La sfida di Euromisure Caccia ai tesori delle colline
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La sfida di Euromisure Caccia ai tesori delle colline
Periodico di attualità, economia, informazione e cultura cooperativa ANNO 7 • N. 1 FEBBRAIO 2009 Fondo Chiuso Dominato Leonense La sfida di Euromisure Caccia ai tesori delle colline moreniche L’Italiano in famiglia un corso per la Tv e per Internet: una produzione di Popolis Cinema 1 Cari Soci, Le undici banche di credito cooperativo della Provincia di Brescia hanno recentemente aderito ad un protocollo di intesa che le impegna ad anticipare a tasso zero la cassa integrazione guadagni. È un intervento concreto che mostra una vicinanza tangibile alla comunità. La banca di credito cooperativo è in simbiosi con il suo territorio. Vive nel territorio. Soffre quando il territorio soffre. Insieme al territorio. In questi anni la Cassa ha promosso iniziative a 360 gradi per lo sviluppo della comunità locale, partendo dai bisogni che questa esprimeva, lavorando in partnership con altri soggetti e costruendo “reti”, nelle quali spesso è leader trainante o in altre situazioni partecipante attivo. In molti campi. Dalla salute all’ambiente, dalla cultura ai giovani, dalla promozione del territorio all’integrazione e coesione sociale. Costruire reti, lavorare insieme ad altre realtà per obiettivi condivisi non è facile da realizzare. Ci vuole tempo, pazienza. Soprattutto spirito cooperativo. Quando ci si riesce, si è in grado di produrre risposte efficaci alle sollecitazioni, ai problemi, più forti in situazioni di difficoltà, con una ottimizzazione delle risorse impiegate, che in un contesto di crisi tendono a ridursi, sia nel privato che nel pubblico. È la risposta cooperativa alla crisi. Risposta che può produrre miracoli. La Cassa non inizia da zero. Da anni lavora, investe in questa direzione. E farà la sua parte fino in fondo. VITTORIO BIEMMI Presidente di Cassa Padana sommario editoriali LA RISPOSTA COOPERATIVA ALLA CRISI 4-5 La sfida di Euromisure, nel territorio e nel mondo Fondo Chiuso Dominato Leonense, per crescere insieme 6-7 Uno sportello “tagliato su misura” Inaugurata a Castellucchio lo scorso dicembre la trentasettesima filiale di Cassa Padana Ti racconto Castellucchio 2 UN PATRIMONIO GRANDE PER LA COMUNITÀ Il patrimonio è la sintesi quantitativa della storia di un’azienda, della sua capacità di stare sul mercato nel tempo, dell’attenzione, della cura nei suoi confronti da parte dell’imprenditore o dei soci. Dà indicazioni forti sulla capacità dell’impresa di affrontare imprevisti e periodi di crisi. È un termometro che ne misura la solidità. In una banca di credito cooperativo ha una funzione collettiva. È un bene della comunità, indirizzato al perseguimento degli obiettivi previsti dall’art. 2 dello statuto. Gli asset patrimoniali sono tornati prepotentemente al centro dei criteri di valutazione aziendale durante questo periodo di crisi, soprattutto per quanto riguarda il sistema bancario. Buoni indici di patrimonializzazione sono la garanzia più forte nei confronti dei risparmiatori, dei soci, dei clienti, delle istituzioni – della collettività in genere – di solidità per un istituto bancario. Cassa Padana presenta valori ottimali. Ha molto fieno in cascina, trasmesso dalle passate generazioni e fatto crescere da un’amministrazione lungimirante, grazie anche ad un contesto normativo favorevole. La Cassa è nelle migliori condizioni per continuare a pensare serenamente e su basi solide il futuro. C’è un patrimonio quantitativo, fondamentale per la banca e un patrimonio intangibile, fatto di relazioni positive, conoscenze, fiducia, identità, modo di essere e di agire, ugualmente importante. I due elementi non sono separati, interagiscono profondamente, più di quanto si possa pensare, soprattutto se si ha la forza – e le condizioni oggettive per farlo – di alzare lo sguardo al lungo periodo. Nelle recenti crisi bancarie abbiamo visto – purtroppo – la fine fatta da grandi accumulazioni patrimoniali, centinaia, migliaia di volte superiori a quelle di Cassa Padana. Diventando fine a se stesse, perdendo la ragione profonda del perché si fanno le cose, rinchiudendosi in modo perverso in una logica di corto respiro della crescita e dell’utile senza limite, si sono sciolte come neve al sole. Cassa Padana è forte. Solida dal punto di vista patrimoniale e certa nella strategia di fondo da perseguire. Sa cosa fare e soprattutto perché lo fa. La bussola sono l’art. 2 dello statuto e il lavoro di generazioni passate di amministratori, soci, dipendenti, clienti che insieme hanno costruito un grande patrimonio per la comunità. LUIGI PETTINATI Direttore generale di Cassa Padana 8 18 Dominato leonense Sanità, l’unità di riabilitazione a Leno: rinnovata la sperimentazione Piccole e medie imprese, così le sostiene la Regione Lombardia 9 La Sagra del Pà e Formai Mercato dei produttori locali, arte e degustazioni a Leno 19 12-13 Al Castello di Padernello il futuro Distretto culturale della Bassa bresciana 20-21 14-15 10-11 Le mille strade della mutualità internazionale Caccia ai tesori delle colline moreniche: fine settimana speciale con vista sul Garda, 27,28,29 marzo 16-17 In bicicletta a zonzo...fra borghetti e rocche Dominato leonense al lavoro fra Cremona, Reggio Emilia e Leno Pennelli e scalpelli d’artista in riva all’Oglio L’Italiano in famiglia, un corso per la Tv e per Internet: una produzione di Popolis Cinema 22 La cooperazione entra in aula 3 L A B A N C A A L T U O S E R V I Z I O 1 La sfida di Euromisure, nel territorio e nel mondo INCONTRO CON I SOCI, WALTER CALETTI, CLAUDIO FELICE ARISI E GIUSEPPE TIZZONI E IL COMMERCIALISTA ALESSANDRO TANTARDINI U DI MACRI PURICELLI [email protected] un’azienda che oggi ha 62 dipendenti, un fatturato di 17,5 milioni di euro, l’80% del mercato e delle vendite nel mondo e che lavora con le maggiori compagnie di ingegneria del settore petrolifero”. “Cercavamo un incontro ravvicinato con un istituto di credito che fosse capace di porsi come partner costruttivo nella crescita della nostra azienda e del territorio. E l’abbiamo trovato nel Fondo chiuso Dominato leonense gestito da BCC Private Equity SGRpa e in Cassa Padana”, aggiunge Alessandro Tantardini, il commercialista cremonese artefice tecnico dell’entrata del Fondo in Euromisure. “Se siamo riusciti in un anno di lavoro”, aggiunge, “a far entrare il Fondo nel consiglio di amministrazione con il 49% e ora di avviare il lavoro che ci eravamo prefissati, è stato perché l’incontro è avvenuto fra due realtà in qualche modo omogenee: da una parte Euromisure, un’azienda di medie dimensioni nata, cresciuta e ancora basata sulle persone, concreti e appassionati, ecco le caratteristiche che balzano immediatamente agli occhi quando incontriamo i soci fondatori di Euromisure. Concreti perché sono riusciti in pochi anni a creare un’azienda solida e leader di mercato. Appassionati perché amano il proprio lavoro profondamente. Perché non possono fare a meno di metterci le mani in prima persona, di progettare, di creare, di trovare nuovi orizzonti e mettersi in gioco con nuove sfide. Non è un caso, quindi, che il Gruppo Euromisure, l’azienda nata nel 1987 per volontà dei 3 soci usciti dalla cremonese Tecnomatic (“Un’azienda specializzata nel nucleare che in quegli anni guardava troppo avanti e che era forte di una tecnologia molto sofisticata e di personale estremamente preparato”) abbiano raccolto a piene mani la sfida lanciata dal Fondo chiuso Dominato Leonense. “In fondo”, ci spiegano dal loro ufficio di Pieve San Giacomo, alle porte di Cremona, “non abbiamo fatto altro che raccogliere un’opportunità che ci si è presentata alla porta. Quando gli esponenti di Cassa Padana – Gianfranco Grossetti e Nicola Ferrari – si sono presentati qui nell’autunno del 2007 pensammo subito che per noi non era il momento di fare investimenti e che non avevamo affatto bisogno di liquidità. Negli ultimi anni Euromisure ha fatto passi da gigante ed era altro di cui avevamo bisogno. Stavamo cercando invece gli stimoli giusti e le opportunità per fare un salto di qualità. In particolare nell’organizzazione strutturale di OMINI 4 dall’altra un Fondo capace di rapportarsi a pieno titolo, e con attenzione, alle particolarità di questa azienda. È stato subito capito che se Euromisure al suo attivo ha una grande flessibilità legata all’identificazione con le persone che l’hanno fatta nascere e prosperare, nello stesso tempo vive tutte le problematiche proprie di una realtà poco strutturata, soggettiva più che oggettiva. Ecco, la strada che insieme al Fondo chiuso Dominato Leonense stiamo percorrendo, è proprio questa: riuscire a trasformare e strutturare dal punto di vista organizzativo Euromisure perché possa crescere e cogliere appieno le sfide e i cambiamenti del mercato in cui opera in modo più oggettivo che soggettivo, ma, al tempo stesso, non perdere i valori e le peculiarità che l’hanno portata agli odierni traguardi. C’è da dire poi, che un’altra opportunità di questo Fondo è quella di essere legato per scelta al territorio e al tessuto operativo locale. Ciò non può che favorire nuovi rapporti e occasioni di lavoro”. L’entrata del Fondo chiuso Dominato Leonense in Euromisure è stata spiegata ai dipendenti dagli stessi proprietari. “Li abbiamo tranquillizzati”, spiegano i soci, “facendo loro capire che questa è un’opportunità anche per tutti coloro che vogliono crescere e mettersi in gioco per il futuro. Crediamo di esserci riusciti. Oggi tutta Euromisure è più che pronta a guardare avanti”. Il lavoro concreto di Euromisure e del Fondo dovrà concludersi entro i prossimi 3, 4 anni. L’obiettivo è ottenere risultati che siano buoni per l’azienda, per i soci e per gli investitori