Savoia e Vallese promozione a nostre spese Ad Aosta sempre più

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Savoia e Vallese promozione a nostre spese Ad Aosta sempre più
Periodico di informazione valdostana di Forza Italia - anno 7 - numero 7
LUGLIO 2006
Poste Italiane S.p.A - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Aosta
IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE IL DIRITTO FISSO
Economia Nel Piano Salute accolte molte proposte CdL
valdostana Più privato nella sanità valdostana, ma sono ancora troppe le limitazioni. Maggiore
in recessione attenzione alle patologie dell’infanzia, alla prevenzione giovanile e ai malati terminali
A
ll’enorme
capacità
finanziaria della Regione non corrisponde
un’eguale capacità politica
nell’amministrare le risorse.
Anzi, potremmo sostenere
che esiste una proporzionalità
inversa tra questi due fattori,
visti i risultati che stanno
emergendo. L’asfissia dell’economia valdostana si sta drammaticamente manifestando in
molti settori, industria in testa.
E’ un bollettino di guerra, con
Tecdis, Rossignol e Industrie
Plastiche che occupano ormai ogni giorno le pagine dei
giornali.
La stessa Banca d’Italia, notoriamente prudente nello
stilare le relazioni economiche
annuali, sottolinea la difficile
situazione industriale, caratterizzata da “una perdurante
debolezza della domanda
e dell’attività produttiva nel
manifatturiero”. L’economia
valdostana segna il passo: il
2005 ha fatto registrare un
calo del prodotto interno
lordo dello 0,7%, contro un
+1,3% del 2004.
Il settore prevalente resta il terziario, che occupa il 61% della
popolazione attiva e produce
il 78% del valore aggiunto regionale. In questo ambito, nel
2005 le vendite della grande
distribuzione sono aumentate
del 2,3%, soprattutto nei beni
non alimentari, mentre quelle
degli esercizi tradizionali
hanno avuto una contrazione
dello 0,4%. Nei trasporti, l’aumento del 15,6% dei transiti
attraverso il Traforo del Monte
Bianco ha generato un incremento del fatturato registrato
in questo comparto, mentre
di segno opposto è il risultato
delle società di gestione degli
impianti a fune. Segnali contrastanti provengono invece
dal turismo, dove le presenze
sono sostanzialmente invariate rispetto al 2004. L’incerto
quadro congiunturale si è
riflesso in un deterioramento
degli indicatori del mercato
del lavoro.
continua a pagina 2
L
e linee guida della programmazione sanitaria regionale passano
attraverso la definizione del Piano
triennale per la salute, il quale, approvato ai primi di giugno, ha recepito numerosi e qualificanti proposte formulate
dal gruppo consiliare della Casa delle
Libertà, che ne ha pertanto condiviso
l’impostazione di massima.
Il nuovo Piano, abbandonata la filosofia
dirigistica che caratterizzava il precedente
documento
di
programmazione,
riassume principi e orientamenti da
modularsi in corso del triennio in base
all’evoluzione della domanda. Nel
passato, invece, tutto ciò che non era
espressamente codificato non poteva
trovare attuazione, anche se richiesto
dall’evoluzione di nuove situazioni.
Per la prima volta viene varato un
documento non autocelebrativo, bensì
autocritico, ove debolezze e limiti della
sanità valdostana vengono evidenziati
per consentirne il loro superamento.
Contrariamente al passato vengono
individuate sia le risorse finanziarie
da impiegare sia i tempi necessari alla
realizzazione delle varie azioni. Centrale,
inoltre, il ruolo riconosciuto alla famiglia
nel rispetto dei rapporti parentali e con
il netto rifiuto a porcherie tipicamente
“prodiane” quali i “PACS”.
Dario Frassy continua a pagina 7
Savoia e Vallese
promozione a nostre spese
La nostra offerta
turistica langue
e RAI 3 Valle d’Aosta
propone ogni sera
servizi su eventi
e iniziative d’oltralpe
Paga la Presidenza
del Consiglio
dei Ministri, ovvero
i contribuenti italiani,
e alla Regione
interessa solo
che si parli in francese
Assassini
P
SENZA IL NUCLEARE
L’ITALIA RISCHIA
IL COLLASSO
Ad Aosta sempre
più extracomunitari
Enrico Tibaldi
servizio a pagina 2
A
umentano giorno dopo giorno. Regolari o clandestini,
affollano ormai ogni via della città. I residenti non
nascondono il disagio, specie in quelle zone del
capoluogo che sono diventate veri e propri quartieri degli
immigrati. E gli aostani percepiscono l’emergenza. Si pensi, ad
esempio, a via Festaz, dove la presenza straniera è massiccia
anche nel commercio (o in attività similari).
Il Comune di Aosta nicchia o, peggio, affronta l’emergenza in
modo sbagliato. Il Consiglio comunale ha votato, qualche giorno
fa, una mozione di indirizzo per creare addirittura una Consulta
delle cittadine e dei cittadini immigrati extracomunitari, apolidi
Ettore Vierin continua a pagina 6
e dei rifugiati politici.
Anche l’ecologissima
Finlandia avvia
il quinto polo
energetico atomico,
che nel giro
di quattro anni
sarà operativo
Nel nostro Paese
le lobbies del
petrolio e la sinistra
impedirono questa
scelta nel 1987
Guido Podestà
servizio a pagina 3
er noi cittadini comuni
e per coloro che hanno
avuto in famiglia
vittime del terrorismo essi
sono sempre solo degli
assassini. Il sangue che scorre
ingiustamente non si può in
alcun modo giustificare con
cause nobili e surrogarne
l’inutile spargimento con
miscugli e alchimie di vecchie,
agghiaccianti e diaboliche
astrazioni filosofiche.
Che qualcuno di loro
abbia
“apparentemente”
pagato secondo le regole
dello Stato, redimendosi e
riacquistando i diritti per
sempre purtroppo negati
alle sue vittime, non toglie
nulla all’orrore di quanto
questi criminali hanno
perpetrato ed alla insana
folle pulsione che li ha portati
ad uccidere o ad ordinare di
uccidere servitori dello Stato
e semplici cittadini. Niente di
diverso fra i boss e le cosche
della malavita organizzata
che hanno ammazzato ed
ammazzano per il controllo
del territorio e questi
elementi che oggi, ricevono
le “grazie”, la comprensione,
se non i complimenti espliciti
dalle più alte cariche dello
Stato.
Giorgio Bongiorno
continua a pagina 2
2
LUGLIO
Savoia e Vallese
promozione a nostre spese
I
l gracile mercato turistico della montagna,
surclassato dal mare e dalle mete straniere, fatica
ogni anno sempre di più a mantenere presenze
e arrivi: solo sette turisti su cento scelgono
questa destinazione. E così gli
operatori economici valdostani
si trovano a competere sia con il
cosiddetto mercato globale, che vede
numerose terre esotiche decisamente
più attraenti e convenienti rispetto
alle altrettanto attraenti ma meno
convenienti località nostrane, sia
con il mercato di prossimità, dove
l’offerta valligiana si misura con
quella lombarda, altoatesina,
piemontese, vallese e savoiarda.
Prezzi più bassi, servizi di
qualità, interessi culturali e
alternative per lo svago e per
il tempo libero sono i fattori
principali che convincono un
turista a indirizzarsi in un luogo
piuttosto che in un altro. Il tutto
condito con una buona dose di
marketing e comunicazione, per
persuadere la clientela a fare
rotta verso le mete prescelte.
Savoia e Vallese hanno, sotto
questo profilo, uno straordinario
vantaggio rispetto alla Valle
d’Aosta, poiché dispongono
di un formidabile mezzo di
promozione turistica e culturale
nella nostra regione. E’ lo
schermo di RAI 3 che, attraverso
il telegiornale regionale e i
programmi serali, ci propone
quotidianamente
servizi
filmati sulle iniziative e sulle bellezze d’oltralpe.
Alla descrizione accurata di eventi e proposte che
si susseguono nella regione svizzera o in quella
francese, assistiamo spesso - nell’ambito dello
stesso notiziario - al piagnisteo di amministratori
e albergatori valdostani che lamentano la crisi del
settore e la debolezza della nostra offerta.
Forse non tutti loro sanno che una Convenzione,
stipulata l’11 giugno del 1997 tra la Presidenza del
Consiglio dei Ministri (il premier era Prodi, ndr) e la
RAI, prevede che la televisione pubblica produca
e diffonda trasmissioni televisive e radiofoniche
in lingua francese nel territorio valdostano per
un numero minimo di ore (110 in radio e 78 in tv)
annue. Il tutto per il modesto (si fa per dire)
corrispettivo di 3,8 miliardi di lire oltre
all’IVA: la cifra si riferisce all’anno
di stipulazione dell’accordo, e in
questo decennio ha subito un
vigoroso incremento.
