Savoia e Vallese promozione a nostre spese Ad Aosta sempre più
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Savoia e Vallese promozione a nostre spese Ad Aosta sempre più
Periodico di informazione valdostana di Forza Italia - anno 7 - numero 7 LUGLIO 2006 Poste Italiane S.p.A - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Aosta IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE IL DIRITTO FISSO Economia Nel Piano Salute accolte molte proposte CdL valdostana Più privato nella sanità valdostana, ma sono ancora troppe le limitazioni. Maggiore in recessione attenzione alle patologie dell’infanzia, alla prevenzione giovanile e ai malati terminali A ll’enorme capacità finanziaria della Regione non corrisponde un’eguale capacità politica nell’amministrare le risorse. Anzi, potremmo sostenere che esiste una proporzionalità inversa tra questi due fattori, visti i risultati che stanno emergendo. L’asfissia dell’economia valdostana si sta drammaticamente manifestando in molti settori, industria in testa. E’ un bollettino di guerra, con Tecdis, Rossignol e Industrie Plastiche che occupano ormai ogni giorno le pagine dei giornali. La stessa Banca d’Italia, notoriamente prudente nello stilare le relazioni economiche annuali, sottolinea la difficile situazione industriale, caratterizzata da “una perdurante debolezza della domanda e dell’attività produttiva nel manifatturiero”. L’economia valdostana segna il passo: il 2005 ha fatto registrare un calo del prodotto interno lordo dello 0,7%, contro un +1,3% del 2004. Il settore prevalente resta il terziario, che occupa il 61% della popolazione attiva e produce il 78% del valore aggiunto regionale. In questo ambito, nel 2005 le vendite della grande distribuzione sono aumentate del 2,3%, soprattutto nei beni non alimentari, mentre quelle degli esercizi tradizionali hanno avuto una contrazione dello 0,4%. Nei trasporti, l’aumento del 15,6% dei transiti attraverso il Traforo del Monte Bianco ha generato un incremento del fatturato registrato in questo comparto, mentre di segno opposto è il risultato delle società di gestione degli impianti a fune. Segnali contrastanti provengono invece dal turismo, dove le presenze sono sostanzialmente invariate rispetto al 2004. L’incerto quadro congiunturale si è riflesso in un deterioramento degli indicatori del mercato del lavoro. continua a pagina 2 L e linee guida della programmazione sanitaria regionale passano attraverso la definizione del Piano triennale per la salute, il quale, approvato ai primi di giugno, ha recepito numerosi e qualificanti proposte formulate dal gruppo consiliare della Casa delle Libertà, che ne ha pertanto condiviso l’impostazione di massima. Il nuovo Piano, abbandonata la filosofia dirigistica che caratterizzava il precedente documento di programmazione, riassume principi e orientamenti da modularsi in corso del triennio in base all’evoluzione della domanda. Nel passato, invece, tutto ciò che non era espressamente codificato non poteva trovare attuazione, anche se richiesto dall’evoluzione di nuove situazioni. Per la prima volta viene varato un documento non autocelebrativo, bensì autocritico, ove debolezze e limiti della sanità valdostana vengono evidenziati per consentirne il loro superamento. Contrariamente al passato vengono individuate sia le risorse finanziarie da impiegare sia i tempi necessari alla realizzazione delle varie azioni. Centrale, inoltre, il ruolo riconosciuto alla famiglia nel rispetto dei rapporti parentali e con il netto rifiuto a porcherie tipicamente “prodiane” quali i “PACS”. Dario Frassy continua a pagina 7 Savoia e Vallese promozione a nostre spese La nostra offerta turistica langue e RAI 3 Valle d’Aosta propone ogni sera servizi su eventi e iniziative d’oltralpe Paga la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ovvero i contribuenti italiani, e alla Regione interessa solo che si parli in francese Assassini P SENZA IL NUCLEARE L’ITALIA RISCHIA IL COLLASSO Ad Aosta sempre più extracomunitari Enrico Tibaldi servizio a pagina 2 A umentano giorno dopo giorno. Regolari o clandestini, affollano ormai ogni via della città. I residenti non nascondono il disagio, specie in quelle zone del capoluogo che sono diventate veri e propri quartieri degli immigrati. E gli aostani percepiscono l’emergenza. Si pensi, ad esempio, a via Festaz, dove la presenza straniera è massiccia anche nel commercio (o in attività similari). Il Comune di Aosta nicchia o, peggio, affronta l’emergenza in modo sbagliato. Il Consiglio comunale ha votato, qualche giorno fa, una mozione di indirizzo per creare addirittura una Consulta delle cittadine e dei cittadini immigrati extracomunitari, apolidi Ettore Vierin continua a pagina 6 e dei rifugiati politici. Anche l’ecologissima Finlandia avvia il quinto polo energetico atomico, che nel giro di quattro anni sarà operativo Nel nostro Paese le lobbies del petrolio e la sinistra impedirono questa scelta nel 1987 Guido Podestà servizio a pagina 3 er noi cittadini comuni e per coloro che hanno avuto in famiglia vittime del terrorismo essi sono sempre solo degli assassini. Il sangue che scorre ingiustamente non si può in alcun modo giustificare con cause nobili e surrogarne l’inutile spargimento con miscugli e alchimie di vecchie, agghiaccianti e diaboliche astrazioni filosofiche. Che qualcuno di loro abbia “apparentemente” pagato secondo le regole dello Stato, redimendosi e riacquistando i diritti per sempre purtroppo negati alle sue vittime, non toglie nulla all’orrore di quanto questi criminali hanno perpetrato ed alla insana folle pulsione che li ha portati ad uccidere o ad ordinare di uccidere servitori dello Stato e semplici cittadini. Niente di diverso fra i boss e le cosche della malavita organizzata che hanno ammazzato ed ammazzano per il controllo del territorio e questi elementi che oggi, ricevono le “grazie”, la comprensione, se non i complimenti espliciti dalle più alte cariche dello Stato. Giorgio Bongiorno continua a pagina 2 2 LUGLIO Savoia e Vallese promozione a nostre spese I l gracile mercato turistico della montagna, surclassato dal mare e dalle mete straniere, fatica ogni anno sempre di più a mantenere presenze e arrivi: solo sette turisti su cento scelgono questa destinazione. E così gli operatori economici valdostani si trovano a competere sia con il cosiddetto mercato globale, che vede numerose terre esotiche decisamente più attraenti e convenienti rispetto alle altrettanto attraenti ma meno convenienti località nostrane, sia con il mercato di prossimità, dove l’offerta valligiana si misura con quella lombarda, altoatesina, piemontese, vallese e savoiarda. Prezzi più bassi, servizi di qualità, interessi culturali e alternative per lo svago e per il tempo libero sono i fattori principali che convincono un turista a indirizzarsi in un luogo piuttosto che in un altro. Il tutto condito con una buona dose di marketing e comunicazione, per persuadere la clientela a fare rotta verso le mete prescelte. Savoia e Vallese hanno, sotto questo profilo, uno straordinario vantaggio rispetto alla Valle d’Aosta, poiché dispongono di un formidabile mezzo di promozione turistica e culturale nella nostra regione. E’ lo schermo di RAI 3 che, attraverso il telegiornale regionale e i programmi serali, ci propone quotidianamente servizi filmati sulle iniziative e sulle bellezze d’oltralpe. Alla descrizione accurata di eventi e proposte che si susseguono nella regione svizzera o in quella francese, assistiamo spesso - nell’ambito dello stesso notiziario - al piagnisteo di amministratori e albergatori valdostani che lamentano la crisi del settore e la debolezza della nostra offerta. Forse