che hanno creduto nel Fondo chiuso Dominato Leonense e che ne dovranno e potranno raccogliere i frutti. ¬ FONDO CHIUSO DOMINATO LEONENSE, LEONENSE PER CRESCERE INSIEME DOPO GLI ANNI DELLA RACCOLTA, ormai conclusa, è a pieno regime il lavoro del Fondo chiuso Dominato Leonense voluto da Cassa Padana. Si tratta di un fondo unico nel suo genere e a carattere territoriale. La raccolta è avvenuta nel 2006 nelle cinque province di competenza di Cassa Padana – Brescia, Cremona, Mantova, Parma, Reggio Emilia (Verona si è aggiunta nel 2008) – con l’obiettivo dichiarato di reinvestire negli stessi territori. Funzione primaria del fondo è infatti quella di sostenere le piccole e medie imprese assumendo un ruolo oltre che di “semplice” apportatore di capitali di rischio anche e soprattutto di supporto nelle decisioni strategiche dei manager e degli imprenditori. I gestori del fondo, BCC Private Equity SGR, mettono a disposizione delle aziende partecipate tutta la loro esperienza acquisita nel settore, conoscenze manageriali, professionalità elevata per il raggiungimento di un unico obiettivo comune sia per gli imprenditori che per il Fondo stesso: portare “valore” alle aziende e di conseguenza rendimenti ai sottoscrittori. Il Fondo chiuso Dominato Leonense è stato avviato nel 2006 con la raccolta dei fondi e si concluderà nel 2016. I primi sei anni sono dedicati all’individuazione delle aziende su cui investire; gli ultimi quattro alla vendita delle partecipazioni e alla restituzione agli investitori. Il Fondo ha un plafond complessivo di 10 milioni di euro: 5 milioni ne ha raccolti dal territorio (l’investimento minimo è stato di 50mila euro), altri 5 sono stati messi da Cassa Padana. Per i sottoscrittori si tratta di un investimento comunque a rischio, ma con una casistica che promette guadagni. Il target del Fondo sono aziende al top che vogliano fare un salto di qualità, programmare per tempo la sostituzione generazionale o posizionarsi in Borsa. La durata dell’investimento va dai tre ai cinque anni. Nel complesso, il Fondo chiuso Dominato leonense investirà su circa 8/9 aziende del territorio con un impegno medio di 1 milione di euro per ognuna di queste. Entro il 2011 tutte le aziende individuate dovranno aver avviato il lavoro insieme al Fondo. Al momento il Fondo chiuso Dominato Leonense è entrato in Energy Recuperator Spa di Carpenedolo, nel bresciano, con il 10% (dicembre 2007) e nel Gruppo Euromisure, in provincia di Cremona, con il 49% (dicembre 2008). Nel 2009 continuerà la ricerca e la realizzazione di altri investimenti. Tecnicamente, l’attività del fondo consiste BCC PRIVATE EQUITY SGRpa è la società di gestione del risparmio nell’acquisizione di partecipazioni di del Gruppo bancario ICCREA delegata alla gestione di fondi di maggioranza o di minoranza nel capitale investimento mobiliari chiusi ed è attiva nel settore del Private Equity di rischio di un’azienda diventandone socio dal 2005. a tutti gli effetti. Le aziende devono avere È stata costituita con l’obiettivo di ampliare l’offerta per le imprese delle caratteristiche ben precise: buona clienti delle BCC-CR e per gli investimenti di valore da parte dei ed efficiente gestione imprenditoriale, soggetti appartenenti al Credito Cooperativo nel capitale di rischio gruppo dirigente di elevata professionalità, delle imprese. BCC SGR gestisce 3 fondi chiusi per un totale di 85 interessanti prospettive di sviluppo, con mln di Euro, di cui uno a carattere nazionale e due territoriali. concrete possibilità di rilancio con nuovi gruppi manageriali. Tali aziende, passato il periodo di investimento del fondo, di IL GRUPPO EUROMISURE – Euromisure srl e Eurosistemi srl – ha media dai tre ai cinque anni, beneficeranno sede a Pieve San Giacomo in provincia di Cremona. È attivo dal 1987 di uno standing maggiore che le faciliterà nella produzione di misuratori di portata e di temperatura e di banchi nell’accesso al credito, le accrediterà presso di analisi chimica che trovano applicazione principalmente nei settori nuovi mercati, permetterà loro di accedere dell’Oil & Gas, dell’energia e dell’impiantistica generica. a un network che sarà strategico per il loro Il Gruppo, che ad oggi conta 62 dipendenti, ha raggiunto nel 2008 futuro. m.p. un fatturato consolidato di circa 17,5 milioni di euro. Euromisure è guidato da tre soci: Walter Caletti, Claudio Felice Arisi e Giuseppe Tizzoni. Elemento chiave del successo di Euromisure è la flessibilità, sia della struttura organizzativa che di quella operativa. Ciò permette di soddisfare in tempo reale le esigenze della clientela. Euromisura opera sia in Italia che all’estero, ma negli ultimi anni le vendite a livello internazionale hanno assunto un peso sempre maggiore e nel 2007 hanno rappresentato il 75% dei ricavi complessivi. 5 L A B A N C A A L T U O S E R V I Z I O 2 Uno sportello “tagliato su misura” INAUGURATA A CASTELLUCCHIO LO SCORSO DICEMBRE LA TRENTASETTESIMA FILIALE DI CASSA PADANA, QUARTO SPORTELLO IN PROVINCIA DI MANTOVA DI BENEDETTA CHERUBINI [email protected] tova e forma con le frazioni di Sarginesco, Gabbiana ed Ospitaletto una comunità di circa 5.000 abitanti. I “castellucchiesi” – così si chiamano gli abitanti – sono persone molto aperte, gioviali e spiritose, proiettate al futuro e curiose di sapere chi siamo e di conoscere la nostra storia. Il paese è particolarmente vivace dal punto di vista delle attività economiche. Si va dall’agroalimentare alla piccola impresa artigiana, dal piccolo laboratorio all’azienda di media dimensione. In questo primo periodo di tempo a contatto con le diverse realtà ho avuto modo di conoscere anche il tessuto associativo di Castellucchio, un contesto con il quale si intreccerà sicuramente la presenza di Cassa Padana a sostegno delle meritevoli progettualità locali. “L’accoglienza è stata ottima”, aggiunge Daniele, “anche da parte dell’Amministrazione Comunale e degli Istituti Scolastici, che non mancano di farci partecipi alla vita del paese. La mia percezione è che tutti aspettassero una cassa come la nostra, disposta ad ascoltare ed attenta a quanto succede nel territorio, in grado di affiancare e credere nelle persone anche in questo difficile momento economico”. ¬ Il responsabile della filiale di Castellucchio è Daniele Bettegazzi, nato a Leno 37 anni fa e residente sempre in provincia di Brescia a Gambara. Sposato con Roberta da 10 anni e papà di Paolo e Marco, Daniele è profondamente legato alla sua famiglia. La sua passione da sempre è il calcio: praticato in giovane età direttamente sul campo da gioco ed ora come allenatore nella squadra lenese Real Leno I L MIO PERCORSO in Cassa Padana è iniziato nel 1992 – racconta Daniele – snodandosi negli anni a venire sempre nell’area della Bassa Bresciana, prima nella filiale sede di Leno, poi nella filiale “pilota” di Gottolengo, a seguire Seniga, Isorella, e Castelletto di Leno, sportelli nei quali ho iniziato il mio percorso formativo con la mansione di cassiere per arrivare a vice-responsabile. In tutti questi anni in Cassa Padana ho imparato tanto dal punto di vista professionale e ricevuto ancora di più sotto il profilo delle relazioni umane con colleghi e clienti. Quando il direttore generale Luigi Pettinati mi ha chiesto la disponibilità per intraprendere questa nuova esperienza come responsabile di Castellucchio, non ho esitato e con entusiasmo ho accettato, pur consapevole della responsabilità che comporta trasmettere a una comunità nuova il sistema dei valori che caratterizza la nostra banca e il credito cooperativo in generale. In questa avventura sono accompagnato dal collega e amico Luciano Mazzoldi, che come me sta mettendo al servizio della nuova filiale tutta la sua professionalità e carica umana. In questo percorso, inoltre, un appoggio non indifferente arriva dal capo area Antonio Piovani, che con esperienza e instancabile energia sprona tutte le filiali del mantovano e del veronese – ormai giunte a nove sportelli – a dare il meglio anche sui nuovi territori. Castellucchio dista una decina di chilometri da ManDA SINISTRA: Daniele Bettegazzi, Luciano Mazzoldi, Antonio Piovani. » 6 TI RACCONTO CASTELLUCCHIO DI MACRI PURICELLI [email protected] CASTELLUCCHIO (MN) -“Il nostro paese ricorda nel nome la presenza di un piccolo castello... il nostro paese è formato da antichi borghi...il territorio è ricco di sapori ottenuti con i prodotti che maturano nella nostra terra ricca di sole e di acqua”. Questo e molto altro è Castellucchio, 5mila abitanti nel cuore della provincia mantovana, raccontato dagli alunni delle classi IVA e IVB dell’anno scolastico 2007/2008 in un vivace libretto voluto dalle loro insegnanti, accolto a braccia aperte dall’amministrazione comunale e stampato in seconda edizione (perché tante, tantissime, sono ancora le richieste) lo scorso dicembre. Di solito sono gli adulti che raccontano qualcosa ai ragazzi, e spesso lo fanno in modo noioso. Persino quando l’oggetto del racconto sono i luoghi della vita, il proprio paese, le proprie tradizioni. Qui, invece, a raccontare sono loro, i ragazzini, con un piglio e una passione che traspare da ogni parola e immagine. Facendo capire a ogni lettore quanto l’obiettivo delle insegnanti – offrire ai loro studenti uno stimolo per scoprire il proprio territorio – sia stato centrato. “È stato piacevole – spiegano le insegnanti – cogliere lo stupore e la meraviglia dei ragazzi di fronte alla scoperta che anche il loro ambiente è ricco di storia e di risorse non sempre conosciute”. Le fonti di informazione per scoprire Castellucchio sono state le più diverse: dalla biblioteca scolastica a Internet, dai giornali locali agli incontri e interviste. In prima fila quello con la signora Elvira che, ultra novantenne, ha incantato i ragazzi con