“LA MEMORIA PER IL FUTURO”

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“LA MEMORIA PER IL FUTURO”
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Premessa didattico- educativa
Con tale Progetto due Aziende private – Pyrgos Travel Agency e Impronte Viaggi 2000 – di lunga
e provata esperienza professionale, l’una per quanto riguarda le specifiche esigenze del turismo
scolastico, l’altra per quanto attiene alla particolare competenza rispetto alle destinazioni proposte,
si pongono oggi l’obiettivo, in collaborazione con Alitalia, di proporre alle scuole superiori di Roma
Capitale un’offerta culturale e formativa, a supporto delle esigenze didattiche ed educative delle
classi del triennio, rispondendo così all’esigenza dell’attuale mondo della scuola di un costante
allargamento dell’orizzonte europeo dei giovani.
Il titolo scelto per il Progetto indica con chiarezza le intenzioni della proposta: non consentire
ai nostri adolescenti di vivere nel presente continuo del loro essere costantemente connessi, educandoli
ad acquisire consapevolmente l’importanza della dimensione di un passato che li ha generati ma
che, proprio loro, con l’energia giovanile e innovatrice che li contraddistingue devono
comprendere al meglio per progettare un futuro diverso, possibilmente migliore, che dal passato
sappia trarre ispirazione, riscoprendone sia ricchezza e valori che fallimenti ed errori.
Ed allora la nostra proposta ha lo scopo di valorizzare il concetto di studio “sul campo”,
associato anche al fattore di una sostenibilità economica dell’esperienza di viaggio, nella garanzia
comunque della qualità del percorso e della sicurezza del trasporto, questioni che, per le famiglie
degli alunni, non sono certo di secondaria importanza,
Nel piano didattico-educativo per le classi del triennio delle scuole secondarie di II grado è
stato pertanto ipotizzato uno specifico itinerario culturale ed etico-civile, poiché va certamente
dedicata un’attenta riflessione alla Memoria del ‘900, che preveda anche un particolare viaggio
d’istruzione: un percorso che possa connettere l’esperienza unica di scoperta dell’antica capitale
polacca di Cracovia e del vicino campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, con quella di visita
alla città di Gerusalemme, ed alla molteplicità delle scoperte e delle suggestioni che essa riserva,
e/o con la capitale della Germania, quella Berlino che rappresenta il fulcro di una seria riflessione
sulle drammatiche ed articolate vicende del secolo scorso, ma che si presenta anche come il centro
della prospettiva europea del secondo millennio, nei suoi processi di modernizzazione e di
globalizzazione.
1. Cracovia e Auschwitz
Il viaggio intende condurre lungo un itinerario nel sud della Polonia poiché si vogliono far
riflettere gli studenti sul dramma vissuto da una popolazione che, in pochi decenni, ha dovuto
subire il passaggio da un totalitarismo all’altro – in questa nazione come in una parte della
Germania; inoltre, per la sua destinazione specifica, questa parte del percorso, avrà un valore
altamente educativo oltre che culturale, poiché vuole ribadire l’unicità della Shoah, attraverso la
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conoscenza diretta del campo di sterminio più grande e più efferato, in cui i nazisti cercarono di
portare a compimento, in particolare, l’annientamento degli Ebrei d’Europa.
Si tratta dunque, per gli studenti innanzi tutto, ma anche per gli adulti che li
accompagneranno, di vivere un’esperienza profonda di conoscenza del dolore, che solo il più
feroce regime della storia dell’Occidente ha saputo produrre, riflettendo su quella che tutti
riconoscono essere stata l’immane tragedia che ha indelebilmente segnato il cosiddetto secolo breve.
Se la visita al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, appare davvero come una tappa
irrinunciabile nel percorso di crescita e maturazione dei nostri studenti, l’itinerario stabilito
prevede anche un cammino che consentirà ai ragazzi di conoscere una splendida città, Capitale
Europea della Cultura nel 2000, ancora ricca di storiche testimonianze architettoniche dal ‘400 in
poi (tanto che per l’UNESCO il suo centro storico è Patrimonio dell'Umanità dal 1978, oltre ad
essere sede dell’importante Episcopato polacco, che fu guidato da cardinale da Giovanni Paolo II)
ma potenziata, anche recentemente, nelle sue strutture culturali con nuovi importanti Musei, come
quello, ricchissimo e suggestivo, dedicato alla storia di Cracovia dal 1939 al 1945, realizzato
nell'edificio amministrativo dove un tempo sorgeva la vecchia Fabbrica di stoviglie smaltate di
Oskar Schindler, in via Lipowa 4. Oppure il Museo Czartoryski dove si trovano la "Dama con
l'ermellino", uno dei più celebri e misteriosi ritratti femminili dipinti di Leonardo da Vinci e il
"Paesaggio con buon samaritano" di Rembrandt.
L’esperienza mirerà dunque a spiegare che cosa è stato il Lager di Auschwitz/Birkenau e quale
sia stata la sua specifica connotazione di vera e propria “fabbrica della morte”, scientificamente
funzionale al criminale progetto nazista che avrebbe voluto la totale cancellazione di una parte
fondamentale dell’identità, della cultura e della storia d’Europa.
Gli studenti potranno quindi percepire in modo diretto quali fossero le condizioni e i
meccanismi che hanno permesso, solo in questo Lager, l’eliminazione fisica di un milione e mezzo
di esseri umani provenienti da tutte le parti del vecchio continente.
