costi prod - Webfarm E
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La sostituzione della caldaia tradizionale con l’allacciamento al teleriscaldamento può comportare diverse modalità di regolazione della temperatura degli ambienti. La regolazione della temperatura negli ambienti TELERISCALDAMENTO di Franco Ricci e Giovanni Amoroso 14 IMPIANTI BUILDING La gran parte degli allacciamenti di edifici alle reti di teleriscaldamento in realizzazione nelle grandi città italiane (Milano, Brescia, Bergamo, Torino, ecc.) consiste nella sostituzione delle caldaie tradizionali per riscaldamento centralizzato di stabili di una certa anzianità costruttiva, multipiano, che per semplicità chiameremo condomini. Le centrali termiche tipiche di questi edifici prevedono in genere l’installazione di una o più caldaie, in parallelo sullo stesso collettore, da cui si dirama la linea di distribuzione, solitamente del tipo verticale a colonne montanti, verso gli utilizzatori. I terminali di emissione nella maggior parte dei casi sono del tipo a radiatore ma si trovano anche distribuzioni a pannelli radianti a pavimento. Raramente nei condomini di non recente edificazione è presente anche la produzione di acqua calda sanitaria. Anche in edifici datati i sistemi di regolazione che si possono trovare sono già di tipo climatico. La regolazione di temperatura negli ambienti dei vari appartamenti è effettuata variando la temperatura di mandata ai corpi scaldanti in funzione della temperatura esterna rilevata da una sonda installata su una facciata dell’edificio, secondo una curva di compensazione. La scelta di tale curva è affidata al gestore dell’impianto in funzione della temperatura che si aspetta di avere all’interno dell’edificio ed è impostata all’interno del regolatore elettronico della centrale termica. La temperatura di mandata è inoltre in genere ridotta nel periodo notturno, rispetto al set-point usato in regime di confort. La regolazione climatica nei sistemi con caldaie di tipo tradizionale viene spesso realizzata attraverso l’utilizzo di una regolazione a portata costante ottenuto mediante l’adozione di una valvola miscelatrice a tre vie. La caldaia (se non è di nuova concezione, tipo cosiddetto a temperatura scorrevole) produce calore sostanzialmente a temperatura costante ed elevata, lavora cioè a “punto fisso”, mentre la regolazione di temperatura agli utilizzatori viene propriamente svolta dalla valvola miscelatrice a tre vie, che per regolare la temperatura, ricircola parte del ritorno dai corpi scaldanti. Le variazioni del periodo di accensione della centrale termica sono impostate dal gestore secondo la propria “esperienza”, con fermata notturna e fermate durante la giornata secondo l’andamento meteorologico esterno. La regolazione di temperatura negli ambienti al variare delle condizioni di temperatura esterna durante la stagione invernale è quindi, per gli edifici delle grandi città non di recente costruzione, basata molto sull’esperienza del gestore dell’impianto e, in particolare, senza alcuna diretta retroazione del- FIG. 1 SOTTOCENTRALE TELERISCALDAMENTO la effettiva misura della temperatura negli ambienti degli appartamenti, non essendoci termostati ambiente collegati con la centrale termica. La situazione sta progressivamente cambiando nelle aree di nuova edificazione, in quanto gli edifici multipiano di recente costruzione, per ottemperare alle nuove normative di efficienza energetica e per seguire le richieste del mercato, che chiede ovviamente regolazione e contabilizzazione separata per appartamento, sono realizzati con distribuzione orizzontale e moduli di appartamento con regolazione, contabilizzazione e spesso produzione di acqua sanitaria locale. Per gli edifici esistenti inoltre, in particolare in Lombardia, si assisterà alla diffusione della regolazione di temperatura mediante le valvole termostatiche sui radiatori, rese progressivamente obbligatorie dalle recenti Delibere regionali. Il teleriscaldamento si inserisce quindi in questo tipo di impiantistica “tradizionale” sostituendo le caldaie con le sottocentrali di scambio termico. Le sottocentrali di scambio termico sono dei package precostruiti, realizzati attorno ad uno scambiatore di calore, che ha la funzione di trasferire calore dalla rete primaria del teleriscaldamento alla rete secondaria dell’utenza, senza mettere in contatto i fluidi dei due circuiti e separandone le relative temperature e pressioni. Sono dotate di sistema di rego- lazione di temperatura del circuito secondario e installano anche un contatore di calore per la fatturazione commerciale. Nella gran parte dei casi, la regolazione della temperatura di mandata ai corpi scaldanti dell’edificio avviene comandando la valvola di regolazione della portata di acqua sul lato primario dello scambiatore, per mantenere il set-point di mandata determinato dalla centralina elettronica in funzione della temperatura rilevata dalla sonda esterna. A livello impiantistico quindi, per la regolazione della temperatura dell’acqua del circuito di riscaldamento, viene meno la necessità di un’ulteriore valvola miscelatrice sul circuito secondario: nelle trasformazioni a teleriscaldamento degli impianti esistenti è solitamente rimossa, oltre alla caldaia, anche la valvola miscelatrice presente nell’impianto, mentre viene mantenuto soltanto