apprendere una disciplina o una tecnica, ma piuttosto di fare una bella
esperienza di gruppo all’interno e nello stile dell’Oratorio.
L’Oratorio Stella, come già detto, nasce per accogliere tutti, ma la sua
prima tensione rimangono certamente le giovani generazioni, cioè i ragazzi, gli adolescenti e i giovani. A loro è dedicata una grande attenzione
e una particolare cura. I giovani portano in Oratorio la loro vita, le fatiche e le gioie del quotidiano, le loro preoccupazioni e i loro modi di essere trasgressivi e ribelli. Non possiamo essere ciechi alle loro domande
30
e al loro bisogno di incoraggiamento e di sostegno.
Certamente ci va molto tempo, la loro fiducia si guadagna con la presenza e la pazienza quotidiana, passando dall’accontentarsi di un distratto
sguardo allo scambiare mezza parola proprio perché gli si è fatta una
domanda esplicita tipo “belle le tue scarpe, dove le hai comprate?”. Pian
piano ci si conosce e ci si rende disponibili a fare due chiacchiere e poi
ancora, se lo vorranno, a parlare un po’ di sè e a confrontarsi sulle loro
vite. Pian piano accetteranno una proposta nuova e si metteranno in
gioco perché si saranno fidati. Pian piano.
Sono tante le persone che sostengono con gratuità l’Oratorio: le catechiste, gli addetti delle pulizie, gli animatori… un nuovo gruppo di volontari
si è formato a sostegno dell’apertura quotidiana: i baristi e gli animatori
dell’accoglienza!
GIOVANI
GIOVANI
31
Grazie a loro, quotidianamente si incontra un sorriso, un saluto, la disponibilità
a preparare un buon caffè, una pazienza nel far scegliere ai più piccoli le venti
caramelle diverse che possono prendere
con un euro… anche questo gruppo è costituito da giovani e adulti, provenienti
da esperienze diverse, qualcuno dalla formazione professionale, qualcuno
dall’essere casalinga con un po’ di tempo
a disposizione… tutti però volenterosi e
pronti ad accogliere la sfida di far passare lo stile dell’Oratorio anche nel servire
cappuccino e brioches!
Sei mesi sono passati, don Giovanni ci ha
insegnato a leggere questa nuova avventura con una parola: stupore! Perché nonostante le tante cose che ancora sono
da organizzare, da migliorare, da far
crescere, bisogna leggere con occhi ammirati e stupiti la grandezza di ciò che si
è realizzato: da un vecchio rudere a una
grande e bella struttura, da un piazzale
in cemento utile solo come parcheggio,
a un cortile attraversato e “giocato” ogni
giorno da centinaia di ragazzi e famiglie,
da giornate intere trascorse nel più totale silenzio al frastuono di palloni che
rimbalzano, bambini che gridano, ragazzi che tifano, da uno spazio vuoto a un
punto di riferimento per le persone della
nostra città… Se non conosci ancora l’Oratorio vieni a fargli visita, ti stupirà!
Donatella e Claudia
32
GIOVANI
MODALITA’ DI ISCRIZIONE
SEGRETERIA UNICA
Dal Lunedì al Venerdì
dal 5 maggio al 6 giugno
ore 16.00 - 19.00
presso la Segreteria
dell’Oratorio Stella
Mercoledì, dal 30 Aprile al 3 Giugno,
dalle 16.30 alle 18.30
presso l’Ufficio Parrocchiale
di San Bernardo.
All’atto dell’iscrizione
verrà chiesto un contributo
di € 10,00 per la maglietta,
le spese assicurative
e le spese di segreteria.
