MAGAZINE
Transcript
MAGAZINE
MAGAZINE Anno 1 numero 2 - Novembre/Dicembre 2016 CONTRATTO E RIORDINO INTERVISTA A SALVATORE BORSELLINO, FRATELLO DI PAOLO POLIZIOTTE CON LE GONNE Chi decide se indossare o meno i pantaloni? DAL 113 AL NUMERO UNICO Storia di un successo e forse di un fallimento TESTE TRIBUNALE, CHE FARE? Un piccolo vademecum con tutta la casistica CAMPIONI DAVVERO SPECIALI Fiamme Oro: ecco i numeri uno che non ti aspetti MAGAZINE DIRETTORE POLITICO DANIELE TISSONE L’editoriale del Segretario Generale Silp Cgil DIRETTORE RESPONSABILE MASSIMO MONTEBOVE Autorizzazione del Tribunale di Roma n.165 del 4 agosto 2016 Il nuovo periodico di notizie e approfondimenti dei poliziotti Cgil Disponibile GRATUITAMENTE on line e in versione cartacea per gli iscritti Silp REDAZIONE Silp Cgil Nazionale Via delle Quattro Fontane, 109 00184 Roma [email protected] Ha collaborato a questo numero: Rocco Cardamone GRAFICA e STAMPA Mediagroup adv snc Via Toppo Basso, 4 - Chiusi (Si) www.mediagroupadv.it Contatta la tua Segreteria Provinciale e Regionale Silp Cgil Legge di stabilità, risorse, contratto e riordino: lo stato dell’arte S crivo questo editoriale in un momento in cui l’assenza di testi ufficiali e definitivi relativi alla legge di stabilità non consente valutazioni appropriate sull’entità complessiva delle risorse destinate al nostro comparto. Ciò nonostante, grazie all’azione del Silp Cgil e del cartello, risultano certamente positivi alcuni provvedimenti per le forze dell’ordine: la stabilizzazione del bonus di 80 euro, che verrebbe inserito, a seguito degli annunci del governo, in via “strutturale” nella nostra busta paga e che sarà pensionabile; l’assunzione di nuovo personale – 4.700 unità tra tutti i corpi di polizia – che costituisce un primo, necessario passo per superare definitivamente i problemi del turn over ridotto imposto dai governi delle destre assieme a 3,5 miliardi di tagli e all’introduzione del tetto stipendiale (mai dimenticarlo). La partita più significativa, adesso, si gioca sul rinnovo contrattuale, atteso da 7 anni che prossimamente diventeranno 8. Una situazione vergognosa e scandalosa. Le risorse globalmente appostate devono essere adeguate. Ad oggi risulterebbero disponibili per tutto il pubblico impiego 900 milioni. I cui appostamenti, per i lavoratori in divisa, potrebbero ammontare, sulla base di un mero calcolo, a 222 milioni. Si tratta di cifre irrisorie, che determinano la necessità di mobilitarsi, da qui a fine anno, assieme a Cgil e Fp Cgil. Infine, ma non meno importante, la questione della riforma dei ruoli e delle qualifiche. Lo slittamento della delega a febbraio 2017 dovrebbe permettere di reperire nuove risorse. Si dovrebbe partire da 390 milioni di euro a cui aggiungere i 119 milioni già esistenti e 28 milioni legati ad ‘economie’. Appostamenti positivi, se confermati, a cui però occorre far seguire anche i necessari miglioramenti alla bozza che l’Amministrazione ci ha recentemente presentato e che abbiamo contribuito a far migliorare in numerose punti, a partire dall’innalzamento del parametro iniziale per il Ruolo Agenti Assistenti che determinerà un ulteriore incremento stipendiale per la base. Sempre in sede di riordino, va inoltre risolta la questione relativa alla tabella di equiparazione al resto del pubblico impiego, garantendo al personale di polizia la giusta dignità.■ Segreteria Generale Silp Cgil Daniele Tissone Segretario Generale Nazionale: Daniele Tissone Segretario Nazionale: Pietro Colapietro Segretario Nazionale: Tommaso Delli Paoli Segretario Nazionale: Pierluciano Mennonna Segretario Nazionale: Mario Roselli Segretario Nazionale: Giovanna Gagliardi Novembre/Dicembre 2016 3 L’INTERVISTA di Massimo Montebove sentono spesso abbandonati dallo Stato. Lei cosa pensa? “Spesso, purtroppo, questo senso di abbandono da parte dei lavoratori in divisa è motivato, giustificato dalla disattenzione della politica e degli organi di governo”. Da 7 anni senza un contratto, pochi mezzi e uomini: la politica può fare qualcosa in più per la sicurezza e per i servitori dello Stato? “La politica, gli organi di governo e non solo potrebbero ma dovrebbero fare di più per tutelare la sicurezza, migliorare le condizioni di lavoro e ripagare lo spirito di sacrificio di chi ha scelto di servire lo Stato non sicuramente per i benefici economici che ne avrebbe potuto ottenere, ma per uno stipendio spesso di sola sussistenza. Sarebbe così automaticamente tutelata anche la sicurezza dei cittadini”. “Migliorare le condizioni di lavoro dei poliziotti aumenta la sicurezza dei cittadini” Che cosa pensa dell’attuale classe politica, sia di maggioranza che di opposizione? “Questa classe politica è quella che ci ha condotto sull’orlo del baratro nel quale rischiamo di precipitare e che continua a tutelare soltanto i propri interessi. Il giudizio non può essere che negativo. Di opposizione è inutile parlare, una vera opposizione oggi non esiste più, destra e sinistra sono nomi che hanno perso di significato”. Col