L`educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino Contesto
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L`educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino Contesto
Education et Sociétés Plurilingues n°8-juin 2000 L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino Silvana MOSCA Le contexte démographique de la ville de Turin présente une immigration récente en rapide augmentation ces dix dernières années. Sur un total d’environ 900.000 habitants, on estime les étrangers entre 35 000 et 40 000 (y compris les sans-papiers). Les données les plus récentes signalent 4 620 élèves de langue native non italienne, dont 43,7% sont âgés de 6 à 10 ans. Les élèves étrangers qui viennent d’arriver sont insérés dès le premier jour d’école dans les classes ordinaires, en vertu de la législation nationale (Loi 40/98). A Turin, les écoles ayant un fort taux d’élèves étrangers sont dotées de laboratoires d’italien L2 confiés à des enseignants spécialisés. Les élèves non italophones fréquentent le laboratoire en petits groupes de même niveau linguistique en italien, à raison de 1 ou 2 heures par jour. Les enseignants responsables du laboratoire et ceux responsables de la classe programment ensemble les interventions didactiques pour favoriser la continuité dans le développement éducatif des élèves. Les enseignants des écoles multiculturelles fréquentent le Centre pour enseignants CIDISS qui offre des cours de formation continue, du matériel didactique et des informations (voir la note en fin d'article). Le projet de Turin est un projet pilote soutenu par le Ministère italien de l’Education Nationale et a été inséré dans le catalogue européen EUROSDICE des projets d’Education Interculturelle. Torino's immigrant population has increased rapidly over the past ten years. Of a total of ca. 900.000 inhabitants, foreigners are ca. 35 000-40 000 (including illegal entries). Recent data noted 4 620 non native pupils, of whom 43,7% are from 6 t 10 years old. Following national legislation (Law 40/98), the newly arrived foreign pupils are placed from their very first day in the ordinary classes. In Torino, those schools with high rates of foreign pupils have Italian-as-second-language laboratories run by specialized teachers. The non Italian speakers go to the lab in same Italian language level groups for sessions of 1-2 hours daily. The lab and main class teachers work together to insure continuity. Teachers of these multicultural schools benefit from the Teachers' Centre "CIDISS" that offers courses in further education, teaching materials and information. The Torino project is a pilot project supported by the Italian Ministry of Education and appears in the European EUROSDICE catalogue of Intercultural Education. Contesto demografico L’immigrazione dall’estero in Italia, in particolare dai paesi extracomunitari, è iniziata in misura consistente negli anni tra il 1985 e il 1990. Le provenienze più frequenti sono dal Marocco, dalla Cina, dal Sud America (Argentina, Perù, Brasile) e dall’Est Europa (Albania, Polonia, Romania, ecc.). Nonostante si siano susseguite leggi di regolarizzazione nel corso degli ultimi dieci anni, il numero dei privi di permesso di soggiorno è ancora alto e numerosi e continui sono gli arrivi di nuovi immigrati. Le città con le maggiori presenze sono al nord e al centro: Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma. Gli immigrati sono sparsi in piccole quantità nelle piccole città e nei piccoli paesi. La loro residenza è spesso instabile e il loro S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino progetto migratorio è incerto: molti vagano per anni in cerca di lavoro e di casa, altri sognano di andare nei paesi più sviluppati in Europa o in America e considerano l’Italia come un paese di passaggio. La crescita del numero degli stranieri in Italia nell’arco degli ultimi dieci anni è stata altissima. L’impatto è stato pertanto molto forte e l’incremento non accenna a diminuire. Nelle scuole, nel 1989 il numero di alunni stranieri era di 23.000, nel 1999 era di 85.000. I dati di Torino presentano le seguenti