Inoltre, la quasi totalità degli Ebrei italiani sono stati deportati qui dai nazisti, privati della loro
identità, umiliati nella loro dignità, cancellati come persone e assassinati secondo un preciso piano
strategico. In particolare, non possiamo dimenticare che i primi a giungervi, tra i nostri
connazionali, furono proprio gli oltre 1000 cittadini romani ebrei razziati il 16 ottobre 1943 nell’ex
ghetto di Roma, data di cui ricorre quest’anno il 70° tragico anniversario.
I ragazzi vedranno all’interno del Lager quali fossero realmente gli strumenti dello sterminio
immediato e quale fosse “la feroce quotidianità” di coloro il cui assassinio era solo rinviato.
Quello che però ci sembra importante i ragazzi non dimentichino in questa esperienza, è che
Auschwitz fu fin dall’inizio l’estrema concretizzazione di una violenza assoluta esercitata dal
nazismo prima di tutto sulla nazione polacca invasa: Auschwitz è un sito nazista in terra di
Polonia, a partire dal nome, poiché il nome del paese, vicino a quello snodo ferroviario così
funzionale allo sterminio, era ed è Oświęcim.
Ecco perché ci sembra importante che, per i ragazzi, la Polonia non si riduca ad Auschwitz, e
dunque oltre a far loro visitare i molti bei luoghi della città storica, l’itinerario prevede che possano
apprezzare almeno un assaggio delle caratteristiche della sua regione, con un’ultima giornata
dedicata alla visita della spettacolare Miniera di sale di Wieliczka: il sito è tuttora utilizzato per
l'estrazione del sale ed è in servizio fin dal XIII secolo all’epoca del re Casimiro il Grande, al quale
si deve anche la fondazione dell'Università di Cracovia, oltre che una legislazione particolarmente
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favorevole nei confronti degli ebrei; infatti, anche se gli ebrei vivevano in Polonia da tempi recenti,
Casimiro concesse loro di stabilirsi liberamente e in gran numero su tutto il territorio polacco,
garantendo loro protezione come gente del Re.
È questa una delle più antiche miniere di sale ancora operative al mondo (la più antica in
assoluto si trova a Bochnia, sempre in Polonia, a 20 km da Wieliczka). La miniera raggiunge la
profondità di 327 metri e presenta gallerie e cunicoli per un'estensione totale di più di 300 km., che
includono statue di figure storiche e mitiche, tutte scolpite dal minatori direttamente nel sale.
Perfino i cristalli dei candelieri e dei lampadari sono stati forgiati nel sale. La miniera presenta
inoltre stanze decorate, cappelle e laghi sotterranei, e mostra la ricostruzione della storia della
miniera. Nel 1978 la Miniera di sale di Wieliczka è stata iscritta nella lista dell'UNESCO dei
Patrimoni dell'umanità.
2. Berlino
Nel quadro di un piano biennale di viaggi d’istruzione per le classi del triennio, la motivazione
didattico-educativa e formativa è quella di fornire agli studenti prossimi alla maturità ulteriori
strumenti interpretativi, per consentire loro di comprendere in modo più completo ed
approfondito quegli elementi e quei processi che hanno caratterizzato la complessità del secolo
appena trascorso, fino alla caduta del Muro, l’evento che molti oggi considerano come l’effettiva
chiusura del XX secolo, a cominciare proprio dallo storico Eric Hobsbawm, recentemente
scomparso, il quale, per questa ragione, coniò la definizione di secolo breve.
Per altro, molti intellettuali, e non solo gli storici, condividono il punto di vista, anche perché
l’inizio del secolo viene spostato da Hobsbawm al momento dello scoppio del primo conflitto
mondiale. Dunque, per entrambe le ragioni, la città di Berlino è un polo chiave per una attenta
riflessione sugli ultimi decenni della storia, riflessione che possa consentire ai più giovani una
lettura puntuale della complessa articolazione del presente globale, più problematica e meno
superficiale di quanto, a volte, sono portati a credere dalla comunicazione e dall’informazione
mass-mediatica.
Ciò su cui si intende particolarmente porre l’accento è la necessità di ripercorrere gli sviluppi
delle politiche nazionali ed internazionali novecentesche per ribadire il rifiuto di ogni forma di
totalitarismo; tutti i regimi che si imposero nel secolo appena trascorso produssero conflitti e
tragedie mai vissute prima dall’umanità e, nella logica di annientamento di ogni libertà personale,
civile, culturale o religiosa, esercitarono un controllo assoluto sui cittadini con ogni forma di
persecuzione e milioni di morti.
Da questo punto di vista Berlino rappresenta proprio un nodo ed uno snodo: capitale elegante e
raffinata di inizio secolo, ricca di esperienze e produzioni artistiche e culturali anche innovative,
centro regale di un impero costituito da appena quarant’anni, ricco, scientificamente,
tecnologicamente e industrialmente avanzato per la sua epoca, rappresenta il grande Stato che uscì
gravemente sconfitto da una guerra per la prima volta mondiale, nella quale furono sperimentate
armi e modalità di scontro nuove e devastanti, e che cambiò radicalmente il panorama europeo,
oltre ai rapporti di forza tra le nazioni. La sconfitta del 1918 travolse la Germania e,
trasformandola, la condusse verso il baratro del nazismo che dopo soli vent’anni precipiterà di
nuovo l’Europa e il mondo in un altro conflitto ancor più drammatico e feroce.
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Il nazismo fece inoltre di Berlino il centro propulsore della politica del führer, la individuò
come scenario privilegiato per la rappresentazione esasperatamente magniloquente della potenza
del regime e della sua esaltazione, raggiungendo il massimo nelle Olimpiadi del 1936 , con le
storiche riprese della famosa regista Leni Riefenstahl.
Ne fece anche lo sfondo preferito dei filmati di propaganda, compresi quelli razzisti, in cui si
volle sottolineare la presunta inferiorità della cosiddetta razza ebraica.
