Scarica allegato

Transcript

Scarica allegato
“LA BIBBIA , IL LIBRO DEL NOSTRO FUTURO”.
BIBBIA E CULTURA EUROPEA
Dal ‘libro assente’ al ‘libro ritrovato’
Cesare Bissoli
“La Bibbia, il libro del nostro futuro”: è in estrema sintesi il pensiero del Card. C.M. Martini a riguardo
1
dell’Europa di domani . E’ così suggestivo e pertinente l’asserto, da essere ripreso e fatto oggetto di studio
nella diocesi di Vicenza. Rappresenta un obiettivo culturale di grande spessore, per il cui conseguimento
diventa necessaria una articolata e solida riflessione sull’apporto della Bibbia alla cultura europea. E’ quanto
intendiamo qui svolgere tenendo presente l’ambito della scuola in Italia. Ci fa da stimolo l’appassionato
impegno che una associazione laica, Biblia, sta portando avanti perchè la Bibbia, ‘libro assente’ diventi
2
‘libro ritrovato’, entrando nella scuola di tutti e per tutti , non in sostituzione dell’insegnamento della religione
cattolica (IRC), ma semmai integrandone il servizio tramite l’intervento di altre discipline. E’ quanto
3
intendiamo proporre avendo presente la scuola in generale . Svilupperemo successivamente i seguenti
punti: ragioni per interessarsi della Bibbia nella scuola (1); un cambio epocale alla luce della storia: la Bibbia
come ‘grande codice’ culturale (2); implicanze di contenuto e di metodo: la storia degli effetti biblici (3);
esigenze richieste al docente (4); l’applicazione nella scuola(5): il punto di vista della riforma (5.1); modelli e
sussidi (5.2); percorsi (5.3); cenno bibliografico (6).
1. RAGIONI DI INTERESSAMENTO PER LA BIBBIA NELLA SCUOLA
1
V. più avanti in 3.2 c.
La proposta richiede “l’introduzione dello studio della Bibbia nelle scuole partendo dal valore letterario del testo sacro
per condurre i giovani ad una riscoperta consapevole della matrice biblica dell’Occidente e produrre una più feconda e
impegnativa cultura dello scambio tra le religioni”(Manifesto dell’11 novembre 2005). Nel 2001 questa richiesta era stata
fatta all’allora ministro dell’istruzione T. De Mauro che aveva accettato l’iniziativa con un protocollo di intesa (v. Jesus,
gennaio 2003, 34-35), però non più accolto in seguito per essere attuato. Nel 2005 è partito l’appello per una
sottoscrizione da mandare al MIUR.
Merita riprendere i passi salienti di tale appello per la consonanza con il percorso dell’IRC:
“N e l d i ba t ti to su ll a r if orm a d e i p ro g ra mm i di in se gn a m en to p e rm a n e in a de g u a t a n ei co nfr on ti d e lla
B i b b i a e d e l la s u a in fl ue n z a d ir e t ta e i n d ir e tt a s u l l a s tor i a d e ll ’Oc ci d en t e …T a le c ar e nz a i nci d e
n e g a ti v a m ent e s ul l a com p r en s ion e d e l la l et t e ra t ur a, d e ll ’ ar t e, d el l a m u si ca , d e l l a p ol i tic a, d e l
d i r it to, d e ll ' econo m ia e in g en e r e d e l la s tor i a cu lt ur a l e de l l’ Occ id e nt e . Il v a s t o, mi l l en ar io inf lu s so
d i t e m i e s im b ol i c h e h an no l a lor o o ri g in e n e ll a Bi b b i a p e rm a n e n e ll o sp a z i o co m e n e l t em p o; è
d e c i si vo a nch e n el l a soc i e tà s e co la r iz z a t a, n el l a c r i si d e l s ac ro n e l l'e p oc a mo d e rn a, ri m an e
co mun q u e un a fon t e pr im a r ia d i u n p erc or so s tor ic o t ut tor a in cor so . E ’ n ec e s s a ri o ch e l a scuo l a
I t a li an a s i acco s ti , i n m o do cu l tur a lm e nt e m at ur o, ai t e st i s ac ri c h e h a nno d at o fo rm a a lle
t r a d iz io ni r el i g io s e, a ll a s t or i a, a ll a c i vi l t à di c ui s i a mo fi g l i. L a B i b bi a e b ra i ca e l a B ib b i a c ri st ia n a
( qu e s t’ ul t im a f or m at a da l l' An ti co T e s t am en to e d a l N uo vo), co st i tui s co no, n e l lo ro r ec i p roco
co nf ron to, u n no do cu ltu r al e ricc o, e s p e s so d ra m m at ico, s en z a il qu a le l a co m pr e n sio n e d e l la
n o st r a c i vi l tà ri s ul t a fort e m en t e pe n al i z za t a. L’ im p or t an z a d i q u e st a ere d i t à no n è in f er ior e a
q u e l la d e ll a cu lt ur a gr eco - rom an a. Il r a ff ron to t ra i l mo nd o b i b lic o e qu e ll o cl a s s ico t e s t imo ni a che
l ' inco nt ro co n “ l’ a lt ro” è co m pon e nt e in tr in s ec a a l s or g e r e s t e s so d e ll a c i vi lt à o cci d e nt a l e. U n a
r i sco p e r ta co n sa p e vo l e e ri go ro s a d el l a m at ri c e b i bl ic a d el l’ Occ i d ent e è u rg e nt e in q u e sto
m om e nto st or ico, s e gna t o d a ll ’i n e di t a p r e s en za in It a li a e in E ur o pa d i co mun it à r e l i gio s e
n um e ric a m en t e c r e sc en ti e di v e r s e d a q u el l e di or i g in e e b r ai ca e cr i st ia n a. I n qu e s t a d i r ez io n e
a p p a r e t an to ov v io q u an to d ov e ro so r ico r d ar e ch e l ’I s l am, n e l suo t es t o f on d an t e, f a pr o pr ie
m ol t i s si m e co m pon e nt i de l m e s s a g g io b i b lic o. R ifl e tt er e d un qu e s u ll a com un e e r e d it à b i b lic a d e l
V ic ino O ri e nt e e d e l l 'Occ i d en t e n on c om po rt a ch iu s ur e n é c ont r a p po s iz io ni, m a a n zi p ot e n zi a l e
c a p ac it à d i com p r en s ion e d i a l tr e c i vi lt à e a lt r e uni v e r s i r e li g io s i …
(Si chiede) al MIUR, al mondo della scuola, a quello della comunicazione e in generale agli esponenti della cultura
italiana e a tutti coloro che hanno a cuore la ricerca culturale, di favorire, ciascuno con i propri strumenti, l’attuazione
di iniziative concrete (intese, corsi di aggiornamento, revisioni di programmi, produzione di materiale didattico, dibattiti,
interventi su riviste e organi di informazione,e iniziate che partano dalla scuola e raggiungano cerchi sempre più ampie)
volte a far sì che la conoscenza della Bibbia e dei suoi influssi venga sempre più considerata componente indispensabile
nella formazione culturale di ogni studente e di ogni cittadino. I proponenti restano consapevoli delle difficoltà
metodologiche, didattiche e organizzative inerenti a questa proposta. Restano tuttavia convinti che la scelta migliore
non sia quella di ignorare ulteriormente il problema o di affidarsi alla buona volontà di singoli docenti, ma stia nel
progettare, con coraggio e inventiva, piste per la sua soluzione”. Per altre informazioni sull’Associazione Biblia, v.
www.biblia.org.
3
Riferimento all’insegnamento di religione cattolica è fatto invece nella relazione… alle pagine…
2
La Bibbia come una eredità da non perdere
E’ giunto il tempo di riscoprire la categoria della Bibbia come bene comune non soltanto della Chiesa, ma
della società civile, da più aspetti:
- E’ un bene culturale comune nella cultura occidentale (da qui la qualifica di ‘grande codice dell’arte’, e
della cultura in generale) al di là della distinzione di credenti e non credenti. Qui sotto ne diamo una
esemplificazione.
- E’ un bene, dove ruolo da protagonista gioca la scuola, compresa quale luogo formativo della persona
tramite un processo storico-culturale. Va ricordato che la recente riforma della scuola contempla
esplicitamente questo argomento, sia pur in termini molto generali.
- E’ un bene cui prestano servizio diverse discipline che ne hanno la possibilità, in particolare la storia come
mediazione permanente e poi specificamente tutta l’area dell’artistico, del comunicativo (linguistico), del
filosofico, dello scientifico, del giuridico, dell’etico educativo, e naturalmente del religioso.
- E’ un bene cui gli insegnanti sono chiamati all’indispensabile ruolo di mediazione, assumendo le
motivazioni culturali e avvalendosi di un metodo di insegnamento-apprendimento basato su una conoscenza
seria e motivata del compito e aperto alle possibili implicazioni personali, essendo un sapere, quello biblico,
di tipo ermeneutico, volto ad evidenziare valori significativi per l’esistenza.
Anche il docente non credente non dovrebbe trovare ostacolo di coscienza, giacché non è insegnamento per
la fede, ma per l’umanizzazione della persona, come liberazione dall’ignoranza e la capacità di valutazione
migliore della realtà storica ed effettuale.
A parità, se si vuole, con la presentazione di una tragedia di Eschilo, della Divina Commedia, del pensiero di
Kant.
- E’ un bene che la Chiesa riconosce, cioè i credenti (docenti, alunni e genitori) che ritengono la Bibbia come
Parola di Dio, da codesta comprensione culturale della Bibbia, non sono espropriati né manipolati della loro
comprensione di fede, ma – se il processo scolastico è corretto, senza superficialità né pressioni ideologiche
- ne vengono arricchiti, riconoscono una manifestazione del mistero dell’incarnazione, riconoscono meglio
l’umanità della Parola fattasi cultura, ma ancora di più – e qui si è tutti insieme credenti e non - tutti possono
conoscere la sua fecondità straordinaria di creare cultura che è quanto dire creare umanità, suscitando un
sentimento di ammirazione e di credibilità, con tante domande di approfondimento.
