La sfida di Euromisure Caccia ai tesori delle colline

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La sfida di Euromisure Caccia ai tesori delle colline
Periodico di attualità, economia,
informazione e cultura cooperativa
ANNO 7 • N. 1
FEBBRAIO 2009
Fondo Chiuso Dominato Leonense
La sfida di Euromisure
Caccia ai tesori delle colline
moreniche
L’Italiano in famiglia
un corso per la Tv e per Internet:
una produzione di Popolis Cinema
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Cari Soci,
Le undici banche di credito cooperativo della Provincia di Brescia hanno recentemente aderito
ad un protocollo di intesa che le impegna ad anticipare a tasso zero la cassa integrazione
guadagni.
È un intervento concreto che mostra una vicinanza tangibile alla comunità.
La banca di credito cooperativo è in simbiosi con il suo territorio. Vive nel territorio. Soffre
quando il territorio soffre. Insieme al territorio.
In questi anni la Cassa ha promosso iniziative a 360 gradi per lo sviluppo della comunità
locale, partendo dai bisogni che questa esprimeva, lavorando in partnership con altri soggetti
e costruendo “reti”, nelle quali spesso è leader trainante o in altre situazioni partecipante
attivo. In molti campi. Dalla salute all’ambiente, dalla cultura ai giovani, dalla promozione del
territorio all’integrazione e coesione sociale.
Costruire reti, lavorare insieme ad altre realtà per obiettivi condivisi non è facile da realizzare.
Ci vuole tempo, pazienza. Soprattutto spirito cooperativo.
Quando ci si riesce, si è in grado di produrre risposte efficaci alle sollecitazioni, ai problemi,
più forti in situazioni di difficoltà, con una ottimizzazione delle risorse impiegate, che in un
contesto di crisi tendono a ridursi, sia nel privato che nel pubblico.
È la risposta cooperativa alla crisi. Risposta che può produrre miracoli.
La Cassa non inizia da zero. Da anni lavora, investe in questa direzione. E farà la sua parte fino
in fondo.
VITTORIO BIEMMI
Presidente di Cassa Padana
sommario
editoriali
LA RISPOSTA COOPERATIVA ALLA CRISI
4-5
La sfida di Euromisure, nel territorio e
nel mondo
Fondo Chiuso Dominato Leonense, per
crescere insieme
6-7
Uno sportello “tagliato su misura”
Inaugurata a Castellucchio lo scorso
dicembre la trentasettesima filiale di Cassa
Padana
Ti racconto Castellucchio
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UN PATRIMONIO GRANDE PER LA COMUNITÀ
Il patrimonio è la sintesi quantitativa della storia di un’azienda, della sua capacità di stare sul mercato nel
tempo, dell’attenzione, della cura nei suoi confronti da parte dell’imprenditore o dei soci. Dà indicazioni
forti sulla capacità dell’impresa di affrontare imprevisti e periodi di crisi. È un termometro che ne misura la
solidità. In una banca di credito cooperativo ha una funzione collettiva. È un bene della comunità, indirizzato
al perseguimento degli obiettivi previsti dall’art. 2 dello statuto.
Gli asset patrimoniali sono tornati prepotentemente al centro dei criteri di valutazione aziendale
durante questo periodo di crisi, soprattutto per quanto riguarda il sistema bancario. Buoni indici di
patrimonializzazione sono la garanzia più forte nei confronti dei risparmiatori, dei soci, dei clienti, delle
istituzioni – della collettività in genere – di solidità per un istituto bancario.
Cassa Padana presenta valori ottimali. Ha molto fieno in cascina, trasmesso dalle passate generazioni e fatto
crescere da un’amministrazione lungimirante, grazie anche ad un contesto normativo favorevole. La Cassa è
nelle migliori condizioni per continuare a pensare serenamente e su basi solide il futuro.
C’è un patrimonio quantitativo, fondamentale per la banca e un patrimonio intangibile, fatto di relazioni
positive, conoscenze, fiducia, identità, modo di essere e di agire, ugualmente importante. I due elementi non
sono separati, interagiscono profondamente, più di quanto si possa pensare, soprattutto se si ha la forza – e le
condizioni oggettive per farlo – di alzare lo sguardo al lungo periodo.
Nelle recenti crisi bancarie abbiamo visto – purtroppo – la fine fatta da grandi accumulazioni patrimoniali,
centinaia, migliaia di volte superiori a quelle di Cassa Padana.
Diventando fine a se stesse, perdendo la ragione profonda del perché si fanno le cose, rinchiudendosi in modo
perverso in una logica di corto respiro della crescita e dell’utile senza limite, si sono sciolte come neve al sole.
Cassa Padana è forte. Solida dal punto di vista patrimoniale e certa nella strategia di fondo da perseguire. Sa
cosa fare e soprattutto perché lo fa. La bussola sono l’art. 2 dello statuto e il lavoro di generazioni passate di
amministratori, soci, dipendenti, clienti che insieme hanno costruito un grande patrimonio per la comunità.
LUIGI PETTINATI
Direttore generale di Cassa Padana
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Dominato leonense Sanità, l’unità
di riabilitazione a Leno: rinnovata la
sperimentazione
Piccole e medie imprese, così le sostiene la
Regione Lombardia
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La Sagra del Pà e Formai
Mercato dei produttori locali, arte e
degustazioni a Leno
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12-13
Al Castello di Padernello il futuro
Distretto culturale della Bassa bresciana
20-21
14-15
10-11
Le mille strade della mutualità
internazionale
Caccia ai tesori delle colline moreniche:
fine settimana speciale con vista sul
Garda, 27,28,29 marzo
16-17
In bicicletta a zonzo...fra borghetti e rocche
Dominato leonense al lavoro fra
Cremona, Reggio Emilia e Leno
Pennelli e scalpelli d’artista in riva
all’Oglio
L’Italiano in famiglia, un corso per la
Tv e per Internet: una produzione di
Popolis Cinema
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La cooperazione entra in aula
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La sfida di Euromisure,
nel territorio e nel mondo
INCONTRO CON I SOCI, WALTER CALETTI, CLAUDIO FELICE ARISI E GIUSEPPE
TIZZONI E IL COMMERCIALISTA ALESSANDRO TANTARDINI
U
DI MACRI PURICELLI
[email protected]
un’azienda che oggi ha 62 dipendenti, un fatturato di 17,5
milioni di euro, l’80% del mercato e delle vendite nel mondo e che lavora con le maggiori compagnie di ingegneria del
settore petrolifero”.
“Cercavamo un incontro ravvicinato con un istituto di
credito che fosse capace di porsi come partner costruttivo nella crescita della nostra azienda e del territorio. E l’abbiamo
trovato nel Fondo chiuso Dominato leonense gestito da BCC
Private Equity SGRpa e in Cassa Padana”, aggiunge Alessandro Tantardini, il commercialista cremonese artefice
tecnico dell’entrata del Fondo in Euromisure.
“Se siamo riusciti in un anno di lavoro”, aggiunge, “a
far entrare il Fondo nel consiglio di amministrazione con il
49% e ora di avviare il lavoro che ci eravamo prefissati, è stato perché l’incontro è avvenuto fra due realtà in qualche modo omogenee: da una parte Euromisure, un’azienda di medie dimensioni nata, cresciuta e ancora basata sulle persone,
concreti e appassionati, ecco le caratteristiche
che balzano immediatamente agli occhi quando incontriamo i soci fondatori di Euromisure. Concreti perché sono riusciti in pochi anni a creare un’azienda solida
e leader di mercato. Appassionati perché amano il proprio
lavoro profondamente. Perché non possono fare a meno
di metterci le mani in prima persona, di progettare, di
creare, di trovare nuovi orizzonti e mettersi in gioco con
nuove sfide.
Non è un caso, quindi, che il Gruppo Euromisure,
l’azienda nata nel 1987 per volontà dei 3 soci usciti dalla
cremonese Tecnomatic (“Un’azienda specializzata nel nucleare che in quegli anni guardava troppo avanti e che era
forte di una tecnologia molto sofisticata e di personale estremamente preparato”) abbiano raccolto a piene mani la sfida lanciata dal Fondo chiuso Dominato Leonense.
“In fondo”, ci spiegano dal loro ufficio di Pieve San
Giacomo, alle porte di Cremona, “non abbiamo fatto altro che raccogliere un’opportunità che ci si è presentata alla
porta. Quando gli esponenti di Cassa Padana – Gianfranco
Grossetti e Nicola Ferrari – si sono presentati qui nell’autunno del 2007 pensammo subito che per noi non era il momento di fare investimenti e che non avevamo affatto bisogno di
liquidità. Negli ultimi anni Euromisure ha fatto passi da gigante ed era altro di cui avevamo bisogno. Stavamo cercando invece gli stimoli giusti e le opportunità per fare un salto
di qualità. In particolare nell’organizzazione strutturale di
OMINI
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dall’altra un Fondo capace di rapportarsi a pieno titolo, e
con attenzione, alle particolarità di questa azienda. È stato
subito capito che se Euromisure al suo attivo ha una grande
flessibilità legata all’identificazione con le persone che l’hanno fatta nascere e prosperare, nello stesso tempo vive tutte le
problematiche proprie di una realtà poco strutturata, soggettiva più che oggettiva.
Ecco, la strada che insieme al Fondo chiuso Dominato Leonense stiamo percorrendo, è proprio questa: riuscire a trasformare e strutturare dal punto di vista organizzativo Euromisure perché possa crescere e cogliere appieno le sfide e i cambiamenti del mercato in cui opera in modo più oggettivo che soggettivo, ma, al tempo stesso, non perdere i valori e le peculiarità che l’hanno portata agli odierni traguardi. C’è da dire poi,
che un’altra opportunità di questo Fondo è quella di essere legato per scelta al territorio e al tessuto operativo locale. Ciò non
può che favorire nuovi rapporti e occasioni di lavoro”.
L’entrata del Fondo chiuso Dominato Leonense in Euromisure è stata spiegata ai dipendenti dagli stessi proprietari. “Li abbiamo tranquillizzati”, spiegano i soci, “facendo
loro capire che questa è un’opportunità anche per tutti coloro
che vogliono crescere e mettersi in gioco per il futuro. Crediamo di esserci riusciti. Oggi tutta Euromisure è più che pronta a guardare avanti”.
Il lavoro concreto di Euromisure e del Fondo dovrà concludersi entro i prossimi 3, 4 anni. L’obiettivo è ottenere risultati che siano buoni per l’azienda, per i soci e per gli investitori che hanno creduto nel Fondo chiuso Dominato Leonense e che ne dovranno e potranno raccogliere i frutti. ¬
FONDO CHIUSO DOMINATO LEONENSE,
LEONENSE
PER CRESCERE INSIEME
DOPO GLI ANNI DELLA RACCOLTA, ormai conclusa, è a pieno regime il
lavoro del Fondo chiuso Dominato Leonense voluto da Cassa Padana. Si
tratta di un fondo unico nel suo genere e a carattere territoriale. La raccolta
è avvenuta nel 2006 nelle cinque province di competenza di Cassa Padana
– Brescia, Cremona, Mantova, Parma, Reggio Emilia (Verona si è aggiunta
nel 2008) – con l’obiettivo dichiarato di reinvestire negli stessi territori.
