Steadicam Sachtler - Trans Audio Video

Transcript

Steadicam Sachtler - Trans Audio Video
Sachtler Artemis
Una delle tecniche di ripresa cinematografica e televisiva che nel corso degli ultimi trenta anni ha
maggiormente influenzato il linguaggio descrittivo per immagini è quella che fa uso dei sistemi di
stabilizzazione noti con il nome di Steadicam (dal nome del primo prodotto commerciale). La Steadicam,
sviluppata nei primi anni settanta da Garrett Brown era stata inizialmente ideata per offrire all’operatore un
ausilio ad affrontare percorsi difficili senza compromettere la stabilità dell’inquadratura. Ma l’effetto del
nuovo punto di vista è stato di così grande impatto che alcune delle prime sequenze realizzate con la
Steadicam hanno contribuito a rendere celebri i film in cui erano inserite: la scena del triciclo nel corridoio
dell’Overlook Hotel in Shining realizzata dallo stesso Garrett Brown, la sequenza della corsa sulla gradinata
del Museo di Arte di Philadelphia nel film Rocky, l’inseguimento attraverso il bosco in Guerre Stellari, Il
ritorno dello Jedi, e innumerevoli altre ancora. Da allora i sistemi di stabilizzazione del tipo Steadicam sono
ormai parte integrante di ogni film e di ogni produzione televisiva. E’ utile citare a tal proposito la serie di
fiction americana E.R., dove il continuo impiego della Steadicam ha consentito di enfatizzare con
drammaticità il particolare linguaggio narrativo.
La Steadicam sembra dunque un miracolo, ma è soltanto il frutto di una splendida applicazione dei tre
principi della Dinamica! Dopo i primi prodotti realizzati da Garrett Brown, allo scadere dei brevetti originali,
altri modelli sono stati introdotti da produttori diversi (GPI e Chrosziel ad esempio), ognuno dei quali ha
contribuito ad affinare ulteriormente il principio di stabilizzazione di una camera da ripresa.
Sacthler due anni fa ha introdotto nel mercato broadcast internazionale un nuovo sistema di stabilizzazione
che porta innovazioni di estremo interesse.
Il progetto Sachtler Artemis è stato sviluppato da un team di ingegneri guidati da uno dei più famosi operatori
steadicam tedeschi: Curt Schaller.
1) Curt Schaller (di
spalle) mentre illustra
il sistema ad un
operatore
1
1
Le idee di Schaller hanno dunque trovato terreno fertile nella tradizionale, raffinatissima, tecnica con cui
Sachtler implementa le sue realizzazioni meccaniche. Inoltre, la presenza di un operatore professionista a
capo del progetto consente una velocità di realizzazione delle modifiche e degli sviluppi del tutto
sorprendente per un’azienda delle dimensioni di Sachtler. Le ragioni per dare avvio all’industrializzazione di
un nuovo sistema di stabilizzazione sono da ricercarsi esclusivamente nella specifica richiesta del mercato. Tra
queste, la disponibilità di un sistema completo di tutte le sue parti ed una più semplice riparabilità erano due
delle priorità maggiormente evidenziate. In Europa, in Giappone e in molte nazioni asiatiche, difatti, uno dei
problemi principali con i precedenti sistemi di stabilizzazione americani era quello della disponibilità dei
ricambi. Come molti operatori steadicam sanno, anche una singola vite persa può rappresentare un grosso
inconveniente, dato che in U.S.A. la componentistica meccanica è dimensionata in pollici mentre lo è in unità
metriche altrove. Il concetto portante per lo sviluppo del prodotto Artemis è stato dunque quello di offrire un
sistema completo (sono incluse anche le casse di trasporto classificate IP 67 e una vasta disponibilità di
accessori, monitor e ricambi), che fosse compatibile con le misure standard delle parti costitutive principali, al
fine di preservarne la compatibilità con i sistemi precedenti (e qui è presente un’ulteriore enorme potenzialità
del progetto), e assemblato con componentistica dimensionata in unità metriche, all’occorrenza
comunemente reperibile nel mercato non americano.
L’innovazione principale del sistema di stabilizzazione Sachtler Artemis consiste nella sua modularità. Il
sistema si compone di elementi ben distinti, acquistabili anche separatamente. Lo splendido gimbal
autocentrante in acciaio e titanio ricavato dal pieno e dotato di un dispositivo di regolazione fine della sua
corsa sul post.
