L`educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino Contesto

Transcript

L`educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino Contesto
Education et Sociétés Plurilingues n°8-juin 2000
L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino
Silvana MOSCA
Le contexte démographique de la ville de Turin présente une immigration récente en
rapide augmentation ces dix dernières années. Sur un total d’environ 900.000 habitants,
on estime les étrangers entre 35 000 et 40 000 (y compris les sans-papiers). Les données
les plus récentes signalent 4 620 élèves de langue native non italienne, dont 43,7% sont
âgés de 6 à 10 ans. Les élèves étrangers qui viennent d’arriver sont insérés dès le
premier jour d’école dans les classes ordinaires, en vertu de la législation nationale (Loi
40/98). A Turin, les écoles ayant un fort taux d’élèves étrangers sont dotées de
laboratoires d’italien L2 confiés à des enseignants spécialisés. Les élèves non
italophones fréquentent le laboratoire en petits groupes de même niveau linguistique en
italien, à raison de 1 ou 2 heures par jour. Les enseignants responsables du laboratoire et
ceux responsables de la classe programment ensemble les interventions didactiques pour
favoriser la continuité dans le développement éducatif des élèves. Les enseignants des
écoles multiculturelles fréquentent le Centre pour enseignants CIDISS qui offre des
cours de formation continue, du matériel didactique et des informations (voir la note en
fin d'article). Le projet de Turin est un projet pilote soutenu par le Ministère italien de
l’Education Nationale et a été inséré dans le catalogue européen EUROSDICE des
projets d’Education Interculturelle.
Torino's immigrant population has increased rapidly over the past ten years. Of a total
of ca. 900.000 inhabitants, foreigners are ca. 35 000-40 000 (including illegal entries).
Recent data noted 4 620 non native pupils, of whom 43,7% are from 6 t 10 years old.
Following national legislation (Law 40/98), the newly arrived foreign pupils are placed
from their very first day in the ordinary classes. In Torino, those schools with high rates
of foreign pupils have Italian-as-second-language laboratories run by specialized
teachers. The non Italian speakers go to the lab in same Italian language level groups for
sessions of 1-2 hours daily. The lab and main class teachers work together to insure
continuity. Teachers of these multicultural schools benefit from the Teachers' Centre
"CIDISS" that offers courses in further education, teaching materials and information.
The Torino project is a pilot project supported by the Italian Ministry of Education and
appears in the European EUROSDICE catalogue of Intercultural Education.
Contesto demografico
L’immigrazione dall’estero in Italia, in particolare dai paesi
extracomunitari, è iniziata in misura consistente negli anni tra il 1985 e il
1990. Le provenienze più frequenti sono dal Marocco, dalla Cina, dal Sud
America (Argentina, Perù, Brasile) e dall’Est Europa (Albania, Polonia,
Romania, ecc.). Nonostante si siano susseguite leggi di regolarizzazione nel
corso degli ultimi dieci anni, il numero dei privi di permesso di soggiorno è
ancora alto e numerosi e continui sono gli arrivi di nuovi immigrati.
Le città con le maggiori presenze sono al nord e al centro: Torino, Milano,
Bologna, Firenze, Roma. Gli immigrati sono sparsi in piccole quantità nelle
piccole città e nei piccoli paesi. La loro residenza è spesso instabile e il loro
S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino
progetto migratorio è incerto: molti vagano per anni in cerca di lavoro e di
casa, altri sognano di andare nei paesi più sviluppati in Europa o in
America e considerano l’Italia come un paese di passaggio.
La crescita del numero degli stranieri in Italia nell’arco degli ultimi dieci
anni è stata altissima. L’impatto è stato pertanto molto forte e l’incremento
non accenna a diminuire. Nelle scuole, nel 1989 il numero di alunni
stranieri era di 23.000, nel 1999 era di 85.000. I dati di Torino presentano
le seguenti percentuali. Su un totale di circa 900.000 abitanti, gli stranieri
sono intorno a 35.000/40.000. I dati più recenti relativi agli alunni stranieri
nelle scuole di Torino (1999) sono:
Scuola materna (3-5 anni)
Scuola elementare (6-10 anni)
Scuola media (11-13 anni)
Scuola superiore (14-18 anni)
Totale
1.094 (23,7%)
2.018 (43,7%)
1.028 (22,3%)
480 (10,3%)
4.620 (100%)
L’incremento dal 1989 al 1998 è stato da 396 a 4.620 alunni. Questo rapido
e incessante afflusso ha richiesto un grosso impegno di cambiamento e
adattamento che è stato per certi versi benefico perché ha condotto a
sperimentazioni e innovazioni piuttosto interessanti e qualificate nelle
scuole e nei servizi.