PER INFO CONTATTARE:
Don Andrea Zani: 347.843.71.34
Donatella, Claudia, Elena:
Segreteria dell’Oratorio Stella
Elena:
Ufficio Parrocchiale San Bernardo
SCOUT
33
Rivoli 2:
Una festa lunga 50 anni
Chissà quanti lupetti e scout hanno indossato i colori bianco e verde nel Rivoli 2. E chissà come saranno sorpresi
nello scoprire che sono passati ormai
cinquant'anni da quando i primi si sono
messi quel fazzolettone al collo. Chissà
se a ognuno di loro, come a me, sembra
aver iniziato ieri il cammino scout. Invece il tempo è volato. Ma le esperienze
importanti, quelle che formano il carattere, che scavano solchi profondi nell'anima, che forgiano amicizie che resistono alle intemperie del tempo, quelle sì,
sono sempre uguali e immutabili dentro
molti, forse tutti noi. Ecco perché vogliamo festeggiare: per ricordare ciò che è
stato, per condividere quello che c'è e
per guardare a quello che sarà. Ci piacerebbe che tutti quelli che hanno passato
dei giorni felici nel gruppo scout Rivoli 2
si sentissero invitati a festeggiare sabato
7 e domenica 8 giugno alla Scuola San
Giuseppe di Rivoli. Ci piacerebbe coinvolgere anche coloro i quali hanno avuto
simpatia, oggi come ieri, per il Rivoli 2.
Magari non hanno mai indossato quel
fazzolettone bianco e verde, ma in fondo in fondo, l'avrebbero fatto o lo farebbero ancora volentieri. Stiamo organizzando due giorni di festa in cui rivivere o
provare a vivere per la prima volta scorci di scoutismo: da una partita di palla
scout alle costruzioni con pali e corde.
Chissà che i più temerari non scelgano di
passare una notte in tenda
per l'IRON-EX. Ovviamente non mancheranno foto
e momenti conviviali in cui
ritrovarsi e rivivere vecchie
e nuove avventure. Molti
sono stati coinvolti nell'organizzare la festa del 7 e
dell'8 giugno, ma c'è ancora
spazio per chi si vorrà aggiungere. Per avere tutte le
informazioni sulla festa del
cinquantennale, iscriversi
alle iniziative o per dare una
mano: www.rivoli2.it.
34
RICORDO
Grazie
a un amico,
un fratello,
un padre
Don Mario Aldegani, padre generale dei Giuseppini del Murialdo, ringraziando per il cordoglio e ricordando il caro Giuseppe
Locatelli, così scrive: “La valanga di messaggi e testimonianze
di affetto che ci stanno raggiungendo in ricordo del nostro caro
don Giuseppe Locatelli dicono della sua bontà d’animo, del suo
zelo di sacerdote, della sua saggezza di educatore, della sua dedizione piena e totale alla sua vocazione.”
Padre Giuseppe Locatelli, nato ad Almè (Bg), è morto nel sonno,
a 66 anni, venerdì 24 gennaio nella casa generalizia di Roma.
Era stato ordinato sacerdote a Viterbo il 15 marzo 1975, dopo
aver completato il percorso formativo iniziato nel seminario dei
Giuseppini di Valbrembo (Bg).
Da otto anni conviveva con la malattia, che aveva reso necessario il trapianto renale. Ciò non gli ha impedito di lavorare alacremente con generosità e disponibilità.
Sempre pronto a servire, senza essere capace di dire qualche
volta “no”. Ha sempre dato tutto se stesso.
Chi lo ha conosciuto come confratello, come sacerdote o come
educatore ha trovato sempre in lui una persona sensibilissima
all’altro, un amico, un fratello, un padre.
Le sue passioni: la Bibbia, la scuole e le lingue classiche… ma
soprattutto la gioia di servire gli altri, senza farsi notare.
Ha lavorato nella parrocchia di Nostra Signora della Salute a Torino, nella Scuola San Giuseppe di Rivoli, nella Scuola Apostolica
di Valbrembo e, negli ultimi otto anni della sua vita, nella casa
generalizia, come segretario generale.
Molti lo ricordano a Rivoli per le occasioni che lo hanno visto
protagonista al Sangiuseppe come direttore, ma anche come insegnante di latino e greco, oltre che appassionato della Parola
di Dio.