In tutti i passaggi storici, più che noti e sommariamente indicati, Berlino è, anche visivamente,
l’emblema di questa evoluzione: la sua immagine rappresenta in modo significativo la
trasformazione degli assetti, fino a quella sorta di paesaggio lunare cui fu ridotta dai
bombardamenti alleati che la distrussero alla fine della guerra.
Ma ancor più, essa restituì al mondo la propria immagine divisa quando venne smembrata in
spazi di controllo e sfere di influenza.
E ogni irrigidimento tra le grandi potenze, nel periodo della cosiddetta guerra fredda, sembra
incarnarsi nelle forme che questa città assume: una per tutte, l’innalzamento del muro di cemento
invalicabile che venne costruito al suo interno nel 1961, una ferita che rimarrà aperta per 28 anni a
sottolineare la divisione e la radicale distanza politica ed ideologica tra est e ovest nella città, in
Germania e nel mondo intero.
Allo stesso modo, l’improvviso libero passaggio dei cittadini dall’est all’ovest della capitale,
attraverso quel varco di polizia che aveva visto negli anni precedenti tante decine di morti tra
coloro che tentavano la fuga, sintetizzò l’insieme dei fermenti che stavano destabilizzando un
blocco politico, un intero modello ed un sistema che andavano mostrando tutte le loro
inadeguatezze.
E quando il 9 novembre 1989 il muro fu abbattuto, e le televisioni rimandarono ovunque
immagini di ragazzi arrampicati in alto, a cavalcioni su di esso, quasi ad umiliarne ora il terrore
che aveva saputo comunicare per anni, non ci fu chi non comprese che Berlino era di nuovo
l’ombelico del mondo, un mondo in radicale trasformazione.
Esattamente a mezzo secolo di distanza dalla “Notte dei cristalli”, nella stessa data in cui il
nazismo aveva dato il via più plateale al piano di annientamento degli ebrei d’Europa, con la
distruzione di sinagoghe, edifici, negozi, libri… Berlino trovava in sé la forza di liberarsi di un
altro modello totalitario e totalizzante e di aprire così la strada all’abbattimento di quella che
Winston Churchill chiamò “la cortina di ferro”.
La premessa era dovuta, per motivare un percorso di visita della città che lascerà
necessariamente fuori molti luoghi notevoli di Berlino, una capitale dinamica, vitalissima e in
perenne evoluzione anche architettonica, una città che, solo per dare dei numeri, possiede 150
teatri in attività, 170 musei, centinaia di iniziative e attività culturali di ogni genere, scientifiche,
artistiche e musicali, ed è poi attraversata da due fiumi, decine di canali, ha decine e decine di
laghetti nei moltissimi parchi, poiché le aree verdi sono enormi e coprono un terzo della città.
Si e’ inoltre arricchita negli ultimi anni di moltissimi interessanti edifici moderni, realizzati da
noti architetti internazionali in spazi riqualificati o lasciati vuoti – soprattutto nelle zona orientale –
dopo le distruzioni della II guerra mondiale.
Oggi, ad oltre vent’anni dalla caduta del Muro, Berlino ci rimanda invece l’immagine di una
capitale internazionale, una fucina culturale dove convivono le più originali tendenze e
intelligenze della cultura europea e mondiale, una capitale dei giovani dove la salvaguardia
dell’antico, e la riqualificazione degli spazi abbandonati durante gli anni della guerra fredda, si
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fonde elegantemente con l’architettura contemporanea, realizzata dalle più importanti firme del
mondo.
3. Israele e Gerusalemme
E’ stato scritto: “Cosa non sarà stato ancora detto della città sacra sopra tutte le altre, la città
riunificata, la città eterna costruita migliaia di anni fa, la cui storia si ode ancora oggi nel sussurro del vento
che soffia intorno alle sue mura, la città dove ogni pietra narra la fiaba meravigliosa di un luogo che da
millenni attira milioni di pellegrini.”
Questa è Gerusalemme, capitale di Israele, l’unica città che possieda ben settanta nomi che
esprimono amore e desiderio, il luogo che nelle mappe dell’antichità e del Medioevo appare
disegnato come centro del mondo, e che ancora oggi è adorata per i suoi mille volti diversi e
contrapposti.
Gerusalemme è una città dalle travolgenti emozioni, promette una forte esperienza religiosa e
spirituale e, accanto al fascino della storia e dell’archeologia, possiede sorprendenti attrattive per
chi ama la cultura, l’arte, il teatro e la musica, l’architettura e una particolare gastronomia.
La storia di Gerusalemme è una lunghissima storia di guerra e di lotta. La sua posizione
strategica ha attratto nei secoli molte potenze che hanno cercato di conquistarla, ed alcune sono
riuscite a dominarla per diversi periodi. La città ha conosciuto guerra e pace, amore e odio,
ricchezza e povertà, distruzione e rinascita, felicità e dolore.
Secondo la tradizione ebraica, la creazione del mondo iniziò 5767 anni fa con la pietra di
fondazione del Monte Moriah, sotto la Cupola della Roccia, al Tempio del Monte. Qui, circa 4.000
anni fa, venne fondato un importante centro cananeo, che Davide conquistò nel 1004 a.C. e che
divenne capitale e città sacra. Il figlio di Davide, Salomone, edificò il Primo Tempio, ed i suoi
discendenti e i re giudei proseguirono ad espandere i confini della città, e realizzarono un
imponente sistema idrico sotterraneo, il Tunnel di Ezechia, che consentì ai suoi abitanti di
difendersi e resistere a lungo agli attacchi dei Babilonesi..................
