alleanza cooperativa internazionale

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alleanza cooperativa internazionale
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ALLEANZA COOPERATIVA
INTERNAZIONALE (ACI) E IL CONSIGLIO
MONDIALE DELLE BANCHE DI CREDITO
COOPERATIVO (WOCCU)
Fonte:
Jack
Shaffer,
Historical
Dictionary
of
the
Cooperative Movement, The Scarecrow Press, Inc. Lanham,
Md., & London 1999.
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1. ALLEANZA COOPERATIVA INTERNAZIONALE (ACI)
Nel 1835 Robert Owen, considerato da molti il “padre” del
movimento cooperativo”, fondò l’Associazione di Tutte le Classi e di
Tutte le Nazioni, un primo tentativo di formare una organizzazione
internazionale connessa con la cooperazione. Gli articoli dello Statuto
dell’Associazione proponevano la fondazione di una organizzazione
cooperativa internazionale con ramificazioni in tutte le nazioni. L’idea di
Owen non ebbe un seguito imm ediato ed in molti dei settori che
riguardavano la cooperazione, le cose maturarono molto lentamente.
L’idea tornò a galla negli anni Sessanta dell’Ottocento come possiam o
notare dai seguenti eventi: Jean-Pierre Beluze propose la formazione di
una alleanza internazionale di cooperative (1866); le cooperative
Francesi tentarono senza successo di tenere un Congresso Cooperativ o
Internazionale in concomitanza con l’Esposizione Internazionale di
Parigi (1867); la sponsorizzazione internazionale e la partecipazione al
Congresso Cooperativo Britannico del 1869 contribuirono ad accrescere
l’interesse ad una rete internazionale. A partire dalla metà degli anni
Ottanta
dell’Ottocento
cominciarono
rapporti
seri
tra
i
movimenti
britannico e francese e gli scambi di visite tra i leader cooperativi di
queste due nazioni divennero un avvenimento ordinario. Edouard de
Boyve fu invitato a partecipare al Congresso Britannico del 1886 a
Plymouth, dove venne sottolineata, da parte dei delegati, l’esigenza di
stabilire relazioni organiche tra i cooperatori delle diverse nazioni. In
seguito discussioni furono intraprese a livello inform ale da un gruppo
ristretto di partecipanti che com prendeva Edward Vansittart Neale,
Edward Owen Greening, Edouard de Boyve e Charles Gide, che insiem e
cercarono
di
far
diventare
realtà
il
loro
sogno
di
una
struttura
internazionale.
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Nell’Agosto
del
1895
fu
tenuto
a
Londra
un
Congresso
Cooperativo Internazionale che aveva come unico e chiaro obiettiv o
l’internazionalizzazione del m ovimento cooperativo. Circa 200 delegati
(la maggior parte provenienti dalla stessa Gran Bretagna) di vari gruppi
cooperativi
di
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Paesi—Argentina,
Australia,
Belgio,
Danim arca,
Francia, Olanda, Ungheria, India, Italia, Russia, Serbia, Regno Unito e
Stati Uniti (che erano rappresentati da tre delegati e cinque ospiti)—si
incontrarono
Lunedì
19
Agosto
per
una
settimana
di
lavoro
e
socializzazione. Chiaram ente lo scopo principale dell’incontro fu la
fondazione di una organizzazione, ma il programma prevedeva anche
altre importanti attività. Innanzitutto c’era necessità di conoscersi.
Inoltre bisognava stabilire specificatamente le necessità dei quattro
settori principali della cooperazione—Agricoltura, Consumi, Credito e
Produzione
Lavoro—e
considerare
prospettiva internazionale.
i
rispettivi
problemi
in
una
Bisognava anche esprimere una vision e
com une sulla natura e sul futuro della cooperazione.
Le sessioni del Congresso, presiedute da Earl Grey, furon o
plenarie, in modo che tutti i delegati potessero partecipare a tutte le
discussioni. Edward Owen Greening impostò gli argomenti chiave del
Congresso presentando le tesi principali che si sarebbero cristallizzate
intorno ad una serie di risoluzioni. La prima di queste fu:
«Che le organizzazioni e gli individui che hanno aderito lo hanno
fatto in prospettiva della costitu zione dell’Alleanza Cooperativa
Internazionale, per continuare l’opera iniziata da Edward Vansittart
Neale e dai suoi soci».
Le altre risoluzioni definivano gli obiettivi dell’Alleanza e la natur a
dell’associazione, ne dichiaravano la neutralità in materia religiosa e
politica, stabilivano una Commissione Centrale e rimandavano al
congresso
successivo
l’organizzazione
dettagliata
delle
attività
dell’Alleanza.
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Fu eletta la prim a Commissione Centrale con rappresentanti
provenienti da Belgio (2), Francia (3), Germania (1), Italia (2), Regno
Unito (6) e Stati Uniti (1). Venne eletto anche l’Ufficio Esecutivo (in
seguito Comitato) con i seguenti membri: Earl Grey come presidente,
J.W .W olff come tesoriere, E.O. Greening e J.C.Gray come segretari e
Aneurin W illiams come assistente ai segretari. Tutte le cariche furono
rivestite da rappresentanti inglesi, una situazione che continuò fino agli
anni Venti del Novecento a causa del particolare supporto fornito dalle
cooperative
e
dai
leader
inglesi
e
dei
problemi
di
costo
degli
spostamenti di un gruppo di rappresentanti di tutte le nazioni.
I Congressi successivi—Parigi (1896), Delft (1897), Parigi (1900),
Manchester (1902), Budapest (1904), Crem ona (1907) e Amburgo
(1910)—videro l’appena costituita ICA affrontare la stesura di una
costituzione e di altre regole, sotto la guida di decisioni pragmatiche,
che riflettevano la necessità di unità più che di purezza ideologica.
Comunque i dibattiti sulla divisione dei profitti, la relativa importanza
della produzione nelle cooperative di consum o, il ruolo del supporto
statale per lo sviluppo cooperativo, le relazioni con altre organizzazioni
internazionali e altri argomenti identificarono nette differenze, che
portarono molte società agricole, di credito e di produzione lavoro a
ritirarsi. Le decisioni principali riguardarono l’associazione ICA, che
inizialmente era aperta sia a singoli individui che ad organizzazioni e
che, in seguito, fu gradualm ente limitata alle sole organizzazioni in
vista di poter diventare davvero una unione di federazioni cooperativ e
nazionali.
Al Congresso di Glasgow del 1913 furono discussi due tem i
fondamentali: il crescente sentore di una guerra imminente in Europa e
il ruolo delle cooperative e dei cooperatori nel prevenirla e la necessità
di un gruppo di funzionari stipendiati a tem po pieno. Fu votata
all’unanimità e con entusiasmo una Risoluzione di Pace, costruita sull e
dichiarazioni
precedenti
della
Commissione
Esecutiva
e
dell a
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Commissione Centrale. Henry Ma y fu nominato segretario generale,
dando avvio ad un’era nella quale i direttori dell’ICA avrebbero rivestito
un ruolo guida nel pensiero e nelle attività dell’Alleanza, aumentand o
considerevolmente il lavoro svolto dai funzionari eletti. Si dovette
aspettare il 1921 per il Congresso successivo, a causa dello scoppio
della
Prima
Guerra
Mondiale,
della
successiva
ricostruzione
e
riconciliazione all’interno del m ovimento cooperativo.
Al Congresso di Glasgow tra i partecipanti era stato deciso anche
che la Commissione Esecutiva avrebbe dovuto includere rappresentanti
provenienti da più di una nazione. Ma, a causa della guerra, alle
Commissioni Esecutiva e Centrale risultò difficile potersi incontrare e,
di conseguenza, i rappresentanti che avevano presieduto il congresso
nel 1913 rim asero gli stessi fino al 1921.
all’Alleanza
furono,
in
realtà,
favorite
dal
Le decisioni relative
fatto
che
i
funzionari
provenivano tutti dallo stesso paese. Questa fu la ragione per la quale
l’ICA riuscì a sopravvivere alla guerra. I leader non dovettero affrontare
le rivalità e il risentimento dei Paesi coinvolti drasticamente nella
guerra.
Durante
il
periodo
di
guerra
anche
le
relazioni,
precedentemente armoniose, tra cooperative e sindacati peggiorarono
significativamente, a causa delle diverse pressioni economiche su
ognuno dei gruppi.
Nonostante tutto, durante la prima guerra m ondiale l’Alleanza
rim ase attiva su linee nazionali. La rivista International Coopérative
Bulletin continuò ad essere pubblicata nelle edizioni Inglese, Frances e
e Tedesca. Molti m ovimenti cooperativi emersero rafforzati dalla guerra,
fornendo servizi di base ai consum atori in tem pi difficili e grazie alla
stima pubblica che avevano acquisito con i loro servizi ai cittadini ed ai
governi. Inoltre la Risoluzione di Pace si rivelò essere un im portante
punto
di
unione
per
i
cooperatori
una
volta
che
le
passioni
nazionalistiche si furono raffreddate.
