Pregare nel cuore

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Pregare nel cuore
sotto il tiglio 3.
Tomás̆ S̆pidlík
Pregare nel cuore
Iniziazione alla preghiera
“È il tempo quando fiorisce il tiglio”
Lipa
indice
© 1996 Lipa Srl, Roma
prima edizione: ottobre 1996
prima ristampa:gennaio 1997
seconda ristampa: ottobre 1997
terza ristampa: giugno 1999
Lipa Edizioni
via Paolina, 25
00184 Roma
& 06 4747770
fax 06 485876
La necessità della preghiera .................................................................
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Che cosa possiamo chiedere a Dio .......................................................
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A chi si rivolge la preghiera ..................................................................
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Pregare nello Spirito o anche nel corpo? ..............................................
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La preghiera liturgica.............................................................................
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La contemplazione................................................................................
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La preghiera incessante .........................................................................
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La preghiera del cuore ..........................................................................
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Realizzato in Dtp con Power Macintosh da Lipa
Il software è utilizzato su licenza del produttore
(Quark XPress: PF 50476115)
Font: Goudy e Futura di Adobe
In copertina:
particolare di un dipinto di Marko Ivan Rupnik
Stampato a Roma nel giugno 1999
da Abilgraf via Ottoboni, 11
Selezioni di copertina: Studio Lodoli Sud, Aprilia
Proprietà letteraria riservata
Printed in Italy
codice ISBN 88-86517-23-8
Stampato su carta ecologica AlgaCarta Favini
L’AlgaCarta Favini è prodotta con alghe raccolte nella laguna di Venezia.
Non contiene riciclato, è biodegradabile e perfettamente riciclabile. Le
alghe, vegetali eccedenti in natura, da simbolo di degrado ambientale pas-
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Pregate incessantemente
(1Ts 5,17)
La necessità della preghiera
Perché si deve Pregare?
L’usignolo canta perché è fatto così, perché cantare è conforme alla sua natura. Evagrio, un autore cristiano del IV secolo (è morto nel 399),
scrive che è proprio della mente umana pregare,
perché è conforme alla sua natura occuparsi di
ciò che è più bello, cioè di Dio. I Padri della
Chiesa descrivono la necessità della preghiera
con tantissime metafore. San Giovanni Crisostomo scrive che la preghiera è per il cristiano
quello che è il muro per la città, la spada per il
soldato, il porto nella tempesta, il bastone per
quelli che zoppicano. E se nel Paradiso ogni cosa cresceva grazie ad una abbondante sorgente
d’acqua, nella vita spirituale questa sorgente che
irriga e fa crescere tutte le virtù è proprio la preghiera.
Sant’Agostino dice che il bisogno di pregare
esiste a causa della nostra debolezza, conseguenza del peccato: siamo così deboli che da
soli non possiamo far niente. Gli autori orientali insistono piuttosto su un altro aspetto: se
fossimo senza peccato, pregheremmo ancora
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di più.
E Teofane il Recluso, un autore russo (morto
nel 1894), scrive che l’uomo è composto da
tre parti: il corpo, l’anima e lo Spirito Santo.
Ognuna ha le sue necessità e la sua maniera di
viverle: il corpo si muove, si nutre, respira; l’anima pensa, decide, sente; lo Spirito Santo
prega. La preghiera si può quindi chiamare la
respirazione dello Spirito. La preghiera è come
il barometro che segna il livello della vita spirituale.
Ma nella vita ci sono MoMenti
in cui sentiaMo il bisogno di
Pregare, altri in cui dobbiaMo
sforzarci di farlo. Perché queste
differenze?
Se guardiamo la storia narrata nell’Antico Testamento, già vediamo che gli Israeliti si rivolgevano a Dio quando erano oppressi dai nemici, mentre nei periodi di benessere dimenticavano il Signore. I pericoli e le calamità ci spingono a cercare l’aiuto in alto. I marinai dei
tempi passati dicevano: «Vada in mare chi
non sa pregare!». Lo stesso vale anche per le
tempeste della vita.