I messaggi ricordano il suo straordinario «talento» nel vivere il
carisma di San Leonardo Murialdo nello stare vicino alle persone (“Ci mancherà quel suo modo discreto e affettuoso di farsi
presente nelle nostre vite anche da lontano ricordando i nostri
onomastici, i nostri compleanni, gli anniversari...”) e anche nelle
nostre realtà qualcuno lo ricorderà e farà tesoro dei suoi insegnamenti e del suo averci accompagnato nelle strade della fede,
della cultura e della vita.
don Fabio Cozza
ORATORIO
STELLA
LUNEDI
16.00-19.00
MARTEDI 16.00-19.00
MERCOLEDI16.00-19.00
GIOVEDI 16.00-19.00
VENERDI 15.00-19.00
20.30-23.00
SABATO
15.00-18.00
20.30-23.00
DOMENICA 15.00-18.00
APERTURA ESTIVA:
Dal 9 giugno al 4 luglio
17.00-19.00
21.00-22.30
Dal 7 luglio all’8 agosto
16.00-19.00
21.00-22.30
Dal 9 al 24 agosto
CHIUSURA
Dal 25 agosto
a inizio scuola
16.00-19.00
21.00-22.30
RECENSIONI EDITORIALI
35
Il cuore innanzitutto
Claudia Priano - Guanda
Un racconto singolare, ma affascinante.
Una storia intrecciata di paure, di diffidenze reciproche, di violenza cattiva e
gratuita, di volontà di capirsi e farsi perdonare, di lenta scoperta e accettazione
di se stessi e degli altri, con un finale del
tutto sorprendente.
Questo è “Il cuore innanzitutto”: un intreccio di voci narranti, di sfaccettature
che disegnano realtà diverse e, almeno
apparentemente, incomprensibili tra di
loro, come quella della ‘gente normale’ e
quella degli zingari.
Un esempio? Ecco alcune battute di un
dialogo fra due dei protagonisti, i fratelli Andrea e Antonio: “Non si può essere
gentili con quelli, neanche se ti fa sentire più buono. In primo luogo perché non
meritano gentilezza, è gente che non
serve a niente, che non produce, devono
sparire e basta…”
“ So bene come la pensi. E su una cosa hai
ragione. Loro turbano la nostra serenità…
turbano le nostre coscienze. Sono esseri
umani.”
È la storia di un viaggio fisico e mentale
che tutti i protagonisti compiono, in un
modo o nell’altro, verso una maggiore
comprensione. In questo viaggio si incontrano, e si scontrano, tanti personaggi, alcuni ben delineati, altri appena abbozzati,
ma comunque significativi: oltre ad Andrea e Antonio, le loro famiglie, la nipote
Nina, e poi Anca, Eusebiu, Dragoi, Viorica
e tutti gli altri rom, in Italia e in Romania.
È un viaggio che il libro ci sollecita a fare,
tutti noi, perché possiamo arrivare a dire,
come Andrea,
“ Zingari, un termine che da quel momento mi fece lo stesso effetto di unghie raschiate su una lavagna. Nei miei pensieri
lo sostituii con il termine rom, niente più
zingari per me, ma uomini e donne che
mi avevano aperto le loro case con generosità, nonostante l’indigenza, senza chiedermi nulla, senza domandarmi il motivo
della mia presenza. Si prendevano cura di
me, mi consideravano un vecchio solo e
sfortunato”.
Paola Cornaglia
Se questo libro ci mette voglia di saperne di più sui
rom, possiamo leggere “Non
chiamarmi zingaro” di Pino
Petruzzelli o i libri di Germano Baldazzi, di Filippo DB, di
M.Karpati, che è la maggior
studiosa del nomadismo in
Italia o potremo partecipare al Libroforum: letture e
discussione sulla realtà dei
rom (al più presto i dettagli
dell’incontro).
Prime… sebben che siamo donne
Bruna Bertolo - Ananke
Una galleria di personaggi femminili italiani che, dall'800 ai giorni nostri, hanno
aperto orizzonti nuovi nel costume, nella politica, nello sport, nella cultura, nel
mondo del lavoro. Bruna Bertolo nella
sua ricerca va oltre i personaggi più celebrati, presentando nomi e volti, spesso
rimasti in ombra, che seppero, con la loro
stessa vita, interpretare pagine importanti di costume e di storia: quelle donne che
– scrisse Lina Furlan - “hanno silenziosamente diretto il mondo”.
