L - Associazione Nazionale Città dell`Olio
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L - Associazione Nazionale Città dell`Olio
L ’olio extravergine tipico di Andria è quello pro dotto con olive della varietà “Coratina”, coltiva te alle pendici di Castel del Monte, dal carat teristico pizzicore che si percepisce alla gola, sinonimo di genuinità e autenticità dell’olio, dovuto all’elevata presenza di “polifenoli” che conferiscono all’olio una bassissima acidità, rispetto alla media e che contribui scono a migliorare la resistenza all’ossidazione renden dolo il più longevo tra gli oli extravergine di oliva in com mercio. Questa caratteristica associata anche ad un elevato contenuto di acido oleico (acido monoinsaturo), gli conferisce il titolo di “fruttato di Andria”. Caratteristica determinata anche dalla modalità della raccolta delle olive sane in leggero anticipo che consente di conferire all’olio quelle proprietà sa lutistiche e sensoriali che rappresentano i veri elementi di esclusività della sua composizione particolarmen te ricca di polifenoli, ai quali l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha manifestato parere positivo circa il riconoscimento e, quindi, la corrispon dente comunicazione al consumatore delle proprietà salutistiche dei composti fenolici dell’olio di oliva. In particolare l’EFSA fa riferimento alla “capacità dell’i drossitirosollo, contenuto nei secoiridoidi, di ridurre l’ossidazione dell’LDL colesterolo (quello “cattivo”) e, quindi, di prevenire alcune malattie cardiovascolari” (Covas 2008 a, 2008 b). Una funzione riconosciuta in seguito a un consumo giornaliero di idrossitirosolo pari ad almeno 5mg. al giorno (circa 20 gr.) di olio extravergine purchè non miscelato. Oltre agli aspetti strettamente connessi alle attività antiossidanti e salutistiche, i derivati dei secoi ridoidi sono responsabili delle note sensoriali dell’olio extravergine di oliva. Infatti numerose ricerche in corso evidenziano che tali sostanze come l’olealcantale, al quale viene riconosciuta una proprietà antinfiammato ria, sono responsabili delle note tipiche di “amaro” e “pungente” dell’olio extravergine di oliva. Una caratteri stica, questa, che non è comune ad altri oli commerciali e che conferisce all’extravergine di Andria un punto di foarza indiscutibile. Dunque l’olio extravergine di “Coratina” prodotto in An dria, soprattutto se consumato crudo, svolge un’azione antiossidante e antinfiammatoria che rafforza il binomio imprescindibile di “cibo e salute”. Un binomio legato ad uno stile di vita riconducibile alla famosa dieta mediter ranea alla base della quale c’è l’olio extravergine che rappresenta per la nostra cucina un elemento indispen sabile sia crudo che cotto. In particolare consumato crudo l’olio extravergine di “Coratina” si esalta tradizio nalmente per condire ed insaporire il pane, le bruschet te e le friselle di grano duro con pomodorini, origano e sale, ma è indicato molto bene per esaltare il sapore delle zuppe di verdure, dei legumi ma anche alla carne alla brace o al pesce alla griglia. Senza dimenticare la capacità di sposarsi con la gustosa burrata di Andria esaltando una combinazione speciale tra il sapore del latte e quello dell’olio, unica nel suo genere. ANDRIA/Cenni Storici Andria è una città, capoluogo di provincia, di ol tre 100.000 abitanti, dominata dal maniero voluto dall’Imperatore Federico II nel XII secolo, meglio conosciuto come Castel del Monte. Il Castello, riconosciuto patrimonio UNESCO, si erge su una collina murgiana a 541 m. sul livel lo del mare, come una corona turrita avente una forma ottagonale, con otto torri anch’esse ottogo nali in un intreccio armonico delle culture romani ca, gotica e islamica. Delle origini di Andria vi sono tracce addirittura preistoriche. Forse fondata dai Greci, ed in particolare dal greco Diomede, eroe della guerra di Troia, dalla cui isola natia (Andròs) sembra sia derivato il nome di Andria. Tracce di un insediamento preistorico in effetti per mangono su una collina pre-murgiana denominata Santa Barbara, tanto da ipotizzare una sua corre lazione con la città di “Netion”, menzionata da Strabone di Amasia (noto storico e geografo greco vissuto nel I secolo a.C.) e da Orazio. L’ubicazio ne di Netion nei secoli è rimasta un vero e proprio rompicapo per gli studiosi. Andria acquistò impor tanza in epoca bizantina quale residenza di mo naci basiliani, cacciati dall’Oriente durante la lotta iconoclastica dei sec. VIII e IX, che hanno lasciato in eredità interessanti ipogei tufacei, ancora oggi visitabili, come le Chiese di S. Maria dei Miracoli, dell’Altomare, di Gesù della Misericordia e di San ta Croce. Nel 1046 Pietro I Normanno dette origi ne