Il post, naturalmente telescopico da 42cm a 70cm, ed opzionalmente corredabile da un super-post per riprese
in condizioni particolari (low-mode o con vento particolarmente forte). Il corpetto, completo di parti in
titanio, permette possibilità di regolazioni del tutto assenti su sistemi di altri produttori (basta citare le quattro
regolazioni per le spalle dell’operatore e la più ampia escursione verticale del blocco di aggancio al braccio
oggi disponibile) e pur essendo estremamente confortevole risulta molto leggero e pratico nell’indossarlo. Il
braccio a molle che richiama il concetto originale dei due parallelogrammi mobili ma è splendidamente
realizzato dal pieno, ha una fluidità e stabilità eccezionali e garantisce la massima rigidità torsionale anche con
i carichi più elevati (sono disponibili quattro set di molle: 19Kg, 23Kg, 26Kg, 30Kg di carico massimo). Sono
invece disponibili quattro combinazioni diverse per i moduli side-to-side e lower-sled corrispondenti ai
2
quattro modelli disponibili: una EFP di costo ridotto specificamente progettata per le esigenze di una
produzione video di fascia medio-alta , una EFP-Pro progettata per applicazioni video broadcast che fanno
uso di segnali digitali (SDI o HD-SDI), una Cine e una Cine-HD per applicazioni di fascia altissima
orientate alle migliori produzioni cinematografiche e televisive. Si sottolinea che tutti i modelli hanno in
comune i componenti principali (corpetto, braccio, gimbal, post nella EFP e nelle Cine, Cine-HD) e pertanto
le prime tre sono facilmente upgradabili fino alla versione Cine-HD con una spesa ragionevole. Il sistema
costruttivo è ideato per offrire all’operatore un numero molto ampio di regolazioni, le quali permettono di
raggiungere il bilanciamento statico e dinamico nei più svariati contesti operativi. Ad esempio, il lower sled
realizza una funzione di Dual Dynamic Balance per mezzo di un innovativo supporto scorrevole per la
terza batteria e di un supporto rotante di 180° (e regolabile micrometricamente nell’estensione) per le altre
due batterie. La parte elettronica della Artemis è altrettanto raffinata: la bolla di riferimento è retroilluminata,
tutti i cablaggi sono interni al central post, incluso il trasporto dei segnali video (anche in componenti/RGB
nella EFP-Pro!) e delle segnalazioni Tally. Sono inoltre disponibili numerosi punti di alimentazione 12V per
apparati accessori (trasmettitore video, radio-fuoco, registratore) e, al fine di interferire il meno possibile con i
segnali video, la gestione stessa delle alimentazioni è differenziata: una delle due batterie del supporto
posteriore è destinata ad alimentare esclusivamente la camera ed i sistemi ad essa connessi (radio-fuoco, Tally
su entrambi i moduli ), l’altra è destinata invece ad alimentare il monitor e i dispositivi ad esso correlati
(registratore, e due uscite 12V ausiliarie su entrambi i moduli). La terza batteria presente a partire dalla
versione EFP-Pro è il back-up della batteria del monitor (o permette di alimentare le cineprese a 24V nelle
versioni Cine), oltre ad agire da massa di contrappeso. Nelle versioni EFP-Pro, Cine e Cine-HD sono poi
installati tre voltmetri a led luminosi che permettono di controllare lo stato di carica delle singole batterie.
Nell’insieme il sistema di stabilizzazione Sachtler Artemis è sicuramente uno dei migliori al mondo. La sua
splendida costruzione, la sua compatibilità con le misure standard e le sue caratteristiche tecniche ne hanno
già fatto un best-seller mondiale.
3
Anche in Italia si sono ottenuti successi significativi: RAI (riprese esterne di Roma) e Mediaset (CPTV di
Milano2 e CPTV Elios Roma) si sono già dotate del sistema Artemis, acquistando la versione Cine-HD, top
della gamma, dotata di un monitor TFT Transvideo Cine III, Bolla Elettronica XCS, comando zoom e
piastra camera Bebob e di batterie PAG L-75 al Litio. La sede Rai di Milano ha inoltre acquistato un
corpetto ed un ulteriore monitor per sostituire componenti omologhi su un loro sistema Steadicam Master.
In casa Mediaset lavorano con la Artemis due dei loro migliori operatori: Enrico Gandolfo a Roma e
Cristiano Garioni. a Milano.
1) Enrico Gandolfo negli
studi di Buona
Domenica
2) Matteo Cinque
all’IBTS 2003
3) Cristiano Garioni negli
studi di Striscia la
Notizia
1
2
4
3
Enrico è stato sicuramente il pioniere del sistema Artemis in Italia ed il suo meticoloso impegno ha
contribuito a fornire suggerimenti per importanti sviluppi tecnici oggi inseriti nella produzione standard.