PER APPROFONDIRE
I nomi, il coraggio, la fatica: sono le parole
che indicano il senso profondo di questo
libro dedicato alle donne che, con ruoli
spesso ritenuti insoliti, poco adatti al genere femminile, qualche volta considerati
addirittura “indecenti”, hanno contribuito
a dare alla Società il volto di oggi. Attraverso il costume, la cronaca, la lenta ma
progressiva marcia verso l’istruzione, con
l’accesso delle donne all’Università, porta
d’ingresso – sia pure molto difficile da oltrepassare – per carriere diverse, per tradizione riservate agli uomini.
Non fu facile per le donne diventare avvocato, medico, ingegnere, manager di successo. Non fu facile nemmeno misurare
il loro corpo e la loro mente nelle attività sportive e nell’agonismo. Non fu facile
guidare un’auto: ci si scansava se al volante c’era una donna.
La conquista più difficile fu quella sul piano dei diritti politici: oggi ci sembra quasi impossibile pensare che fino al 1946 le donne italiane non potessero votare. In queste pagine, attraverso nomi più noti, da Grazia Deledda a Rita Levi-Montalcini, da Nilde Iotti a Tina Anselmi, da Lina Merlin
a Marisa Bellisario… ma anche attraverso nomi quasi del tutto ignorati o
dimenticati, si definiscono le varie fasi di costruzione della dignità e della
libertà femminile.
36
SETTIMANA SANTA
DOMENICA DELLE PALME
13 aprile 2014
Sante Messe secondo orario festivo e prefestivo.
S. Messe precedute dalla benedizione e processione
degli ulivi:
10.15 - S.Francesco (piazzale)
9.15 - Gesù Salvatore (P.zza Aldo Moro)
9.45 - S.Martino (cappella B. Antonio)
10.45 - S.Bernardo (cortile dell’oratorio)
S.Maria della Stella (P.zza Martiri)
11.00 - M.I.A. (P.zza Cavallero)
TRIDUO PASQUALE
GIOVEDI’ SANTO – 17 aprile 2014
Messa Crismale con la benedizione degli oli
9.00 - Duomo di Torino – Chiesa Cattedrale
Inizio Triduo Pasquale: Messa in Coena Domini
17.00 - S.Martino
18.00 - S.Maria della Stella
21.00 - San Bartolomeo, S.Bernardo, Gesù Salvatore,
M.I.A.
Visita ai “SETTE SEPOLCRI”
Dopo le celebrazioni nelle chiese di S.Martino, M.I.A.,
Gesù Salvatore, S.Maria della Stella, S. Bernardo, S.
Bartolomeo e S.Rocco. Tutte le chiese saranno aperte
fino alle 24.00, S. Rocco fino alle 13.00 di venerdì.
VENERDI’ SANTO – 18 aprile 2014
Liturgia della Passione
17.00 – S.Bartolomeo, S.Bernardo, S.Martino
18.00 – S.Maria della Stella
Via Crucis cittadina
Partenza alle 20.45 da quattro punti (S. Bernardo, S.
Francesco, M.I.A., Gesù Salvatore) per convergere
tutti, attraverso 7 stazioni, al piazzale del Castello.
SABATO SANTO – 19 aprile 2014
Veglia Pasquale
21.00 – S.Maria della Stella, San Martino
22.00 – S.Francesco, S.Bernardo
PASQUA
di RISURREZIONE
domenica 20 aprile 2014
Sante Messe secondo l’orario festivo
SETTIMANA SANTA
SACRAMENTO
DELLA RICONCILIAZIONE
Celebrazione comunitaria della Penitenza
martedì 15 aprile - 21.00 S.Bernardo
Confessioni personali per tutti
Lunedì Santo 14 aprile
ore 9-11.00 S.Bernardo don Andrea
Stella don Paolo
ore 16-18.00 S.Bernardo don Andrea
Stella don Paolo
Martedì Santo 15 aprile
ore 9-11.00 S.Bartolomeo don Angiolino
S.Bernardo don Andrea
ore 16-18.00 S.Bernardo don Andrea
Stella don Paolo
Mercoledì Santo 16 aprile
ore 9-11.00 S.Bernardo don Paolo
Stella don Giovanni
ore 16-18.00 S.Bernardo don Paolo
S.Francesco don Angiolino
Stella don Giovanni
Venerdì Santo 18 aprile
ore 9-11.00 S.Bartolomeo don Angiolino
S.Bernardo don Andrea
Gesù Salvatore don Paolo
Stella don Giovanni
S. Rocco
don Fabio
Sabato Santo 19 aprile
ore 9-11.00 S.Bartolomeo don Angiolino
S.Bernardo don Andrea
S.Francesco
don Fabio
Gesù Salvatore don Paolo
S.Martino padre Bruno
Stella don Giovanni
padre Bruno
ore 16-18.00 S.Bartolomeo don Angiolino
S.Bernardo don Andrea
don Mauro
M.I.A. don Paolo
Stella don Giovanni
don Fabio
37
38
INCONTRI
Festa Beato Antonio Neyrot
PREPARAZIONE
Da lunedì 28 aprile a venerdì 2 maggio ore 18
S.Messa nella Cappella del Beato in via Querro
Sabato 3 maggio dalle ore 20,30 alle 22,45
Pellegrinaggio dalla Chiesa dei Tetti alla Stella,
con sosta presso la Cappella del Beato e in P.za Bollani
Tetti Neirotti e Rivoli, insieme,
per pregare e conoscere meglio il nostro concittadino.