Funzione primaria del fondo è infatti quella di sostenere le piccole e medie
imprese assumendo un ruolo oltre che di “semplice” apportatore di capitali
di rischio anche e soprattutto di supporto nelle decisioni strategiche dei
manager e degli imprenditori. I gestori del fondo, BCC Private Equity SGR,
mettono a disposizione delle aziende partecipate tutta la loro esperienza
acquisita nel settore, conoscenze manageriali, professionalità elevata per
il raggiungimento di un unico obiettivo comune sia per gli imprenditori
che per il Fondo stesso: portare “valore” alle aziende e di conseguenza
rendimenti ai sottoscrittori.
Il Fondo chiuso Dominato Leonense è stato avviato nel 2006 con la
raccolta dei fondi e si concluderà nel 2016. I primi sei anni sono dedicati
all’individuazione delle aziende su cui investire; gli ultimi quattro alla
vendita delle partecipazioni e alla restituzione agli investitori.
Il Fondo ha un plafond complessivo di 10 milioni di euro: 5 milioni ne
ha raccolti dal territorio (l’investimento minimo è stato di 50mila euro),
altri 5 sono stati messi da Cassa Padana. Per i sottoscrittori si tratta di
un investimento comunque a rischio, ma con una casistica che promette
guadagni.
Il target del Fondo sono aziende al top che vogliano fare un salto di qualità,
programmare per tempo la sostituzione generazionale o posizionarsi in
Borsa. La durata dell’investimento va dai tre ai cinque anni.
Nel complesso, il Fondo chiuso Dominato leonense investirà su circa 8/9
aziende del territorio con un impegno medio di 1 milione di euro per
ognuna di queste. Entro il 2011 tutte le aziende individuate dovranno
aver avviato il lavoro insieme al Fondo. Al momento il Fondo chiuso
Dominato Leonense è entrato in Energy Recuperator Spa di Carpenedolo,
nel bresciano, con il 10% (dicembre 2007) e nel Gruppo Euromisure, in
provincia di Cremona, con il 49% (dicembre 2008). Nel 2009 continuerà la
ricerca e la realizzazione di altri investimenti.
Tecnicamente, l’attività del fondo consiste
BCC PRIVATE EQUITY SGRpa è la società di gestione del risparmio
nell’acquisizione di partecipazioni di
del Gruppo bancario ICCREA delegata alla gestione di fondi di
maggioranza o di minoranza nel capitale
investimento mobiliari chiusi ed è attiva nel settore del Private Equity
di rischio di un’azienda diventandone socio
dal 2005.
a tutti gli effetti. Le aziende devono avere
È stata costituita con l’obiettivo di ampliare l’offerta per le imprese
delle caratteristiche ben precise: buona
clienti delle BCC-CR e per gli investimenti di valore da parte dei
ed efficiente gestione imprenditoriale,
soggetti appartenenti al Credito Cooperativo nel capitale di rischio
gruppo dirigente di elevata professionalità,
delle imprese. BCC SGR gestisce 3 fondi chiusi per un totale di 85
interessanti prospettive di sviluppo, con
mln di Euro, di cui uno a carattere nazionale e due territoriali.
concrete possibilità di rilancio con nuovi
gruppi manageriali. Tali aziende, passato
il periodo di investimento del fondo, di
IL GRUPPO EUROMISURE – Euromisure srl e Eurosistemi srl – ha
media dai tre ai cinque anni, beneficeranno
sede a Pieve San Giacomo in provincia di Cremona. È attivo dal 1987
di uno standing maggiore che le faciliterà
nella produzione di misuratori di portata e di temperatura e di banchi
nell’accesso al credito, le accrediterà presso
di analisi chimica che trovano applicazione principalmente nei settori
nuovi mercati, permetterà loro di accedere
dell’Oil & Gas, dell’energia e dell’impiantistica generica.
a un network che sarà strategico per il loro
Il Gruppo, che ad oggi conta 62 dipendenti, ha raggiunto nel 2008
futuro. m.p.
un fatturato consolidato di circa 17,5 milioni di euro. Euromisure è
guidato da tre soci: Walter Caletti, Claudio Felice Arisi e Giuseppe
Tizzoni. Elemento chiave del successo di Euromisure è la flessibilità,
sia della struttura organizzativa che di quella operativa. Ciò permette
di soddisfare in tempo reale le esigenze della clientela.
Euromisura opera sia in Italia che all’estero, ma negli ultimi anni
le vendite a livello internazionale hanno assunto un peso sempre
maggiore e nel 2007 hanno rappresentato il 75% dei ricavi
complessivi.
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Uno sportello “tagliato su misura”
INAUGURATA A CASTELLUCCHIO LO SCORSO DICEMBRE LA TRENTASETTESIMA FILIALE DI CASSA
PADANA, QUARTO SPORTELLO IN PROVINCIA DI MANTOVA
DI BENEDETTA CHERUBINI
[email protected]
tova e forma con le frazioni di Sarginesco, Gabbiana ed Ospitaletto una comunità di circa 5.000 abitanti. I “castellucchiesi” – così si chiamano gli abitanti – sono persone molto aperte, gioviali e spiritose, proiettate al futuro e curiose di sapere
chi siamo e di conoscere la nostra storia.
Il paese è particolarmente vivace dal punto di vista delle attività economiche. Si va dall’agroalimentare alla piccola
impresa artigiana, dal piccolo laboratorio all’azienda di media dimensione. In questo primo periodo di tempo a contatto con le diverse realtà ho avuto modo di conoscere anche il
tessuto associativo di Castellucchio, un contesto con il quale
si intreccerà sicuramente la presenza di Cassa Padana a sostegno delle meritevoli progettualità locali.
“L’accoglienza è stata ottima”, aggiunge Daniele, “anche
da parte dell’Amministrazione Comunale e degli Istituti Scolastici, che non mancano di farci partecipi alla vita del paese.
La mia percezione è che tutti aspettassero una cassa come la
nostra, disposta ad ascoltare ed attenta a quanto succede nel
territorio, in grado di affiancare e credere nelle persone anche
in questo difficile momento economico”. ¬
Il responsabile della filiale di Castellucchio
è Daniele Bettegazzi, nato a Leno 37 anni fa
e residente sempre in provincia di Brescia a
Gambara. Sposato con Roberta da 10 anni e
papà di Paolo e Marco, Daniele è profondamente
legato alla sua famiglia. La sua passione da
sempre è il calcio: praticato in giovane età
direttamente sul campo da gioco ed ora come
allenatore nella squadra lenese Real Leno
I
L MIO PERCORSO in
Cassa Padana è iniziato nel 1992 – racconta Daniele – snodandosi negli anni a venire sempre nell’area della Bassa Bresciana, prima nella filiale sede di Leno,
poi nella filiale “pilota” di Gottolengo, a seguire Seniga, Isorella, e Castelletto di Leno, sportelli nei quali ho iniziato il
mio percorso formativo con la mansione di cassiere per arrivare a vice-responsabile.
In tutti questi anni in Cassa Padana ho imparato tanto
dal punto di vista professionale e ricevuto ancora di più sotto
il profilo delle relazioni umane con colleghi e clienti.
Quando il direttore generale Luigi Pettinati mi ha chiesto la disponibilità per intraprendere questa nuova esperienza
come responsabile di Castellucchio, non ho esitato e con entusiasmo ho accettato, pur consapevole della responsabilità
che comporta trasmettere a una comunità nuova il sistema
dei valori che caratterizza la nostra banca e il credito cooperativo in generale.
In questa avventura sono accompagnato dal collega e
amico Luciano Mazzoldi, che come me sta mettendo al
servizio della nuova filiale tutta la sua professionalità e
carica umana. In questo percorso, inoltre, un appoggio
non indifferente arriva dal capo area Antonio Piovani,
che con esperienza e instancabile energia sprona tutte le
filiali del mantovano e del veronese – ormai giunte a nove
sportelli – a dare il meglio anche sui nuovi territori.
Castellucchio dista una decina di chilometri da ManDA SINISTRA: Daniele Bettegazzi,
Luciano Mazzoldi, Antonio Piovani.
»
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TI RACCONTO CASTELLUCCHIO
DI MACRI PURICELLI
[email protected]
CASTELLUCCHIO (MN) -“Il
nostro paese ricorda nel nome la
presenza di un piccolo castello...
il nostro paese è formato da
antichi borghi...il territorio è
ricco di sapori ottenuti con i
prodotti che maturano nella
nostra terra ricca di sole e di
acqua”.
Questo e molto altro è
Castellucchio, 5mila abitanti
nel cuore della provincia
mantovana, raccontato
dagli alunni delle classi IVA
e IVB dell’anno scolastico
2007/2008 in un vivace
libretto voluto dalle loro
insegnanti, accolto a braccia
aperte dall’amministrazione
comunale e stampato in
seconda edizione (perché
tante, tantissime, sono
ancora le richieste) lo scorso
dicembre.
Di solito sono gli adulti che
raccontano qualcosa ai
ragazzi, e spesso lo fanno in
modo noioso. Persino quando
l’oggetto del racconto sono
i luoghi della vita, il proprio
paese, le proprie tradizioni.
Qui, invece, a raccontare
sono loro, i ragazzini, con
un piglio e una passione che
traspare da ogni parola e
immagine. Facendo capire a
ogni lettore quanto l’obiettivo
delle insegnanti – offrire ai
loro studenti uno stimolo per
scoprire il proprio territorio
– sia stato centrato.
“È stato piacevole – spiegano le
insegnanti – cogliere lo stupore
e la meraviglia dei ragazzi di
fronte alla scoperta che anche
il loro ambiente è ricco di
storia e di risorse non sempre
conosciute”.
Le fonti di informazione
per scoprire Castellucchio
sono state le più diverse:
dalla biblioteca scolastica a
Internet, dai giornali locali agli
incontri e interviste. In prima
fila quello con la signora Elvira
che, ultra novantenne, ha
incantato i ragazzi con la sua
vitalità e allegria raccontando
com’era la vita tanto tempo
fa, cosa si faceva, come si
lavorava, come ci si divertiva.
E loro, giornalisti e scrittori
in erba, hanno riportato
fedelmente ogni parola
offrendo uno spaccato inedito
della Castellucchio della prima
metà del Novecento.