la sua vitalità e allegria raccontando com’era la vita tanto tempo fa, cosa si faceva, come si lavorava, come ci si divertiva. E loro, giornalisti e scrittori in erba, hanno riportato fedelmente ogni parola offrendo uno spaccato inedito della Castellucchio della prima metà del Novecento. A chiudere il libro alcune inevitabili ricette tipiche, provate sul campo dagli infaticabili ragazzini: dai tortelli di zucca agli agnolini, dal risotto alle “tre re” alla torta sbrisolona. Dev’essere stata una gran festa per tutti loro impastare, cucinare, assaggiare e poi raccontare. Va dato il merito a questo “Alla scoperta di Castellucchio. Dentro il territorio oggi e...ieri” di essere una vera e propria guida al paese, sia per i suoi abitanti – che vi possono trovare ogni informazione utile perfino dei servizi alla cittadinanza – che per i turisti: avete mai pensato infatti quanto possano essere belle le ville e le corti di Castellucchio? CASTELLUCCHIO IN PILLOLE Popolazione: circa 5.000 abitanti Superficie comunale: 46 Kmq Frazioni: Gabbiana, Ospitaletto Mantovano, San Lorenzo, Sarginesco Nome abitanti: Castellucchiesi Patrono: San Giorgio Sindaco: Romano Monicelli Sito internet del Comune: www.comunecastellucchio.it Imprese per settore d’attività: Agricoltura: 180 Industria: 127 Commercio: 108 Servizi: 96 Totale: 511 aziende 7 L A B A N C A A L T U O S E R V I Z I O 3 Piccole e medie imprese, DI MARCO TABLADINI Gruppo Impresa - Brescia [email protected] così le sostiene la Regione Lombardia I tecnologici, ricerca e sviluppo, presenza sui mercati esteri sono queste le tematiche sulle quali la Regione Lombardia sta puntando per sostenere la ripresa in particolare delle piccole e medie imprese. Aprirà il prossimo 10 febbraio il Fondo di Rotazione che sblocca 35 milioni di euro di fondi europei per l’innovazione di prodotto o processo e l’applicazione industriale dei risultati della ricerca. L’opportunità per le imprese del settore manifatturiero e dei servizi è di ottenere un cofinanziamento a medio termine o un prestito partecipativo a copertura del 70% dei costi ammessi. Per le attività di ricerca e sviluppo svolta in collaborazione con altre imprese o Università sono inoltre preNVESTIMENTI RICERCA da utilizzare presso fornitori accreditati, ad esempio le Camere di Commercio e le associazioni imprenditoriali. Per l’erogazione di servizi di analisi di settore e di mercato, ricerca di partner, agenti o fornitori, formazione e assistenza tecnica è previsto un voucher del valore di 2.604,17 euro, a fronte di una spesa minima di 4 mila euro. Nel caso della partecipazione a missioni economiche all’estero, il voucher ha un valore variabile in base alla destinazione finale: si passa da 2.604,17 euro per Giappone, Australia, Oceania, USA, Canada a 1.041,67 per UE a 15 e Svizzera. E ancora. Riapriranno a breve i bandi della Legge 22/06 a sostegno delle attività imprenditoriali e di lavoro autonomo e della Misura A per l’acquisto di macchinari innovativi. L’agevolazione consiste nel primo caso in un finanziamento a medio termine fino all’80% dell’investimento ammesso e , nel secondo, in un contributo in conto interessi a fronte del perfezionamento da parte degli Istituti di credito, o degli intermediari finanziari convenzionati, di operazioni di finanziamento bancario o di sconto effetti. Le opportunità certamente non mancano, ora tocca alle piccole e medie imprese attivarsi per coglierle presentando con tempestività progetti di sviluppo per superare la crisi. ¬ PER SAPERNE DI PIÙ Gruppo Impresa - Tel 030 2306904 [email protected] www.gruppoimpresa.it http://www.regione.lombardia.it http://www.lombardiapoint.it/ PMI manifatturiere e dei servizi Progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, investimenti connessi alla applicazione industriale Finanziamento o prestito partecipativo fino al 70% Domande dal 10 febbraio Fondo FRIM Legge 1/2007 PMI Ammodernamento e ampliamento produttivo, innovaz. di prodotto e processo, applicaz. industriale, crescita dimensionale, trasferimento d’impresa Finanziamento/ locazione finanziaria o prestito partecipativo fino al 70% In apertura Metadistretti Aggregazioni di almeno 3 PMI Innovazione di prodotto e processo nelle aree biotecnologie, moda; design; nuovi materiali; ICT Contributo a fondo perduto fino al 50% In apertura Legge 1/2007 Progetti innovativi Imprese singole o aggregate e organismi di ricerca Progetti innovativi nei settori dell’EnergiaAmbiente, Agroalimentare, Salute e Manifatturiero avanzato In attesa di bando In apertura Driade Aggregazioni di PMI e grandi imprese, organ. di ricerca, enti locali Azioni sperimentali a supporto di sistemi produttivi, cluster e filiere d’impresa Contributo a fondo perduto 50% enti privati, 100% enti pubblici Domande entro il 30 marzo 2009 Bando Micro Macro Progetti Aggregazione di almeno 8 PMI Partecipazione a eventi internazionali e fiere, consolidamento nei mercati esteri Contributo a fondo perduto fino al 50% Domande dal 31 gennaio al 2 marzo Voucher multiservizi PMI Ricerca di partner esteri, analisi di settore e ricerche di mercato, ricerca di agenti/ distributori/fornitori, assistenza tecnica, formazione e informazione Voucher pari a 2.604,17 euro Domande dal 26 febbraio al 31 dicembre 2009 Missioni all’estero PMI Partecipazione a missioni economiche all’estero Voucher fino a 2.604,17 euro Entro 30 gg dalla missione prescelta. Fondo FRIM FESR INTERNAZIONALIZZAZIONE visti contributi a fondo perduto per progetti nelle aree di metadistretto quali le biotecnologie, la moda, il design, i nuovi materiali e l’ICT, o in settori prioritari quali l’agroalimentare, l’energia e l’ambiente, la salute e il manifatturiero avanzato. Sono tre invece gli interventi aperti a sostegno dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, si tratta del bando micro e macro progetti che finanzia con un contributo a fondo perduto progetti presentati da un’aggregazione di almeno 8 PMI, e dei voucher “multiservizi” e “missioni all’estero” previsti dall’Accordo di Programma fra Regione Lombardia e Camere di Commercio. I voucher consistono in una sorta di “buono spesa” 8 I N O S T R I P R O G E T T I 1 La Sagra del Pa’ e Formai MERCATO DEI PRODUTTORI LOCALI, ARTE E DEGUSTAZIONI A LENO: APPUNTAMENTO IL 29 MARZO DI PAOLA ZANI [email protected] SAN BENEDETTO A MONTECASSINO 14-21 MARZO IL CALENDARIO degli eventi per la celebrazione di San Benedetto a Montecassino iniziano sabato 14 marzo con l’arrivo della Fiaccola del Santo Patrono. Domenica 15, a Cassino, dopo il giuramento della Milizia si procede con la benedizione delle “Panelle di San Benedetto” e con la manifestazione del Corteo storico Terra Sancti Benedictis. Per tutta la settimana (di mattina e per le scuole) resterà aperta la Fiera del Santo con rievocazione di un mercato del Medioevo. La fiera di prodotti e produttori locali, in collaborazione con le pro-loco ci sarà Venerdì 20. Domenica 22 marzo alle ore 10, a Montecassino, si celebrerà la Solenne Pontificale. Alle 17 a cassino ci sarà la rievocazione del Tributo alla Reliquia di San Benedetto e la processione per le vie della città. Al termine, S.E. Padre Abate impartirà la benedizione solenne alla città, alla Diocesi e all’Europa con la reliquia di San Benedetto. Q UEST’ANNO l’evento del 29 marzo, sagra del pa’ e formai, è il frutto della collaborazione fra Cassa Padana, Fondazione Dominato Leonense, Pro-loco e Comune di Leno assieme alle associazioni che operano nel territorio. Come l’anno scorso, abbiamo voluto festeggiare e recuperare la vecchia ricorrenza di San Benedetto che si festeggia, oltre all’11 luglio, anche il 21 marzo e abbiamo pensato ad un evento che concludesse il percorso della mostra su Giacomo Bergomi, avviato lo scorso ottobre in Villa Badia. Per il secondo anno, a suggello del legame fra Leno e Montecassino, la ricorrenza di San Benedetto sarà frutto di una programmazione congiunta ricca di eventi che iniziano a metà marzo nella regione laziale per poi proseguire da noi con l’evento in questione. Altra novità importante di quest’anno è la “Sagra del Pà e Formai” giunta alla sua tredicesima edizione e che per l’occasione viene anticipata al 29 marzo per dare valore al significato originario del termine “festa” , ovvero momento del godimento dei frutti del lavoro, come momento di aggregazione, ringraziamento e ricerca delle radici antropologiche popolari. E se per radici popolari intendiamo che il pane è da sempre legato al grano, al lavoro della terra, alla vocazione rurale della nostra zona e che il formaggio si collega all’influenza dei monaci benedettini “inventori” di questo prodotto eccezionale, sembra di facile intuizione come Fiera di San Benedetto e Sagra del Pà e Formai possa essere un binomio di crescita e di valorizzazione della nostra storia oltre che esempio di reale coesione sociale sul territorio. Verranno infatti coinvolte anche le associazioni lenesi, gli artisti, la bottega dell’equo solidale che allestiranno stand espositivi nei giardini davanti all’istituto Capirola. Sarà poi il turno delle scuole, le classi che hanno partecipato alle visite didattiche alla mostra sul Bergomi che esporranno i lavori prodotti in classe e a seguire uno spettacolo per tutti i bambini a cura del gruppo teatrale Cara...mella – Le avventure di Bertoldo – e una merenda assieme. I più grandi invece, oltre a passeggiare fra i produttori in mostra e degustare abbinamenti interessanti per il palati più esigenti, potranno assistere alla produzione del formaggio in tempo reale. ¬ INFO Ufficio progetti Territoriali Cassa Padana – 030 9040210/334 Fondazione Dominato Leonense – 030 9038463 [email protected] [email protected] Per partecipare alla mostra Pro Loco di Leno – 338 3454157 9 IL PROGRAMMA Domenica 29 marzo 