SANTE MESSE SOLENNI
in onore del Beato Antonio Neyrot
Domenica 4 maggio - ore 11 alla Stella
Lunedì 5 maggio - ore 18 a San Martino
con la presenza dei Cirioti
Itinerari di fede
per fidanzati
SCUOLA di FAMIGLIA
Costruire benessere nelle relazioni
Le parole della cura - Roberto Mirante
18 maggio 2014 Nuovo Oratorio della Parrocchia della Stella
Via Fratelli Piol, 44 – Rivoli (TO) dalle 17.15 alle 19.
È garantito un servizio di baby-sitters.
Gruppi Anziani
AMICIZIA - San Bernardo - lunedì 15.00-18.00
NONNI E NONNE - San Bartolomeo - mercoledì 15.30
(Messa) - 18.00
ETÀ D’ORO - San Martino - giovedì 14.30 - 18.00
ORE SERENE – Stella - martedì dalle 14.30 alle 18.00
FESTA DI FINE ANNO: Lunedì 12 maggio a San Bernardo
PELLEGRINAGGIO: Giovedì 22 maggio
Santuario Madonna di Crea e Sacro Monte
(Casale Monferrato)
Presso la Parrocchia
S. Maria della Stella
domenica - ore 19.00
27 Aprile
Maggio: 4, 11, 18, 24-25 (Ritiro)
Giugno: 1, 8, 15, 22
Cresima per
Giovani e Adulti
Celebrazione alla Stella:
27 aprile 2014 - ore 11
Ministri della Comunione
a casa
Se in qualche famiglia delle nostre
comunità ci fossero persone anziane
o ammalate che desiderano ricevere la Comunione in casa, ci si può
rivolgere ai parroci o alle segreterie
parrocchiali per concordare gli incontri con i Ministri della Comunione.
ANAGRAFE PARROCCHIALE
39
Battesimi a San Bernardo
Battesimi alla Stella
ACCOGLIENZA DELLE FAMIGLIE
Tutti i sabati dalle 16 alle 17.45
in Ufficio Parrocchiale con una coppia
dell’équipe battesimale.
CELEBRAZIONI 2014 ore 15.30
19/4 (veglia pasquale), 20/4 (Pasqua),
4/5, 25/5, 8/6, 29/6, 21/9
Battesimi a San Martino
CELEBRAZIONI 2014 - Ore 15
Chiesa di San Martino
19/4 (Veglia) e 20/4 (Pasqua),
27/4, 11/5, 1/6, 22/6, 14/9
INCONTRI
mercoledì 21/5, 28/5, 4/6 mercoledì 10/9, 17/9, 24/9 mercoledì 5/11, 12/11,19/11 PRESENTAZIONE
ALLA COMUNITà
1/6 21/9 16/11 BATTESIMO
8/6
28/9
23/11
Per i genitori al secondo (o più) figlio da battezzare
Incontri: mercoledì 12/3, 19/3
ANAGRAFE PARROCCHIALE
dal 1° novembre 2013 al 28 febbraio 2014
BATTEZZATI
San Bartolomeo: Latrecchiana Beatrice Magherita, Saia
Francesco.