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Nel dopoguerra l’Alleanza dovette relazionarsi con le nuove
strutture internazionali emerse dalla guerra, la Lega delle Nazioni e l a
ILO. Nel secondo caso le relazioni furono considerevolmente facilitate
dal fatto che fu nominato presidente della ILO il leader cooperativo
francese Albert Thom as, che stabilì, all’interno dell’organizzazione, un
Servizio Cooperativo per offrire assistenza alla cooperazione. Thomas
continuò a frequentare gli incontri dell’Alleanza come rappresentant e
delle cooperative francesi. Egli presiedette anche una commissione
della ILO, alla quale partecipò anche l’ICA, volta a costruire le relazioni
tra le cooperative di consumo e quelle agricole.
Un problema nuovo per il movim ento internazionale emerse con il
collasso dell’Impero Russo e l’emergere dell’Unione delle Repubbliche
Socialiste Sovietiche (URSS),
che
cercò presto di
nazionalizzare
l’industria e di posizionare le cooperative nel contesto del socialismo e
dell’economia centralmente pianificata.
La Commissione Centrale dell’Alleanza si riunì a Ginevra nel 1920
per
la
prima
discussero
volta
vari
dallo
problemi
scoppio
politici
della
e
guerra.
costituzionali.
I
rappresentanti
Gli
argomenti
costituzionali includevano il cam biam ento delle regole di associazione
per tener conto delle nuove e diverse nazioni, nuovi regolamenti per
l’elezione e la composizione delle Commissioni Centrale ed Esecutiva,
e nuove regole per il pagamento delle quote. I problemi politici
riguardavano il modo in cui affrontare lo scambio di beni e persone a
livello internazionale, in m odo da evitare quegli abusi che aveva
causato i conflitti di potere e la guerra. La Commissione decise di
tenere un Congresso a Basilea nel 1921 e in esso affrontare ulteriori
questioni in materia politica e costituzionale. Non fu una coincidenza
che entrambi questi incontri furono tenuti in Svizzera, un Paese rimast o
neutrale alla guerra.
Anche se il Congresso dell’Alleanza era stato, sin dalla sua
nascita nel 1895, l’organo di governo e tale era dichiarato nella
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costituzione, negli anni tra le due guerre furono
le Commissioni
Esecutiva e Centrale ad acquisire grande im portanza. Le Commissioni
divennero gli organi di proposta della politica organizzativa, ma tutti i
cam biam enti dovevano essere comunque approvati dal Congresso.
Il
Congresso
di
Basilea
(1921)
affrontò
principalmente
la
necessità di adattare l’organizzazione alla luce del nuovo panoram a
mondiale che la circondava. Fu discussa una nuova politica economica,
fu reiterato il supporto alla Risoluzione di Pace del Congresso di
Glasgow, e fu rivolto un appello ai sindacati affinché riconoscessero
che
le
due
tipologie
di
organizzazioni
avevano
obiettivi
fondamentalmente simili. Una controversia sui requisiti per diventare
soci dell’Alleanza costrinse i partecipanti a scegliere tra le propost e
della Commissione Centrale e quelle della Commissione Esecutiva. Il
governo dell’Unione Sovietica era stato fortem ente coinvolto nelle
decisioni del Centrosoyus, e questo innescò un dibattito su quanto
questo movim ento potesse essere ancora considerato popolare o se
non fosse, invece, totalm ente parastatale. Il Congresso mise ai voti la
decisione di far rimanere il Centroso yus all’interno dell’Alleanza o
meno, decidendo a favore della tesi della Commissione Esecutiva che
voleva mantenere il Centrosoyus come socio. Al termine del Congresso
fu eletta la prima Commissione Esecutiva Internazionale.
Il Congresso di Basilea diede vita a tre “Corpi Specializzati”.
I
Corpi Specializzati dell’Alleanza avevano la funzione di unificare i vari
settori cooperativi delle diverse nazioni. Essi avevano obiettivi più
mirati
di
quelli
inform azioni
su
dell’intera
organizzazione
e
potevano
ricevere
materie specifiche relative a singole tipologie di
cooperative. I tre Corpi Specializzati fondati a Basilea furono la
Commissione Cooperativa Bancaria Internazionale, la Commission e
Cooperativa
Internazionale
di
Assicurazioni
e
la
Commissione
Internazionale Cooperative Femminili. La Commissione Bancaria avev a
lo scopo primario di creare una banca cooperativa internazionale, la
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Commissione Assicurativa operò per uno scambio di informazioni e di
esperienze tra le cooperative di assicurazioni delle varie nazioni, e l a
Commissione Fem minile cercò di organizzare e riunire le donne di tutt o
il mondo che lavoravano all’interno di strutture cooperative. Durante il
Congresso di Ghent (Belgio) del 1924 la Commissione Femminile fu
sostituita dal Sindacato Internazionale Cooperative Femminili.
Al tempo del Congresso di Basilea, in Italia era salito al potere il
Fascism o. Nonostante gli sforzi dell’Alleanza ed i tentativi di fare
pressione sul governo, le cooperative italiane furono decisament e
private di potere e subirono grosse perdite nel numero di associati e nei
finanziamenti.
Nel 1923 la Com missione Esecutiva dichiarò la prima Giornata
Ufficiale delle Cooperative, da celebrare il primo Sabato di Luglio.
Fu
deciso che sarebbe stato un giorno nel quale le cooperative dell’intero
globo terrestre avrebbero celebrato e dim ostrato la loro solidarietà ai
non associati. Questo servì ad unificare i soci dell’Alleanza e le
cooperative di tutto il mondo in un momento nel quale i conflitti
nazionali
avevano
decisamente
alterato
le
relazioni
interne
dell’Alleanza. Nello stesso periodo l’Alleanza adottò formalmente la
Bandiera Arcobaleno come simbolo ufficiale.
A cominciare dagli anni ’20 i grandi problemi economici del mondo
sem brarono lasciare il passo ad una situazione migliore. Questo res e
possibile
nei
Congressi
di
Ghent
(1924)
e
Stoccolm a
(1927)
approfondire altre tematiche, come la riaffermazione della neutralità
dell’Alleanza
e
le
relazioni
inter-cooperative.
Il
crescente
rilievo
internazionale dell’Alleanza fu rivelato al Congresso di Ghent dalla
presenza, tra i partecipanti, di membri dei parlam enti e pubblici ufficiali
di 10 governi, così come di delegati di varie importanti organizzazioni
internazionali, inclusa la ILO. Una decisione importante durante il
Congresso di Stoccolma fu l’adozione di una risoluzione, tuttora in
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vigore, secondo la quale nessun Paese o unione di Paesi poteva
controllare più di un quinto dei voti totali del Congresso.
Un
altro
Corpo
Specializzato,
la
Società
Cooperativa
di
Distribuzione all’ingrosso (ICW S), fu fondato durante il Congresso di
Ghent. Proposta per la prima volta al Congresso di Basilea del 1921, la
Società
sarebbe
stata
un
mezzo
per
ricevere
informazioni
su
importazioni ed esportazioni dalle varie organizzazioni all’ingrosso del
mondo intero. La Società divenne attiva solo nel 1930.
Durante la stessa decade il tema della neutralità dell’Alleanza
acquisì una certa rilevanza. L’uso da parte della Russia dei contatti
internazionali del movim ento cooperativo per il fine di espandere l a
propaganda
comunista
cominciò
ad
essere
un
problema
per
gli
associati all’Alleanza di altri paesi. Fu per questo motivo che l a
Commissione Centrale adottò un memorandum nel 1925 che afferm av a
che
la
neutralità
politica
e
religiosa
avrebbe
dovuto
essere
regolamentata in tutte le attività dell’Alleanza. Attività non-neutrali e
interazioni
da
parte
di
organizzazioni
cooperative
nazionali
non
sarebbero potute essere regolamentate, ma considerate contrarie alla
buona fede. Questo fu l’inizio di un periodo di relazioni difficili tra le
Cooperative Sovietiche e l’Alleanza.
Alla fine degli anni ’20 vari mem bri dell’Alleanza cominciarono a
far presente che i principi cooperativi erano ormai sorpassati a causa
dei
drastici
cambiamenti
dell’am biente
economico
mondiale.
Al
Congresso di Vienna del 1930 fu riunita una Commissione Speciale per
rivedere i principi di Rochdale. Questo costituì un passo im portante
perché tali principi non erano stati modificati per oltre 90 anni.
La crisi economica del 1929 diede inizio ad un periodo di ostilit à
verso le cooperative da parte di com mercianti e industriali privati, una
ostilità che durò fino alla seconda guerra mondiale. Molti governi
dovettero
aumentare
le
tasse
o
includere
delle
cooperative
in
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regolamenti
commerciali
che
difendevano
gli
interessi
dei
grandi
capitalisti.
Sempre in questo periodo, in vari paesi i regimi totalitari stavano
drasticamente riducendo la libertà delle cooperative. In Germania, sotto
il partito Nazista, cominciarono a verificarsi i problemi che c’erano stati
in Italia con il Fascismo. Le cooperative dovettero subire aggressioni e
atti di violenza che venivano praticamente ignorati o condonati dalla
legge tedesca. La gran parte delle cooperative tedesche finirono per
sciogliersi o passare nelle mani di privati. Con l’avvento del Terzo
Reich le cooperative dovettero affrontare la persecuzione a causa del
loro carattere dem ocratico, ma anche per la loro azione ed importanza
economica.