suo “Movimento delle agende rosse” lei ha assunto spesso posizioni forti. Si sente o si è sentito mai isolato? “Le posizioni forti che ho dovuto assumere sono conseguenza diretta dello stato di un paese in cui Verità e Giustizia sono soltanto dei lontani miraggi e in cui i depistaggi nei processi per stragi sono invece la prassi, di un paese in cui governi dell’uno e dell’altro colore continuano a pagare da vent’anni le cambiali di una scellerata trattativa tra pezzi deviati dello Stato e antistante e in cui i gradi più alti delle Istituzioni si sono fatti garanti del silenzio su questa trattativa che è costata la vita ad un servitore dello Stato come Paolo Borsellino e agli altri servitori dello Stato trucidati in quella stessa strage”. Che cosa rimane, oggi, dell’esperienza e soprattutto del sacrificio di suo fratello e di Falcone? “Rimane il sogno di un fresco profumo di libertà che continua a vivere nel cuore di tanti giovani e si rafforza per il debito che sappiamo dover pagare a questi uomini che hanno sacrificato la loro vita per noi, rimane il senso del dovere che il loro sacrificio ha rafforzato nei tanti uomini in divisa che oggi combattono anche nel loro nome”. La legalità inizia nelle scuole. Ritiene che oggi si faccia abbastanza per formare i giovani e per non dimenticare il sacrifi- Intervista a Salvatore Borsellino, fratello di Paolo S alvatore Borsellino non è solo il fratello di Paolo, il valoroso magistrato trucidato dalla mafia il 19 luglio 1992 assieme ai poliziotti della scorta. Salvatore è soprattutto un attivista, una persona che ha consacrato la propria vita, dopo il drammatico attentato, alla ricerca della verità e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Perché contro le mafie la guardia va tenuta alta. Sempre. “Antimafia vuol dire la lotta alla criminalità mafiosa che la magistratura e le forze dell’ordine conducono per prevenire e reprimere i reati della criminalità organizzata. L’azione che la politica dovrebbe condurre, ma purtroppo non conduce, se non, talvolta, a parole per lo stesso obiettivo e l’azione della società civile per contrastare la mentalità mafiosa, educare alla legalità e scuotere l’indifferenza di troppi”. Salvatore Borsellino, che cosa vuol dire “antimafia” oggi per lei? Condivide l’idea che la vera “antimafia” siano i magistrati e le forze dell’ordine? 4 “Quella dei magistrati e delle forze dell’ordine riguarda la repressione e la prevenzione dei reati antimafia e in quanto tale è sicuramente ‘vera’ antimafia, ma vera antimafia si fa anche nella Società Civile, ove non sia fatta solo di parole e con secondi fini, quella che si fa nelle scuole, quella che si fa nelle famiglie. Il vero ‘brodo di coltura’ della mafia è l’ignoranza, l’indifferenza, la corruzione, la connivenza, se non la complicità, della politica”. Con le famiglie di Emanuela Loi, Eddie Walter Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli che rapporti ha avuto o ha mantenuto? “Ho sempre cercato di seguire l’insegnamento di nostra madre che, nei giorni successivi alla strage, volle essere accompagnata dalle madri dei ragazzi che avevano sacrificato la loro vita insieme a Paolo e che le abbracciava dicendo loro che esse avevano sacrificato per suo figlio la vita dei loro figli, i nomi di ciascuno dei quali ci fece promettere che avremmo sempre pronunciato ogni volta che avessimo pronunciato i nomi di Paolo, non i ragazzi della scorta, ma Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo ed Eddie Walter”. Ad un giovane che indossa la divisa della Polizia di Stato per la prima volta, cosa sente di dire? “Che deve essere fiero di indossare una divisa che il sacrificio di questi ragazzi ha reso sacra”. ■ Le lavoratrici e i lavoratori in divisa si Novembre/Dicembre 2016 cio di persone come Paolo Borsellino? “L’iniziativa per parlare nelle scuole di legalità spesso purtroppo arriva solo dalla Società Civile, dai movimenti come le Agende Rosse, o dalle stesse forze dell’ordine che spesso affiancano questo compito a quello che, istituzionalmente, sono tenuti a compiere”. Novembre/Dicembre 2016 5 L'APPROFONDIMENTO Dal 113 al Numero unico delle emergenze europee Storia di un successo che rischia di diventare un fallimento: quale futuro per la Polizia di prossimità S ettembre 1945; l’Italia è ancora la maggior parte scartate dagli alleati e seguito dalle donne e dagli uomini della coperta dalle macerie dei bombar- abbandonate dietro villa Reale vicino Polizia di Stato, è stato il primo numero telefonico attivo in tutta Italia per il socdamenti e l’apparato statale cerca Monza. faticosamente di tornare alla normali- La Questura di Milano, immediata- corso pubblico. La finalità, presente sin mente seguita dalle dalla prima esperienza milanese, di tale tà. In una stanza della altre, cercava di garan- servizio era portare aiuto laddove si veQuestura di Milano, A Milano tire, sul modello delle rificavano delle emergenze, fossero esse sopra un vecchio tavograndi città americane direttamente collegate ad eventi