A chiudere il libro alcune
inevitabili ricette tipiche,
provate sul campo dagli
infaticabili ragazzini:
dai tortelli di zucca agli
agnolini, dal risotto
alle “tre re” alla torta
sbrisolona. Dev’essere
stata una gran festa
per tutti loro impastare,
cucinare, assaggiare e poi
raccontare.
Va dato il merito a
questo “Alla scoperta di
Castellucchio. Dentro il
territorio oggi e...ieri”
di essere una vera e propria
guida al paese, sia per i suoi
abitanti – che vi possono
trovare ogni informazione
utile perfino dei servizi alla
cittadinanza – che per i turisti:
avete mai pensato infatti
quanto possano essere belle le
ville e le corti di Castellucchio?
CASTELLUCCHIO IN PILLOLE
Popolazione: circa 5.000 abitanti
Superficie comunale: 46 Kmq
Frazioni: Gabbiana, Ospitaletto Mantovano,
San Lorenzo, Sarginesco
Nome abitanti: Castellucchiesi
Patrono: San Giorgio
Sindaco: Romano Monicelli
Sito internet del Comune:
www.comunecastellucchio.it
Imprese per settore d’attività:
Agricoltura: 180
Industria: 127
Commercio: 108
Servizi: 96
Totale: 511 aziende
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Piccole e medie imprese,
DI MARCO TABLADINI
Gruppo Impresa - Brescia
[email protected]
così le sostiene la Regione Lombardia
I
tecnologici,
ricerca e sviluppo, presenza
sui mercati esteri sono queste le tematiche sulle quali la
Regione Lombardia sta puntando per sostenere la ripresa
in particolare delle piccole e
medie imprese.
Aprirà il prossimo 10
febbraio il Fondo di Rotazione che sblocca 35 milioni
di euro di fondi europei per
l’innovazione di prodotto o
processo e l’applicazione industriale dei risultati della
ricerca. L’opportunità per le
imprese del settore manifatturiero e dei servizi è di ottenere un cofinanziamento a
medio termine o un prestito
partecipativo a copertura del
70% dei costi ammessi.
Per le attività di ricerca
e sviluppo svolta in collaborazione con altre imprese o
Università sono inoltre preNVESTIMENTI
RICERCA
da utilizzare presso fornitori
accreditati, ad esempio le Camere di Commercio e le associazioni imprenditoriali. Per
l’erogazione di servizi di analisi di settore e di mercato, ricerca di partner, agenti o fornitori, formazione e assistenza
tecnica è previsto un voucher
del valore di 2.604,17 euro, a
fronte di una spesa minima di
4 mila euro.
Nel caso della partecipazione a missioni economiche
all’estero, il voucher ha un
valore variabile in base alla
destinazione finale: si passa
da 2.604,17 euro per Giappone, Australia, Oceania,
USA, Canada a 1.041,67 per
UE a 15 e Svizzera.
E ancora. Riapriranno
a breve i bandi della Legge
22/06 a sostegno delle attività imprenditoriali e di lavoro
autonomo e della Misura A
per l’acquisto di macchinari innovativi. L’agevolazione
consiste nel primo caso in
un finanziamento a medio
termine fino all’80% dell’investimento ammesso e ,
nel secondo, in un contributo in conto interessi a fronte
del perfezionamento da parte degli Istituti di credito, o
degli intermediari finanziari
convenzionati, di operazioni
di finanziamento bancario o
di sconto effetti.
Le opportunità certamente non mancano, ora
tocca alle piccole e medie
imprese attivarsi per coglierle presentando con tempestività progetti di sviluppo per
superare la crisi. ¬
PER SAPERNE DI PIÙ
Gruppo Impresa - Tel 030 2306904
[email protected]
www.gruppoimpresa.it
http://www.regione.lombardia.it
http://www.lombardiapoint.it/
PMI manifatturiere e dei
servizi
Progetti di ricerca industriale e sviluppo
sperimentale, investimenti connessi alla
applicazione industriale
Finanziamento o
prestito partecipativo
fino al 70%
Domande dal 10
febbraio
Fondo FRIM
Legge 1/2007
PMI
Ammodernamento e ampliamento
produttivo, innovaz. di prodotto e
processo, applicaz. industriale, crescita
dimensionale, trasferimento d’impresa
Finanziamento/
locazione finanziaria o
prestito partecipativo
fino al 70%
In apertura
Metadistretti
Aggregazioni di almeno
3 PMI
Innovazione di prodotto e processo nelle
aree biotecnologie, moda; design; nuovi
materiali; ICT
Contributo a fondo
perduto fino al 50%
In apertura
Legge 1/2007
Progetti
innovativi
Imprese singole o
aggregate e organismi
di ricerca
Progetti innovativi nei settori dell’EnergiaAmbiente, Agroalimentare, Salute e
Manifatturiero avanzato
In attesa di bando
In apertura
Driade
Aggregazioni di PMI e
grandi imprese, organ.
di ricerca, enti locali
Azioni sperimentali a supporto di sistemi
produttivi, cluster e filiere d’impresa
Contributo a fondo
perduto 50% enti privati,
100% enti pubblici
Domande entro
il 30 marzo
2009
Bando Micro
Macro Progetti
Aggregazione di almeno
8 PMI
Partecipazione a eventi internazionali e
fiere, consolidamento nei mercati esteri
Contributo a fondo
perduto fino al 50%
Domande dal
31 gennaio al 2
marzo
Voucher
multiservizi
PMI
Ricerca di partner esteri, analisi di settore
e ricerche di mercato, ricerca di agenti/
distributori/fornitori, assistenza tecnica,
formazione e informazione
Voucher pari a 2.604,17
euro
Domande dal 26
febbraio al 31
dicembre 2009
Missioni
all’estero
PMI
Partecipazione a missioni economiche
all’estero
Voucher fino a 2.604,17
euro
Entro 30 gg
dalla missione
prescelta.
Fondo FRIM
FESR
INTERNAZIONALIZZAZIONE
visti contributi a fondo perduto per progetti nelle aree
di metadistretto quali le biotecnologie, la moda, il design, i nuovi materiali e l’ICT,
o in settori prioritari quali
l’agroalimentare, l’energia e
l’ambiente, la salute e il manifatturiero avanzato.
Sono tre invece gli interventi aperti a sostegno dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese,
si tratta del bando micro e
macro progetti che finanzia
con un contributo a fondo
perduto progetti presentati da un’aggregazione di almeno 8 PMI, e dei voucher
“multiservizi” e “missioni all’estero” previsti dall’Accordo di Programma fra Regione Lombardia e Camere di
Commercio.
I voucher consistono in
una sorta di “buono spesa”
8
I
N O S T R I
P R O G E T T I 1
La Sagra del Pa’ e Formai
MERCATO DEI PRODUTTORI
LOCALI, ARTE E
DEGUSTAZIONI A LENO:
APPUNTAMENTO IL 29
MARZO
DI PAOLA ZANI
[email protected]
SAN BENEDETTO A
MONTECASSINO
14-21 MARZO
IL CALENDARIO degli eventi per la
celebrazione di San Benedetto a
Montecassino iniziano sabato 14 marzo
con l’arrivo della Fiaccola del Santo
Patrono. Domenica 15, a Cassino, dopo
il giuramento della Milizia si procede
con la benedizione delle “Panelle di
San Benedetto” e con la manifestazione
del Corteo storico Terra Sancti
Benedictis. Per tutta la settimana (di
mattina e per le scuole) resterà aperta
la Fiera del Santo con rievocazione
di un mercato del Medioevo. La fiera
di prodotti e produttori locali, in
collaborazione con le pro-loco ci sarà
Venerdì 20. Domenica 22 marzo alle
ore 10, a Montecassino, si celebrerà la
Solenne Pontificale. Alle 17 a cassino
ci sarà la rievocazione del Tributo
alla Reliquia di San Benedetto e la
processione per le vie della città. Al
termine, S.E. Padre Abate impartirà
la benedizione solenne alla città, alla
Diocesi e all’Europa con la reliquia di
San Benedetto.
Q
UEST’ANNO l’evento del 29 marzo, sagra del pa’ e formai,
è il frutto della collaborazione fra Cassa Padana, Fondazione Dominato Leonense, Pro-loco e Comune di Leno assieme alle associazioni che operano nel territorio. Come l’anno scorso, abbiamo voluto festeggiare e recuperare la vecchia
ricorrenza di San Benedetto che si festeggia, oltre all’11 luglio, anche il 21 marzo e abbiamo pensato ad un evento che
concludesse il percorso della mostra su Giacomo Bergomi,
avviato lo scorso ottobre in Villa Badia. Per il secondo anno, a
suggello del legame fra Leno e Montecassino, la ricorrenza di
San Benedetto sarà frutto di una programmazione congiunta
ricca di eventi che iniziano a metà marzo nella regione laziale
per poi proseguire da noi con l’evento in questione.
Altra novità importante di quest’anno è la “Sagra del Pà e
Formai” giunta alla sua tredicesima edizione e che per l’occasione viene anticipata al 29 marzo per dare valore al significato originario del termine “festa” , ovvero momento del godimento dei frutti del lavoro, come momento di aggregazione,
ringraziamento e ricerca delle radici antropologiche popolari. E se per radici popolari intendiamo che il pane è da sempre legato al grano, al lavoro della terra, alla vocazione rurale
della nostra zona e che il formaggio si collega all’influenza
dei monaci benedettini “inventori” di questo prodotto eccezionale, sembra di facile intuizione come Fiera di San Benedetto e Sagra del Pà e Formai possa essere un binomio di
crescita e di valorizzazione della nostra storia oltre che esempio di reale coesione sociale sul territorio. Verranno infatti
coinvolte anche le associazioni lenesi, gli artisti, la bottega
dell’equo solidale che allestiranno stand espositivi nei giardini davanti all’istituto Capirola. Sarà poi il turno delle scuole,
le classi che hanno partecipato alle visite didattiche alla mostra sul Bergomi che esporranno i lavori prodotti in classe e
a seguire uno spettacolo per tutti i bambini a cura del gruppo teatrale Cara...mella – Le avventure di Bertoldo – e una
merenda assieme. I più grandi invece, oltre a passeggiare fra
i produttori in mostra e degustare abbinamenti interessanti
per il palati più esigenti, potranno assistere alla produzione
del formaggio in tempo reale. ¬
INFO
Ufficio progetti Territoriali Cassa Padana – 030 9040210/334
Fondazione Dominato Leonense – 030 9038463
[email protected]
[email protected]
Per partecipare alla mostra
Pro Loco di Leno – 338 3454157
9
IL PROGRAMMA
Domenica 29 marzo 2009
dalle ore 10 alle ore 19
A Leno (Villa Badia, via Marconi –
giardini antistanti l’ITC Capirola)
Ore 10
Inaugurazione della fiera mostra
mercato
Esposizione e degustazione dei
prodotti da forno, caseari, olio, vino,
miele, marmellate dei produttori
locali
Ore 11,30
Benedizione delle “Pagnotte di
San Benedetto” distribuite poi
gratuitamente alla popolazione
Ore 14,30
Dal latte appena munto...alla forma
di formaggio
Dimostrazione in tempo reale
di come si ottiene una forma di
formaggio a cura Casari dell’Alta
Val Trompia – Pezzaze
Ore 15,00
“Il Mondo Contadino di Giacomo
Bergomi” interpretato dai più
piccoli
Incontro con le classi che hanno
partecipato alle visite guidate della
mostra
Ore 15,30
Spettacolo gratuito per bambini
“Le avventure di Bertoldo”
a cura del Gruppo Cara...mella
Ore 16,30
“Pane con....” Merenda insieme
(gratuita)
Ore 17,00
Dalla capra... al caprino
Dimostrazione in tempo reale della
lavorazione del latte di capra.