2009 dalle ore 10 alle ore 19 A Leno (Villa Badia, via Marconi – giardini antistanti l’ITC Capirola) Ore 10 Inaugurazione della fiera mostra mercato Esposizione e degustazione dei prodotti da forno, caseari, olio, vino, miele, marmellate dei produttori locali Ore 11,30 Benedizione delle “Pagnotte di San Benedetto” distribuite poi gratuitamente alla popolazione Ore 14,30 Dal latte appena munto...alla forma di formaggio Dimostrazione in tempo reale di come si ottiene una forma di formaggio a cura Casari dell’Alta Val Trompia – Pezzaze Ore 15,00 “Il Mondo Contadino di Giacomo Bergomi” interpretato dai più piccoli Incontro con le classi che hanno partecipato alle visite guidate della mostra Ore 15,30 Spettacolo gratuito per bambini “Le avventure di Bertoldo” a cura del Gruppo Cara...mella Ore 16,30 “Pane con....” Merenda insieme (gratuita) Ore 17,00 Dalla capra... al caprino Dimostrazione in tempo reale della lavorazione del latte di capra. I N O S T R I P R O G E T T I 2 Caccia ai tesori delle colline moreniche FINE SETTIMANA SPECIALE CON VISTA SUL GARDA: 27, 28, 29 MARZO DI GIULIO NAPOLITANO [email protected] C ONTINUA la collaborazione su diversi fronti tra Cassa Padana e il Consorzio Garda Colline – Garda Hills. Diverse le attività e gli eventi realizzati in due anni a partire dalla nascita del Consorzio nel 2006, la maggior parte promosse sotto lo slogan “Garda che Colline” con l’obiettivo comune di promuovere il territorio delle Colline Moreniche del Garda. Quest’anno all’interno di un percorso di diverse attività messe in campo si è anche pensato di realizzare un evento che aiutasse a sco- prire e conoscere il territorio attraverso l’ambiente, la storia, la cultura, l’enogastronomia di qualità, in prima fila i vini. Obiettivo è anche quello di portare turisti nelle strutture ricettive e nei ristoranti del territorio cercando di fare rete tra consorziati, enti e istituzioni. Al Consorzio sono associate bellissime strutture ricettive (agriturismi, B&B, resort). Si tratta in gran parte di realtà di piccole dimensioni che non potendo interfacciarsi con i grandi tour operator con la strutturazione di pacchetti viaggi, devo- no pensare ad altre modalità per attrarre il turismo. È venuto allora naturale pensare ad un evento che andasse in questa direzione: una caccia al tesoro un po’ differente perché pensata come un vero è proprio pacchetto turistico da week end, ad un prezzo conveniente che comprende due notti, una cena di gala, merende e degustazioni in cantina, premi e molto altro. Obiettivo dichiarato essere un momento di promozione del territorio a caccia dei tesori delle colline attorno al lago di Garda che abbraccia- 10 no ben tre province: Brescia, Mantova e Verona. Sarà anche l’occasione per mettere insieme i diversi soci su di una attività che ha appunto l’obiettivo di creare sempre di più rete tra di essi. Coinvolti anche altri importanti attori del territorio come il Consorzio del Lugana e quello dei Vini Colli Mantovani che organizzeranno momenti di degustazione dei loro vini. Altra importante collaborazione è quella con il Touring Club che ha patrocinato l’iniziativa poiché si attraverseranno alcuni dei borghi tra i più belli d’Italia come il borghetto di Valeggio. Importante anche la piena collaborazione dei quattro comuni dell’area: Lonato, Sommacampagna, Valeggio sul Mincio e Volta Mantovana che superando i limiti dei confini provinciali e regionali stanno cercando insieme al Consorzio di promuovere il territorio delle colline moreniche. Per l’ufficio Progetti Territoriali di Cassa Padana riuscire a raccordare una sorta di offerta turistica attraverso un evento come “Garda che Colline” risulta coerente agli obbiettivi visto che serve per valorizzare un’area tra tre provincie e due regioni, con attori sia della ricezione che della produzione, della ristorazione, nel territorio di nostra competenza. Un territorio che non ha operatori economici solidi e con buone prospettive di sviluppo non può pensare di crescere sia in termini economici ma soprattutto sociali e in modo sostenibile ed è compito anche di Cassa Padana cercare di sostenerli non solo finanziariamente, anche attraverso attività che comunque si pensano e si realizzano con il contributo di tanti soggetti. ¬ COME PARTECIPARE ALLA CACCIA UNICI REQUISITI richiesti per poter partecipare è che ogni equipaggio sia composto da un minimo di 2 giocatori e da un massimo di 6 e la voglia di voler trascorrere un piacevole e divertente week end in mezzo alla natura. Quota di iscrizione: 130,00 € e comprende: • partecipazione alla Caccia al Tesoro • due notti in Agriturismo o in Hotel • pranzo/degustazione in cantina • cena di gala (la sera del 28 marzo) • buffet della premiazione di domenica 29 marzo • kit della Caccia al tesoro • guida delle colline moreniche • cestino di prodotti enogastronomici del territorio Il numero massimo di equipaggi sarà di 60, in modo che la fruizione dei luoghi e anche le tappe vengano vissute con tempi adeguati. Non si è pensato a una caccia contro il tempo ma con tempi slow. Ogni equipaggio dovrà obbligatoriamente dotarsi di una macchina fotografica digitale e del cavetto necessario per scaricare le fotografie scattate lungo i percorsi. L’arrivo dei giocatori è previsto per venerdì 27 marzo per il pernottamento nelle diverse strutture ricettive. Il gioco inizia sabato alle 9,30. Luogo dell’incontro e della partenza, il gonzaghesco Palazzo Cavriani di Volta Mantovana. Ai primi classificati, in premio un week end da trascorrere nei migliori agriturismi e B&B delle colline moreniche, nonché vino e prodotti delle aziende agricole e tanti altri premi. PER SAPERNE DI PIÙ: Consorzio GardaColline – GardaHills www.gardacolline.it www.gardachecolline.com Enrico Tuci telefono 338 1786971 [email protected] In bicicletta a zonzo... fra borghetti e rocche DI VALERIO GARDONI [email protected] S della terra le colline moreniche. Risalgono all’ultima glaciazione, sono un ammasso di terra, ciottoli e massi che l’attuale lago di Garda, quando al tempo era un grande ghiacciaio, ha spinto verso la pianura. Il risultato, aggraziato dal lavoro saggio e poco invadente dell’uomo, è un angolo di piacevole armonia fatto di macchie boschive e verdi pianori che accarezzano le tondeggianti colline, pettinate dalle viti e abbellite da piccolissimi laghetti e risorgive che fanno da cornice a borghi medioevali, scrigni di storia e di equilibrio architettonico. L’itinerario su due ruote che vi proponiamo corre tra le provincie di Brescia, Mantova e Verona. Il punto di partenza è Lonato, sovrastato dalla rocca Viscontea che risale al X secolo e ricco di palazzi, chiese e un monastero benedettino. È anche il posto giusto dove lasciare l’automobile. Imbocchiamo la strada che porta verso Castiglione delle Stiviere, un nastro d’asfalto che in una decina di chilometri ci porta al centro della cittadina mantovana famosa per aver dato i natali a San Luigi Gonzaga. Attraversando il centro di Castiglione delle Stiviere, sull’angolo di piazza Ugo Dallo e via Chiassi, c’è appesa una mandibola di balena, popolarmente chiamata “la costa della balena”, curioso dono di un singolare emigrante castiglionese, Carlo Brescianelli, che inviò la mandibola dall’Olanda, dove si era stabilito nella seconda metà del XVIII secolo. Dinnanzi all’ospedale, oltre il groviglio di semafori e incroci, imbocchiamo viale Europa che esce dal centro abitato entrando nella quiete delle colline e conducendoci a Solferino. Per arrivare alla bellissima piazza Castello, la strada ci impegna in una salita tra incantevoli viuzze. Usciti dalla piazza, dopo essere saliti sino alla rocca di Solferino, chiamata “spia d’Italia” durante il Risorgimento, seguiamo la segnaletica per Pozzolengo, con una pedalata mai faticosa tra colli ricoperti dai vitigni del famoso Lugana. Da Pozzolengo raggiungiamo Castellaro Lagusello, uno dei borghi più belli d’Italia. Dal piccolo lago morenico a forma di cuore sembra emergere, come in una favola, il borgo fortificato che risale al XI e XII secolo, miracolosamente rimasto intatto in tutta la sua armonia: vale la pena la visita e la sosta. Usciti dal borgo, a una santella svoltiamo a destra in direzione Valeggio sul Mincio, cavalchiamo una collinetta e, attraversata la statale, le torri del castello scaligero ci indicano la strada. Entriamo trionfalmente dal ponte visconteo che corona con la fortificazione merlata la splendida vista su Borghetto e i suoi mulini sul Mincio. Da qui imbocchiamo la pista ciclabile che proviene da Mantova e corre fiancheggiando il Mincio in direzione di Peschiera del Garda, un piacevole percorso immerso nel silenzio della valle che sfiora l’abitato di Mozambano e prosegue sino a una grande diga, dove attraDifficoltà: facile versiamo il ponte e riprendiamo a pedalare sulla sponda opposta sino Tempo di percorrenza: 4-5 ore a Peschiera del Garda. La pista ciclabile ci porta nel cuore di Peschiera Strade: secondarie, tratti di raggirando le possenti mura che ancora difendono la città lacustre. statale, ciclabili Arrivati qui abbiamo percorso circa 58 chilometri e possiamo de- Totale km: 65 cidere se proseguire in direzione di Desenzano del Garda oppure salire Adatto a tutte le biciclette, sopra uno dei tanti treni con trasporto biciclette che in una ventina consigliabile con cambi per le salite di minuti ci portano alla stazione di Lonato. ¬ ONO PIEGHE 11 I N O S T R I P R O G E T T I 3 Al Castello di Padernello il futuro Distretto culturale della Bassa bresciana DI DOMENICO PEDRONI Vice Presidente Fondazione Castello di Padernello info@castellodipadernello U N PROGETTO per creare coesione sociale, sviluppare la crescita sostenibile e responsabile del nostro territorio, far decollare arte, storia, cultura e natura della