Dal gesto al segno grafico - 2° Convegno Nazionale sulla Disgrafia
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Dal gesto al segno grafico - 2° Convegno Nazionale sulla Disgrafia
Dal gesto al segno grafico: un approccio sperimentale con bambini di 3-4 anni, per preparare alla scrittura SECONDA PARTE Valentina Valenti I dati precedentemente illustrati da Barbara Natali mettono in evidenza, che, se si segue una didattica finalizzata alla produzione di un gesto funzionale alla scrittura manuale, si possono ottenere gia a 3-4 anni risultati che ci esortano a proseguire in questa sperimentazione. Ma ciò che forse è altrettanto importante sottolineare è quanto sia facile e divertente per i bambini accrescere le loro competenze grafo-motorie in modo graduale, scoprendo loro stessi il significato di ciò che hanno sperimentato e il processo con cui l’hanno ottenuto. La scuola dell’infanzia è la scuola del fare, dell’agire, il bambino attraverso il gioco soddisfa una vasta serie di esigenze sociali, comunicative, esplorative, in una sola parola cognitive. Dalla pedagogia dell’ estetica del sé apprendiamo che tutto ciò che il bambino sperimenta attraverso il corpo arricchisce il suo curricolo implicito. È dunque molto facile per noi insegnanti inserire nelle esperienze quotidiane dei bambini attività mirate all’acquisizione di quei prerequisiti necessari per una buona scrittura manuale. Molte le attività di manipolazione, giochi motori e di motricità fine che si possono proporre, ma sin da subito si è reso necessario offrire ai bambini indicatori spaziali che li aiutassero a porre le giuste basi, a creare il giusto “solco” per eseguire un tracciato. Così nasce il signor Punto e, come vedremo dopo, la sig.a Freccia. . Nell’esecuzione di ogni tracciato, c’è sempre un punto di partenza e un punto d’arrivo, ma il primo passo che abbiamo compiuto è stato quello di arrivare al concetto di punto. Il contesto in cui i bambini hanno appreso, senza alcuna mediazione verbale da parte dell’insegnante, è l’osservazione delle azioni che si compiono e ciò che ne scaturisce nel tracciare un punto. Un foglio bianco su cui imprimere un’impronta del pennello e del pennarello spinge i bambini ad una loro interpretazione individuale dell’accaduto, ma anche ad una concettualizzazione condivisa da tutti di tale esperienza. 1 E’ un punto piccolo e giallo; è un punto grande e rosso! E’ nato il sig. Puntino e il sig. Puntone. Si crea cosi un legame affettivo con questo segno, evocato eventualmente anche da filastrocche inventate per ricordare ai bambini: “attento, bambino, tu parti da me!”. In seguito gli alunni discrimineranno il punto di arrivo, contrassegnato dal colore rosso come il semaforo. In questa fase di riconoscimento, abituiamo i bambini a compiere un gesto motorio di avvicinamento del “dito pennello” (dito indice) al punto, poi proporremo il gioco alla lavagna di “caccia al punto”, sovrapponendo uno stampino o un tappo imbevuto nella tempera a ogni punto precedentemente tracciato. Col punto iniziano le attività grafiche da seduti e dopo aver guidato i bambini ad una corretta postura, con mano scrivente con presa a 3 dita, con le altre 2 dita che “dormono” (mignolo e anulare piegati), eseguiamo tanti puntini con gomito appoggiato sul tavolo e una semplice flessione del polso, appoggiando la punta del pennarello sulla carta. Li invitiamo così a giocare graficamente col sig. Puntino, a riconoscerlo tra altri segni e a riprodurlo in modo delicato (“baci di mamma”), ad utilizzarlo in modo creativo come i divisionisti, e a giocare a catturarlo con giochi di coppia. Acquisito il concetto di punto, era necessario fare scoprire ai bambini l’ importanza di un altro segno convenzionale, che li orientasse e li guidasse nello spazio grafico: la freccia. La situazione in cui i bambini sperimentano il significato di questo segno è data da una stradina, in questo caso una striscia posta a terra che i bambini percorrono camminando. Essi conoscevano già il concetto di strada, poiché avevano scoperto le stradine invisibili delle loro mani. Con 29 bambini, subito si presenta facilmente una situazione di caos a cui è indispensabile mettere ordine. Essi capiscono che, per non scontrarsi, si devono dare un ordine, suggeriscono di mettere un punto di partenza, ma poi in che direzione andare? Arriva in soccorso ai bambini la signora Freccia che ci indica la direzione da 2 seguire e finalmente si può percorrere la strada senza rischi fino al