Molto bello tutto questo. Ma sarebbe un discorso piuttosto idealistico, se non tenessimo conto di certi segnali
che vengono dalla situazione reale relativa al rapporto delle persone (giovani) con la Bibbia:
- Pur essendo un bene così affermato, il Libro Sacro trova oggi, nel mondo giovanile e non, una ignoranza e
indifferenza colossali, sia nei suoi contenuti sia nei suoi effetti, cioè in quella che diciamo eredità biblica;
- D’altra parte si assiste ad un promettente revival biblico, sia a livello alto di cultura, di cui Gianfranco
Ravasi, per citare un nome, è un autorevole esponente, ma anche la rubrica ‘Uomini e profeti’ di Gabriella
Caramore…, sia a livello popolare di cui proprio Vicenza con il suo festival biblico, giunto alla II edizione,
diventa un testimonial eccellente e di avanguardia; a livello più strettamente formativo non possono essere
dimenticate tante iniziative anonime sul nostro argomento , sia con l’ IRC, sia nella catechesi;
- Un terzo segnale è l’input dato con forza da pensatori e scrittori laici come U. Eco ed altri amici intorno a
Biblia;
- Infine quarto segnale, parallelo, ma significativo, è il forte sviluppo dell’incontro popolare con la Bibbia
tramite i gruppi di ascolto nelle comunità cristiane. Lo ritengo un fattore che, pur appartenendo ad un'altra
area di approccio, dovrebbe favorire l’impegno per una cultura della Bibbia nelle nuove generazioni,
recependo di ritorno il beneficio di assicurare una miglior base culturale agli incontri biblici pur così intensi
nella fede. Ma qui giova approfondire un momento l’argomento con una breve riflessione storica.
2. LA BIBBIA NELLA STORIA DELLA CULTURA ITALIANA
Un passaggio epocale: la Bibbia come codice culturale
4
2.1 La Bibbia nella storia della cultura italiana ha conosciuto un paradossale sviluppo che si potrebbe
sintetizzare così:
a- Fino al 1600, la Bibbia è stata matrice fondamentale della cultura di occidente, in ambito teologico, ma
anche filosofico, artistico e anzi scientifico (scienze naturali, medicina ecc.). La Bibbia permette
contemporaneamente una visio Dei, hominis et mundi.
b- Con la nascita dello spirito critico che dà il via all’ epoca moderna, apparve rigido, preconcetto e infondato
il vestito dogmatico applicato anche in ciò che non riguardava la fede (si confondeva quello che già Agostino
e poi Galileo chiarirono: la Bibbia narra di come si va in cielo e non come è fatto il cielo). Ciò determinò una
drammatica cesura tra Bibbia e scienza (e il progresso scientifico), che si approfondì con la ventata del
razionalismo illuminista prima e poi con la crescente spinta secolaristica che continua nel postmoderno. Ciò
4
Stefani P., La Bibbia nel contesto culturale italiano, in Biblia, 19(2005)2, 7-10; Bissoli C., ‘Va e insegna’ (Mc 5,19).
Manuale di catechesi biblica, LDC, Leumann (Torino) 2006,37-40.
nelle istituzioni culturali pubbliche, come la scuola e nell’università, portò allo scarto e progressivamente
all’oblio, misto di ironia, dei meriti della Bibbia acquisiti nel campo dell’arte, ma anche dell’umanizzazione
personalista, che formavano e continuano a formare, anche se con erosioni gravi, lo zoccolo duro della
cultura e dell’ethos comune.
c- Purtroppo di questa dialettica aspra tra modernità e Bibbia divenne fattore di aggravamento un certo
atteggiamento di Chiesa, che a causa della controversia con i protestanti al seguito del Concilio di Trento,
non bloccò in assoluto la Bibbia fra la gente che sempre la ricevette in qualche modo nella azione pastorale,
ma certamente la distaccò dal popolo, non favorì cioè una cultura biblica popolare, in quanto diffidava come è noto - di una lettura privata del testo sacro; successivamente la pur dovuta cautela di fronte alla
prima ondata dell’esegesi scientifica di ispirazione razionalista, ma anche l’impostazione laicista delle
discipline di scuola, non potevano sviluppare serenamente una comprensione della Bibbia come fattore
culturale a se stante, favorendo pressoché esclusivamente la comprensione di fede, dimenticando che fa
pure parte della fede nella Parola di Dio anche la dimensione umana, per cui il Verbo facendosi carne si
fece anche cultura.
d- Adesso, grazie al Vaticano II, guidata dallo Spirito a fare memoria vitale della Parola di Dio (cfr Gv
14,26), la Chiesa in certo modo va saggiamente ricuperando due mila anni di Bibbia nella storia, ponendo
l’attenzione su questa seconda faccia umana della Bibbia, il profilo culturale e generatore di cultura. E’
5
quanto viene affermato chiaramente dalla Chiesa . Certamente resta un lungo cammino da fare per una
traduzione pratica. Amo vedervi inserito anche questo nostro incontro.
2.2 L’emergenza di alcuni indicatori
Alla conclusione del cammino storico sono da tenere presenti certi indicatori:
a- Ciò di cui parliamo riguarda un’attenzione alla Bibbia come ‘codice culturale’, anzi ‘grande codice’
6
culturale, con tutto ciò che questo termine comporta . In parole semplici, ma espressive, così si esprime un
esperto riconosciuto, GF. Ravasi: si vuol dire che la Bibbia si colloca nel mondo occidentale come tale, non
solo quindi nel mondo dei credenti, ma semmai anzitutto per loro, come “il punto di riferimento
imprescindibile della nostra cultura, la stella polare a cui si sono orientati tutti, credenti e non, quando hanno
cercato il bello, il vero e il bene, magari anche per prescindere questa guida e vagare altrove”.
b- Tale ottica non può escludere, e per sé non esclude, la congruenza con la visione della fede in forza del
mistero dell’incarnazione.
c- E’ opportuno perciò chiarire i significati che, a Bibbia ‘codice culturale’, vi danno coloro che ne parlano,
non di rado, non credenti, accogliendo l’istanza della trattazione autonoma della Bibbia, ma non ridurre
questo contatto a puro fatto di descrizione o di consumo emotivo, come capita non di rado con i mass media
applicati al Libro Sacro.
d- Come si diceva poc’anzi, va riscontrato un fattore di cambio che globalmente chiamerei “stima
umanistica” della Bibbia, ossia come valore capace di umanizzazione, stima affermata anche fuori della
stretta esperienza confessante, sia presso esponenti credenti ed anche non credenti, tra i laici talora ancora
di più che tra le persone di Chiesa. E’ il riconoscimento del valore della Bibbia come cultura e nella cultura.
2.3 Una motivazione a due livelli
Concretamene a quale obiettivo mira questa attenzione alla Bibbia come codice culturale? Distinguiamo due
livelli:
5
Il documento della PCB, La Bibbia nell’interpretazione della Chiesa, 1993, ne è il testo più autorevole (v. più avanti,
varie citazioni)
6
Non è di derivazione biblica, né per sé è una produzione lessicale della chiesa, che ha sempre preferito parlare di
Parola di Dio, o di storia della salvezza. E’ una espressione di matrice laica, razionale, in quanto, pur non negando per
sé la comprensione della fede, del Libo Sacro viene messa a fuoco la sua identità di oggetto culturale. E’ stata
divulgata da un critico letterario canadese, Northrop Frye (1912-1991) come titolo di un suo lavoro, Il grande codice.
La Bibbia e la letteratura (1981) (tr. italiana, Einaudi, Torino 1986), dove ‘codice’ esprime di un libro la classicità, ossia
la permanenza di valore, e ‘grande’ ne dice la preminenza, il rango elevato, quello che spetta ai grandi poemi
dell’umanità. Così motiva concretamente il concetto il Frye: “Le S. Scritture sono l’universo entro cui la letteratura e
l’arte occidentale hanno operato fino al XVIII secolo e stanno ancora in larga misura operando”. Con altra espressione,
P. Claudel parla della Bibbia come de”l’immenso vocabolario”, e Marc Chagall de “L’alfabeto colorato della speranza”.
Non siamo fuori strada se per codice culturale intendiamo ultimamente l’umanesimo che sta alla base di molteplici
espressioni culturali.
a- Ad un livello elementare, come la conoscenza dell’alfabeto, presupposto ad ogni altro sapere, i francesi
hanno risposto: “per capire il Louvre”, noi diremmo gli Uffizi…, per comprendere cioè tanta parte dei nostri
prodotti culturali materialmente raccolti nei musei.
b- Ancora di più, per chi non vuol fermarsi soltanto al livello estetico emotivo, la Bibbia aiuta a ritrovare una
componente antropologica fondamentale secondo cui si è costituita la nostra convivenza europea, ossia
l’insieme di certi valori comuni che provengono da un secolare contatto con la Bibbia. Ricordiamo la
citazione di Ravasi or ora espressa.
Purtroppo, per le ragioni storiche dette sopra, l’esito è ancor scarso, attirandosi l’affermazione amara: “Nati
dalla Bibbia, ne siamo diventati orfani tranquilli”. O come si domandava un guru riconosciuto della cultura
italiana, Umberto Eco: “Perché i ragazzi debbono sapere tutto degli dei di Omero e pochissimo di Mosè?
Perchè devono conoscere la Divina Commedia e non il Cantico dei Cantici (anche perché senza Salomone
non si capisce Dante)?”.
Insomma è legittimo e fecondo affermare che la Bibbia ha il diritto di porsi come codice culturale, così come
lo sono Platone, Aristotile, Kant, l’Illuminismo, Nietzsche… E’ stato il nodo purtroppo non risolto nel redigere
la nuova costituzione europea. Si chiese, ma non si volle, riconoscere, magari insieme con gli autori sopra
citati, le radici ebraico-cristiane del nostro continente.
3. IMPLICANZE DI CONTENUTO E DI METODO
Ora è tempo di gettare almeno uno sguardo sulle tematiche che la Bibbia come codice culturale mette in
rilievo, dove ciò ci esprime e come si esprime. Distinguiamo contenuti, approcci o processi, valutazione.
3.1 I contenuti
a- L’impostazione teoretica
“Non completamente sconosciuto nell’antichità, questo tipo di approccio si è sviluppato tra il 1960 e il 1970
negli studi letterari, quando la critica si è interessata ai rapporti tra il testo e i suoi lettori”. L’affermazione
della Pontificia Commissione Biblica nel documento citato (v. nota 5) si riferisce a quei contenuti che
motivano la definizione della Bibbia come ‘codice culurale’. Al seguito di Gadamer, che li ha più di altri
studiati, sono gli effetti del dato biblico nella storia post-biblica, sinteticamente radunati nel titolo ‘storia degli
effetti ’ (Wirkungsgeschichte). Sono in sostanza tutte le risonanze che la Bibbia ha avuto nella vita di un
gruppo e di una persona, risonanze codificate in oggetti culturali, che sono testi scritti, ma anche forme
7
artistiche, monumenti, tradizioni, istituzioni ecc. . Si noti questa simbiosi tra impatto soggettivo e traduzione
oggettivata in qualche forma. Farne uno studio corretto comporterà scoprire questo nodo di soggettivo ed
8
oggettivo . Intanto occorre prendere consapevolezza di aver a che fare con un processo umano, e non
riducibile alla constatazione e ad un inventario. Insomma, per fare un esempio, l’Ave Maria di Schubert, non
è solo lo spartito, ma anche la relazione stabilitasi tra l’autore, la sua musica e la ispirazione di partenza.