Ma sarebbe qui inutilmente troppo lungo e complesso ripercorrere le diverse fasi della non
facile storia della capitale d’Israele, e poiché è sempre nel quadro di un piano didattico formativo
dedicato alla comprensione del ‘900, si ritiene importante suggerire un viaggio d’istruzione per le
classi quinte in questi luoghi affascinanti, in stretta relazione con le altre due precedenti
destinazioni.
Per parlare dunque dell’età contemporanea, va detto che fino all’inizio del XIX secolo,
Gerusalemme era una piccola città dimenticata, troppo a lungo marginale all’interno dell’impero
ottomano, e solo verso il 1860 la Città Nuova inizia a crescere, grazie alla generosità di un
filantropo inglese, Moshe Montifiore, che finanzia la costruzione di Mishkenot Sha’nanim. Il
successo di questo nuovo quartiere provocò la realizzazione di nuovi quartieri esterni alle mura, e
numerosi Ebrei iniziarono a trasferirsi a Gerusalemme, raggiungendo la maggioranza della
popolazione nel 1873.
Nel 1917, con l’inizio del periodo di Mandato Britannico, Gerusalemme mantenne il suo stato
di capitale del territorio e quando, dopo la tragedia della seconda guerra mondiale e della Shoah,
avverrà la fondazione dello Stato di Israele nel 1948, la città venne dichiarata capitale della
nazione, divenendo la sede di tutte le principali istituzioni governative, compreso la Knesset, il
palazzo del Parlamento Israeliano, la Corte Suprema e diversi altri uffici governativi.
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Ma da quel momento lo Stato e la sua capitale hanno visto crescere costantemente la
popolazione per ininterrotti flussi migratori, iniziati a partire dall’inizio del ‘900 e provenienti da
ogni parte d’Europa, laddove la persecuzione e l’annientamento avevano cancellato intere
comunità e dove, ancora dopo la fine della guerra, gli ebrei non si sentivano più al sicuro; da allora
fino ad oggi lo Stato d’Israele e Gerusalemme hanno vissuto e vivono fasi, anche molto dure, di
tensione e di conflitto con i vicini Stati arabi, e sarà pertanto importante condurre con gli studenti
un’attenta riflessione sull’evoluzione economico-politica dell’intera area mediorientale.
La variegata cultura israeliana deriva perciò dalla diversità della sua popolazione: ebrei
provenienti da tutto il mondo hanno portato con sé le proprie caratteristiche tradizioni religiose e
culturali, dando vita a un originale melting pot.
Israele è il solo paese al mondo in cui la vita è organizzata secondo il calendario ebraico: il
giorno di riposo ufficiale è il sabato (con inizio dopo il tramonto del venerdì) e le vacanze sono
determinate dalle feste ebraiche. La consistente minoranza araba – non solo di religione islamica ha comunque influenzato la cultura israeliana, soprattutto nella cucina, nella musica e
nell'architettura.
La musica d'Israele rivela anch’essa influenze da tutto il pianeta: può offrire infatti musica
klezmer e yemenita, melodie hassidiche, musica araba, musica greca, jazz, pop, rock e musica
classica. Le tipiche canzoni popolari - “Canzoni della Terra d'Israele" - narrano le esperienze dei
pionieri del Sionismo nella prima metà del XX secolo.
Israele ha due lingue ufficiali: la lingua ebraica e la lingua araba, ma è molto diffuso anche
l’uso della lingua inglese, della lingua russa e di quella francese, o di quella ladina, tipica delle
comunità europee di tradizione sefardita.
In Israele continua poi la forte tradizione teatrale della cultura Yiddish in Europa orientale.
La letteratura israeliana è principalmente poesia e prosa scritta in lingua ebraica, e questo a
partire dalla sua rinascita come lingua parlata dalla metà del XIX secolo; la produzione letteraria è
pubblicata anche in yiddish, ladino, inglese e arabo.
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PROGRAMMA del VIAGGIO in POLONIA
4 giorni /3 notti
(quota individuale ad alunno € 350,00 circa)
Arrivo a Cracovia in tarda mattinata e sistemazione in hotel
Subito dopo pranzo avrà inizio la visita a partire dalla parte ebraica della città:
il ghetto nazista – Quartiere Podgórze
dalla Piazza degli Eroi del ghetto si procede sulla via Lwowska per raggiungere la
vecchia scuola, con accanto i resti del muro del ghetto
il percorso prosegue nelle vie di Cracovia fino all’antico quartiere ebraico di
Kazimierz
visita della Sinagoga Nuova (Remu) e del cimitero ebraico annesso.
Il giorno successivo partenza (molto presto - un’ora di viaggio circa) in pullman per Birkenau e
visita guidata del campo con guide italofone e cuffie:
la Bahnrampe,
il settore di Quarantena,
il Krematorium II,
la Zentralsauna,
il Kanada,
il Frauenlager,
il Block 16° (Kinderblock).
Dopo il pranzo all’esterno del Museo di Auschwitz 1, si prosegue la visita guidata:
i diversi spazi del Museo allestiti nei block
il Krematorium I
le esposizioni nazionali
il Muro della morte
la cella di S. Massimiliano Kolbe
A conclusione della visita rientro a Cracovia in pullman per la cena in hotel
Il terzo giorno a Cracovia prevede la visita guidata al centro della città storica:
Il Castello del Wavel e la Cattedrale e, scendendo dalla collina, sosta alla grande
croce per i caduti dell’eccidio di Katyn
La via reale e il cortile dell’Università Jagellonica con il suo orologio animato;
il Barbacàn, la via Florianska e l’antica sala da the Jama Michalika
la grande piazza del Mercato, la Chiesa di Santa Maria e il Sukkienice.