punto d’arrivo. Nasce così Cartonia, il paese della sig.ra Carta: un mondo fatto di scatole di cartone e di stradine di carta che vanno in tutte le direzioni con punti e frecce che ci aiutano nel percorso. In questo modo, abbiamo posto le basi per eseguire tracciati grafici funzionali e per lasciare segni graficamente. Invitiamo quindi i bambini alla lavagna, per sperimentare ad esempio l’ unione di due linee ravvicinate e, in seguito, punti di colori diversi per l’arrivo e la partenza, mentre la sig.a Freccia indica la direzione del tracciato da eseguire. I bambini tracciano così linee rettilinee, accompagnando il gesto della mano col suono della voce, tenendo gli occhi fissi sul punto di arrivo. I tracciati iniziali privilegiati sono prima il tracciato verticale dall’ alto verso il basso, poi il tracciato orizzontale da sinistra verso destra, e quindi con le stesse modalità, all’interno di un riquadro, si esegue una croce, con stesse direzioni. Questi tracciati offriranno la base per realizzare successivamente in modo appropriato le lettere in stampato maiuscolo, contenenti linee verticali e orizzontali variamente combinate: ad esempio “L, I, T, E”, ecc. Dall’osservazione di immagini e di disegni di cristalli di neve, scopriamo che le linee possono essere combinate anche in maniera più complessa, con linee oblique. Analizzando come disegnare un fiocco con le linee oblique, le direzioni e gli spostamenti della mano sulla lavagna, subito i bambini colgono la differenza dall’eseguire, ad esempio, un tracciato rettilineo obliquo verso l’alto o verso il basso. Quindi giocando, con un po’ di allenamento, sperimentiamo le linee oblique che servono per formare una X, sempre partendo da sinistra all’ interno dei riquadri ed ecco, con molta semplicità, splendidi fiocchi di neve! Le linee che li compongono passano esattamente dal punto centrale, dove la croce viene sormontata dalla X. Queste linee sono la premessa per poi imparare ad eseguire le lettere in stampato maiuscolo con linee oblique, come ad esempio le lettere “A, V, N, Z”. 3 Naturalmente questo comporta che i bambini, in una fase parallela all’ esplorazione di questi nuovi tracciati, abbiano scoperto il concetto di centro, rispetto ad un bordo sia di un oggetto che di una figura, di un quadrato o di un cerchio. Analogamente, è altrettanto importante avviare i bambini a tracciati curvilinei che preludono al pregrafismo che prepara al corsivo. Allora tracciamo le onde del mare, prima alla lavagna in verticale, poi in orizzontale in piedi, quindi seduti. I bambini realizzano linee che rappresentano il mare calmo, mosso e in tempesta: gli strumenti cambiano, ma non l’attenzione per la presa e la postura. Elementi costanti sono sempre il punto, la freccia e ora il bordo superiore e inferiore del foglio, da cui non si dovrebbe uscire. Ci alleniamo in questo modo alle future righe del quaderno. L’acqua scende a valle incontrando massi e ciottoli: è il nostro tracciato con ostacoli, eseguito in piedi, dove ritroviamo sempre punto e freccia ad indicare il movimento. I giochi motori ad ostacoli di preparazione al tracciato hanno sicuramente favorito la consapevolezza dell’alternanza: sopra all’ostacolo, sotto all’ ostacolo, dunque del ritmo binario sopra - sotto. Prepariamo tra l’altro in questo modo i collegamenti tra le lettere in corsivo, terminando il tracciato con uno slancio verso l’alto. Un’altra scoperta importante è stata quella della spirale, partendo prima da un’attenta osservazione e manipolazione di chioccioline e ciclopi. L’esperienza motoria dello “spiraleggiare” col corpo e il giocare con le trottole su una superficie in cui rimane traccia del percorso dalla trottola pone l’attenzione dei bambini sull’impronta lasciata dal movimento, e così in seguito diventa più facile riprodurre il tracciato della spirale. Prima in una fase libera, poi all’interno di un cerchio, si parte dal punto centrale con un po’ di invito all’inizio del tracciato, prima alla lavagna, poi in orizzontale sul foglio, seguendo le indicazioni della freccia. I bambini imparano così a fare stradine curvilinee, circolari con movimento antiorario. Questa abilità, fa si che siano in grado di riprodurre con cura e facilità un famoso quadro: L’albero della vita di Klimt. Osservando la struttura dell’ albero, del nostro corpo e della foglia scopriamo poi una linea speciale, elemento molto importante: l’asse di simmetria. 