Un recente monitoraggio effettuato dal
Corecom della Valle d’Aosta insieme
all’Osservatorio di Pavia tra novembre
2004 e novembre 2005 ha rilevato
che, quanto a riferimento territoriale
e di interessi, la centralità della Valle
d’Aosta si riduce significativamente
nella programmazione francofona,
lasciando spazio ad avvenimenti
e problematiche che hanno
soprattutto in Francia il loro
centro di gravità. Per fare ciò
RAI 3 “importa” - in quantità
consistente - servizi e programmi
da fonti di produzione francesi e
li replica nel corso dei notiziari.
Beati gli operatori transalpini!
Lo Stato Italiano paga fior di
soldoni alla RAI per diffondere
in Valle d’Aosta ciò che i nostri
concorrenti propongono nelle
regioni limitrofe. Rispettiamo
la sublime cultura dei “cugini”
francofoni, sopportiamo la loro
lingua (sovente incomprensibile)
che ci viene propinata dal
piccolo schermo, ma non
possiamo tollerare che Savoia e
Vallese continuino a beneficiare
di promozione a nostre spese.
Peraltro non esiste alcuna convenzione analoga
tra il Governo francese (o quello svizzero) e la
loro tv nazionale avente per scopo la promozione
massiccia dei nostri prodotti tipici, delle nostre
bellezze naturali e delle nostre iniziative culturali…
generosamente pagata dai contribuenti di questi
Paesi.
La Regione Valle d’Aosta, che dovrebbe fornire pareri
e osservazioni sull’applicazione della Convenzione,
tace. L’importante è che si parli in francese, almeno
nella tv regionale. Gli operatori valdostani possono
attendere.
Enrico Tibaldi
L’offerta turistica
valdostana langue
e RAI 3 propone ogni
sera servizi su eventi
e iniziative d’oltralpe
Paga la Presidenza
del Consiglio
dei Ministri, ovvero
i contribuenti italiani,
e alla Regione
interessa solo
che si parli in francese
segue dalla prima pagina
É ora di finirla, crediamo, con queste
terribili teorie (degne solo dei momenti
più oscuri della nostra storia) dei salotti
comunisteggianti, di intellettualoidi
squallidamente incoerenti secondo
cui il fine (quale fine? Quello
dell’uguaglianza?) in qualche modo
giustifica i mezzi atrocemente consueti
alle compagini terroristiche.
Non c’erano le condizioni negli anni
settanta ed ottanta e tanto meno
oggi per giustificare i vari “eroi” del
terrorismo, per capire o cercare di
condividere i loro deliranti e criminali
Assassini
teoremi ed in qualche
modo motivare i
gravissimi reati di cui si sono macchiati.
I soliti noti, quegli stessi che si dicono
autentici garanti della Costituzione e che
firmano gli appelli per la conservazione
più retrograda , argomentano forse
che Brigate Rosse, Prima Linea, Lotta
Continua, Reparti Comunisti d’Attacco,
Unità
Comuniste
Combattenti,
Proletari Armati per il Comunismo,
Nuclei Armati Proletari, ecc. erano o
sono fondamentalmente diverse dalla
Camorra napoletana, dalla Sacra Corona
2006
NOTA BANKITALIA 2005
Economia valdostana
in recessione
segue dalla prima pagina
Le difficoltà si riscontrano immediatamente
nel livello di disoccupazione, cresciuto al
3,2% nel 2005, e nei prestiti alle imprese
manifatturiere, che continuano a calare
(dal 3,3% nel 2004 al 2,5% nel 2005) e
che interessano soprattutto le aziende di
maggiori dimensioni.
Solamente due settori dell’economia si sono
salvati nel 2005: l’energia e le costruzioni.
La Valle d’Aosta, che fornisce il 6,5%
dell’energia idroelettrica nazionale e l’1%
di quella complessiva,
è la regione italiana
con la più elevata
specializzazione
nel
comparto: protagonista
è
CVA,
società
partecipata regionale
che, secondo le stime,
arriverà a fatturare
oltre 460 milioni di
euro nel 2006. Nella
nostra regione, inoltre,
il
mercato
libero
dell’energia
elettrica
risulta più utilizzato rispetto al resto d’Italia:
nel 2003, infatti, la quota di elettricità
acquistata su tale mercato era pari al 54,1%,
contro il 37,7% nella media nazionale.
Vigoroso è risultato anche il settore delle
costruzioni e, in particolare, il comparto
privato residenziale: il valore della
produzione è cresciuto del 14,6% rispetto
all’anno precedente, con effetti positivi
anche sul piano occupazionale. Dalle
rilevazioni della Cassa edile emerge infatti
che il monte salari è cresciuto del 2,7% nei
dodici mesi precedenti il settembre 2005.
Il “boom edilizio” si evince anche dal numero
di domande di detrazione per le spese di
ristrutturazione edilizia, che già nel 2004
aveva conosciuto una forte crescita (26,8%)
e che nel 2005 è ulteriormente aumentata
(+0,9%), oltre che dal numero di transazioni
(+1,8% nel 2005). Calano invece leggermente
le quotazioni degli immobili: i prezzi delle
nuove abitazioni nel Comune di Aosta sono
diminuiti dell’1%, invertendo la tendenza
registrata l’anno precedente (+4%).
Unita pugliese, dalla
mafia siciliana, dalla
n’drangheta calabrese e dall’Anonima
sarda: noi diciamo invece a chiare lettere
che non c’è alcuna differenza fra chi
uccide per il controllo del territorio e chi
semina morte, desolazione e terrore per
l’improbabile, orribile quanto pernicioso
controllo delle menti e delle coscienze.
Questo governo, attraverso atti
istituzionali e poco accorte dichiarazioni
dei suoi membri ha purtroppo già
dato segnali allarmanti. Non vogliamo
strumentalizzare le pagine più turpi
PIL in calo
dello 0,7% e
disoccupazione
in aumento
Si salvano
solo energia
e costruzioni
della nostra recente storia repubblicana
e ci inchiniamo insieme con profondo
rispetto e rabbia alla memoria delle
ormai troppo numerose vittime del
terrorismo.
Noi siamo e saremo sempre dalla
parte di Bruno Berardi, Presidente
dell’Associazione Vittime del Terrorismo
e ribadiamo insieme a lui e con tutta
la forza che abbiamo in corpo: “Lo
Stato (questo Stato già più volte e
inspiegabilmente generoso con i
terroristi) ci ha umiliati”.
Giorgio Bongiorno
LUGLIO
2006
3
SENZA IL NUCLEARE L’ITALIA RISCHIA IL COLLASSO
S
Periodico d’informazione
valdostana di Forza Italia
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Sede regionale
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e pensiamo all’incremento che dal ’99 ad
oggi ha avuto il costo
di un barile di petrolio, piuttosto che all’importazione
legata al gas, vediamo che è
sicuramente un qualcosa di
straordinariamente pesante
per la nostra economia. Non
è un caso, da questo punto di
vista, che se valutiamo quella
che è la scala di competitività
dei paesi del mondo, noi abbiamo una situazione sempre
più difficile, nonostante gli
interventi strutturali che il governo Berlusconi ha avuto la
capacità, la forza e il coraggio
di affrontare in un momento
nel quale l’economia generale europea era tutt’altro che
fiorente.
Questo è anche dovuto, in
grandissima misura, proprio
al peso del costo dell’energia.
Io credo che il primo aspetto,
quello
assolutamente
strategico, sia la sicurezza
degli
approvvigionamenti
e insieme l’autosufficienza.
Abbiamo visto come sotto
Natale sia bastato un braccio
di ferro tra Kiev e Mosca, per
crearci problemi, braccio
di ferro che si ripeterà, non
pensiamo che la questione
sia risolta, perché è strutturale
nell’insieme di problematiche
che legano questi due paesi.
Se leggiamo il fatto da un
punto di vista più ampio,
geostrategico, è evidente
che l’Ucraina, che tende a
staccarsi dalla Comunità degli
Stati Indipendenti, in qualche
modo ad affrancarsi, si ritrova
e si ritroverà in una situazione
di confronto dialettico molto
forte con la Russia e con la
stessa Comunità degli Stati
Indipendenti. Per contro vi è
una spinta forte a creare un
gasdotto cosiddetto “baltico”,
per arrivare direttamente
dalla Russia sulla Germania e
quindi bypassare quello che
è oggi il passaggio, diciamo
obbligato, per l’80% delle
forniture di gas. La lettura
complessiva per il nostro
Paese è che, avendo noi fatto
una scelta antinucleare, ci
ritroviamo esposti in maniera
grandissima rispetto al rischio
di non autosufficienza. E
questo non vuol dire un
grado di calore in meno
nelle case, non vuol dire due
gradi in meno nelle case!
