Il Talento parte 2, Toninelli S., Agen F.

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Il Talento parte 2, Toninelli S., Agen F.
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Questa può essere considerata una domanda “eterna”. Ognuno fornisce la propria definizione, ma nessuno ha la certezza di come si acquisisca e si sviluppi. !
È un dono divino, un'eredità geneEca, un apprendimento culturale, il risultato di un allenamento o un colpo di fortuna? Toninelli S. - Agen F.
Che cos’è il talento?
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Come prima cosa è possibile eliminare l'ipotesi che il talento sia un dono divino, poiché ammeIendo che esista un Dio in grado di distribuire talenE, ammeIeremmo anche la teoria del creazionismo, in neIo contrasto con le teorie evoluEve di Darwin e Lamarck !
Rimane comunque difficile per molte persone capire quello che può essere trasmesso dai geni e quello che invece viene acquisito. Toninelli S. - Agen F.
Genio si nasce o si diventa? 2
Intervistando alcuni allenatori di nuoto, abbiamo scoperto che per ognuno di loro il talento è una capacità geneEca. !  
Se, come sostengono loro, il talento fosse una dote innata, che non ha bisogno di allenamento, basterebbe prendere un ragazzino di 14 anni con il talento del nuoto e meIerlo in acqua. !  
Il preparatore atleEco a cosa serve se quesE ragazzi sono già in grado di baIere ogni record? Toninelli S. - Agen F.
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ConEnuando su questo filo logico, analizziamo la carriera di una nuotatrice come Federica Pellegrini. Con i successi che ha oIenuto è il classico esempio di “talento”. Toninelli S. - Agen F.
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Toninelli S. - Agen F.
I tempi in rosso sono i record mondiali
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I risultaE dei primi anni di carriera non sono straordinari come ci si aspeIerebbe che fossero se questa ragazza avesse il talento del nuoto del DNA. !
Possiamo invece notare che i primi record mondiali arrivano nel 2006, dopo molE anni di duro allenamento. !
Questo significa che il suo talento non è innato e che si è sviluppato solo con il lavoro e la faEca. Toninelli S. - Agen F.
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Federica racconta durante un'intervista al Veneto Globale: -­‐“Avevo meno di un anno quando ho iniziato con i corsi per neona9. Entrambi i miei genitori erano appassiona9 di questo sport e mi portavano in piscina due, tre volte la se>mana. Dall’età di sei anni ho cominciato con l’agonismo”-­‐. !  
E spiega che ancora oggi segue allenamenE di 8 ore al giorno, tra palestra e piscina: -­‐“Per prepararmi alle Olimpiadi mi allenavo tu> i giorni, sia al ma>no che al pomeriggio.”-­‐ Toninelli S. - Agen F.
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Perfino da un punto di vista senEmentale Federica è completamente legata al nuoto. Dichiara ai microfoni di Radio2: -­‐“Ho avuto soltanto tre storie nella mia vita. Tu> nuotatori.”-­‐ !  
Probabilmente lei e il fidanzato si danno consigli a vicenda e si sfidano a fare sempre meglio, moEvazione che la spinge a dare il massimo. È palese che con un rapporto senEmentale del genere la sua vita sia completamente concentrata sul nuoto. Toninelli S. - Agen F.
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Rosse_ (aIuale allenatore della nazionale) dichiara: “Pellegrini si allena meglio con Magnini” !
Magnini: “Dietro a questa medaglia d'oro c'è tanto impegno, determinazione e professionalità. Non lascio niente al caso perchè il talento va allenato. E' solo così che si torna in alto. Sono sereno nella mia vita privata e ho riportato il nuoto al centro della mia vita Toninelli S. - Agen F.
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Infine l'ennesima moEvazione che spinge Federica a dare il meglio di sé probabilmente è la morte del suo storico allenatore Alberto Castagne_, colui che l'aveva portata alle prime viIorie. Dichiara durante un'intervista a Vanity Fair: -­‐”Siamo cresciuE insieme e nell'ulEmo periodo, prima che morisse, c'era una sintonia che andava oltre, quasi un innamoramento professionale: era un secondo padre per me.”-­‐ Toninelli S. - Agen F.
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Dov'è il talento in questa storia? Di sicuro non nei geni, ma nella determinazione e negli evenE che hanno segnato la vita di Federica, che l'hanno portata ad immergersi completamente nel suo sport. Toninelli S. - Agen F.
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Consideriamo anche altri sport, come ad esempio la corsa atleEca. In parEcolare analizziamo il corridore Mennea (detentore del primato mondiale nel 1979) e Bolt (campione mondiale del 2009). Con questo confronto possiamo notare un enorme differenza nel fisico di quesE due atleE: Mennea 179cm, Bolt 195cm. Toninelli S. - Agen F.
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In passato le persone molto alte venivano eEcheIate ome “pennelloni”. Erano viste come goffe, impacciate, completamente negate per la corsa. Al contrario i più bassi erano apparentemente più scaIanE, quindi venivano allenaE alla corsa, come è successo nel caso di Mennea. Anni dopo gli “spilungoni” come Bolt hanno iniziato ad allenarsi alla corsa, rendendosi conto che avrebbe potuto migliorare la loro vita. Anche in questo caso si traIa solo di allenamento. Se gli stereoEpi facevano pensare che una persona molto altanon avesse il talento della corsa nei geni, un corridore come Bolt ha smenEto tuIo, dimostrando che solo con la faEca si oIengono i risultaE migliori. Toninelli S. - Agen F.