4 Con la foglia, il corpo e il viso, i bambini scoprono quindi una linea invisibile che passa al centro della figura, dividendola esattamente a metà, poiché quello che c’e da una parte c’e anche dall’altra. Imparano così anche il nome delle parti: destra e sinistra. Ma al contempo un’esperienza significativa per i bambini è quella di scoprire il loro bordo, come confine del proprio corpo con lo spazio esterno, e della loro linea centrale che divide il corpo a metà, per poi creare la sagoma del loro corpo. Il giocare a “leggere” le linee e il numero delle linee che compongono braccia e gambe, li porta a maturare una maggiore consapevolezza della forma del proprio corpo e a rappresentarlo in modo completo e dettagliato, come è stato messo in evidenza dai dati della ricerca. Partendo da spunti concreti come palle o palloncini, si passa a ripassare un tracciato circolare alla lavagna, in modo funzionale, cercando di farlo più tondo possibile. Nel riquadro, il bimbo disegna il puntino comandino e traccia, in senso antiorario, un cerchio, accompagnando il gesto della mano con un suono lungo e morbido (ooooh!) fino al punto di chiusura. Poi chiediamo sempre: «È stato facile? Ti è piaciuto? Lo rifacciamo?». Questa modalità, farà crescere in loro la consapevolezza del loro saper fare. L’adulto offre semplicemente un modello motorio a livello grafico, a cui il bambino fa riferimento cercando di imitarlo, poi invita il bambino, al termine dell’ esecuzione, ad osservare il tracciato e ad autovalutarsi e a spiegare ciò che ha eseguito. Il cerchio diventa quindi la base per avviare al disegno del viso, rispettando la simmetria degli occhi, della bocca, delle orecchie, ecc. I salti della Rana Romualda, un pupazzo che i bambini hanno accudito e coccolato come se fosse in carne ed ossa, introduce ad un nuovo tracciato ad arcata verso l’alto e verso il basso. La fase motoria dello sperimentare col corpo il salto verso l’alto, cosi come il salto verso il basso, permette ai bambini di verbalizzare correttamente gli spostamenti e di tracciare poi il salto alla lavagna, partendo da un punto su una linea orizzontale, con movimento “su dritto, curva, giù dritto” fino alla linea, saltando l’ostacolo. Quindi il tracciato viene eseguito senza ostacolo, poi senza linea d’appoggio, all’interno di un riquadro, dovendola immaginare come se fosse invisibile, questo per sviluppare la 5 simmetria del punto di arrivo allineato con la partenza, imparando, con atteggiamento meta-cognitivo, a descrivere il processo del proprio operato e ad auto-correggersi nelle varie fasi. Questi tracciati con arcata verso il basso sono il preludio alla “n” e alla “m” in corsivo, mentre quelli a ghirlanda alla “u”, alla “t” e alla “i”, oltre a tutti i collegamenti tra lettere sul rigo di base del corsivo. Per l’acquisizione di tracciati curvilinei simmetrici, i bambini disegnano poi l’arcobaleno, prima liberamente, poi su una linea, eseguendo arcate da piccole e grandi, partendo da una linea rettilinea di base. Per le ali di farfalla, anche su assi di simmetria inclinate, i bambini tracciano arcate prima da una parte poi dall’altra, ponendo particolare attenzione alla curvilineità continua del tracciato e che il punto di partenza sia lo stesso del punto di arrivo, tenendo le due parti quanto più possibile uguali. In questo modo, si preparano i tracciati che favoriranno la successiva esecuzione di lettere in stampato maiuscolo contenenti elementi curvi o semicurvi, come ad esempio le lettere “C, D, B”, ecc. Offrendo stimoli graduali e costanti, partendo sempre dall’esperienza motoria e dall’osservazione della realtà, i bambini passano con disinvoltura a tracciati grafici di crescente complessità in modo giocoso, acquisendo una sempre maggiore consapevolezza e competenza del “saper fare”. Crediamo nella semplicità con cui, nella pratica quotidiana, i bambini possono fare esperienze di tracciati motori, funzionali per il successivo apprendimento della scrittura sia in stampato maiuscolo sia in corsivo. Crediamo nella capacità spontanea dei bambini di cogliere e di trovare gratificazione in ciò che hanno imparato, rendendoli consapevoli e partecipi del loro apprendimento. Ricordiamo che presso l’associazione O.N.L.U.S. Graficamente è disponibile un dvd video a complemento di questo intervento e di quello di Barbara Natali, con animazioni, riprese, interviste e contributi audiovisivi relativi alla sperimentazione di cui sopra. E’ possibile richiedere il dvd per email a [email protected] o telefonicamente al n. 0546 680045 6