Se noi consideriamo che in
questo momento vi sono
due miliardi, tre miliardi
di persone nel mondo
che escono da una fase di
sottosviluppo e si avviano
ad una fase postindustriale,
con una velocità di crescita
che è a dir poco straordinaria,
(parlo naturalmente di Cina,
di India, di tutte le altre realtà
del lontano oriente, ma anche
della realtà del Brasile ecc…)
è evidente che avranno
una richiesta esponenziale
di energia. E’ pure
evidente che le leggi
di mercato, al di là
dei buoni rapporti, di
ciò che al G8 è stato
detto, di ciò che alla
riunione straordinaria
del Consiglio europeo
è stato detto, le leggi
di mercato dicevo,
prevarranno e quindi
vi sarà una richiesta di
energia straordinariamente
rilevante rispetto all’oggi,
perché questi miliardi di
persone vorranno essere
riscaldati nelle loro case,
vorranno il condizionamento
e soprattutto dal punto di
vista economico produttivo
generale, assorbiranno molto
di più di quello che oggi è
immaginabile che assorbano.
Un Paese come il nostro,
che fece una scelta di tipo
ideologico, e non saprei dire
quanto le lobby del petrolio
abbiano giocato su questo,
un Paese come il nostro oggi
corre un grandissimo rischio:
quello di fermare l’economia
del Paese; e se ce lo diciamo,
forse non facciamo male.
E chi insiste dal punto di
vista del problema di lettura
ambientale, ignora che non
vi è probabilmente fonte di
energia altrettanto valida da
tale punto di vista, tant’è che
la Finlandia, paese che ha
una sensibilità ambientale
sicuramente
riconosciuta,
quest’anno ha deciso di
dare il via al quinto polo di
produzione nucleare che
nel giro di quattro anni
sarà operativo, in tempi
quindi leciti e rapportabili
alle
esigenze.
Riavviare
quelle centrali che noi
abbiamo
implicherebbe
meno di quattro anni e oggi
disporremmo di tecnologie
assolutamente avanzate da
punto di vista della sicurezza.
Peraltro importiamo da
una cinquantina di centrali
nucleari
francesi,
poste
appena al di là delle Alpi, gran
parte della nostra energia
e siamo comunque esposti
a rischi, oltre a tutto senza
avere neanche la possibilità
di controllarli direttamente.
Credo che sia giusto ragionare
dal punto di vista di evitare
gli sprechi, sicuramente dal
punto di vista delle energie
rinnovabili, quindi l’eolica
piuttosto che ciò che attiene
la combustione di biomasse
o quant’altro; ma io credo
che non possiamo chiudere
gli occhi. E’ vero che ci
aspettiamo dall’Europa una
risposta, ma è una “fintio”:
perché
l’Europa
detta
degli obiettivi, ma lascia,
nel rispetto del principio
di sussidiarietà, che ogni
paese individui la propria
via. Il Consiglio europeo
del 25 marzo ha approvato
l’orientamento generale del
Libro Verde sulla politica
energetica che delinea in che
modo una politica energetica
europea potrebbe conseguire
tre obiettivi fondamentali:
sviluppo
sostenibile,
competitività e sicurezza
dell’approvvigionamento.
Ma, per i deputati, il Libro
Verde non tratta di settori
fondamentali che dipendono
in ampia misura da fonti
di energia importate, in
particolare i trasporti e
l’aviazione e chiedono alla
Commissione di reagire ai
recenti inviti riguardanti una
politica energetica comune.
Il Parlamento ha sottolineato
che “un elemento essenziale”
della politica energetica
comune dovrebbe consistere
in una “solidarietà rafforzata
tra gli Stati membri in caso
di difficoltà correlate alla
sicurezza
dell’approvvigi
onamento”; ma conosco
le maggioranze presenti
al PE e devo dire che la
demagogia, forse prevale
rispetto al realismo. Vorrei
essere più crudo: gli interessi
nazionali prevalgono rispetto
a quello che è un interesse
più generale e ad esempio
mi chiedo perché i nostri
amici francesi che hanno
tanto beneficio nel venderci
il kilowatt, dovrebbero in
qualche modo spingerci a
sviluppare una produzione
nucleare nostra, senza dover
più comprare la loro, non
ne vedo la ragione! Ricordo
che nel momento
in cui vi è una crisi,
chiudere il rubinetto è
relativamente facile, ed è
umano. E’ assolutamente
comprensibile. Quando
la
temperatura
a
Mosca scende sotto ai
–30°C, io capisco che
vi sia inevitabilmente
una
riduzione
di
esportazione.
Se
adesso pensiamo a ciò che
da Pechino, da Delhi vi
sarà di grande crescita di
domanda di energia, forse
ci rendiamo conto che la via
è obbligata. Ed è obbligata
con la responsabilità che
deve esserci, in una forza
politica, chi ha il coraggio
di operare delle scelte, di
proporre al paese delle scelte
e di dire le ragioni per le
quali queste scelte le porta
avanti. Se si vuol sopravvivere
bisogna trovare una risposta,
che sia una risposta di
autosufficienza. Sicuramente
c’è il problema degli sprechi,
sono circa 1⁄4 di quello che è il
consumo generale di energia;
sicuramente, laddove sia
possibile, si impone lo
sviluppo di fonti alternative,
ma bisogna avere il coraggio
di dire che l’Italia rischierebbe
l’asfissia nel momento in
cui non andasse ad operare
nel prossimo quinquennio
una scelta fondamentale:
quella di riavviare le sue
centrali nucleari. Già negli
anni ottanta non vi era
confronto fra la sicurezza
delle centrali “occidentali” e
quelle russe. Purtroppo sono
ancora attive molte di queste
ultime! Ma in Italia il nucleare
è stato demonizzato e la
demonizzazione del nucleare
è stata usata per campagne
politiche.
Guido Podestà
europarlamentare
Forza Italia-PPE
4
LUGLIO
DOPO IL REFERENDUM
IN CINQUE COMUNI HANNO VINTO I SI
Comuni
l risultato è comunque soddisfacente se si pensa che nella nostra regione tutti
– partiti e associazioni – erano schierati per il NO, ad eccezione della Casa delle
Libertà. Quasi diciottomila valdostani hanno confermato la riforma istituzionale
votata dal Parlamento e in cinque comuni (Ayas, Courmayeur, La Thuile, Valtournenche
e Pré-Saint-Didier) ha trionfato il SI.
Lo sottolineano i segretari regionali Alberto Zucchi (AN), Nicola Negroni (LN) e Piero
Vicquery (UDC), sostenendo che “la percentuale del 36% a favore del SI rappresenta
un elemento di ottimismo per il futuro, in funzione della volontà di molti valdostani
di ragionare sui contenuti” e ringraziando “tutti gli elettori che, con il proprio voto,
hanno manifestato una volontà di cambiamento che difficilmente potrà avvenire con
le attuali maggioranze nazionali e regionali”.
Riforma dello Statuto,
tra necessità e improvvisazione
I
al Consiglio regionale, individuati con
criteri poco comprensibili, che vedono
presenti alcuni settori sociali e professionali
ed esclusi altri. Contraddittorio, infine, è
il riferimento dei promotori alle “riforme
costituzionali degli ultimi anni Italia” - tutte
avversate dall’Union Valdotaine – quale
elemento propulsivo alla “Convenzione”.
Il fallimento dei precedenti tentativi
di riforma statutaria sono sicuramente
imputabili all’assenza di una comune
visione interna all’U.V., partito – sino a
ieri – di maggioranza assoluta, che non
ha saputo porsi né quale autorevole
interlocutore, né quale mediatore delle
posizioni espresse dalle altre forze
politiche. L’auspicio è che sulla riforma
dello Statuto valdostano si possa quanto
prima avviare un serio, meditato e pacato
confronto politico e culturale al di fuori
dalla demagogia e della propaganda fine
a se stessa. Il nuovo tentativo del duo
Caveri-Perron da questo punto di vista
nasce già vecchio e rischia di ripercorre
fallimentari percorsi calati e imposti
dall’alto per la fatale confusione tra
l’inutile e dannosa autoritarietà rispetto
all’inutilmente invocata autorevolezza!