Gli uffici cooperativi furono sequestrati e i leader dei
movimenti arrestati. L’edizione tedesca del Review of Internationa l
Cooperation,
che
veniva
pubblicata
ad
Amburgo,
term inò
le
pubblicazioni perché sembrava servisse solo ad aggravare le relazioni
con i Nazisti.
Una persecuzione di questo tipo cominciò anche in Austria, ad
ogni modo, l’ICA, rappresentata dal direttore Henry May, si prestasse a
sostegno dei cooperatori austriaci. May richiese imm ediatamente un
rapporto sulle condizioni delle cooperative in Austria. Nel 1934 egli
stesso si recò in Austria per chiedere clemenza per i due leader
dell’Alleanza che erano stati arrestati. Egli riuscì ad avere un incontro
con il cancelliere austriaco e chiarire obiettivi e ideologia delle
cooperative.
Il
cancelliere
riassicurò
May
che
il
controllo
delle
cooperative sarebbe tornato ai loro mem bri una volta stabilito che essi
non
erano
più
coinvolti
con
i
partiti
politici
di
opposizione.
Le
cooperative ruppero i loro legami politici e presto i rappresentanti
Austriaci
tornarono
a
far
parte
della
Commissione
Centrale.
Sfortunatamente l’autonomia del movimento cooperativo austriaco dur ò
solo fino al 1938 e all’occupazione tedesca.
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Nell’Unione Sovietica, con il decreto governativo del 29 settem br e
1935, le società cooperative di consumo dell’intera unione furon o
chiuse e le loro operazioni furono trasferite al dipartimento statale per il
commercio.
La
principale
organizzazione
di
importazioni,
il
Centrosoyus, perse la sua funzione a favore del dipartimento statale.
Nello stesso periodo molte personalità del movimento cooperativo
spagnolo furono costrette all’esilio per evitare la persecuzione del
nuovo governo reazionario. Il movim ento cooperativo in Spagna non si
distanziò pienamente dalle influenze governative e si riunì all’Alleanza
soltanto nel 1981, in seguito ad un cambio di governo ed al ritorno della
democrazia.
L’Alleanza vide minacciate la sua influenza internazionale e la
sua stessa libertà di esistenza. Il numero di associati dell’Alleanza subì
un drastico calo a causa delle dispute politiche e delle interferenze dei
governi in Spagna, Germania, Austria ed URSS. L’Alleanza dovett e
cominciare a contare solo sul supporto finanziario e politico di Francia
e Regno Unito.
L’accettazione di una ridefinizione dei principi ed il passaggio di
una risoluzione che specificasse il ruolo delle cooperative nei vari
sistemi economici, segnarono il Congresso di Parigi del 1937. La
Commissione Speciale form atasi a Vienna sette anni prima dichiarò
sette principi cooperativi fondam entali, i primi quattro dei quali eran o
obbligatori per tutte le cooperative. I sette principi erano: l’apertura
dell’associazione,
il
controllo
democratico,
il
ristorno,
l’interesse
limitato sui capitali, la neutralità politica e religiosa, i pagamenti in
contanti
e
l’educazione.
raccom andabili,
ma
non
Altri
due
fondamentali.
principi
Si
furono
trattava
considerati
dell’obbligo
di
scambio solo tra associati e delle partecipazioni di volontariato.
La risoluzione sul ruolo delle cooperative nelle diverse economie,
adottata al Congresso di Parigi, fu significativa perché rappresentò la
posizione dell’Alleanza imm ediatamente prima della guerra e fu una
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delle sue ultime attività ufficiali prima della Seconda Guerra Mondiale.
La risoluzione diceva:
La Cooperazione, come forma di espressione nella sua specifica
attività sociale, è possibile e necessaria in tutti i sistemi politici ed
economici, anche se i suoi obiettivi e la sua importanza variano nei
diversi sistemi, principalmente in dipendenza del tipo di gruppi
sociali che sono andati al potere. Il movimento cooperativo in tutti i
sistemi economici richiede completa autonomia dell’attività sulla
base dei suoi propri principi e respinge tutti i tentativi di controll o
politico della sua attività. Il movimento cooperativo, nel caso in cui
si trovi ad operare all’interno di un’economia regolata, respinge
tutte le misure che tendono ad indebolire lo sviluppo nazionale e
internazionale
delle
sue
attività,
così
come
rifiuta
qualsiasi
tentativo di concentrare in un sistema economico socialista l ’intera
attività economica nelle mani di enti pubblici.
Durante gli ultimi anni della presidenza di Henry May l’ICA svolse
un ruolo attivo nell’opposizione alla guerra. Quando la guerra divenne
inevitabile, l’Alleanza lavorò per fornire supporto e protezione alle
cooperative. Nel 1939 May pubblicò quello che sarebbe stato il suo
ultimo
articolo
nel
giornale
dell’ICA
Review
of
International
Cooperation. L’articolo stabiliva i sei obiettivi dell’Alleanza nel periodo
di guerra e le sue aspirazioni per il futuro:
1.
Mantenere la comunicazione, e per quanto possibile, i contatti
personali con gli organizzatori delle nazioni affiliate;
2.
Continuare
le
pubblicazioni,
includendo
numeri
speciali
di
inform azioni ai m ovimenti nazionali in tempo di guerra;
3.
Preparare e organizzare l’intero piano di attività dell’ICA che
sarebbe stato attuato dopo la guerra;
12
Materiale stampato dal sito museo virtuale della cooperazione: www.movimentocooperativo.it
Questo materiale può essere liberamente distribuito e fotocopiato, citandone sempre la fonte
copyright 2004 - museo virtuale della cooperazione, tutti i diritti riservati
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4.
Cercare un accordo sui principi che avrebbero dovuto governare il
delicato periodo del dopoguerra, assicurando libertà, sicurezza e pace
universale;
5.
Determinare il contributo che sarebbe stato fornito dai moviment i
cooperativi organizzati alla realizzazione di tale programma;
6.
Iniziare una più intensa cam pagna di reclutamento di associati
all’ICA tra i movim enti cooperativi extra-europei.
Queste proposte ebbero grande rilevanza perché servirono da
guida all’Alleanza durante la guerra e, dopo la morte di Henry May ne l
1939, assicurarono l’unità nelle battaglia per la pace, la giustizia
sociale ed economica e l’espansione del movimento cooperativo.
Durante la seconda guerra mondiale le riunioni delle commissioni
dell’ICA furono cancellate. Agli associati non era possibile spostarsi i n
Gran Bretagna a causa di problemi di trasporto e comunicazione, e gli
incontri previsti in altri Paesi, furono cancellati per le stesse ragioni. Al
momento dello scoppio della guerra il presidente dell’ICA era il
finlandese Väinö Tanner. A causa dei conflitti tra Russia e Finlandia
egli si vide privato di ogni tipo di comunicazione con l’Alleanza. La sua
assenza e la morte di May lasciarono l’Alleanza priva di una leadership
delineata costituzionalmente. Questo rese necessaria la nomina di un
presidente tem poraneo, che avrebbe diretto l’ICA fino a quando la
Commissione Centrale non avesse potuto riunirsi di nuovo dopo la
guerra.
Oltre
ad
un
calo
drastico
partecipazione internazionale, il
dei
finanziamenti
e
della
presidente dovette registrare una
riduzione dei suoi dipendenti da venti a otto nel 1941. Ma nonostante
questi cambiamenti e queste com plicazioni, l’Alleanza resistette fin o
alla fine della guerra. Le riviste continuarono ad essere pubblicate,
com e aveva stabilito May, riportando contributi di numerosi Paesi,
inclusi Argentina, Australia, Belgio, Canada, Ceylon, China, Colombia,
Estonia, Finlandia, Francia, Germ ania, Gran Bretagna, Olanda, India,
13
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delle sue ultime attività ufficiali prima della Seconda Guerra Mondiale.
La risoluzione diceva:
La Cooperazione, come forma di espressione nella sua specifica
attività sociale, è possibile e necessaria in tutti i sistemi politici ed
economici, anche se i suoi obiettivi e la sua importanza variano nei
diversi sistemi, principalmente in dipendenza del tipo di gruppi
sociali che sono andati al potere. Il movimento cooperativo in tutti i
sistemi economici richiede completa autonomia dell’attività sulla
base dei suoi propri principi e respinge tutti i tentativi di controll o
politico della sua attività. Il movimento cooperativo, nel caso in cui
si trovi ad operare all’interno di un’economia regolata, respinge
tutte le misure che tendono ad indebolire lo sviluppo nazionale e
internazionale
delle
sue
attività,
così
come
rifiuta
qualsiasi
tentativo di concentrare in un sistema economico socialista l ’intera
attività economica nelle mani di enti pubblici.
Durante gli ultimi anni della presidenza di Henry May l’ICA svolse
un ruolo attivo nell’opposizione alla guerra. Quando la guerra divenne
inevitabile, l’Alleanza lavorò per fornire supporto e protezione alle
cooperative. Nel 1939 May pubblicò quello che sarebbe stato il suo
ultimo
articolo
nel
giornale
dell’ICA
Review
of
International
Cooperation. L’articolo stabiliva i sei obiettivi dell’Alleanza nel periodo
di guerra e le sue aspirazioni per il futuro:
1.