A conclusione della mattinata di visita, tempo libero per il pranzo e lo shopping.
Nel pomeriggio visita guidata per tutto il gruppo del Museo storico della Città di Cracovia
presso la Fabbrica di Oskar Schindler.
Il quarto giorno partenza in bus per la visita guidata alla Miniera di sale di Wieliczka
Dopo la visita, pranzo e quindi rientro a Cracovia in tempo utile per raggiungere l’aeroporto e
rientro a Roma in serata.
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PROGRAMMA del VIAGGIO a BERLINO
5 giorni /4 notti
(quota individuale € 450,00 circa)
Il percorso nella capitale tedesca, prevede un itinerario di visita ai seguenti siti della città (da distribuire nei
giorni previsti, a seconda degli orari di prenotazione di visita dei musei indicati), in coerenza con quanto
esplicitato in premessa, seguendo cioè un cammino che conduca i ragazzi a comprendere tutti le
trasformazioni della Germania dall’inizio del ‘900 agli anni 2000, passando per due totalitarismi, fino al
veloce sviluppo dell’ultimo ventennio, dopo la riunificazione .
la Porta di Brandeburgo e la Unter den Linden
E’ forse opportuno iniziare la scoperta della città dall’immagine-simbolo di Berlino, la Porta di Brandeburgo, poiché essa fu
costruita alla fine del ‘700, nel periodo di massima potenza dell’allora Regno di Prussia: ha dunque rappresentato nel secolo
successivo la forza dello Stato tedesco cui storicamente spettò il merito dell’unificazione della Germania nel 1870, ma ha
anche fatto da sfondo alle parate naziste ed è ben visibile in tutte le immagini del Muro quando era ancora in piedi, visto che
si trovava a pochi metri di distanza nell’allora Berlino est, ma soprattutto essa emerge con forza dalle foto scattate la notte del
suo abbattimento. E’ stata accuratamente restaurata tra il 2000 e il 2002, ma la famosa Quadriga della Vittoria in bronzo, che
la sovrasta, innalzata per celebrare i fasti dell’Impero, resta oggi rivolta ad est, direzione verso cui fu spostata con la divisione
della Germania dopo il 1945.
Ecco poi lo storico ed imponente viale dei tigli settecentesco che conduce, con una passeggiata di 3 chilometri, fino ad
Alexanderplatz. La distanza non deve preoccupare poiché questa passeggiata permetterà di vedere, con la spiegazione delle
guide, tutti i principali monumenti del centro città: le varie ambasciate, il lussuoso hotel Adlon, teatri, la Biblioteca di Stato, la
storica Università “Humboldt” (dove studiarono Marx ed Engels e insegnarono Einstein ed Hegel), la vecchia Biblioteca (Alte
Bibliothek), il teatro dell’Opera (Deutsche Staatsoper), e la Nuova Guardia (Neue Wache,) edificio dedicato al ricordo di tutte
le vittime delle guerre e delle dittature, fino ad arrivare in Bebel Platz con la cattedrale cattolica di St.Hedwigs. Al centro
della piazza si trova un monumento commemorativo di Micha Ullman: una lastra di vetro, inserita sulla superficie della
strada, fa intravedere una camera piena di scaffali vuoti. Qui infatti nel 1933 avvenne il tristemente famoso rogo dei libri
ritenuti pericolosi dal Terzo Reich. Alle spalle di questa piazza merita una sosta Gendarmenmartk, ritenuta una delle più belle
piazze di Berlino, con le due cattedrali protestanti ai lati – il Duomo Francese e il Duomo Tedesco apparentemente gemelle –
e la neoclassica Konzerthaus al centro.
la piazza della Gendarmeria (Gendarmenmarkt) con la Konzerthaus, il Duomo Francese e
il Duomo Tedesco.
l’isola dei Musei e il Museo Pergamon
al centro del fiume Sprea, è detta anche la culla della storia di Berlino perché lì si ebbe il primo insediamento nel XIII secolo e,
tra i grandi Musei lì situati, si potrà vedere almeno da fuori il Pergamonmuseum, in quanto esso rappresenta la potenza anche
culturale e di ricerca dell’Impero germanico tra ‘800 e ‘900. Edificato nei primissimi decenni del XX secolo raccoglie tutti i
reperti risultato dei grandi scavi archeologici delle spedizioni tedesche nel Vicino e nel Medio Oriente: solo ad esempio,
l’Altare di Pergamo, la Porta di Ishtar a Babilonia, parte di un interno di un Palazzo dell’Antico Regno Assiro, la Porta del
Mercato di Mileto, il muro di mattoni smaltati e scolpiti del Palazzo dell’imperatore persiano Dario I a Susa, etc…
il Reichstag
l’importante edificio ottocentesco è simbolo dell’unificazione nazionale e sede del Parlamento; restaurato su progetto
dell’architetto sir Norman Forster e restituito alla sua funzione solo nel 1999, dopo che proprio lì nel 1918 fu dichiarata la fine
dell’Impero del Kaiser con la nascita della Repubblica di Weimar ma che poi, con il suo incendio la notte del 28 febbraio del
1933, indicò la fine delle libertà democratiche e l’inizio della piena dittatura nazista. E’ notissima inoltre la foto che vede un
soldato dell’Armata Rossa innalzare la bandiera russa sulla sua cupola bruciata e distrutta alla fine di maggio del 1945,
segnale della definitiva sconfitta di Hitler e della fine del II conflitto mondiale. Oggi la sua famosa cupola ellittica in vetro –
percorribile durante la visita, con impareggiabile vista sulla città – simboleggia la trasparenza del sistema democratico di
fronte ai cittadini.