Bassa Bresciana: tutto questo è il riassunto del progetto predisposto dalla Fondazione Castello di Padernello per effettuare parte dei lavori di restauro del Castello e creare un distretto culturale della Bassa Bresciana. Non solo quindi il grande riconoscimento della Fondazione Cariplo, che ha premiato il valore del pro- getto “Padernello museo a cielo aperto”, in ambito regionale e nazionale deliberando un contributo a fondo perduto di 500.000,00 euro, ma anche il completo coinvolgimento delle cinque Banche di Credito Cooperativo, soci Fondatori (fra cui Cassa Padana), che parteciperanno in varie forme e titolo al progetto, sostenendolo sia economicamente, sia in qualità di partner alle manifestazioni che saranno programmate. La grande sfida di salvaguardia e tutela del Castello di Padernello e il suo riutilizzo come centro di cultura, promozione del territorio, riscoperta dei prodotti tipici e sviluppo del turismo locale, prende quindi grande slancio e respiro e vedrà nel 2009 un anno veramente importante e decisivo. Sicuramente di grande rilevanza, di grande significato per la creazione di un “distretto culturale della Bassa Bresciana” sarebbe il coinvolgimento delle istituzioni. Oltre ai Comuni di Borgo San Giacomo, Villachiara, San Paolo, Pompiano, Verolanuova, Verolavecchia, Quinzano d’Oglio, che già sostengono le iniziative con il loro patrocinio, di grande importanza sarebbe la partecipazione della Provincia di Brescia, della Regione Lombardia e della Camera di Commercio. La realizzazione comple12 ta del progetto, di valore sovraregionale, amplierebbe i confini di una operazione già “orizzontale” sul territorio, a conferma della necessità di promuovere e sviluppare le relazioni con tutti gli enti, le Istituzioni, le associazioni esistenti sul territorio, mettendoli in collegamento e ricercando tutte le sinergie possibili. Il progetto “Padernello museo a cielo aperto”, che sarà realizzato nel corso di quest’anno prevede la pavimentazione del cortile ed il restauro delle facciate interne; il restauro dello scalone settecentesco e della sala d’armi; la realizzazione di cinque iniziative di spessore in collaborazione con la PADERNELLO, UN MUSEO A CIELO APERTO Bando Fondazione Cariplo: Creazione Sistemi Culturali Locali Ente Proponente: Fondazione Castello di Padernello Titolo Progetto: Padernello Museo a cielo aperto Località dell’intervento: Castello di Padernello Autore e responsabile progetto: Domenico Pedroni Spesa complessiva progetto: € 903.247,29 Contributo a fondo perduto deliberato Fondazione Cariplo: € 500.000,00 DESCRIZIONE PROGETTO: 1. Pavimentazione e restauro facciate cortile interno € 435.000,00 2. Restauro scalone d’onore e sala d’armi € 271.147,29 3. Creazione cinque iniziative € 197.100,00 DESCRIZIONE INIZIATIVE: 1. Progetto mercato dei produttori in collaborazione con Slow Food 2. Progetto cinematografico 3. Progetto mostra multimediale in collaborazione con Bamsphoto 4. Teatro di produzione in collaborazione con Centro Teatrale Bresciano 5. Creazione percorsi turistici Fondazione Dominato Leonense, la Fondazione Pianura Bresciana, l’Agenzia territoriale per il turismo della Pianura Bresciana. Le iniziative sono la creazione e lo sviluppo del “Mercato dei produttori”, ovvero la spesa a chilometro zero, l’accorciamento della filiera, l’acquisto di prodotti biologici, dando nuova dignità ai produttori locali, far ripartire culture dimenticate. Una trilogia di spettacoli teatrali di produzione, attingendo ad operatori del settore della nostra zona, valorizzandoli, nell’ambito della Rassegna regionale “Oltre il palcoscenico” La realizzazione di una mostra multimediale, che in ricorrenza del 150° anniversario della prima fotografia aerea, in collaborazione con l’Aerofototeca Nazionale di Roma e del Politecnico di Milano, riesca ad evidenziare il consumo del territorio degli ultimi sessant’anni, anche nella nostra zona. La realizzazione di un corso di cinematografia, con la realizzazione di cinque video dedicati alla pianura bresciana e ai suoi migliori protagonisti. La creazione di nove percorsi turistici locali per conoscere e amare la nostra terra, creando le basi per far decollare un turismo giornaliero nella nostra pianura bresciana. Il progetto prevede una spesa di circa 903.000,00 Euro, con un cofinanziamento della Cariplo per 500.000,00 Euro. Per la somma restante di 403.000,00 euro, che resta a carico della Fondazione, già alcune ditte e le Banche di Credito Cooperativo si sono rese disponibili a sostenere in parte la quota a carico della Fondazione. Sono state poi coinvolte le Istituzioni, Provincia, Regione e la Camera di Commercio, sempre per valutare la disponibilità a sostenere una quota parte della spesa a carico della Fondazione. Il progetto tecnico di tutta l’operazione viene seguito dall’ingegner Sandro Guerrini, è iniziato a fine dicembre 2008 e terminerà a dicembre 2009. In un anno quindi la Fondazione, pur mantenendo inalterato il proprio ritmo di manifestazioni, per una parte delle quali verrà coinvolto l’intero paese feudale di Padernello, porterà un colpo decisivo al restauro del Castello, disponendo poi di spazi adeguati per incrementare e migliorare tutte le iniziative. Per tutti coloro che amano Padernello, la sua filosofia, per tutti coloro che hanno voglia di credere nei sogni, ma che operano con grande forza perché questi si realizzino, questi sono giorni di grande soddisfazione. PER SAPERNE DI PIÙ www.fondazionecastellodipadernello.it Partner del progetto per le iniziative: Fondazione Dominato Leonense Fondazione Pianura Bresciana Agenzia Territoriale per il Turismo Pianura Bresciana Inizio lavori previsti dal progetto: 1.11.2008 Fine lavori previsto dal progetto: 31.12.2009 13 I N O S T R I P R O G E T T I 4 Le mille strade della mutualità internazionale DI LETIZIA PIANGERELLI [email protected] L’IMPEGNO DI CASSA PADANA a sostenere lo sviluppo della cooperazione di credito in altri paesi del mondo è iniziato con un viaggio in Ecuador, quasi dieci anni fa. Nel tempo i percorsi si sono ampliati, i progetti moltiplicati, le amicizie cresciute e si è andata delineando, attraverso l’originale formula della mutualità internazionale, quell’attenzione seria e appassionata alle vicende di altri territori, che con il nostro hanno in comune l’impegno di tanti soci nel costruire un futuro più sostenibile e giusto per la propria comunità. La mutualità internazionale di Cassa Padana si distingue, dunque, perché vuole essere prima di tutto un viaggio attraverso la conoscenza. Nella consapevolezza che l’unica crescita possibile non è fatta di budget e numeri, ma scaturisce, con effetto moltiplicatore, dalla condivisione con gli altri di esperienze e vissuto. Nel 2008 questo cammino ci ha portato ad affrontare i 4000 metri delle Ande del Perù e dell’Ecuador, per scendere dolcemente ai 2000 metri dell’altopiano di Durango, in Messico, fino alle sconfinate pianure di Argentina e Paraguay. A riprova che il credito cooperativo non conosce confini e che le casse rurali rappresentano ovunque il motore attorno al quale costruire lo sviluppo di un paese. Proviamo, con uno sguardo a ritroso, a ripercorrerne le tappe. PERÙ L’8 dicembre 2008 nasce a Junin - regione peruviana a 4200 m di altitudine - alla presenza di 34 soci e di rappresentanti di Cassa Padana e Fenacrep (Federazione delle cooperative di credito peruviane), la Cooperativa di Risparmio e Credito Alto Andina. La prima Presidente eletta è una donna, Clorinda Echevarría, e un’altra donna, María Egoavil, sta muovendo i primi passi da Direttrice. La zona di competenza della nuova cassa comprende le regioni di Junin e Pasco, tra le più povere del paese. In alcuni municipi la percentuale di popolazione senza acqua, luce e servizi sanitari arriva fino al 90% e il tasso di analfabetismo, soprattutto tra le donne, raggiunge punte del 30%. In questo contesto, le sfida per la nuova cassa è credere nel fatto che lo sviluppo della popolazione locale di Junin e Pasco, la sua voglia di riscatto e le sue idee imprenditoriali possano concretizzarsi passando attraverso lo stimolo lungimirante della propria cooperativa. Intanto ad inizio 2009 apriranno in diverse parti del Perù 7 nuove filiali di cooperative di credito già esistenti, a riprova che le risposte che Cassa Padana e Fenacrep volevano dare con il Progetto Pilota hanno gettato basi solide su cui costruire, che permetteranno di estendere il progetto ad altre comunità povere del paese. MESSICO Intanto in Messico, nell’altopiano di Durango, un’altra comunità indigena, di etnia Tepehuana, sta cercando al suo interno lo stimolo e le risorse per dare vita alla prima cassa rurale del piccolo, isolato municipio di San Bernardino de Milpillas. Il successo di questa impresa è assicurato da tanti fattori: la grande determinazione della gente di uscire dalla povertà, soprattutto delle donne, madri instan14 cabili; la serietà dell’appoggio statale, convinto della necessità di sostituire la beneficienza con delle strutture locali sostenibili e autogestite; l’appoggio solidale offerto da due casse già operative – Caja Poanas e Caja Hipodromo – che con la loro esperienza possono sostenere dal basso la nascita della fragile cassa Tepehuana. L’impegno, infine, di Cassa Padana, che a più riprese nel corso del 2008 è volata a Durango, con l’obiettivo di affiancare le tre casse citate e il Governo locale nella ricerca della strada più percorribile per far nascere anche in Messico un sistema cooperativo solido e diffuso. ARGENTINA Proprio per rispondere in maniera organica e strutturata a questo tipo di bisogni era stato creato il CIACC (Centro Internazionale di Assistenza al Credito Cooperativo) che grazie alla sede distaccata di Buenos Aires ha potuto seguire da vicino, nel