Riscaldamento: l`Africa duramente colpita
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Riscaldamento: l`Africa duramente colpita
www.morija.org luglio | agosto 2010 – 183 Riscaldamento: l’Africa duramente colpita 3 Le conseguenze del riscaldamento in Africa 4 Assicurare uno sviluppo duraturo 7 L’energia solare, un'opportunità per il Burkina Faso Editoriale L’Africa, prima vittima del riscaldamento Il cambiamento climatico è già una realtà. Dieci milioni di persone sono minacciate da una grave crisi alimentare che colpisce la fascia del Sahel. Come spesso accade le vittime della fame si contano soprattutto tra i bambini di età inferiore a 5 anni, al centro delle attività di Morija da più di 30 anni. Ci prepariamo ad affrontare un crescente afflusso di questi ultimi verso i centri nutrizionali. Dobbiamo prepararci con il vostro aiuto. Secondo un documento di sintesi della FAO (Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura), le regioni più povere registrano i livelli più elevati di fame cronica. Sono anche quelle che hanno subito maggiormente il cambiamento climatico, con inevitabili ripercussioni sulla sicurezza alimentare. A breve termine la frequenza di fenomeni estremi come siccità, ondate di calore, inondazioni e violente tempeste aumenterà. L’Africa, il continente più vulnerabile La dipendenza di numerosi paesi africani dalle importazioni alimentari rischia di aumentare, riducendo il potenziale di produzione agicola del continente del 15 – 30 % entro fine secolo. L'impatto più grave è atteso in Africa subsahariana, la regione che accusa già i tassi più elevati di povertà e di insicurezza alimentare. Un fatto drammatico illustra perfettamente il cambiamento: dal 1990, il Sahara è avanzato 250 km verso il Sahel, sull'intera larghezza (6000 km). Come potete leggere alle pagine 4 e 5, Morija offre già oggi soluzioni attuando un progetto pilota per contribuire ad assicurare un ambiente più sano ed ecologicamente duraturo in 10 villaggi del Ciad. O ancora, a pagina 7, scoprirete due progetti (giardinaggio ed energia solare), certamente modesti, che vogliono aiutare a risolvere, a loro modo, le difficoltà legate all'ambiente, addirittura traendone profitto. Fedeli ai nostri impegni, desideriamo sempre più associare i beneficiari alla realizzazione dei progetti. Sono fatti per loro, e il nostro obiettivo è che siano fatti da loro! Vi chiediamo di aiutarci nella missione che ci siamo prefissati più di 30 anni fa. Afin qu'ils vivent L’equipe di Morija Damit sie leben Affinche vivano Associazione umanitaria Scopo En Reutet 1868 Collombey-le-Grand Assistenza al bisognoso popolo africano, del Sahel in particolare, senza distinzione alcuna di razza o religione. Tel. 024 472 80 70 Fax 024 472 80 93 [email protected] I 3 pilastri dell’aiuto sono CCP 19-10365-8 Associazione senza scopo di lucro Fondata nel 1979 conformemente agli Articoli 60 e seg. del Codice Civile Svizzero Sede sociale: Collombey-le-Grand (VS) Revisore dei conti: Fiduciaire R. Künzlé SA – Monthey • l’intervento di emergenza • il miglioramento delle condizione di vita • i progetti di sviluppo Lo spirito con cui viene offerto il nostro aiuto trova le sue origini nel Vangelo. Mensile d’informazione Redazione: Morija Grafia e stampa: Jordi SA, Belp Prezzo dell’abbonamento: CHF 25.–/ € 15.– Abbonamento di sostegno: CHF 50.–/€ 30.– Qualsiasi contributo sarà ben accetto. GRAZIE Le conseguenze del riscaldamento in Africa Un rapporto dell’AFP riferisce che le condizioni di vita di migliaia di tibetani sull'altopiano più elevato della Cina sono minacciati. Gli attacchi all'ambiente mettono in pericolo le risorse dei tre fiumi principali asiatici e la fusione prevista dei ghiacciai dell'Himalaya e sull'altopiano tibetano rappresenta la minaccia più importante per la sicurezza alimentare. Sul continente nordamericano abbiamo in mente le immagini di orsi bianchi totalmente disorientati dalla fusione dei ghiacci, errando alla ricerca di cibo… È crudele constatare che le maggiori vittime sono le regioni in cui le popolazioni hanno contribuito meno al riscaldamento climatico! Così in Africa il rialzo delle temperature favorisce la proliferazione delle zanzare e le persone saranno maggiormente esposte al malaria, dengue e altre infezioni causate dagli insetti. Entro il 2020, da 75 a 250 milioni di africani non avranno più accesso ad un approvvigionamento adeguato di acqua e dovranno affrontare una penuria alimentare. La produttività agricola dovrebbe molto diminuire. L’ex ministro