Mantenere la comunicazione, e per quanto possibile, i contatti
personali con gli organizzatori delle nazioni affiliate;
2.
Continuare
le
pubblicazioni,
includendo
numeri
speciali
di
inform azioni ai m ovimenti nazionali in tempo di guerra;
3.
Preparare e organizzare l’intero piano di attività dell’ICA che
sarebbe stato attuato dopo la guerra;
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1957.
L’obiettivo
della
Commissione
Internazionale
Cooperativa, ancora da raggiungere pienamente, era
della
Stamp a
quello di creare
una Casa Editrice Cooperativa Internazionale.
La Guerra Fredda cominciò a condizionare le attività dell’Alleanza
già alla fine degli anni ’40 e questa influenza continuò fino al collasso
dei regimi comunisti in Europa centrale e orientale tra il 1989 al 1990. I
conflitti politici tra oriente e occidente crearono una atmosfera di
sospetto e di sfiducia all’interno dell’Alleanza, che risultarono evidenti
nei Congressi di Praga (1948), Copenaghen (1951) e Parigi (1954). Il
Centrosoyus stava ottenendo un certo potere e, più che una voce
isolata, sembrava essersi posizionato a capo di
molti movimenti
cooperativi. I m embri occidentali dell’Alleanza temevano che, attraverso
questa crescita di influenza e come maggiore rappresentante orientale,
il Centrosoyus stesse cercando di guadagnare controllo sull’Alleanza.
Questi timori furono rafforzati dal tentativo del Centrosoyus, durante il
Congresso di Praga, di emendare 14 dei 35 articoli della costituzione
dell’Alleanza. Gli articoli che l’Unione Sovietica cercava di emendare
riguardavano i seguenti argomenti: la scelta del Russo come lingua
ufficiale
dell’Alleanza,
l’esclusione
dei
fascisti,
l’apertura
all’associazione di organizzazioni e individui che rispondevano alle
regole
dell’ICA
(nessun
tipo
particolare
di
organizzazione
fu
specificata), la creazione di un ufficio Amministrativo; un cambiamento
delle regole secondo il quale le decisioni del Congresso e della
Commissione Centrale avrebbero necessitato di una maggioranza di
due
terzi
per
essere
approvate
(in
opposizione
all’esistente
maggioranza sem plice); l’estensione della Commissione Esecutiva fino
a 22 membri (il doppio di quelli esistenti); e la nomina da parte dei due
maggiori movim enti cooperativi nazionali (che a quel tem po erano la
Gran Bretagna e l’Unione Sovietica) di due segretari generali. Nessuno
di
questi
emendamenti
fu
approvato,
ma
questi
conflitti
interni
causarono discussioni prolungate nei tre Congressi ed un ritardo
15
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nell’adozione della Risoluzione di Pace, l’unico articolo che era passat o
all’unanimità e senza ritardi in tutte le occasioni precedenti.
Al Congresso del 1951 di Copenaghen, sulla base di richieste
espresse durante il Congresso di Praga (1948), furono fondati ulteriori
corpi specializzati, la Commissione Internazionale di Abitazione e
quella
sulla
Cooperazione
Agricola.
La
Commissione
Agricola
fu
responsabile degli scambi agricoli all’interno dell’Alleanza e promosse
l’associazione delle varie organizzazioni agricole. La Commissione di
Abitazione contribuì a far
prendere consapevolezza dei problemi di
abitazione mondiali e richiese la collaborazione di tutte le categorie per
risolvere tali problemi.
Al Congresso di Copenaghen nacque anche la
Commissione per la Razionalizzazione della Distribuzione di Beni.
La
sua funzione era quella di mantenere bassi i costi e alta la competitività
nella distribuzione di beni all’interno di aree dove l’inflazione aveva
condizionato negativamente il tenore di vita.
Al Congresso di Parigi (1954) fu approvata una risoluzione storic a
sulla necessità di organizzare un fondo di sviluppo internazionale
dell’Alleanza. Per la prima volta una risoluzione stabiliva lo sviluppo
cooperativo come priorità dell’Alleanza. La risoluzione si proponev a
anche di definire ed identificare i paesi “sottosviluppati” che avrebbero
beneficiato dell’assistenza dell’Alleanza e richiese a tutti gli associati di
unirsi ai progetti di aiuto per tali paesi. Questa risoluzione innescò
dibattiti e discussioni che si sarebbero prolungati fino ai Congressi di
Stoccolm a
(1957),
Losanna
(1960)
e
Bournemouth
(1963),
ed
il
programma allora sviluppato è tuttora attivo e forte. Tale programma f u
sostenuto anche dalla Raccomandazione 127 della ILO del 1966, che
dichiarava le cooperative importante strumento di sviluppo economico,
sociale e culturale e richiedeva ai governi dei paesi in via di sviluppo di
riconoscerle ed utilizzarle com e tali. La prima regione a beneficiare del
fondo di sviluppo dell’Alleanza fu l’Asia sud-orientale.
16
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Fu
programmata
una
conferenza
regionale
per
l’Asia
sud-
orientale, che fu poi tenuta a Kuala Lum pur, in Malesia, nel 1958. Alla
conferenza i partecipanti furono in grado di scambiarsi informazioni sui
movimenti cooperativi presenti nell’area e sottolinearono la necessità di
un Ufficio Regionale. Questo ufficio sarebbe stato una filiale della
segreteria dell’ICA e si sarebbe occupato, non solo del supporto allo
sviluppo, ma di tutte le attività dell’Alleanza. L’Ufficio Regionale fu
fondato nel 1960 a Nuova Delhi, India.
Nel 1958 sorsero la Commissione per la Distribuzione al Dettaglio
ed il Gruppo di Ricerca, entrambi corpi specializzati dell’ICA. La
Commissione di Distribuzione si sarebbe occupata di sviluppare un a
politica di assortimento, di miglioramento dell’efficienza, delle vendit e
al dettaglio, di educazione e formazione del personale. Il Gruppo di
Ricerca
era
composto
da
rappresentanti
dei
dipartimenti
di
vari
movimenti cooperativi nazionali e sarebbe diventato un organo di
direzione per le ricerche su materie cooperative. Attualmente si chiama
Commissione di Ricerca.
Al Congresso di Bournemouth (1963) furono rivisti ulteriormente i
principi
cooperativi.
Si
decise
che
tali
principi
sarebbero
stati
presentati, nella nuova forma, al congresso successivo. Il 1963 segnò
l’apertura delle prime strutture petrolifere cooperative in Olanda, sotto
la bandiera della ICPA. Fu anche il primo dei cinque anni di direzione di
W illiam Gemmell Alexander.
Il 1965 segnò il settantesimo anniversario dell’Alleanza ed il
ventesimo delle Nazioni Unite. L’ONU lo dichiarò Anno Ufficiale della
Cooperazione e l’Alleanza richiese a tutti i suoi associati di offrire un
ringraziamento speciale all’ONU.
Come stabilito nel 1963 i principi cooperativi furono riformulati e
presentati al Congresso di Vienna (1966). Invece dei sette già esistenti,
il rapporto stabiliva la presenza di sei principi fondamentali. La
riformulazione tenne conto delle attività delle cooperative associate
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dell’Alleanza e dei modi in cui tali principi, che risalivano al 1937,
potevano essere modernizzati per riflette i ruoli e le responsabilità
correnti delle cooperative. I sei principi essenziali erano i seguenti:
associazione aperta e volontaria; organizzazione e amministrazione
democratica; limitata remunerazione del capitale versato; suddivisione
dell’utile tra gli associati in base a tre possibili priorità (ulteriore
sviluppo delle cooperative, servizi comuni o ristorno); educazione
cooperativa agli associati, allo staff, agli impiegati e al pubblico
generale; ed il dovere delle organizzazioni di cooperare attivamente a
tutti i livelli. Questi principi erano rimasti in sostanza gli stessi proposti
nel 1937, ma stavano lentamente diventando sem pre più orientati
all’azione e meno ideologici.
Nel 1966 l’Alleanza com prese che il fondo per lo sviluppo avrebb e
dovuto essere utilizzato in modo da dare un sostegno significativo ai
paesi in via di sviluppo. Nei dodici anni seguiti alla sua creazione, il
fondo era stato utilizzato principalmente per piccoli progetti. Questi
progetti continuarono ad essere sostenuti, m a il nuovo programma
dell’Alleanza prevedeva di investire in attività più ampie e significative
che avrebbero incoraggiato le cooperative nei paesi in via di sviluppo
con una strategia a lungo termine. L’Alleanza cominciò anche a
richiedere il sostegno di altre organizzazioni e ad incoraggiare gli
associati a contribuire con investimenti a progetti specifici. In quest o
modo si prevedeva che i contributi sarebbero stati più numerosi perché
gli associati avrebbero saputo in che cosa esattam ente si stava
investendo.
Nel
1968
l’Alleanza
aprì
le
porte
al
suo
secondo
Ufficio
Regionale, realizzato a Moshi, in Tanzania, per servire l’Africa centrale
e orientale. Questo ufficio, come quello per l’Asia sud-orientale,
sarebbe stato una estensione della segreteria dell’Alleanza, ma i n
questo caso le priorità sarebbero state l’assistenza tecnica e formativa,
la promozione dello scam bio e l’inf ormazione pubblica. L’apertura di un
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secondo Ufficio Regionale rafforzò le premesse di un futuro di continua
espansione per l’Alleanza. L’Ufficio Regionale per l’Africa centroorientale fu trasferito da Moshi a Nairobi, in Kenya, nel 1999.