non tutti loro sanno che una Convenzione, stipulata l’11 giugno del 1997 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri (il premier era Prodi, ndr) e la RAI, prevede che la televisione pubblica produca e diffonda trasmissioni televisive e radiofoniche in lingua francese nel territorio valdostano per un numero minimo di ore (110 in radio e 78 in tv) annue. Il tutto per il modesto (si fa per dire) corrispettivo di 3,8 miliardi di lire oltre all’IVA: la cifra si riferisce all’anno di stipulazione dell’accordo, e in questo decennio ha subito un vigoroso incremento. Un recente monitoraggio effettuato dal Corecom della Valle d’Aosta insieme all’Osservatorio di Pavia tra novembre 2004 e novembre 2005 ha rilevato che, quanto a riferimento territoriale e di interessi, la centralità della Valle d’Aosta si riduce significativamente nella programmazione francofona, lasciando spazio ad avvenimenti e problematiche che hanno soprattutto in Francia il loro centro di gravità. Per fare ciò RAI 3 “importa” - in quantità consistente - servizi e programmi da fonti di produzione francesi e li replica nel corso dei notiziari. Beati gli operatori transalpini! Lo Stato Italiano paga fior di soldoni alla RAI per diffondere in Valle d’Aosta ciò che i nostri concorrenti propongono nelle regioni limitrofe. Rispettiamo la sublime cultura dei “cugini” francofoni, sopportiamo la loro lingua (sovente incomprensibile) che ci viene propinata dal piccolo schermo, ma non possiamo tollerare che Savoia e Vallese continuino a beneficiare di promozione a nostre spese. Peraltro non esiste alcuna convenzione analoga tra il Governo francese (o quello svizzero) e la loro tv nazionale avente per scopo la promozione massiccia dei nostri prodotti tipici, delle nostre bellezze naturali e delle nostre iniziative culturali… generosamente pagata dai contribuenti di questi Paesi. La Regione Valle d’Aosta, che dovrebbe fornire pareri e osservazioni sull’applicazione della Convenzione, tace. L’importante è che si parli in francese, almeno nella tv regionale. Gli operatori valdostani possono attendere. Enrico Tibaldi L’offerta turistica valdostana langue e RAI 3 propone ogni sera servizi su eventi e iniziative d’oltralpe Paga la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ovvero i contribuenti italiani, e alla Regione interessa solo che si parli in francese segue dalla prima pagina É ora di finirla, crediamo, con queste terribili teorie (degne solo dei momenti più oscuri della nostra storia) dei salotti comunisteggianti, di intellettualoidi squallidamente incoerenti secondo cui il fine (quale fine? Quello dell’uguaglianza?) in qualche modo giustifica i mezzi atrocemente consueti alle compagini terroristiche. Non c’erano le condizioni negli anni settanta ed ottanta e tanto meno oggi per giustificare i vari “eroi” del terrorismo, per capire o cercare di condividere i loro deliranti e criminali Assassini teoremi ed in qualche modo motivare i gravissimi reati di cui si sono macchiati. I soliti noti, quegli stessi che si dicono autentici garanti della Costituzione e che firmano gli appelli per la conservazione più retrograda , argomentano forse che Brigate Rosse, Prima Linea, Lotta Continua, Reparti Comunisti d’Attacco, Unità Comuniste Combattenti, Proletari Armati per il Comunismo, Nuclei Armati Proletari, ecc. erano o sono fondamentalmente diverse dalla Camorra napoletana, dalla Sacra Corona 2006 NOTA BANKITALIA 2005 Economia valdostana in recessione segue dalla prima pagina Le difficoltà si riscontrano immediatamente nel livello di disoccupazione, cresciuto al 3,2% nel 2005, e nei prestiti alle imprese manifatturiere, che continuano a calare (dal 3,3% nel 2004 al 2,5% nel 2005) e che interessano soprattutto le aziende di maggiori dimensioni. Solamente due settori dell’economia si sono salvati nel 2005: l’energia e le costruzioni. La Valle d’Aosta, che fornisce il 6,5% dell’energia idroelettrica nazionale e l’1% di quella complessiva, è la regione italiana con la più elevata specializzazione nel comparto: protagonista è CVA, società partecipata regionale che, secondo le stime, arriverà a fatturare oltre 460 milioni di euro nel 2006. Nella nostra regione, inoltre, il mercato libero dell’energia elettrica risulta più utilizzato rispetto al resto d’Italia: nel 2003, infatti, la quota di elettricità acquistata su tale mercato era pari al 54,1%, contro il 37,7% nella media nazionale. Vigoroso è risultato anche il settore delle costruzioni e, in particolare, il comparto privato residenziale: il valore della produzione è cresciuto del 14,6% rispetto all’anno precedente, con effetti positivi anche sul piano occupazionale. Dalle rilevazioni della Cassa edile emerge infatti che il monte salari è cresciuto del 2,7% nei dodici mesi precedenti il settembre 2005. Il “boom edilizio” si evince anche dal numero di domande di detrazione per le spese di ristrutturazione edilizia, che già nel 2004 aveva conosciuto una forte crescita (26,8%) e che nel 2005 è ulteriormente aumentata (+0,9%), oltre che dal numero di transazioni (+1,8% nel 2005). Calano invece leggermente le quotazioni degli immobili: i prezzi delle nuove abitazioni nel Comune di Aosta sono diminuiti dell’1%, invertendo la tendenza registrata l’anno precedente (+4%). Unita pugliese, dalla mafia siciliana, dalla n’drangheta calabrese e dall’Anonima sarda: noi diciamo invece a chiare lettere che non c’è alcuna differenza fra chi uccide per il controllo del territorio e chi semina morte, desolazione e terrore per l’improbabile, orribile quanto pernicioso controllo delle menti e delle coscienze. Questo governo, attraverso atti istituzionali e poco accorte dichiarazioni dei suoi membri ha purtroppo già dato segnali allarmanti. Non vogliamo strumentalizzare le pagine più turpi PIL in calo dello 0,7% e disoccupazione in aumento Si salvano solo energia e costruzioni della nostra recente storia repubblicana e ci inchiniamo insieme con profondo rispetto e rabbia alla memoria delle ormai troppo numerose vittime del terrorismo. Noi siamo e saremo sempre dalla parte di Bruno Berardi, Presidente dell’Associazione Vittime del Terrorismo e ribadiamo insieme a lui e con tutta la forza che abbiamo in corpo: “Lo Stato (questo Stato già più volte e inspiegabilmente generoso con i terroristi) ci ha umiliati”. Giorgio Bongiorno LUGLIO 2006 3 SENZA IL NUCLEARE L’ITALIA RISCHIA IL COLLASSO S Periodico d’informazione valdostana di Forza Italia edito dal Gruppo consiliare regionale La Casa delle Libertà via Piave, 1 - 11100 Aosta * * * Direttore responsabile Enrico Tibaldi * * * Redazione via Gramsci, 2 - Aosta telefono 0165.230190 telefax 0165.365800 [email protected] * * * Impaginazione e grafica Giulio Zanardi Pont-Saint-Martin * * * HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Giorgio Bongiorno, Dario Frassy, Massimo Lattanzi, Orlando Navarra, Guido Podestà, Sergio Santini, Ettore Vierin * * * stampa Sarnub s.r.l. - Cavaglià * * * Registrazione Tribunale di Aosta n. 8/2000 * * * Avviso ai destinatari In ottemperanza a quanto disposto dalla Legge 196 del 30 giugno 2003, La informiamo che il Suo nominativo compare nella mailing list dell’editore. Se Lei non desidera più ricevere i prossimi numeri di ‘Foglio Azzurro’ o vuole consultare, modificare o cancellare gratuitamente i suoi dati o semplicemente opporsi al loro utilizzo sarà sufficiente scrivere a FORZA ITALIA Sede regionale della Valle d’Aosta via Gramsci, 2 - 11100 AOSTA e pensiamo all’incremento che dal ’99 ad oggi ha avuto il costo di un barile di petrolio, piuttosto che all’importazione legata al gas, vediamo che è sicuramente un qualcosa di straordinariamente pesante per la nostra