I
N O S T R I
P R O G E T T I 2
Caccia ai tesori
delle colline moreniche
FINE SETTIMANA SPECIALE CON VISTA SUL GARDA: 27, 28, 29 MARZO
DI GIULIO NAPOLITANO
[email protected]
C
ONTINUA la collaborazione su diversi fronti tra
Cassa Padana e il Consorzio Garda Colline – Garda
Hills. Diverse le attività e gli
eventi realizzati in due anni a partire dalla nascita del
Consorzio nel 2006, la maggior parte promosse sotto lo
slogan “Garda che Colline”
con l’obiettivo comune di
promuovere il territorio delle Colline Moreniche del
Garda.
Quest’anno all’interno
di un percorso di diverse attività messe in campo si è
anche pensato di realizzare
un evento che aiutasse a sco-
prire e conoscere il territorio
attraverso l’ambiente, la storia, la cultura, l’enogastronomia di qualità, in prima
fila i vini. Obiettivo è anche
quello di portare turisti nelle
strutture ricettive e nei ristoranti del territorio cercando
di fare rete tra consorziati,
enti e istituzioni.
Al Consorzio sono associate bellissime strutture ricettive (agriturismi, B&B,
resort). Si tratta in gran parte di realtà di piccole dimensioni che non potendo interfacciarsi con i grandi tour
operator con la strutturazione di pacchetti viaggi, devo-
no pensare ad altre modalità
per attrarre il turismo.
È venuto allora naturale pensare ad un evento che
andasse in questa direzione: una caccia al tesoro un
po’ differente perché pensata come un vero è proprio
pacchetto turistico da week
end, ad un prezzo conveniente che comprende due
notti, una cena di gala, merende e degustazioni in cantina, premi e molto altro.
Obiettivo dichiarato essere
un momento di promozione del territorio a caccia dei
tesori delle colline attorno al
lago di Garda che abbraccia-
10
no ben tre province: Brescia,
Mantova e Verona. Sarà anche l’occasione per mettere
insieme i diversi soci su di
una attività che ha appunto
l’obiettivo di creare sempre
di più rete tra di essi.
Coinvolti anche altri importanti attori del territorio
come il Consorzio del Lugana e quello dei Vini Colli
Mantovani che organizzeranno momenti di degustazione dei loro vini.
Altra importante collaborazione è quella con il
Touring Club che ha patrocinato l’iniziativa poiché si
attraverseranno alcuni dei
borghi tra i più belli d’Italia come il borghetto di Valeggio. Importante anche
la piena collaborazione dei
quattro comuni dell’area:
Lonato, Sommacampagna,
Valeggio sul Mincio e Volta
Mantovana che superando i
limiti dei confini provinciali e regionali stanno cercando insieme al Consorzio di
promuovere il territorio delle colline moreniche.
Per l’ufficio Progetti Territoriali di Cassa Padana riuscire a raccordare una sorta
di offerta turistica attraverso un evento come “Garda
che Colline” risulta coerente
agli obbiettivi visto che serve
per valorizzare un’area tra tre
provincie e due regioni, con
attori sia della ricezione che
della produzione, della ristorazione, nel territorio di
nostra competenza. Un territorio che non ha operatori
economici solidi e con buone prospettive di sviluppo
non può pensare di crescere
sia in termini economici ma
soprattutto sociali e in modo
sostenibile ed è compito anche di Cassa Padana cercare
di sostenerli non solo finanziariamente, anche attraverso attività che comunque si
pensano e si realizzano con
il contributo di tanti soggetti. ¬
COME PARTECIPARE
ALLA CACCIA
UNICI REQUISITI richiesti per
poter partecipare è che ogni
equipaggio sia composto da
un minimo di 2 giocatori e da
un massimo di 6 e la voglia di
voler trascorrere un piacevole e
divertente week end in mezzo alla
natura.
Quota di iscrizione:
130,00 € e comprende:
• partecipazione alla Caccia al
Tesoro
• due notti in Agriturismo o in
Hotel
• pranzo/degustazione in cantina
• cena di gala (la sera del 28
marzo)
• buffet della premiazione di
domenica 29 marzo
• kit della Caccia al tesoro
• guida delle colline moreniche
• cestino di prodotti
enogastronomici del territorio
Il numero massimo di equipaggi
sarà di 60, in modo che la
fruizione dei luoghi e anche le
tappe vengano vissute con tempi
adeguati. Non si è pensato a
una caccia contro il tempo ma
con tempi slow. Ogni equipaggio
dovrà obbligatoriamente dotarsi
di una macchina fotografica
digitale e del cavetto necessario
per scaricare le fotografie
scattate lungo i percorsi.
L’arrivo dei giocatori è previsto
per venerdì 27 marzo per il
pernottamento nelle diverse
strutture ricettive. Il gioco
inizia sabato alle 9,30. Luogo
dell’incontro e della partenza, il
gonzaghesco Palazzo Cavriani di
Volta Mantovana.
Ai primi classificati, in premio
un week end da trascorrere nei
migliori agriturismi e B&B delle
colline moreniche, nonché vino e
prodotti delle aziende agricole e
tanti altri premi.
PER SAPERNE DI PIÙ:
Consorzio GardaColline – GardaHills
www.gardacolline.it
www.gardachecolline.com
Enrico Tuci telefono 338 1786971
[email protected]
In bicicletta a zonzo...
fra borghetti e rocche
DI VALERIO GARDONI
[email protected]
S
della terra le colline moreniche. Risalgono all’ultima glaciazione, sono un ammasso
di terra, ciottoli e massi che l’attuale lago di Garda, quando al tempo era un grande ghiacciaio,
ha spinto verso la pianura. Il risultato, aggraziato dal lavoro saggio e poco invadente dell’uomo, è un
angolo di piacevole armonia fatto di macchie boschive e verdi pianori che accarezzano le tondeggianti
colline, pettinate dalle viti e abbellite da piccolissimi laghetti e risorgive che fanno da cornice a borghi
medioevali, scrigni di storia e di equilibrio architettonico.
L’itinerario su due ruote che vi proponiamo corre tra le provincie di Brescia, Mantova e Verona.
Il punto di partenza è Lonato, sovrastato dalla rocca Viscontea che risale al X secolo e ricco di palazzi,
chiese e un monastero benedettino. È anche il posto giusto dove lasciare l’automobile. Imbocchiamo
la strada che porta verso Castiglione delle Stiviere, un nastro d’asfalto che in una decina di chilometri
ci porta al centro della cittadina mantovana famosa per aver dato i natali a San Luigi Gonzaga.
Attraversando il centro di Castiglione delle Stiviere, sull’angolo di piazza Ugo Dallo e via Chiassi,
c’è appesa una mandibola di balena, popolarmente chiamata “la costa della balena”, curioso dono di
un singolare emigrante castiglionese, Carlo Brescianelli, che inviò la mandibola dall’Olanda, dove si
era stabilito nella seconda metà del XVIII secolo. Dinnanzi all’ospedale, oltre il groviglio di semafori
e incroci, imbocchiamo viale Europa che esce dal centro abitato entrando nella quiete delle colline e
conducendoci a Solferino. Per arrivare alla bellissima piazza Castello, la strada ci impegna in una salita tra incantevoli viuzze. Usciti dalla piazza, dopo essere saliti sino alla rocca di Solferino, chiamata
“spia d’Italia” durante il Risorgimento, seguiamo la segnaletica per Pozzolengo, con una pedalata mai
faticosa tra colli ricoperti dai vitigni del famoso Lugana.
Da Pozzolengo raggiungiamo Castellaro Lagusello, uno dei borghi più belli d’Italia. Dal piccolo
lago morenico a forma di cuore sembra emergere, come in una favola, il borgo fortificato che risale
al XI e XII secolo, miracolosamente rimasto intatto in tutta la sua armonia: vale la pena la visita e la
sosta. Usciti dal borgo, a una santella svoltiamo a destra in direzione Valeggio sul Mincio, cavalchiamo una collinetta e, attraversata la statale, le torri del castello scaligero ci indicano la strada. Entriamo
trionfalmente dal ponte visconteo che corona con la fortificazione merlata la splendida vista su Borghetto e i suoi mulini sul Mincio.
Da qui imbocchiamo la pista ciclabile che proviene da Mantova e corre fiancheggiando il Mincio
in direzione di Peschiera del Garda, un piacevole percorso immerso nel silenzio della valle che sfiora
l’abitato di Mozambano e prosegue sino a una grande diga, dove attraDifficoltà: facile
versiamo il ponte e riprendiamo a pedalare sulla sponda opposta sino Tempo di percorrenza: 4-5 ore
a Peschiera del Garda. La pista ciclabile ci porta nel cuore di Peschiera Strade: secondarie, tratti di
raggirando le possenti mura che ancora difendono la città lacustre.
statale, ciclabili
Arrivati qui abbiamo percorso circa 58 chilometri e possiamo de- Totale km: 65
cidere se proseguire in direzione di Desenzano del Garda oppure salire Adatto a tutte le biciclette,
sopra uno dei tanti treni con trasporto biciclette che in una ventina consigliabile con cambi per le
salite
di minuti ci portano alla stazione di Lonato. ¬
ONO PIEGHE
11
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N O S T R I
P R O G E T T I 3
Al Castello di Padernello il futuro
Distretto culturale
della Bassa bresciana
DI DOMENICO PEDRONI
Vice Presidente Fondazione Castello di Padernello
info@castellodipadernello
U
N PROGETTO per creare
coesione sociale, sviluppare la crescita sostenibile e responsabile del nostro
territorio, far decollare arte,
storia, cultura e natura della
Bassa Bresciana: tutto questo è il riassunto del progetto predisposto dalla Fondazione Castello di Padernello
per effettuare parte dei lavori di restauro del Castello e
creare un distretto culturale
della Bassa Bresciana.