Ciò ha per conseguenza lo stabilirsi di un circolo ermeneutico, prezioso e del resto inevitabile: se la Bibbia
ha causato tanti effetti vuol dire che può ancora a causarli, il suo umanesimo religioso (tale è la Bibbia) è
ancora nelle nostre mani, “Adamo,sei tu”; e d’altra parte gli effetti aiutano a capire meglio la Bibbia, con
rilevanti risultati a livello culturale e nell’ordine della fede, valendo come attualizzazioni incessanti della
9
radice .
b- Riferimenti concreti
Concretamente tali effetti postbiblici sono incalcolabili: chi può enumerare quanti e quali effetti che, ad es.
una parola di Gesù, ha prodotto nella vita delle persone che l’ascoltano in un certo momento della sua vita?
Dobbiamo perciò restringerci al controllabile, all’effettiva testimonianza di chi ce lo comunica, ai documenti
che ci sono stati lasciati.
Ebbene i seguenti sono certamente ambiti culturali segnati dalla Bibbia. Li esprimo con un binomio, partendo
dalle aree più facilmente comprese e praticate:
7
Cfr C. Bissoli, La categoria ermeneutica’storia degli effetti’ e la lettura della Bibbia. Prospettive educativo-didattiche, in
OP 49(2002)3,481-491.
8
La citata Nota della PCB afferma che questo approccio si basa su due principi: a) un testo diventa un’opera letteraria
solo quando incontra dei lettori che gli danno vita appropriandosene; b) l’appropriazione del testo, che può essere
individuale e comunitaria e prendere forma in campi diversi (letterario, artistico, teologico, ascetico e mistici),
contribuisce a far meglio comprendere il testo stesso “ (I C,3).
9
Così ancora la Nota della PCB descrive il processo: “Dal confronto di un testo con i suoi lettori scaturisce una dinamica,
poiché il testo esercita un’influenza e provoca delle reazioni; fa risuonare un appello, che è sentito dai lettori
individualmente o in gruppi. Il lettore non è del resto mai un soggetto isolato, ma appartiene ad uno spazio sociale e si
situa in una tradizione. Accosta il testo con le sue domande, opera una selezione, propone un’interpretazione e,
finalmente, può creare un’altra opera o prendere delle iniziative che si ispirano direttamente alla sua lettura della
Scrittura” ( ivi)
* Bibbia e arte, intesa come arte figurativa: pittura, scultura, architettura. E’ la forma di maggioranza almeno
fino al sec XIX. Si pensi, come riferimento materiale, ai musei e alle cattedrali.
* Bibbia e musica: dalle laudi medievali, al canto gregoriano, ai compositori classici, da Bach fino ad oggi, al
canto religioso popolare, a venature bibliche nella musica pop.
* Bibbia e letteratura: dal Cantico delle creature, a Dante, in avanti. Oggi si fanno studi del tipo Bibbia e
Proust, Leopardi e Bibbia, Dostoevskij e Bibbia… Tocca insieme il lascito linguistico e concettuale della
Bibbia.
* Bibbia nella comunicazione artistica: teatro, film. Dalle sacre rappresentazioni, ai tanti film su Gesù e sulla
Bibbia…
* Bibbia e pensiero: nella varie aree: diritto (i diritti dell’uomo nelle varie Carte); teologia e filosofia
(Agostino, Tommaso, Kant, Rosmini, Nietzsche…); scienze umane, come psicologia (Freud, Jung),
sociologia (Marx, Weber).
* Bibbia ed ethos: criteri e vita morale a livello personale, sociale, istituzionale… Opere di carità, servizi
culturali, educazione alla giustizia, alla legalità, alla pace, alla riconciliazione, al perdono…
* Andrebbe ricordata il rapporto tra Bibbia e germinazioni religiose: in primis la Chiesa, esso stesso frutto
postbiblico in permanenza (con una grandiosa storia degli effetti, talora drammatici, proprio in nome della
Bibbia, come al tempo della Riforma) e mediazione feconda di effetti biblici nel mondo dell’uomo con il
costante richiamo alla memoria biblica. Vanno anche menzionate l’origine e la vita delle tante sette,
strettamente collegate al Libro Sacro.
3.2 Gli approcci o processi
Ma qui vogliamo in forma più approfondita mettere in rilievo non solo gli ambiti culturali segnati dalla Bibbia,
ma al seguito di Pietro Stefani, annotare quelli che chiama “i filoni principali in cui la cultura italiana ha
10
declinato il proprio interesse per la Bibbia” , integrandolo opportunamente con qualche altro aspetto. In
questo modo assieme agli oggetti, vediamo i processi in atto e riconoscere per nome le persone, con le loro
opere, che stanno lavorando su questo settore. Stefani mette a fuoco tre filoni: estetico, filosoficosapienziale, filosofico-politico.
a- Prevalente è il filone estetico in senso largo: la Bibbia come fattore di bellezza. “La bellezza pittorica,
scultorea, architettonica, musicale, poetica, letteraria dell’Occidente ha in se stessa profondi lasciti
biblici…Tuttavia il primato spetta alla forma letteraria e poetica”, essendo la Bibbia un testo letterario. Di qui
il vistoso pendolo di letterati interessati alla Bibbia e di biblisti alla letteratura, capace di far capire meglio la
stessa Bibbia. Qui un nome di riferimento è Gianfranco Ravasi. Viene citato anche Guido Ceronetti ed Erri
de Luca. Un limite di questo approccio è una inevitabile attenzione selettiva di testi biblici, per cui più che
una Bibbia abbiamo in mano una antologia. E poi questo approccio sempre utile, anche per la lettura
credente, rischia però di restare chiuso nel sentire estetico, appunto.
Che dire della formula ‘fare IRC (ed anche catechesi) attraverso l’arte’? Una condizione si impone:
comprensione autentica sia dell’opera d’arte, sia del messaggio biblico che intende interpretare. E’ un
percorso bello, vantaggioso, ma non è così facile, domanda reale apprendimento di competenza e
approfondimento umano del mero fruire emotivo.
b- Viene poi il filone filosofico-sapienziale, o più lautamente esistenziale. Si intende l’attenzione che,
soprattutto nella post-modernità, si danno ad esperienze e loro significati, relative al dolore, all’amore, alla
verità, alla fragilità, alla gioia, insomma alla vita…, cercando risposte non metafisiche o storiche, ma
sapienziali od esistenziali. Di qui la cittadinanza privilegiata a libri come Giobbe, Qohelet, ad eventi come il
Cristo in croce. Anche qui si può intravedere la frammentarietà delle scelte che non permettono uno sguardo
globale ed unitario al testo sacro.
c- Un terzo filone, chiamato filosofico-politico, manifesta di essere un notevole fattore propulsivo. E’ una
lettura della Bibbia in chiave socio-politica, cioè in relazione alla sua incidenza, non soltanto spirituale,
interiore ed individuale, ma anche temporale, visibile e collettiva.
Nella storia recente, anni 70’ in avanti, ci viene in mente per la sua rilevanza nella drammatica situazione
del continente latino americano la cosiddetta teologia della liberazione, che ha per paradigma la liberazione
dell’esodo e della prassi messianica di Gesù (G. Gutierrez, L. Boff), preceduta in Europa dalla più
accademica teologia politica di J. Moltmann e J.B.Metz, ed ora ripresa da Metz nella categoria della
compassione biblica di Dio.
10
Biblia, 19(2005)2, 7-10.
d- Per l’attualità della questione e la autorevolezza del personaggio non si può dimenticare l’opera del
11
Card. Martini perché la Bibbia possa essere, come lui stesso dice, “il Libro del nostro futuro” (europeo) .
Martini, in verità, non sviluppa il suo pensiero sullo specifico mondo biblico, ma vi apre la porta. Infatti,
intrecciando una lettura del passato, presente e futuro dell’Europa, sottolinea il valore indiscutibile
12
dell’umanesimo biblico nella storia passata del nostro continente ed afferma che ha in sé le chances di
affrontare un complesso e rischioso futuro nel crescente pluralismo religioso e di fronte ad una
globalizzazione pervasiva, se accetta fin da ora, al presente, di formarsi un’anima biblica, riconoscendo che
13
tale anima è in stessa marcata dalla duplice eppur unitaria istanza ebraico-cristiana .
e- Il cenno sul pluralismo religioso, richiama una nuova prospettiva di studio: il dialogo, che la Bibbia come
codice culturale può aprire con le altre religioni, quindi oltre il cerchio, altrimenti chiuso, del confronto
strettamente confessionale, per un incontro sulla piattaforma dell’humanum, cui ha richiamato Giovanni
Paolo II nel noto Convegno di Assisi del 1986, e cui ripetutamente richiama Benedetto XVI (“in nome di Dio
non si può fare violenza”). Ciò porta necessariamente a ri-comprendere tante pagine della stessa Bibbia
14
(AT) .
f- Più ampiamente ancora, il dialogo dell’umanesimo biblico si apre con il ‘codice culturale’ o umanesimo
rappresentato dai molteplici sistemi di significato e stili di vita nella postomdernità, che è quanto dire, con
le concezioni di uomo in circolazione, sapendo che tanti autori proprio con la Bibbia hanno tenuto un
rapporto importante, sia pur dialettico (da Nietzsche a Freud, Jung, la lunga teoria di letterati portatori di
pensiero…).