Dario Frassy
DESIDERO RICEVERE GRATUITAMENTE IL VOSTRO PERIODICO
VI PREGO DI INVIARLO A QUESTO INDIRIZZO
nome e cognome
38 sezioni su 38
15.049
comune
Nulle
Bianche
ALLEIN
91
ANTEY-SAINT-ANDRE’
249
ARNAD
453
ARVIER
318
AVISE
130
AYAS
488
AYMAVILLES
756
BARD
77
BIONAZ
89
BRISSOGNE
405
BRUSSON
303
CHALLAND-ST-ANSELME
305
CHALLAND-ST-VICTOR
226
CHAMBAVE
440
CHAMOIS
45
CHAMPDEPRAZ
253
CHAMPORCHER
186
CHARVENSOD
963
CHATILLON
COGNE
2.077
595
COURMAYEUR
1.115
DONNAS
1.155
DOUES
160
EMARESE
87
ETROUBLES
161
FENIS
648
FONTAINEMORE
159
GABY
259
GIGNOD
453
GRESSAN
1.241
GRESSONEY-LA-TRINITE’
165
GRESSONEY-ST-JEAN
342
HONE
502
INTROD
236
ISSIME
177
ISSOGNE
572
provincia
compila, ritaglia e spedisci il presente tagliando in busta chiusa a FORZA ITALIA via Gramsci, 2 - 11100 Aosta
5.045
9.85
93
61
33.87%
66.13%
0.62%
0.41%
altri Comuni
via, piazza, frazione, località
cap
NO
AOSTA
Un valdostano su tre
favorevole alla riforma
I
l fallimento di ben due Commissioni
Speciali, costituite d’imperio da UV e
DS nelle precedenti legislature, con
il mandato di modificare e attualizzare
lo Statuto di autonomia valdostano non
è servito come lezione né al Presidente
della Regione Caveri, né al Presidente
del Consiglio Perron, i quali in perfetta
solitudine e senza alcun confronto
preliminare hanno formalizzato un nuovo
e fantasioso percorso di riforma.
Con la solita promozione mediatica,
che spesso è anticipatrice del niente,
hanno annunciata la costituzione della
“Convenzione”, nome pomposo che è
sinonimo della più umile Assemblea.
E’ alquanto deprecabile che su un
argomento delicato, importante e comune
a tutti i valdostani le due figure istituzionali
più importanti della Regione scavalchino
gli stessi organi istituzionali di cui sono i
rappresentanti. Completamente all’oscuro
ed esautorata la 1^ Commissione Istituzioni
e Autonomia, competente per materia,
assolutamente ignorati i gruppi consiliari,
nonostante la “Convenzione” preveda la
partecipazione dei loro capigruppo.
Discutibile e riduttivo è, inoltre, il criterio
adottato nel coinvolgere i soggetti esterni
SI
Votanti
2006
22
68
1
0
24.44%
75.56%
1.10%
0.00%
111
127
8
3
46.64%
53.36%
3.21%
1.20%
142
301
2
8
32.05%
67.95%
0.44%
1.77%
101
215
2
0
31.96%
68.04%
0.63%
0.00%
31
97
1
1
24.22%
75.78%
0.77%
0.77%
304
180
1
3
62.81%
37.19%
0.20%
0.61%
232
516
4
4
31.02%
68.98%
0.53%
0.53%
18
56
0
3
24.32%
75.68%
0.00%
3.90%
29
58
1
1
33.33%
66.67%
1.12%
1.12%
119
282
1
3
29.68%
70.32%
0.25%
0.74%
131
171
1
0
43.38%
56.62%
0.33%
0.00%
142
157
1
5
47.49%
52.51%
0.33%
1.64%
84
139
1
2
37.67%
62.33%
0.44%
0.88%
106
330
0
4
24.31%
75.69%
0.00%
0.91%
16
28
0
1
36.36%
63.64%
0.00%
2.22%
86
157
3
7
35.39%
64.61%
1.19%
2.77%
67
119
0
0
36.02%
63.98%
0.00%
0.00%
305
649
3
6
31.97%
68.03%
0.31%
0.62%
824
1.223
19
11
40.25%
59.75%
0.91%
0.53%
222
361
7
5
38.08%
61.92%
1.18%
0.84%
631
473
9
2
57.16%
42.84%
0.81%
0.18%
342
796
7
10
30.05%
69.95%
0.61%
0.87%
42
115
0
3
26.75%
73.25%
0.00%
1.88%
32
53
0
2
37.65%
62.35%
0.00%
2.30%
56
98
3
4
36.36%
63.64%
1.86%
2.48%
146
485
6
11
23.14%
76.86%
0.93%
1.70%
39
117
2
1
25.00%
75.00%
1.26%
0.63%
123
135
0
1
47.67%
52.33%
0.00%
0.39%
140
310
3
0
31.11%
68.89%
0.66%
0.00%
414
818
2
7
33.60%
66.40%
0.16%
0.56%
71
92
0
2
43.56%
56.44%
0.00%
1.21%
140
202
0
0
40.94%
59.06%
0.00%
0.00%
143
350
3
6
29.01%
70.99%
0.60%
1.20%
53
182
0
1
22.55%
77.45%
0.00%
0.42%
73
99
2
3
42.44%
57.56%
1.13%
1.69%
114
445
7
6
20.39%
79.61%
1.22%
1.05%
LUGLIO
2006
Comuni
JOVENCAN
5
Votanti
256
LA MAGDELEINE
43
LA SALLE
650
LA THUILE
322
LILLIANES
200
MONTJOVET
670
MORGEX
NUS
691
1.065
OLLOMONT
61
OYACE
87
PERLOZ
208
POLLEIN
544
PONTBOSET
84
PONTEY
PONT-SAINT-MARTIN
PRE’-SAINT-DIDIER
QUART
289
1.805
331
1.285
RHEMES-NOTRE-DAME
57
RHEMES-SAINT-GEORGES
101
ROISAN
353
SAINT-CHRISTOPHE
1.339
SAINT-DENIS
151
SAINT-MARCEL
555
SAINT-NICOLAS
126
SAINT-OYEN
94
SAINT-PIERRE
1.067
SAINT-RHEMY-EN-BOSSES
119
SAINT-VINCENT
1.948
SARRE
1.921
TORGNON
196
VALGRISENCHE
94
VALPELLINE
255
VALSAVARENCHE
71
VALTOURNENCHE
811
VERRAYES
485
VERRES
VILLENEUVE
1.126
432
Votanti
VALLE D’AOSTA
50.822
SI
NO
Nulle
Bianche
61
192
1
2
24.11%
75.89%
0.39%
0.78%
16
26
0
1
38.10%
61.90%
0.00%
2.33%
240
404
4
2
37.27%
62.73%
0.62%
0.31%
189
125
3
5
60.19%
39.81%
0.93%
1.55%
80
116
4
0
40.82%
59.18%
2.00%
0.00%
235
432
2
1
35.23%
64.77%
0.30%
0.15%
266
421
2
2
38.72%
61.28%
0.29%
0.29%
351
693
13
8
33.62%
66.38%
1.22%
0.75%
19
42
0
0
31.15%
68.85%
0.00%
0.00%
23
59
2
3
28.05%
71.95%
2.30%
3.45%
65
140
1
2
31.71%
68.29%
0.48%
0.96%
225
313
4
2
41.82%
58.18%
0.74%
0.37%
24
57
2
1
29.63%
70.37%
2.38%
1.19%
79
208
1
1
27.53%
72.47%
0.35%
0.35%
618
1.161
15
11
34.74%
65.26%
0.83%
0.61%
186
143
1
1
56.53%
43.47%
0.30%
0.30%
470
800
6
9
37.01%
62.99%
0.47%
0.70%
3
54
0
0
5.26%
94.74%
0.00%
0.00%
9
88
1
3
9.28%
90.72%
0.99%
2.97%
122
226
0
5
35.06%
64.94%
0.00%
1.42%
415
908
8
8
31.37%
68.63%
0.60%
0.60%
55
94
2
0
36.91%
63.09%
1.32%
0.00%
101
447
4
3
18.43%
81.57%
0.72%
0.54%
38
86
1
1
30.65%
69.35%
0.79%
0.79%
25
69
0
0
26.60%
73.40%
0.00%
0.00%
341
710
4
12
32.45%
67.55%
0.37%
1.12%
53
65
1
0
44.92%
55.08%
0.84%
0.00%
879
1.049
12
8
45.59%
54.41%
0.62%
0.41%
690
1.214
10
7
36.24%
63.76%
0.52%
0.36%
80
112
1
3
41.67%
58.33%
0.51%
1.53%
34
59
0
1
36.56%
63.44%
0.00%
1.06%
66
189
0
0
25.88%
74.12%
0.00%
0.00%
28
40
1
2
41.18%
58.82%
1.41%
2.82%
428
372
5
6
53.50%
46.50%
0.62%
0.74%
143
319
13
10
30.95%
69.05%
2.68%
2.06%
435
672
11
8
39.30%
60.70%
0.98%
0.71%
126
302
2
2
29.44%
70.56%
0.46%
0.46%
SI
NO
Nulle
Bianche
17.914
32.261
330
317
35.70%
64.30%
0.65%
0.62%
DOPO IL REFERENDUM
LA VALLE D’AOSTA RINUNCIA A UNO STATUTO PIU FORTE
Bocciata l’intesa,
si ricomincia. Dall’intesa
S
ei italiani su dieci non hanno confermato
la riforma costituzionale (impropriamente
e strumentalmente definita devolution)
approvata nel novembre scorso dal Parlamento.