Potsdamerplatz:
Situata a sud del parco del Tiergarten, rappresenta un altro spicchio della Grande Berlino degli anni’20. Ospita il
Kulturforum, la Neue Gemalde Galerie, la Neue Natinalgalerie e la Philarmonie, uno dei templi della musica mondiale,
dove si esibisce quella che viene considerata l’orchestra più prestigiosa del mondo, la celebre Berliner Philarmoniker, diretta
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in passato da maestri del calibro di Von Karajan e Claudio Abbado. Questa è una delle piazze più vive della Berlino
dell’anteguerra, PoztdamerPlatz fu in gran parte distrutta durante la II guerra mondiale e poi separata da Berlino Ovest a
seguito del Muro. Fu proprio qui, vicino alla scintillante Bahntower (sede centrale delle ferrovie tedesche), che oggi si erge
sulla piazza, che i primi martelli colpirono il Muro. Da allora, quella che era una zona desolata, è stata proiettata nel XXI
secolo per effetto della ricostruzione ancora in corso. Il progetto più entusiasmante della piazza – in cui il piano complessivo
di riassetto dell’area è stato affidato all’architetto Renzo Piano – è il Sony Center, progettato dall’architetto tedesco –
americano Helmut Jahn è composto da 8 edifici e, completato nel 2000, è il simbolo della Berlino contemporanea.
Berlino sotterranea:
la visita di un bunker antiatomico attiguo ai condotti della metropolitana (che a Berlino risale all’inizio del secolo) costruito
nella zona di pertinenza francese, all’epoca della guerra fredda, che prosegue negli spazi dei Bunker sotterranei costruiti da
Hitler fin dal 1941, per la difesa dei cittadini della capitale, dopo l’inizio dei bombardamenti inglesi.
il Museo della Resistenza Tedesca (con prenotazione della visita guidata e lezione in italiano);
l’Holocaust Denkmal:
Il Memoriale dell’Olocausto vuole ricordare i milioni di ebrei eliminati nella Shoah tra il 1933 e il 1945, è stato realizzato tra il
2003 e il 2005 su progetto dell’architetto ebreo americano Peter Eisenmann ed è formato dal Campo di Stelae, un insieme di
2.711 blocchi di cemento di altezze diverse su un’estensione di 19.000 mq. Al di sotto di questo simbolico spazio all’aperto, è
collocato un importante centro di documentazione.
Il Nuovo Museo Ebraico, lo Judische Museum:
particolarissimo edificio interamente ricoperto di zinco la cui forma suggestiva, di saetta e di stella di David spezzata, è di
grande valore simbolico: è opera di Daniel Libeskind, architetto americano di origine ebraica polacca che ha plasmato
l’edificio seguendo il concetto del tortuoso e difficile cammino della storia ebraica in Germania. Il progetto è stato definito
dallo stesso architetto "between the lines“ per via delle due linee di zinco: l’una diritta e scomposta in diversi segmenti, e
l’altra spigolosa, emblema di un rapporto che invita ad interrogarsi e a riflettere. Il Museo è un’opera d’arte totale, in cui
contenuto e contenitore coincidono per un unico monumento alla storia del popolo ebraico, in un percorso scultoreo che
prende il via dall’ultimo piano con l’albero dei Frutti della vita e scende attraverso reperti antichi e busti moderni, alcuni
canonici, altri più singolari, come nel caso del ritratto di Alfred Flechtheim (1878-1937) immortalato nel 1927 da Rudolf Belling
(1886-1972) solo attraverso i principali tratti del volto. Il Giardino dell’Esilio e dell’Emigrazione – 49 colonne in cemento al cui
interno crescono olivi – è l’unico elemento regolare in un’architettura completamente asimmetrica ed inattesa. Chiude la visita
forse l’opera più struggente, lo Shalechet (1997-2001) di Menashe Kadishman, artista di Tel Aviv (1932) che ha sagomato
centinaia di volti in acciaio – che sono come schiacciati in terra – le cui espressioni contrite trovano il corrispettivo sonoro nel
rumore stridente causato dal loro calpestio, reiterazione continua del dolore della Shoah.
nel Mitte, il quartiere ebraico:
è il quartiere più a nord di Berlino e divenne nell’Ottocento la sede della comunità ebraica cittadina, prima che i nazisti e i
bombardamenti dell’ultima guerra ne distruggessero gran parte dei palazzi. Oggi la Nuova Sinagoga e il Cimitero Ebraico
sono i fulcri attorno a cui ruota la comunità ebraica berlinese; nei pressi del quartiere ebraico, è bene dare un’ attenta occhiata
a dove si cammina: capiterà di notare delle piccole mattonelle dorate e quadrate, anche in gruppo. Si tratta di targhe
commemorative coi nomi dei deportati nei campi di concentramento e di sterminio che abitavano nelle case davanti alle quali
sono poste tali targhe. Il quartiere ebraico è uno dei più vivi della città con i suoi famosissimi cortili, oggi in piena rinascita,
completamente restaurati e colmi di locali, cinema, ristoranti.
Il Centro di Documentazione del Muro di Berlino (GEDENKSTATTE BERLINER MAUER) a
Bernauer Strasse 111:
questo monumento alla memoria delle vittime del Muro è uno dei luoghi migliori dove confrontarsi con la storia del confine.