Il contesto istituzionale
La normativa nazionale (leggi e circolari) assicura a tutti i minorenni
stranieri residenti nel territorio nazionale il diritto all’istruzione nelle scuole
e nelle classi comuni. Non sono presenti classi d’accoglienza o classi
differenziali: ogni allievo straniero, anche se neo-arrivato, è inserito fin dal
primo giorno nelle classi comuni. Nelle scuole ove è presente un numero
elevato di allievi di lingua nativa non italiana è spesso presente un
insegnante aggiunto per l’aiuto all’apprendimento della L2. Nella
situazione torinese l’insegnante aggiunto conduce solitamente un
laboratorio di italiano L2 per gli alunni neo-arrivati e promuove attività di
educazione interculturale per tutta la scuola. Gli alunni stranieri
frequentano il laboratorio di L2 a piccoli gruppi, di solito omogenei rispetto
al livello di competenza linguistica in italiano ed eterogenei rispetto alla
lingua d’origine.
Vi sono tre grandi tipologie di allievi che si differenziano rispetto al
background scolastico e linguistico: allievi che hanno frequentato per
alcuni anni la scuola nel paese d’origine, allievi non alfabetizzati in lingua
d’origine, allievi nati in Italia (da genitori stranieri) che si iscrivono alla
scuola materna o ai primi anni di scuola elementare. Vi sono inoltre
22
S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino
differenze tra coloro che hanno fratelli maggiori o minori, che vivono in
famiglie allargate o ristrette, nelle quali si pratichino o meno la lingua
italiana, il dialetto o la lingua nativa o si alternino i due o tre tipi di
linguaggio.
Interventi generali
I bisogni educativi e linguistici degli allievi stranieri sono sempre frammisti
a bisogni sociali. Le scuole, d’altro lato, sono chiamate a rivedere alcuni
criteri pedagogici e organizzativi che sarebbero inadatti ad affrontare, ad
esempio, le richieste di una utenza così mobile ed eterogenea. Per far fronte
alle più generali ed immediate necessità, a Torino è stato allestito un
apposito Centro sperimentale, il C.I.D.I.S.S. (Centro Informazione
Documentazione Inserimento Scolastico Stranieri).
Il C.I.D.I.S.S. svolge sia funzioni di informazione e orientamento delle
famiglie con figli in età scolare, sia funzioni di consulenza e supporto
didattico (dirigenti scolastici, segretari di scuola, insegnanti). Il Centro si è
via via ampliato ed arricchito di documentazione del settore e costituisce il
supporto organizzativo, logistico e informativo di tutte le ricerche,
sperimentazioni didattiche, attività di formazione continua dei docenti di
cui si parla più avanti.
Attività nelle scuole
L’educazione linguistica di base avviene nella classe, con l’insegnante
come guida all’acquisizione della L2 e i compagni come modello. Ogni
allievo neo-arrivato frequenta anche il laboratorio di italiano L2 che è una
struttura didattica della scuola, al pari di altri laboratori come pittura,
scienze, informatica e simili. Vi è uno stretto collegamento tra classe e
laboratorio nella programmazione didattica e nella definizione reciproca
degli orari delle attività: ciò al fine di favorire un percorso unitario di
apprendimento da parte dell’alunno straniero. Scopo principale degli
interventi è assicurare opportunità reali di riuscita nella scuola a tutti gli
allievi.
Particolare attenzione viene posta all’inserimento socio-comunicativo nelle
classi e nella scuola, alle necessità di interventi socio-assistenziali, senza i
quali la dinamica insegnamento/apprendimento non potrebbe svilupparsi
pienamente. I piccoli gruppi (4/5) di alunni neo-arrivati o con difficoltà
provengono da diverse classi del 1° ciclo (6-7 anni) o del 2° ciclo (8-10
anni) o del 3° ciclo (scuola media 11-14 anni). Frequentano il laboratorio
per 1 o 2 ore al giorno, talvolta a giorni alterni, in base al livello di
competenza linguistica. I gruppi sono flessibili: quando un alunno
23
S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino
progredisce può passare al livello superiore o cessare la frequenza del
laboratorio.