degli esteri del Regno Unito, Margaret Beckett, ha stimato che il riscaldamento costituiva un rischio in materia di sicurezza, perché il degrado delle condizioni di vita accresce i rischi di conflitto. Il presidente ugandese Yoweri Museveni ha qualificato il cambiamento climatico come un «atto di aggressione dei ricchi contro i poveri.» Il legno utilizzato come combustibile e una cattiva gestione delle foreste ne causano la quasi totale scomparsa Il verdetto è dunque brutale: gli africani non sono responsabili di questi drammi futuri, ma saranno gli unici a subirli… Achim Steiner, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente ha dichiarato: «l’Africa è in prima linea nell'affrontare la realtà del cambiamento climatico… Non in futuro, ma già oggi.» Il quadro è purtroppo pessimistico. Morija vuole offrire soluzioni con il vostro aiuto. Innanzitutto integrando nelle azioni lo sviluppo duraturo, il che significa soddisfare le esigenze delle generazioni attuali senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere alle proprie. Prendendosi cura delle persone più sfavorite lanciando nuovi progetti, come ad esempio lo sviluppo dei vivai in Ciad. Moltiplicando la costruzione di pozzi in Burkina Faso e dotando i villaggi di latrine. O ancora installando le attrezzature per la produzione di energia solare perché il sole è generoso in Africa. E infine moltiplicando gli aiuti ai più poveri tra i poveri: vedove, orfani, anziani, disabili e bambini in tenerissima età. Con queste azioni le vittime della povertà non pagheranno un prezzo ancora più alto. Perché è profondamente ingiusto che i costi della ricchezza dell’Occidente siano pagati da chi possiede già molto poco. L’equipe di Morija Il riscaldamento rischia di aumentare il numero di bambini malnutriti Assicurare uno sviluppo duraturo Fiore di moringa, le cui foglie hanno ricche proprietà nutritive La deforestazione, la desertificazione, l’esplosione delle bidonville, l'inquinamento dell'acqua e dell'aria: altrettanti flagelli che minacciano città e villaggi del Ciad. Ovunque si vede immondizia accumulata nelle concessioni, lungo le strade e sulle piazze pubbliche. Questi rifiuti ricoprono il suolo e sono ovunque, talvolta addirittura appesi agli alberi. Uno dei più grandi dilemmi nell'affrontare questi problemi riguarda la ridotta capacità di azione delle autorità per assicurare il servizio minimo in materia di igiene di base, di risanamento e mantenimento degli spazi boscosi. Per risolvere questi problemi sono state fornite varie risposte, con risultati modesti. Tuttavia una soluzione duratura passerà per un approccio integrato basato su una partecipazione comunitario. Così in molti paesi africani, soluzioni complementari agli sforzi pubblici sono attuate dalle comunità appoggiate dalle ONG locali e internazionali. Queste soluzioni consistono perlopiù nello sviluppo di servizi comunitari di risanamento e di iniziative locali di lotta contro la desertificazione. Grazie alla decentralizzazione e al peso dei poteri pubblici locali, alla partecipazione attiva dei gruppi comunitari, la priorità viene sempre più spesso concessa ai servizi di base, come il risanamento e la raccolta dei rifiuti. Il Ciad è tra i paesi in cui questi problemi sono più sentiti. Come per l'insieme delle località del Ciad, la regione del Mandoul non sfugge a questa precarietà. In effetti la combinazione delle cause naturali e delle attività umane provoca un forte degrado dell'ambiente. Gli effetti perversi di questo degrado si manifestano con la desertificazione e l'inquinamento dovuti ai rifiuti domestici, alle acque di scarico ecc. A causa di ciò molti villaggi del sud del Ciad fanno parte degli spazi comunitari in cui l'insalubrità è la caratteristica principale e in cui non esistono praticamente risposte adeguate alle esigenze di risanamento. In effetti, i villaggi producono molti rifiuti ogni giorno e i loro responsabili sono incapaci di mobilitare le popolazioni per evacuarle. Per quanto riguarda la vegetazione, la situazione non è migliore. I vecchi rimboschimenti che risalgono al periodo coloniale e i tentativi di rimboschimento nei dintorni dei villaggi sono falliti, soprattutto a causa del fabbisogno di legna da ardere. I nuovi spazi rimboschiti, specialmente in occasione delle «Giornate dell'albero» istituite dallo Stato, dai capi tradizionali e religiosi, subiscono sistematicamente la stessa sorte. Infine, le zone di rimboschimento spesso fanno posto a immondezzai a cielo aperto, abitazioni o