Non solo quindi il grande riconoscimento della
Fondazione Cariplo, che ha
premiato il valore del pro-
getto “Padernello museo a
cielo aperto”, in ambito regionale e nazionale deliberando un contributo a fondo perduto di 500.000,00
euro, ma anche il completo
coinvolgimento delle cinque
Banche di Credito Cooperativo, soci Fondatori (fra cui
Cassa Padana), che parteciperanno in varie forme e
titolo al progetto, sostenendolo sia economicamente,
sia in qualità di partner alle
manifestazioni che saranno
programmate.
La grande sfida di salvaguardia e tutela del Castello
di Padernello e il suo riutilizzo come centro di cultura, promozione del territorio, riscoperta dei prodotti
tipici e sviluppo del turismo
locale, prende quindi grande
slancio e respiro e vedrà nel
2009 un anno veramente
importante e decisivo.
Sicuramente di grande
rilevanza, di grande significato per la creazione di
un “distretto culturale della
Bassa Bresciana” sarebbe il
coinvolgimento delle istituzioni. Oltre ai Comuni di
Borgo San Giacomo, Villachiara, San Paolo, Pompiano, Verolanuova, Verolavecchia, Quinzano d’Oglio,
che già sostengono le iniziative con il loro patrocinio, di
grande importanza sarebbe
la partecipazione della Provincia di Brescia, della Regione Lombardia e della Camera di Commercio.
La realizzazione comple12
ta del progetto, di valore sovraregionale, amplierebbe i
confini di una operazione
già “orizzontale” sul territorio, a conferma della necessità di promuovere e sviluppare le relazioni con tutti gli
enti, le Istituzioni, le associazioni esistenti sul territorio,
mettendoli in collegamento
e ricercando tutte le sinergie
possibili.
Il progetto “Padernello
museo a cielo aperto”, che
sarà realizzato nel corso di
quest’anno prevede la pavimentazione del cortile ed
il restauro delle facciate interne; il restauro dello scalone settecentesco e della
sala d’armi; la realizzazione
di cinque iniziative di spessore in collaborazione con la
PADERNELLO, UN MUSEO A
CIELO APERTO
Bando Fondazione Cariplo:
Creazione Sistemi Culturali Locali
Ente Proponente:
Fondazione Castello di Padernello
Titolo Progetto:
Padernello Museo a cielo aperto
Località dell’intervento:
Castello di Padernello
Autore e responsabile progetto:
Domenico Pedroni
Spesa complessiva progetto:
€ 903.247,29
Contributo a fondo perduto deliberato
Fondazione Cariplo:
€ 500.000,00
DESCRIZIONE PROGETTO:
1. Pavimentazione e restauro facciate
cortile interno € 435.000,00
2. Restauro scalone d’onore e sala d’armi
€ 271.147,29
3. Creazione cinque iniziative
€ 197.100,00
DESCRIZIONE INIZIATIVE:
1. Progetto mercato dei produttori in
collaborazione con Slow Food
2. Progetto cinematografico
3. Progetto mostra multimediale in
collaborazione con Bamsphoto
4. Teatro di produzione in collaborazione
con Centro Teatrale Bresciano
5. Creazione percorsi turistici
Fondazione Dominato Leonense, la Fondazione Pianura Bresciana, l’Agenzia territoriale per il turismo della
Pianura Bresciana.
Le iniziative sono la creazione e lo sviluppo del “Mercato dei produttori”, ovvero
la spesa a chilometro zero,
l’accorciamento della filiera,
l’acquisto di prodotti biologici, dando nuova dignità ai
produttori locali, far ripartire culture dimenticate.
Una trilogia di spettacoli
teatrali di produzione, attingendo ad operatori del settore della nostra zona, valorizzandoli, nell’ambito della
Rassegna regionale “Oltre il
palcoscenico”
La realizzazione di una
mostra multimediale, che in
ricorrenza del 150° anniversario della prima fotografia
aerea, in collaborazione con
l’Aerofototeca Nazionale di
Roma e del Politecnico di
Milano, riesca ad evidenziare il consumo del territorio
degli ultimi sessant’anni, anche nella nostra zona.
La realizzazione di un
corso di cinematografia, con
la realizzazione di cinque
video dedicati alla pianura
bresciana e ai suoi migliori
protagonisti.
La creazione di nove percorsi turistici locali per conoscere e amare la nostra terra,
creando le basi per far decollare un turismo giornaliero nella nostra pianura bresciana.
Il progetto prevede una
spesa di circa 903.000,00
Euro, con un cofinanziamento della Cariplo per
500.000,00 Euro. Per la somma restante di 403.000,00
euro, che resta a carico della Fondazione, già alcune
ditte e le Banche di Credito Cooperativo si sono rese disponibili a sostenere in
parte la quota a carico della
Fondazione. Sono state poi
coinvolte le Istituzioni, Provincia, Regione e la Camera di Commercio, sempre
per valutare la disponibilità
a sostenere una quota parte della spesa a carico della
Fondazione.
Il progetto tecnico di
tutta l’operazione viene seguito dall’ingegner Sandro
Guerrini, è iniziato a fine
dicembre 2008 e terminerà
a dicembre 2009.
In un anno quindi la
Fondazione, pur mantenendo inalterato il proprio ritmo di manifestazioni, per
una parte delle quali verrà
coinvolto l’intero paese feudale di Padernello, porterà
un colpo decisivo al restauro
del Castello, disponendo poi
di spazi adeguati per incrementare e migliorare tutte
le iniziative. Per tutti coloro che amano Padernello, la
sua filosofia, per tutti coloro
che hanno voglia di credere nei sogni, ma che operano con grande forza perché
questi si realizzino, questi
sono giorni di grande soddisfazione.
PER SAPERNE DI PIÙ www.fondazionecastellodipadernello.it
Partner del progetto per le iniziative:
Fondazione Dominato Leonense
Fondazione Pianura Bresciana
Agenzia Territoriale per il Turismo
Pianura Bresciana
Inizio lavori previsti dal progetto:
1.11.2008
Fine lavori previsto dal progetto:
31.12.2009
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N O S T R I
P R O G E T T I 4
Le mille strade della
mutualità
internazionale
DI LETIZIA PIANGERELLI
[email protected]
L’IMPEGNO DI CASSA PADANA a sostenere lo sviluppo della cooperazione
di credito in altri paesi del mondo è iniziato con un viaggio in Ecuador,
quasi dieci anni fa. Nel tempo i percorsi si sono ampliati, i progetti
moltiplicati, le amicizie cresciute e si è andata delineando, attraverso
l’originale formula della mutualità internazionale, quell’attenzione seria e
appassionata alle vicende di altri territori, che con il nostro hanno in comune
l’impegno di tanti soci nel costruire un futuro più sostenibile e giusto per la
propria comunità.
La mutualità internazionale di Cassa Padana si distingue, dunque, perché vuole essere
prima di tutto un viaggio attraverso la conoscenza. Nella consapevolezza che l’unica
crescita possibile non è fatta di budget e numeri, ma scaturisce, con effetto moltiplicatore,
dalla condivisione con gli altri di esperienze e vissuto. Nel 2008 questo cammino ci ha portato
ad affrontare i 4000 metri delle Ande del Perù e dell’Ecuador, per scendere dolcemente ai 2000
metri dell’altopiano di Durango, in Messico, fino alle sconfinate pianure di Argentina e Paraguay. A
riprova che il credito cooperativo non conosce confini e che le casse rurali rappresentano ovunque
il motore attorno al quale costruire lo sviluppo di un paese. Proviamo, con uno sguardo a ritroso, a
ripercorrerne le tappe.
PERÙ
L’8 dicembre 2008 nasce
a Junin - regione peruviana
a 4200 m di altitudine - alla
presenza di 34 soci e di rappresentanti di Cassa Padana e Fenacrep (Federazione
delle cooperative di credito
peruviane), la Cooperativa
di Risparmio e Credito Alto
Andina. La prima Presidente
eletta è una donna, Clorinda
Echevarría, e un’altra donna,
María Egoavil, sta muovendo i primi passi da Direttrice. La zona di competenza
della nuova cassa comprende le regioni di Junin e Pasco, tra le più povere del
paese. In alcuni municipi la
percentuale di popolazione
senza acqua, luce e servizi
sanitari arriva fino al 90% e
il tasso di analfabetismo, soprattutto tra le donne, raggiunge punte del 30%. In
questo contesto, le sfida per
la nuova cassa è credere nel
fatto che lo sviluppo della
popolazione locale di Junin
e Pasco, la sua voglia di riscatto e le sue idee imprenditoriali possano concretizzarsi passando attraverso lo
stimolo lungimirante della
propria cooperativa. Intanto
ad inizio 2009 apriranno in
diverse parti del Perù 7 nuove filiali di cooperative di
credito già esistenti, a riprova che le risposte che Cassa
Padana e Fenacrep volevano
dare con il Progetto Pilota
hanno gettato basi solide su
cui costruire, che permetteranno di estendere il progetto ad altre comunità povere
del paese.
MESSICO
Intanto in Messico, nell’altopiano di Durango,
un’altra comunità indigena,
di etnia Tepehuana, sta cercando al suo interno lo stimolo e le risorse per dare vita alla prima cassa rurale del
piccolo, isolato municipio
di San Bernardino de Milpillas. Il successo di questa
impresa è assicurato da tanti fattori: la grande determinazione della gente di uscire dalla povertà, soprattutto
delle donne, madri instan14
cabili; la serietà dell’appoggio statale, convinto della
necessità di sostituire la beneficienza con delle strutture locali sostenibili e autogestite; l’appoggio solidale
offerto da due casse già operative – Caja Poanas e Caja
Hipodromo – che con la loro esperienza possono sostenere dal basso la nascita della fragile cassa Tepehuana.
L’impegno, infine, di Cassa Padana, che a più riprese
nel corso del 2008 è volata a
Durango, con l’obiettivo di
affiancare le tre casse citate e
il Governo locale nella ricerca della strada più percorribile per far nascere anche in
Messico un sistema cooperativo solido e diffuso.
ARGENTINA
Proprio per rispondere in maniera organica e
strutturata a questo tipo di
bisogni era stato creato il
CIACC (Centro Internazionale di Assistenza al Credito
Cooperativo) che grazie alla sede distaccata di Buenos
Aires ha potuto seguire da
vicino, nel corso del 2008, i
primi passi del nascente credito cooperativo Argentino.
I bisogni riscontrati, la molteplicità di alleanze intrecciate e la consapevolezza che
far nascere un sistema dal
nulla richiede il contributo
di molte forze, hanno spinto Cassa Padana ad allargare
la partecipazione al CIACC
ad altre BCC italiane e a
Cassa Padana, in occasione
della visita realizzata nel novembre 2008, una possibile
soluzione alla povertà della
folta comunità paraguayana
residente in Argentina. Il
credito cooperativo costruisce dal basso le alleanze tra i
cittadini di diversi paesi.