economia. Non è un caso, da questo punto di vista, che se valutiamo quella che è la scala di competitività dei paesi del mondo, noi abbiamo una situazione sempre più difficile, nonostante gli interventi strutturali che il governo Berlusconi ha avuto la capacità, la forza e il coraggio di affrontare in un momento nel quale l’economia generale europea era tutt’altro che fiorente. Questo è anche dovuto, in grandissima misura, proprio al peso del costo dell’energia. Io credo che il primo aspetto, quello assolutamente strategico, sia la sicurezza degli approvvigionamenti e insieme l’autosufficienza. Abbiamo visto come sotto Natale sia bastato un braccio di ferro tra Kiev e Mosca, per crearci problemi, braccio di ferro che si ripeterà, non pensiamo che la questione sia risolta, perché è strutturale nell’insieme di problematiche che legano questi due paesi. Se leggiamo il fatto da un punto di vista più ampio, geostrategico, è evidente che l’Ucraina, che tende a staccarsi dalla Comunità degli Stati Indipendenti, in qualche modo ad affrancarsi, si ritrova e si ritroverà in una situazione di confronto dialettico molto forte con la Russia e con la stessa Comunità degli Stati Indipendenti. Per contro vi è una spinta forte a creare un gasdotto cosiddetto “baltico”, per arrivare direttamente dalla Russia sulla Germania e quindi bypassare quello che è oggi il passaggio, diciamo obbligato, per l’80% delle forniture di gas. La lettura complessiva per il nostro Paese è che, avendo noi fatto una scelta antinucleare, ci ritroviamo esposti in maniera grandissima rispetto al rischio di non autosufficienza. E questo non vuol dire un grado di calore in meno nelle case, non vuol dire due gradi in meno nelle case! Se noi consideriamo che in questo momento vi sono due miliardi, tre miliardi di persone nel mondo che escono da una fase di sottosviluppo e si avviano ad una fase postindustriale, con una velocità di crescita che è a dir poco straordinaria, (parlo naturalmente di Cina, di India, di tutte le altre realtà del lontano oriente, ma anche della realtà del Brasile ecc…) è evidente che avranno una richiesta esponenziale di energia. E’ pure evidente che le leggi di mercato, al di là dei buoni rapporti, di ciò che al G8 è stato detto, di ciò che alla riunione straordinaria del Consiglio europeo è stato detto, le leggi di mercato dicevo, prevarranno e quindi vi sarà una richiesta di energia straordinariamente rilevante rispetto all’oggi, perché questi miliardi di persone vorranno essere riscaldati nelle loro case, vorranno il condizionamento e soprattutto dal punto di vista economico produttivo generale, assorbiranno molto di più di quello che oggi è immaginabile che assorbano. Un Paese come il nostro, che fece una scelta di tipo ideologico, e non saprei dire quanto le lobby del petrolio abbiano giocato su questo, un Paese come il nostro oggi corre un grandissimo rischio: quello di fermare l’economia del Paese; e se ce lo diciamo, forse non facciamo male. E chi insiste dal punto di vista del problema di lettura ambientale, ignora che non vi è probabilmente fonte di energia altrettanto valida da tale punto di vista, tant’è che la Finlandia, paese che ha una sensibilità ambientale sicuramente riconosciuta, quest’anno ha deciso di dare il via al quinto polo di produzione nucleare che nel giro di quattro anni sarà operativo, in tempi quindi leciti e rapportabili alle esigenze. Riavviare quelle centrali che noi abbiamo implicherebbe meno di quattro anni e oggi disporremmo di tecnologie assolutamente avanzate da punto di vista della sicurezza. Peraltro importiamo da una cinquantina di centrali nucleari francesi, poste appena al di là delle Alpi, gran parte della nostra energia e siamo comunque esposti a rischi, oltre a tutto senza avere neanche la possibilità di controllarli direttamente. Credo che sia giusto ragionare dal punto di vista di evitare gli sprechi, sicuramente dal punto di vista delle energie rinnovabili, quindi l’eolica piuttosto che ciò che attiene la combustione di biomasse o quant’altro; ma io credo che non possiamo chiudere gli occhi. E’ vero che ci aspettiamo dall’Europa una risposta, ma è una “fintio”: perché l’Europa detta degli obiettivi, ma lascia, nel rispetto del principio di sussidiarietà, che ogni paese individui la propria via. Il Consiglio europeo del 25 marzo ha approvato l’orientamento generale del Libro Verde sulla politica energetica che delinea in che modo una politica energetica europea potrebbe conseguire tre obiettivi fondamentali: sviluppo sostenibile, competitività e sicurezza dell’approvvigionamento. Ma, per i deputati, il Libro Verde non tratta di settori fondamentali che dipendono in ampia misura da fonti di energia importate, in particolare i trasporti e l’aviazione e chiedono alla Commissione di reagire ai recenti inviti riguardanti una politica energetica comune. Il Parlamento ha sottolineato che “un elemento essenziale” della politica energetica comune dovrebbe consistere in una “solidarietà rafforzata tra gli Stati membri in caso di difficoltà correlate alla sicurezza dell’approvvigi onamento”; ma conosco le maggioranze presenti al PE e devo dire che la demagogia, forse prevale rispetto al realismo. Vorrei essere più crudo: gli interessi nazionali prevalgono rispetto a quello che è un interesse più generale e ad esempio mi chiedo perché i nostri amici francesi che hanno tanto beneficio nel venderci il kilowatt, dovrebbero in qualche modo spingerci a sviluppare una produzione nucleare nostra, senza dover più comprare la loro, non ne vedo la ragione! Ricordo che nel momento in cui vi è una crisi, chiudere il rubinetto è relativamente facile, ed è umano. E’ assolutamente comprensibile. Quando la temperatura a Mosca scende sotto ai –30°C, io capisco che vi sia inevitabilmente una riduzione di esportazione. Se adesso pensiamo a ciò che da Pechino, da Delhi vi sarà di grande crescita di domanda di energia, forse ci rendiamo conto che la via è obbligata. Ed è obbligata con la responsabilità che deve esserci, in una forza politica, chi ha il coraggio di operare delle scelte, di proporre al paese delle scelte e di dire le ragioni per le quali queste scelte le porta avanti. Se si vuol sopravvivere bisogna trovare una risposta, che sia una risposta di autosufficienza. Sicuramente c’è il problema degli sprechi, sono circa 1⁄4 di quello che è il consumo generale di energia; sicuramente, laddove sia possibile, si impone lo sviluppo di fonti alternative, ma bisogna avere il coraggio di dire che l’Italia rischierebbe l’asfissia nel momento in cui non andasse ad operare nel prossimo quinquennio una scelta fondamentale: quella di riavviare le sue centrali nucleari. Già negli anni ottanta non vi era confronto fra la sicurezza delle centrali “occidentali” e quelle russe. Purtroppo sono ancora attive molte di queste ultime! Ma in Italia il nucleare è stato demonizzato e la demonizzazione del nucleare è stata usata per campagne politiche. Guido Podestà europarlamentare Forza Italia-PPE 4 LUGLIO DOPO IL REFERENDUM IN CINQUE COMUNI HANNO VINTO I SI Comuni l risultato è comunque soddisfacente se si pensa che nella nostra regione tutti – partiti e associazioni – erano schierati per il NO, ad eccezione della Casa delle Libertà. Quasi diciottomila valdostani hanno confermato la riforma istituzionale votata dal Parlamento e in cinque comuni (Ayas, Courmayeur, La Thuile, Valtournenche e Pré-Saint-Didier) ha trionfato il SI. Lo sottolineano i segretari regionali Alberto Zucchi (AN), Nicola Negroni (LN) e Piero Vicquery (UDC), sostenendo che “la percentuale del 36% a favore del SI rappresenta un elemento di ottimismo per il futuro, in funzione della