San Bernardo: Gattuso Myrian, Pozzi Astrid, Crepaldi
Luca, Crepaldi Ester Maria, Crepaldi Carlos, Fardin Daniele, Garripoli Sofia, Dagna Eleonora Elettra, Giurioli
Giovanni.
San Martino: Arleo Giovanni, Lucci Vittoria, Antonielli
d’Oulx Emanuele, Stefanati Matilde Marina, Giovinco
Iacopo Karol, Luccà Leonardo Lorenzo, Albanese Antonio, Albanese Riccardo, Gianotti Aurora, D’Elia Isac.
Santa Maria della Stella: La Marca Leonardo, De Salvo
Fabrizio, Comba Matilda, D’Anna Matilda, Ventre Cecilia, Festino Gabriele, Barone Davide, Palmieri Filippo,
Garbi Giulia, Marchesini Giorgia, Mastrogiacomo Sara.
SPOSI
San Bernardo: Segreto Fedele e Murgiano Chiara.
Santa Maria della Stella: La Marca Cristian e Barsotti
Cristina.
DEFUNTI
San Bartolomeo: Odello Luciana (70), Medri Mario
Giuseppe (100), Grandi Eraldo Giovanni (71), Antonielli
Natalina (83), Nusdeo Rosa (80), Rotolo Giuseppe (71),
Zanchetta Bruno (83), Norcia Angelo (84), Iuvari Caterina (87), Deffendi Ida (82).
San Bernardo: Ceretto Castigliano Mario (75), Russo
Prospera ved. Biondi (94), Scaliero Angela in Magnifico
(63), Ridolfo Teresa in Lai (69), Tranaso Giuseppe (47),
Monti Giuseppina ved. Lavagno (92), Morra Francesco
(62), Rosso Maria ved. Durando (98), Lanzini Luciana
ved. Bortone (88), Picelli Arturo (93), Rovera Antonio
(81), Finello Giovanni (78).
San Martino: Neirotti Pierino (81), Daniele Natale (78),
Musso Pierino (96), Cappellato Olga (100), Suppo Nicola
(92), Meotto Laura (55), Sigillito Angelina (72), Intermite
Francesco, Goitre Mario (85), Camandona Franco (91),
Ferrero Maria (93), Fiorentino Rolando (89), Bonato
Gianpiero (60), Micheli Enrica (92), Mondini Natale (72),
Martinengo Nicolina (80), Stroppiana Maddalena (98),
Ponchione Irma Rosa (87), Misuraca Margherita, Nervo
Angiolina (81).
Santa Maria della Stella: Rossi Giulia in Bonon (70), Ruisi
Ginevra, Duò Romolo (66), Savarino Ines in Vidali (66),
Galetti Carlo Alberto (69), Valetti Mario (84), Cavallaro
Maria Anna ved. Bovolenta (85), Baiardi Carmela ved.
Nardullo (86), Grandi Antonio Bruno (81), Borrelli Maurizio (85), Rovello Teresa ved. Chiaberge (84), Marchello
Guido (75), Latini Fernando (84), D’Amore Immacolata
ved. Ricci (93), Gibbin Sante (77), Vanzetti Stefano (45),
Colabella Antonio (51), Caregnato Apollonia ved. Colombi (84), Bertero Margherita ved. Vinai (84), Saccinto Lucia ved. Lenoci (91), Ballista Velia ved. Milani (86),
Cochis Anna ved. Ieva (85), Sabolo Bruna ved. Civallero (78), Teti Rosina ved. Bertani (82), Burdizzo Giuseppe (87), Passarella Maria (87), De Astis Michele (86),
Pasqua Maria Michela in De Vita (86), Datta Giuseppe
Angelo (79), Travaglia Clara (96), Conte Katia (46), Zinali Mattia (80), Suppo Albina ved. Franchino (97), Viotto
Piermario (53), Ponzetto Prima in Duò (91), Di Luca Giuseppe (86), Tolomei Angela ved. Orlandin (84), Evangelista Giuseppe (58), Nivoli Maria ved. Chiri (91), Montanaro Adelaide ved. Comotto (80), Scrosati Ido Sergio
(74), Caccavo Immacolata in Ferrigno (65).
40