crimilino, contornato da alin Questura ed inglesi, la legalità nosi o pubbliche e private calamità. Al cune sedie, tre telefoni il primo numero nei confusi rapporti nuovo servizio era affidato anche il cocontinuano a trillare. di emergenza sociali di quegli anni; ordinamento dei mezzi di soccorso. “La Con questi pochi mezforse anche un po' in- Volante” nella sua ormai lunga storia ha zi e una Lancia Aufu il 777 consapevolmente era portato al termine milioni di intervengusta 1937 (catturata poco tempo prima insieme a due nazi- nata la Polizia di prossimità. Il numero ti, spesso pagando a caro prezzo questa abnegazione. sti sulle sponde del lago di Como) con il da chiamare era però Il segreto del sucnumero 777 spennellato sulle portiere e diverso in ogni città e Negli anni ’60 cesso è da ricercare un pannello bianco sul parabrezza con bisognerà attendere nacque il 113, nell’immediatezza scritto: Squadra Volante, si inaugurava la fine degli anni 60, in Italia il primo numero pubblico di la guerra ormai alle primo numero italiano della risposta e dalla mancanza di foremergenza a cui i cittadini potevano ri- spalle, grossi mutadi soccorso pubblico malità; chiunque si volgersi direttamente. Il successo fu im- menti sociali in atto sentiva in pericolo o mediato, da quel momento il servizio si per vedere nascere il svolse con qualsiasi auto non impor- 113. Il servizio, reso prima dagli uomi- voleva denunciare un crimine (spesso tava se bianca, rossa o grigia; auto per ni della allora Pubblica Sicurezza ed in in forma anonima) sapeva di poteva 6 Novembre/Dicembre 2016 farlo componendo tre semplici numeri. Dal 1968 ai giorni nostri il rapporto Cittadini Istituzione Polizia è sempre stato positivo e anche per l’ultimo rapporto Eurispes - febbraio 2016 - vede salire la fiducia al 73% con un positivo di 10 punti percentuale. Sebbene non vi siano studi di settore che analizzano quanta di questa fiducia sia dovuta alla capacità del 113 di rispondere ai bisogni della collettività è palese che questo servizio ha un peso preponderante nel formare un rapporto fiduciario con la collettività. Le cose rischiano di cambiare con l’attuazione del numero unico europeo di emergenza (NUE 112) ancora non operante su tutto il territorio nazionale. A parte alcune realtà, l’idea è quella di creare dei call-center che di fatto compiono un pre-filtraggio delle globalizzata, la realtà del nostro modo Wilson e Kelling (1982) i quali si rifachiamate le quali vengono poi smistate di vivere ed interpretare il soccorso è cevano in parte da uno studio condotai vari organi preposti (Polizia, Carabi- molto differente da quei paesi. Baste- to dall’università di Stanford del 1969 nieri, Vigili del Fuoco, 118, ecc). (Zimbardo ed altri). rebbe ripensare al falQuesta modalità d’interpretazione del limento del progetto Pur non volendo esseIl rischio è quello servizio oltre a non far risparmiare soldi sulla Polizia di prosre pessimisti si ritiene e risorse alla comunità allunga notevol- simità incentrata sulla che senza una valodi veder sfumare mente i tempi di risposta e sopratutto figura del poliziotto rizzazione del lavoro crea un doppio filtro che non consente di quartiere, forte- un rapporto fiduciario compiuto dalla Polizia al cittadino di ricevere nell’immediato mente voluta da alcucoi cittadini di Stato in 70 anni di indicazioni sui comportamenti da te- ni governi per sopire risposta alle emergennere a tutela della propria incolumità. le richieste di maggior ze e senza un serio stuNumerosi “esperti”sicurezza da parte dio delle dinamiche sociali (italiane), si sostengono che, con dei cittadini, anche rischia di veder sfumare un rapporto i dovuti correttivi Oggi col Numero unico in quel caso si im- fiduciario con i cittadini, spesso minato questo sarà, il futuro portò tout court un dai troppi tagli alla sicurezza e dalle cale cose funzionano dei numeri di emermodello sul quale gli renze di organico. ■ davvero meglio? genza. In realtà la americani avevano tendenza è quella di studiato anni, coincopiare quanto avviene nei paesi ango- volgendo diverse città pilota e partendo lo-sassoni dimenticando che, se anche dalla “the broken windows theory” di Novembre/Dicembre 2016 7 IL TEMA CALDO Poliziotte con le gonne Il dirigente decide se far indossare o meno i pantaloni? Una norma discutibile chiarita dopo l’intervento del Silp Cgil “Nuove tabelle di vestiario per il personale della Polizia di Stato” che fa seguito al decreto del Capo della Polizia dello scorso dicembre. Laddove si parla della divisa ordinaria, infatti, un inciso ci è sembrato davvero particolare: “La divisa ordinaria femminile prevede l’uso della gonna e solo su disposizione dei dirigenti degli uffici, potranno essere indossati i pantaloni”. C’è qualcosa che non torna, vero? Com’è anche solo possibile pensare che a determinare l’utilizzo della gonna o del pantalone sia una disposizione dirigenziale e non circostanze di servizio prescritte? Andando a rivedere il D.M. 19 febbraio 1992, relativo alla “Determinazione delle