Peccato, un’occasione perduta, che poteva dare
maggiore efficienza al funzionamento delle
istituzioni italiane e riconosceva altresì alla Valle
d’Aosta il fondamentale principio dell’intesa
nell’ipotesi di modifica del nostro statuto.
Solamente la Lombardia e il Veneto hanno
promosso la riforma. Sono proprio le regioni
che costituiscono il traino dell’Italia e che
insieme producono un terzo
del prodotto nazionale lordo a
invocare maggiore autonomia
dallo Stato e a guardare
sempre più attentamente a
quelle regioni “speciali” che
possono permettersi livelli
di autogoverno più ampi e
riparti fiscali molto più redditizi.
Il loro sguardo è rivolto a
realtà particolari come quella
valdostana o quella trentina,
che già hanno sperimentato
e consolidato un modello
autonomista che ben potrebbe
essere “esportato” anche nel resto della
penisola. Le istanze federaliste sono sempre più
diffuse e più intense, e riguardano anche altri
paesi europei con forti identità culturali come
le Fiandre o la Catalogna, dove vigono margini
più elevati di autonomia, non solo legislativa e
amministrativa ma soprattutto finanziaria.
I vantaggi del modello valdostano (o di quello
trentino), che riserva alla Regione (o alla
Provincia autonoma) i nove decimi di tutte
le imposte erariali riscosse sul territorio, non
passano inosservati. Se la Lombardia e il Veneto
beneficiassero degli stessi criteri di ripartizione,
godrebbero di un surplus finanziario annuo di
55 miliardi di euro, anche se esse si accollassero
le spese di quelle competenze (trasporti, sanità
e scuola, in primis) che oggi sono a carico del
bilancio statale (la cifra stimata ammonta a
poco più di 21 miliardi di euro). Le elaborazioni
numeriche sono opera di esperti de Il Sole 24
Ore su dati ufficiali dell’Isae, della Ragioneria
generale dello Stato e dell’Istat.
Alle lungimiranti e comprensibili ambizioni
autonomistiche dei presidenti Formigoni e
Galan, largamente condivise nei rispettivi
emicicli regionali (anche da una parte
significativa del centro-sinistra), fanno eco
i comportamenti miopi e scomposti di
Caveri, Nicco e Perrin. I tre massimi esponenti
della politica valdostana cordialmente avversari, ma
appartenenti allo stesso ceppo
di pensiero - sono convinti che
certe prerogative siano esclusive
e perpetue. Una congettura
presuntuosa e anacronistica,
che li ha visti infelici protagonisti
nell’avversione alla riforma
costituzionale. Quella riforma
che conteneva in sé il principio
dell’intesa, un solido rapporto
pattizio tra lo Stato e la Regione
finalizzato a evitare modifiche
unilaterali - e magari sgradite
- del nostro Statuto. Un principio invocato a
più riprese da tutti i parlamentari valdostani
che si sono succeduti a Roma (compreso
Caveri, sic), ma che alla fine è stato considerato
e codificato in legge solo dalla maggioranza
di centrodestra. Piuttosto che riconoscere il
merito a Berlusconi, i tre tafazzi nostrani si sono
messi di traverso, impedendo alla Valle d’Aosta
di conseguire un altro importante traguardo
istituzionale. Conclusa l’esultanza del 26 giugno
per la vittoria dei no, devono ora porre rimedio
al loro folle quanto nocivo disegno. E bussano
alla porta del sonnolento Prodi perché si
(ri)facciano le riforme. Ripartendo da dove?
Dall’intesa, naturalmente, secondo uno schema
identico a quello appena cassato.
Caveri, Nicco
e Perrin prima
si oppongono
alla riforma
del centrodestra,
poi implorano
il centrosinistra
di adottare uno
schema identico
Enrico Tibaldi
CONTROLUCE
LUCE
San Romano e la terza settimana
Il primo brodino rancido che ci propina il Governo Prodi è stato
impropriamente definito “liberalizzazioni”. Ma di liberale non c’è
nulla in quelle norme che distruggono il ceto medio, castigando
tassisti e panificatori, che proletarizzano la professione forense e che
costringono i piccoli commercianti a comunicare settimanalmente
i propri corrispettivi al Fisco. Comprensibili e condivisibili le reazioni delle
categorie vessate, anche se i loro scioperi sono stati subito bollati come
illegittimi da chi siede a Palazzo Chigi. Si, avete capito bene, quegli stessi
personaggi che agitavano le piazze contro il Governo Berlusconi, ora diffidano i
lavoratori (autonomi) dal fare la stessa cosa.
Dal Governo Prodi attendevamo però provvedimenti prioritari di tutt’altra
natura, come quello dell’aumento delle pensioni o dell’integrazione salariale
a quelle famiglie che non arrivavano (fino a quando c’era Berlusconi) alla terza
settimana. Ora quelle famiglie povere sono improvvisamente sparite. Che San
Romano abbia già fatto il miracolo?
6
LUGLIO
2006
Roberto Arnoldi ad Aosta
Molti aostani hanno apprezzato la visita del fondatore
della Casa del Consumatore, noto personaggio televisivo
informato
Togliete le targhe alterne
Inutili per l’ambiente e gravose per i cittadini
L
’imposizione della circolazione a targhe alterne
non serve a nulla se non a limitare la libertà di
movimento dei valdostani. I risultati del blocco
delle auto sulla qualità dell’aria non sono significativi,
come sostiene invece l’assessore comunale
all’ambiente. Il Comune di Aosta è però intenzionato
a riproporre, anche per il prossimo autunno-inverno,
il provvedimento di blocco della circolazione pur
essendo a conoscenza della sua inutilità dimostrata
dai dati sulla qualità dell’aria divulgati dall’Arpa.
In realtà lo scopo occulto dell’amministrazione
comunale è esplicitato a pagina 1 (ultime tre righe)
dell’ordinanza n° 69/2005 ove si legge che il Comune
“ritiene opportuno istituire, in via sperimentale, la
circolazione dei veicoli a targhe alterne nei giorni
di mercoledì 2, 9 e 16 marzo 2005 sul territorio
comunale ad eccezione di alcune vie”. Le esigenze
di prevenzione degli inquinamenti – che sono le
sole a giustificare un’ordinanza di limitazione della
circolazione stradale – si sono dunque trasformate
“nell’opportunità di istituire in via sperimentale la
circolazione dei veicoli a targhe alterne”. Ciò rende
l’ordinanza illegittima e nulla in quanto lo scopo
che si propone l’amministrazione comunale non è
quello della tutela della salute dei cittadini bensì
quello di verificare gli effetti della limitazione della
circolazione sulla viabilità del capoluogo. Ma se le
cose stanno così il Comune deve avere il coraggio di
dire apertamente ai cittadini (e ai commercianti) che
vuole un centro senza auto senza usare i “mezzucci”
sopra svelati.
Per tale motivo La Casa del Consumatore intende
promuovere la formazione di un comitato di cittadini
che abbia la forza di rivolgersi al TAR per annullare
un provvedimento inutile, dannoso e fortemente
limitativo della libertà individuale. Il Comune farebbe
bene inoltre, in via di autotutela, a rimborsare i molti
cittadini, ignari del provvedimento di blocco della
circolazione, ingiustamente multati. Il giudice di pace
Liborio Pascale nella sentenza n. 508 pronunciata a
seguito di un ricorso di un cittadino ingiustamente
multato, nell’annullare la multa inflitta, attesta che
“si rileva la mancanza nel percorso da lui seguito
di cartelli segnalanti la disciplina a targhe alterne
di cui all’ordinanza del Sindaco di Aosta n. 69/05;
significativa al riguardo è la nota del 22.08.2005
del funzionario comunale che conferma che
all’intersezione tra via Binel e Corso Lancieri non
era stata posizionata la segnaletica” informativa.