cimiteri. Costruire pozzi per assicurare l'approvvigionamento di acqua potabile Nel quadro della sua partnership con la FECC in Ciad e secondo il programma di lotta contro la desertificazione in Ciad, Morija attua un progetto pilota per contribuire ad assicurare un ambiente più sano ed ecologicamente duraturo in 10 villaggi membri della FECC a sud del Ciad. Questo progetto ha due obiettivi; uno è il rimboschimento dei cortili degli istituti scolastici e dei villaggi, e l’altro è migliorare le condizioni di risanamento e di trattamento dei rifiuti. Per raggiungere questi 2 obiettivi, sono previste varie attività con l’aiuto delle Associazioni dei Genitori (APE). Obiettivo 1: – – – – – Formazione di 20 vivaisti Piantagione di alberi in 10 cortili scolastici Realizzazione de 2 vivai Vendita di piantine di alberi Installazione di «micro» orticolture sotto gli alberi Obiettivo 2: – Scavo di 10 pozzi moderni e costruzione di 10 latrine scolastiche – Sensibilizzazione e formazione su igiene e manutenzione delle strutture di risanamento – Sensibilizzazione al trattamento dei rifiuti e alla fabbricazione di compost. Vi invitiamo calorosamente ad aiutarci a raggiungere questi obiettivi. Vedere esempi di costo di seguito: Con CHF 55.–/ 37 € Partecipate al nostro sforzo di sensibilizzazione all'igiene nei villaggi Con CHF 93.– / 62 € permettete la formazione di un vivaista nel villaggio Con CHF 935.–/ 623 € permettete il rimboschimento di un cortile e la realizzazione del vivaio nella scuola di un villaggio Impatto del riscaldamento in Burkina Faso «Addomesticare» il sole per farne una fonte di energia Le modifiche del clima in Burkina Faso sono molto visibili. La prima di esse è lo sconvolgimento delle stagioni. Le stagioni piovose sono sempre più brevi con precipitazioni violente. Alcuni decenni fa duravano da maggio a metà ottobre. Oggi durano tre mesi, spesso ancora meno. Citiamo inoltre tra i segni del cambiamento climatico la siccità in certi luoghi e le inondazioni in altri. Le piogge sono cessate all'inizio di settembre, nel 2008 come nel 2009, ma il 1 settembre dell'anno scorso sulla città di Ouagadougou e dintorni si sono abbattute violente precipitazioni; in 12 ore sono caduti circa 300 mm d’acqua. Oltre ai morti e alle case distrutte, questa catastrofe ha provocato un calo importante del rendimento agricolo in varie regioni del paese. E c'è anche la violenza dei venti che accompagna le piogge e il rialzo termico. La stagione secca è sempre più lunga, con temperature che superano i 40 gradi. La notevole riduzione dei rendimenti agricoli provoca carestia o malnutrizione nei bambini e anche negli adulti. Sul piano economico, il contadino, malgrado il suo ridotto potere d'acquisto, deve comprare di che sfamarsi, impoverendosi ulteriormente. Ma la resistenza si organizza… Sul piano agricolo vengono prodotte sementi migliori per adattare l’agricoltura alla nuova situazione climatica. Questi semi permettono di effettuare il raccolto entro due mesi e mezzo o tre invece di quattro-cinque mesi. Infine la situazione nutrizionale in Burkina Faso potrà migliorare solo con una corretta gestione delle risorse idriche. Le autorità ne sono coscienti e costruiscono grandi dighe di ritenuta. Le dighe di Bagré e di Sourou consentono quindi di coltivare riso su grandi superfici. Le autorità procedono inoltre alla ricostituzione de manto vegetale, incoraggiando la piantagione di alberi e vietando il disboscamento abusivo. Ho dovuto vendere la mia coppia di buoi e l’aratro «Mi chiamo Nébié Mamadou, contadino di Kia, provincia di Sissili. Ho 42 anni e una famiglia di 10 persone a carico. Come coltivatori, subiamo le conseguenze del cambiamento climatico ogni anno. Quando piove abbastanza il raccolto à buono, E quando le piogge sono insufficienti il raccolto è magro. Mi ricordo della stazione delle piogge 2006, dove c’è stata carestia. Avevamo seminato abbastanza presto, verso metà maggio. Tutto cresceva bene quando la pioggia si è bruscamente fermata. Era il periodo in cui le spighe cominciavano la maturazione. Hanno iniziato ad essiccarsi e il raccolto è stato pessimo. Per sopravvivere ho dovuto vendere la coppia di buoi e l’aratro che usavo per lavorare i campi». Intervista Issaka Nikiéma, responsabile del progetto Pozzo Nébiéha dovuto vendere buoi e aratro – i suoi mezzi di produzione – per far fronte alle difficoltà economiche L’energia solare, un’ opportunità per il Burkina Faso Nei comuni rurali come Nobéré, la mancanza di corrente elettrica si fa sentire