Il muro fu eretto lungo il lato meridionale della strada. Una volta ultimato, furono demolite anche delle case per creare una
fascia di “terra di nessuno”. All’angolo di Ackerstrasse rimane un frammento della striscia della morte e anche della
recinzione interna. Una chiesa luterana del XIX secolo, accuratamente restaurata dopo la II guerra mondiale, e rimasta sola
nella striscia della morte, fu alla fine demolita dal regime della RDT nel 1985. Nel 2000 è stata costruita una moderna e spoglia
cappella luterana in ricordo delle vittime. Pannelli esplicativi con foto illustrano le varie fasi della vita del Muro. Sarà
possibile salire su una Torretta da dove si ha una visione panoramica di come il Muro tagliasse la città come una ferita, e di
come fosse strutturata l’ampia fascia di terreno invalicabile.
il Museo del Muro e il Check Point Charlie
l’East Side Gallery
1.300 m. di Muro riempiti dai Murales creati in quei giorni di gioia e di sogni. In realtà andare a Berlino e chiedere: “Ma dove
è il Muro?” significa mettersi in una posizione “anacronistica”: il Muro non c’è più. Cercare le sue tracce oggi significa allora
intraprendere una vera e propria spedizione di archeologia contemporanea. Di questo famigerato manufatto rimangono in città
pochissimi frammenti: è bastato poco più di un anno per abbattere, smantellare, letteralmente sbriciolare quel colosso di
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cemento armato che tagliava in due la città di Berlino - lungo il confine tra Berlino Ovest e le campagne della Germania
Orientale difatti non c’era un vero e proprio muro, ma un doppio recinto di filo spinato, il Mauer, così come tutti ce lo
immaginiamo, fu eretto solo all’interno della città. Ma la memoria va tutelata e per questo sono state risparmiate dalla furia
demolitrice della post-unificazione alcune parti del Muro a memento di quello che fu la storia di questa città dal 1961 al 1989.
La parte più lunga a tutt’oggi ancora in piedi ha però avuto una evoluzione singolare e straordinaria: di un chilometro e
trecento metri di muro di cemento armato che correva lungo la riva orientale della Sprea i berlinesi hanno fatto la più lunga
galleria di arte contemporanea del mondo, la East Side Gallery. Che il Muro fosse dipinto, colorato, graffitato, anche da nomi
importanti dell’arte contemporanea come Keith Haring, lo sapevano un po’ tutti. Ma ad Ovest. A Est certo non ci si poteva
neanche avvicinare. Per cui nel 1989, quando il Muro cadde, da un lato si presentava come una gigantesca lavagna
scarabocchiata, dall’altro era una cupa, piatta, immacolata distesa di cemento armato. Insomma, una manna per i writers di
tutto il mondo. E così, mentre i graffiti della parte occidentale venivano pian piano strappati dai “Mauerspechter” (gli
scalpellatori del Muro) che ne fecero straordinari souvenir, qualcuno pensò di utilizzare il Muro grigio a Est come tela,
trasformandolo così in una galleria tutelata, che non potesse essere saccheggiata dai turisti e che restasse a memoria di quello
che il Muro era stato, ma soprattutto di quello che la sua caduta aveva significato. La East Side Gallery è perciò, diciamo così,
una specie di “falso storico”, che assomiglia in tutto e per tutto al Muro di Berlino così come appariva a Ovest (e che ora n on
c’è più) e ci ricorda come quel manufatto di odio e repressione della libertà sia diventato, dall’altro lato, un manifesto di
libertà, espressione, creatività. Perciò 118 giovani artisti vennero chiamati per dipingere liberamente il Muro rimasto, e creare
questa striscia di colore sulle rive del fiume, trasformando quella che un tempo era terra di nessuno in un luogo di incontro,
memoria e gioia creativa.
La villa della Conferenza di Wansee, sul lago omonimo
Il 20 gennaio 1942 gli alti rappresentanti del Ministero nazionalsocialista e delle SS si incontrarono alla Villa Minoux sulle
sponde del Wannsee, a Berlino. La conduzione fu del dirigente supremo delle SS, Reinhard Heydrich, ma l'ordine per l'avvio
della conferenza fu dato dal Reichsmarschall Hermann Göring su proposta di Hitler. In quella sede venne trattata la
deportazione organizzata e l'eliminazione degli ebrei d'Europa, non solo nei territori occupati della Polonia e dell'Europa
dell'est, la cosiddetta "soluzione finale della questione ebraica" (Endlösung der Judenfrage).
In occasione del cinquantenario della "Conferenza del Wannsee", nella villa è stato aperto un monumento per il ricordo di
quelle tragiche decisioni, con l'esposizione permanente "La Conferenza del Wannsee e lo sterminio degli ebrei europei".
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PROGRAMMA del VIAGGIO in ISRAELE
7 giorni /6 notti
(quota individuale ad alunno € 650,00 circa)
1° giorno
Tel Aviv:
arrivo all'aeroporto Ben Gurion e trasferimento all'albergo di Tel Aviv per la sistemazione e la cena
2° giorno
Tel Aviv, Giaffa, Cesarea, San Giovanni d'Acri, Tiberiade
Incontro con la guida locale parlante Italiano. Partenza per la visita di Giaffa antica città egiziana
e cananita, considerata il più antico porto del mondo.
Proseguimento per Cesarea Marittima, città romana e crociata, visita dell'anfiteatro e
dell'acquedotto romano.
Proseguimento per San Giovanni d'Acri (Akko) antico porto capitale del Regno Crociato dopo la
caduta di Gerusalemme utilizzato sia dalle armate sia da i pellegrini nel corso della storia.
Visita del complesso del Centro Cavalieri di San Giovanni ed ai mercati vicini al porto
Partenza per Tiberiade con arrivo in serata.
Cena e pernottamento
3° giorno
Safed, Cafarnao, Tabga, Monte Beatitudini, Tiberiade
Inizio della giornata con la visita di Safed (Tzfat) suggestiva cittadina di montagna legata al
misticismo ebraico (kabbalah). Vanta una colonia di artisti che richiama molti visitatori.