Nel contenzioso sopradescritto è quindi emerso che
il Comune di Aosta non ha mai adottato un piano
per la messa in opera della segnaletica informativa
concernente la circolazione a targhe alterne.
Quindi, tutte le multe finora accollate ai cittadini
sono illegittime per omessa informazione e i relativi
importi pagati vanno agli stessi restituiti da parte
dell’amministrazione attraverso l’esercizio del potere
di autotutela.
Orlando Navarra
presidente regionale
casa del consumatore
L
’avvocato
Roberto
Arnoldi, fondatore della
Casa del Consumatore
nonché segretario generale
dell’associazione, si è recato
giovedì 29 giugno ad Aosta
per rendere visita alla sede
regionale, agli associati e
al presidente, l’avvocato
Orlando Navarra.
Arnoldi è un volto conosciuto
al grande pubblico, visto
che partecipa a diversi
programmi televisivi e
cura direttamente rubriche
d’interesse per i consumatori:
la sua immagine è di casa
in trasmissioni quali Uno
Mattina e Uno Mattina
Week-end, nella rubrica
“Orizzonti” in Linea Verde,
in Forum e Vivere meglio su
Retequattro, in Robin Hood
su Rai Due, in Sportello Italia
su Rai International, e nel
programma dedicato a “La
Casa del Consumatore” su
Telecampione-Sky.
Il suo ruolo pubblico di
difensore dei consumatori lo
ha trasformato in una vera e
propria star televisiva, tanto
che durante il tour per le vie
del capoluogo valdostano
egli si è amabilmente
intrattenuto con numerosi
avventori e gestori di esercizi
pubblici e commerciali.
Nel corso dell’incontro
Arnoldi e Navarra hanno
esaminato l’opportunità di
un maggior coinvolgimento
a livello nazionale del
presidente regionale della
Casa del Consumatore
sulle
tematiche
del
consumerismo.
AOSTA - av. Conseil des Commis, 5
Tel. 0165.230774 - Fax 0165.31605
www.casadelconsumatore.it
[email protected]
Ad Aosta sempre più extracomunitari
E adesso il Comune inventa una Consulta per gli immigrati
segue dalla prima pagina
Forza Italia non ha partecipato al voto,
poiché si tratta di una proposta aberrante,
che vorrebbe favorire la partecipazione dei
cittadini extracomunitari alla vita istituzionale
attraverso un organo di rappresentanza che si
rapporta direttamente con l’Amministrazione
comunale. Col paravento demagogico del
buonismo e dell’ideologismo multiculturalista
tipici della sinistra, il Comune dimentica i suoi
cittadini e trascura l’ampiezza e la complessità
di questa crescente invasione, alimentandola.
L’Italia che, grazie alla Legge Bossi-Fini si era
caratterizzata per una legislazione severa
in tema di immigrazione, con la sinistra al
potere rischia di tornare indietro. La BossiFini prevedeva l’istituzione dello Sportello
Unico per l’Immigrazione, una struttura che
è stata istituita anche in Valle d’Aosta con
decreto n° 68 dello scorso 20 febbraio dal
Presidente della Regione nell’esercizio delle
sue attribuzioni prefettizie. Lo Sportello Unico
è responsabile dell’intero procedimento
relativo all’assunzione di lavoratori stranieri e
ha, tra le varie competenze, adempimenti ed
incombenze in materia di ricongiungimento
familiare, comunicazioni con le rappresentanze
diplomatiche e consolari italiane all’estero,
variazioni del rapporto di lavoro successive
all’ingresso, acquisizione del codice fiscale,
sottoscrizione del contratto di soggiorno.
Con la Consulta comunale si rischia dunque
di replicare ciò che già esiste. E’ vitale per il
nostro Paese passare da un’immigrazione
subita ad un’immigrazione scelta, sull’esempio
di un progetto di legge francese, il che significa
adottare il criterio dell’ingresso selettivo:
nell’esame delle domande di soggiorno e di
lavoro i consolati daranno la precedenza a
coloro che si distingueranno per competenze
e attitudini personali.
Ritengo, con tutta la buona volontà e
comprensione e senza passare per xenofobo,
che dobbiamo essere consapevoli dei rischi
che il diverso può introdurre nel Paese in cui
si stabilizza, anche se una società multietnica
è una realtà che noi tutti sappiamo essere
inevitabile e sotto molti punti di vista positiva.
Il rischio che si corre è quello di esasperare
la contrapposizione tra culture, con singole
culture che si isolano e creano comunità
incapaci di amalgamarsi nel tessuto del Paese
ospitante, ed è ciò che si sta concretizzando
anche nella nostra città, con piccoli segnali di
intolleranza.
La concessione di servizi pubblici e di diritti
collettivi alle minoranze etniche e religiose,
ricercando
un’armoniosa
coesistenza
all’interno di una società liberale e tollerante e
quindi, il diritto naturale di ciascuno di trovare
il suo spazio nel mondo, non può essere
esercitato contro un altro diritto, quello di
coloro che hanno costruito su quel territorio
la loro civiltà, e hanno diritto al rispetto della
propria cultura e della propria storia.
Ettore Vierin
LUGLIO
2006
7
30 maggio Sergio D’Elia, al vertice di Prima
Linea - formazione marxista-leninista tra le più
sanguinarie degli anni ’70 – e poi condannato a
25 anni di reclusione per concorso nell’omicidio
dell’agente di P.S. Fausto Dionisi, dopo esser
stato eletto alla Camera dei Deputati nella lista
La Rosa nel Pugno, viene nominato Segretario
dell’Ufficio di Presidenza. Dove sono i compagni
che nella scorsa legislatura chiedevano di
cacciare dal Parlamento gli “inquisiti”, che in
base alla Costituzione sono innocenti a tutti gli
effetti?
1° giugno Il primo atto del neo Presidente
PRODEZZE
della sinistra al Governo
presente solo fisicamente alla parata dei Fori
Imperiali (prima o poi qualcuno a sinistra ne
proporrà il cambiamento di nome!), i carristi
hanno sfilato a piedi con il casco in mano e
senza carri armati! Non meglio è andata agli
elicotteristi, i quali sono rimasti in aeroporto
rigorosamente a terra, ufficialmente per motivi
di contenimento dei costi, dimenticando che
i piloti, per restare efficienti, sono comunque
obbligati ad effettuare un certo numero annuo
di ore di volo.
della Repubblica, Napolitano, è la concessione del
decreto di grazia - prontamente controfirmato dal
nuovo Ministro della Giustizia, Mastella - a Ovidio
Bompressi, condannato nel 1997 a 19 anni per
l’omicidio del commissario Calabresi. I familiari
della vittima, non sono stati interpellati e hanno
appreso la notizia dai giornali. Totale mancanza
di sensibilità umana del neo Presidente, ma cosa
ci si poteva aspettare da chi nel 1968 parteggiò
per i carri armati a Praga?
8 giugno Il leader del Leoncavallo, il centro
sociale milanese più noto per i suoi eccessi e
le sue violenze, è eletto vicepresidente della
Commissione Giustizia della Camera. Tra le gesta
del neo deputato Farina, oltre a occupazioni
ed espropri proletari, il rogo della bandiera
israeliana.
2 giugno
9 giugno
omaggio
a
Festa della Repubblica. In
Fausto Bertinotti, dichiaratosi
Il Governo è completo: tra
segretari, sottosegretari e viceministri sono ben
102 persone, molte, con il pretesto di essere
tecnici, ripescate o da un risultato elettorale
negativo o addirittura da candidature negate. Un
record assoluto nella storia d’Italia, una poltrona
ministeriale ogni 10 parlamentari. La promessa
del Premier “dobbiamo avere il coraggio di
stupire, dobbiamo osare” è stata mantenuta!
Forse che Prodi vuol risolvere il problema della
disoccupazione con … tutti al Governo!
12 giugno
Il Ministro della Solidarietà
sociale propone la depenalizzazione dell’uso di
stupefacenti e l’istituzione di stanze per drogarsi.
La banda del buco è al governo!
5 luglio
La Procura di Milano arresta il n.
2 del SISMI e un generale, poiché avrebbero
collaborato con la CIA per la catturare di un Imam
filoterrorista. L’Italia, a cinque anni dall’attacco del
terrorismo islamico alle Torri gemelle di New York
e alle successive azioni sanguinarie di Madrid,
Sharm el Sheikh, Londra, è rimasta indenne
grazie all’opera dei nostri servizi, i cui uomini
vengono ora inquisiti per vicende formali. Certe
operazioni rischiano di far precipitare nel ridicolo
l’Italia sul fronte internazionale e nel terrore sul
fronte interno!