ovunque. A livello amministrativo i documenti vengono redatti con una macchina da scrivere, e questa mancanza ci obbliga a volte a percorrere 30 km per fotocopiare un documento… Nel 2002 è stato installato un sistema fotovoltaico per assicurare l’illuminazione delle strade di alcuni comuni e centri sanitari, nonché la fornitura di elettricità di sistemi di pompaggio dell’acqua. Lo sviluppo del nostro paese è strettamente legato al suo potenziale energetico. Qualcuno affermava che i dieci paesi in testa alla classifica del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo hanno potuto incrementare il proprio approvvigionamento di energia e gli ultimi dieci hanno sempre dovuto affrontare problemi di elettricità. Tuttavia per soddisfare il fabbisogno di energia elettrica i tutto il mondo basterebbe coprire soltanto il 5 % della superficie del continente africano con pannelli solari. Il Burkina Faso ha l’immensa opportunità di essere soleggiato tutto l’anno. Dobbiamo approfittarne per risolvere i nostri problemi energetici. Installazione di pannelli solari Energia solare nel CREN di Nobéré… Da più di dieci anni il CREN utilizza elettricità generate dall’energia solare. Quest’anno abbiamo rafforzato le capacità dei nostri impianti acquistando nuovi pannelli solari. Siamo ora in grado di misurare correttamente …e giardinaggio Il giardinaggio può aiutarci ad affrontare il deficit alimentare, aggravato ancora ai cambiamenti climatici. I corsi che teniamo per le madri hanno lo scopo primario di abituarle a questa attività. Una volta tornate a casa, esse potranno coltivare verdure per mangiarle in famiglia… ed evitare così carenze nutritive. Inoltre mostriamo loro come curare grandi giardini e a non utilizzare concimi chimici, ma a trovare alternative più rispettose della natura. Claude Yabré Direttore CREN di Nobéré Apprendere a coltivare… e a nutrirsi meglio tutti gli apparecchi grazie all’energia prodotta da questo sistema. I vantaggi sono numerosi. Citiamo ad esempio l’affidabilità delle installazioni informatiche, l’illuminazione e la facilità offerta nel procedere ad atti medici. Il patchwork a servizio dell’Africa Nello scorso gennaio, in occasione dell’incontro nazionale di patchwork 2010 a Belfaux, si è svolta una vendita all’asta all’americana. L’importo delle vendite ammonta a Fr. 1336.–. Ne è seguita una riunione del comitato, costituita per l’occasione. Al momento di decidere la destinazione di questa somma, Andrée ha esclamato spontaneamente: «Per un pozzo in Burkina Faso.» E gli altri membri hanno accettato questa proposta. E non è tutto perché Andrée e Ruth-Simone hanno partecipato ad un mercato dell’usato, il cui ricavato è stato versato a favore dello stesso progetto. Patchwork di Lilette Déglon. Per maggiori informazioni www.patchquilt.ch Inoltre con la vendita di tagliandi e una donazione di Andrée è stata infine raggiunta la somma di Fr. 2000.– (circa 1450 €) che Andrée e Ruth-Simone ci hanno consegnato il 25 marzo scorso, durante la visita a Morija. Le ringraziamo di cuore, assieme a tutti i membri di PatCHquilt. Associazione Svizzera di Patchwork. Così, con molti elementi diversi e di piccole dimensioni è possibile fare grandi cose. Ecco dunque una nuova idea per coloro che no si sentono a proprio agio con i ferri da maglia! Confezionate anche voi un patchwork (di cotone) e inviatecelo. Aiuterete così i bambini malnutriti, ben felici di godersi tanto calore così dolce e tranquillizzante. Alexandra Jacquiard, volontaria Andrée (in maglietta gialla) e Ruth-Simone (golf bianco) – qui alla consegna della somma – sono liete di rispondere alle esigenze dei più poveri Perché una sola edizione in luglio/agosto 2010? Samuel Ndoninga, nostro fedele collaboratore e delegato Morija per il Ciad e il Camerun, è stata vittima il 14 maggio di un grave incidente stradale. In coma per due giorni, ha subito una frattura del cranio, dell’omero e della scapola sinistri e un trauma cranico; per alcuni giorni abbiamo veramente temuto per la sua vita. Attualmente, Samuel è ancora convalescente. Questo incidente ha sconvolto i nostri piani. Così Benjamin Gasse e io stesso abbiamo dovuto rinviare un viaggio previsto in Ciad, dove avremmo redatto un diario di viaggio, tema del giornale di luglio. Avete così un giornale che copre i mesi di luglio e agosto, inviato ad una data insolita. Il ritmo riprenderà normalmente dal prossimo numero, in settembre. Sperando nella vostra comprensione , vi auguriamo una buona lettura. Mikaël Amsing, Direttore