cavalli d`acciaio cavalli d`acciaio

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CAVALLI D’ACCIAIO
cenni di storia della trattrice agricola
Maurizio Valer
Ufficio agricolo periferico di Pergine Valsugana
PRIME REALIZZAZIONI
I primi trattori furono costruiti
in America ed alcuni modelli
come gli Interational Titan e
Mogul, la motoaratrice Moline
INTERNATIONAL MOGUL
ed il Fordson erano esportati
anche in Europa e divennero
famosi. Sull’esempio di questi
sorsero fabbriche anche in altri paesi. Sembra che il merito
di aver costruito il primo trattore d’uso pratico nel 1899
vada attribuito alla Charten Gas
Engine Company di Chicago,
Illinois, mentre in Inghilterra la
prima costruzione risale al
1896, quando un gruppo di
pionieri progettò di applicare
il motore a combustione interna Hornsby-Akroyd alle macchine agricole. In Germania il
primo trattore Deutz denominato Plufglokomotive (locomotiva per l’aratura) fu progettato per i lavori di aratura nel
1907 ma ebbe poco successo
come pure il modello dei pionieri francesi Gouggis e Bajac
Mentre in America nel 1910 furono fabbricati 4.500 modelli a
benzina, nel 1916 29.670 e nel
1920 203.000, la vendita di trattori in Europa si sviluppa molto lentamente e solo dopo la
Prima guerra mondiale si verificarono le condizioni favorevoli per l’incremento del mercato delle macchine agricole.
I PIONIERI ITALIANI
Il contributo dei costruttori italiani per la realizzazione di trattori
agricoli è stato notevole, anche
perché forte era in Italia il bisogno di ottenere elevati sforzi di
traino per vincere la resistenza in
aratura della maggior parte di terreni di natura argillosa della penisola. Il primo trattore agricolo
a vapore italiano fu realizzato
dall’ingegner Pietro Ceresa Costa
di Piacenza nel 1879.
Anche la Breda Ernesto di Milano costruì in seguito macchine motrici a vapore per uso
agricolo. Nel 1911 la ditta
Baroncelli di Ravenna iniziò
l’attività con la costruzione di
trattori a tre ruote delle quali
due posteriori motrici ed una
anteriore direttrice con motore a benzina da 15 Hp.
TOLOTTI E PAVESI DAI
CAMPI DI GRANO AI CAMPI
DI BATTAGLIA
Gli ingegneri Pavesi e Tolotti studiavano fin dal 1911 una
motoaratrice per i terreni medi
ed a media profondità. La macchina con una potenza di 14/
16Hp e sostenuta da tre ruote
delle quali una motrice fu realizzata nel 1911. La successiva
evoluzione del 1913, la Pavesi –
Tolotti P2, a quattro ruote di cui
due motrici, aveva il telaio diviso in due parti, completamente
snodate in tutti i sensi: la parte
anteriore, portata da un assale,
sosteneva il gruppo motore con
TERRA TRENTINA
CAVALLI D’ACCIAIO.
Agli inizi dello secolo scorso lo
sviluppo e la crescente utilizzazione dei trattori agricoli hanno
contribuito a ridurre l’impegno
di manodopera per la lavorazione della terra ed all’aumento
della produttività della stessa,
alleviando le fatiche degli addetti all’aratura e determinando
l’ inizio del declino nell’impiego degli animali da tiro.
Le prime macchine a vapore
che fecero il loro ingresso sui
campi nel 1890, erano troppo
pesanti, consumavano troppa
acqua e combustibile. Furono
allora rapidamente sostituite
dai trattori mossi inizialmente
da motori a quattro tempi (ciclo Otto), che incontrarono il
favore degli agricoltori per la
loro leggerezza e manovrabilità
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da dell’impiego di anelli o di
blocchi di gomma piena, mentre per la marcia in fuoristrada
veniva applicato un dispositivo
brevettato costituito da palette di
acciaio a cerniera che potevano
essere ripiegate sui fianchi del
cerchio quando l’aderenza sul
terreno era buona.