volontà di molti valdostani di ragionare sui contenuti” e ringraziando “tutti gli elettori che, con il proprio voto, hanno manifestato una volontà di cambiamento che difficilmente potrà avvenire con le attuali maggioranze nazionali e regionali”. Riforma dello Statuto, tra necessità e improvvisazione I al Consiglio regionale, individuati con criteri poco comprensibili, che vedono presenti alcuni settori sociali e professionali ed esclusi altri. Contraddittorio, infine, è il riferimento dei promotori alle “riforme costituzionali degli ultimi anni Italia” - tutte avversate dall’Union Valdotaine – quale elemento propulsivo alla “Convenzione”. Il fallimento dei precedenti tentativi di riforma statutaria sono sicuramente imputabili all’assenza di una comune visione interna all’U.V., partito – sino a ieri – di maggioranza assoluta, che non ha saputo porsi né quale autorevole interlocutore, né quale mediatore delle posizioni espresse dalle altre forze politiche. L’auspicio è che sulla riforma dello Statuto valdostano si possa quanto prima avviare un serio, meditato e pacato confronto politico e culturale al di fuori dalla demagogia e della propaganda fine a se stessa. Il nuovo tentativo del duo Caveri-Perron da questo punto di vista nasce già vecchio e rischia di ripercorre fallimentari percorsi calati e imposti dall’alto per la fatale confusione tra l’inutile e dannosa autoritarietà rispetto all’inutilmente invocata autorevolezza! Dario Frassy DESIDERO RICEVERE GRATUITAMENTE IL VOSTRO PERIODICO VI PREGO DI INVIARLO A QUESTO INDIRIZZO nome e cognome 38 sezioni su 38 15.049 comune Nulle Bianche ALLEIN 91 ANTEY-SAINT-ANDRE’ 249 ARNAD 453 ARVIER 318 AVISE 130 AYAS 488 AYMAVILLES 756 BARD 77 BIONAZ 89 BRISSOGNE 405 BRUSSON 303 CHALLAND-ST-ANSELME 305 CHALLAND-ST-VICTOR 226 CHAMBAVE 440 CHAMOIS 45 CHAMPDEPRAZ 253 CHAMPORCHER 186 CHARVENSOD 963 CHATILLON COGNE 2.077 595 COURMAYEUR 1.115 DONNAS 1.155 DOUES 160 EMARESE 87 ETROUBLES 161 FENIS 648 FONTAINEMORE 159 GABY 259 GIGNOD 453 GRESSAN 1.241 GRESSONEY-LA-TRINITE’ 165 GRESSONEY-ST-JEAN 342 HONE 502 INTROD 236 ISSIME 177 ISSOGNE 572 provincia compila, ritaglia e spedisci il presente tagliando in busta chiusa a FORZA ITALIA via Gramsci, 2 - 11100 Aosta 5.045 9.85 93 61 33.87% 66.13% 0.62% 0.41% altri Comuni via, piazza, frazione, località cap NO AOSTA Un valdostano su tre favorevole alla riforma I l fallimento di ben due Commissioni Speciali, costituite d’imperio da UV e DS nelle precedenti legislature, con il mandato di modificare e attualizzare lo Statuto di autonomia valdostano non è servito come lezione né al Presidente della Regione Caveri, né al Presidente del Consiglio Perron, i quali in perfetta solitudine e senza alcun confronto preliminare hanno formalizzato un nuovo e fantasioso percorso di riforma. Con la solita promozione mediatica, che spesso è anticipatrice del niente, hanno annunciata la costituzione della “Convenzione”, nome pomposo che è sinonimo della più umile Assemblea. E’ alquanto deprecabile che su un argomento delicato, importante e comune a tutti i valdostani le due figure istituzionali più importanti della Regione scavalchino gli stessi organi istituzionali di cui sono i rappresentanti. Completamente all’oscuro ed esautorata la 1^ Commissione Istituzioni e Autonomia, competente per materia, assolutamente ignorati i gruppi consiliari, nonostante la “Convenzione” preveda la partecipazione dei loro capigruppo. Discutibile e riduttivo è, inoltre, il criterio adottato nel coinvolgere i soggetti esterni SI Votanti 2006 22 68 1 0 24.44% 75.56% 1.10% 0.00% 111 127 8 3 46.64% 53.36% 3.21% 1.20% 142 301 2 8 32.05% 67.95% 0.44% 1.77% 101 215 2 0 31.96% 68.04% 0.63% 0.00% 31 97 1 1 24.22% 75.78% 0.77% 0.77% 304 180 1 3 62.81% 37.19% 0.20% 0.61% 232 516 4 4 31.02% 68.98% 0.53% 0.53% 18 56 0 3 24.32% 75.68% 0.00% 3.90% 29 58 1 1 33.33% 66.67% 1.12% 1.12% 119 282 1 3 29.68% 70.32% 0.25% 0.74% 131 171 1 0 43.38% 56.62% 0.33% 0.00% 142 157 1 5 47.49% 52.51% 0.33% 1.64% 84 139 1 2 37.67% 62.33% 0.44% 0.88% 106 330 0 4 24.31% 75.69% 0.00% 0.91% 16 28 0 1 36.36% 63.64% 0.00% 2.22% 86 157 3 7 35.39% 64.61% 1.19% 2.77% 67 119 0 0 36.02% 63.98% 0.00% 0.00% 305 649 3 6 31.97% 68.03% 0.31% 0.62% 824 1.223 19 11 40.25% 59.75% 0.91% 0.53% 222 361 7 5 38.08% 61.92% 1.18% 0.84% 631 473 9 2 57.16% 42.84% 0.81% 0.18% 342 796 7 10 30.05% 69.95% 0.61% 0.87% 42 115 0 3 26.75% 73.25% 0.00% 1.88% 32 53 0 2 37.65% 62.35% 0.00% 2.30% 56 98 3 4 36.36% 63.64% 1.86% 2.48% 146 485 6 11 23.14% 76.86% 0.93% 1.70% 39 117 2 1 25.00% 75.00% 1.26% 0.63% 123 135 0 1 47.67% 52.33% 0.00% 0.39% 140 310 3 0 31.11% 68.89% 0.66% 0.00% 414 818 2 7 33.60% 66.40% 0.16% 0.56% 71 92 0 2 43.56% 56.44% 0.00% 1.21% 140 202 0 0 40.94% 59.06% 0.00% 0.00% 143 350 3 6 29.01% 70.99% 0.60% 1.20% 53 182 0 1 22.55% 77.45% 0.00% 0.42% 73 99 2 3 42.44% 57.56% 1.13% 1.69% 114 445 7 6 20.39% 79.61% 1.22% 1.05% LUGLIO 2006 Comuni JOVENCAN 5 Votanti 256 LA MAGDELEINE 43 LA SALLE 650 LA THUILE 322 LILLIANES 200 MONTJOVET 670 MORGEX NUS 691 1.065 OLLOMONT 61 OYACE 87 PERLOZ 208 POLLEIN 544 PONTBOSET 84 PONTEY PONT-SAINT-MARTIN PRE’-SAINT-DIDIER QUART 289 1.805 331 1.285 RHEMES-NOTRE-DAME 57 RHEMES-SAINT-GEORGES 101 ROISAN 353 SAINT-CHRISTOPHE 1.339 SAINT-DENIS 151 SAINT-MARCEL 555 SAINT-NICOLAS 126 SAINT-OYEN 94 SAINT-PIERRE 1.067 SAINT-RHEMY-EN-BOSSES 119 SAINT-VINCENT 1.948 SARRE 1.921 TORGNON 196 VALGRISENCHE 94 VALPELLINE 255 VALSAVARENCHE 71 VALTOURNENCHE 811 VERRAYES 485 VERRES VILLENEUVE 1.126 432 Votanti VALLE D’AOSTA 50.822 SI NO Nulle Bianche 61 192 1 2 24.11% 75.89% 0.39% 0.78% 16 26 0 1 38.10% 61.90% 0.00% 2.33% 240 404 4 2 37.27% 62.73% 0.62% 0.31% 189 125 3 5 60.19% 39.81% 0.93% 1.55% 80 116 4 0 40.82% 59.18% 2.00% 0.00% 235 432 2 1 35.23% 64.77% 0.30% 0.15% 266 421 2 2 38.72% 61.28% 0.29% 0.29% 351 693 13 8 33.62% 66.38% 1.22% 0.75% 19 42 0 0 31.15% 68.85% 0.00% 0.00% 23 59 2 3 28.05% 71.95% 2.30% 3.45% 65 140 1 2 31.71% 68.29% 0.48% 0.96% 225 313 4 2 41.82% 58.18% 0.74% 0.37% 24 57 2 1 29.63% 70.37% 2.38% 1.19% 79 208 1 1 27.53% 72.47% 0.35% 0.35% 618 1.161 15 11 34.74% 65.26% 0.83% 0.61% 186 143 1 1 56.53% 43.47% 0.30% 0.30% 470 800 6 9 37.01% 62.99% 0.47% 0.70% 3 54 0 0 5.26% 94.74% 0.00% 0.00% 9 88 1 3 9.28% 90.72% 0.99% 2.97% 122 226 0 5 35.06% 64.94% 0.00% 1.42% 415 908 8 8 31.37% 68.63% 0.60% 0.60% 55 94 2 0 36.91% 63.09% 1.32% 0.00% 101 447 4 3 18.43% 81.57% 0.72% 0.54% 38 86 1 1 30.65% 69.35% 0.79% 0.79% 25 69 0 0 26.60% 73.40% 0.00% 0.00% 341 710 4 12 32.45% 67.55% 0.37% 1.12% 53 65 1 0 44.92% 55.08% 0.84% 0.00% 879 1.049 12 8 45.59% 54.41% 0.62% 0.41% 690 1.214 10 7 36.24% 63.76% 0.52% 0.36% 80 112 1 3 41.67% 58.33% 0.51% 1.53% 34 59 0 1 36.56% 63.44% 0.00% 1.06% 66 189 0 0 25.88% 74.12% 0.00% 0.00% 28 40 1 2 41.18% 58.82% 1.41% 2.82% 428 372 5 6 53.50% 46.50% 0.62% 0.74% 143 319 13 10 30.95% 69.05% 2.68% 2.06% 435 672 11 8 39.30% 60.70% 0.98% 0.71% 126 302 2 2 29.44% 70.56% 0.46% 0.46% SI NO Nulle Bianche 17.914 32.261 330 317 35.70% 64.30% 0.65% 0.62% DOPO IL REFERENDUM LA VALLE D’AOSTA RINUNCIA A UNO STATUTO PIU FORTE Bocciata l’intesa, si ricomincia. Dall’intesa S ei italiani su dieci non hanno confermato la riforma costituzionale (impropriamente e strumentalmente definita devolution) approvata nel novembre scorso dal Parlamento. Peccato, un’occasione perduta, che poteva dare maggiore efficienza al funzionamento delle istituzioni italiane e riconosceva altresì alla Valle d’Aosta il fondamentale principio dell’intesa nell’ipotesi di modifica del nostro statuto. Solamente la Lombardia e il Veneto hanno promosso la riforma. Sono proprio le regioni che costituiscono il traino dell’Italia e che insieme producono un terzo del