3.3 Una valutazione
Diverse sono le osservazioni che vengono alla mente.
a- Si può parlare di effetti biblici solo sulla basa di una documentazione, quanto più oggettiva e studiabile.
b- Non tutti gli effetti hanno la stessa ampiezza. Non se ne può parlare almeno fino ad oggi per la Cina e
inizia appena per l’Africa, mentre invece il discorso vale per l’Occidente, ed anche qui con posizioni diverse
(cattolici, protestanti, ortodossi).
c- Né presentano lo stesso valore intrinseco: si va dalla percezione, presso gli schiavi di America, dell’esodo
come grande atto di liberazione alla banalizzazione dell’esodo come uscita collettiva per ferie, o all’uso di
motivi biblici (messianismo, miracolo, liberazione…) da parte di personaggi politici per autoconfermarsi.
d- Ravasi distingue tre livelli di impatto:
- modelli di attualizzazione del dato biblico. “E’ la rilettura che domina nell’arte sacra, attenta a ricondurre
eventi evangelici all’oggi della Chiesa:pensiamo alle raffigurazioni popolari, al folclore, ai riti tradizionali che
cercano di far rivivere la passione di Cristo o altri momenti della sua esistenza all’interno della quotidianità,
della architettura e delle presenze che popolano l’orizzonte quotidiano”;
- modelli di contrasto o degenerativi, ove la Bibbia fa da pretesto o viene interpretata in senso contrario o
deformato. Esempio tipico è la figura di Giobbe, la cui interpretazione va dall’uomo della pazienza all’uomo
della rivolta. Degenerazione ingenua come certe rappresentazioni della Trinità, degenerazioni volute che per
una sorta di estraniamento possono far pensare ancora di più al vero senso biblico. Si pensi alla perfida
rilettura della finale della parabola del Figlio prodigo fatta da A. Gide: “In quella stessa notte, il figlio prodigo
prese di nuovo i beni e scappò da casa”. Si pensi a certe tragiche rappresentazioni pittoriche del Crocifisso,
o alle denuncie sul silenzio di Dio o sulla sua innocenza da parte di scrittori moderni. La storia di Giobbe è
stata assaltata letteralmente, da Goethe a Dostojevskij, da Roth a Singer, da Bloch a Camus, da Morselli a
Pomilio ecc., e non proprio in termini ortodossi, ma sicuramente incisivi. “Dobbiamo riconoscere che è già
segno di fecondità e di forza dell’originale biblico anche la lettura deviata”;
- modelli trasfigurati, dove è in gioco la grande arte, la grande musica, un grande pensiero. Avviene quando
“l’arte riesce a rendere visibili risonanze segrete del testo sacro, a iscriverlo in tutta la sua purezza, a far
11
Il Libro del nostro futuro, in Jesus, 7 luglio 2004.
Il Cardinale ha certamente presente il testo di Giovanni Paolo II Ecclesia in Europa: “Dalla concezione biblica
dell’uomo, l’Europa ha tratto il meglio della sua cultura umanistica, ha attinto ispirazioni per le sue creazioni intellettuali
e artistiche, ha elaborato norme di diritto e, non per ultimo, ha promosso la dignità della persona, fonte di diritti
inalienabili” ( n. 25).
13
Rieccheggiando ancora il testo di Giovanni Paolo II, Martini afferma: “Il futuro della Chiesa la sua missione a favore
della società europea sono legati alla conoscenza, alla familiarità e all’amore per la Sacra Scrittura. Sia però ben chiaro
che non intendiamo con questo riferirci semplicemente ad un libro. Non sarà una formula a salvarci, ma la persona
vivente di Cristo che ci parla nelle Scritture”.
14
Oggi vanno prendendo risalto contatti che riguardano il rapporto tra Bibbia e Corano; Bibbia cristiana e Bibbia ebraica.
12
germogliare potenzialità che l’esegesi scientifica solo a fatica conquista e talora del tutto ignora. G.
Bachelard, ad esempio, diceva di Chagall che nei suoi quadri egli legge la Bibbia e subito i passi biblici
diventano luce”. Ravasi poi attribuisce particolare forza trasfigurativa alla musica, da Carissimi, a Bach,
Vivaldi, Haendel, Haydn, Mozart, Perosi. “Il risultato ‘trasfigurativo’ è proprio comunque, di tutte le grandi
15
opere d’arte e di letteratura” .
e- L’effetto si può manifestare in armonia con la fonte biblica, come la vita di un santo, o la pala del Beato
Angelico, altre volte - soprattutto tra i moderni - è un effetto di contrasto, in termini polemici o più
globalmente a seguito di una secolarizzazione del significato religioso originale (si pensi alla comprensione
della storia e del futuro nel sistema marxista).
Richiama la Nota della PCB: “La storia attesta anche l’esistenza di correnti interpretative tendenziose e
false, dagli effetti nefasti, che hanno portato,per esempio all’antisemitismo o ad altre discriminazioni razziali
o ad illusioni millenaristiche” (ivi).
f- Infine va ricordato che i diversi aspetti si intersecano tra loro, e che sempre interviene, tacito od espresso,
fuggevole o forte, un riferimento alla nostra condizione di uomini, per gustarla o ritrarsene spaventati o
delusi. Sempre Adamo dunque allo specchio.
4. ESIGENZE RICHIESTE
4.1 Parliamo anzitutto di atteggiamenti mentali, da mantenere per un corretto processo:
- Superare una certa ristrettezza mentale di fronte a questo modo nuovo di considerare la Bibbia, per
vedervi invece - se credente - una epifania del mistero della Parola;
- Rendersi quindi disponibile a valorizzare l’incontro per far crescere l’umanità dell’alunno, sapendo - se
credente - che questo realizza ciò che Dio vuole, è un’esigenza intrinseca della Parola di Dio;
- In questa logica tenere aperto il binomio ‘Bibbia - codice culturale’ verso la sua più completa identità,
considerandolo come un freccia la cui traiettoria va oltre il punto di una mera connessione orizzontale tra
causa ed effetto, connettendo, almeno come ricerca plausibile e ragionevole, gli effetti con la causa ultima
che è storicamente il mondo di fede dell’uomo biblico;
- Per questo, circa il nostro tema, farsene un capitolo della propria formazione biblica e biblico-didattica,
acquisendo una competenza, che superi l’epidermide di un facile dire che “la Bibbia è alla base della nostra
arte ecc. ,” affermazione vera, ma che rimane così campata in aria, come il cartoncino collegato al quadro,
se non si esamina in profondità il quadro.
4.2 E’ un processo delicato che rischia la strumentalizzazione, per cui anche qui vanno indicati dei criteri
corretti.
a- Il primo criterio è di svincolarsi da una pura fase di constatazione (ad es., ‘questa annunciazione del
Beato Angelico proviene da Lc 1,26-38’) o di limitarsi ad un puro godimento estetico-emotivo per l’innegabile
bellezza (il che non è poco). E’ il senso discutibile dato a ‘codice culturale’ da quanti non affrontano la
causa reale, profonda, in una parola, umana, dell’effetto prodotto, effetto che dischiude inevitabilmente una
finestra verso la dimensione religiosa.
E con riferimento diretto alla Bibbia, va tenuto presente che la conoscenza di questa non si può avere
badando esclusivamente alla storia degli effetti: si perviene ad una comprensione frammentata e selettiva
del Libro Sacro, colto parzialmente. Si dovrà pure arrivare a conoscere l’identità della Bibbia, così come
essa si presenta nel canone dei suoi 73 libri e secondo la sua intrinseca logica di sviluppo.
b- Questo non comporta automaticamente un passaggio al mistero della Parola di Dio. Ad es. se dalla carta
de diritti dell’uomo posso risalire ai dieci comandamenti come causa originaria, ciò non comporta una
intrinseca accettazione della fede in Jahvè: sarebbe una forma di fondamentalismo concordista e
impositivo.
Con altre parole, va riconosciuta una giusta autonomia a questo considerare la Bibbia come codice culturale,
e dunque riconoscere come valore anche una appropriazione puramente razionale, garantendo così anche
al non credente di approdare a questo tipo di riflessioni, non quindi con la fretta e in forza dell’a priori della
fede. E d’altra parte anche il credente, ascoltando il Requiem di Mozart e cercandone la radicazione
biblica, deve poter conoscere la genesi dell’opera e di tutto il contesto, religioso o meno, in cui è nata,
accettando di godere lui stesso della potenza evocativa di quei suoni come farebbe un suo collega ateo.
Insomma la Bibbia vuole che assieme al vero gustiamo il bello che da essa promana, riconoscendo che
forse i nostri amici laici sono più avanti…, anche se non lo sono del tutto, non giungendo al mistero della
15
La Bibbia, il grande codice dell’arte, in KallisteArte. Notiziario 2 (2005)1, 1-2.
Parola. In certo modo è giusto affermare: ‘deconfessianalizzare (intendo dire andare oltre certi stereotipi
sacralizzanti) per credere meglio’. Si pensi quanto la croce di Cristo ischi di essere impoverita dai fiumi della
facile compassione, e ritrovi invece la sua verità, anche dura, problematica, in una contemplazione
sinceramente umana che si chiede la ragione di ciò. In fondo la verità prima di fronte al Crocifisso non è
anzitutto quanto Gesù ha sofferto, e nemmeno quanto egli sia buono, ma piuttosto ‘perché lo ha fatto’ ,
scoprendo all’interno di ciò la verità di questo incredibile amore!
c- Un terzo criterio di un buon percorso, anzi un criterio che fa avanzare il percorso, sta perciò nel mettere in
luce l’humanum intrinseco e totale al prodotto culturale.
Non lo affermiamo in nome della fede, ma perché la Bibbia per sua natura non è né un libro d’arte, né una
teoria della religione, ma il racconto di persone, uomini e donne che dicono di aver incontrato Dio con i loro
bisogni, le loro attese, le loro emozioni, l’eterna questione del bene e del male, della vita e della morte, la
loro santità e la loro debolezza fino al tradimento. Sono questi ‘esistenziali’ che hanno finito per attirare
l’attenzione di altri uomini e donne lungo la storia da cui sono derivati gli effetti che fanno della Bibbia un
codice culturale. Questo non significa che ‘l’umanità’, espressa da un certo prodotto posbiblico, sia eguale
a quella di un altro effetto, o che sia sempre fedele e non sia piuttosto degenerativo rispetto alla fonte. Anzi
certe volte può avvenire che un momento parziale della Bibbia abbia una forza di attrazione più di altri
aspetti. Come, ad es. il grido di sofferenza e protesta di Giobbe ha avuto più letteratura, che non la
sottomissione di S. Giuseppe!
Globalmente è l’umanesimo biblico, ove il mistero di Dio è indubbiamente coinvolto nella vicenda dell’uomo,
con luci ed ombre, il fattore che ha provocato l’uomo dell’Occidente, tanto più se tale umanesimo ha il
profilo della personalità di Gesù Cristo.