caratteristiche delle divise degli appartenenti alla Polizia di Stato, nonché criteri generali circa l’obbligo e le modalità d’uso”, si parlava ovviamente della gonna e dei pantaloni per quel che riguarda la divisa ordinaria femminile, ma l’utilizzo era legato a circostanze di servizio codificate e specifiche. E’ appena il caso di ricordare che il 28 dicembre 2005, con una circolare a firma del Capo della Polizia, veniva vergato nero su bianco un ringraziamento al Comitato Pari Opportunità per il contributo offerto con uno studio statistico sulle aspettative del personale femminile in tema di divise. Una battaglia che anche in quel consesso il Silp Cgil ha portato avanti (e porta avanti) con forza. Che senso hanno, dunque, le parole utilizzate nell’ultima circolare ministeriale in tema di vestiario? E’ forse il segno di una involuzione per quel che riguarda i diritti delle donne? La sensazione è quella che il personale femminile sia esposto tout court ai provvedimenti dei dirigenti degli uffici i quali, stando a quel che leggiamo, non avrebbero limite: non viene indicato, infatti, alcun elemento circostanziato e concreto che possa vincolare le decisioni per evitare situazioni arbitrarie. A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Se il dirigente ritenesse di far indossare gonna o pantaloni basandosi su un criterio estetico? Potrebbe farlo, evidentemente, posto che la circolare in questione non prescrive alcuna spiegazione o motivazione ufficiale su questa scelta. Il Silp Cgil ha posto con forza la questione già da luglio e ha ottenuto un impegno dell’Amministrazione a rivedere la norma: l’obbligo di indossare la gonna rimarrà, come oggi, solo per servizi di rappresentanza. Per tutto il resto resterà soltanto una facoltà. Serviva però un seguito di circolare che tardava ad arrivare. Per questo, abbiamo più volte sollecitato il Dipartimento e finalmente, il 27 ottobre, l’Ufficio per le Relazioni Sindacali ci ha inviato una breve circolare (disponibile sul nostro sito internet) che chiarisce la vicenda. Un risultato della nostra azione che ci inorgoglisce e che ci stimola a mantenere alta la vigilanza e il controllo. Perché sui diritti di genere e sui diritti in generale non si scherza. ■ La prima unione civile in divisa: un segno di civiltà In tema di diritti, è di assoluta rilevanza e importanza l’unione civile che si è celebrata a Roma ad ottobre tra un nostro collega e il suo compagno. Come Silp Cgil abbiamo salutato con favore questo bellissimo evento e abbiamo sottolineato la sensibilità del Dipartimento relativamente all’utilizzo della divisa durante la cerimonia. Ci auguriamo che adesso si possano fare passi avanti simili anche nelle altre forze dell’ordine, a partire dai carabinieri. Anche perché esiste una legge, la Cirinnà, che parla chiaro e dunque nessuno, neppure nel mondo delle stellette, può pensare di essere al di sopra delle norme vigenti. I poliziotti Cgil sono concretamente impegnati su questo tema: da tempo a Genova abbiamo aperto in Questura uno sportello contro le discriminazioni e recentemente abbiamo preso parte a Firenze ad un seminario promosso assieme ad associazioni gay. Non ci nascondiamo ovviamente dietro un dito. C’è tantissimo da fare. Soprattutto, c’è ancora una battaglia culturale importante da portare avanti in questo Paese. Le discriminazioni, in primo luogo all’interno delle forze armate e dei corpi militari dove le rappresentanze sindacali non sono presen- A volte le discriminazioni hanno il sapore sottile delle circolari ministeriali che, dietro ti, esistono e sono molto forti. Per montagne di espressioni pompose e di perifrasi ampollose, possono nascondere parole – ci auguriamo – dal sen fug- 8 questo come Silp Cgil continuere- gite. Abbiamo, infatti, analizzato bene la recente circolare del Dipartimento della Pubblica Sicurezza relativa alle Novembre/Dicembre 2016 mo, concretamente, a fare le nostre battaglie e a dare un fattivo contributo alla causa. ■ Novembre/Dicembre 2016 9 Focus Tutti i nostri campioni olimpici e paralimpici medagliati a Rio Medaglie e successi per i campioni delle Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato Ancora una volta le Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato, ha dato lustro all’Italia con tantissime vittorie ottenute alle Olimpiadi di Rio. Vittorie bellissime, come quelle di Gregorio Paltrinieri e Gabriele Rossetti che hanno conquistato due medaglie d’oro. Vittorie che hanno fatto parlare molto, come l’argento di Elisa di Francisca che ha festeggiato mostrando orgogliosa la bandiera europea. Vittorie speciali, come quella di Bebe Vio che nel fioretto individuale paralimpico ha davvero “spaccato”. Proprio i campioni paralimpici, orgogliosamente Fiamme Oro, hanno ottenuto i successi più belli. Più importanti. Più significativi per tutti coloro che considerano lo sport qualcosa di molto più importante di una semplice competizione. A questi poliziotti, a questi campioni che ci hanno inorgoglito, sia olimpici che paralimpici, abbiamo