percentuali. Su un totale di circa 900.000 abitanti, gli stranieri sono intorno a 35.000/40.000. I dati più recenti relativi agli alunni stranieri nelle scuole di Torino (1999) sono: Scuola materna (3-5 anni) Scuola elementare (6-10 anni) Scuola media (11-13 anni) Scuola superiore (14-18 anni) Totale 1.094 (23,7%) 2.018 (43,7%) 1.028 (22,3%) 480 (10,3%) 4.620 (100%) L’incremento dal 1989 al 1998 è stato da 396 a 4.620 alunni. Questo rapido e incessante afflusso ha richiesto un grosso impegno di cambiamento e adattamento che è stato per certi versi benefico perché ha condotto a sperimentazioni e innovazioni piuttosto interessanti e qualificate nelle scuole e nei servizi. Il contesto istituzionale La normativa nazionale (leggi e circolari) assicura a tutti i minorenni stranieri residenti nel territorio nazionale il diritto all’istruzione nelle scuole e nelle classi comuni. Non sono presenti classi d’accoglienza o classi differenziali: ogni allievo straniero, anche se neo-arrivato, è inserito fin dal primo giorno nelle classi comuni. Nelle scuole ove è presente un numero elevato di allievi di lingua nativa non italiana è spesso presente un insegnante aggiunto per l’aiuto all’apprendimento della L2. Nella situazione torinese l’insegnante aggiunto conduce solitamente un laboratorio di italiano L2 per gli alunni neo-arrivati e promuove attività di educazione interculturale per tutta la scuola. Gli alunni stranieri frequentano il laboratorio di L2 a piccoli gruppi, di solito omogenei rispetto al livello di competenza linguistica in italiano ed eterogenei rispetto alla lingua d’origine. Vi sono tre grandi tipologie di allievi che si differenziano rispetto al background scolastico e linguistico: allievi che hanno frequentato per alcuni anni la scuola nel paese d’origine, allievi non alfabetizzati in lingua d’origine, allievi nati in Italia (da genitori stranieri) che si iscrivono alla scuola materna o ai primi anni di scuola elementare. Vi sono inoltre 22 S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino differenze tra coloro che hanno fratelli maggiori o minori, che vivono in famiglie allargate o ristrette, nelle quali si pratichino o meno la lingua italiana, il dialetto o la lingua nativa o si alternino i due o tre tipi di linguaggio. Interventi generali I bisogni educativi e linguistici degli allievi stranieri sono sempre frammisti a bisogni sociali. Le scuole, d’altro lato, sono chiamate a rivedere alcuni criteri pedagogici e organizzativi che sarebbero inadatti ad affrontare, ad esempio, le richieste di una utenza così mobile ed eterogenea. Per far fronte alle più generali ed immediate necessità, a Torino è stato allestito un apposito Centro sperimentale, il C.I.D.I.S.S. (Centro Informazione Documentazione Inserimento Scolastico Stranieri). Il C.I.D.I.S.S. svolge sia funzioni di informazione e orientamento delle famiglie con figli in età scolare, sia funzioni di consulenza e supporto didattico (dirigenti scolastici, segretari di scuola, insegnanti). Il Centro si è via via ampliato ed arricchito di documentazione del settore e costituisce il supporto organizzativo, logistico e informativo di tutte le ricerche, sperimentazioni didattiche, attività di formazione continua dei docenti di cui si parla più avanti. Attività nelle scuole L’educazione linguistica di base avviene nella classe, con l’insegnante come guida all’acquisizione della L2 e i compagni come modello. Ogni allievo neo-arrivato frequenta anche il laboratorio di italiano L2 che è una struttura didattica della scuola, al pari di altri laboratori come pittura, scienze, informatica e simili. Vi è uno stretto collegamento tra classe e laboratorio nella programmazione didattica e nella definizione reciproca degli orari delle attività: ciò al fine di favorire un percorso unitario di apprendimento da parte dell’alunno straniero. Scopo principale degli interventi è assicurare opportunità reali di riuscita nella scuola a tutti gli allievi. Particolare attenzione viene posta all’inserimento socio-comunicativo nelle classi e nella scuola, alle necessità di interventi socio-assistenziali, senza i quali la dinamica