Noi sappiamo che la lettura della fede ha la grazia di portare al bersaglio della piena verità questo humanum
trascritto nell’opera d’arte, ma non lo manipola né lo costringe, restando magari una fede interdetta e
addolorata, quando avverte che una espressione tanto umanamente sentita di un dato poeta o artista, non
riesce a raggiungere ciò che la fede vede. Mistero della libertà, dell’uomo e di Dio. Più di una volta sarà
questo il risultato a cui arriverà la lettura credente,accettando il frammento che gli viene concesso, ma
riconoscendo che quando si tratta sinceramente di uomo, di bisogni ed attese, di vette e di abissi, è sempre
di Dio nella sua immagine che si tratta.
d- Ma è vero che il credente non può non approdare - ed aiuta gli altri a farlo - al compimento della fede, a
dire cioè che l’incontro con il testo, come la traiettoria della freccia, arriva al bersaglio quando il punto di
vista estetico o filosofico giunge alla sorgente che l’ha prodotto e al compimento che lo sigilla: essere una
Parola, una comunicazione, un ‘esperienza che viene da Dio e a lui rimanda. Non è che si impone di
attraversare il ponte della fede, ma è lecito, anzi doveroso, come un atto di amore, indicare che vi è un
ponte della fede davanti a noi capace di altre risposte e di altre visioni. In sintesi ricapitolerei così questo
quarto punto: cogliere ed apprezzare la Bibbia come codice culturale, per meglio riconoscere ed apprezzare
la sua totalità di Parola di Dio.
5. L’APPLICAZIONE NELLA SCUOLA
Disgiungiamo il punto di vista della riforma della scuola (5.1), modelli e sussidi (5.2), percorsi (5.3).
5.1 La Bibbia nella scuola secondo la Riforma
Nel dispositivo della riforma si parla di Bibbia ovviamente nell’ambito dell’IRC, ma anche al di fuori di esso.
Se ne parla proprio - è logico pensarlo - nella prospettiva della “ storia degli effetti”.
5.1.1 Nel quadro generale (extra IRC)
Al di fuori degli OSA IRC, e quindi come dato normativo per la scuola come tale, si possono focalizzare tre
direzioni di marcia o applicazioni.
a- Incontrare la Bibbia come sviluppo della religione ebraico-cristiana.
Tra gli “ strumenti culturali per leggere e governare l’esperienza” si propone “l’ essere consapevoli, sia pur in
modo elementare, delle radici storico-giuridiche, linguistico-letterarie e artistiche che ci legano al mondo
classico e giudaico-cristiano, e dell’identità spirituale e materiale dell’Italia e dell’ Europa” (Profilo educativo I
16
ciclo e II ciclo) .
b- Incontrare la Bibbia come criterio di discernimento e di dialogo con istanze esistenziali e culturali
diventa un secondo livello di interessi.
Un ordine esplicito di obiettivi della Riforma riguarda la dimensione storica della realtà: conoscere la storia
come insieme di dati umani passati che ci pervengono come racconto meritevole di discussione e confronto,
e partendo dal dato storico, giungere alla maggior consapevolezza del tempo attuale. Occorre pervenire
ad
“avere memoria del passato, riconoscerne la permanenza nel presente e far tesoro di queste
consapevolezze per la soluzione dei problemi che si incontrano e per la progettazione del futuro” (Profilo II
ciclo).
Come esempio, si richiama “la narrazione biblica ed evangelica come modelli dell’arte del racconto quale
dimensione della storia” (Raccomandazioni Scuola Primaria, Storia).
Viene da arguire legittimamente che affrontare la Bibbia vuol dire fare buona scuola di memoria delle radici
italiane ed europee.
c- Un terzo ordine di obiettivi riguarda una serie di valori umani che incrociano facilmente il discorso biblico
cristiano. Si parla così di mettere l’alunno “ in condizione di distinguere il diverso grado di complessità che
caratterizza i diversi temi, tra cui ‘la problematica religiosa”, “avvertire interiormente la differenza tra il bene
e il male ed essere in grado di orientarsi nelle scelte di vita”, “porsi le grandi domande sul mondo, sulle
cose, sul sé e sugli altri, sul destino di ogni realtà”(Profilo I ciclo, II ciclo).
Ebbene come raggiungere questi obiettivi senza un confronto con la Bibbia?
d- Qualche conclusione
* Non compare - nonostante tante insistenze provenienti dallo stesso mondo laico - un riferimento esplicito
allo studio della Bibbia, né compare la qualifica di ‘grande codice’, ma se ne insinua, almeno
equivalentemente, il valore antropologico-culturale in quanto si afferma che “la religione ebraico cristiana” ha
un ruolo “sia nella nascita sia nell’idea di Europa”.
* E’ centrale dunque l’ottica della storia degli effetti, cioè si considera importante il nesso di causalità tra le
fonti ebraico-cristiane e ciò che ne deriva, nesso che va perseguito a tre livelli: per capire l’identità di Italia
ed Europa, per giungere alla comprensione della dimensione storica come dimensione di realtà, come
possibile aiuto (anche se non citato) alle domande di senso.
5.1.2
La Bibbia negli OSA IRC
Ne parliamo come punto d riferimento e dialogo per la totalità della scuola, in maniera tale che quanto or
ora detto possa trovare appoggio per una via di attuazione.
Dei 123 OSA IRC, oltre una trentina, un buon quinto, è dedicata alla Bibbia, ma con le dovute integrazioni
andiamo sulla cinquantina, più di un terzo dell’insieme. Noi teniamo presente la globalità dei riferimenti.
Riconosciuto come primo obiettivo che la Bibbia va incontrata in quanto è testimonianza primaria e
insostituibile della religione ebraico-cristiana, premessa per conoscerne anche gli effetti, si parla di un
secondo obiettivo, cioè che la Bibbia va incontrata in quanto è matrice originale ed ampia di storia
postbiblica (storia degli effetti).
Ecco una panoramica colta dalle Indicazioni nazionali per l’IRC.
(1) Nella scuola primaria
- Cogliere i segni cristiani del Natale e della Pasqua
- I segni e i simboli del cristianesimo, anche nell’arte
- Individuare significative espressioni d’arte cristiana per rilevare come la fede è stata interpretata dagli artisti
nel corso dei secoli
- Evidenziare l’apporto della Chiesa, con la diffusione del Vangelo, alla società e alla vita di ogni persona.
(2) Nella scuola secondaria di I grado
- La persona e la vita di Gesù nell’arte e nella cultura in Italia e in Europa, nell’epoca medievale e moderna
- Gesù e la Chiesa nella cultura attuale e nell’arte contemporanea
- Documentare come le parole e le opere di Gesù abbiano ispirato scelte di vita fraterna, di carità e di
riconciliazione nella storia dell’ Europa e del mondo
- Riconoscere vari modi di interpretare la vita di Gesù, di Maria e dei santi nella letteratura e nell’arte.
(3) Nella scuola secondaria di II grado
16
Con altre parole, si invita ad “ un’attenzione particolare alla religione ebraico cristiana e al ruolo da essa ricoperto
all’incontro tra Romani e i ‘popoli barbari’ sia nella nascita sia nella idea di Europa”(Raccomandazioni Scuola Primaria,
Storia); “Scoprire radici storiche antiche classiche e cristiane della realtà locale” (Indicazioni Scuola Primaria II biennio).
- Cogliere le caratteristiche dell’uomo come persona nella Bibbia e nella riflessione dei cristiani dei primi
secoli
- Cogliere i significati originari dei segni, dei simboli e delle principali professioni cristiane di fede
- Cogliere in opere d’arte (architettoniche, figurative, letterarie e musicali…) elementi espressivi della
tradizione cristiana
- Riconoscere in situazioni e vicende contemporanee modi concreti con cui la Chiesa realizza il
comandamento dell’amore.
5.1.3 Qualche osservazione
Congiungendo insieme i due livelli di obiettivi, extra IRC e IRC, si può concludere che grazie alla Bibbia, non
si conosce soltanto la Bibbia, ma ciò che essa ha prodotto lungo venti secoli, nell’area nord occidentale
anzitutto, ma successivamente va producendo nel Terzo mondo tramite la diffusione del cristianesimo e
della cultura europea.
a- Già ad una prima osservazione riconosciamo una panoramica di storia degli effetti di ampia estensione,
con chiara possibilità di lavoro interdisciplinare con le materia umanistiche. Il referente biblico centrale è la
figura del Cristo, e la Chiesa più indirettamente, nell’ambito dell’arte e dell’etica.
Le differenze tra i cicli di scuola consiste nel grado di approfondimento crescente, ma non tanto nei
contenuti.
b- Tali influssi ricadono in effetti religiosi (come scelte di carità), ma anche laici (come possono essere
diverse espressioni artistiche), e vengono proposti in quanto codificati in opere letterarie, in produzioni
artistiche, in istituzioni e, in particolare, nel vissuto di persone credenti viventi (la comunità dei cristiani che si
ispira alla Bibbia come libro di vita). Non si vuol dire che gli effetti prodotti siano sempre in piena
corrispondenza alla fonte biblica, ma ne risentono per qualche aspetto l’ispirazione.
c- In particolare - riprendendo un pensiero già detto sopra - va rimarcato l’orientamento esistenziale nella
comprensione degli effetti (lettura ermeneutica).
Frutto essa stessa di tante esperienze umane lungo diversi secoli, la Bibbia ha il pregio di entrare facilmente
in dialogo con esperienze fondamentali dell’uomo, quelle che immancabilmente si propongono, collegate
alle domande di senso, sulla vita e la morte, sul bene e il male, sulla origine e sulla fine. Porta in sé una tale
saggezza e profondità di risposta, collaudata dall’esperienza millenaria di generazioni che vi si sono
accostate, da essere universalmente stimata un capolavoro dell’umanità, il “Grande Codice” appunto,
meritevole di essere ascoltato, dai credenti per convinzione di fede, da tutti per la ricchezza di umanità.
d- In questa attenzione agli effetti, non va dimenticato il ricco e prestigioso linguaggio espressivo . E’ tipico
della grande letteratura coniugare strettamente quello che dice con il come lo dice. Alla Bibbia, per la sua
antichità e diffusione mondiale, viene riconosciuto il pregio di un linguaggio affascinante del tutto omogeneo
al contenuto, mediazione essenziale al messaggio. Tale sono le grandi scelte del racconto, del simbolo, del
linguaggio figurato come le parabole, delle riletture, in una parola dei generi letterari adoperati. Si può
considerare la più grande eredità linguistico-religiosa dell’umanità, con evidenti effetti post-biblici nell’area
del pensiero, della poesia, della narrazione.
e- Infine non va tralasciato quell’effetto biblico intraecclesiale che è la stessa religione ebraica e cristiana.