Solo uno specifico argomento fu preparato per le deliberazioni del
Congresso
di
Amburgo
contem poranea.
(1969):
Furono
la
presentate
democrazia
tre
cooperativa
proposte,
ognun a
rappresentante una diversa visione, dal segretario dell’ICA, dall’Unione
Sovietica e da Francia e Svezia insieme. Le deliberazioni occuparono
una giornata intera del Congresso senza portare a termine la lista degl i
interventi richiesti alla discussione. Nonostante i punti di vista fossero
inizialmente diversi, il Congresso adottò una risoluzione che afferm ava:
La
democrazia
cooperazione
e
politica
è
questo,
indispensabile
a
sua
volta
allo
è
sviluppo
della
indispensabile
alla
democrazia economica, senza la quale la democra zia politica
rimarrebbe incompleta.
Questa raccomandazione, adottata all’unanimità, rappresentava
una riaffermazione della storica ideologia cooperativa e dell’idea che l a
democrazia
occasione
servisse
del
da
75esimo
garanzia
alle
anniversario,
cooperative.
l’Alleanza
Nel
1979,
dichiarò
gli
in
anni
Settanta Decade Ufficiale dello Sviluppo Cooperativo. Sulla base
dell’esperienza guadagnata in 16 anni di fondo per lo sviluppo,
l’alleanza
iniziò
promuovere
un
programma
decennale
lo sviluppo cooperativo nei
per
Paesi
increm entare
del
Terzo
e
Mondo.
Nonostante l’alleanza avesse guadagnato, nel corso degli anni, un a
ampio sostegno per i suoi sforzi nei paesi in via di sviluppo, il decennio
si rivelò alquanto deludente. Un rapporto del Congresso di Mosca
(1980)dichiarava che il decennio “non aveva avuto i successi sperati”,
ma questo insuccesso fu attribuito a “una economia sfavorevole ed altre
circostanze”
piuttosto
che
alla
mancanza
di
sforzi
da
parte
del
movimento cooperativo stesso.
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La Commissione Cooperativa per il commercio all’ingrosso e l a
Commissione di Vendita al Dettaglio andarono a formare nel 1970 la
INTER-COOP,
Organizzazione
Internazionale
per
la
Distribuzione
Cooperativa. Lo scopo di questa commissione era intensificare la
collaborazione economica tra gli associati e rafforzare il potere dell e
cooperative di consumo.
Nel
1971
ICA,
FAO, ILO,
IFAP
(Federazione Internazionale
Produttori Agricoli) e IFPAAW (Federazione Internazionale Piantagione,
Agricoltura e Lavoratori Uniti) si riunirono per creare la Commissione
per
la
Prom ozione
delle
Cooperative
Agricole.
A
queste
prime
organizzazioni si unirono presto il WOCCU e l’ONU ed il nom e f u
mutato in Commissione per la Prom ozione e l’Aiuto alle Cooperative
(COPAC). (Il nome fu cambiato ancora nel 1988 con quello attuale Commissione per la Prom ozione e l’Avanzamento delle Cooperative).
La Commissione avrebbe operato in stretta collaborazione con l’ICA,
nella sua sede centrale.
Al Congresso di Varsavia del 1972 l’Alleanza aveva sviluppat o
obiettivi e scopi più specifici per il fondo cooperativo, e avev a
identificato quattro aree di interesse per i paesi sviluppati: fornire corsi
di formazione e viaggi studio ai cooperatori in visita dai paesi in via di
sviluppo; fornire corsi di formazione all’interno dei paesi in via di
sviluppo, per corrispondenza o mandando degli insegnanti; mandare
degli esperti che, a breve e a lungo termine, avrebbero offerto consigli
e si sarebbero occupati provvisoriamente dell’amministrazione e delle
necessità tecniche dei movim enti cooperativi nei paesi in via di
sviluppo; istituire fondi tra gli associati dei paesi sviluppati e adoperarli
per rispondere alle necessità formative e di attrezzature dei cooperatori
di tali paesi. Fu deciso che queste quattro categorie di intervento
avrebbero interessato le regioni più bisognose.
Nel 1973 fu fondata la Commissione per le Cooperative d i
Consumo per operare nei cam pi dell’informazione, della protezione e
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della formazione dei consum atori, tenendo in considerazione gli aspetti
ambientali e stabilendo linee comuni di azione tra i suoi associati.
Nello stesso anno fu creato l’AGITCOOP, il Gruppo Consultivo per la
Formazione
Internazionale
dei
Cooperatori,
per
fornire
consiglio
all’Alleanza sulla formazione e l’educazione di cooperatori nei paesi in
via di sviluppo. Nel 1995 questo organo fu mutato in Commissione per
lo Sviluppo delle Risorse Umane dell’ICA.
Negli
anni
’70
furono
tenute
due
importanti
conferenze
internazionali che diedero inizio alla tradizione cooperativa nei settori
dell’industria e della pesca. Nel 1975 l’ICA tenne a Tokyo la sua prima
Conf erenza Mondiale della Cooperative di Pesca, e nel 1978 a Roma fu
tenuta la prima Conferenza Mondiale delle Cooperative Industriali. A
Tokyo le cooperative di pesca affrontarono i temi della fam e nel mondo
e della necessità di supporto ai paesi in via di sviluppo, così come la
necessità di lavorare insieme per garantirsi la sopravvivenza in un
mercato
internazionale
sempre
più
competitivo.
I
partecipanti
discussero sulla produzione, la protezione delle risorse, la vendita e l a
lavorazione del pesce, la modernizzazione delle industrie della pesca e
la necessità di assistenza ai paesi in via di sviluppo. A Roma i
partecipanti si scambiarono opinioni sulle origini e lo sviluppo delle
cooperative industriali, sul ruolo di tali cooperative nello sviluppo
economico e sociale, e sul ruolo delle organizzazioni internazionali
nello
sviluppo
delle
cooperative
industriali.
Tali
cooperative
diventavano sem pre più popolari e num erose perché costituivano una
alternativa sia alle imprese statali che a quelle capitaliste.
Nel
1978 fu creato il Comitato operativo delle Cooperative
Turistiche alla Conferenza sul Turismo di Copenaghen. Nel 1992 quest a
organizzazione fu mutata nella Commissione sul Turismo dell’ICA
(TICA).
Nel 1981 l’Alleanza aprì il suo terzo Ufficio Regionale ad Abidjan,
in Costa d’Avorio. Questo ufficio doveva servire la regione dell’Africa
21
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occidentale, con l’obiettivo di promuovere le cooperative nei suoi 16
paesi. Fu pianificato anche un programma specifico per la formazione,
l’educazione, la promozione di cooperative attraverso l’insegnamento
allo sviluppo, così come per la promozione di effettivi metodi di
amministrazione e managem ent. Nel 1966 l’ufficio fu trasferito a
Ouagadougou, in Burkina Faso.
A metà del 1981, con le dimissioni del direttore indiano Dr.
S.K.Saxena dopo 13 anni di direzione dell’ICA, l’Alleanza dovette
sperim entare un periodo di instabilità nell’amministrazione centrale che
vide alternarsi ben 5 direttori. Dopo un lungo periodo di riflessione e
dopo il ritiro all’ultimo momento di un candidato selezionato, fu
nominato direttore dell’Ica l’inglese R.P.B.Davies. Questo solo fino ad
Ottobre del 1981, quando fu nominato direttore lo svizzero Andre
Saenger. Nell’Ottobre del 1983 Saenger diede le dimissioni e fu
sostituito da un direttore provvisorio, la francese Françoise Baulier, che
aveva lavorato a stretto contatto con la leadership dell’Alleanza. La
Baulier fu direttore provvisorio fino al 1984, quando fu nominat o
direttore effettivo l’americano Robert Beasley. Beasley rimase in carica
per quattro anni, ritirandosi nel 1988 per essere sostituito dal canadese
Bruce Thordarsen, che è rimasto in carica per un’intera decade di
direzione sostenuta e capace.
Nel 1982 il presidente dell’Alleanza Roger Kerinec fu invitato a
tenere un discorso alla Seconda Sessione Straordinaria dell’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite sul tema del Disarmo. Egli parlò a nome di
tutte le cooperative e dei cooperatori del mondo, affermando che er a
arrivato “il momento in cui tutte le nazioni imparassero che
il vero
coraggio non consiste nell’affrontare la morte senza timore, ma nel
vivere con gli altri”. Anche se una Sessione Straordinaria sul Disarm o
andava nella giusta direzione, Kerinec osservò che non era stato fatt o
abbastanza e che le Nazioni Unite avrebbero dovuto utilizzare la
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propria influenza internazionale per lavorare in direzione di un disarm o
graduale e controllato.
Nel 1982, l’Ufficio Centrale dell’Alleanza fu trasferito da Londra a
Ginevra. Questo rappresentò un interruzione di quella che fino ad allora
era stata la forte influenza Britannica sull’organizzazione e fu la prim a
volta che veniva stabilita una sede fuori dalla Gran Bretagna.