Il motore a quattro tempi della
potenza di 15/20 HP a basso
numero di giri. aveva due cilindri orizzontali opposti, il che
permetteva una buon’equilibratura dello stesso. La lubrificazione era automatica ed il
magnete ad alta tensione. Un
regolatore a forza centrifuga permetteva di variare la velocità del
motore comandando una apposita farfalla nel tubo di aspirazione della miscela del carburante.
Al raffreddamento del motore
provvedevano un ampio radia-
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cambio e differenziale, con la trasmissione alle ruote anteriori, lo
sterzo i comandi il radiatore, il
sedile ed il serbatoio del combustibile; la parte posteriore sorretta da un secondo assale, portava il meccanismo per la trasmissione del movimento alle
ruote posteriori. La parte anteriore poteva prendere qualsiasi inclinazione rispetto alla parte posteriore permettendo alla macchina di adattarsi alle difformità
del terreno e di superare agevolmente anche fossati argini senza deformazione degli organi
meccanici.
Dei puntoni di spinta collegavano l’assale anteriore al telaio, mentre delle robuste molle
portanti a spirale interposte tra
il telaio e l’assale assorbivano
le vibrazioni e le scosse dovute alla diseguaglianza del terreno. La trattrice costruita nel
1913 per l’uso militare con due
ruote motrici può essere considerata la pogenitrice dei
fuoristrada italiani.
Ugo Pavesi sfruttando i successi ottenuti dall’impiego in guerra del tipo A, mise in produzione nel 1917 la versione a quattro ruote motrici denominata
Pavesi P-4.
Le ruote in lamiera d’acciaio ricevevano il moto per mezzo di
catene chiuse ermeticamente in
appositi carter. Queste ultime
potevano essere munite a secon-
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TOLOTTI E PAVESI con ruote dotate di palette di acciaio ripiegate sui fianchi del
cerchio in posizione di riposo.
tore sospeso con molle, un ventilatore ed un pompa per la circolazione dell’acqua. Dalla descrizione si capisce che la
trattrice era avveniristica, e solo
nel 1952 la SAME costruirà i primi doppia trazione, ma non a
ruote indipendenti.
Le successive evoluzioni con i
modelli, P4-M e P4-100, furono
realizzate con motore più potente 40 HP a quattro cilindri verticali dal 1926 dalla Fiat nelle officine SPA, fino al 1940, per far
fronte alla commesse dell’esercito che impiegò il trattore per
le sue elevata doti di maneggevolezza e di traino delle artiglierie pesanti campali. IL modello
P4-M era dotato di ruote che si
potevano spostare verticalmente per mezzo di una manovella,
per annullare il dislivello del solco in aratura, permettendo al
trattore di marciare orizzontalmente. La macchina era adatta
ad azionare aratri polivomeri
mentre appariva troppo pesante e costosa per l’azionamento
di uno o due vomeri per le piccole o medie aziende che erano
i casi più frequenti nella nostra
penisola. Ciò non toglie che la
validità tecnica ed ingegneristica
della trattrice era di altissimo livello e l’impiego per l’esercito
anche con l’allestimento di un
modello leggero L-140 per il traino delle artiglierie da campagna,
lo ha ampiamente confermato
fino alla fine della sua produzio-
LA MEMORIA.
I moderni trattori agricoli sono
dotati di dispositivi ed accessori che determinano prestazioni, comfort, manovrabilità e sicurezza di guida sempre migliori ed inimmaginabili agli
inizi del secolo scorso. Sarebbe opportuno ad oltre un secolo dal loro primo impiego
ripercorrere le tappe fondamentali dello sviluppo della
meccanizzazione agricola italiana dagli inizi del ‘900 fino ai
giorni nostri, approfondendo la
conoscenza delle marche e dei
modelli che hanno segnato una
svolta nello sviluppo della tecnologia trattoristica in Italia
CARATTERISTICHE TECNICHE TOLOTTI-PAVESI P4M
Potenza 40 Hp
N° cilindri 4
Cilindrata 4708 cc
N° giri motore 450/700
Carburante Petrolio
Ruote motrici 4
N° marce 4 avanti 1 retromarcia
Peso 33 q.li
BIBLIOGRAFIA:
Giovanni Magnanini, “La storia
della trattrice italiana dalle origini al 1960”Ermanno Albertelli Editore;
Micheal Williams, “ Trattori
agricoli a colori”-Edizioni
Paoline
Nick Balwin-Andrew Morland
“Trattori classici nel mondo”Giorgio Nada Editore”
BREVI
• Dall’inizio dell’estate ad
oggi il mercato dei cereali,
cioè delle materie prime necessarie per la fabbricazione di mangimi concentrati
destinati all’alimentazione
del bestiame ha fatto registrare una riduzione dei
prezzi dell’ordine del 1015%. Il prezzo dei mangimi
acquistati dagli allevatori è
quindi diminuito nella stessa proporzione.