Chiaramente non si intende proporre la Bibbia da credenti, secondo le dinamiche partecipative proprie della
fede, ma venire a conoscere come i credenti intendono la Bibbia, cioè nella logica che deriva dalla
Rivelazione e nel contesto della fede della comunità dei cristiani, facendo questo percorso secondo un
procedimento specificamente scolastico, accostando cioè come oggetto culturale la stessa fede dei
credenti. Che lo meriti, basta ricordare che la Bibbia è il libro più diffuso al mondo perché due religioni lo
condividono e lo diffondono, ebraismo e cristianesimo. E’ grazie soprattutto ad esse che la Bibbia esprime i
valori di fonte sopra enunziati, cui si connette, come motivo causante, questa comprensione teologica della
Scrittura intesa, accolta e vissuta come Parola di Dio, con una straordinaria ricchezza speculativa ed
17
operativa, in campo etico, spirituale, artistico .
Concludendo
Vi è dunque un ponte levatoio abbassato tra mondo della nuova scuola e la fonte della Bibbia (e con essa la
storia della Chiesa o la Chiesa nella storia). Sarà importante da parte del docente approfondire questi
contatti per quello che riguarda la sua disciplina, magari condividendoli in un dialogo interdisciplinare.
17
Su questo livello si pongono gli effetti o applicazioni della Bibbia nella vita della Chiesa: l’uso liturgico, la pratica
pastorale-catechistica, segnatamente la Lectio Divina.
Si può concludere che nel quadro della riforma sarebbe inadempiente il silenzio sulla Bibbia in rapporto al
nostro patrimonio culturale, come sarebbe impoverita una presentazione della Bibbia e della storia cristiana
isolate e chiuse in se stessa, cioè all’interno della sola e solitaria ora di religione e in funzione strettamente
esplicativa della religione ebraico-cristiana senza sviluppare il ruolo di radici nel tempo postbiblico.
5.2 Modelli e sussidi
Quanto detto fin qui sulla Bibbia come ‘codice culturale’ nel senso che abbiamo inteso, è in fondo
un’enunciazione di una storia di intenti, una serie di spiegazioni, di motivazioni e di obiettivi. Ora urge una
traduzione operativa. Saranno per noi utili punti di riferimento, modelli e sussidi insieme.
Distinguiamo per utilità: livello globalmente culturale e livello scolastico.
5.2.1 Livello culturale
Intendiamo l’impegno degli autori di darci il know how, ossia mostrare ‘come si fa’ una lettura della Bibbia
come ‘codice culturale’. Anche qui a diversi piani:
a- Su piano di base, di fondazione epistemologica, troviamo il classico Verità e metodo di H G. Gadamer,
Fabbri, Milano 1972. Per una breve riflessione sul concetto di storia degli effetti, v. Bissoli C., La categoria
ermeneutica ’storia degli effetti’ e la lettura della Bibbia. Prospettive educativo-didattiche, in OP
49(2002)3,481-491.
b- Sulla Bibbia come “grande codice”, classico, ed anche un po’ difficile, è lo studio di N. Frye, Il grande
codice. La Bibbia e la letteratura, Einaudi, Torino 1986. L’attenzione su questa tematica - che è assai forte
nel mondo ebreo nordamericano- è posta sull’influsso decisivo che la Bibbia ha avuto sulla letteratura
occidentale (anglosassone).
Per una sintesi pregevole sul nostro tema, v. Bibbia e cultura: Bibbia arte (GF. Ravasi), Bibbia e letteratura
(U. Colombo), Bibbia e musica (M. Gallarani), in Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Paoline, Cinisello B.
18
(Mi) 1988 . Uno studio significativo è di Pelletier A.M., La Bibbia e l’Occidente. Letture bibliche alla
sorgenti della letteratura occidentale, EDB. Bologna 1999.
Sulla figura di Gesù, v. Castelli F., I volti di Gesù nella letteratura moderna, 3 voll., San Paolo, Cinisello B.
19
(Mi), 1990-1995 .
c- Una scelta di ‘apostolato’ della Bibbia come ‘grande codice’ in ambito letterario ed artistico, ed anche
musicale, ha fatto propria il già citato GF. Ravasi nelle rubriche fisse sul Sole 24 ore della domenica. Vi
sono anche suoi interventi periodici su Famiglia cristiana, Vita Pastorale e in tantissime altre occasioni
(conferenze, recensioni…). Quasi tutto poi viene stampato presso EDB, di Bologna e Edizioni San Paolo,
Cinisello B., Milano.
Ricordiamo i suoi commentari organici nelle Conferenze a S. Fedele (Milano), allegati ora nella
pubblicazione in più volumi della Bibbia di Gerusalemme edita dal Corriere della Sera.
Assai utili per il nostro assunto, sono i due volumi dedicati ad AT e NT: Il racconto del cielo. Le storie, le
idee e i personaggi dell’Antico Testamento, Arnoldo Mondadori, Milano 1995; La Buona Novella. Le storie, le
idee e i personaggi del Nuovo Testamento, Arnoldo Mondatori, Milano 1996.
d- Dizionari, o raccolte analoghe, vanno oggi proponendo, a forma di repertorio, la storia degli effetti legata
ai personaggi biblici od eventi specifici (Esodo, Natale, Crocifissione), inventariando produzioni letterarie,
figurative, teatrali, musicali, filmiche. Sono utili appunto come repertori.
L’editore Bruno Mondatori di Milano se ne fa carico con i volumi di Bocian M., I personaggi biblici.Dizionario
di storia, letteratura, arte , musica, 2000; Goosen L., I personaggi dei Vangeli Dizionario di storia, letteratura,
arte, musica, 2000.
e- Un altro flusso informativo e formativo insieme, è dato da quelle forme di diretto interessamento mediante
corsi, convegni, conferenze che periodicamente si svolgono a livello di studio, presso Università ed altri enti.
Ne ricordiamo due: un master universitario di secondo livello organizzato dalla Cattolica di Milano su Bibbia
18
V. anche La Bibbia come eredità culturale, in Concilium, 1995, n. 1; Giombi S., La Bibbia nella storia del cristianesimo
e della cultura occidentale. Prospettive di lettura, in Sincronie 4(2000)7,25-47; Visentin M.C., Bibbia e arte. I percorsi
della cultura e della fede, Ed Messaggero, Padova 2006
19
Heri et Hodie. Figure di Cristo nella storia, Edizioni Plus. Università di Pisa, 2001;Zucal S., ( a cura), Cristo nella
filosofia contemporanea, 2 voll., San Paolo, Cinisello B.(Mi), 2000; 2002; Viganò E.D., Gesù e la macchina da presa,
Lateran University Press, Roma 2005.
e cultura europea. I tesi biblici come fonte del pensiero filosofico e teologico, della letteratura e dell’ arte (si
20
svolgerà a Milano nel biennio 2006-2008) .
Per la sua intrinseca novità, non può andare dimenticata quella forma cultural-popolare, che possiamo
chiamare La Bibbia in piazza. Si realizza per lo più nel recinto ecclesiale, entro una connotazione di fede,
come la ‘Bibbia e gli anziani’, ‘Bibbia e scienza’, ‘Bibbia e l’arte di amare’. Un originale profilo presenta il
Festival Biblico di Vicenza, giunto alla III edizione, per cui la Bibbia, non dimenticando di essere, agli occhi
dei credenti, Parola di Dio si propone, anzi si attua come ‘grande codice’ della cultura nel qui e ora della
21
città dell’uomo .
5.2.2 Livello scolastico
E’ un’approssimazione che ci interessa maggiormente, perché si arriva concretamente alla scuola, che può
riguardare l’IRC, ma più largamente tutte le discipline, ed anzi può essere utile anche nella catechesi.
Ricordiamo quattro sussidi, non unici, ma certamente più vistosi, che svolgono la funzione di proporsi come
22
paradigma ricco di stimoli .
a- Comitato Bibbia Cultura Scuola (a cura di), La Bibbia, il libro assente, Marietti, Casale M, 1993 , pp.264.
Piccola eccellente guida, composta da oltre una ventina di esperti, cattolici e non, per conoscere e capire
le ragioni per cui la Bibbia non è presente nella scuola e nel dibattito cultuale italiano ed insieme per
affermare i motivi di una presenza. Sono notevoli riflessioni in chiave di ‘codice culturale’ su cui si è
innestato con più vigore il movimento attuale verso un” libro ritrovato”.
b- Chiarazzo R. - Troìa P., Il Codice Bibbia.La Bibbia a scuola, Società Biblica in Italia, Roma, 2004, pp. 48.
Con annesso cd-rom di illustrazioni di codici e manoscritti.
Di piccola mole, il testo propone “appunti e moduli didattici per valorizzare la Bibbia nei percorsi
interdisciplinari dei saperi scolastici”. Ricca bibliografia. Serve per far conoscere la Bibbia come ‘codice
culturale’ in se stesso e in rapporto ai vari saperi: Bibbia e letterature, …e dialetti italiani, …e arte, …e
musica, … e scienze, … e corpo ,…e altri saperi.
c- Salvarani B., A scuola con la Bibbia. Dal libro assente al libro ritrovato, EMI, Bologna 2001, pp. 251.
E’ una eccellente introduzione al nostro tema, per chiarezza e concretezza. Uno strumento buono per
capire e far capire. Con ricca e puntuale bibliografia e con ampie citazioni di appoggio di diversi esperti. Una
prima parte di 11 capitoli sviluppa il motivo di Bibbia come codice culturale in rapporto alla “scuola, all’Italia,
all’Occidente, alla letteratura, all’arte, alla musica, al cinema”. La seconda parte di 10 capitoli presenta delle
schede in cui sono toccati grandi temi e personaggi biblici, esaminati prima dentro la Bibbia e poi negli
effetti di tipo letterario, artistico, musicale.
Abramo, Esodo, Geremia, Giona, Giobbe, Qohelet, Cristo, Giuda e Pilato, Maria, Apocalisse sono i contenuti
di riferimento.
d- Stefani P., La radice biblica. La Bibbia e i suoi influssi sulla cultura occidentale, Bruno Mondatori, Milano
2003, pp. 224.