Il laboratorio di italiano L2 è condotto da un insegnante specializzato nel
settore che non insegna in una classe. Il laboratorio è attrezzato con
materiale autoprodotto dagli insegnanti, con libri e schede reperiti nelle
librerie o forniti dal C.I.D.I.S.S. Gli insegnanti di laboraotorio delle scuole
con maggior numero di allievi stranieri partecipano a gruppi di
cooperazione e scambio di esperienze presso il C.I.D.I.S.S.. Le loro scuole
sono collegate in rete fra loro e con il C.I.D.I.S.S.; la rete è una forma di
collaborazione organizzativa fra istituzioni che facilita il reperimento di
informazioni e lo sviluppo di orientamenti educativi comuni e condivisi
nell’ambito della città. L’adesione partecipe dei capi d’istituto facilita a sua
volta la ripartizione delle affluenze degli allievi stranieri fra le scuole e
previene l’esclusione e l’emarginazione.
Le scuole realizzano molti progetti di educazione linguistica dal punto di
vista interculturale. Bambini, insegnanti, dirigenti scolastici e, talvolta,
genitori delle scuole multiculturali hanno saputo assumere, nel corso degli
anni, l’iniziativa e vivere con entusiasmo sia la didattica con i singoli
allievi sia la ricerca al fianco di esperti. Alcuni progetti hanno avuto una
dimensione internazionale e contributi dall’Unione Europea. Si illustrano,
qui di seguito, alcuni progetti e alcuni prodotti.
Dalle schede di “Ascolto e penso” all’antologia “Tante storie tante lingue
tante culture”
La didattica dell’educazione linguistica procede dalle prime attività di
ascolto, nelle quali l’insegnante e i compagni propongono modelli e
contenuti linguistici, verso le attività di produzione nelle quali gli allievi
sono sollecitati ad esprimere racconti, filastrocche, pensieri, suoni del
proprio vissuto vicino e lontano, comprese le parole e le frasi, i segni e i
suoni delle lingue d’origine.
Quando gli allievi neo-arrivati si presentano a scuola, l’atmosfera sociale e
linguistica della classe accoglie il nuovo alunno come un amico, accetta il
suo silenzio, propone situazioni di giochi o di attività nelle quali è
sufficiente essere presenti e collaborare a costruire, colorare, sfogliare o
leggere immagini. Dopo alcuni giorni viene redatto un piano educativo
individualizzato che descrive le competenze linguistiche attive e passive
dell’allievo ed esplora le potenzialità sociali e cognitive di ciascuno.
Vengono proposte schede graduate di ascolto e parlato - dossier “Ascolto e
penso” - utili ad affinare la discriminazione uditiva, ad allenare
24
S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino
l’articolazione fonica. Le schede presentano immagini da selezionare
rispetto a consegne molto semplici date dall’insegnante.
Questa attività di messa a punto della competenza linguistica iniziale si
svolge in laboratorio ed accompagna l’acquisizione naturale che avviene in
classe e nell’ambiente. L’appropriazione di intensi e vivi significati delle
parole e del discorso è assicurata dalla partecipazione linguistica nella
classe ed è precisata ed aiutata a trasformarsi in abilità nel laboratorio.
Comunemente gli alunni stranieri dimostrano una forte motivazione
all’apprendimento e un’alta consapevolezza delle proprie abilità
linguistiche in evoluzione.
La classe multietnica e multilingue alimenta le discussioni e le osservazioni
circa i confronti fra le lingue e le scritture, così come fra i contenuti e i
significati. Talvolta gli aspetti osservati sono consonanti e altre volte
dissonanti, ma sono sempre idonei a mantenere viva la curiosità e
l’apertura mentale, se l’insegnante sa far tesoro di tanta ricchezza.
L’educazione linguistica risulta efficace se sa coniugare la tecnica con la
conquista del senso. La classe, composta di allievi parlanti nativi e di
allievi stranieri, può diventare una comunità multilingue ed interculturale,
ad esempio con la costruzione di una antologia di racconti scritti e disegnati
da allievi di diverse provenienze. A Torino è stato realizzato un libro scritto
e illustrato da allievi di diverse scuole, che hanno praticato la formula
didattica del testo libero di Freinet. Una apposita commissione di esperti ha
selezionato i testi e i disegni. Ecco alcuni estratti.