insegnamento/apprendimento non potrebbe svilupparsi pienamente. I piccoli gruppi (4/5) di alunni neo-arrivati o con difficoltà provengono da diverse classi del 1° ciclo (6-7 anni) o del 2° ciclo (8-10 anni) o del 3° ciclo (scuola media 11-14 anni). Frequentano il laboratorio per 1 o 2 ore al giorno, talvolta a giorni alterni, in base al livello di competenza linguistica. I gruppi sono flessibili: quando un alunno 23 S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino progredisce può passare al livello superiore o cessare la frequenza del laboratorio. Il laboratorio di italiano L2 è condotto da un insegnante specializzato nel settore che non insegna in una classe. Il laboratorio è attrezzato con materiale autoprodotto dagli insegnanti, con libri e schede reperiti nelle librerie o forniti dal C.I.D.I.S.S. Gli insegnanti di laboraotorio delle scuole con maggior numero di allievi stranieri partecipano a gruppi di cooperazione e scambio di esperienze presso il C.I.D.I.S.S.. Le loro scuole sono collegate in rete fra loro e con il C.I.D.I.S.S.; la rete è una forma di collaborazione organizzativa fra istituzioni che facilita il reperimento di informazioni e lo sviluppo di orientamenti educativi comuni e condivisi nell’ambito della città. L’adesione partecipe dei capi d’istituto facilita a sua volta la ripartizione delle affluenze degli allievi stranieri fra le scuole e previene l’esclusione e l’emarginazione. Le scuole realizzano molti progetti di educazione linguistica dal punto di vista interculturale. Bambini, insegnanti, dirigenti scolastici e, talvolta, genitori delle scuole multiculturali hanno saputo assumere, nel corso degli anni, l’iniziativa e vivere con entusiasmo sia la didattica con i singoli allievi sia la ricerca al fianco di esperti. Alcuni progetti hanno avuto una dimensione internazionale e contributi dall’Unione Europea. Si illustrano, qui di seguito, alcuni progetti e alcuni prodotti. Dalle schede di “Ascolto e penso” all’antologia “Tante storie tante lingue tante culture” La didattica dell’educazione linguistica procede dalle prime attività di ascolto, nelle quali l’insegnante e i compagni propongono modelli e contenuti linguistici, verso le attività di produzione nelle quali gli allievi sono sollecitati ad esprimere racconti, filastrocche, pensieri, suoni del proprio vissuto vicino e lontano, comprese le parole e le frasi, i segni e i suoni delle lingue d’origine. Quando gli allievi neo-arrivati si presentano a scuola, l’atmosfera sociale e linguistica della classe accoglie il nuovo alunno come un amico, accetta il suo silenzio, propone situazioni di giochi o di attività nelle quali è sufficiente essere presenti e collaborare a costruire, colorare, sfogliare o leggere immagini. Dopo alcuni giorni viene redatto un piano educativo individualizzato che descrive le competenze linguistiche attive e passive dell’allievo ed esplora le potenzialità sociali e cognitive di ciascuno. Vengono proposte schede graduate di ascolto e parlato - dossier “Ascolto e penso” - utili ad affinare la discriminazione uditiva, ad allenare 24 S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino l’articolazione fonica. Le schede presentano immagini da selezionare rispetto a consegne molto semplici date dall’insegnante. Questa attività di messa a punto della competenza linguistica iniziale si svolge in laboratorio ed accompagna l’acquisizione naturale che avviene in classe e nell’ambiente. L’appropriazione di intensi e vivi significati delle parole e del discorso è assicurata dalla partecipazione linguistica nella classe ed è precisata ed aiutata a trasformarsi in abilità nel laboratorio. Comunemente gli alunni stranieri dimostrano una forte motivazione all’apprendimento e un’alta consapevolezza delle proprie abilità linguistiche in evoluzione. La classe multietnica e multilingue alimenta le discussioni e le osservazioni circa i confronti fra le lingue e le scritture, così come fra i contenuti e i significati. Talvolta gli aspetti osservati sono consonanti e altre volte dissonanti, ma sono sempre idonei a mantenere viva la curiosità e l’apertura mentale, se l’insegnante