Comprende sette capitoli: il primo propone l’identità della Bibbia e spiega la categoria di “storia degli effetti”,
notandone la molteplicità di aspetti. Poi sceglie sei grandi temi, grandi nella Bibbia e nella incidenza
esistenziale (creazione, liberazione, memoria e testimonianza, l’incontro con l’altro, la ricerca della verità, i
poveri e gli umili) e vi applica a ciascuno una triplice scansione: la visione biblica, con un’antologia di passi
biblici; “riprese letterarie o filosofiche”, ossia una sintesi organica del pensiero di autori lungo tutta la storia;
e poi, a seconda del contenuto, inserisce “riprese artistiche, o filosofiche, o scientifiche, o influssi storici”,
ossia un documentazione di approfondimento con testimonianze di derivazione artistica, letteraria,
scientifica, storica, ogni volta con abbondante bibliografia e dando “suggerimenti per un ulteriore percorso”,
23
richiamando contenuti delle discipline della scuola. Il volume è pensato per la secondaria superiore .
20
Comprende corsi-base sulla Bibbia ; corsi specialistici a carattere interdisciplinare dedicati alle ripercussioni
teologiche e filosofiche, letterarie e artistiche delle Sacra Scritture nelle diverse epoche; esame dei rapporti tra Bibbia,
letteratura e arti in prospettiva interdisciplinare ; Bibbia-ebraismo; Bibbia-Islam.
21
Ciò si compie sulle piazze, strade, luoghi di ritrovo, ecclesiali e laici, con una polifonia di voci (cattolici, ebrei), di punti
di vista (teologia, filosofia, letteratura, scienze, arti…) , di segni (conferenze, musicals, mostre, spettacoli, ‘aperitivo’), di
esperienze: parola che parla , parola tra le mani, parola da vedere, gustare la parola, profumo di parola. Ed anche
parola che prega.
22
Aggiungiamo Theissen G, Motivare alla Bibbia. Per una didattica aperta della Bibbia, Paideia , Brescia 2005. Di origine
tedesca, e di standard scientifico, l’opera propone una didattica della Bibbia in contesto di secolarizzazione. Mostra in
prospettiva dialogica il rapporto della Bibbia con le scienze della natura, sociali, dello spirito ( arte, letteratura), con la
cultura secolare, con le altre religioni e con le diverse confessioni cristiane.
23
Es. tema: Creazione. 1. Concezione biblica di creazione con passi vari Gen 1 e 2, Sal 148; 2. Riprese letterarie:
Cantico delle creature di S. Francesco con ampio studio di questo, facendo confronto con Leopardi e Manzoni ; 3.
Merita ricordare quanto può essere proposto da riviste didattiche… Come in CEM Mondialità, L’ora di
religione…
5.3 Percorsi
Procediamo accennando ai requisiti utili al processo della scuola, facendo poi delle esemplificazioni.
5.3.1 Suggerimenti operativi
a- A cosa mira ultimamente questo processo?
Certamente a far conoscere la Bibbia e la sua fecondità nella storia.
Ancora più addentro, porta a conoscere lo specifico referente biblico considerato, come pure l’incidenza
linguistica, concettuale, esistenziale che ne promana , appunto attraverso gli effetti.
Il che significa non tanto fare un riscontro notarile tra effetto e causa biblica, ma in certo modo rompere il
sigillo (il libro) in cui il dato biblico (persone, eventi, esperienze…) si trova prigioniero, in quanto possiamo
notare la sua efficacia potenziale nella storia, oggi come ieri, osservando con particolare attenzione
l’impatto, così imprevedibile e talora straordinario, sul soggetto che è entrato nella sua orbita (pittore, poeta,
politico, leader, credente…).
Ultimamente si dovrebbe approdare a chiedersi sulla identità vera della Bibbia, come mistero della Parola
di Dio ed insieme a chiedersi sulla identità della persona che da questo incontro riceve un peculiare
influsso. Ciò spinge anche a chiedersi, perché l’effetto posteriore non ha mantenuto in tutto o in parte il
legame con la matrice biblica cui era rapportato (si pensi alla concezione di storia e futuro nella ideologia
marxista), ed anche – domanda ancora più inquietante - perché la Bibbia si è resa sterile in tante forme della
vita, perché non ha più effetti?
b-Quale tema?
Il processo – per avere più facile sviluppo - deve innestarsi su un tema di largo respiro, ad es., nelle classi
della secondaria superiore, la creazione nell’arte, la figura di Gesù nei filosofi del ‘900, l’ispirazione biblica in
Bach, il Decalogo nella storia del diritto e del costume, guerra e pace:il pensiero biblico nella tradizione
occidentale, escatologia biblica nel pensiero marxiano, gli archetipi biblici in Jung, dalla croce di Cristo alle
sacre rappresentazioni della Passione, le radici ebraico-cristiane di Europa, Bibbia e Corano… Più il tema è
ristretto più attenzione va messa per cogliere correttamente il rapporto tra Bibbia e i suoi effetti.
Il referente biblico può essere espresso da una persona (Gesù Cristo è facile princeps) o da un avvenimento
(l’esodo), o da una categoria (la salvezza), ma anche implicito, come quando si pone per referente la
Chiesa, o il Vaticano II (v. OSA IRC), esplicitandone ovviamente la connessione biblica.
c- Quale è il percorso da fare?
Chiaramente il percorso migliore è quello ritagliato sui bisogni e condizione dell’uditorio, con una proposta
creativa e attiva, compartecipata, suscitando interesse ed evitando noiose elencazioni di rapporti tra Bibbia e
postbibbia, soprattutto aiutandoli alla scoperta con piste di ricerca approfondimento.
d- Quale punto di partenza?
Il percorso può muoversi, e abitualmente avviene, dal tema biblico agli effetti determinatisi. In questa
direzione si muovono gli OSA e il modello proposto dagli autori citati sopra. Si può anche partire dall’effetto
che cerca causa (da un fenomeno artistico o umano che richiami la fonte biblica), sul presupposto accertato
che vi sia una vincolazione reale, anche se qui e ora non conosciuta, dimenticata o in termini dialettici, di
contrasto, tra dato e Bibbia. Si pensi ad es. la relazione tra la Carta dei diritti dell’uomo e il Decalogo
biblico. E’ un movimento più attuale, ma più complesso, pensabile per giovani ed adulti. Gli autori citati
dicono bene la procedura, però da verificare e impostare nella propria concreta situazione.
E’ importante ricordare che questo raccordo non corrisponde al più generale processo di attualizzazione di
un testo biblico o di lettura biblica di un fatto umano. Attualizzare è un impegno più generale e non suppone
un influsso del Libro Sacro, o comunque non se ne tiene conto.
e- Quale è la procedura più efficace?
Un percorso interdisciplinare è la via migliore. Gli ambiti più frequenti sono: Bibbia e arte, Bibbia e
letteratura, Bibbia e musica, Bibbia e cinema (TV), Bibbia e pensiero (filosofia). Può essere un docente che
mette in movimento più discipline , ed ancora meglio più docenti che fanno interagire la propria disciplina
(arte, lingua, letteratura, musica, storia).
f- Quali tappe ?
Riprese artistiche: la creazione nell’iconografia medievale (mosaici di S. Marco di Venezia) e michelangiolesca, con un
approccio scientifico.
Da quanto abbiamo fin qui detto, deve precedere la scelta del tema adeguato, su cui impostare il percorso
(es. La risurrezione di Pier della Francesca, il Giudizio Universale di Michelangelo…); segue il momento
della duplice lettura (spiegazione, interpretazione): lettura biblica corretta del tema e lettura corretta del
dato post-biblico; rinvenimento dei rapporti del tema biblico con il post-biblico e viceversa, e reciproca
interpretazione; messa in evidenza dello spessore esistenziale in gioco (nel testo biblico, nella
codificazione post-biblica); apertura sulla Bibbia nella sua autenticità, cioè su come l’uomo biblico intende
le esperienze di cui si parla, e cioè come rivelazione stessa di Dio, sua Parola, e proprio per questo avvertita
ultimamente come il ‘grande codice’ dell’uomo.
Se volessimo tradurre in atti concreti il percorso, valido per tutte le età, si possono indicare i seguenti passi
(stando sempre nell’ambito dell’arte, ma con analogia per altri ambiti): le reazioni ad un primo contatto sia
con l’opera d’arte sia con il testo biblico; approfondimento bipolare del dato artistico e di quello biblico;
confronto per una reciprocità; appropriazione, intesa come reazione soggettiva motivata (in che cosa mi
sono arricchito, cosa mi sembra estraneo). Infine, seguendo la dinamica intrinseca dell’arte, il momento
conclusivo non può essere che di contemplazione silenziosa di un’opera d’arte che ha trovato la freschezza
della sorgente, ma anche di un testo biblico che ha trovato la potenza dell’artista.
5.3.2 Esemplificazioni
Dato che all’IRC è affidato un compito esplicito, proponiamo qui il commento di tre OSA attinenti al nostro
argomento, per i tre gradi di scuola (A) e poi dei suggerimenti per la scuola in generale (B).
A. Dagli OSA IRC
a- Scuola primaria(II biennio)
“Individuare significative espressioni d’arte cristiana per rilevare come la fede è stata interpretata dagli artisti
nel corso dei secoli”.
E’ un obiettivo storico-artistico-ermeneutico fissato specificamente sull’arte e mirante a leggere
l’espressione artistica come modo di comprendere la fede.
Il processo richiede attenzione su due passaggi:
- Cogliere ‘espressioni di arte cristiana’ lungo i secoli, segnatamente - è la via più facile - nell’ambito della
pittura (dalle iconi bizantine, a Giotto, ai pittori del rinascimento, ai giorni nostri), ma anche della scultura (es.
la Pietà di Michelangelo) e dell’architettura (es. una Chiesa romanica, gotica…).
- Dopo una lettura attenta dell’opera in se stessa, diventa necessario il confronto con le fonti bibliche per
capire fedeltà o meno al testo biblico, come pure somiglianza e differenza tra le opere d’arte. Il che porta a
cogliere modalità diverse di esprimere la fede, per diversi aspetti, valutandone la consistenza veritativa e
la presa esistenziale. La rappresentazione artistica non è tenuta ad essere una copiatura della Bibbia,
potrà essere una interpretazione esegeticamente non del tutto corretta, non si dovrà tralasciare o trascurare
il fascino della bellezza, grazie alla quale l’arte dice compiutamente la sua verità, pervenendo all’intuizione
della Bibbia come fonte di bellezza.
b- Scuola secondaria I grado
“Documentare come i valori proposti da Gesù abbiano ispirati scelte di vita fraterna, di carità e di
riconciliazione nella storia di Europa e del mondo” .