Tante storie tante lingue tante culture
In Cina ci sono tante stelle.
In Italia ci sono poche stelle.
Non so perché: sono nello stesso mondo.
In cielo c’era la luna rossa, tanto grande.
Io la guardavo e lei mi seguiva.
Dall’aereo ho visto la luna: era rossa
e quando sono sceso l’ho vista bianca.
A Moghilev c’era sempre tanta neve.
D’inverno i bambini piccoli vengono portati a passeggio con carrozzine che, al
posto delle ruote, hanno i pattini come le slitte.
Noi bambini giocavamo tanto con le slitte e sci, perché la neve dura da
novembre ad aprile.
Una volta sono caduto dalla slitta e mi sono riempito la faccia di neve, e non
solo la faccia!
Quando era tanto tanto freddo, sui marciapiedi, dove la neve era più alta, la
pestavamo con i piedi e facevamo una lunga lastra di ghiaccio; poi ci
divertivamo a scivolare con i piedi!
25
S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino
Sovente, anche le signore, con le borse della spesa, si divertono a scivolarci
sopra.
Alcune volte cadevamo, allora io davo la mano alla mia mamma: scivolavamo
insieme e ci divertivamo molto!
Griscia
Avevo tre amiche e non ci separavamo mai.
Non pensavo di partire. Sono stata costretta a venire qua per il mio futuro.
Qui non mi piace stare, non ho amiche.
Credo che la causa sia perché non sono del loro paese, o perché non parlo la
lingua italiana.
Ma questa lingua la imparo presto perché so il francese.
Riguardo alla scuola, tutti gli insegnanti mi trattano con rispetto, ma ho notato
una grande differenza tra qui e il Marocco riguardo ai compagni.
Osservano tutto di me, specialmente quello che indosso. Ricordo con amarezza
che una volta avevo delle scarpe nere e ho sentito degli alunni italiani e uno
marocchino (non dico il nome) che dicevano: “Avete visto le scarpe di Fadua?”.
Quando sono entrata in classe tutti sono venuti a guardare le mie scarpe e
ridevano. C’era una ragazza che ha cominciato a spingermi per guardare le mie
scarpe. In quel momento mi sono detta fra me il proverbio: “Chi ride senza
motivi è stupido”.
In Marocco nessuno ride per quello che si indossa.
Però adesso le cose vanno meglio.
Fadua
È bello conoscere bambini di altri paesi. Impariamo parole in tante lingue: uno
dos tres, uahid ithnan thalatha, un deux trois, muchas gracias, chiquita
muchachos, zao an, good morning, buenos dias, buenas noches, au revoir…
Coi bambini che vengono da altri paesi e non capiscono la nostra lingua è un
po’ difficile fare amicizia subito.
Per fare in fretta amicizia, si gioca a “nascondino” a “rialzo” a “strega tocca
colore” perché questi giochi si imparano presto.
È difficile andare sempre tutti d’accordo perché ognuno ha il suo carattere e
certe volte ognuno vuole restare nel suo pensiero, nella sua decisione.
Si riesce ad andare d’accordo quando a turno si fa quello che vuole ciascuno.
Qualcuno di noi vuole fare subito quello che gli piace, se no si arrabbia e
sembra quasi che riceva un dispetto. Qualche altro riesce ad aspettare e ad
accontentarsi del turno.
Francesca - Natalie - Shi Ce
Il progetto “LITOS” (Lingua Torino Stranieri)
Si è trattato di una Ricerca/Azione, oggi conclusa, di formazione degli
insegnanti che ha consentito di sviluppare conoscenze e competenze
intorno al tema del bilinguismo. Un gruppo di insegnanti, impegnati sul
campo in scuole con alta frequenza di alunni stranieri, si è trasformato in
26
S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino
équipe di Ricerca/Azione con il coordinamento di chi scrive e il supporto
dell’esperto prof. Arturo Tosi. Sono state condotte tre indagini:
•
•
•
un’inchiesta sulle abitudini e aspirazioni linguistiche delle famiglie degli allievi
stranieri;
una ricerca-gioco sulle lingue parlate a casa e a scuola dai ragazzi nelle classi
multiculturali;
una costruzione e applicazione guidata del Profilo Bilingue Millepunti, strumento di
osservazione del bilinguismo (o diglossia) degli allievi stranieri.
