Una saluzzese nell`inferno del Congo
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Una saluzzese nell`inferno del Congo
COPERTINA Giovedì 14 gennaio 2010 3 REPORTAGE QUELLO CHE SI SA MA NON SI DICE PER FAR TACERE LA COSCIENZA di GERMANA BORGHINO In Congo mancano cose primarie… Mancano le strade: otto ore di jeep per percorrere 43 km! Un giorno intero per arrivare in foresta, facendo attenzione a non viaggiare di notte per il pericolo di imboscate. La terra è argillosa, il clima infligge piogge quotidiane che provocano grandi buche, talvolta vere e proprie voragini. Ogni giorno un buon gruppetto di persone con zappe e mortai si portano sulla strada per cercare di tappare queste buche, rigorosamente a mano. Un lavoro certosino, che va distrutto al primo passaggio di un camion che trasporta legname illegalmente per l’Inghilterra. Ma costa troppo pavimentare quella strada, 600 dollari a metro. E quel legname, che qui strapaghiamo, costa appena un dollaro ad asse. Con i soldi raccolti da padre Giovanni Piumati nella sua ultima visita in Italia, circa 6 mila euro, abbiamo comprato 18 tonnellate di roba: facendo un giro nel villaggio abbiamo visto quali fossero le cose più importanti da comprare: jambe (zappe), farina, olio, sale, sapone, petit pois, zucchero,coperte. Il problema dopo l’acquisto era portare il rifornimento al campo, in missione. Contattiamo Handicap International, una Ong che si occupa di fornire mezzi per trasportare aiuti, abbiamo così conosciuto un francesino che ci ha aiutati. Ci ha dato un camion in grado di trasportare 6 tonnellate. Ci ha messo 7 giorni quel camion a percorrere 80 km! Quattordici dei nostri sulla strada a spalare fanghiglia e a spingere ogni volta che rimaneva impantanato. Lunedì notte, intorno all’una, la notizia che finalmente sta arrivando sulla collina di Muhanga. Io e Gabri aspettiamo per dar loro un piatto caldo dopo una settimana di accampamenti. Ma il camion, a pochi metri dalla missione, AFRICA La mia Il camion degli aiuti rovesciato a pochi metri dalla destinazione Una saluzzese nell’inferno del Congo sulla salita, si spegne e comincia una corsa in retromarcia, senza freni! Finisce rovinosamente, rovesciandosi. Panico. Per fortuna nessun ferito grave. Si improvvisa un pronto soccorso di fortuna con aspirine e zucchero per calmare lo shock. Qualche contusione, qualche graffio. Per fortuna è notte, i bambini non sono quindi intorno al camion a saltellare di gioia come avrebbero fatto sicuramente durante il giorno. Si evita una tragedia… Ma come si fa a non avere i freni? Padre Giovanni è saviglianese di nascita, (ha vissuto anche per alcuni anni a Saluzzo, dove la famiglia gestiva una locanda) vive in Africa dal 1971, una vita. Ha portato molte migliorie: ha canalizzato l’acqua, ha messo delle microcentrali nel villaggio così ci sono le fontane e la gente non deve percorrere chilometri per un secchio d’acqua. Di conseguenza, la luce: non in tutte le capanne, certo, ma sulle strade. Ed elettricità per i mulini, per poter evitare di macinare a mano la E LA COLDIRETTI CUNEESE SCENDE IN CAMPO PER DARE UNA MANO In collaborazione con le suore Giuseppine di Cuneo, che nella Repubblica Democratica del Congo lavorano dal 1951 con alcuni centri che ospitano ragazzi disabili in situazioni disagiate, la Coldiretti provinciale ha deciso di promuovere un progetto strutturato e iniziative di sostegno per favorire lo sviluppo della locale imprenditoria agricola, in primis attraverso la raccolta fondi per la realizzazione di un pozzo. In un secondo momento, l’obiettivo sarà quello di attivare momenti didattico-formativo a carattere agricolo, all’interno della struttura messa a disposizione delle suore. Il gruppo di ragazzi, individuato nell’ambito della comunità di Selembao, sarà seguito da un docente in loco, formato a distanza dal nostro paese. La coltivazione dell’orto e l’allevamento degli animali garantirà, in un primo tempo, la sussistenza degli studenti, in un secondo momento parte della produzione sarà commercializzata, al fine di autofinanziare l’acquisto, o per lo meno, l’affitto, del terreno, concretizzando pertanto il concetto del microcredito. Chi desiderasse sostenere la raccolta fondi “Sviluppo dell’agricoltura in Congo” può versare un’offerta presso i box di solidarietà presenti in tutti gli uffici zona Coldiretti. manioca e quindi per avere più farina e più veGERMANA BORGHINO, UNA VOCE LIBERA NEL TERZO MONDO locemente. A Muhanga c’è una meccanica, c’è