Nel Piano Salute accolte OLTRE LE LOGICHE DELLA SPARTIZIONE PARTITICA
Un disabile come futuro Presidente
molte proposte CdL
segue dalla prima pagina
Tra i limiti del Piano va
segnalata la mancata totale
apertura al privato. Rispetto al
passato è stato fatto un mezzo
passo avanti, consentendo
l’insediamento di strutture
private ove si registrino
bisogni sul territorio, l’auspicio
era, invece, di consentirlo
sempre. Riteniamo, infatti, che
il privato, una volta rispettati
i requisiti di qualità, necessari
per ottenere l’autorizzazione
e l’accreditamento, abbia
il diritto, nel superiore
interesse
del
cittadinopaziente ad avere strutture
valide e concorrenziali, ad
esercitare attività sanitarie a
prescindere da presunti spazi
di operatività riconosciuti
d a l l ’A m m i n i s t r a z i o n e
regionale.
Il
privato,
sottolineato che in tale settore
non beneficia di finanziamenti
regionali, se apre lo fa per
stare sul mercato e le ricadute
su cittadino-paziente non
possono che essere positive;
si pensi che concorrenza
vuol dire maggior offerta e
dunque maggior possibilità
di scelta e di qualità, minori
tempi di attesa. L’argomento
purtroppo è stato affrontato
solo a metà complice la cultura
assistenziale e di sinistra
che anima una parte della
maggioranza regionale che
mal digerisce tutto ciò che
sa di privato. Accolta, invece,
la necessità di monitorare e
promuovere programmi per
la sorveglianza e la riduzione
dell’obesità infantile, che in
Italia ha un’incidenza tra il 15%
e il 20% della popolazione
scolastica. Tale patologia
determina complicanze nell’età
adulta con un peggioramento
della qualità e dell’aspettativa
di vita.
Altra importante integrazione
da noi apportata è la
realizzazione di un sistema
regionale a rete integrato
–
assistenza
domiciliare,
medico di base, ospedale,
associazioni no profit - per le
cure palliative, intese quale
intervento
terapeuticoassistenziale finalizzato al
contenimento del dolore dei
pazienti la cui malattia non
risponde più a trattamenti
specifici, i cosiddetti malati
terminali, spesso abbandonati
a sé stessi e preda di strazianti
sofferenze fisiche.
Altrettanto
importante
il
recepimento
della
prevenzione
del
disagio
minorile e giovanile attraverso
un insieme di azioni attive
permanenti di informazione
e sensibilizzazione da attuarsi
nelle scuole e nei luoghi di
incontro, in collaborazione con
le Forze dell’Ordine, l’USL e le
Istituzioni scolastiche.
Dario Frassy
P
erché non fare qualcosa di utile e di
nuovo, al di fuori dalle solite regole
spartitorie che, come abbiamo
appena potuto vedere, regolano la vita di
questo nostro Paese sempre più in mano
ai materialisti? Perché non rispondere
al modello laicista, che prevede la
perfezione psico-fisica come obbiettivo
della procreazione e della vita, con un atto
conforme alla valorizzazione delle disabilità
ed alla difesa dei più deboli?
Dobbiamo partire dal presupposto che,
in gran parte dell’Europa, l’obiettivo
edonistico di una vita senza valori,
aggrappata al cinico egoismo materiale del
quotidiano, è ormai da tempo entrata nella
legislazione di diversi Paesi. Tutto è lecito
in funzione del “Piacere”: diversamente
però dall’omonimo romanzo capolavoro di
Gabriele D’Annunzio, si tratta di un piacere
da supermercato, alla portata di tutti e,
per questo, apparentemente democratico.
Si tratta del paghi 2 prendi 3, col quale
nell’arco di una stessa vita si possono
facilmente unire un’adozione di bambini
compiuta da coppie gay, il congelamento
di un po’ di embrioni a fini pseudoscientifici ed un’eutanasia, per esempio.
Senza rispetto alcuno, quindi, né verso i più
deboli, né verso la vita.
A questa cultura distruttiva ci si deve
opporre, nel solco di quella tradizione
umanistica (ed ovviamente anche cristiana)
che ci contraddistingue. I punti in comune
fra laicità umanistica e cristianità sono infatti
molto numerosi, mentre il laicismo nichilista
che sta prevalendo un po’ ovunque è figlio
diretto del materialismo marxista. I modi
per opporvisi sono numerosi, a cominciare
dal quotidiano, in cui ciascuno di noi mette
un poco della propria filosofia di vita.
La politica però, quella alta, deve non solo
seguire ma precorrere la filosofia dei singoli,
nell’interesse del bene collettivo. Per questo,
un’operazione come quella dell’elezione di
un disabile alla più alta carica dello Stato,
sarebbe ben più di un atto simbolico.
Anzitutto, ci porrebbe all’avanguardia
planetaria in materia d’impegno civile
a sostegno delle battaglie che, giorno
dopo giorno, impegnano i disabili di ogni
latitudine. Poi, un impegno di questo tipo
da parte di un Paese importante come
l’Italia per la propria cultura millenaria,
farebbe da traino per una controtendenza
globale complessiva: significherebbe dire
ai laicisti di tutte le estrazioni che stanno
sbagliando, che vi è un’alternativa radicata
e forte alla loro filosofia caduca.
Antonio Guidi, disabile impegnato nella
lotta contro barriere e discriminazioni, è
stato Ministro per la famiglia nel primo
governo Berlusconi, mentre nel secondo
governo Berlusconi è stato sottosegretario
al Ministero della Salute. Questo sottolinea
la serietà della proposta politica del
centrodestra a favore dei disabili, serietà
che deriva proprio dall’appartenenza
a valori diversi da quelli del laicismo
materialista.
Ogni cittadino italiano che abbia almeno
cinquant’anni e che goda dei diritti civili e
politici, può essere eletto Presidente della
Repubblica; tutte le regioni, compreso la
nostra, concorrono con i cosiddetti grandi
elettori a nominarlo. Da qui la proposta:
perché i Consigli regionali non danno
indicazione fin da ora, ai loro grandi
elettori, per appoggiare la prossima volta la
candidatura di un disabile, anziché il solito
Matusalemme di partito?
Sergio Santini
8
LUGLIO
2006
Iniziative del Gruppo
consiliare in Regione
giugno 2006
LACASA
DELLE LIBERTÀ
Vi elenchiamo qui di seguito le interrogazioni, interpellanze e mozioni che il Gruppo consiliare regionale della Casa delle Libertà ha proposto nel mese di giugno. Una
descrizione succinta per ciascuna di esse vi servirà a comprendere l’argomento trattato. Per ulteriori approfondimenti o per eventuali segnalazioni potete contattare il
Gruppo consiliare o direttamente i consiglieri proponenti (indicati tra parentesi) presso gli uffici di via Piave 1 ad Aosta, telefonando al numero 0165 273307.
Saint-Vincent, lo sviluppo delicato dell’area Ex-Fera (interrogazione, Tibaldi)
L’area artigianale situata nel Comune di Saint-Vincent, in prossimità
dell’insediamento ex-Fera, si trova in una zona di indubbia rilevanza archeologica
e paesaggistica, percorsa dall’antico tracciato romano e caratterizzata dal canale
visivo del Mont des Fourches. Il PRG comunale ha destinato l’area alla vocazione
produttiva: negli ultimi dieci anni sono stati costruiti alcuni fabbricati e si sono
insediate alcune attività artigianali, mentre altre sono in itinere.
Non sempre le pur legittime ragioni dell’impresa si sono armonizzate con una
doverosa tutela delle bellezze archeologiche presenti nel territorio. Il Comune ha
volentieri chiuso un occhio, lasciando a una sovente distratta Sovrintendenza ai
beni culturali l’ultima parola sullo sviluppo edificatorio della zona. Con risultati non
sempre apprezzabili.
Nakan, l’illusione nipponica di Caveri e La Torre (interpellanza, Tibaldi)
“Squillate le trombe, rullate i tamburi! Il Sol levante risorgerà a Châtillon.” Per
diversi mesi il presidente Caveri e l’assessore La Torre, scavalcando il più prudente
commissario straordinario Cassinelli, hanno annunciato su tutti i mass-media locali
l’approdo del colosso orientale Nakan nell’agonizzante stabilimento Tecdis. Di più:
i loro incontri con il leader nipponico Takashi Odagyma hanno costituito notizia di
primo piano, offrendo spazi televisivi e giornalistici di tutto rispetto ai due illusionisti
di piazza Deffeyes.