corso del 2008, i primi passi del nascente credito cooperativo Argentino. I bisogni riscontrati, la molteplicità di alleanze intrecciate e la consapevolezza che far nascere un sistema dal nulla richiede il contributo di molte forze, hanno spinto Cassa Padana ad allargare la partecipazione al CIACC ad altre BCC italiane e a Cassa Padana, in occasione della visita realizzata nel novembre 2008, una possibile soluzione alla povertà della folta comunità paraguayana residente in Argentina. Il credito cooperativo costruisce dal basso le alleanze tra i cittadini di diversi paesi. Federcasse, affinché diventi uno strumento - unico nel suo genere - di efficace cooperazione di credito a livello internazionale. In Argentina questo modus operandi sta già dando i suoi frutti: dall’apprezzata partecipazione di molti esponenti del credito cooperativo italiano al corso di formazione per i dirigenti delle future casse argentine, alle numerose richieste di collaborazione pervenute alle BCC italiane dai comitati promotori di varie parti del paese. ECUADOR Infine, si ritorna da dove eravamo partiti. A fine 2008 erano impegnate in Ecuador 160 BCC italiane, attive sia a livello di pool di finanziamenti, sia singolarmente grazie ai numerosi gemellaggi avviati con le cooperative di credito e le comunità locali. In parallelo, altre iniziative sono state intraprese per dare seguito agli accordi sottoscritti a Quito nel 2001: un progetto di assistenza in campo agricolo con il FEPP a favore dell’incremento della produttività dei campesinos; un progetto per le rimesse degli immigrati, per PARAGUAY In questo paese, il neoeletto Presidente della Repubblica - l’ex vescovo cattolico Fernando Lugo – ha visto nel modello proposto da 15 favorire la canalizzazione dei flussi monetari degli ecuadoriani residenti in Italia; un progetto di assistenza tecnica per la definizione di un nuovo assetto strategico di Codesarrollo e per lo sviluppo di attività formative e di sistemi di controllo interno; un progetto di cooperazione integrale per la formazione di 300 giovani dirigenti delle Casse Rurali ecuadoriane. I risultati raggiunti da Codesarrollo sia a livello finanziario che sociale a discapito della difficile situazione del paese, sono sorprendenti e confermano un fatto che forse in Italia abbiamo dato a lungo per scontato: non è facile fare banca in una situazione complessa e difficile come quella Ecuadoriana, ma è proprio nei momenti di crisi più profonda che il credito cooperativo, in qualsiasi paese, è rimasto in piedi, costituendo spesso l’unico cuscinetto sicuro ad un tracollo altrimenti inevitabile. Anzi, è proprio attraverso le difficoltà che le banche cooperative riscoprono la missione sociale che le ha generate, unico fattore capace di garantirne la competitività nel tempo. Questa è la lezione che i numeri di Codesarrollo lasciano a Cassa Padana per il 2009 e che anche la Cassa Rurale di Bolzano raccoglie, decidendo quest’anno di entrare anche lei nel capitale della banca Ecuadoriana. Una prova di reciproca fiducia. Sempre in Ecuador stanno organizzando per settembre 2009 il prossimo convegno annuale, che questa volta sarà incentrato sul futuro dell’agricoltura campesina. Un tema che, nelle speranze e nei bisogni, quest’anno ci accomuna tutti. Grazie alla finanza popolare, il cerchio si allarga oltre la finanza. E il viaggio ricomincia da qui. ¬ I P R O G E T T I 5 N O S T R I L’Italiano in famiglia un corso per la Tv e per Internet UNA PRODUZIONE DI POPOLIS CINEMA DI PATRIZIA CAPOFERRI luogo d’incontro e di scambio interculturale, nel quale le lingue e le storie di ciascuno possano essere riconosciute e valorizzate e il nuovo codice sia una componente pregnante ed affettiva di una identità plurale. Promuovere l’apprendimento dell’Italiano permette di sostenere lo sviluppo delle potenzialità personali e contemporaneamente contribuisce a prevenire i conflitti e i comportamenti a rischio che possono minare il processo d’integrazione e coesione sociale degli immigrati. L’Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia, per diffondere e favorire l’appren- Referente Intercultura Ufficio Scolastico Provinciale - Brescia L’ITALIANO IN FAMIGLIA dal 3 febbraio 2009 su RTB network e SKY 829 Autrice: Patrizia Capoferri Regia: Angelo Bonfadini Aiuto regista: Alessandra Binacchi Assistente alla regia: Debora Righettini Montaggio e suono: Flavio Carmignani Computer-grafica: Armando Rossi, Popolis Cinema Cassa Padana Organizzazione generale: Silvano Treccani, Popolis Cinema Cassa Padana Musiche originali: Claudio Smussi L A PROVINCIA di Brescia per ragioni socioeconomiche continua ad essere un’area di forte processo immigratorio, che si caratterizza per i tratti di forte stanzialità, confermati dall’elevato numero di minori stranieri inseriti nel sistema dell’istruzione e della formazione, da una consistente percentuale di nuclei familiari stabili, da un rilevante aumento di permessi di soggiorno con contratti di lavoro a tempo indeterminato. L’apprendimento della lingua italiana da parte degli immigrati costituisce uno snodo fondamentale nel processo d’integrazione. Attraverso le parole della lingua s’impara a raccontare il mondo, a esprimere bisogni, valori, norme, significati, sensazioni, emozioni. Oltre ad imparare il nuovo codice per comunicare, studiare e lavorare, gli apprendenti immigrati devono riuscire con il tempo ad abitare la lingua, per integrarsi in una comunità linguistica e culturale che condivide metafore, riferimenti, “sfondi” culturali. Affinché ciò avvenga è fondamentale che il luogo d’apprendimento “scuola, strada, negozio, fabbrica” divenga essenzialmente un dimento della lingua e della cultura italiana, ha realizzato in collaborazione con la Regione Lombardia un corso televisivo per l’insegnamento dell’italiano agli stranieri. Il corso “L’Italiano in famiglia” andrà in onda tutti i martedì e giovedì alle ore 19,55 su RTB network e SKY 829, con repliche il lunedì e mercoledì alle ore 9 e 16. Noi, la famiglia Fappani NEL BACKSTAGE DEL CORSO DI CARLO FAPPANI (ndr: Pietro Greiner, nella fiction interpreta il figlio) E ALESSANDRA BINACCHI aiuto regista ENTRARE IN QUELL’APPARTAMENTO arredato a nuovo, respirane il profumo di mai utilizzato è stato qualcosa di incredibile... mi sono sentito un divo del cinema, sul tappeto rosso la notte degli Oscar!! Sono subito corso nella mia stanza... anzi nella nostra stanza! Si perché anche se nella fiction noi ragazzi abbiamo due camere distinte anche nei colori, verde per me, rosa per Marta (ndr: Maura Moggia, nella fiction interpreta la figlia), nella realtà la camera è una! Eh sì ... ci sono volute le acrobatiche riprese di Angelo, anzi del Bonfa (per la cronaca: il regista Angelo Bonfadini), come lo chiamo io... insomma, il mio regista, per creare l’illusione! Per personalizzare la mia “finta” cameretta 16 La prima delle 20 puntate preparate è stata trasmessa martedì 3 febbraio. La produzione è stata affidata a Popolis Cinema di Cassa Padana. Il set televisivo è stato allestito a Leno in via Brescia, presso il Centro Tedeschi di Cassa Padana. Ogni puntata della durata di circa 20 minuti si sviluppa secondo questa struttura: • sit-com iniziale per circa 5 minuti. Sono presentate delle vere situazioni comunicative vissute dalla famiglia Fappani, una famiglia tipica, media italiana, di quattro persone (2 genitori e 2 figli): svegliarsi, fare colazione, andare a scuola o al lavoro, incontrare degli amici, recarsi in Ufficio postale, banca per le necessarie incombenze...; • successivamente sviluppo/ approfondimento linguistico della situazione comunicativa rappresentata attraverso la guida di 2 docenti, i Maestri d’italiano Patrizia e Ma- nuel. Attraverso l’ausilio della grafica ed il supporto delle immagini è facilitata la comprensione e l’analisi linguistica; • possibile approfondimento delle strutture linguistiche presentate attraverso la fruizione di ulteriori materiali didattici pubblicati sul sito www.italianoinfamiglia.it; • opportunità di usufruire della rete e della struttura dei Centri Territoriali Permanenti (8 Centri distribuiti sul territorio bresciano: 2 in città e 6 in provincia) e dei Centri Territoriali per l’Intercultura ho portato alcune mie foto di quando ero piccolo e alcuni miei giochi... avete notato Harry Potter sul mio comodino? Io l’adoro! Anche la casa ha avuto bisogno di qualche aggiunta per renderla più vissuta... per esempio le foto di famiglia... Tutti e quattro abbracciati, o in coppia io e la mia sorellona acquisita Marta, noi tutti abbiamo dovuto fingere di essere una famiglia vera... e ci conoscevamo solo da poche ore!! Direi che il risultato non è stato per nulla male. Devo però ammettere che un po’ mi vergognavo all’inizio... anche se adesso il ghiaccio si è sciolto i primi tempi era tutto molto strano e mi sentivo un po’ impacciato anche in un gesto normalissimo come un abbraccio. Figurarsi abbracciare e dare un bacio alla mia mamma finta !Anna (ndr: Antonietta Belotti, nella fiction interpreta la mamma). Avete presente la scena finale della seconda puntata quando io e mamma Anna siamo al tavolo della cucina e poco prima che io le consegni la sua borsa lei mi si avvicina per fare naso-naso come fanno gli esquimesi?? Ne abbiamo fatti 32 di ciak per avere una scena buona!! Ero talmente imbarazzato che con il piede sinistro calciavo la gamba del tavolo “toc-toc-toc”... Flavio (ndr: Flavio Carmignani), il nostro fonico (vuol dire quello che è addetto al suono e tiene in mano un microfono) mi ha dovuto pregare di fermare la gamba perché il rumore restava di sottofondo alla ripresa! Non è certo facile fare certe cose sdolcinate davanti ad almeno 5 persone che sono lì che ti fissano e ti controllano in quello che dici e come lo dici: il fonico, l’assistente regia, il regista con la telecamera, l’aiuto regista e in certi casi anche produttore e produttrice!! Voi non li vedevate...ma io sì! Comunque in breve tempo qualunque tipo di blocco o di timore è passato e lì è iniziato il divertimento: giocare con papà Carlo (ndr: Andrea Manni, nella fiction interpreta il papà) aiutare Maura-Marta a sistemarsi i capelli (ma quanto ci mettono le femmine a prepararsi ?), consigliare Antoniettamamma Anna a scegliere il pigiama... fare merenda con il Bonfa, commentare con Armando e Silvano la prodezze della mia squadra del cuore, l’Inter... Loro tifano Milan... nessuno è perfetto! Insomma, alla fine ho capito una cosa: esistono tanti tipi di famiglie, dipende tutto da quanto uno si sa mettere in gioco, relazionandosi con l’altro. Noi ci abbiamo provato, così semplicemente, nella cornice di un set. Ecco perchè sono convinto che Io, Maura, Antonietta, Andrea, il Bonfa, Alessandra, Silvano, Flavio, Armando, Debora... noi, tutti noi, siamo la famiglia Fappani. 