deciso di dedicare uno spazio speciale. ■ GREGORIO PALTRINIERI Luogo di nascita: Carpi (Modena) Data di nascita: 5 settembre 1994 Altezza x Peso: cm 191 x 72 kg Disciplina: Nuoto Specialità: 1.500 - 800 metri stile libero Data arruolamento: 10 luglio 2012 Società attuale: Fiamme oro Luogo di nascita: Ponte Buggianese (Pistoia) Data di nascita: 7 marzo 1995 Disciplina: Tiro a volo Specialità: Skeet Società attuale: Fiamme oro MARCO FICHERA Luogo di nascita: Acireale (Catania) Data di nascita: 4 settembre 1993 Specialità: Spada Professione: Agente della Polizia di Stato Società attuale: Fiamme oro ANDREA SANTARELLI Luogo di nascita: Foligno (Perugia) Data di nascita: 3 giugno 1993 Altezza x Peso: cm 174 x 75 kg Specialità: Scherma - Spada Professione Agente della Polizia di Stato Società attuale: Fiamme oro GIULIA GHIRETTI Luogo di nascita: Parma Data di nascita: 16 febbraio 1994 Disciplina: Nuoto paralimpico Specialità Rana Farfalla Misti Categoria S5 - SB4 Società attuale: Fiamme oro MEDAGLIA D'ORO MEDAGLIA D'ORO MEDAGLIA D'ARGENTO MEDAGLIA D'ARGENTO MEDAGLIA D'ARGENTO Ragazzo straordinario, fin dall’età di 4 anni è stato messo in acqua da suo padre. A 12 si è cominciato a capire che aveva la stoffa del campione: in una gara dove bisognava nuotare per 5 km, lui è arrivato mezzora prima di tutti. Il suo amico del cuore, Gabriele Detti (medaglia di bronzo a Rio), per lui è un fratello e uno “stimolo” fondamentale durante gli allenamenti. Da lui, in Brasile, tutti si aspettavano la medaglia d’oro. Ha saputo reggere le pressioni e confermarsi numero uno al mondo. Per Gabriele è davvero il caso di dire che buon sangue non mente. A 21 anni, infatti, ha regalato all’Italia l’oro nello Skeet, facendo addirittura meglio di suo padre che nel 1992, a Barcellona, nella stessa specialità, vinse una straordinaria medaglia di bronzo in una gara mista individuale vinta per la prima volta da una donna, la cinese Zhang Shan. E’ un toscanaccio, la regione che ha regalato più podi alla nostra nazione ai Giochi di Rio. E’ tra i più giovani vincitori di una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Siciliano come Rossella Fiammingo e Paolo Pizzo, è stato un vero e proprio “cannibale” nelle categorie giovanili: nel suo palmares ci sono titoli europei e due ori ai Giochi Olimpici Under 17. Ha iniziato a praticare scherma ad Acireale all’età di 10 anni e ora si sta per laureare in scienze politiche. Carattere deciso, legatissimo alla sua fidanzata, Marco Fichera era il più giovane nella squadra italiana degli spadisti a Rio e a lui è toccato scendere in pedana per l'ultima frazione di gara, quella decisiva. La passione per la scherma è iniziata a cinque anni, quando rimase affascinato dalle armi utilizzate da suo cugino più grande impegnato in questo sport e chiese alla mamma di “giocare” con sciabole, spade e fioretti. E’ stato il primo atleta di Foligno, cittadina di poco meno di 60.000 abitanti nel cuore dell’Umbria, a partecipare alle Olimpiadi e per questo è stato festeggiatissimo al ritorno a casa. Sogna di laurearsi in fisioterapia, ovviamente in quel di Perugia. Lo sport è sempre stato la sua vita. Anche prima dell’incidente, amava la ginnastica artistica, soprattutto fare acrobazie sul trampolino elastico. Nel gennaio 2010, una brutta caduta in allenamento le causa una lesione alla colonna vertebrale. Costretta in una carrozzina, si è lanciata fin da subito in una nuova avventura, quella del nuoto paralimpico. Vive a Milano dove studia, tra l’altro Ingegneria Biomedica. Un altro grande orgoglio della squadra paralimpica Fiamme Oro. BEATRICE MARIA VIO Luogo di nascita: Venezia Data di nascita: 4 marzo 1997 Disciplina Scherma in carrozzina Specialità Fioretto Sciabola Società:Fiamme oro Giulia Ghiretti e Beatrice Vio hanno conquistato alle Paralimpiadi anche 2 medaglie di bronzo, rispettivamente nel Nuoto 50 metri farfalla cat. S5 e nella Scherma fioretto a squadre. GABRIELE ROSSETTI ELISA DI FRANCISCA Luogo di nascita: Jesi (Ancona) Data di nascita: 13 dicembre 1982 Altezza x Peso: cm 17 x 60 kg Specialità: Fioretto Professione Agente della Polizia di Stato Società attuale: Fiamme oro MICHELE FERRARIN Luogo di nascita: Verona Data di nascita: 11 agosto 1971 Specialità: Triathon paralimpico Categoria: S8, SB8, SM8, PT2 Società attuale: Fiamme oro ELISA LONGO BORGHINI Luogo di nascita: Ornavasso Data di nascita: 10 dicembre 1991 Altezza: cm 170 Disciplina: Ciclismo Specialità: Strada Professione Agente della Polizia di Stato Società attuale: Fiamme oro MARCO DI COSTANZO Luogo di nascita: Napoli Data di nascita: 9 giugno 1992 Altezza x Peso: cm 182 x 83 kg Specialità: 4 senza - 2 senza Professione Agente della Polizia di Stato Società attuale: Fiamme oro MEDAGLIA D'ORO MEDAGLIA D'ARGENTO MEDAGLIA D'ARGENTO MEDAGLIA DI BRONZO MEDAGLIA DI BRONZO Bebe è stata davvero una delle star delle Paralimpiadi brasiliane. Fin da piccola la sua passione è stata la scherma, così forte da riuscire a superare – con una forza straordinaria – la gravissima