L’argom ento principale del Congresso di Amburgo del 1984 fu, a
richiesta del Centrosoyus, quello dei “Problemi Globali e Cooperative”
Le discussioni si concentrarono sulla salvaguardia della pace, la lotta
alla fame nel mondo, la carenza energetica, la protezione dell’ambiente
e la promozione della crescita economica nei paesi in via di sviluppo.
Questi furono tutti argom enti che continuarono ad interessare l’Alleanza
molto a lungo.
Nel 1988 furono ripresi i progetti di sviluppo dell’Alleanza
e
stabilito un nuovo programma di aiuto ai paesi in via di sviluppo.
Questo
piano
includeva:
la
de-statalizzazione
delle
cooperative,
spostandole dal controllo del governo a quello dei soci; l’aiuto reciproco
dei movimenti attraverso la creazione di organizzazioni e/o commissioni
specializzate; programmi integrati di coordinazione e pianificazione
delle varie attività di sviluppo e dei progetti in tutto il m ondo. Si
pensava che questo piano avrebbe portato ad un miglioramento della
situazione.
Sempre nel 1988 l’Alleanza aprì un Ufficio Progetti a San Josè, in
Costa Rica. Dopo un anno esso fu trasform ato in Ufficio Regionale per
l’Africa
Centrale
e
Caraibica
ed
attualmente
è
chiamato
Ufficio
Regionale delle Americhe.
Al Congresso di Stoccolma del 1988 fu richiesta ed adottata una
risoluzione
in
cui
si
proponeva
di
definire
l’identità
cooperativa
attraverso l’esame dell’ideologia, dei principi e dei valori cooperativi.
Questo fu l’inizio di un periodo di sette anni nel corso del quale si cercò
di ridefinire l’impostazione filosofica dell’Alleanza. L’ideologia ed i
23
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principi della cooperazione erano in passato già stati dettagliatamente
esaminati, quindi l’attenzione fu concentrata sulla terza categoria,
quella dei valori. Furono presentate due liste separate. La prima era
nuova ed includeva otto concetti base (l’auto-aiuto, l’aiuto reciproco,
l’interesse al non profit, la democrazia, il volontariato, l’universalità,
l’educazione e la propositività); la seconda era stata presa da una
pubblicazione precedente e includeva sei concetti (associazione ed
unità,
economia,
democrazia,
equità,
libertà,
responsabilità
ed
educazione). I valori basilari erano l’onestà, l’apertura, la responsabilità
sociale e la cura per gli altri.
Questa risoluzione fu l’occasione per
ulteriori discussioni e per la richiesta di uno studio continuo com e
mezzo per stabilire i valori basilari globali dell’Alleanza, che, a loro
volta, avrebbero stabilito le priorità dell’Alleanza nei progetti a lung o
termine.
La Commissione Esecutiva dell’ICA costituì una Commissione
Consultiva
sui
Valori
Basilari,
che
presentò
le
sue
conclusioni
preliminari al Congresso di Tokyo del 1992. Questo rapporto identifica i
valori globali basilari in: attività economica per far fronte ai bisogni,
partecipazione
democratica,
sviluppo
delle
risorse
umane,
responsabilità sociale, cooperazione nazionale e internazionale. Il
rapporto proponeva anche una riform ulazione dei principi cooperativi da
approvare al Congresso di Manchester del 1995. La prima proposta, la
più modesta, prevedeva l’inclusione tra i principi cooperativi anche dei
seguenti:
un
partecipazione
nuovo
dei
principio
dipendenti
sulla
formazione
nell’amministrazione
del
di
capitale;
la
cooperative
secondo il principio della dem ocrazia, ed un nuovo principio che
enfatizzasse
l’autonomia
seconda proposta
di
base
che
e
l’indipendenza
delle
cooperative.
La
prevedeva due tipi di principi: i principi cooperativi
esprimevano,
a
livello
universale,
l’essenza
dell a
cooperazione, e le regole e le pratiche di base essenziali all’azione
cooperativa. Secondo questa seconda proposta, la prima categoria di
24
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principi non doveva essere soggetta a cambiamento, mentre la seconda
doveva essere revisionata e adattata ai cambiamenti mondiali del
movimento
cooperativo
internazionale.
Sulla
base
di
queste
raccom andazioni il Congresso di Tokyo adottò una risoluzione che
prevedeva che il risultato finale delle investigazioni sui valori e principi
cooperativi f osse presentato al successivo Congresso di Manchester
del 1995.
Ulteriori novità nella strutturazione dell’ICA erano state proposte
a Stoccolma ed era stata creata anche una Commissione Strutturale per
accertare quali cambiam enti andassero effettivamente introdotti. La
commissione presentò le sue valutazioni al Congresso di Tokyo del
1992 e propose i seguenti cam biam enti: la fusione delle funzioni del
Congresso e della Commissione Centrale in un nuovo unico organismo
di governo, l’Assemblea Generale dell’ICA; la creazione di quattro
nuove Assemblee Regionali (Asia/Pacifico, Africa, Am erica e Europa)
che si sarebbero riunite ad anni alterni quando non doveva riunirsi
l’Assemblea Generale; la nomina di vice-presidenti che assicurassero
una effettiva rappresentazione regionale all’ICA (l’attuale Commissione
Esecutiva); chiarimento delle relazioni tra l’ICA e le Organizzazioni
Specializzate (di settore), che avrebbero dovuto essere in grado di
finanziare le proprie attività in futuro; ed un aumento graduale delle
quote di associazione.
Questi cambiamenti erano radicali e avrebbero condizionato molt e
delle
operazioni
dell’Alleanza.
Essi
furono
recepiti
piuttosto
positivamente, con la speranza che avrebbero contribuito ad accrescere
il già notevole successo di molte attività dell’ICA. Di conseguenza la
risoluzione fu approvata.
Al Congresso di Manchester del 1995 furono approvati ulteriori
modifiche. A differenza di quelle del ’92, che riguardavano la struttura,
in questo caso si trattava di cambiamenti ideologici e di una revisione
dei principi e dei valori dell’Alleanza. La nuova impostazione filosofica
25
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dell’Alleanza
includeva
una
definizione
delle
cooperative,
un a
definizione dei valori sui quali esse si basano ed una serie di principi
riformulati.
La cooperativa fu definita come “una associazione autonoma di
persone
che
si
riuniscono
volontariamente
per
condividere
aspirazioni e necessità di carattere economico, sociale e cultur ale
per mezzo di una impresa posseduta in comune e controllata
democraticamente”. I nuovi principi dovevano costituire delle linee
guida per i soci delle cooperative. I sette principi riformulati erano:
associazione
aperta
e
volontaria;
controllo
democratico;
partecipazione econom ica dei soci; autonomia e indipendenza;
educazione,
formazione
e
informazione;
cooperazione
tr a
cooperative; e responsabilità nei confronti della comunità.
I principi di autonomia, indipendenza e responsabilità social e
erano concetti relativamente nuovi, m entre gli altri cinque si basavano
sugli originari principi della Rochdale Society e sulla loro riformulazione
nel corso degli anni. Il 1995 segnava il centenario dell’Alleanza, che f u
riconosciuta dalle Nazioni Unite con la celebrazione il prim o Sabato di
Luglio della Giornata Ufficiale delle Cooperative,
la stessa giornata
celebrata dal movimento. Questa fu una importante manifestazione del
sostegno dell’ONU all’Alleanza ed al movimento cooperativo a livello
internazionale.
Nel
1996
Cooperative
fu
creata
Sanitarie
l’Organizzazione
(IHCO).
I
suoi
Internazionale
obiettivi
delle
includevano:
l’organizzazione di un forum di discussione e scambio di opinioni tra gli
associati; l’offerta di informazioni alle organizzazione dell’ONU, ai
governi nazionali, ai mezzi di informazione ed al pubblico sulla natura
ed il ruolo delle cooperative sanitarie; e la collaborazione con altri corpi
specializzati dell’ICA.
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Nel 1998 l’Alleanza aprì due Uffici Regionali: l’Ufficio Regionale
Europeo, con sede centrale a Ginevra,in Svizzera, e l’Ufficio Regionale
Nord-Africa e Paesi Arabi con sede al Cairo, Egitto.
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2. CONSIGLIO MONDIALE DELLE BANCHE DI CREDITO
COOPERATIVO
Nel 1900 Alphonse Desjardins, dopo una intensa corrispondenza
con il cooperatore inglese Henry W olff ed una analisi del materiale
disponibile sull’esperienza Europea delle cooperative di credito e
risparmio, riunì più di ottanta persone per formare un’associazione e
sottoscrivere più di 500 azioni della Cassa Popolare di Lévis, nella
provincia canadese del Quebec. Questa prima società fu seguita da una
seconda nel 1901 e da una terza nel 1905. Nel 1907 Desjardins accettò
un invito a Manchester, nel New Hampshire per offrire consiglio sulla
possibilità di formare gruppi simili negli Stati Uniti. Il risultato fu la
fondazione di tre banche di credito cooperativo - la St. Mary a
Manchester, in New Hampshire, la St. Jean-Baptiste a Lynn, in
Massachusetts, la St. Jeanne d’Arc a Lowell, in Massachusetts. Più o
meno nello stesso periodo in cui Desjardins stava organizzando queste
banche di credito cooperativo, Edward Filene, proprietario di un grande
magazzino a Boston, intraprese un viaggio intorno al mondo durante il
quale venne a conoscenza delle banche di credito cooperativo e
risparmio
esistenti
impressionarono
in
Germania
particolarmente
ed
ed
in
egli
India.