• Gli addetti dell’ufficio periferico di Tione hanno raccolto segnalazioni e denunce di danni compiuti da cinghiali in zona malghe. I selvatici scavano con il grugno
solchi profondi nel cotico
erboso alla ricerca di insetti
od altri animali. Il maggior
numero di notifiche viene
da malghe della destra
orografica della Valle del
Chiese
• Il centro per l’assistenza tecnica dell’Istituto Agrario di S.
Michele all’Adige ha inviato
a tutte le scuole medie ed
elementari del Trentino il
nuovo testo aggiornato del
progetto intitolato “I giovani agricoltori accolgono le
scuole” che si ripete da qualche anno in collaborazione
con il Movimento giovanile
della Coldiretti di Trento. Si
tratta di un pacchetto di proposte di visite guidate a varie realtà agricole, strutture
cooperative, campi sperimentali e/o dimostrativi. Nel
2003 le classi coinvolte sono
state 100 e facevano riferimento a 50 scuole. I giovani
visitatori, per l’80% scolari
delle elementari in prevalenza della città di Trento, sono
stati oltre 2 mila. Per informazioni il punto di riferi-
mento è Marina Monfredini
tel. 0461-615462.
• Il Comitato tecnico del Consorzio tutela vini del Trentino
affronterà a breve la questione relativa alla richiesta della
denominazione di origine
controllata e garantita per il
vino santo trentino DOC.
L’iniziativa è partita dalla Associazione produttori vino
santo della Valle dei Laghi e
non dovrebbe incontrare difficoltà.
• Ammonta a 10 milioni 800 mila
il numero di innesti talea di vite
piantati quest’anno in campo
aperto dai vivaisti viticoli
trentini aderenti all’omonimo
consorzio. Il 50% dei barbatellai si trova in provincia di
Verona perché è più frequente e facile rinvenire terreni disponibili a canone accettabile.
La stagione è stata favorevole
allo sviluppo delle barbatelle
ed è prevista una resa pari o
superiore al 75%.
• La seconda fase di monitoraggio della peste americana
degli alveari dopo quella del
2003 riguarda 60 comuni di
varie zone del Trentino. Il
programma predisposto dalla sezione veterinaria del Servizio gestione sanitaria della
Provincia di Trento ed affidato per la realizzazione ai Servizi veterinari dell’Azienda
sanitaria prevede la visita di
378 apiari per un totale di 4
mila 768 arnie o famiglie di
api. Nell’operazione iniziata
ai primi di agosto sono impegnati 21 esperti apistici che
ricevono un compenso lordo
di 21 euro/ora. Il tempo impiegato per l’esame diagnostico di un’arnia, cioè di una
famiglia di api, va da 15 a 20
minuti.
TERRA TRENTINA
ne nel 1940. Pochissime versioni agricole sono sopravvissute,
si sono salvati dalle fonderie degli esemplari in versione militare, ceduti dall’esercito dopo la
fine dell’ultima guerra mondiale. Gli esemplari, che sono rimasti originali e marcianti, valgono
sul mercato dei trattori d’epoca
dai 9.000,00 ai 15.000,00 Euro.
Questi trattori per la loro validità furono costruiti su licenza
anche i Francia, Gran Bretagna,
Svezia e Ungheria
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