prodotto nazionale lordo a invocare maggiore autonomia dallo Stato e a guardare sempre più attentamente a quelle regioni “speciali” che possono permettersi livelli di autogoverno più ampi e riparti fiscali molto più redditizi. Il loro sguardo è rivolto a realtà particolari come quella valdostana o quella trentina, che già hanno sperimentato e consolidato un modello autonomista che ben potrebbe essere “esportato” anche nel resto della penisola. Le istanze federaliste sono sempre più diffuse e più intense, e riguardano anche altri paesi europei con forti identità culturali come le Fiandre o la Catalogna, dove vigono margini più elevati di autonomia, non solo legislativa e amministrativa ma soprattutto finanziaria. I vantaggi del modello valdostano (o di quello trentino), che riserva alla Regione (o alla Provincia autonoma) i nove decimi di tutte le imposte erariali riscosse sul territorio, non passano inosservati. Se la Lombardia e il Veneto beneficiassero degli stessi criteri di ripartizione, godrebbero di un surplus finanziario annuo di 55 miliardi di euro, anche se esse si accollassero le spese di quelle competenze (trasporti, sanità e scuola, in primis) che oggi sono a carico del bilancio statale (la cifra stimata ammonta a poco più di 21 miliardi di euro). Le elaborazioni numeriche sono opera di esperti de Il Sole 24 Ore su dati ufficiali dell’Isae, della Ragioneria generale dello Stato e dell’Istat. Alle lungimiranti e comprensibili ambizioni autonomistiche dei presidenti Formigoni e Galan, largamente condivise nei rispettivi emicicli regionali (anche da una parte significativa del centro-sinistra), fanno eco i comportamenti miopi e scomposti di Caveri, Nicco e Perrin. I tre massimi esponenti della politica valdostana cordialmente avversari, ma appartenenti allo stesso ceppo di pensiero - sono convinti che certe prerogative siano esclusive e perpetue. Una congettura presuntuosa e anacronistica, che li ha visti infelici protagonisti nell’avversione alla riforma costituzionale. Quella riforma che conteneva in sé il principio dell’intesa, un solido rapporto pattizio tra lo Stato e la Regione finalizzato a evitare modifiche unilaterali - e magari sgradite - del nostro Statuto. Un principio invocato a più riprese da tutti i parlamentari valdostani che si sono succeduti a Roma (compreso Caveri, sic), ma che alla fine è stato considerato e codificato in legge solo dalla maggioranza di centrodestra. Piuttosto che riconoscere il merito a Berlusconi, i tre tafazzi nostrani si sono messi di traverso, impedendo alla Valle d’Aosta di conseguire un altro importante traguardo istituzionale. Conclusa l’esultanza del 26 giugno per la vittoria dei no, devono ora porre rimedio al loro folle quanto nocivo disegno. E bussano alla porta del sonnolento Prodi perché si (ri)facciano le riforme. Ripartendo da dove? Dall’intesa, naturalmente, secondo uno schema identico a quello appena cassato. Caveri, Nicco e Perrin prima si oppongono alla riforma del centrodestra, poi implorano il centrosinistra di adottare uno schema identico Enrico Tibaldi CONTROLUCE LUCE San Romano e la terza settimana Il primo brodino rancido che ci propina il Governo Prodi è stato impropriamente definito “liberalizzazioni”. Ma di liberale non c’è nulla in quelle norme che distruggono il ceto medio, castigando tassisti e panificatori, che proletarizzano la professione forense e che costringono i piccoli commercianti a comunicare settimanalmente i propri corrispettivi al Fisco. Comprensibili e condivisibili le reazioni delle categorie vessate, anche se i loro scioperi sono stati subito bollati come illegittimi da chi siede a Palazzo Chigi. Si, avete capito bene, quegli stessi personaggi che agitavano le piazze contro il Governo Berlusconi, ora diffidano i lavoratori (autonomi) dal fare la stessa cosa. Dal Governo Prodi attendevamo però provvedimenti prioritari di tutt’altra natura, come quello dell’aumento delle pensioni o dell’integrazione salariale a quelle famiglie che non arrivavano (fino a quando c’era Berlusconi) alla terza settimana. Ora quelle famiglie povere sono improvvisamente sparite. Che San Romano abbia già fatto il miracolo? 6 LUGLIO 2006 Roberto Arnoldi ad Aosta Molti aostani hanno apprezzato la visita del fondatore della Casa del Consumatore, noto personaggio televisivo informato Togliete le targhe alterne Inutili per l’ambiente e gravose per i cittadini L ’imposizione della circolazione a targhe alterne non serve a nulla se non a limitare la libertà di movimento dei valdostani. I risultati del blocco delle auto sulla qualità dell’aria non sono significativi, come sostiene invece l’assessore comunale all’ambiente. Il Comune di Aosta è però intenzionato a riproporre, anche per il prossimo autunno-inverno, il provvedimento di blocco della circolazione pur essendo a conoscenza della sua inutilità dimostrata dai dati sulla qualità dell’aria divulgati dall’Arpa. In realtà lo scopo occulto dell’amministrazione comunale è esplicitato a pagina 1 (ultime tre righe) dell’ordinanza n° 69/2005 ove si legge che il Comune “ritiene opportuno istituire, in via sperimentale, la circolazione dei veicoli a targhe alterne nei giorni di mercoledì 2, 9 e 16 marzo 2005 sul territorio comunale ad eccezione di alcune vie”. Le esigenze di prevenzione degli inquinamenti – che sono le sole a giustificare un’ordinanza di limitazione della circolazione stradale – si sono dunque trasformate “nell’opportunità di istituire in via sperimentale la circolazione dei veicoli a targhe alterne”. Ciò rende l’ordinanza illegittima e nulla in quanto lo scopo che si propone l’amministrazione comunale non è quello della tutela della salute dei cittadini bensì quello di verificare gli effetti della limitazione della circolazione sulla viabilità del capoluogo. Ma se le cose stanno così il Comune deve avere il coraggio di dire apertamente ai cittadini (e ai commercianti) che vuole un centro senza auto senza usare i “mezzucci” sopra svelati. Per tale motivo La Casa del Consumatore intende promuovere la formazione di un comitato di cittadini che abbia la forza di rivolgersi al TAR per annullare un provvedimento inutile, dannoso e fortemente limitativo della libertà individuale. Il Comune farebbe bene inoltre, in via di autotutela, a rimborsare i molti cittadini, ignari del provvedimento di blocco della circolazione, ingiustamente multati. Il giudice di pace Liborio Pascale nella sentenza n. 508 pronunciata a seguito di un ricorso di un cittadino ingiustamente multato, nell’annullare la multa inflitta, attesta che “si rileva la mancanza nel percorso da lui seguito di cartelli segnalanti la disciplina a targhe alterne di cui all’ordinanza del Sindaco di Aosta n. 69/05; significativa al riguardo è la nota del 22.08.2005 del funzionario comunale che conferma che all’intersezione tra via Binel e Corso Lancieri non era stata posizionata la segnaletica” informativa. Nel contenzioso sopradescritto è quindi emerso che il Comune di Aosta non ha mai adottato un piano per la messa in opera della segnaletica informativa concernente la circolazione a targhe alterne. Quindi, tutte le multe finora accollate ai cittadini sono illegittime per omessa informazione e i relativi importi pagati vanno agli stessi restituiti da parte dell’amministrazione attraverso l’esercizio del potere di autotutela. Orlando Navarra presidente regionale casa del consumatore L ’avvocato Roberto Arnoldi, fondatore della Casa del Consumatore nonché segretario generale dell’associazione, si è recato giovedì 29 giugno ad Aosta per rendere visita alla sede regionale, agli associati e al presidente, l’avvocato Orlando Navarra. Arnoldi è un volto conosciuto al