il preesistente gruppo di pompaggio. Anche se il sistema può sembrare simile a quello tradizionale delle caldaie, si evidenziano alcune significative differenze, sia di carattere tecnico che legislativo: • la temperatura del circuito primario, cioè della rete teleriscaldamento, può raggiungere per le reti a teleriscaldamento ad acqua surriscaldata la temperatura di 130 °C di mandata, mentre il ritorno è normalmente tra i 55 – 65 °C • la regolazione di temperatura di mandata ai corpi scaldanti è direttamente effettuata sullo scambiatore a piastre, senza ricircolo sulla valvola a tre vie • la programmazione oraria e giornaliera (accensione, spegnimento e attenuazione) agisce anch’essa direttamente sulla apertura/chiusura della valvola di regolazione • se il sistema di produzione del teleriscaldamento è di tipo cogenerativo, decade inoltre il vincolo sugli orari imposto dal rispetto del DPR 412/93, ad esempio nella Zona E si possono superare le 14 ore di funzionamento in regime di confort dell’impianto. TELERISCALDAMENTO SCHEMA 15 IMPIANTI BUILDING TEMPERATURE TIPICHE DI ESERCIZIO FIG. 2 ANDAMENTO POTENZA DI PUNTA FIG. 3 --- POTENZA CALDAIA --- POTENZA TIR CURVA FIG. 4 TELERISCALDAMENTO E CURVA CALDAIA,ANDAMENTO POTENZA DI PUNTA sta attenzione deve essere posta in presenza di moduli di regolazione/scambio di appartamento e di valvole termostatiche sui corpi scaldanti. I sistemi di regolazione climatica tra impianti tradizionali e a teleriscaldamento, simili nella teoria impiantistica, si differenziano nell’esercizio. Gli impianti a teleriscaldamento permettono, anche grazie alle deroghe legislative a cui sono soggetti, una migliore gestione del prelievo di potenza dalla rete, grazie ad una gestione degli orari di funzionamento più flessibile, il che, vista le tipologie contrattuali basate talvolta sulla potenza istantanea prelevata, può permettere anche una riduzione dei costi di gestione. ■ Gli autori Ing. Franco Ricci A2A Calore e Servizi Responsabile Lavori clienti teleriscaldamento Ing. Giovanni Amoroso A2A Calore e Servizi Responsabile Lavori clienti teleriscaldamento Milano TELERISCALDAMENTO Le sottocentrali di scambio termico per teleriscaldamento vengono progettate con un valore predefinito di ΔT sui circuiti primario e secondario alle condizioni nominali di funzionamento, ma verranno sollecitate a ΔT diversi in funzione delle temperature realmente incontrate sul circuito secondario. In particolare la potenza di picco erogata in avviamento di una sottocentrale di scambio termico può essere molto più alta di quella a regime, sia perché il circuito secondario è ancora freddo e sia perché, a differenza di una caldaia, la potenza erogata da uno scambiatore è funzione del ΔT medio logaritmico delle temperature tra primario e secondario. La sottocentrale quindi può erogare, tipicamente all’avviamento del mattino nelle giornate invernali più fredde, una potenza che può essere anche il doppio di quella nominale di dimensionamento e anche il triplo della potenza media necessaria per mantenere in temperatura l’edificio nelle ore centrali della giornata. Un assorbimento di potenza di picco così elevato comporta uno stress della sottocentrale ed in particolare un sovraccarico della rete di teleriscaldamento per un breve periodo, sovraccarico che richiede pompaggi inutilmente elevati nelle centrali di produzione del calore e che può mandare in crisi le utenze collegate alla rete in posizione più sfavorita dal punto di vista delle pressioni di mandata e ritorno. Per questo motivo le sottocentrali di teleriscaldamento sono limitate dal gestore della rete, nella potenza massima erogabile e/o nella portata massima assorbita sul circuito primario, settando in fase di primo avvio i parametri della centralina elettronica di regolazione o installando una valvola limitatrice di portata sul circuito primario. Alla limitazione di potenza e portata è in genere associata anche una limitazione sulla temperatura massima di ritorno sul primario della rete teleriscaldamento. I limiti di potenza termica erogata e portata sono in genere anche definiti nel contratto commerciale di fornitura, e incidono sul prezzo, in analogia alle forniture di altri servizi a rete come l’elettricità o il gas. La gestione ottimale di una rete di teleriscaldamento, soprattutto se dimensioni importanti come diffusione sul territorio, richiede un uso razionale del calore, che riduca la potenza termica impegnata a sostanziale parità di fabbisogno energetico richiesto dall’edificio. Con il teleriscaldamento è utile quindi impostare un funzionamento del riscaldamento dell’edificio che non preveda il tipico schema della caldaia con accensione a piena potenza verso le 6 del mattino, riduzione o fermata in genere dalle 9 alle 11, e fermata notturna dalle 22 alle 6. Occorre anticipare l’avvio della sottocentrale al mattino, far crescere gradualmente la potenza erogata e prolungare l’orario di funzionamento effettuando riduzioni di temperatura nella giornata e durante la notte. È importante anche che il ΔT tra mandata e ritorno del circuito dell’edificio sia progettato adeguatamente alto e si mantenga nel tempo, mantenendo pulite le piastre dello scambiatore, mediante filtrazione e addolcimento per controllare la qualità dell’acqua che circola nel secondario. A maggior ragione que- 17 IMPIANTI BUILDING