un atelier Germana Borghino, 27 anni, revelledi cucito, ultimamente grazie ad odontoiatri ed se, vive a Saluzzo, dove lavora come odontotecnici di Smile Mission volontari c’è impiegata presso una compagnia di addirittura uno studio dentistico. C’è il dispenassicurazioni. Il suo primo viaggio in sario per un primo soccorso sanitario, specialCongo è stato un regalo delle sorelle mente un’assistenza diretta alle mamme. Conper i suoi 18 anni... «Visto l’effetto cetta, ostetrica siciliana, in Congo dal 1975, ha sortito – osserva Germana - hanno poi dato la vita per quella gente,ed ha formato un cominciato a regalarmi pigiami...» valido gruppo di infermiere specializzate. Da allora “soffre” di mal d’Africa. Una AMuhanga c’è il salone polivalente, serve co“patologia” che l’anno scorso l’ha me luogo di culto, ma soprattutto come luogo portata a trascorrere tre mesi in Condi incontro dove la gente si trova per parlare go, a diretto contatto con le probledei problemi della comunità e dove si può rifumatiche della parte più povera del Germana Borghino giare quando c’è pericolo. Paese. «Ho affrontato il viaggio con AMuhanga c’è la scuola, sei aule per la primaaltri occhi, e con qualche anno in più - dice Germana - ed è stata in assoluto un’esperienza incrediria. E una cucina per la buille. La buille, zuppa bile. Mi auguro che diventi un appuntamento annuale con i miei amici africani». Il reportage che ha di sorgo, mais e soja (e zucchero quando c’è… scritto per la “Gazzetta” fotografa la situazione così come le è apparsa, in piena libertà di opinione. ma non c’è mai) viene cucinata e distribuita oUna testimonianza non condizionata, ma possibilmente condizionante per la migliore comprensiogni giorno a tutti i bambini con un buonissimo ne delle dinamiche del “villaggio globale”, di cui tutti, compresi i saluzzesi, fanno parte. risultato in fatto di crescita, perché a Muhanga sì c’è la guerra, ma un altro grandissimo problema è la malnutrizione infantile. oltre 15 anni. tutto quel rumore che fanno si concretizza in Muhanga si trova nella regione Nord Kivu, Ho visto ancor altro: gli organismi, le Ong di un sacchetto di plastica e una “fetta” di quadercirca 350 famiglie raggruppate in un villaggio cui tutti parlano, ma che si dovrebbero anche no di carta riciclata, io mi sento un po’confusa. a 2000 mt di altezza in mezzo alla foresta equa- vedere sul terreno. Certo qualcosa fanno an- Per non parlare delle organizzazioni che si octoriale. che. Ma fanno anche questo: le ho viste le mac- cupano di aiuti alimentari… Com’è che poi Popolazione di agricoltori, chine di Medici senza fron- quegli aiuti umanitari li ho visti vendere nei quella dei Wanande, cerca di tiere, Save of the children, far mercati? sopravvivere con il proprio belle sfilate nelle strade prin- Ho visto ragazzini europei, con un bel mandaraccolto di manioca, banane, cipali senza però arrivare do- to pluriennale in queste organizzazioni non sombe. ve il loro passaggio poteva governative, spostarsi su macchine conforteChe fine fanno Il paese, grande quanto un essere veramente fondamen- voli con tanto di autista ed interprete. Li ho vigli aiuti umanitari? quarto dell’Europa, ha un tale, perché qualcuno, come sti fare assolutamente nulla, ma hanno un buon sottosuolo ricchissimo di o- Dove sono e cosa fanno per esempio la Monuc (Mis- stipendio e dopo tale esperienza, un curricuro, diamanti, coltan (minerasion Onu Congolaise), le a- lum invidiabile in grado di aprir loro qualuni volontari degli enti le utilizzato nella telefonia veva classificate zone rosse. que porta. cellulare e nelle componenti Ma non è proprio nelle zone E di tutto questo, cosa si legge sui nostri giornon governativi? informatiche), petrolio, lerosse che dovrebbero anda- nali? Cosa si vede nelle nostre televisioni? gno pregiato, molto attrattire? Muhanga è zona rossa, Assolutamente nulla! vo, dunque, agli occhi dell’occidente. insieme a Luofu, Bunyatenge e li difficilmen- Troppo compromettente mettere in ballo certi Ed è proprio l’occidente che porta via senza te sono riuscita a vedere qualche aiuto concre- discorsi. Si toccherebbero argomentazioni render conto a nessuno e senza lasciare troppe tizzarsi. bollenti che è meglio mantenere nell’oblio. briciole sul posto. E proprio per questo che a Quei bei banchetti che si allestiscono nelle no- Ma come si può non vedere cosa succede nel Muhanga, nel Kivu c’è guerra e guerriglia, da stre piazze, prendiamo Unicef ad esempio, se mondo? MUHANGA