Tornando verso i luoghi sacri intorno al Lago di Tiberiade, arrivo a Cafarnao (Kfar Nahum)
visita al sito archeologico dove sorgeva l'antico villaggio di pescatori dove risiedeva Simon-Pietro
e visita della Sinagoga.
Proseguimento per Tabgha e visita della chiesa della Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci.
Salita al Monte delle Beatitudini.
Rientro in albergo per cena e pernottamento
4° giorno
Gerusalemme e la citta' vecchia
Partenza per Gerusalemme (al mattino presto)
All’arrivo saluto panoramico alla Città Santa, sacra ad Ebrei, Cristiani e Musulmani.
Intera giornata dedicata alla Visita della Città vecchia.
Salita al Monte degli Ulivi dal quale si gode un bel panorama della città
Discesa al Getsemani, Orto degli Ulivi, silenziosi testimoni della passione di Gesù
Roccia dell'Agonia su cui patì Gesù e Chiesa delle Nazioni
Grotta della Cattura e frantoio
Entrando dalla Porta delle Immondizie, inizia la visita a piedi della Città Vecchia
Sosta al Muro del Pianto.
Tempo permettendo, salita alla Spianata del Tempio dove si trovano la Cupola sulla Roccia e la
Moschea Al Aqsa, (momento introduttivo storico-archeologico e biblico circa la storia del
Tempio di Gerusalemme che identifica questo luogo come quello indicato da Dio ad Abramo 11
Monte Moriah - per il sacrificio del figlio Isacco e da cui il Profeta Maometto partì per il suo
viaggio celeste.
Attraversando il caratteristico bazar arabo, si percorre parte della Via Dolorosa (Via Crucis) fino
al Santo Sepolcro.
Visita all'insieme di cappelle e chiese che sono racchiuse nel luogo più santo per la Cristianità:
luogo in cui Gesù è stato sepolto prima di ascendere al cielo
visita al Calvario e dell'edicola con la Tomba.
Attraversando il Quartiere Ebraico, situato dove sorgeva la città Alta di Gerusalemme durante il
periodo di Erode, qui vi si trovano i resti dell'antico Cardo massimo che attraversava
Gerusalemme.
Visita alla Chiesa della Dormizione sul Monte Zion
Sistemazione in albergo
Cena e pernottamento
5° giorno
Gerusalemme città nuova
Mattinata dedicata alla visita della Città Nuova :
visita al complesso dello Yad Vashem, il Museo Memoriale/Centro Studi e ricerche dedicato ai
sei milioni di vittime della Shoah: testimonianze, video e foto sull'Olocausto, ma anche oggetti e
documenti sulla dittatura nazista, sui 12 anni di persecuzioni e sugli avvenimenti postbellici
precedenti la nascita dello Stato di Israele.
Proseguimento e visita al Museo di Israele, la cupola bianca del giardino accoglie il Santuario
del Libro ove sono conservati e custoditi i Rotoli del Mar Morto rinvenuti nella località di
Qumran.
Sosta presso la grande Menorah di bronzo (candelabro a sette bracci), posta vicino alla Knesset
(Parlamento).
Proseguimento per Betlemme luogo di nascita di Gesù e dove sorge la Basilica e Grotta della
Natività. Rientro a Gerusalemme. Cena e pernottamento.
6° giorno
Gerusalemme, Qumran, Masada, Mar Morto, Gerusalemme
In mattinata partenza per il Deserto della Giudea
lungo il percorso il sito di Qumran, fondata dagli Esseni nel II ° secolo a.C., dove nel 1947 furono
rinvenuti i rotoli ( manoscritti) detti "del Mar Morto" nelle famose grotte.
Breve filmato introduttivo e visita del villaggio degli Esseni.
Proseguendo verso sud, a quasi 300 metri sopra il livello del Mar Morto, si profila la rocca
di Masada isolata dall'area circostante per la presenza di ripidi '' wadi '' a nord, a sud ed a ovest.
Fu qui che Erode il Grande fece costruire un'inespugnabile fortezza.
Salita in funivia per la visita alla fortezza, straordinario è il paesaggio desertico visibile dalla
sommità del promontorio.
Tempo permettendo, sosta sulle rive del Mar Morto e bagno nelle sue fantastiche e rilassanti
acque, il punto più basso della terra, 400 metri sotto il livello del mare Rientro in serata a
Gerusalemme. Cena e pernottamento
7° giorno
Trasferimento all'aeroporto Ben Gurion, assistenza per le formalità di imbarco
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FILMOGRAFIA
- consigliata come supporto alla preparazione dei diversi percorsi di viaggio –
CRACOVIA
“L’oro di Roma” di Carlo Lizzani (1961)
“Schindler’s List” di Steven Spielberg (in lingua originale inglese) (1993)
“Il pianista” di Roman Polanski (2002)
“Katyn” di Andrei Waida (2007)
“In Darkness” di Agnieszka Holland (2011)
BERLINO
“Germania anno zero” di Roberto Rossellini (1948)
“Vincitori e vinti” di Stanley Kramer (1961)
“Il cielo sopra a Berlino” di Wim Wenders (1988)
“Rosenstrasse” di Margarethe von Trotta (2003)
“Goodbye Lenin” di Wolfgang Becker (2003)
“Le vite degli altri” di Florian Henckel von Donnersmarck (2006)
ISRAELE
“La sposa siriana” di Eran Riklis (2004)
“Adam Resurrected” di Paul Schrader (2008)
“Il giardino dei limoni” di Eran Riklis (2009)
“La sposa promessa” di Rama Burshtein (2012)
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