grande pubblico, visto che partecipa a diversi programmi televisivi e cura direttamente rubriche d’interesse per i consumatori: la sua immagine è di casa in trasmissioni quali Uno Mattina e Uno Mattina Week-end, nella rubrica “Orizzonti” in Linea Verde, in Forum e Vivere meglio su Retequattro, in Robin Hood su Rai Due, in Sportello Italia su Rai International, e nel programma dedicato a “La Casa del Consumatore” su Telecampione-Sky. Il suo ruolo pubblico di difensore dei consumatori lo ha trasformato in una vera e propria star televisiva, tanto che durante il tour per le vie del capoluogo valdostano egli si è amabilmente intrattenuto con numerosi avventori e gestori di esercizi pubblici e commerciali. Nel corso dell’incontro Arnoldi e Navarra hanno esaminato l’opportunità di un maggior coinvolgimento a livello nazionale del presidente regionale della Casa del Consumatore sulle tematiche del consumerismo. AOSTA - av. Conseil des Commis, 5 Tel. 0165.230774 - Fax 0165.31605 www.casadelconsumatore.it [email protected] Ad Aosta sempre più extracomunitari E adesso il Comune inventa una Consulta per gli immigrati segue dalla prima pagina Forza Italia non ha partecipato al voto, poiché si tratta di una proposta aberrante, che vorrebbe favorire la partecipazione dei cittadini extracomunitari alla vita istituzionale attraverso un organo di rappresentanza che si rapporta direttamente con l’Amministrazione comunale. Col paravento demagogico del buonismo e dell’ideologismo multiculturalista tipici della sinistra, il Comune dimentica i suoi cittadini e trascura l’ampiezza e la complessità di questa crescente invasione, alimentandola. L’Italia che, grazie alla Legge Bossi-Fini si era caratterizzata per una legislazione severa in tema di immigrazione, con la sinistra al potere rischia di tornare indietro. La BossiFini prevedeva l’istituzione dello Sportello Unico per l’Immigrazione, una struttura che è stata istituita anche in Valle d’Aosta con decreto n° 68 dello scorso 20 febbraio dal Presidente della Regione nell’esercizio delle sue attribuzioni prefettizie. Lo Sportello Unico è responsabile dell’intero procedimento relativo all’assunzione di lavoratori stranieri e ha, tra le varie competenze, adempimenti ed incombenze in materia di ricongiungimento familiare, comunicazioni con le rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all’estero, variazioni del rapporto di lavoro successive all’ingresso, acquisizione del codice fiscale, sottoscrizione del contratto di soggiorno. Con la Consulta comunale si rischia dunque di replicare ciò che già esiste. E’ vitale per il nostro Paese passare da un’immigrazione subita ad un’immigrazione scelta, sull’esempio di un progetto di legge francese, il che significa adottare il criterio dell’ingresso selettivo: nell’esame delle domande di soggiorno e di lavoro i consolati daranno la precedenza a coloro che si distingueranno per competenze e attitudini personali. Ritengo, con tutta la buona volontà e comprensione e senza passare per xenofobo, che dobbiamo essere consapevoli dei rischi che il diverso può introdurre nel Paese in cui si stabilizza, anche se una società multietnica è una realtà che noi tutti sappiamo essere inevitabile e sotto molti punti di vista positiva. Il rischio che si corre è quello di esasperare la contrapposizione tra culture, con singole culture che si isolano e creano comunità incapaci di amalgamarsi nel tessuto del Paese ospitante, ed è ciò che si sta concretizzando anche nella nostra città, con piccoli segnali di intolleranza. La concessione di servizi pubblici e di diritti collettivi alle minoranze etniche e religiose, ricercando un’armoniosa coesistenza all’interno di una società liberale e tollerante e quindi, il diritto naturale di ciascuno di trovare il suo spazio nel mondo, non può essere esercitato contro un altro diritto, quello di coloro che hanno costruito su quel territorio la loro civiltà, e hanno diritto al rispetto della propria cultura e della propria storia. Ettore Vierin LUGLIO 2006 7 30 maggio Sergio D’Elia, al vertice di Prima Linea - formazione marxista-leninista tra le più sanguinarie degli anni ’70 – e poi condannato a 25 anni di reclusione per concorso nell’omicidio dell’agente di P.S. Fausto Dionisi, dopo esser stato eletto alla Camera dei Deputati nella lista La Rosa nel Pugno, viene nominato Segretario dell’Ufficio di Presidenza. Dove sono i compagni che nella scorsa legislatura chiedevano di cacciare dal Parlamento gli “inquisiti”, che in base alla Costituzione sono innocenti a tutti gli effetti? 1° giugno Il primo atto del neo Presidente PRODEZZE della sinistra al Governo presente solo fisicamente alla parata dei Fori Imperiali (prima o poi qualcuno a sinistra ne proporrà il cambiamento di nome!), i carristi hanno sfilato a piedi con il casco in mano e senza carri armati! Non meglio è andata agli elicotteristi, i quali sono rimasti in aeroporto rigorosamente a terra, ufficialmente per motivi di contenimento dei costi, dimenticando che i piloti, per restare efficienti, sono comunque obbligati ad effettuare un certo numero annuo di ore di volo. della Repubblica, Napolitano, è la concessione del decreto di grazia - prontamente controfirmato dal nuovo Ministro della Giustizia, Mastella - a Ovidio Bompressi, condannato nel 1997 a 19 anni per l’omicidio del commissario Calabresi. I familiari della vittima, non sono stati interpellati e hanno appreso la notizia dai giornali. Totale mancanza di sensibilità umana del neo Presidente, ma cosa ci si poteva aspettare da chi nel 1968 parteggiò per i carri armati a Praga? 8 giugno Il leader del Leoncavallo, il centro sociale milanese più noto per i suoi eccessi e le sue violenze, è eletto vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera. Tra le gesta del neo deputato Farina, oltre a occupazioni ed espropri proletari, il rogo della bandiera israeliana. 2 giugno 9 giugno omaggio a Festa della Repubblica. In Fausto Bertinotti, dichiaratosi Il Governo è completo: tra segretari, sottosegretari e viceministri sono ben 102 persone, molte, con il pretesto di essere tecnici, ripescate o da un risultato elettorale negativo o addirittura da candidature negate. Un record assoluto nella storia d’Italia, una poltrona ministeriale ogni 10 parlamentari. La promessa del Premier “dobbiamo avere il coraggio di stupire, dobbiamo osare” è stata mantenuta! Forse che Prodi vuol risolvere il problema della disoccupazione con … tutti al Governo! 12 giugno Il Ministro della Solidarietà sociale propone la depenalizzazione dell’uso di stupefacenti e l’istituzione di stanze per drogarsi. La banda del buco è al governo! 