Queste
tornò
a
casa
ultim e
lo
con
la
convinzione che tali organizzazioni potevano costituire un grande
potenziale per le classi con mezzi limitati negli Stati Uniti. Si riunì
presto
con
quanti
stavano
intraprendendo
iniziative
simili
in
Massachusetts e assunse presto un ruolo di leader, in parte anche per
la sua volontà di investire significative risorse finanziarie a supporto
delle attività (Filene contribuì al sostegno delle società di credito negli
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Stati-Uniti con più di 1.000.000 di dollari). Subito dopo la prim a guerra
mondiale Filene reclutò Roy Bergengren, un avvocato quarantenne di
Lynn, Massachusetts, per intervenire in aiuto dell’organizzazione e per
fondare nel 1921 un Ufficio per la diffusione nazionale delle Società di
Credito. Lo scopo dell’Ufficio sarebbe stato quello di creare una
legislazione sulle cooperative di credito in ogni singolo stato, di
organizzare
un
sufficiente
numero
di
banche
da
creare
banche
federazioni a livello degli stati e, quando ci fossero state abbastanza
società e unioni, di organizzare una lega nazionale. (La creazione di
una organizzazione mondiale di banche di credito cooperativo, anch e
se fu spesso proposta, divenne realtà soltanto molto più tardi).
Le idee di Filene e di Bergengren furono considerate da molti
troppo visionarie, anche perché in due anni erano state organizzat e
solo 90 banche di credito cooperativo in Massachusetts, 50 a New York,
33 società rurali nel Nord Carolina e varie altre per un totale di 190
società in tutto il paese. Ma i m etodi organizzativi di Bergengren
divennero leggendari, considerando che passava tutto il suo temp o
viaggiando
come
un
apostolo
per
promuovere
banche
di
credito
cooperativo e reclutando sempre nuovi gruppi innam orati della sua ide a
di diffondere la cooperazione di credito. Bergengren guadagnò alla sua
causa anche associazioni economiche, sindacati, organizzazioni di
impiegati statali, gruppi religiosi ed altre associazioni di persone che
convinceva a lavorare insieme a lui allo scopo di assicurare benefici
agli associati e ai dipendenti. Tredici anni dopo, poco prima che
l’Associazione
Nazionale
Banche
di
Credito
Cooperativo
(CUNA)
prendesse il posto dell’Ufficio per la diffusione Nazionale, si contavano
2.489 banche di credito cooperativo negli Stati Uniti con 427.097 soci.
Fu
anche
emanata
una
legge
federale
sulle
banche
di
credit o
cooperativo a supplem ento delle leggi presenti in 32 stati. Vari e
Federazioni nazionali si erano formate o erano in corso di formazione in
34 degli stati USA.
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La crescita sotto la direzione della CUNA continuò a passo
rapido. Dodici anni dopo, all’inizio del 1946 c’erano 8.683 banche di
credito cooperativo con 2.842.989 soci. Dopo altri dodici anni, nel 1958,
il totale di società raggiungeva le 18.838 con un numero di soci di
10.431.606. Altri dodici anni dopo, nel 1970 esistevano 23.761 banche
di credito cooperativo con 21.630.958 soci. Ventisei anni dopo, nel
1996, dopo una fase di consolidamento delle società più piccole,
c’erano 10.569 banche di credito cooperativo con un numero di
associati che raggiungeva i 63.788.693, il 47,4% della popolazione i n
età di lavorativa degli Stati Uniti. I primi tre obiettivi stabiliti al principio
dall’Ufficio per la diffusione delle Banche di Credito Cooperativo erano
stati raggiunti.
Il quarto obiettivo, la creazione di un movimento mondiale di
banche di credito cooperativo, non era stato abbandonato. Già negli
anni ’20 Bergengren era in contatto con molte persone di tutto il mondo
e la lista di indirizzi di The Bridge,
la pubblicazione dell’Ufficio,
includeva una lunga serie di indirizzi stranieri.
Quando fu fondata la
CUNA
direzione,
nel
1934,
con
Bergengren
alla
sua
l’interesse
internazionale continuò a persistere, concentrandosi inizialmente sull e
regioni Canadesi di lingua inglese. Nel 1938 era stata emanata una
legislazione cooperativa in tutte le province del Canada ed erano
disponibili servizi e assicurazione assicurati dalla CUNA per le banche
di credito cooperativo canadesi. Nel 1940 si contavano 1.167 banche di
credito cooperativo in Canada con oltre 200.000 soci. Nel 1945 si arrivò
a
2.219
590.000
banche
soci.
Nel
di
credito
1939
cooperativo
erano
state
con
approssimativamente
approvate
delle
regole
per
l’associazione delle federazioni alla CUNA e nel 1944 otto federazioni
facevano parte della CUNA. Questa fase di sviluppo continuò e nel
1996 c’erano 905 banche di credito cooperativo nel Canada di lingua
Inglese con 4.105.730 associati.
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Contemporaneamente si registrarono sviluppi anche in altre aree,
a volte con l’assistenza della CUNA, a volte indipendentemente. All a
fine degli anni ’30 si erano formate 30 società di credito nelle Filippine
con l’aiuto di un missionario protestante.
Nel 1940 sorsero le prime società di credito in Australia e in Salvador.
Nel 1943, con l’assistenza di missionari cattolici, vennero fondate
banche di credito cooperativo in Belize e Giamaica. A Trinidad, a
Tobago e nella Repubblica Dominicana furono organizzate delle banche
di credito cooperativo riunite in federazioni nazionali. Nel second o
dopoguerra fu promossa l’associazione alla CUNA delle unioni nazionali
dell’Emisfero occidentale, e nel 1953 Canada, Porto Rico, Giamaica e
Repubblica Dominicana avevano i loro rappresentanti alla CUNA.
Il
1953
fu
particolarmente
significativo
per
lo
sviluppo
internazionale del movimento delle banche di credito cooperativo.
Grazie alle risoluzioni adottate in quell’anno la CUNA era stata
finalmente coinvolta nelle attività di sviluppo internazionale; erano stati
praparati dei progetti per espandere l’utilizzo delle banche di credito
com e mezzo per raggiungere una pace internazionale permanente; era
stato preparato e distribuito del materiale al Dipartimento di aiuti
all’estero degli Stati Uniti, all’ONU, alla FAO e all’ILO; fu fondata una
Commissione di Studio sulle Banche di Credito Cooperativo estere; e si
votò per la formazione di una Divisione per la diffusione Mondiale, con
un
proprio
organico
ed
un
proprio
budget,
con
la
funzione
di
formalizzare le attività di sviluppo internazionale del settore di credito.
La Divisione per la diffusione Mondiale cominciò ad operare nel
1954 e cercò immediatam ente di ufficializzare i contatti internazionali
che erano stati mantenuti a livello non ufficiale negli anni precedenti. Il
rapporto della Divisione per il 1955 dava conto di questa attività: erano
stati contattati 82 paesi e regioni; era stato offerta formazione a 65
persone provenienti da 40 paesi diversi; erano state organizzate
banche di credito cooperativo in India, Guatemala, Nuova Zelanda,
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Nigeria
e
Filippine;
erano
state
emanate
varie
legislazioni
sulle
cooperative di credito e fondate alcune società in Perù; ed era stata
offerta assistenza alle società in Giamaica, Trinidad e Tobago.
Nel
1958,
con
l’assistenza
della
Divisione,
fu
fondata
la
Conf ederazione Banche di Credito Cooperativo delle Indie Occidentali,
precursore dell’attuale Confederazione Caraibica Banche di Credit o
Cooperativo e di confederazioni simili in Africa (1968), America Latin a
(1970) e Asia (1971).
Nel
1961
la
CUNA
firmò
il
primo
contratto
con
l’Agenzia
Americana per lo Sviluppo Internazionale, che metteva a disposizione
fondi di assistenza degli Stati Uniti a sostegno dello sviluppo delle
società di credito. Questi fondi resero possibile la creazione di un
Ufficio Globale Progettazioni della CUNA, con sede a W ashington D.C.,
e dell’Ufficio Regionale per l’America Latina a Panama, che riflettevano
le
priorità
di
interesse
nello
sviluppo
delle
banche
di
credito
cooperativo dell’Emisfero Occidentale.
Nel 1964 la CUNA decise di investire il 9,5% del suo budget per l o
sviluppo internazionale delle banche di credito cooperativo. Tra i leader
del movimento americano però stava crescendo la preoccupazione che
le
attività
internazionali
stessero
facendo
deviare
l’interesse
dai
problemi reali e dalle necessità negli Stati Uniti. Per rispondere a
questo problema nel 1964 fu fondata la CUNA International con tre
sezioni distinte, nelle quali Stati Uniti, Canada e i movimenti dei paesi
in via di sviluppo potessero difendere gli interessi specifici rim anendo
parte di una organizzazione.