Perché allora c’ è tanta gente che
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non Prega Mai? e se uno non Prega,
si Puòsalvare?
Chissà se non pregano... Il problema è che si
considera la preghiera solo come la recita di
certe formule prefissate. Ma il significato della
preghiera è molto più largo. Ci sono molti che
non alzano a Dio la loro voce, ma forse pregano di più con la loro vita. Sono quelli che desiderano il bene per tutti e fanno le opere buone.
coMe convincere uno sulla
necessità di Pregare?
Forse non è bene cominciare il discorso subito
dalla preghiera. Esortiamolo piuttosto a fare il
bene dove può, in famiglia, per chi ha bisogno... Lui stesso, prima o poi, si accorgerà che
senza l’aiuto di Dio l’opera umana rischia di
essere vana. Allora sentirà il bisogno di chiedere l’aiuto dall’alto.
che cosa è quindi la Preghiera?
coMe si Puòdefinire?
La vita si vive, non viene definita. Ma in un
certo modo si cerca di descriverla sotto i suoi
vari aspetti. Lo stesso è per la preghiera. La
preghiera è una funzione vitale dell’uomo.
Non ci sorprende quindi di trovare, negli scrit9
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ti dei Padri, tante sue definizioni che non fanno altro che descrivere i suoi singoli aspetti.
Fra queste, tre sono le più ricorrenti:
1) la preghiera è la «richiesta a Dio di beni
convenienti» (san Basilio);
2) è l’elevazione dello spirito verso Dio (Evagrio);
3) è il colloquio dell’anima con Dio (Evagrio).
Giovanni Damasceno unisce la prima e la seconda definizione: la preghiera è l’elevazione
dello spirito verso Dio, ovvero la richiesta a
Dio di beni convenienti, una formula che poi
in seguito è stata ripresa da molti altri.
sono solo i cristiani a Pregare?
Tutte le religioni considerano anzitutto la preghiera come una richiesta di aiuto rivolta a
Dio. Le invocazioni – Signore, ascoltaci, esaudiscici, guarda benigno, ecc. – sono antichissime. Anche la Bibbia testimonia tale atteggiamento fondamentale dell’uomo verso Dio. E
questo suppone, quasi sempre, una concezione
antropomorfica di Dio: che Lui senta, porga
l’orecchio, abbia compassione, si commuova,
ecc.
La filosofia greca purificò l’idea di Dio, presentandocelo come un’idea del bene, del bello e co10
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me causa dell’ordine. Il saggio, che lo conosce,
non cerca di piegare la volontà di Dio al proprio
servizio, ma al contrario cerca di contemplare la
Sua perfezione suprema, di «elevare la mente a
Dio». Consideravano così la preghiera i grandi
filosofi come Platone, Aristotele, Marco Aurelio...
Evagrio introdusse la loro definizione nel contesto cristiano, consapevole tuttavia che il Dio dei
cristiani, oltre ad essere l’essere perfettissimo, è
Padre. Perciò aggiunse alla definizione filosofica
(“elevazione della mente”) l’elemento al quale i
cristiani non possono rinunciare: la preghiera è
“colloquio con Dio”. Il Dio biblico infatti non è
oggetto di riflessione filosofica. Il Dio biblico è
speciale perché è lui che per primo rivolge la parola, che cerca l’uomo che scappa. Se anche le
espressioni della preghiera ebraica sono simili a
quelle delle contemporanee espressioni religiose
egiziane o babilonesi, tuttavia è tipicamente biblico questo carattere dialogale dove Dio scende
per parlare con l’uomo. Nell’Antico Testamento c’è tale dialogo con Dio, prima come preghiera individuale, per poi divenire via via la preghiera di tutto il popolo. Gesù Cristo è un dialogo personificato con il Padre. È Lui che ci manda il suo Spirito che grida «Abba, Padre» (Gal
4,6). Per mezzo dello Spirito siamo inseriti in
questa preghiera del Figlio e diciamo anche noi
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“Abba”.
Ma dio non si offende quando
lo invochiaMo, angustiati
da qualche necessità?