Gli strumenti elaborati e le indagini condotte dagli stessi insegnantiricercatori, hanno condotto ad una elaborazione dei risultati che è stata
pubblicata nel libro “Dalla madrelingua all’italiano”, ma soprattutto hanno
dato luogo ad un’intensa e variegata innovazione didattica oltre che a una
elevata crescita professionale dei docenti partecipanti.
In generale, la progettazione didattica per l’insegnamento dell’italiano agli
alunni di lingua nativa non italiana segue ora un approccio attento a
valorizzare e rispettare il bilinguismo dei ragazzi. Ricordo quando più di
dieci anni or sono gli insegnanti descrivevano con imperizia gli allievi neoarrivati come chi “non sa l’italiano”, “non parla”. Oggi la descrizione è del
tipo “dice poche parole in italiano”, “capisce l’italiano ma parla solo
marocchino con i compagni”, “a casa parla cinese con la mamma e italiano
con i fratelli”. Un esempio eloquente di questo approccio è il libretto
“Benvenuta/Benvenuto”.
Progetto “Benvenuta/Benvenuto”
È un progetto di produzione di materiali didattici da sperimentare in classe,
coordinato da Marcella Ciari, che ha come base un libretto per
l’apprendimento iniziale della lingua italiana in 11 versioni bilingue:
italiano e albanese, arabo, cinese, francese, greco, inglese, portoghese,
rumeno, russo, spagnolo, tedesco. Sono anche disponibili due audiocassette bilingue: italiano-arabo e italiano-cinese. Il libretto è un supporto
all’apprendimento lessicale di base e alla costruzione delle prime e più
esemplari frasi della lingua italiana. Viene offerto agli allievi neo-arrivati,
ai loro insegnanti e ai loro genitori.
È stampato a caratteri grandi e illustrato con disegni appropriati. Accanto
ad ogni parola o frase in italiano, presenta la versione parallela in una
lingua d’origine, non per richiedere un impegno traduttivo o di “doppia”
alfabetizzazione (bilingue), ma per esprimere un segnale di attenzione e di
interesse verso la lingua e la cultura dei nuovi arrivati e dare spunto a
possibili percorsi didattici interculturali. Esperienze interessanti sono in
corso di realizzazione, ad esempio nelle classi ove sono presenti allievi di
27
S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino
diverse provenienze e ciascuno utilizza il libretto nella versione che
presenta - accanto all’italiano - la propria lingua nativa.
I campi semantico-lessicali sono quelli tipici di un corso di lingua per
allievi principianti: la città, la scuola, il mercato, la stazione ferroviaria,
l’alfabeto, i numeri, le monete, la biblioteca, il museo, la palestra, la festa,
il parco, il consiglio comunale, il ristorante. Ma il carattere specifico dello
strumento è insito nel suo riferirsi ad ambienti palesemente torinesi, e in
questo capaci di evocare vissuti reali o di indirizzare alla scoperta di luoghi
e persone concreti (piazza Castello, la Mole Antonelliana, il Museo Egizio,
la stazione di Porta Nuova, le cartine geografiche dell’Italia e del Piemonte
e la pianta topografica della città).
La valutazione degli allievi e dell’insegnamento e la pedagogia dell’errore
L’educazione linguistica e l’alfabetizzazione in lettura e scrittura, hanno
richiesto una scelta pedagogica e didattica particolare per affrontare la
questione dell’errore. L’errore, inteso come indice di un processo mentale,
può fornire al docente informazioni preziose su quali siano le difficoltà
fonetiche, lessicali o morfosintattiche per un allievo che apprende la L2: di
conseguenza costituisce una base per la valutazione dei processi di
apprendimento e per la conseguente ideazione di interventi didattici
appropriati. L’errore, inoltre, pare svolgere un ruolo attivo nella
motivazione all’apprendimento, quando l’allievo viene sostenuto nel
percorso metacognitivo che ne favorisce la consapevolezza, ad esempio
con l’ausilio di una semplice videoscrittura proiettata dallo schermo di un
computer.