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Anche in questo caso il talento è determinato esclusivamente dall'impegno. Mennea dichiara durante un'intervista di Novella Calligaris per Rainews24: -­‐"Non avendo compagni in grado di sostenere i miei carichi di lavoro, ViSori par9va con la moto e quindi mi 9rava alcune prove, a volte anche con la sua macchina, un'Alfa Romeo 1600. Io sono stato ricordato come colui che si è allenato di più in assoluto, ed oggi i miei carichi di lavoro fanno spavento e sono difficili da sostenere. Se dovessi meSere in rete un giorno di allenamento si spaventerebbero tu> perchè non riescono a farlo: 25 volte i 60 e 10 volte i 300. Chi è addeSo ai lavori sa cosa significa.”-­‐ Toninelli S. - Agen F.
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esiste un talento innato e assoluto. Se esistesse, probabilmente esisterebbe un record in una disciplina stabilito 30 anni fa e mai baIuto. Invece ogni anno vengono stabiliE nuovi record. Toninelli S. - Agen F.
!   I record sono un'altra dimostrazione del faIo che non 15
Questo si può dimostrare con il meccanismo del dente d'arresto. Secondo questo processo le abilità vengono ereditate culturalmente da padre in figlio e assimilate. Questo succede anche nello sport, ed i record vengono baIuE poiché ogni anno gli atleE partono mentalmente dal record precedente e in allenamento si misurano con quello, come record assimilato da baIere. Gli atleE precedenE avevano il riferimento anteriore. Toninelli S. - Agen F.
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Proseguendo con questo ragionamento, consideriamo l'ipotesi che il talento sia geneEco come molE sostengono. Se così fosse dovremmo riscontrare lo stesso talento all'interno di un'intera famiglia. I geni hanno esigue variazioni tra genitori, figli e fratelli, quindi se in questo DNA ci fosse scriIa un'informazione che determina un'abilità, questa dovrebbe manifestarsi in ogni componente. È impossibile che sempre di padre in figlio compaia un gene che determina un talento, poiché le modificazioni geneEche sono minime e avvengono in tempi lunghissimi rispeIo alla vita di un uomo. Toninelli S. - Agen F.
!   Un talento, un gene? 17
individuo con grandi capacità, ma grappoli di talenE all'interno di una famiglia. Quindi se ogni generazione avesse lo stesso talento,il risultato finale sarebbe che questa abilità è talmente diffusa da non essere più parEcolare e unica. Toninelli S. - Agen F.
!   A questo punto non dovrebbe esistere un singolo 18
cui vive e gli evenE che capitano a un singolo individuo possano determinare le sue abilità. In questo caso il talento sarebbe in gran parte stabilito dai genitori, ma il percorso seguito dalla persona determinerebbe la sua genialità. Toninelli S. - Agen F.
!   Al contrario invece possiamo pensare che l'ambiente in 19
talento. Il genio è colui che sviluppa una determinata capacità con una velocità di esecuzione superiore ad altre persone. Così facendo, però, limita l'apprendimento di altre abilità. Quindi sarà chiamato “genio” solo in riferimento a quella parEcolare dote. Toninelli S. - Agen F.
!   In conclusione analizziamo un ulEmo aspeIo del 20
duro allenamento fin da piccoli. Anche una cosa che può sembrare “banale” come l’acquisizione di una lingua, deve avvenire in un periodo cri9co che va dalla nascita ai sei anni. Se non avviene in questo arco di tempo, si verificheranno compromissioni irreparabili. Toninelli S. - Agen F.
!   Per sviluppare qualsiasi capacità è necessario iniziare un 21
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ConEnuiamo a traIare del linguaggio. Prendiamo ad esempio una persona della Turchia e un italiano. Anche ammeIendo che quest'ulEmo sia plurilaureato in lingue e riesca a parlare il turco, qualsiasi abitante della Turchia, anche il meno colto, sicuramente parla il turco meglio di lui. Anche il linguaggio è un'abilità (anche se viene dato per scontato), quindi un turco ha l'abilità del parlare il turco più sviluppata di un italiano. Toninelli S. - Agen F.
!   Il paradosso turco 22
Consideriamo la definizione data in precedenza di “genio”: il genio è colui che sviluppa una determinata capacità più di altre persone. Quindi un qualsiasi ciIadino turco è un genio rispeIo a qualsiasi altro ciIadino di qualsiasi altra nazione? Oppure non è possibile dare una definizione di genio, né di talento? Toninelli S. - Agen F.
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a tu_ i cosE farci entrare la realtà, che a volte non coincide con le nostre aspeIaEve. Dobbiamo capire che nei processi biologici ci sono molte variabili e molte sfumature che fanno la differenza. Toninelli S. - Agen F.
!   Come spesso succede, creiamo degli schemi e vogliamo 24