Grazie alla sua collaborazione è stato difatti modificato e migliorato il sistema di richiamo del braccio al corpo
dell’operatore ed ha inoltre contribuito ad ideare, insieme a Trans Audio Video, un sistema di contrappeso
supplementare (quasi un Kg. in più!), realizzato con due anelli in acciaio inseriti tra il docking ring inferiore ed
il lower sled in grado di compensare il minor peso medio delle batterie più moderne: “Con la Artemis realizzo
le riprese di Buona Domenica e di Bisturi, mentre a dicembre ho lavorato al Concerto di Natale alla Sala
Nervi in Vaticano. Il sistema ha un numero incredibile di regolazioni e per questo sicuramente occorre del
tempo per conoscerlo nei dettagli. Ma la stabilità del braccio, adesso che è stato migliorato per le mie
esigenze, la qualità del gimbal e la leggerezza del post sono elementi sicuramente vincenti. Un particolare da
evidenziare è la costruzione con materiali di prima qualità e la componentistica realizzata con passo metrico.
L’elettronica a bordo, inoltre, consente di cablare il sistema in modo molto ordinato e di installare gli
accessori in modo da realizzare velocemente un buon bilanciamento. Le batterie PAG sono poi incredibili,
un po’ leggere ma di durata fantastica. Io lavoro con tempi di caduta del post compresi tra i 2.5 e i 3.0 s. con
camere dotate spesso di voluminosi radio-trasmettitori. La possibilità di usare la C-battery come contrappeso
mobile è per me dunque utilissima. L’apprendistato con un nuovo apparato è sempre laborioso, soprattutto
se per tanti anni si è lavorato con altri sistemi, ma non posso nascondere la mia crescente soddisfazione per i
risultati raggiunti da Sachtler e per la collaborazione offerta dalla Trans Audio Video nel consentirmi di
contribuire allo sviluppo del prodotto”. Cristiano Garioni invece realizza le riprese di Striscia la Notizia e
il suo setup è sicuramente estremo. E’ dotato di una notevole forza fisica e per il suo tipo di riprese
(velocissimi movimenti in allontanamento dal corpo, fuori bolla estremi) lavora con tempi di caduta molto
bassi (meno di un secondo!). Cristiano ha anche sperimentato le nuove ottiche Canon in HD (ad es. il
grandangolo HJ11ex4.7 B-IASD) dotate dell’innovativo e-drive. Uniche al mondo, con le molteplici
possibilità di programmarne i parametri di funzionamento, permettono infatti di ottimizzarle per l’uso sulle
steadicam: in tal senso è stato possibile impostare il range di lunghezze focali di lavoro con la funzione
“Zoom Tracking” e le modalità di movimentazione dello zoom con le funzioni “Zoom Movement Mode”
(utile per tale contesto è la possibilità di non farne arrestare bruscamente la corsa al rilascio del comando
posto sul gimbal). Uno di questi obiettivi, il J11ex4.5 B-IRSD è ora in uso, con le stesse regolazioni, sulla
Steadicam di Peppe Del Duca nello show “La Corrida” realizzato al CPTV Elios di Roma. In casa RAI,
Daniele Cutugno, delle Esterne di Roma, ed uno dei migliori operatori steadicam della TV pubblica, ha
effettuato con la Artemis le riprese dello show di Montesano, “Trash” ed ora la impiega sul palco dell’
Ariston per il Festival di Sanremo. Raggiunto telefonicamente ha espresso le sue valutazioni: “Il sistema
Artemis mi ha favorevolmente impressionato già dopo il primo test fatto in una puntata dello show di
Morandi all’inizio dello scorso anno. La sua agilità, la leggerezza dell’intero sistema mi aiutano soprattutto nel
mio tipo di lavoro, fatto di lunghe carrellate su palchi spesso molto lunghi, e che mi costringono ad indossare
il sistema per lunghi periodi. Qui a Sanremo indosso il sistema per almeno sei ore al giorno! Il braccio è
sicuramente stabile e robusto ma questo lo si paga con un suo peso notevole, controbilanciato tuttavia dalla
leggerezza degli altri componenti. La qualità dei materiali è notevole e l’elettronica così completa consente di
evitare l’uso di qualsiasi cavo esterno. La qualità migliore però, in mia opinione, è la modularità del sistema e il
numero incredibile di regolazioni che consentono di raggiungere il bilanciamento dinamico in qualsiasi
condizione. Sono veramente soddisfatto”.
5
Artemis Cine HD
6