meningite fulminante che l’ha colpita a 11 anni e che ha determinato l’amputazione di tutti e 4 gli arti. Ha dedicato la sua medaglia “alla famiglia, a tutte le persone che mi hanno aiutato e alle Fiamme Oro”, il gruppo sportivo della Polizia di Stato di cui Beatrice orgogliosamente fa parte. Forse la più nota delle atlete della Polizia di Stato, erede di Valentina Vezzali con la quale ha condiviso gioie, fatiche e allenamenti nella mitica palestra di Jesi, oltre a conquistare un bellissimo argento ai Giochi, Elisa Di Francisca sarà ricordata per aver festeggiato la propria medaglia esponendo, per la prima volta, la bandiera europea. Una scelta di alto profilo, contestata in Italia solo da qualche politico di “bassa lega” (è proprio il caso di dirlo), ma apprezzata unanimemente a livello internazionale. Ha alle spalle una carriera ventennale come nuotatore nei normodotati, tante medaglie ed un’unica passione: quella per lo sport. Michele è tra i migliori ranisti del panorama italiano tra gli anni ’80 e ’90, ma nel 1997 qualcosa cambia perché arrivano i primi segni di quella terribile malattia, l’atrofia muscolare spinale progressiva, che coinvolge il suo braccio sinistro ed in misura inferiore la gamba destra. Convocato anche a Londra, si è consacrato definitivamente alla Paralimpiadi di Rio. Figlia di Guidina Del Sasso, una delle migliori sciatrice di fondo italiane, Elisa fin da piccola abbraccia la passione per lo sport, ma segue le orme del fratello ciclista, buon gregario e ciclista professionista. La campionessa delle Fiamme Oro dimostra di avere una marcia in più – anche qui è proprio il caso di dirlo – e sulle due ruota viaggia alla grande, ottiene risultati e si qualifica per le Olimpiadi. La sua medaglia è il frutto di un intenso, costante e grandissimo lavoro di preparazione. Genitori e amici lo definiscono “testardo e vincente”. Di Costanzo è napoletano doc , viene dai Quartieri Spagnoli, e con un altro partenopeo dal nome importante, Giovani Abagnale, ha portato a casa una medaglia di bronzo a tratti insperata, anche perché i due giovani hanno cominciato ad allenarsi e prepararsi ad assieme poche settimane prima delle Olimpiadi. La stoffa del campione, dunque, è venuta fuori nel modo migliore. Tante vittorie, ci auguriamo, dovranno ancora venire. (fonte: www.poliziadistato.it) 10 Novembre/Dicembre 2016 Novembre/Dicembre 2016 11 SILP CGIL RISPONDE Il Silp Cgil risponde con i suoi esperti ai quesiti più frequenti Se hai dubbi, perplessità o chiarimenti da proporre, scrivi anche tu a: [email protected] Come mi devo comportare quando vado in missione per teste tribunale? Quando un dipendente della Polizia di Stato viene convocato come teste tribunale, la missione segue un iter burocratico un po’ contorto che in alcuni casi può creare della confusione al collega. Ecco una mini guida o vademecum di come comportarsi in questa situazione senza affrontare un discorso normativo troppo tecnico e poco pratico. Una volta avuta la notifica della citazione del tribunale, come prima cosa bisogna informarsi se nella città dove siamo mandati in missione ci sono posti letto disponibili all’interno di strutture dell’Amministrazione (posti letto in caserma). Per sapere di questa disponibilità il dipendente deve mandare tramite il proprio ufficio una richiesta per disponibilità posti letto e pernottamento in strutture dell’amministrazione al proprio Ufficio Tecnico Logistico, il quale provvederà a sua volta ad inoltrare questa richiesta all’ufficio UTL della provincia di competenza. Sulla base della risposta della disponibilità o meno del posto per il pernottamento o dell’utilizzo della mensa di servizio ci sono differenti tipi di trattamento di missione. Ecco i vari tipi di risposta che si possono ottenere e il tipo trattamento spettante: 1. L’UTL ci risponde che c’è sia disponibilità del pernottamento che della mensa di servizio; 2. L’UTL ci risponde che non c’è disponibilità per il pernottamento ma c’è la mensa di servizio; 3. L’UTL ci risponde che c’è disponibilità per il pernottamento ma non c’è la mensa di servizio; 4. L’UTL ci risponde che non c’è disponibilità per il pernottamento e non c’è la mensa di servizio. 12 CASO 1: In questo situazione al dipendente non spetta anticipo missione perché sia per il pernottamento che per i pasti, l’Amministrazione mette a disposizione le proprie strutture. CASO 2: In questa situazione al dipendente spetta l’anticipo missione per pernottamento in strutture alberghiere convenzionate mentre per i pasti sarà invitato ad andare nell’apposita mensa dell’Amministrazione o (in alternativa se non si vuole usufruire del servizio vettovagliamento) andare mangiare in altri posti, ma non si potrà ottenere alcun rimborso, in quanto non contemplato dal tipo di trattamento di missione. Al rientro in sede il dipendente dovrà allegare al proprio foglio di viaggio la fattura del pernottamento, presentando tutta la documentazione al proprio ufficio Amministrativo Contabile per giustificare l’importo