Accanto all’analisi degli errori degli allievi, il gruppo di lavoro interscuola
ha recentemente avviato l’analisi delle difficoltà di insegnamento, mediante
racconti di esperienze e relative discussioni guidate. Si è iniziato dal tema
della cosiddetta “fossilizzazione” nello sviluppo linguistico degli allievi. Il
fenomeno di arresto dell’evolversi delle competenze linguistiche attive e
passive, negli allievi presenti in Italia da parecchi mesi o da più di un anno,
ha preoccupato molto gli insegnanti più sensibili. Essi non considerano
sufficiente una buona competenza linguistico-comunicativa: rinhiedono
all’allievo una competenza linguistica idonea allo studio delle diverse
discipline. Risulta allora molto formativo aiutare gli insegnanti ad
analizzare l’interazione verbale tra docente e allievo nel corso di lezioni
collettive o individuali e documentare le difficoltà di comprensione o gli
ostacoli veri e propri nella lettura dei testi da studiare.
Gli insegnanti - in questo modo - diventano consapevoli delle difficoltà e
degli impedimenti incontrati dagli allievi nelle loro strategie cognitive e
28
S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino
risultano predisposti a una formazione più specialistica in ordine al
miglioramento delle proprie strategie di insegnamento.
Il CD-ROM “L’italiano a portata di mano”
Le scuole multiculturali in Europa sono chiamate a elaborare i loro
programmi educativi in base ad una lettura attenta del territorio e ad un
consapevole dibattito fra le diverse componenti: insegnanti, capo d’istituto,
genitori degli allievi, operatori socio-culturali locali. Il CD-ROM è stato
costruito per fornire informazioni e sostenere le analisi del fenomeno
plurilingue, e suggerire percorsi educativo-didattici confrontati con alcuni
importanti studi sul bilinguismo. Verrà prossimamente offerto alle scuole
per la formazione continua degli insegnanti al fine di favorire la
programmazione collegiale e l’inserimento della didattica della L2 nel
curricolo di italiano per tutti.
La dimensione internazionale del progetto LITOS ha evidenziato aspetti
specifici nella comparazione con le pratiche di altri paesi; per questo
motivo i risultati fino ad ora ottenuti verranno inseriti nel catalogo europeo
Eurosdice, come uno degli esempi segnalati dal Ministero della Pubblica
Istruzione italiano fra le esperienze più organiche di educazione
interculturale.
NOTE:
Le CIDISS a réalisé des projets d’innovation et d’expérimentation qui ont donnés lieu à
du matériel didactique particulier utilisé dans les écoles et au cours des stages de
formation des enseignants. Nous en signalons certains:
•
•
•
•
fiche “Ascolto e penso” (J’écoute et je pense) pour l’éducation à l’écoute et au parlé;
anthologie de récits écrits et illustrés par les enfants en italien et en d’autres langues;
le livret “Benvenuta/Benvenuto” (Bienvenue/Bienvenu) pour l’apprentissage de
l’italien L2, selon une approche bilingue, en 11 versions: italien et albanais, arabe,
chinois, français, grec, anglais, portugais, roumain, russe, espagnol, allemand;
CD-rom “L’italiano a portata di mano” (L’italien à portée de main) - projet LITOS
(Lingua Torino Stranieri) pour l’élaboration des projets d’éducation linguistique des
écoles et la formation enseignants, responsables de l’éducation, parents.
Riferimenti bibliografici
Ciari, M. 1998. Benvenuta/Benvenuto (quaderno operativo per l’allievo e la sua classe),
CIDISS, Torino.
I ragazzi di Torino. 1997. Tante storie tante lingue tante culture, Marcello Terzuolo
Editore, Torino.
Insegnanti delle scuole sperimentali. 2000. Ascolto e Penso (schede didattiche),
CIDISS, Torino (in stampa).
29
S. Mosca, L’educazione linguistica dei figli di immigrati a Torino
Mosca, S. 1995. “Le voci dell’educazione interculturale”, in Scuola Democratica, Le
Monnier, Firenze, n° 1/2/3.
Tosi, A. 1995. Dalla madrelingua all’italiano, La Nuova Italia, Firenze.
Tosi, A. e Mosca, S. 1997. Le lezioni della diversità, Eurelle Edizioni, Torino.
30