Federcasse, affinché diventi
uno strumento - unico nel
suo genere - di efficace cooperazione di credito a livello
internazionale. In Argentina questo modus operandi
sta già dando i suoi frutti:
dall’apprezzata partecipazione di molti esponenti del
credito cooperativo italiano
al corso di formazione per
i dirigenti delle future casse argentine, alle numerose
richieste di collaborazione
pervenute alle BCC italiane
dai comitati promotori di
varie parti del paese.
ECUADOR
Infine, si ritorna da dove
eravamo partiti. A fine 2008
erano impegnate in Ecuador
160 BCC italiane, attive sia
a livello di pool di finanziamenti, sia singolarmente
grazie ai numerosi gemellaggi avviati con le cooperative
di credito e le comunità locali. In parallelo, altre iniziative sono state intraprese per
dare seguito agli accordi sottoscritti a Quito nel 2001:
un progetto di assistenza in
campo agricolo con il FEPP
a favore dell’incremento della produttività dei campesinos; un progetto per le rimesse degli immigrati, per
PARAGUAY
In questo paese, il neoeletto Presidente della Repubblica - l’ex vescovo cattolico Fernando Lugo – ha visto nel modello proposto da
15
favorire la canalizzazione dei
flussi monetari degli ecuadoriani residenti in Italia; un
progetto di assistenza tecnica per la definizione di un
nuovo assetto strategico di
Codesarrollo e per lo sviluppo di attività formative e di
sistemi di controllo interno;
un progetto di cooperazione integrale per la formazione di 300 giovani dirigenti
delle Casse Rurali ecuadoriane. I risultati raggiunti da
Codesarrollo sia a livello finanziario che sociale a discapito della difficile situazione
del paese, sono sorprendenti e confermano un fatto che
forse in Italia abbiamo dato
a lungo per scontato: non è
facile fare banca in una situazione complessa e difficile come quella Ecuadoriana, ma è proprio nei momenti di crisi più profonda
che il credito cooperativo,
in qualsiasi paese, è rimasto
in piedi, costituendo spesso
l’unico cuscinetto sicuro ad
un tracollo altrimenti inevitabile. Anzi, è proprio attraverso le difficoltà che le banche cooperative riscoprono
la missione sociale che le ha
generate, unico fattore capace di garantirne la competitività nel tempo. Questa è la
lezione che i numeri di Codesarrollo lasciano a Cassa
Padana per il 2009 e che anche la Cassa Rurale di Bolzano raccoglie, decidendo
quest’anno di entrare anche
lei nel capitale della banca
Ecuadoriana. Una prova di
reciproca fiducia.
Sempre in Ecuador stanno organizzando per settembre 2009 il prossimo convegno annuale, che questa volta sarà incentrato sul futuro
dell’agricoltura campesina.
Un tema che, nelle speranze
e nei bisogni, quest’anno ci
accomuna tutti. Grazie alla finanza popolare, il cerchio si allarga oltre la finanza. E il viaggio ricomincia
da qui. ¬
I
P R O G E T T I 5
N O S T R I
L’Italiano in famiglia
un corso per la Tv e per Internet
UNA PRODUZIONE DI POPOLIS CINEMA
DI PATRIZIA CAPOFERRI
luogo d’incontro e di scambio interculturale, nel quale
le lingue e le storie di ciascuno possano essere riconosciute e valorizzate e il nuovo
codice sia una componente
pregnante ed affettiva di una
identità plurale.
Promuovere l’apprendimento dell’Italiano permette
di sostenere lo sviluppo delle
potenzialità personali e contemporaneamente contribuisce a prevenire i conflitti e i
comportamenti a rischio che
possono minare il processo
d’integrazione e coesione sociale degli immigrati.
L’Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia, per diffondere e favorire l’appren-
Referente Intercultura Ufficio Scolastico Provinciale - Brescia
L’ITALIANO IN FAMIGLIA
dal 3 febbraio 2009 su RTB network e
SKY 829
Autrice: Patrizia Capoferri
Regia: Angelo Bonfadini
Aiuto regista: Alessandra Binacchi
Assistente alla regia: Debora Righettini
Montaggio e suono: Flavio Carmignani
Computer-grafica: Armando Rossi,
Popolis Cinema Cassa Padana
Organizzazione generale: Silvano
Treccani, Popolis Cinema Cassa Padana
Musiche originali: Claudio Smussi
L
A PROVINCIA di Brescia per
ragioni socioeconomiche
continua ad essere un’area
di forte processo immigratorio, che si caratterizza
per i tratti di forte stanzialità, confermati dall’elevato numero di minori stranieri inseriti nel
sistema dell’istruzione e
della formazione, da una
consistente percentuale di
nuclei familiari stabili, da
un rilevante aumento di
permessi di soggiorno con
contratti di lavoro a tempo
indeterminato.
L’apprendimento della
lingua italiana
da parte degli immigrati costituisce
uno snodo
fondamentale nel processo d’integrazione.
Attraverso le parole della
lingua s’impara a raccontare
il mondo, a esprimere bisogni, valori, norme, significati, sensazioni, emozioni.
Oltre ad imparare il nuovo
codice per comunicare, studiare e lavorare, gli apprendenti immigrati devono riuscire con il tempo ad abitare
la lingua, per integrarsi in
una comunità linguistica e
culturale che condivide metafore, riferimenti, “sfondi”
culturali. Affinché ciò avvenga è fondamentale che il luogo d’apprendimento “scuola, strada, negozio, fabbrica”
divenga essenzialmente un
dimento della lingua e della
cultura italiana, ha realizzato
in collaborazione con la Regione Lombardia un corso
televisivo per l’insegnamento
dell’italiano agli stranieri.
Il corso “L’Italiano in famiglia” andrà in onda tutti
i martedì e giovedì alle ore
19,55 su RTB network e SKY
829, con repliche il lunedì e
mercoledì alle ore 9 e 16.
Noi, la famiglia Fappani
NEL BACKSTAGE DEL CORSO
DI CARLO FAPPANI
(ndr: Pietro Greiner, nella fiction interpreta il figlio)
E ALESSANDRA BINACCHI
aiuto regista
ENTRARE IN QUELL’APPARTAMENTO arredato a nuovo,
respirane il profumo di mai utilizzato è stato qualcosa di
incredibile... mi sono sentito un divo del cinema, sul tappeto
rosso la notte degli Oscar!! Sono subito corso nella mia
stanza... anzi nella nostra stanza! Si perché anche se nella
fiction noi ragazzi abbiamo due camere distinte anche nei
colori, verde per me, rosa per Marta (ndr: Maura Moggia,
nella fiction interpreta la figlia), nella realtà la camera è
una!
Eh sì ... ci sono volute le acrobatiche riprese di Angelo, anzi
del Bonfa (per la cronaca: il regista Angelo Bonfadini),
come lo chiamo io... insomma, il mio regista, per creare
l’illusione! Per personalizzare la mia “finta” cameretta
16
La prima delle 20 puntate preparate è stata trasmessa martedì 3 febbraio. La
produzione è stata affidata
a Popolis Cinema di Cassa
Padana.
Il set televisivo è stato allestito a Leno in via Brescia,
presso il Centro Tedeschi di
Cassa Padana. Ogni puntata
della durata di circa 20 minuti si sviluppa secondo questa struttura:
• sit-com iniziale per circa 5
minuti. Sono presentate delle
vere situazioni comunicative
vissute dalla famiglia Fappani, una famiglia tipica, media
italiana, di quattro persone
(2 genitori e 2 figli): svegliarsi, fare colazione, andare a
scuola o al lavoro, incontrare
degli amici, recarsi in Ufficio
postale, banca per le necessarie incombenze...;
• successivamente sviluppo/
approfondimento linguistico
della situazione comunicativa rappresentata attraverso
la guida di 2 docenti, i Maestri d’italiano Patrizia e Ma-
nuel. Attraverso l’ausilio della grafica ed il
supporto delle immagini
è facilitata la
comprensione e l’analisi
linguistica;
• possibile approfondimento delle strutture linguistiche
presentate attraverso la fruizione di ulteriori materiali
didattici pubblicati sul sito
www.italianoinfamiglia.it;
• opportunità di usufruire
della rete e della struttura dei
Centri Territoriali Permanenti (8 Centri distribuiti sul
territorio bresciano: 2 in città
e 6 in provincia) e dei Centri
Territoriali per l’Intercultura
ho portato alcune mie foto di quando ero piccolo e alcuni
miei giochi... avete notato Harry Potter sul mio comodino? Io
l’adoro!
Anche la casa ha avuto bisogno di qualche aggiunta per
renderla più vissuta... per esempio le foto di famiglia... Tutti e
quattro abbracciati, o in coppia io e la mia sorellona acquisita
Marta, noi tutti abbiamo dovuto fingere di essere una famiglia
vera... e ci conoscevamo solo da poche ore!! Direi che il
risultato non è stato per nulla male. Devo però ammettere che
un po’ mi vergognavo all’inizio... anche se adesso il ghiaccio
si è sciolto i primi tempi era tutto molto strano e mi sentivo
un po’ impacciato anche in un gesto normalissimo come un
abbraccio.
Figurarsi abbracciare e dare un bacio alla mia mamma
finta !Anna (ndr: Antonietta Belotti, nella fiction interpreta
la mamma). Avete presente la scena finale della seconda
puntata quando io e mamma Anna siamo al tavolo della
cucina e poco prima che io le consegni la sua borsa lei mi
si avvicina per fare naso-naso come fanno gli esquimesi??
Ne abbiamo fatti 32 di ciak per avere una scena buona!!
Ero talmente imbarazzato che con il piede sinistro calciavo
la gamba del tavolo “toc-toc-toc”... Flavio (ndr: Flavio
Carmignani), il nostro fonico (vuol dire quello che è addetto al
suono e tiene in mano un microfono) mi ha dovuto pregare di
fermare la gamba perché il rumore restava di sottofondo alla
ripresa! Non è certo facile fare certe cose sdolcinate davanti
ad almeno 5 persone che sono lì che ti fissano e ti controllano
in quello che dici e come lo dici: il fonico, l’assistente regia,
il regista con la telecamera, l’aiuto regista e in certi casi
anche produttore e produttrice!! Voi non li vedevate...ma io
sì! Comunque in breve tempo qualunque tipo di blocco o di
timore è passato e lì è iniziato il divertimento: giocare con
papà Carlo (ndr: Andrea Manni, nella fiction interpreta il
papà) aiutare Maura-Marta a sistemarsi i capelli (ma quanto
ci mettono le femmine a prepararsi ?), consigliare Antoniettamamma Anna a scegliere il pigiama... fare merenda con il
Bonfa, commentare con Armando e Silvano la prodezze della
mia squadra del cuore, l’Inter... Loro tifano Milan... nessuno è
perfetto!