La madre non si sente offesa dal bambino che
sa chiedere con fiducia. Il vangelo ci insegna
che dobbiamo avere un simile atteggiamento
verso il Padre nei cieli: «Chiedete e vi sarà dato... Se voi che siete cattivi sapete dare cose
buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro
che è nei cieli darà cose buone a quelli che
gliele domandano!» (Mt 7,7.11).
nella liturgia ci sono sPesso
tante esortazioni del tiPo:
“ ringraziate il signore! lodate
dio!” seMbra che siano Preghiere
Migliori di quelle con le quali
solo si chiede qualcosa...
Il bambino che ha dai genitori tante cose impara presto anche a ringraziarli per i doni ricevuti. Nell’Antico Testamento ci sono tante
suppliche, ma anche tanti inni di ringraziamento. Questi ringraziamenti hanno un carattere speciale. Infatti, poiché la lingua ebraica
non aveva un’espressione corrispondente al
nostro “grazie”, si ringraziava il donatore lo12
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dandolo, benedicendolo, esaltandone la grandezza: benedetto sei tu, Signore... Sia lodato
Dio... L’anima mia magnifica... E poi si aggiunge: Perché ci hai scampati dalle mani dei
nemici, perché ci hai dato una terra, perché,
nonostante i nostri peccati, non ci hai ripudiati...
la PrinciPale Preghiera cristiana è la
“ Preghiera eucaristica” . Perché ha
questo noMe?
Eucaristia in greco significa “rendimento di
grazie”. Lo scopo della liturgia è infatti quello
di ringraziare Dio per tanti benefici ricevuti.
Ed è questo anche il suo contenuto principale:
la liturgia è una grande memoria di quello che
ha fatto Dio per noi, dei suoi doni. Quando li
ricordiamo, aumenta la nostra fiducia per chiedere doni nuovi. Per tale motivo i santi consigliano di usare questo procedimento anche
nelle preghiere private: anzitutto, ringraziare
Dio per quello che ci ha dato e poi chiedere
ciò che desideriamo. Così si impara anche a
inserire il nostro rapporto con Dio in una storia, nella storia della salvezza.
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Ma dio esaudisce davvero
le nostre Preghiere?
Chi prega non ne dubita. Tutte le religioni
presuppongono una sorta di paternità divina,
la possibilità di entrare in dialogo con gli esseri celesti. Ma questo è qualcosa che fa problema a chi comincia a pensare in modo filosofico e scientifico. La perfezione di Dio esige la
sua eternità e immutabilità. E se Dio è eterno
e immutabile, come potrebbe commuoversi,
cedere alle nostre suppliche? E, se il mondo
inoltre è un cosmo ordinato, regolato da leggi
fisiche, perché queste dovrebbero essere distrutte per mezzo dei miracoli?
Tale difficoltà venne presentata già al tempo
di Cristo dai filosofi ellenistici al grande pensatore ebreo Filone di Alessandria. E anche
Origene si sente obbligato a rispondere a questa difficoltà all’inizio del suo scritto Sulla preghiera. Per risolverla, ricorre alla prescienza divina: dall’eternità Dio vede sia i nostri bisogni, che le nostre preghiere; perciò in un solo
attimo di creazione è già contenuta la risposta
alle nostre domande.
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un esempio, che dà tuttavia una spiegazione
profonda. È stabilito dall’eternità che un certo
uomo debba nascere, eppure sono i genitori la
causa della sua nascita. Allo stesso modo si
può dire che le nostre preghiere sono come i
padri e le madri degli eventi, del corso della
vita.
forse non ci rendiaMo conto che
gran cosa è Poter chiedere a dio ed
essere esauditi...
Infatti, è una collaborazione alla creazione del
mondo ed alle sue sorti. Per questo motivo i
santi pregavano molto, sia per se stessi che per
tutto il mondo.
Ma allora le nostre Preghiere sono
illusorie: Perché chiedere, se tutto
è già stabilito dall’ eternità?
A questo interrogativo Origene risponde con
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