Tanto tuonò che… nemmeno piovve. L’asta per la vendita di Tecdis è andata
deserta, Nakan non si è nemmeno presentata, Caveri e La Torre hanno tartagliato
qualcosa di incomprensibile e i lavoratori sono rimasti a bocca aperta. E tutti in
cassaintegrazione.
Locali nuovi, ultimati nel 2001, ma vuoti e abbandonati (interrogazione, Frassy)
A fine anni ’80 la Regione e il Ministero dei Trasporti concordavano la realizzazione
presso l’Arena di Aosta di una struttura mista da adibire a centro tecnico di
revisione veicoli e disinfezione carri bestiame. A maggio 2001 i lavori - costati circa
€ 1.750.000,00 – sono stati ultimati, ma i locali non sono mai stati utilizzati e sono in
stato di abbandono, nonostante il Ministero abbia preso in affitto da ormai un anno
parte della struttura.
Sanità: smascherato il giochino delle finte liste d’attesa corte (interpellanza,
Frassy)
Non tutte le prestazioni sanitarie rese dall’USL Valle d’Aosta vengono fornite
entro il termine massimo dei 90 giorni determinati dall’Assessorato alla sanità. Per
evitare l’evidenza di tale disservizio ai cittadini il Centro Unico Prenotazioni rifiutava
di determinare la data dell’esame o visita che sforava tale periodo, invitando
il cittadino a richiamare in tempi successivi. Di tale comportamento scorretto
- vietato espressamente dall’art. 1 c. 282 della finanziaria 2006 - è stato chiesto
conto all’Assessore alla Sanità, il quale si è impegnato ad adottare gli opportuni
provvedimenti per porvi fine.
IRSEE: sarà anche più equo, ma quanta burocrazia! (interrogazione, Tibaldi)
Al di là di una condivisa maggiore equità sociale, il meccanismo dell’IRSEE
(indicatore regionale della situazione economica equivalente) presenta difficoltà
applicative i cui disagi vengono trasferiti sulle spalle dei cittadini. L’ormai decennale
e abbondante investimento della Regione nel settore informatico potrebbe evitare
l’onerosa ripresentazione di documenti da parte di coloro che richiedono l’accesso
a un servizio sociale o socio-educativo. Un collegamento più funzionale tra gli uffici
(vista la monumentale macchina telematica impiegata) potrebbe sburocratizzare
ulteriormente le procedure e permettere un’archiviazione razionale e protetta
dei dati. In luogo della riproduzione continua di documenti, a fronte di situazione
reddituali e patrimoniali invariate, sarebbe poi sufficiente richiedere semplici
autocertificazioni ai cittadini, le cui eventuali dichiarazioni mendaci sono
comunque perseguibili a norma di legge. Piccoli accorgimenti… troppo banali per
la nostra complicata P.A.
Alla Brambilla di Verrès lavori senza programmazione e ritardi infiniti
(interrogazione, Frassy)
14 anni fa il primo progetto, ma per la piena fruibilità a sede scolastica dell’ex
cotonificio di Verrès si dovrà attendere ancora. Il primo lotto è ormai ultimato, ma
per l’utilizzo della struttura rinnovata si dovrà aspettare l’anno scolastico 2007-2008,
in quanto non è ancora stato effettuato l’appalto per gli arredi. Ad oggi, inoltre, non
sono neppure ancora stati definiti gli insegnamenti che vi verranno praticati. Il
completamento dell’intervento di recupero (auditorium, locali accessori, aree
esterne) avverrà soltanto con l’esecuzione dei lavori del secondo lotto per il quale si
è ancora in attesa dell’affidamento dello studio di fattibilità!
Casinò S.p.A. ripiana altri 200 mila euro di perdite di STV (interpellanza, Tibaldi)
Ammontano a 200 mila euro le passività di bilancio di STV ripianate da Casinò S.p.A.
nel 2005. La società alla quale è demandata la gestione della Brasserie du Casinò di
Saint-Vincent, della Slot Circus, della mensa dei dipendenti e dei bar delle sale da
gioco, conta oggi 85 dipendenti.
Al puntuale impegno di pagamento di Casinò S.p.A. non sembra corrispondere però
un controllo altrettanto accurato sulla gestione di STV, sia sotto il profilo contabile
sia sotto quello organizzativo (ospitalità, forniture di beni e servizi, assunzioni di
personale, collaborazioni, servizi alla clientela). Una nota dolente già emersa nel
famoso dossier Bo, che continua a perpetuarsi nell’indifferenza di molti.
Studenti over 26 esclusi dalle agevolazioni tariffarie per i trasporti
(interpellanza, Tibaldi)
Con un “colpo di mano” legislativo che non ha eguali nelle altre regioni italiane,
l’opulenta Vallée esclude gli studenti universitari ultra 26enni dalle agevolazioni
tariffarie previste per i trasporti. Una decisione, questa, che sta generando un
comprensibile disappunto e un notevole disagio tra coloro che rientrano in questa
categoria, i quali hanno recentemente presentato una petizione al presidente della
Regione.Abbiamo invitato il presidente a rivedere le posizioni precedentemente
assunte (con Legge 31/2005) in senso meno penalizzante rispetto a quello adottato,
introducendo criteri meritocratici e/o che tengano conto delle differenze di durata
delle diverse facoltà.
Ferrovia del Monte Bianco: la fantasia galoppa sui binari (interrogazione,
Frassy)
Dopo oltre 15 anni di inutili parole, costate parecchi miliardi di vecchie lire in
convegni e studi, l’ipotesi del collegamento ferroviario Aosta-Martigny, lascia il
passo ad una nuova suggestione la Morgex-Le Fayet. In realtà di concreto non
c’è niente; sono solo fantasiose ipotesi che il Presidente della Regione ha regalato
all’Assemblea regionale di Confindustria, la quale chiedeva al potere politico
maggior realismo nell’affrontare i temi dell’economia e delle infrastrutture. Fantasia
per fantasia sarebbe stato sicuramente più apprezzata l’ipotesi di uno Shuttlte a
sorvolo del Monte Bianco!
IVAT, ennesimo commissariamento (interrogazione, Tibaldi)
Il dibattito sul ruolo di questo ente (Istituto valdostano per l’artigianato
tipico) è aperto e irrisolto da molto tempo: la scelta tra “tutela” e “sviluppo” e
conseguentemente tra artigianato “tipico” e “artistico” non è mai stata definita.
Ancora una volta, la Giunta regionale è stata costretta a commissariare l’IVAT, poiché
non è stato approvato il bilancio consuntivo 2005 e si è dimessa contestualmente la
maggioranza del Consiglio di amministrazione. Non risultano irregolarità contabili,
ma - più semplicemente - le strategie non sono unanimemente condivise. La Torre
è convinto che sia sufficiente un ulteriore ritocco alla legge regionale 10/1985.
Palazzo “CRAL Cogne”: continua l’attesa per una sua rivitalizzazione
(interpellanza, Frassy)
La posizione è centrale, gli spazi imponenti, ma l’utilizzo è poco più che residuale.
Costruito negli anni trenta necessiterebbe di un intervento di ristrutturazione
che lo renda più funzionale alle moderne esigenze di utilizzo. Benché vi sia un
progetto preliminare del 2004 l’intervento è stato cancellato dal Piano lavori del
triennio 2005-2007 per mancanza di fondi! Anziché recuperare e valorizzare il
patrimonio edilizio esistente in stato di degrado o di abbandono (limitandosi ad
Aosta e dintorni citiamo gli immobili dimessi che hanno ospitato la Centrale del
Latte, la Multibox, i Magazzini generali, ecc.) la Regione persegue la politica della
costruzione di obbrobri architettonici quali la nuova sede di Finaosta, la nuova
sede dell’Assessorato all’Agricoltura e già temiamo per la neo costituita Camera di
Commercio.
Espresso dal Consiglio Regionale sdegno per la nomina del terrorista D’Elia
nell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati (risoluzione, Frassy)
Al vertice di Prima Linea - formazione marxista-leninista tra le più sanguinarie degli
anni ’70 - condannato a 25 anni di reclusione per concorso nell’omicidio dell’agente
di P.S. Fausto Dionisi, D’Elia è stato eletto alla Camera dei Deputati nella lista La
Rosa nel Pugno. Il documento approvato dal Consiglio regionale, nell’evidenziare
che tale nomina disconosce i fondamentali principi etici e di civile convivenza del
popolo italiano, manifesta al Presidente della Camera dei Deputati – On. Bertinotti
– l’inopportunità in merito all’affidamento di un simile incarico istituzionale ad un
ex terrorista.