Insomma, alla fine ho capito una cosa: esistono tanti tipi
di famiglie, dipende tutto da quanto uno si sa mettere in
gioco, relazionandosi con l’altro. Noi ci abbiamo provato, così
semplicemente, nella cornice di un set.
Ecco perchè sono convinto che Io, Maura, Antonietta, Andrea,
il Bonfa, Alessandra, Silvano, Flavio, Armando, Debora... noi,
tutti noi, siamo la famiglia Fappani.
17
(9 centri distribuiti sul territorio bresciano: 3 in città e
6 in provincia) per utilizzare
il computer, scaricare i materiali didattici di approfondimento, avere un ulteriore
sostegno didattico e, se interessa, sostenere un esame per
la certificazione delle competenze linguistiche attivate.
Un progetto complesso
che ha coinvolto diverse professionalità, che ha preteso da
tutti grande impegno e passione e che speriamo possa essere veramente d’aiuto a tutti
quei cittadini che provengono
da lontano, non possono frequentare i corsi di alfabetizzazione organizzati sul territorio,
ma sono desiderosi di abitare
nel nostro territorio, “abitando” un po’ anche la nostra lingua. ¬
I
P R O G E T T I 6
N O S T R I
DOMINATO LEONENSE SANITÀ
L’unità di riabilitazione a Leno:
rinnovata la sperimentazione
DI LUIGI BERSI
Direttore del progetto
A
il 3° anno di attività sanitaria in ambito
riabilitativo è ormai alle nostre spalle.
Dominato Leonense Sanità, soggetto preposto a
gestire la sperimentazione
gestionale pubblico-privato
voluta dalla Regione Lombardia, può guardare al recente passato con la convinzione di aver operato nel
migliore dei modi, superate
le difficoltà iniziali, per raggiungere gli obiettivi prefissati dal progetto originario.
Dal punto di vista contrattuale la sperimentazione,
concluso il primo periodo
di validità triennale, viene
quindi riproposta, ora, per
altri tre anni proprio in virNCHE
tù dei risultati soddisfacenti
conseguiti.
Possiamo quindi confermare il giudizio positivo
complessivamente espresso
sull’iniziativa a suo tempo
assunta per riqualificare la
struttura ospedaliera di Leno e per garantire quelle prestazioni sanitarie riabilitative
di cui la bassa bresciana aveva grande necessità.
Ora bisogna guardare al
futuro per consolidare i risultati dando impulso a nuovi progetti in accordo con
l’Azienda Ospedaliera di Desenzano, soggetto “partecipato” in questa sperimentazione gestionale, e nel rispetto
delle linee programmatiche
fissate dall’ASL di Brescia.
Una prima concreta ipotesi potrebbe essere rappresentata dall’attivazione, all’interno delle nostre
strutture, di un modello assistenziale definito Struttura
Distrettuale Assistenza Residenziale al fine di sviluppare la rete dei servizi sanitari,
afferente le cure primarie,
introducendo forme innovative di assistenza.
È questo un progetto che
potrà essere realizzato nei
primi mesi dell’anno, ove
coincidano tutti gli interessi,
grazie all’apporto clinico dei
Medici di Medicina Generale, alla componente assistenziale di Dominato Leonense
Sanità e all’Azienda ospedaliera per alcuni servizi e per
la titolarietà dei posti letto.
Il complesso delle iniziative consolidate e di quelle
programmate per qualificare
ulteriormente l’attività sani-
ATTIVITÀ DI RICOVERO 2008:
• 46 posti letto di riabilitazione
• 597 ricoveri
• 15.787 giornate degenza
• 94 % tasso occupazionale posti letto degenza media
• 91,8 % percentuale ricoveri in riabilitazione specialistica
(84,9 % nel 2007)
ATTIVITÀ AMBULATORIALE 2008:
• 71.500 visite e prestazioni accreditate S.S.R. e private
INFO E CONTATTI
SERVIZIO DI RIABILITAZIONE
(fisiokinesiter. e terapia fisica)
U.O RIABILITAZIONE
Centralino telefonico
tel. 030 9040511
fax. 030 9040512
Prenotazione visite ambulatori
cup tel. 0365 298118
da lun. a ven. ore 8.30-16.30
Prenotazione ricoveri
tel. 030.9040516
da lun. a ven. ore 9-15
Accettazione ricoveri
riabilitazione
da lun. a ven. ore 8.30-15.30
Orario visita ai degenti
giorni feriali
12.30-14 e 18.30-19.30
giorni festivi: 12.30-19.30
18
taria della Struttura verranno costantemente monitorate anche attraverso la Costituzione di un Comitato di
Sorveglianza che la Regione
ha opportunamente previsto per rendere più dinamica, in rapporto ai bisogni
dell’utenza, il modello della
sperimentazione gestionale
pubblico-privata che, in caso di risultati positivi potrà
anche determinare la messa
a sistema del nuovo soggetto erogatore del Servizio Sanitario Regionale.
In conclusione già ora,
grazie ai risultati di questi
primi tre anni, conseguiti in
virtù della grande professionalità dimostrata dai nostri
operatori, riteniamo di poter
ragionevolmente pensare al
futuro con ottimismo certi
di poter dare ai nostri assistiti
risposte sanitarie sempre più
qualificate e tempestive. ¬
Orario apertura servizio
riabilitazione
Da lun. a ven. ore 8-16.30
Informazioni attività
tel. 030 9040525
da lun. a ven. ore 8.30-16.30
La presenza dei medici DLS
di reparto è garantita dalle ore
8 alle ore 20 dal lun. al ven. Il
sabato dalle ore 8 alle ore 14.
In altri orari e negli altri giorni è
garantita la presenza del medico
di guardia. Dalle ore 9 alle ore 11
dal lunedì al sabato viene eseguito
il giro visita.
I
N O S T R I
P R O G E T T I 7
Dominato
Leonense
al lavoro fra Cremona, Reggio Emilia e Leno
DI DANIELA IAZZI
[email protected]
REGGIO EMILIA
CREMONA
Da gennaio 2009, la
Fondazione Dominato
Leonense è presente nel
centro di Cremona, grazie
alla collaborazione avviata
con la Project Room
Galleria Delle Arti – situata
all’interno dell’Hotel Delle
Arti in via Bonomelli 8–
dove gestisce l’attività di
esposizioni temporanee.
Primo appuntamento, che
vedrà la chiusura il 15
marzo prossimo, è con Il
mondo di Giacomo Bergomi.
Estensione naturale della
mostra allestita in Villa Badia
a Leno fino al 29 marzo,
dove è possibile ammirare
le splendide tele realizzate
da Bergomi e dedicate al
tema delle cascine, nella
Project Room, grazie alla
collaborazione con la
Famiglia Bergomi, sono
visibili opere ad olio, pastelli
ed acquarelli che riassumono
l’intero percorso artistico
del maestro bresciano. Dalla
realtà contadina vissuta da
ragazzo nella nostra pianura,
ai viaggi in Sud America
alla scoperta di indios e
campesinos, incorniciati dai
tipici abiti dai colori accesi,
Nel rispetto dello spirito di
attenzione verso il territorio
e di promotrice di eventi
culturali, Cassa Padana ha
voluto riservare uno spazio per
le esposizioni
temporanee,
in gestione
alla
Fondazione
Dominato
Leonense,
all’interno
della filiale
di Reggio
Emilia in via
Santo Stefano
25/27. Dal 9
al 27 febbraio è in mostra la
pittrice reggiana Simona Rei.
È un territorio affascinante
quello che ha deciso di
esplorare l’artista con la sua
arte, poiché esprimere modi
d’essere e stati d’animo, con
figure maschili e femminili,
apre le porte alla fantasia.
L’artista attraverso la tela
riesce infatti ad esprimere ogni
genere di emozione. Il suo
stile è figurativo e simbolico.
Dunque, ecco sfilare davanti a
noi figure alle volte semplici,
intriganti, appassionate che
vedono riflessa la propria
anima, con la consapevolezza
che essa rimarrà ben
i visi bruciati dal
sole, genuini e
semplici.
Ad aprile le
esposizioni
proseguono con
le fotografie di Valerio
Gardoni che rappresentato
le Pianure d’Europa, un vero
e proprio viaggio attraverso
i paesaggi fra i territori di
pianura europei e fra le loro
architetture rurali tipiche.
Distese di prati al tramonto,
antichi cascinali immersi
nella nebbia, i ritratti di
uomini che ancora vivono
un rapporto vitale con la
natura che li circonda e che li
nutre, piccole bestie e uccelli
che li accompagnano e che
animano queste terre.
nascosta. “La voglia di
dipingere nasce da lontano,
è un bisogno irrefrenabile di
esprimere le proprie emozioni,
di condividere con gli altri
il proprio modo di vedere il
mondo, forse è una ricerca di
condivisione”.
Dal 6 aprile al 15 maggio
sarà la volta della mostra
fotografica Ritrarre l’assenza.
Né corpo né anima di
Gabriella Bonini e Bruno
Vagnini. Gli abiti, le tracce
che davano forma al corpo,
sono i protagonisti indiscussi
di tutti gli scatti presenti
in mostra. Gli indumenti
degli uomini e delle donne
che hanno esercitato una
professione sono la chiave
interpretativa del reale, una
chiave che vuole spostare il
punto di vista, o meglio di vita,
sulla realtà che lì non c’è più,
per aprire ad altri percorsi di
lettura. In tutte le immagini,
a lato e sempre in angolo, un
piccolo scarabeo, simbolo di
rigenerazione e risurrezione,
di morte e di rinascita del
sole, manifestazione del
creatore dell’universo, del dio
Khepri, il sole che sorge. Nelle
didascalie la parola anima
è un leitmotiv: l’abito è la
casa del corpo che racchiude
l’anima e i suoi segreti.
PER SAPERNE DI PIÙ
Fondazione Dominato Leonense
tel. 030 9038463
LENO, IN VILLA BADIA
Per il secondo anno la Fondazione Dominato Leonense e l’associazione teatrale
Cara...Mella propongono in Villa Badia la rassegna Parole, libri & fantasia con un
calendario che si presenta ricco di appuntamenti per bambini, ragazzi e adulti;
momenti di aggregazione e di divertimento aperti in forma gratuita a tutti coloro che
vogliono trascorrere un pomeriggio o una serata in allegria. Il via sarà dato domenica
29 marzo con lo spettacolo pomeridiano per bambini “Le avventure di Bertoldo”.
