Verso migliori tecnologie riproduttive e gravidanze più sicure
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Verso migliori tecnologie riproduttive e gravidanze più sicure
www.shutterstock.com Verso migliori tecnologie riproduttive e gravidanze più sicure Le tecnologie della procreazione medicalmente assistita (PMA) sono sempre più usate per aiutare le donne a rimanere incinte. La tecnica più comune è la fecondazione in vitro, ovvero il trasferimento di ovuli umani fertilizzati nell’utero della donna. Tuttavia la PMA può comportare rischi per l’embrione, sia durante la gravidanza sia in uno stadio di vita successivo. Grazie a una “Starting grant” del Consiglio europeo della ricerca (ERC), la ricercatrice polacca Grazyna Ewa Ptak ha potuto compiere importanti studi sugli embrioni ovini. Con la sua equipe dell’Università di Teramo ha scoperto i tempi esatti e la natura dei disordini placentari conseguenti alla PMA. Le sue scoperte possono comportare enormi miglioramenti alle tecnologie riproduttive rendendo possibili gravidanze più sicure sia per le donne che per gli animali. La Dott.ssa Ptak ha usato gli ovine come modelli animali per il proprio progetto ANGIOPLACE. “La placenta ovina è simile, per funzione e vascolarità, a quella umana. La relativa maturità e il peso del feto alla nascita rende poi l’ovino un ottimo modello per la ricerca umana”, ha commentato. Tutti gli embrioni PMA sono stati prodotti in vitro, utilizzando ovociti ricavati post mortem da animali forniti da macelli commerciali. “Essere basati a Teramo rappresenta un vantaggio, poiché le strutture veterinarie qui sono ottime”, spiega la ricercatrice. Insieme alla sua equipe, al Dott.ssa Ptak ha analizzato oltre 200 modelli di embrione in fasi cruciali dello sviluppo placentare, durante le quali si sviluppa una rete di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi), che consente alla gravidanza di progredire. “ANGIOPLACE è il più vasto studio sulla prima fase della gravidanza finora condotta su un grande modello animale”, commenta la ricercatrice polacca. L’equipe ha osservato che la crescita del modello di embrione si è bloccata allo stadio di 38 somiti, che corrispondono a 30 giorni nella gravidanza umana. Tale arresto è conseguenza di una difettosa vascolarizzazione placentare. “L’incapacità dell’embrione di ottenere risorse materne ne provoca l’arresto della crescita”, spiega la Dott.ssa Ptak. L’equipe ha inoltre individuato il gene specifico (DNMT1) responsabile dei problemi di vascolarizzazione. Possibilità di cura La ricerca consente di individuare approcci che aiuteranno a prevenire, o in altri casi a limitare, lo sviluppo dei disordini placentari. Ad esempio possono essere applicate strategie terapeutiche alla madre precedentemente alla gravidanza, tramite una dieta adatta o la somministrazione di farmaci. “Sono in corso studi molto promettenti. Stiamo ancora usando campioni di modelli embrionali raccolti durante il progetto ERC ANGIOPLACE. Il processo produttivo è stato particolarmente innovativo e coronato da successo, e su richiesta i campioni sono a disposizione anche di altri gruppi di ricerca”, spiega la Dott.ssa Ptak. “ANGIOPLACE ha contribuito a fare della ricerca europea il leader mondiale nel campo dell’embriologia biomedica”, osserva la Dott.ssa Ptak. La sua equipe partecipa a importanti progetti e a cooperazioni internazionali. L’attuale ricerca si concentra sulla valutazione dello sviluppo del cervello e del cuore nei modelli PMA. “In particolare indaghiamo su una possibile correlazione tra PMA e disordini autistici in una fase successiva della vita”, aggiunge. La Dott.ssa Ptak ha anche condotto importanti studi sulla diapausa nei mammiferi. I risultati delle sue ricerche suggeriscono che gli embrioni di tutti i mammiferi, nelle prime fasi di esistenza, potrebbero essere in grado di fare una “pausa” nel proprio sviluppo, continuando la crescita solo quando le condizioni nell’utero divengono ottimali. Uno stimolo per l’indipendenza “La ‘Starting grant’ è stata una grande opportunità per diventare una ricercatrice indipendente. Ottenerla rappresenta un grande motivo di prestigio in seno alla comunità scientifica”, spiega la Dott.ssa Ptak. “Da donna che lavora in Italia devo dire che è stata fondamentale”, aggiunge, ammettendo che nell’Europa meridionale le differenze di genere sul posto di lavoro possono rappresentare un tema scottante. “Io incoraggio davvero la diversità e la mobilità nel mio laboratorio”, afferma la Dott.ssa Ptak, che può vantare un marcato profilo internazionale ed è particolarmente orgogliosa del fatto che i suoi giovani collaboratori possono svilupparsi e valorizzare le proprie specialità individuali all’interno del suo gruppo. In un’atmosfera così stimolante, è lecito aspettarsi presto ulteriori scoperte innovative. Ricercatore: Dott.ssa Grazyna Ewa Ptak Istituto ospitante: Università degli Studi di Teramo Progetto: Expression and Methylation Status of Genes Regulating Placental Angiogenesis in Normal, Cloned, IVF and Monoparental Sheep Foetuses (ANGIOPLACE) Bando ERC: Starting Grant 2007 Sovvenzione ERC: 363 600 EUR for four years Collegamenti Sito della Dott.ssa Grazyna Ptak