all’agglomerato urbano elevandola a “civitas” e cingendola di mura con 12 torri di guardia e una rocca di difesa, i cui resti sono ancora visibili nei pressi di Porta Castello. Sotto il dominio dei Nor manni nel 1073 divenne “Contea” e fu elevata a Sede Vescovile con San Riccardo inglese, patrono della città. Ai normanni nel XII secolo successero gli Svevi, sotto i quali Andria crebbe in fama valore grazie al profondo legame con Federico II. Per questo forte legame Federico II scelse Andria come sua residenza ordinando la costruzione di Castel del Monte e fece deporre le spoglie mortali delle sue mogli Isabella Jolanda di Brienne, morta per le complicanze del parto del secondogenito Corrado e Isabella di Inghilterra nella cripta dell’attuale Cattedrale. Andria divenne contea angioina nel 1305 quando fu data in dote dal Re Carlo II d’Angiò alla figlia Beatrice, andata sposa a Bertrando dei Conti del Balzo. Sotto i del Balzo Andria fu elevata a Ducato e nel 1350 subì un disastroso e sanguinario assedio da parte di mercenari tedeschi e lombardi al seguito dell’eser cito ungherese. Fu quindi feudo degli Orsini, poi di Consalvo di Cordova, infine dei Duchi Carafa, sotto i quali, nel 1799, subì un nuovo e disastroso asse dio. Incorporata nel Regno delle due Sicilie, seguì le sorti di questo fino all’Unità d’Italia, eleggendo Giuseppe Garibaldi come suo primo deputato. Alcune chicche gastronomiche La burrata è il vanto dell’arte casearia andriese, grazie all’invenzione dell’andriese Lorenzo Bian chino Chieppa, avvenuta negli anni ‘20, nella sua masseria nei pressi di Castel del Monte, dove si lavoravano le manteche (formaggi di pasta filata leggermente stagionati ripieni di burro). Lorenzo Bianchino Chieppa ebbe l’idea di creare una spe cie di fiasco di pasta di mozzarella, introducendovi all’interno, con la panna, altra mozzarella sfilacciata (detta stracciatella). Inizialmente la produzione della burrata consisteva nel soffiare con energia la pasta della mozzarella fresca, in modo da ottenere una specie di involu cro. Successivamente la famiglia Chieppa perfe zionò un compressore che consentì di ottenere lo stesso effetto, garantendo una migliore igiene. L’involucro è tradizionalmente rivestito con foglie verdi di asfodelo. Ancora oggi il procedimento seguito è rimasto identico, ma con il vantaggio dell’innovazione tec nologica che garantisce qualità e salubrità del pro dotto. I confetti, e i Tenerelli, sono un’altra eccellenza tipica della città di Andria, grazie a Nicola Mucci che ne avviò la produzione alla fine del 1800. Tante e golosissime le specialità come i fruttini ripieni di pasta di mandorle profumata alla vaniglia, le tene rissime praline al cioccolato con il cuore di noccio le, mandorle, arance candite, crema caffè, uvetta alla grappa. Oltre ai confetti di mandorla “avola”. Il Mandorlaccio e il dolce di mandorla sono delizie giunte fino ai nostri giorni da tempi remotissimi. Le pasticcerie li propongo no, senza tradirne lo spi rito popolare, realizzando un impasto di mandorle tritate e miele. E’ leggero, profumato, delicato, adat to a chiudere il pranzo ma anche per una sosta o un intermezzo goloso. Da ri cordare infine i classici dol ci di pasta reale, le ìroseî al vincotto e miele e i mo staccioli al cacao. Taralli: sono anelli ricava ti da un impasto di farina, vino bianco e olio extra vergine di oliva, con lavora zione a mano. Secondo la tradizione devono essere bolliti prima di essere infornati. La loro friabilità li rende unici, genuini e saporiti. Gli ingredienti salu tari e la loro produzione ancora secondo tradizione conferiscono al prodotto le caratteristiche respon sabili di un giusto e ben equilibrato connubio tra gusto e qualità. Vino: dai migliori vigneti di Uva di Troia e Bombino Nero, sulle colline intorno a Castel del Monte, su un terreno collinoso e calcareo, si producono due qualità di vino che rappresentano il fiore all’occhiel lo della produzione vinicola andriese. Il rosso di uva “Nero di Troia”, è un vino dalla for te personalità, che al termine dell’affinamento pre senta un bel colore rosso rubino intenso che in vecchiando assume eleganti riflessi granata. Vino austero dal gusto speziato e di legno anche senza passaggio in barrique, con sentori di more e liqui rizia. Ideale con le costine di agnello alla brace, formag gi semi stagionati, oppure abbinato a una faraona ripiena. Il rosato di uva “Bombino Nero”, è un vino piacevole e gradevole al palato, ottenuto dopo una breve ma cerazione con le bucce per consentire l’estrazione del giusto aroma e colore. Si caratterizza per i profumi fruttati di mandarini, mentre al palato è secco e leggero. Ideale per tutti i tipi di piatti sia a base di carne che di pesce.