17 (9 centri distribuiti sul territorio bresciano: 3 in città e 6 in provincia) per utilizzare il computer, scaricare i materiali didattici di approfondimento, avere un ulteriore sostegno didattico e, se interessa, sostenere un esame per la certificazione delle competenze linguistiche attivate. Un progetto complesso che ha coinvolto diverse professionalità, che ha preteso da tutti grande impegno e passione e che speriamo possa essere veramente d’aiuto a tutti quei cittadini che provengono da lontano, non possono frequentare i corsi di alfabetizzazione organizzati sul territorio, ma sono desiderosi di abitare nel nostro territorio, “abitando” un po’ anche la nostra lingua. ¬ I P R O G E T T I 6 N O S T R I DOMINATO LEONENSE SANITÀ L’unità di riabilitazione a Leno: rinnovata la sperimentazione DI LUIGI BERSI Direttore del progetto A il 3° anno di attività sanitaria in ambito riabilitativo è ormai alle nostre spalle. Dominato Leonense Sanità, soggetto preposto a gestire la sperimentazione gestionale pubblico-privato voluta dalla Regione Lombardia, può guardare al recente passato con la convinzione di aver operato nel migliore dei modi, superate le difficoltà iniziali, per raggiungere gli obiettivi prefissati dal progetto originario. Dal punto di vista contrattuale la sperimentazione, concluso il primo periodo di validità triennale, viene quindi riproposta, ora, per altri tre anni proprio in virNCHE tù dei risultati soddisfacenti conseguiti. Possiamo quindi confermare il giudizio positivo complessivamente espresso sull’iniziativa a suo tempo assunta per riqualificare la struttura ospedaliera di Leno e per garantire quelle prestazioni sanitarie riabilitative di cui la bassa bresciana aveva grande necessità. Ora bisogna guardare al futuro per consolidare i risultati dando impulso a nuovi progetti in accordo con l’Azienda Ospedaliera di Desenzano, soggetto “partecipato” in questa sperimentazione gestionale, e nel rispetto delle linee programmatiche fissate dall’ASL di Brescia. Una prima concreta ipotesi potrebbe essere rappresentata dall’attivazione, all’interno delle nostre strutture, di un modello assistenziale definito Struttura Distrettuale Assistenza Residenziale al fine di sviluppare la rete dei servizi sanitari, afferente le cure primarie, introducendo forme innovative di assistenza. È questo un progetto che potrà essere realizzato nei primi mesi dell’anno, ove coincidano tutti gli interessi, grazie all’apporto clinico dei Medici di Medicina Generale, alla componente assistenziale di Dominato Leonense Sanità e all’Azienda ospedaliera per alcuni servizi e per la titolarietà dei posti letto. Il complesso delle iniziative consolidate e di quelle programmate per qualificare ulteriormente l’attività sani- ATTIVITÀ DI RICOVERO 2008: • 46 posti letto di riabilitazione • 597 ricoveri • 15.787 giornate degenza • 94 % tasso occupazionale posti letto degenza media • 91,8 % percentuale ricoveri in riabilitazione specialistica (84,9 % nel 2007) ATTIVITÀ AMBULATORIALE 2008: • 71.500 visite e prestazioni accreditate S.S.R. e private INFO E CONTATTI SERVIZIO DI RIABILITAZIONE (fisiokinesiter. e terapia fisica) U.O RIABILITAZIONE Centralino telefonico tel. 030 9040511 fax. 030 9040512 Prenotazione visite ambulatori cup tel. 0365 298118 da lun. a ven. ore 8.30-16.30 Prenotazione ricoveri tel. 030.9040516 da lun. a ven. ore 9-15 Accettazione ricoveri riabilitazione da lun. a ven. ore 8.30-15.30 Orario visita ai degenti giorni feriali 12.30-14 e 18.30-19.30 giorni festivi: 12.30-19.30 18 taria della Struttura verranno costantemente monitorate anche attraverso la Costituzione di un Comitato di Sorveglianza che la Regione ha opportunamente previsto per rendere più dinamica, in rapporto ai bisogni dell’utenza, il modello della sperimentazione gestionale pubblico-privata che, in caso di risultati positivi potrà anche determinare la messa a sistema del nuovo soggetto erogatore del Servizio Sanitario Regionale. In conclusione già ora, grazie ai risultati di questi primi tre anni, conseguiti in virtù della grande professionalità dimostrata dai nostri operatori, riteniamo di poter ragionevolmente pensare al futuro con ottimismo certi di poter dare ai nostri assistiti risposte sanitarie sempre più qualificate e tempestive. ¬ Orario apertura servizio riabilitazione Da lun. a ven. ore 8-16.30 Informazioni attività tel. 030 9040525 da lun. a ven. ore 8.30-16.30 La presenza dei medici DLS di reparto è garantita dalle ore 8 alle ore 20 dal lun. al ven. Il sabato dalle ore 8 alle ore 14. In altri orari e negli altri giorni è garantita la presenza del medico di guardia. Dalle ore 9 alle ore 11 dal lunedì al sabato viene eseguito il giro visita. I N O S T R I P R O G E T T I 7 Dominato Leonense al lavoro fra Cremona, Reggio Emilia e Leno DI DANIELA IAZZI [email protected] REGGIO EMILIA CREMONA Da gennaio 2009, la Fondazione Dominato Leonense è presente nel centro di Cremona, grazie alla collaborazione avviata con la Project Room Galleria Delle Arti – situata all’interno dell’Hotel Delle Arti in via Bonomelli 8– dove gestisce l’attività di esposizioni temporanee. Primo appuntamento, che vedrà la chiusura il 15 marzo prossimo, è con Il mondo di Giacomo Bergomi. Estensione naturale della mostra allestita in Villa Badia a Leno fino al 29 marzo, dove è possibile ammirare le splendide tele realizzate da Bergomi e dedicate al tema delle cascine, nella Project Room, grazie alla collaborazione con la Famiglia Bergomi, sono visibili opere ad olio, pastelli ed acquarelli che riassumono l’intero percorso artistico del maestro bresciano. Dalla realtà contadina vissuta da ragazzo nella nostra pianura, ai viaggi in Sud America alla scoperta di indios e campesinos, incorniciati dai tipici abiti dai colori accesi, Nel rispetto dello spirito di attenzione verso il territorio e di promotrice di eventi culturali, Cassa Padana ha voluto riservare uno spazio per le esposizioni temporanee, in gestione alla Fondazione Dominato Leonense, all’interno della filiale di Reggio Emilia in via Santo Stefano 25/27. Dal 9 al 27 febbraio è in mostra la pittrice reggiana Simona Rei. È un territorio affascinante quello che ha deciso di esplorare l’artista con la sua arte, poiché esprimere modi d’essere e stati d’animo, con figure maschili e femminili, apre le porte alla fantasia. L’artista attraverso la tela riesce infatti ad esprimere ogni genere di emozione. Il suo stile è figurativo e simbolico. Dunque, ecco sfilare davanti a noi figure alle volte semplici, intriganti, appassionate che vedono riflessa la propria anima, con la consapevolezza che essa rimarrà ben i visi bruciati dal sole, genuini e semplici. Ad aprile le esposizioni proseguono con le fotografie di Valerio Gardoni che rappresentato le Pianure d’Europa, un vero e proprio viaggio attraverso i paesaggi fra i territori di pianura europei e fra le loro architetture rurali tipiche. Distese di prati al tramonto, antichi cascinali immersi nella nebbia, i ritratti di uomini che ancora vivono un rapporto vitale con la natura che li circonda e che li nutre, piccole bestie e uccelli che li accompagnano e che animano queste terre. nascosta. “La voglia di dipingere nasce da lontano, è un bisogno irrefrenabile di esprimere le proprie emozioni, di condividere con gli altri il proprio modo di vedere il mondo, forse è una ricerca di condivisione”. Dal 6 aprile al 15 maggio sarà la volta della mostra fotografica Ritrarre l’assenza. Né corpo né anima di Gabriella Bonini e Bruno Vagnini. Gli abiti, le tracce che davano forma al corpo, sono i protagonisti indiscussi di tutti gli scatti presenti in mostra. Gli indumenti degli uomini e delle donne che hanno esercitato una professione sono la chiave interpretativa del reale, una chiave che vuole spostare il punto di vista, o meglio di vita, sulla realtà che lì non c’è più, per aprire ad altri percorsi di lettura. In tutte le immagini, a lato e sempre in angolo, un piccolo scarabeo, simbolo di rigenerazione e risurrezione, di morte e di rinascita del sole, manifestazione del creatore dell’universo, del dio Khepri, il sole che sorge. Nelle didascalie la parola anima è un leitmotiv: l’abito è la casa del corpo che racchiude l’anima e i suoi segreti. PER SAPERNE DI PIÙ Fondazione Dominato Leonense tel. 030 9038463 LENO, IN VILLA BADIA Per il secondo anno la Fondazione Dominato Leonense e l’associazione teatrale Cara...Mella propongono in Villa Badia la rassegna Parole, libri & fantasia con un calendario che si presenta ricco di appuntamenti per bambini, ragazzi e adulti; momenti di aggregazione e di divertimento aperti in forma gratuita a tutti coloro che vogliono trascorrere un pomeriggio o una serata in allegria. Il via sarà dato domenica 29 marzo con lo spettacolo pomeridiano per bambini “Le avventure di Bertoldo”. 