5 luglio La Procura di Milano arresta il n. 2 del SISMI e un generale, poiché avrebbero collaborato con la CIA per la catturare di un Imam filoterrorista. L’Italia, a cinque anni dall’attacco del terrorismo islamico alle Torri gemelle di New York e alle successive azioni sanguinarie di Madrid, Sharm el Sheikh, Londra, è rimasta indenne grazie all’opera dei nostri servizi, i cui uomini vengono ora inquisiti per vicende formali. Certe operazioni rischiano di far precipitare nel ridicolo l’Italia sul fronte internazionale e nel terrore sul fronte interno! Nel Piano Salute accolte OLTRE LE LOGICHE DELLA SPARTIZIONE PARTITICA Un disabile come futuro Presidente molte proposte CdL segue dalla prima pagina Tra i limiti del Piano va segnalata la mancata totale apertura al privato. Rispetto al passato è stato fatto un mezzo passo avanti, consentendo l’insediamento di strutture private ove si registrino bisogni sul territorio, l’auspicio era, invece, di consentirlo sempre. Riteniamo, infatti, che il privato, una volta rispettati i requisiti di qualità, necessari per ottenere l’autorizzazione e l’accreditamento, abbia il diritto, nel superiore interesse del cittadinopaziente ad avere strutture valide e concorrenziali, ad esercitare attività sanitarie a prescindere da presunti spazi di operatività riconosciuti d a l l ’A m m i n i s t r a z i o n e regionale. Il privato, sottolineato che in tale settore non beneficia di finanziamenti regionali, se apre lo fa per stare sul mercato e le ricadute su cittadino-paziente non possono che essere positive; si pensi che concorrenza vuol dire maggior offerta e dunque maggior possibilità di scelta e di qualità, minori tempi di attesa. L’argomento purtroppo è stato affrontato solo a metà complice la cultura assistenziale e di sinistra che anima una parte della maggioranza regionale che mal digerisce tutto ciò che sa di privato. Accolta, invece, la necessità di monitorare e promuovere programmi per la sorveglianza e la riduzione dell’obesità infantile, che in Italia ha un’incidenza tra il 15% e il 20% della popolazione scolastica. Tale patologia determina complicanze nell’età adulta con un peggioramento della qualità e dell’aspettativa di vita. Altra importante integrazione da noi apportata è la realizzazione di un sistema regionale a rete integrato – assistenza domiciliare, medico di base, ospedale, associazioni no profit - per le cure palliative, intese quale intervento terapeuticoassistenziale finalizzato al contenimento del dolore dei pazienti la cui malattia non risponde più a trattamenti specifici, i cosiddetti malati terminali, spesso abbandonati a sé stessi e preda di strazianti sofferenze fisiche. Altrettanto importante il recepimento della prevenzione del disagio minorile e giovanile attraverso un insieme di azioni attive permanenti di informazione e sensibilizzazione da attuarsi nelle scuole e nei luoghi di incontro, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, l’USL e le Istituzioni scolastiche. Dario Frassy P erché non fare qualcosa di utile e di nuovo, al di fuori dalle solite regole spartitorie che, come abbiamo appena potuto vedere, regolano la vita di questo nostro Paese sempre più in mano ai materialisti? Perché non rispondere al modello laicista, che prevede la perfezione psico-fisica come obbiettivo della procreazione e della vita, con un atto conforme alla valorizzazione delle disabilità ed alla difesa dei più deboli? Dobbiamo partire dal presupposto che, in gran parte dell’Europa, l’obiettivo edonistico di una vita senza valori, aggrappata al cinico egoismo materiale del quotidiano, è ormai da tempo entrata nella legislazione di diversi Paesi. Tutto è lecito in funzione del “Piacere”: diversamente però dall’omonimo romanzo capolavoro di Gabriele D’Annunzio, si tratta di un piacere da supermercato, alla portata di tutti e, per questo, apparentemente democratico. Si tratta del paghi 2 prendi 3, col quale nell’arco di una stessa vita si possono facilmente unire un’adozione di bambini compiuta da coppie gay, il congelamento di un po’ di embrioni a fini pseudoscientifici ed un’eutanasia, per esempio. Senza rispetto alcuno, quindi, né verso i più deboli, né verso la vita. A questa cultura distruttiva ci si deve opporre, nel solco di quella tradizione umanistica (ed ovviamente anche cristiana) che ci contraddistingue. I punti in comune fra laicità umanistica e cristianità sono infatti molto numerosi, mentre il laicismo nichilista che sta prevalendo un po’ ovunque è figlio diretto del materialismo marxista. I modi per opporvisi sono numerosi, a cominciare dal quotidiano, in cui ciascuno di noi mette un poco della propria filosofia di vita. La politica però, quella alta, deve non solo seguire ma precorrere la filosofia dei singoli, nell’interesse del bene collettivo. Per questo, un’operazione come quella dell’elezione di un disabile alla più alta carica dello Stato, sarebbe ben più di un atto simbolico. Anzitutto, ci porrebbe all’avanguardia planetaria in materia d’impegno civile a sostegno delle battaglie che, giorno dopo giorno, impegnano i disabili di ogni latitudine. Poi, un impegno di questo tipo da parte di un Paese importante come l’Italia per la propria cultura millenaria, farebbe da traino per una controtendenza globale complessiva: significherebbe dire ai laicisti di tutte le estrazioni che stanno sbagliando, che vi è un’alternativa radicata e forte alla loro filosofia caduca. Antonio Guidi, disabile impegnato nella lotta contro barriere e discriminazioni, è stato Ministro per la famiglia nel primo governo Berlusconi, mentre nel secondo governo Berlusconi è stato sottosegretario al Ministero della Salute. Questo sottolinea la serietà della proposta politica del centrodestra a favore dei disabili, serietà che deriva proprio dall’appartenenza a valori diversi da quelli del laicismo materialista. Ogni cittadino italiano che abbia almeno cinquant’anni e che goda dei diritti civili e politici, può essere eletto Presidente della Repubblica; tutte le regioni, compreso la nostra, concorrono con i cosiddetti grandi elettori a nominarlo. Da qui la proposta: perché i Consigli regionali non danno indicazione fin da ora, ai loro grandi elettori, per appoggiare la prossima volta la candidatura di un disabile, anziché il solito Matusalemme di partito? Sergio Santini 8 LUGLIO 2006 Iniziative del Gruppo consiliare in Regione giugno 2006 LACASA DELLE LIBERTÀ Vi elenchiamo qui di seguito le interrogazioni, interpellanze e mozioni che il Gruppo consiliare regionale della Casa delle Libertà ha proposto nel mese di giugno. Una descrizione succinta per ciascuna di esse vi servirà a comprendere l’argomento trattato. Per ulteriori approfondimenti o per eventuali segnalazioni potete contattare il Gruppo consiliare o direttamente i consiglieri proponenti (indicati tra parentesi) presso gli uffici di via Piave 1 ad Aosta, telefonando al numero 0165 273307. Saint-Vincent, lo sviluppo delicato dell’area Ex-Fera (interrogazione, Tibaldi) L’area artigianale situata nel Comune di Saint-Vincent, in prossimità dell’insediamento ex-Fera, si trova in una zona di indubbia rilevanza archeologica e paesaggistica, percorsa dall’antico tracciato romano e caratterizzata dal canale visivo del Mont des Fourches. Il PRG comunale ha destinato l’area alla vocazione produttiva: negli ultimi dieci anni sono stati costruiti alcuni fabbricati e si sono insediate alcune attività artigianali, mentre altre sono in itinere. Non sempre le pur legittime ragioni dell’impresa si sono armonizzate con una doverosa tutela delle bellezze archeologiche presenti nel territorio. Il Comune ha volentieri chiuso un occhio, lasciando a una sovente distratta Sovrintendenza ai beni culturali l’ultima parola sullo sviluppo edificatorio della zona. Con risultati non sempre apprezzabili. Nakan, l’illusione nipponica di Caveri e La Torre (interpellanza, Tibaldi) “Squillate le trombe, rullate i tamburi! Il Sol levante risorgerà a Châtillon.” Per diversi mesi il presidente Caveri e l’assessore La Torre, scavalcando il più prudente commissario straordinario Cassinelli, hanno annunciato su tutti i mass-media locali l’approdo del colosso orientale Nakan nell’agonizzante stabilimento Tecdis. Di più: i loro incontri con il leader nipponico Takashi Odagyma hanno costituito notizia di primo piano, offrendo spazi televisivi e giornalistici di tutto rispetto ai due illusionisti di piazza Deffeyes. Tanto tuonò che… nemmeno piovve. L’asta per la vendita di Tecdis è andata deserta, Nakan non si è nemmeno presentata, Caveri e La Torre hanno tartagliato qualcosa di incomprensibile e i lavoratori sono rimasti a bocca aperta. E tutti in cassaintegrazione. Locali nuovi, ultimati nel 2001, ma vuoti