Queste nuove disposizioni non risultarono soddisfacenti per tutti
e, mentre l’attività internazionale continuava a crescere, l’attenzione fu
rivolta alla creazione di un modello alternativo di organizzazione
mondiale per le banche di credito, una organizzazione mondiale nella
quale
i
singoli
movimenti
nazionali,
compreso
quello
cooperativo
americano, potessero essere rappresentati. Dopo molte discussioni nel
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1970
fu
fondato
il
Consiglio
mondiale
delle
Società
di
Credito
(W OCCU), con regole di partecipazione delle associazioni nazionali e
delle confederazioni regionali di Asia, Caraibi, Africa e America Latina.
Le disposizioni iniziali prevedevano che la quota di partecipazione all a
Direzione del Consiglio Mondiale fosse decisa in base alle dimensioni
dei movimenti.
movimento
Altre disposizioni assicuravano che nessun singolo
(come
sull’organizzazione.
quello
Infatti
il
Americano)
m ovimento
potesse
statunitense
dominare
ha
accettat o
volontariamente di avere una proporzione di rappresentanti minore di
quella che sarebbe stata dettata dal suo numero di associati, ch e
costituivano il 70% del totale mondiale dei soci.
Al momento della creazione del W OCCU nel 1970 la situazione
delle società di credito mondiali era la seguente: Africa — 1.795 società
di credito, Asia — 16.827, Australia — 848, Canada—4.214 (1972),
Caraibi — 610, Europa — 341, America Latina— 4.168, Sud Pacifico —
413, Stati Uniti — 23.761.
Negli anni ’70 il W OCCU stabilì la sua sede negli uffici dell a
CUNA, a Madison, in W isconsin, e sviluppò una serie di procedure per
rappresentare le banche di credito cooperativo in tutto il mondo.
L’assistenza tecnica per lo sviluppo dei singoli movimenti, fornita
principalmente dall’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale, fu portata
avanti dall’Ufficio Globale Progettazioni della CUNA di W ashington.
Questa separazione si rivelò appropriata perché si conformava alla
Legge per l’Aiuto Estero degli Stati Uniti, che raccomandava alla USAID
di
utilizzare
cooperative
americane
per
fornire
assistenza
all e
cooperative dei paesi in via di sviluppo. Tra il 1980 e il 1981 W OCCU e
CUNA firmarono un accordo con USAID, secondo il quale mentre alla
CUNA spettava l’approvazione reale delle garanzie e dei contratti, le
responsabilità della loro implem entazione veniva delegata al W OCCU.
Questo è tuttora il modo in cui i fondi di assistenza degli Stati Uniti
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vengono incanalati a supporto dello sviluppo internazionale delle
banche di credito cooperativo.
Fu nominato un Direttore Esecutivo del Consiglio Mondiale e gli
organici del W OCCU e dell’Ufficio Mondiale Progettazioni della CUNA ,
che avevano entram bi sede a Madison, subirono una fusione. Fu
mantenuto un piccolo ufficio a W ashington D.C., per affrontare le
relazioni giornaliere con l’USAID e per funzionare da Ufficio Regionale
del W OCCU per il Nord America. L’assistenza tecnica ai movimenti
nazionali
emergenti
veniva
offerta
dal
W OCCU
insiem e
alle
confederazione regionali che si erano stabilite in Africa, Asia, Caraibi e
America Latina.
Il W OCCU portò avanti attivamente il suo ruolo di organizzazione
internazionale.
osservatorio
Divenne
ufficiale
associato
dalle
dell’ICA,
Nazioni
Unite
ottenne
e
fu
uno
il
ruolo
dei
di
gruppi
internazionali che costituirono il COPAC. Coltivò relazioni anche con la
Banca Mondiale e con la Banca Americana per lo Sviluppo.
Il movimento mondiale delle banche di credito cooperativo ha
continuato a crescere e svilupparsi,
con la fondazione
di
nuovi
movimenti nazionali mentre talora i movimenti esistenti si esaurivano, a
causa di cambiamenti di contesto e di leadership. Gli squilibri politici
hanno spesso influenzato negativamente il movimento, così come le
crisi economiche nei vari paesi e regioni. Ma a volte questi problemi
hanno offerto nuove possibilità, come in Europa dove, dopo il collasso
dei governi comunisti, erano em ersi nuovi m ovimenti di banche di
credito cooperativo in Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Russia e
Ucraina, le ultime tre delle quali sono oggi soci rilevanti dello W OCCU.
La dinamica del movimento viene parzialm ente riflessa dalle sue
statistiche.
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Alla fine del 1997 il W OCCU riportava le seguenti statistiche per
singole regioni:
Regione
Società
Credito
di
Nume ro
soci
di
Af rica
Asia
Cara ibi
Europa *
Am erica
Latina
Am erica
del Nord
Sud
Pac if ico
Totale
W OCCU
5.019
13.988
351
1.251
1.871
2.423.011
8.566.474
1.026.435
2.502.062
5.246.039
Quota
di
adesione
sulla
popola zione in età lavorativa in
valori pe rc entuali
1,66
2,31
33,68
1,64
2,84
11.290
72.578. 655
47,54
342
3.147.181
27,19
34.112
95.489. 857
9,36
* L a diff u s ion e de l C r ed ito C o oper at iv o in E ur o p a è m olt o ma g gi ore d i qu an to le
s t at i st ic he d el W OCC U la s cin o tr a spar ir e.
Se è vero che il successo viene misurato in base al grado col
quale
le banche di credito cooperativo si sono
conquistate una
significativa porzione della popolazione in età lavorativa, allora bisogna
affermare che è stato considerevole in molte nazioni. In ben 28 Paesi
nel 1997 le banche di credito cooperativo hanno coinvolto almeno il
10% della popolazione in età da lavoro. Assum endo che ogni socio
rappresenti una famiglia di almeno cinque componenti, dobbiam o notare
che le banche di credito cooperativo hanno fornito il loro servizio al 50
per cento della popolazione nei seguenti Paesi: Antigua e Barbuda
(39,4 per cento), Australia (31,9 per cento), Baham as (18,9 per cento),
Barbados (15,9 per cento), Belize (26,2 per cento), Bermuda (10,3 per
cento), Isole Cayman (17,6 per cento), Canada (26,0 per cento),
Colom bia (13,9%), Costa Rica (15,1 per cento), Isola Dominicana
(168,5 per cento), Ecuador (19,4 per cento), Grenada (35,0 per cento),
Honduras (10,8 per cento), Irlanda (144,9 per cento), Giamaica (40,7
per cento), Corea (24,4 per cento), Antille Olandesi (16,2 per cento),
Panama (12,2 per cento), Ruanda (13,7 per cento), Saint Christopher e
Nevis (43,5 per cento), Santa Lucia (10,2 per cento), Saint Vincent e le
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Granadine (36,2 per cento), Seychelles (17,9 per cento), Sri Lanka
(10,2 per cento), Surinam e (10,1 per cento), Trinidad e Tobago (44,1
per cento) e Stati Uniti (50,1 per cento). ( L’adesione presentata in
Irlanda e nella Repubblica Dominicana, e forse anche altre, riflettono
l’inclusione di giovani collaboratori ed i casi di duplice associazione di
adulti che sono membri di più di una banca di credito cooperativo.)
Sarebbe un errore, comunque, dichiarare che il movimento abbia
avuto un successo universale. Se è vero che il progresso dagli anni in
cui Desjardins fondò le prim e banche di credito cooperativo a Lévis, in
Quebec, è stato impressionante, è anche vero che c’è ancora molta
strada da fare. Il movimento, anche se ben rappresentato in molti paesi,
conta ancora tra i suoi associati dei paesi in cui la porzione di
popolazione in età di lavoro associata ad una banca di credit o
cooperativo è ancora modesta, se non minim a. Nel 1997 c’erano 26
paesi in cui le banche di credito cooperativo erano presenti da molti
anni,
ma
che
registravano
una
adesione
inf eriore
all’1%
della
popolazione lavorativa. In questi paesi sembrava mancare lo sforzo
promozionale che aveva contribuito allo sviluppo degli altri paesi.
C’è stata anche una tendenza del movimento, dopo uno zelo
organizzativo iniziale, a spostare l’attenzione troppo presto verso la
volontà di fare delle banche di credito cooperativo sofisticate istituzioni
finanziarie. In questo processo si è sempre finiti per servire una parte
più piccola e più agiata della popolazione. Questo è stato più evidente
in America Latina, dove dopo 30 anni di assistenza e di attività,
l’adesione regionale totale nel 1997 era solo del 2,84 per cento. Inoltre,
solo in cinque paesi l’adesione aveva superato il 10% della popolazione
in età lavorativa: Colom bia (13,9 per cento), Costa Rica (15,1 per
cento), Ecuador (19,4 per cento), Honduras (10,8 per cento) e Panama
(12,2 per cento).
Alcune aree del mondo sono state solo sfiorate dal movimento
internazionale
delle
banche
di
credito
cooperativo.
Una
mappa
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mondiale
che
evidenziasse
la
presenza
di
banche
di
credit o
mostrerebbe grandi zone vuote in Africa del Nord , nel Medio - Oriente
e nelle Isole del Pacifico. Ognuna di queste aree costituisce una sfida
per il W OCCU e per i suoi soci se davvero si vuole aspirare ad u n
movimento a diffusione globale.
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