sa far tesoro di tanta ricchezza. L’educazione linguistica risulta efficace se sa coniugare la tecnica con la conquista del senso. La classe, composta di allievi parlanti nativi e di allievi stranieri, può diventare una comunità multilingue ed interculturale, ad esempio con la costruzione di una antologia di racconti scritti e disegnati da allievi di diverse provenienze. A Torino è stato realizzato un libro scritto e illustrato da allievi di diverse scuole, che hanno praticato la formula didattica del testo libero di Freinet. Una apposita commissione di esperti ha selezionato i testi e i disegni. Ecco alcuni estratti. Tante storie tante lingue tante culture In Cina ci sono tante stelle. In Italia ci sono poche stelle. Non so perché: sono nello stesso mondo. In cielo c’era la luna rossa, tanto grande. Io la guardavo e lei mi seguiva. Dall’aereo ho visto la luna: era rossa e quando sono sceso l’ho vista bianca. A Moghilev c’era sempre tanta neve. D’inverno i bambini piccoli vengono portati a passeggio con carrozzine che, al posto delle ruote, hanno i pattini come le slitte. Noi bambini giocavamo tanto con le slitte e sci, perché la neve dura da novembre ad aprile. Una volta sono caduto dalla slitta e mi sono riempito la faccia di neve, e non solo la faccia! Quando era tanto tanto freddo, sui marciapiedi, dove la neve era più alta, la pestavamo con i piedi e facevamo una lunga lastra di ghiaccio; poi ci divertivamo a scivolare con i piedi! 25 S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino Sovente, anche le signore, con le borse della spesa, si divertono a scivolarci sopra. Alcune volte cadevamo, allora io davo la mano alla mia mamma: scivolavamo insieme e ci divertivamo molto! Griscia Avevo tre amiche e non ci separavamo mai. Non pensavo di partire. Sono stata costretta a venire qua per il mio futuro. Qui non mi piace stare, non ho amiche. Credo che la causa sia perché non sono del loro paese, o perché non parlo la lingua italiana. Ma questa lingua la imparo presto perché so il francese. Riguardo alla scuola, tutti gli insegnanti mi trattano con rispetto, ma ho notato una grande differenza tra qui e il Marocco riguardo ai compagni. Osservano tutto di me, specialmente quello che indosso. Ricordo con amarezza che una volta avevo delle scarpe nere e ho sentito degli alunni italiani e uno marocchino (non dico il nome) che dicevano: “Avete visto le scarpe di Fadua?”. Quando sono entrata in classe tutti sono venuti a guardare le mie scarpe e ridevano. C’era una ragazza che ha cominciato a spingermi per guardare le mie scarpe. In quel momento mi sono detta fra me il proverbio: “Chi ride senza motivi è stupido”. In Marocco nessuno ride per quello che si indossa. Però adesso le cose vanno meglio. Fadua È bello conoscere bambini di altri paesi. Impariamo parole in tante lingue: uno dos tres, uahid ithnan thalatha, un deux trois, muchas gracias, chiquita muchachos, zao an, good morning, buenos dias, buenas noches, au revoir… Coi bambini che vengono da altri paesi e non capiscono la nostra lingua è un po’ difficile fare amicizia subito. Per fare in fretta amicizia, si gioca a “nascondino” a “rialzo” a “strega tocca colore” perché questi giochi si imparano presto. È difficile andare sempre tutti d’accordo perché ognuno ha il suo carattere e certe volte ognuno vuole restare nel suo pensiero, nella sua decisione. Si riesce ad andare d’accordo quando a turno si fa quello che vuole ciascuno. Qualcuno di noi vuole fare subito quello che gli piace, se no si arrabbia e sembra quasi che riceva un dispetto. Qualche altro riesce ad aspettare e ad accontentarsi del turno. Francesca - Natalie - Shi Ce Il progetto “LITOS” (Lingua Torino Stranieri) Si è trattato di una Ricerca/Azione, oggi conclusa, di formazione degli insegnanti che ha consentito di sviluppare conoscenze e competenze intorno al tema del bilinguismo. Un gruppo di insegnanti, impegnati sul campo in scuole con alta frequenza di alunni stranieri, si è trasformato in 26 S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino équipe di Ricerca/Azione con il coordinamento di chi scrive e il supporto dell’esperto