e abbandonati (interrogazione, Frassy) A fine anni ’80 la Regione e il Ministero dei Trasporti concordavano la realizzazione presso l’Arena di Aosta di una struttura mista da adibire a centro tecnico di revisione veicoli e disinfezione carri bestiame. A maggio 2001 i lavori - costati circa € 1.750.000,00 – sono stati ultimati, ma i locali non sono mai stati utilizzati e sono in stato di abbandono, nonostante il Ministero abbia preso in affitto da ormai un anno parte della struttura. Sanità: smascherato il giochino delle finte liste d’attesa corte (interpellanza, Frassy) Non tutte le prestazioni sanitarie rese dall’USL Valle d’Aosta vengono fornite entro il termine massimo dei 90 giorni determinati dall’Assessorato alla sanità. Per evitare l’evidenza di tale disservizio ai cittadini il Centro Unico Prenotazioni rifiutava di determinare la data dell’esame o visita che sforava tale periodo, invitando il cittadino a richiamare in tempi successivi. Di tale comportamento scorretto - vietato espressamente dall’art. 1 c. 282 della finanziaria 2006 - è stato chiesto conto all’Assessore alla Sanità, il quale si è impegnato ad adottare gli opportuni provvedimenti per porvi fine. IRSEE: sarà anche più equo, ma quanta burocrazia! (interrogazione, Tibaldi) Al di là di una condivisa maggiore equità sociale, il meccanismo dell’IRSEE (indicatore regionale della situazione economica equivalente) presenta difficoltà applicative i cui disagi vengono trasferiti sulle spalle dei cittadini. L’ormai decennale e abbondante investimento della Regione nel settore informatico potrebbe evitare l’onerosa ripresentazione di documenti da parte di coloro che richiedono l’accesso a un servizio sociale o socio-educativo. Un collegamento più funzionale tra gli uffici (vista la monumentale macchina telematica impiegata) potrebbe sburocratizzare ulteriormente le procedure e permettere un’archiviazione razionale e protetta dei dati. In luogo della riproduzione continua di documenti, a fronte di situazione reddituali e patrimoniali invariate, sarebbe poi sufficiente richiedere semplici autocertificazioni ai cittadini, le cui eventuali dichiarazioni mendaci sono comunque perseguibili a norma di legge. Piccoli accorgimenti… troppo banali per la nostra complicata P.A. Alla Brambilla di Verrès lavori senza programmazione e ritardi infiniti (interrogazione, Frassy) 14 anni fa il primo progetto, ma per la piena fruibilità a sede scolastica dell’ex cotonificio di Verrès si dovrà attendere ancora. Il primo lotto è ormai ultimato, ma per l’utilizzo della struttura rinnovata si dovrà aspettare l’anno scolastico 2007-2008, in quanto non è ancora stato effettuato l’appalto per gli arredi. Ad oggi, inoltre, non sono neppure ancora stati definiti gli insegnamenti che vi verranno praticati. Il completamento dell’intervento di recupero (auditorium, locali accessori, aree esterne) avverrà soltanto con l’esecuzione dei lavori del secondo lotto per il quale si è ancora in attesa dell’affidamento dello studio di fattibilità! Casinò S.p.A. ripiana altri 200 mila euro di perdite di STV (interpellanza, Tibaldi) Ammontano a 200 mila euro le passività di bilancio di STV ripianate da Casinò S.p.A. nel 2005. La società alla quale è demandata la gestione della Brasserie du Casinò di Saint-Vincent, della Slot Circus, della mensa dei dipendenti e dei bar delle sale da gioco, conta oggi 85 dipendenti. Al puntuale impegno di pagamento di Casinò S.p.A. non sembra corrispondere però un controllo altrettanto accurato sulla gestione di STV, sia sotto il profilo contabile sia sotto quello organizzativo (ospitalità, forniture di beni e servizi, assunzioni di personale, collaborazioni, servizi alla clientela). Una nota dolente già emersa nel famoso dossier Bo, che continua a perpetuarsi nell’indifferenza di molti. Studenti over 26 esclusi dalle agevolazioni tariffarie per i trasporti (interpellanza, Tibaldi) Con un “colpo di mano” legislativo che non ha eguali nelle altre regioni italiane, l’opulenta Vallée esclude gli studenti universitari ultra 26enni dalle agevolazioni tariffarie previste per i trasporti. Una decisione, questa, che sta generando un comprensibile disappunto e un notevole disagio tra coloro che rientrano in questa categoria, i quali hanno recentemente presentato una petizione al presidente della Regione.Abbiamo invitato il presidente a rivedere le posizioni precedentemente assunte (con Legge 31/2005) in senso meno penalizzante rispetto a quello adottato, introducendo criteri meritocratici e/o che tengano conto delle differenze di durata delle diverse facoltà. Ferrovia del Monte Bianco: la fantasia galoppa sui binari (interrogazione, Frassy) Dopo oltre 15 anni di inutili parole, costate parecchi miliardi di vecchie lire in convegni e studi, l’ipotesi del collegamento ferroviario Aosta-Martigny, lascia il passo ad una nuova suggestione la Morgex-Le Fayet. In realtà di concreto non c’è niente; sono solo fantasiose ipotesi che il Presidente della Regione ha regalato all’Assemblea regionale di Confindustria, la quale chiedeva al potere politico maggior realismo nell’affrontare i temi dell’economia e delle infrastrutture. Fantasia per fantasia sarebbe stato sicuramente più apprezzata l’ipotesi di uno Shuttlte a sorvolo del Monte Bianco! IVAT, ennesimo commissariamento (interrogazione, Tibaldi) Il dibattito sul ruolo di questo ente (Istituto valdostano per l’artigianato tipico) è aperto e irrisolto da molto tempo: la scelta tra “tutela” e “sviluppo” e conseguentemente tra artigianato “tipico” e “artistico” non è mai stata definita. Ancora una volta, la Giunta regionale è stata costretta a commissariare l’IVAT, poiché non è stato approvato il bilancio consuntivo 2005 e si è dimessa contestualmente la maggioranza del Consiglio di amministrazione. Non risultano irregolarità contabili, ma - più semplicemente - le strategie non sono unanimemente condivise. La Torre è convinto che sia sufficiente un ulteriore ritocco alla legge regionale 10/1985. Palazzo “CRAL Cogne”: continua l’attesa per una sua rivitalizzazione (interpellanza, Frassy) La posizione è centrale, gli spazi imponenti, ma l’utilizzo è poco più che residuale. Costruito negli anni trenta necessiterebbe di un intervento di ristrutturazione che lo renda più funzionale alle moderne esigenze di utilizzo. Benché vi sia un progetto preliminare del 2004 l’intervento è stato cancellato dal Piano lavori del triennio 2005-2007 per mancanza di fondi! Anziché recuperare e valorizzare il patrimonio edilizio esistente in stato di degrado o di abbandono (limitandosi ad Aosta e dintorni citiamo gli immobili dimessi che hanno ospitato la Centrale del Latte, la Multibox, i Magazzini generali, ecc.) la Regione persegue la politica della costruzione di obbrobri architettonici quali la nuova sede di Finaosta, la nuova sede dell’Assessorato all’Agricoltura e già temiamo per la neo costituita Camera di Commercio. Espresso dal Consiglio Regionale sdegno per la nomina del terrorista D’Elia nell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati (risoluzione, Frassy) Al vertice di Prima Linea - formazione marxista-leninista tra le più sanguinarie degli anni ’70 - condannato a 25 anni di reclusione per concorso nell’omicidio dell’agente di P.S. Fausto Dionisi, D’Elia è stato eletto alla Camera dei Deputati nella lista La Rosa nel Pugno. Il documento approvato dal Consiglio regionale, nell’evidenziare che tale nomina disconosce i fondamentali principi etici e di civile convivenza del popolo italiano, manifesta al Presidente della Camera dei Deputati – On. Bertinotti – l’inopportunità in merito all’affidamento di un simile incarico istituzionale ad un ex terrorista.