anticipato. Novembre/Dicembre 2016 CASO 3: In questa situazione al dipendente spetta l’anticipo missione per i pasti, mentre per il pernottamento sarà invitato a presentarsi nella caserma dove l’Amministrazione gli ha messo a disposizione il posto letto. Anche in questo caso al rientro in sede il dipendente dovrà allegare al proprio foglio di viaggio la fattura dei pasti, presentando tutta la documentazione al proprio ufficio Amministrativo Contabile per giustificare l’importo anticipato. dato dalla nostra Amministrazione. E’ anche necessario che il dipendente si faccia rilasciare una dichiarazione dalla quale risulti la somma che gli verrà rimborsata dal Tribunale per consentire all’Ufficio Amministrativo Contabile di procedere alla liquidazione del foglio di viaggio per differenza. In mancanza di questa attestazione la pratica resta ferma, inoltre non sono ammesse autocertificazioni a riguardo. CASO 4: In questa situazione al dipendente spetta l’anticipo missione sia per il pernottamento in strutture alberghiere convenzionate, che per i pasti. Anche in questo caso al rientro in sede il dipendente dovrà allegare al proprio foglio di viaggio sia la fattura del pernottamento che quella dei pasti, presentando tutta la documentazione al proprio ufficio Amministrativo Contabile per giustificare l’importo anticipato. Le fatture non vanno allegate se si è usufruito dell’anticipo missione forfettario che ovviamente può essere richiesto. In definitiva per non trovarsi impreparati quando si va di teste tribunale bisogna avere sempre con se: • Coordinate iban; • Copia del libretto della macchina; in alternativa copia dei biglietti del treno da allegare al proprio foglio di viaggio; • Risposta da parte dell’U.T.L. per l’alloggiamento. Per quanto riguarda il rimborso delle spese di viaggio, il dipendente dovrà recarsi presso la cancelleria del Tribunale presentando i titoli di viaggio o copia del proprio libretto di circolazione della autovettura usata e compilare un’apposita richiesta dove gli verrà chiesto anche il proprio codice iban per l’accredito del rimborso spettante. Se il dipendente viaggia con treno in prima classe una copia dei biglietti va anche allegata al proprio foglio di viaggio e presentata al proprio ufficio Amministrativo contabile perché la differenza tra la prima e la seconda classe va liquiNovembre/Dicembre 2016 Quando spetta l’indennità di diaria aggiuntiva per i servizi fuori sede? L’indennità di diaria aggiuntiva, pari a € 8,00 per ora, è un compenso che spetta in occasione dei servizi fuori sede con trattamento economico di missione ed è destinata a compensare il tempo impiegato nei viaggi per la parte che eccede l’orario di servizio. Tale indennità non è cumulabile con il compenso per lavoro straordinario e quindi spetta solo quando non si realizzano le condizioni per la remunerazione della durata del viaggio come lavoro straordinario; in pratica compete solo quando il viaggio ha una funzione meramente strumentale rispetto al servizio vero e proprio che viene svolto nella sede di missione (es.: viaggio durato 8 ore per raggiungere Roma per una testimonianza; le due ore eccedenti il servizio vanno retribuite con la diaria aggiuntiva). Da rilevare che le missioni effettuate per partecipare a un concorso interno, quelle compiute per essere sottoposti ad accertamenti sanitari e tutte quelle situazioni che non rientrano nell’espletamento di compiti istituzionali non possono dar luogo al pagamento dell’indennità in argomento. La diaria aggiuntiva gode di una tassazione più favorevole rispetto a quella ordinaria in quanto vengono applicate delle quote di esenzione dall’imposizione contributiva e fiscale. HANNO COLLABORATO: Tommaso Agate Camillo Bruno Matteo Notari Luigi Morgana 13 Notizie dal territorio Che cosa succederà a Roma dopo il Giubileo? Servono più uomini “A Roma c'è una carenza di organico in Polizia del 25-30%. Ora, grazie al Giubileo, sopperiamo con le assegnazioni temporanee, con i militari per le strade, ma dopo la chiusura della Porta Santa come faremo?". Antonio Patitucci, segretario generale del Silp Cgi di Roma, sindacato di polizia, è "moderatamente ottimista sulla situazione attuale", quello che lo preoccupa è quanto avverrà da fine novembre in poi. La nostra denuncia è stata ripresa da vari media all’indomani anche di una serie di violenze sessuali che si sono verificate a Roma. Reati che aumentano il senso di insicurezza. Ma nei fatti i dati dicono che sono in calo. Roma sta sicuramente meglio di tante altre città europee, anche per effetto di un controllo del territorio più stretto. Resta comunque un problema generale di organici, con Commissariati assolutamente inadeguati. Si pensa già al dopo Giubileo, perché l’emergenza terrorismo e le esigenze di Roma sono in continua crescita e c’è sempre bisogno di personale. Il Silp Cgil vigila e continuerà a vigilare. ■ Commissariato di Urbino, una struttura fatiscente e inadeguata pubblica lettera all’amministrazione locale, al questore e al prefetto per chiedere “attenzione” sulla situazione logistica di un Commissariato che è un eufemismo definire inadeguato. I lavoratori della Polizia di Stato, che già soffrono di una grave carenza di organico, non possono lavorare in quelle condizioni, senza contare che si è spesso costretti ad accogliere cittadini e turisti nel modo peggiore. E’ già stato avviato l’iter, su richiesta del Silp Cgil, per l’applicazione del D.L. 81/08 relativo alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Il nostro sindacato non fa sconti. Qualcuno dovrà risponderne. ■ La situazione del Commissariato di Urbino si fa ogni giorno più pesante e la nostra Segreteria Silp Cgil, guidata da Pierpaolo Frega, sta conducendo da tempo una battaglia alla quale si sono poi aggregati altri sindacati. Una città bellissima e meta di turisti come quella Ducale non può permettersi una struttura fatiscente e vergognosa come principale presidio di sicurezza. Lo scorso 22 luglio il Silp Cgil ha inviato una 14 Novembre/Dicembre 2016 Caltanissetta, stretta connessione tra scuola e legalità. Denuncia Silp Cgil Cala l’organico, cresce il lavoro: la Questura di Savona è allo stremo La Questura di Savona è allo stremo. La denuncia arriva da Luigi Sanguineti, segretario provinciale del Silp Cgil in una nota nella quale ribadisce le carenze di organico a fronte di una mole di lavoro che è diventata ancora più massacrante con l’emergenza profughi e i controlli quotidiani nella stazione Mongrifone e sui treni. “I poliziotti sono impiegati nei servizi più disparati per far vedere che anche senza numeri, ovvero poliziotti cinquantenni che ormai rischiano di vedersi totalmente depredati anche dell’umanità che li contraddistingue, le operazioni portano ai risultati richiesti e attesi dalla nostra Amministrazione”, scrive Sanguineti che nel suo documento, ripreso dai media, ha proseguito: “Non importa se i poliziotti lavorano di continuo per dodici o più ore; non importa se le loro condizioni fisiche non lo permetterebbero, tanto i controlli sanitari non ci sono; non importa se l’attività, quella più importante dei vari uffici, quella degli investigatori che lavorano Novembre/Dicembre 2016 per sradicare alla base certi fenomeni, come i furti in abitazione o le rapine , si interrompe. Non importa se il Ministero non provvede a rinforzare gli organici, anche della Polizia di Frontiera Marittima e Ferroviaria per garantire servizi antiterrorismo adeguati alle esigenze del momento. Non importa che tutto ciò sia fatto sempre e solo sulla pelle delle solite persone, i poliziotti di cui l’Amministrazione, quella menzionata poco fa, si ricorda solo per far tornare i numeri imposti anche come vincolo di carriera. A noi importano le persone, sia che indossino un’uniforme sia no, sia che siano padri di famiglia sia no, sia che sacrifichino la vita sia ‘semplicemente’ la salute. I fatti si ripetono ma la memoria della nostra Amministrazione, spesso, è troppo breve per ricordarsi delle persone, dei poliziotti, dei caduti. Ben più facile ricordare i numeri! Questo, per noi, per un’organizzazione sindacale che è deputata a lottare per migliorare le condizioni di lavoro, è inaccettabile!” ■ 15 In provincia di Caltanissetta il tasso di alunni che abbandona la scuola prima del tempo è oltre il doppio della media nazionale (17%) e quattro volte maggiore rispetto a quello massimo del 10%, indicato dall’Ue. Un dato preoccupante perché la scuola è un agente socializzante primario e sappiamo benissimo quanto questo sia importante anche per l’affermazione del principio di legalità. La denuncia arriva dalla nostra Segreteria Silp Cgil guidata da Davide Chiarenza. Gli studenti che non arrivano al diploma sono oltre il dato ufficiale del 17%, perchè nelle stime mancano gli esiti dei percorsi di formazione professionale regionale. “A dir poco sconfortanti – dice Chiarenza - sono anche gli ultimi dati sul conseguimento del diploma di scuola media superiore: nel centro-nord è pari al 59%, al Sud si ferma al 48,7. Conseguentemente quasi il 52 % degli alunni meridionali non consegue il diploma. Dalle nostre parti risulta doppio anche il numero dei giovani non impegnati nello studio, nel lavoro e nella formazione (Neet). È inevitabile che anche sul fronte delle competenze (secondo i dati Ocse-Pisa) gli studenti del meridione siano indietro rispetto alla media europea: del resto, come potrebbe andare diversamente in quelle aree come Gela, Riesi e Niscemi, dove il tasso di disoccupazione è alto, la produzione industriale è modesta, i servizi socio-culturali sono da sempre esigui e la devianza minorile raggiunge livelli di guardia?” Numeri che smentiscono cifre che addirittura vedrebbero la dispersione scolastica diminuita a Gela del 50%. “Si grida spesso allo scandalo delle classi ‘pollaio’, quando da noi spesso il problema sono le classi ‘fantasma’”, conclude Chiarenza. ■ Convenzione Silp Cgil con la casa editrice La Tribuna Il Silp Cgil Augura a tutti Voi e alle Vostre Famiglie un Sereno Natale e un Felice Anno Nuovo Novembre/Dicembre 2016