prof. Arturo Tosi. Sono state condotte tre indagini: • • • un’inchiesta sulle abitudini e aspirazioni linguistiche delle famiglie degli allievi stranieri; una ricerca-gioco sulle lingue parlate a casa e a scuola dai ragazzi nelle classi multiculturali; una costruzione e applicazione guidata del Profilo Bilingue Millepunti, strumento di osservazione del bilinguismo (o diglossia) degli allievi stranieri. Gli strumenti elaborati e le indagini condotte dagli stessi insegnantiricercatori, hanno condotto ad una elaborazione dei risultati che è stata pubblicata nel libro “Dalla madrelingua all’italiano”, ma soprattutto hanno dato luogo ad un’intensa e variegata innovazione didattica oltre che a una elevata crescita professionale dei docenti partecipanti. In generale, la progettazione didattica per l’insegnamento dell’italiano agli alunni di lingua nativa non italiana segue ora un approccio attento a valorizzare e rispettare il bilinguismo dei ragazzi. Ricordo quando più di dieci anni or sono gli insegnanti descrivevano con imperizia gli allievi neoarrivati come chi “non sa l’italiano”, “non parla”. Oggi la descrizione è del tipo “dice poche parole in italiano”, “capisce l’italiano ma parla solo marocchino con i compagni”, “a casa parla cinese con la mamma e italiano con i fratelli”. Un esempio eloquente di questo approccio è il libretto “Benvenuta/Benvenuto”. Progetto “Benvenuta/Benvenuto” È un progetto di produzione di materiali didattici da sperimentare in classe, coordinato da Marcella Ciari, che ha come base un libretto per l’apprendimento iniziale della lingua italiana in 11 versioni bilingue: italiano e albanese, arabo, cinese, francese, greco, inglese, portoghese, rumeno, russo, spagnolo, tedesco. Sono anche disponibili due audiocassette bilingue: italiano-arabo e italiano-cinese. Il libretto è un supporto all’apprendimento lessicale di base e alla costruzione delle prime e più esemplari frasi della lingua italiana. Viene offerto agli allievi neo-arrivati, ai loro insegnanti e ai loro genitori. È stampato a caratteri grandi e illustrato con disegni appropriati. Accanto ad ogni parola o frase in italiano, presenta la versione parallela in una lingua d’origine, non per richiedere un impegno traduttivo o di “doppia” alfabetizzazione (bilingue), ma per esprimere un segnale di attenzione e di interesse verso la lingua e la cultura dei nuovi arrivati e dare spunto a possibili percorsi didattici interculturali. Esperienze interessanti sono in corso di realizzazione, ad esempio nelle classi ove sono presenti allievi di 27 S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino diverse provenienze e ciascuno utilizza il libretto nella versione che presenta - accanto all’italiano - la propria lingua nativa. I campi semantico-lessicali sono quelli tipici di un corso di lingua per allievi principianti: la città, la scuola, il mercato, la stazione ferroviaria, l’alfabeto, i numeri, le monete, la biblioteca, il museo, la palestra, la festa, il parco, il consiglio comunale, il ristorante. Ma il carattere specifico dello strumento è insito nel suo riferirsi ad ambienti palesemente torinesi, e in questo capaci di evocare vissuti reali o di indirizzare alla scoperta di luoghi e persone concreti (piazza Castello, la Mole Antonelliana, il Museo Egizio, la stazione di Porta Nuova, le cartine geografiche dell’Italia e del Piemonte e la pianta topografica della città). La valutazione degli allievi e dell’insegnamento e la pedagogia dell’errore L’educazione linguistica e l’alfabetizzazione in lettura e scrittura, hanno richiesto una scelta pedagogica e didattica particolare per affrontare la questione dell’errore. L’errore, inteso come indice di un processo mentale, può fornire al docente informazioni preziose su quali siano le difficoltà fonetiche, lessicali o morfosintattiche per un allievo che apprende la L2: di conseguenza costituisce una base per la valutazione dei processi di apprendimento e per la conseguente ideazione di interventi didattici appropriati. L’errore, inoltre, pare svolgere un ruolo attivo nella motivazione all’apprendimento, quando l’allievo viene sostenuto nel