19 I N C O N T R I Pennelli e scalpelli d’artista in riva all’Oglio DI VALERIO GARDONI [email protected] «NEI MIEI DIPINTI C’È LA VITA E LA MORTE, COME COMPLETAMENTO DI UNA NELL’ALTRA, LA VITA IN FONDO È INCOMPLETA SENZA LA MORTE» C I SONO giornate invernali in cui la nebbia sembra appiccicata alla terra umida. Giorni tutti uguali che a volte assumono il contorno di una maledizione. Certo è che potevo scegliere un altro mezzo, non la bicicletta, per avviarmi a intervistare un personaggio bizzarro che vaga sulle rive del fiume, tra gli ultimi ritagli selvaggi dell’Oglio. A metà strada, con la testa ran- nicchiata a tappo nel collo del maglione per sbarrare la strada alle sferzate di freddo che infliggono fastidiosi brividi, con giacca e taccuino zuppi d’umidità, sarei ri20 tornato sui miei passi verso casa. Ma ho continuato a pedalare. In fondo, questa pianura fumosa di nebbia, con i suoi orizzonti scontornati, i silenzi ovattati, gli angoli foschi, la bruma che accarezza la pelle e bagna i capelli, misteriosa, un poco angosciante, nasconde un qualcosa di affascinante, misterioso e poetico. A Quinzano d’Oglio ci arrivo in poco tempo, in questa giornata di luce fioca come una lunga sera. La chiesa cinquecentesca di San Rocco funge da spartiacque dividendo la strada che scappa fuori paese e l’altra che porta al vecchio borgo con le stradine strette, nate al tempo del traffico di carri e buoi, piccole viuzze soffocate dalle case che seguono le gobbe del terreno, cumuli sabbiosi di ere lontane, di quando il fiume Oglio, signore della Bassa, ogni primavera si scolpiva la nuova strada con l’ira delle piene. Nel dedalo della contrada c’è un cancello dipinto di un azzardato azzurro cielo. Fuori, una serie di sassi, mattoni e pezzi di legno intagliati con simbologie orientali o spirali atzeche, ti confondono le idee mentre sei alla ricerca di un campanello che poi, solo dopo attenta osservazione, scopri accovacciato in un pomolo che rimanda una catenella a una campana che quando rintocca ricorda la chiamata al rosario maggengo. Angelo abita qui, in un cortile con brolo, fienile, in una casa colonica dal sapore e dal clima impregnati della fatica contadina. Quando apre il cigolante cancello, dal suo aspetto, te ne accorgi subito che il personaggio è di quelli rari che si sono tirati fuori dalla corsa pazza del mondo. Il viso coperto dalla folta barba di ciocchi bianchi che fanno baruffa annodandosi con quelli castani. I capelli della stessa tinta infilati sotto un basco che gli impronta un alone sospeso tra un di sassi, cocci provenienti da antiche sepoltura, pezzi di vasi fenici, punte di frecce di chissà quali tempi preistorici, angoli di lavandini del ventesimo secolo e aglio. Una cornice che ben s’addice al personaggio. Gli anni della contestazione del ’68, Angelo li ha vissuti da hippy, vendendo catenine e braccialetti fabbricati dalla “comune”. Ma anche allora, come nel dopo lavoro, amava disegnare la sua pianura sopra i fogli d’un taccuino. Se si toglie quel breve periodo passato a lavorare ai bordi del deserto in Libia, Angelo la sua vita l’ha distesa fra le rive del fiume e gli scorci di pianura. Fra una roggia e l’altra, qui ha adattato la sua filosofia orientale alla quotidianità bassaiola, una fede sospesa fra quella animistica e l’essenza di un Dio senza nome. “C’è la vita – mi racconta guerrigliero cubano e un impressionista provenzale. Gli occhi eschimesi in un viso bizzarro e sorridente. Schivo e introverso, come tutti gli artisti, ci mette un poco prima di mettermi a mio agio dinnanzi a un bicchiere di nocino. Angelo è nato qui, figlio di contadini e di questa terra nebbiosa e umida, strappato agli studi dalla realtà familiare in quegli anni ancora difficili e mandato da un ponteggio all’altro a guadagnarsi da vivere. Il laboratorio dove dipinge, scolpisce e gratta la pietra, non ha ancora perso l’essenza di quelle antiche storie contadine, anche se ora è un mosaico di mille cose: dipinti alle pareti, oggetti ovunque, statue intagliate nel legno e nella pietra, gatti che dormono, due mobili che con un adeguato restauro farebbero bella vista in qualsiasi sala ove sono ammassati una quantità 21 – poi l’uomo sviluppa il modo di interpretarne i segni attraverso la natura e quindi della vita stessa. Per me esiste il mondo di Dio e quello degli uomini, due livelli che si stanno sempre più allontanando, il mondo di Dio è verità, quello degli uomini è scivolato nella falsità. Così mi rivolgo ai ‘King’, e alla filosofia del Taoismo. Qui ho trovato le risposte. Poi lavoro sull’osservazione della natura”. Mentre racconta, mi passa un taccuino dove sono annotati giorno per giorno i segni della natura: “Sagittario nel cielo del sud, primo tuono, visto serpente, ritorno dell’acqua alla sorgente...” I quadri che dipinge o disegna appesi alle pareti seguono uno stesso stile e uno stesso soggetto: canali e fossati, alberi e pianura. Hanno un’aria un poco fanciullesca che sfugge dal canone delle proporzioni, del chiaroscuro e della profondità di campo. Ma l’arte è un mondo a sé: “Nei miei dipinti c’è la vita e la morte, come completamento di una nell’altra, la vita in fondo è incompleta senza la morte”. Ora sul vecchio tavolo sta sgrezzando una scultura in legno, mentre fuori la stessa figura è lavorata nella pietra. I materiali del suo lavoro sono tutti di scarto: “La vita dell’artista è una vita al limite, raccolgo sassi, pietra di scarto, paracarri, vecchi mattoni, legno dal fiume; tutto quello che serve per tradurre il mio pensiero, intriso della mia filosofia e del mio animo”. Il mondo, quello troppo veloce, quello sempre in crescita che “continua a inspirare aria senza buttarla fuori”, come dice Angelo, è rimasto chiuso fuori. Qui dentro, in questo strappo di casa colonica intriso d’un miscuglio di filosofie, vaga vivo il suo spirito libero. ¬ U N A F I N E S T R A S U L L E B C C La cooperazione entra in aula DI ALESSANDRO ANDREOLI andreoli.a@filottrano.bcc.it I L PROGETTO “Crescere nella cooperazione” nasce nell’anno scolastico 2006/07 per volontà della Banca di Credito Cooperativo di Filottrano, in provincia di Ancona, sull’esempio di una analoga iniziativa della Federazione Trentina, ma con l’obiettivo di realizzare un modello marchigiano di sviluppo dell’educazione cooperativa all’interno delle scuole. L’intento di questo progetto è quello di sviluppare un’azione di impegno civico ed etico in grado di favorire nel mondo scolastico la crescita di una cultura del risparmio, della cooperazione e dello sviluppo sosteni- Localizzazione: provincia di Ancona Data di costituzione: 04.05.1952 N. sportelli: 12 N. dipendenti al 31.12.08: 106 N. soci al 31.12.08: 2101 per finanziare un viaggio di studio oppure per acquistare materiale didattico. Le esperienze di educazione cooperativa, condotte dall’Ufficio per l’educazione cooperativa della Federazione Trentina, hanno dimostrato che quando gli studenti applicano questo modello alla vita della classe, sperimentano un ambiente in cui ciascuno esprime le proprie opinioni, si assume le proprie responsabilità, si prende cura dell’altro. Infatti, solo l’esperienza concreta dei valori della democrazia e della condivisione permette di comprenderne l’importanza, gettando le basi per una cittadinanza responsabile e solidale. Proprio per questo, coerentemente con i principi del credito cooperativo e coi valori di riferimento previsti dall’articolo 2 del nostro statuto, la BCC di Filottrano si è fatta promotrice ormai da tre anni di questo progetto che, dopo il successo della prima edizione, ha ormai assunto una connotazione regionale coinvolgendo numerose altre bcc nonché la stessa Federazione Marchigiana. ¬ bile, valorizzando la dimensione della solidarietà e dell’imprenditorialità. L’idea di cooperazione proposta ai docenti ed alunni non è, infatti, soltanto un modello di sviluppo economico, ma anche un esempio di responsabilità civile e sociale. Aspetto peculiare del progetto è quello della sperimentazione “sul campo”. Gli alunni, coadiuvati dai loro insegnati, sono infatti chiamati a costituire delle piccole vere cooperative ACS (Associazioni Cooperative Scolastiche) grazie alle quali sperimentano il lavoro di gruppo e sviluppano la capacità per una risoluzione collettiva dei problemi. In pratica i ragazzi, coadiuvati dai loro insegnati, sono chiamati a dar vita ad una piccola cooperativa (ad esempio per la vendita di materiale scolastico, o per la realizzazione di oggetti artigianali ecc…) i cui proventi vengono poi devoluti, parte in beneficenza e parte per coprire le spese sostenute o 22 Popolis, periodico bimestrale di Cassa Padana autorizzazione del Tribunale di Brescia, n. 43/2000 dell’8 agosto 2000 Sede, Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Redazione Macri Puricelli, direttore [email protected] Antonella Rossi, coordinamento [email protected] Armando Rossi, immagini [email protected] Sede: Villa Seccamani, via Garibaldi 25, Leno-Brescia Tel.030-9040270, [email protected] Comitato di redazione Franco Aliprandi, Stefano Boffini, Benedetta Cherubini, Valerio Gardoni, Daniela Iazzi, Andrea Lusenti, Luigi Pettinati, Macri Puricelli, Antonella Rossi, Armando Rossi, Paola Zani Hanno collaborato a questo numero: Alessandro Andreoli, Luigi Bersi, Patrizia Capoferri, Benedetta Cherubini, Valerio Gardoni, Daniela Iazzi, Giulio Napolitano, Domenico Pedroni, Letizia Piangerelli, Marco Tabladini, Paola Zani Fotografie: Bcc Filottrano, Daniele Bettegazzi, GianLuca Bono, Roberto Foroni, Valerio Gardoni, Luciano Mazzoldi, Carlo Monterenzi, Silvano Treccani, Paola Zani. La foto di copertina “Il Lago di Garda visto dalle colline moreniche” è di Valerio Gardoni. Stampa: Staged, S. Zeno N. (Bs) 23