19
I N C O N T R I
Pennelli e
scalpelli d’artista
in riva all’Oglio
DI VALERIO GARDONI
[email protected]
«NEI MIEI DIPINTI
C’È LA VITA E LA MORTE,
COME COMPLETAMENTO
DI UNA NELL’ALTRA, LA VITA
IN FONDO È INCOMPLETA
SENZA LA MORTE»
C
I SONO giornate invernali in cui la nebbia
sembra appiccicata alla terra
umida. Giorni tutti uguali che a volte assumono il
contorno di una maledizione. Certo è che potevo scegliere un altro mezzo, non
la bicicletta, per avviarmi a
intervistare un personaggio
bizzarro che vaga sulle rive
del fiume, tra gli ultimi ritagli selvaggi dell’Oglio. A
metà strada, con la testa ran-
nicchiata a tappo nel collo
del maglione per sbarrare la
strada alle sferzate di freddo che infliggono fastidiosi
brividi, con giacca e taccuino zuppi d’umidità, sarei ri20
tornato sui miei passi verso
casa. Ma ho continuato a
pedalare.
In fondo, questa pianura fumosa di nebbia, con i
suoi orizzonti scontornati, i
silenzi ovattati, gli angoli foschi, la bruma che accarezza
la pelle e bagna i capelli, misteriosa, un poco angosciante, nasconde un qualcosa di
affascinante, misterioso e
poetico.
A Quinzano d’Oglio ci
arrivo in poco tempo, in
questa giornata di luce fioca come una lunga sera. La
chiesa cinquecentesca di San
Rocco funge da spartiacque dividendo la strada che
scappa fuori paese e l’altra
che porta al vecchio borgo
con le stradine strette, nate
al tempo del traffico di carri
e buoi, piccole viuzze soffocate dalle case che seguono
le gobbe del terreno, cumuli sabbiosi di ere lontane, di
quando il fiume Oglio, signore della Bassa, ogni primavera si scolpiva la nuova
strada con l’ira delle piene.
Nel dedalo della contrada c’è un cancello dipinto
di un azzardato azzurro cielo. Fuori, una serie di sassi, mattoni e pezzi di legno
intagliati con simbologie
orientali o spirali atzeche, ti
confondono le idee mentre
sei alla ricerca di un campanello che poi, solo dopo
attenta osservazione, scopri
accovacciato in un pomolo
che rimanda una catenella
a una campana che quando
rintocca ricorda la chiamata
al rosario maggengo.
Angelo abita qui, in un
cortile con brolo, fienile, in
una casa colonica dal sapore
e dal clima impregnati della fatica contadina. Quando
apre il cigolante cancello, dal
suo aspetto, te ne accorgi subito che il personaggio è di
quelli rari che si sono tirati
fuori dalla corsa pazza del
mondo.
Il viso coperto dalla folta
barba di ciocchi bianchi che
fanno baruffa annodandosi
con quelli castani. I capelli
della stessa tinta infilati sotto un basco che gli impronta un alone sospeso tra un
di sassi, cocci provenienti da
antiche sepoltura, pezzi di
vasi fenici, punte di frecce
di chissà quali tempi preistorici, angoli di lavandini
del ventesimo secolo e aglio.
Una cornice che ben s’addice al personaggio.
Gli anni della contestazione del ’68, Angelo li ha
vissuti da hippy, vendendo
catenine e braccialetti fabbricati dalla “comune”. Ma
anche allora, come nel dopo lavoro, amava disegnare
la sua pianura sopra i fogli
d’un taccuino.
Se si toglie quel breve periodo passato a lavorare ai
bordi del deserto in Libia,
Angelo la sua vita l’ha distesa fra le rive del fiume e gli
scorci di pianura. Fra una
roggia e l’altra, qui ha adattato la sua filosofia orientale alla quotidianità bassaiola,
una fede sospesa fra quella
animistica e l’essenza di un
Dio senza nome.
“C’è la vita – mi racconta
guerrigliero cubano e un impressionista provenzale. Gli
occhi eschimesi in un viso
bizzarro e sorridente. Schivo e introverso, come tutti
gli artisti, ci mette un poco prima di mettermi a mio
agio dinnanzi a un bicchiere
di nocino.
Angelo è nato qui, figlio
di contadini e di questa terra
nebbiosa e umida, strappato
agli studi dalla realtà familiare in quegli anni ancora difficili e mandato da un ponteggio all’altro a guadagnarsi
da vivere. Il laboratorio dove
dipinge, scolpisce e gratta la
pietra, non ha ancora perso l’essenza di quelle antiche storie contadine, anche
se ora è un mosaico di mille
cose: dipinti alle pareti, oggetti ovunque, statue intagliate nel legno e nella pietra, gatti che dormono, due
mobili che con un adeguato
restauro farebbero bella vista in qualsiasi sala ove sono ammassati una quantità
21
– poi l’uomo sviluppa il modo di interpretarne i segni
attraverso la natura e quindi
della vita stessa. Per me esiste il mondo di Dio e quello
degli uomini, due livelli che
si stanno sempre più allontanando, il mondo di Dio è
verità, quello degli uomini
è scivolato nella falsità. Così mi rivolgo ai ‘King’, e alla filosofia del Taoismo. Qui
ho trovato le risposte. Poi lavoro sull’osservazione della
natura”.
Mentre racconta, mi passa un taccuino dove sono
annotati giorno per giorno i
segni della natura: “Sagittario nel cielo del sud, primo
tuono, visto serpente, ritorno
dell’acqua alla sorgente...”
I quadri che dipinge o
disegna appesi alle pareti seguono uno stesso stile e uno
stesso soggetto: canali e fossati, alberi e pianura. Hanno
un’aria un poco fanciullesca
che sfugge dal canone delle
proporzioni, del chiaroscuro
e della profondità di campo.
Ma l’arte è un mondo a sé:
“Nei miei dipinti c’è la vita
e la morte, come completamento di una nell’altra, la
vita in fondo è incompleta
senza la morte”.
Ora sul vecchio tavolo sta
sgrezzando una scultura in legno, mentre fuori la stessa figura è lavorata nella pietra. I
materiali del suo lavoro sono
tutti di scarto: “La vita dell’artista è una vita al limite,
raccolgo sassi, pietra di scarto, paracarri, vecchi mattoni,
legno dal fiume; tutto quello
che serve per tradurre il mio
pensiero, intriso della mia filosofia e del mio animo”.
Il mondo, quello troppo
veloce, quello sempre in crescita che “continua a inspirare aria senza buttarla fuori”,
come dice Angelo, è rimasto
chiuso fuori. Qui dentro, in
questo strappo di casa colonica intriso d’un miscuglio
di filosofie, vaga vivo il suo
spirito libero. ¬
U N A
F I N E S T R A
S U L L E
B C C
La cooperazione entra in aula
DI ALESSANDRO ANDREOLI
andreoli.a@filottrano.bcc.it
I
L PROGETTO “Crescere nella
cooperazione” nasce nell’anno scolastico 2006/07
per volontà della Banca di
Credito Cooperativo di Filottrano, in provincia di
Ancona, sull’esempio di
una analoga iniziativa della Federazione Trentina, ma
con l’obiettivo di realizzare un modello marchigiano
di sviluppo dell’educazione
cooperativa all’interno delle scuole.
L’intento di questo progetto è quello di sviluppare
un’azione di impegno civico ed etico in grado di favorire nel mondo scolastico
la crescita di una cultura del
risparmio, della cooperazione e dello sviluppo sosteni-
Localizzazione: provincia di Ancona
Data di costituzione: 04.05.1952
N. sportelli: 12
N. dipendenti al 31.12.08: 106
N. soci al 31.12.08: 2101
per finanziare un viaggio di
studio oppure per acquistare
materiale didattico.
Le esperienze di educazione cooperativa, condotte dall’Ufficio per l’educazione cooperativa della Federazione Trentina, hanno
dimostrato che quando gli
studenti applicano questo
modello alla vita della classe,
sperimentano un ambiente
in cui ciascuno esprime le
proprie opinioni, si assume
le proprie responsabilità, si
prende cura dell’altro. Infatti, solo l’esperienza concreta
dei valori della democrazia e
della condivisione permette
di comprenderne l’importanza, gettando le basi per
una cittadinanza responsabile e solidale.
Proprio per questo, coerentemente con i principi del
credito cooperativo e coi valori di riferimento previsti dall’articolo 2 del nostro statuto,
la BCC di Filottrano si è fatta
promotrice ormai da tre anni
di questo progetto che, dopo
il successo della prima edizione, ha ormai assunto una
connotazione regionale coinvolgendo numerose altre bcc
nonché la stessa Federazione
Marchigiana. ¬
bile, valorizzando la dimensione della solidarietà e dell’imprenditorialità. L’idea
di cooperazione proposta ai
docenti ed alunni non è, infatti, soltanto un modello di
sviluppo economico, ma anche un esempio di responsabilità civile e sociale.
Aspetto peculiare del
progetto è quello della sperimentazione “sul campo”.
Gli alunni, coadiuvati dai
loro insegnati, sono infatti chiamati a costituire delle piccole vere cooperative
ACS (Associazioni Cooperative Scolastiche) grazie alle
quali sperimentano il lavoro
di gruppo e sviluppano la
capacità per una risoluzione
collettiva dei problemi.
In pratica i ragazzi, coadiuvati dai loro insegnati,
sono chiamati a dar vita ad
una piccola cooperativa (ad
esempio per la vendita di
materiale scolastico, o per la
realizzazione di oggetti artigianali ecc…) i cui proventi
vengono poi devoluti, parte
in beneficenza e parte per
coprire le spese sostenute o
22
Popolis, periodico bimestrale di
Cassa Padana
autorizzazione del Tribunale di Brescia,
n. 43/2000 dell’8 agosto 2000
Sede, Villa Seccamani, via
Garibaldi 25, Leno-Brescia
Redazione
Macri Puricelli, direttore
[email protected]
Antonella Rossi, coordinamento
[email protected]
Armando Rossi, immagini
[email protected]
Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi
25, Leno-Brescia Tel.030-9040270,
[email protected]
Comitato di redazione
Franco Aliprandi, Stefano
Boffini, Benedetta Cherubini,
Valerio Gardoni, Daniela Iazzi,
Andrea Lusenti, Luigi Pettinati,
Macri Puricelli, Antonella Rossi,
Armando Rossi, Paola Zani
Hanno collaborato a questo
numero: Alessandro Andreoli,
Luigi Bersi, Patrizia Capoferri,
Benedetta Cherubini, Valerio
Gardoni, Daniela Iazzi, Giulio
Napolitano, Domenico Pedroni,
Letizia Piangerelli, Marco
Tabladini, Paola Zani
Fotografie: Bcc Filottrano,
Daniele Bettegazzi, GianLuca
Bono, Roberto Foroni, Valerio
Gardoni, Luciano Mazzoldi, Carlo
Monterenzi, Silvano Treccani,
Paola Zani.
La foto di copertina “Il Lago
di Garda visto dalle colline
moreniche” è di Valerio Gardoni.
Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs)
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