percorso metacognitivo che ne favorisce la consapevolezza, ad esempio con l’ausilio di una semplice videoscrittura proiettata dallo schermo di un computer. Accanto all’analisi degli errori degli allievi, il gruppo di lavoro interscuola ha recentemente avviato l’analisi delle difficoltà di insegnamento, mediante racconti di esperienze e relative discussioni guidate. Si è iniziato dal tema della cosiddetta “fossilizzazione” nello sviluppo linguistico degli allievi. Il fenomeno di arresto dell’evolversi delle competenze linguistiche attive e passive, negli allievi presenti in Italia da parecchi mesi o da più di un anno, ha preoccupato molto gli insegnanti più sensibili. Essi non considerano sufficiente una buona competenza linguistico-comunicativa: rinhiedono all’allievo una competenza linguistica idonea allo studio delle diverse discipline. Risulta allora molto formativo aiutare gli insegnanti ad analizzare l’interazione verbale tra docente e allievo nel corso di lezioni collettive o individuali e documentare le difficoltà di comprensione o gli ostacoli veri e propri nella lettura dei testi da studiare. Gli insegnanti - in questo modo - diventano consapevoli delle difficoltà e degli impedimenti incontrati dagli allievi nelle loro strategie cognitive e 28 S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino risultano predisposti a una formazione più specialistica in ordine al miglioramento delle proprie strategie di insegnamento. Il CD-ROM “L’italiano a portata di mano” Le scuole multiculturali in Europa sono chiamate a elaborare i loro programmi educativi in base ad una lettura attenta del territorio e ad un consapevole dibattito fra le diverse componenti: insegnanti, capo d’istituto, genitori degli allievi, operatori socio-culturali locali. Il CD-ROM è stato costruito per fornire informazioni e sostenere le analisi del fenomeno plurilingue, e suggerire percorsi educativo-didattici confrontati con alcuni importanti studi sul bilinguismo. Verrà prossimamente offerto alle scuole per la formazione continua degli insegnanti al fine di favorire la programmazione collegiale e l’inserimento della didattica della L2 nel curricolo di italiano per tutti. La dimensione internazionale del progetto LITOS ha evidenziato aspetti specifici nella comparazione con le pratiche di altri paesi; per questo motivo i risultati fino ad ora ottenuti verranno inseriti nel catalogo europeo Eurosdice, come uno degli esempi segnalati dal Ministero della Pubblica Istruzione italiano fra le esperienze più organiche di educazione interculturale. NOTE: Le CIDISS a réalisé des projets d’innovation et d’expérimentation qui ont donnés lieu à du matériel didactique particulier utilisé dans les écoles et au cours des stages de formation des enseignants. Nous en signalons certains: • • • • fiche “Ascolto e penso” (J’écoute et je pense) pour l’éducation à l’écoute et au parlé; anthologie de récits écrits et illustrés par les enfants en italien et en d’autres langues; le livret “Benvenuta/Benvenuto” (Bienvenue/Bienvenu) pour l’apprentissage de l’italien L2, selon une approche bilingue, en 11 versions: italien et albanais, arabe, chinois, français, grec, anglais, portugais, roumain, russe, espagnol, allemand; CD-rom “L’italiano a portata di mano” (L’italien à portée de main) - projet LITOS (Lingua Torino Stranieri) pour l’élaboration des projets d’éducation linguistique des écoles et la formation enseignants, responsables de l’éducation, parents. Riferimenti bibliografici Ciari, M. 1998. Benvenuta/Benvenuto (quaderno operativo per l’allievo e la sua classe), CIDISS, Torino. I ragazzi di Torino. 1997. Tante storie tante lingue tante culture, Marcello Terzuolo Editore, Torino. Insegnanti delle scuole sperimentali. 2000. Ascolto e Penso (schede didattiche), CIDISS, Torino (in stampa). 29 S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino Mosca, S. 1995. “Le voci dell’educazione interculturale”, in Scuola Democratica, Le Monnier, Firenze, n° 1/2/3. Tosi, A. 1995. Dalla madrelingua all’italiano, La Nuova Italia, Firenze. Tosi, A. e Mosca, S. 1997. Le lezioni della diversità, Eurelle Edizioni, Torino. 30