E’ un concretizzazione significativa di un obiettivo precedente (“La figura di Gesù nell’arte e nella cultura in
Italia e in Europa, nell’epoca medievale e moderna”) in termini più antropologici, esistenziali. Qui, come dice
il testo, deve venire in aiuto la storia, quella di Europa (e quindi ovviamente dell’Italia) e del mondo. E’
proposta tanta estensione per poter cogliere meglio dati che essendo universali, sono normalmente più
rilevanti e più facilmente identificabili. Si invita a precisare i ‘valori’ che Gesù ispira. Sono dell’ordine della
vita fraterna, della carità, della riconciliazione. Vengono alla mente almeno due tipi di referenti:
* Figure di uomini di Dio (santi/e) che hanno dato ‘un’anima’ all’Europa e al mondo: dal monachesimo
benedettino, alla missione di S. Francesco e di Santa Caterina, a Don Bosco, al dottor Schweizer, a Martin
L. King, a Madre Teresa, a P. Pio, G. La Pira. Giovanni Paolo II ha proclamato patroni di Europa, accanto a
S. Benedetto, S. Caterina, S. Brigida, i Santi Cirillo e Metodio, Edith Stein.
* Fattori positivi, come le Carte dei diritti dell’uomo e iniziative benefiche, come opere di aiuto al prossimo
(es. il Cottolengo).
Chiaramente il processo di ricerca, se non mira per sé a trattare della persona di Gesù, non può non
approdare ad un confronto-verifica tra il testo evangelico e le esperienze riportate. Il procedimento qui usato
è positivo. Avrebbe valore individuare criticamente anche il negativo, ossia come il Vangelo sia stato ‘tradito’
lungo la storia con gli effetti disastrosi succeduti (si pensi alle persecuzioni lungo i secoli, le forme di
oppressione e di guerra…).
c- Scuola secondaria II grado
“Riconoscere in situazioni e vicende contemporanee modi concreti con cui la Chiesa realizza il
comandamento dell’amore”.
Questo OSA nell’area morale vuol certificare e confermare, tramite l’esperienza ecclesiale, il valore
supremo dell’amore, il comandamento dei comandamenti, la base della morale cristiana. Si invita non tanto
a fare speculazioni, ma mostrare la testimonianza concreta della prassi di carità della Chiesa, conoscendo e
facendo conoscere situazioni, vicende, iniziative, persone. E’ un brillante ed impressionante capitolo che
tanto coopera a rendere credibile la Chiesa e la stessa fede in Gesù Cristo. Vengono alla memoria i grandi
nome di Madre Teresa, dell’Abbè Pierre, del Sermig di Torino, la vasta gamma delle Caritas nazionali,
diocesane e parrocchiali. Importante saper tenere uniti il fenomeno con la causa evangelica, esaminando
dall’interno il pensiero di queste persone e movimenti. Lungo il processo, non si possono trascurare anche
gli aspetti non luminosi e le ragioni soggiacenti.
B. Tematiche privilegiate per la scuola
Ne proponiamo una serie in corrispondenza anche alle Indicazioni nazionali sopra citate(5.1.1), invitando ad
una estensione ed approfondimento in rapporto al grado di scuola e alla possibilità di tempo.
* Si può pensare ad un lavoro comune di più classi, magari interdisciplinare, coinvolgendo l’insegnante di
religione. Nulla toglie il contatto e la partecipazione di altre istituzioni, come la comunità cristiana, il centro
culturale cittadino, altre agenzie.
* Il processo del laboratorio, dove gli alunni, in team e singoli, partecipano dalla ricerca alla conclusione, con
compiti ben definiti, è la via più efficace. Il materiale utile è dato dalla Bibbia con un buon commentario, da
documenti scritti (libri), da immagini, da testimonianze. La migliore conclusione è la produzione di un
‘oggetto culturale’ (dossier letterario, artistico, fotografico…) in vista di una esposizione al pubblico (genitori,
autorità…).
LA BIBBIA “ LIBRO DEL FUTURO DI EUROPA”
a- Impostazione del tema: “ perché, che cosa, come” avviene la ricerca
b- La raccolta di testimonianze
* Voci autorevoli: Giovanni Paolo II, Ecclesia in Europa, 2003; Card.Martini (v. sopra);
Card. Ratzinger…
* Ricerca nell’area artistica: es. una ricerca sulle cattedrali europee e la loro ispirazione biblica
analogamente nell’ambito pittorico e musicale
* Area letteraria, filosofica, giuridica
c- Confronto critico con la Bibbia
d- Quale ‘homo europaeus’: fattori di unità e di contrasto
e- Una rilettura della Bibbia alla luce degli effetti considerati e reciprocamente
BIBLIOGRAFIA
Ratzinger J., Europa.I suoi fondamenti oggi e domani, San Paolo, Cinisello B. (MI), 2004; Pera M.- Ratzinger
J., Senza radici. Europa, relativismo, cristianesimo,islam, Mondatori, Milano 2004; Rizzi A., Europa. La
formazione della coscienza moderna, Messaggero, Padova 2004; Martini C.M., Il libro del nostro futuro, in
Jesus 7 luglio 2004.
BIBBIA E LETTERATURA ( FILOSOFIA, STORIA, SCIENZE)
Pure qui occorre passare dalla genericità incontrollabile, a tematiche specifiche in relazione ad un interesse
condiviso (dettato dal programma scolastico, da interessi specifici, come anniversari…).
* Si può pensare, ad es., ad una ricerca dei motivi biblici nell’opera del Manzoni, nei letterati ebrei
contemporanei, di cui diversi sono Premi Nobel, ma anche negli scrittori vicentini (Fogazzaro, Zanella,
Piovene…).
Lo stesso dicasi in filosofi significativi (da Agostino a Vattimo). O per un determinato periodo storico, ad es.,
alle origini degli Stati Uniti di America, nel Risorgimento italiano, nel pensiero di W.G. Bush e dei Neo-con.
O in relazione alla ricerca scientifica: dall’affare Galileo, Darwin, Einstein, a PG. Odifreddi.
* Si possono studiare opere che trattino espressamente di questo tema, ad es. di Castelli F., I volti di Gesù
nella letteratura moderna, 3 voll, San Paolo, Cinisello B.(Mi), 1990-1995; o di Zucal S. (a cura di), Cristo
nella filosofia contemporanea, 2 voll, San Paolo, Cinisello B.(Mi), 2000-2002
* Anche qui il processo chiede una fase di ritrovamento di motivi biblici, un confronto con il testo sacro, quali
componenti esistenziali appaiono in gioco, cosa si danno reciprocamente Bibbia e letteratura…
I due libri di Stefani e Salvarani possono aiutare a muoversi.
BIBBIA E ARTE
Il tema è troppo vasto e generico. Conviene scegliere un pittore (scultore, architetto…), o un secolo, o un
territorio (anche quello della propria città) in rapporto ad opere ispirate dalla Bibbia, o viceversa un tema
biblico (es. la creazione) ricercato con gli stessi parametri . E’ importante avere materiale di riferimento.
Passi da compiere:
* Leggere l’opera d’arte nel contesto di origine e in rapporto alla Bibbia
* Leggere la Bibbia in rapporto all’opera d’arte. Convergenze e differenze
* Far emergere il mondo umano della Bibbia, dell’artista, di noi lettori.
* Cosa si danno reciprocamente Bibbia e arte.
BIBLIOGRAFIA
Debray R., La Bibbia nei capolavori della pittura, 2 voll, Piemme, Casale M., 2004; Episodi e personaggi
dell’AT (a cura di Ch. de Capoa), Electa Mondatori, Milano, 2003; Episodi e personaggi del Vangelo (a cura
di Zuffi S.), idem, 2003; Mazzarello M.L., Tricarico M.F. (a cura di), Insegnare la religione con l’arte, 5
fascicoli, LDC, Leumann (Torino) 2002-2005 (per la scuola primaria); Visentin M.C., Bibbia e arte. I percorsi
della cultura e della fede, Messaggero Ed. Padova 2006.
BIBBIA E MUSICA
* Qui occorre disporre di documentazione storica e capacità di interpretazione musicale.
La scelta dell’argomento va nella stessa direzione detta per Bibbia e arte (es. motivi biblici nelle opere di
Verdi; nella ‘Buona Novella’ di F. De André; nei musical moderni: Jesus Christ Superstar, Genesis di
Battiato…).
* Passi da fare: senso biblico del tema messo in musica; audizione attenta e commentata; il confronto: cosa
si danno reciprocamente Bibbia e musica.
BIBLIOGRAFIA
La Musica e la Bibbia, ed. Garamond 1992 (con audiocassetta); Ravasi GF.-Turoldo D.M, ll canto della
rana, Musica e teologia nella Bibbia, Piemme, ,Casale M., 2003.
BIBBIA E CINEMA (TV)
Anche qui occorre disporre della conoscenza della Bibbia, ma anche del linguaggio filmico. realizzando un
confronto critico di convergenza e di contrasto.
Campi di applicazione, un film biblico come I 10 Comandamenti, Passion, la serie biblica recente in TV.
Un filone significativo riguarda la figura di Gesù.
BIBLIOGRAFIA
Il cinema e la Bibbia - Atti Convegno internazionale di Biblia 1999, Morcelliana, Brescia 2001
Viganò E.D., Gesù e la macchina da presa, Lateran University Press, Roma 2005.
LA BIBBIA NEL DIALOGO INTERRELIGIOSO
Il processo accessibile deve limitarsi a due poli che hanno effettivo riferimento alla Bibbia: ebraismo e
islamismo.
Bibbia e religione ebraico-cristiana
* Impostazione della ricerca: “perché, che cosa, come” della ricerca
* Lettura (interpretazione, uso, effetti…) cristiana della Bibbia; lettura ebraica (interpretazione, uso, effetti…).
Espressioni tipiche (scritte, vissute) lungo i secoli
* Convergenze, differenze, contrasto
* Il fenomeno dell’antisemitismo…. Concilio Vaticano II, Nostra Aetate; documenti della S. Sede sul dialogo
ebreo-cristiano
* Una ricomprensione della Bibbia
* Per un dialogo costruttivo (v. PCB, Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana,
2001).
BIBLIOGRAFIA
Cfr. Kueng H., Ebraismo, Rizzoli Milano 1991; Sierra J.S. (a cura di), La lettura ebraica delle Scritture,
EDB, Bologna 1995; Stefani P., Introduzione all’ebraismo, Queriniana, Brescia 1995
Bibbia e religione islamica
* La questione: “perché, che cosa, come” della ricerca
* Bibbia e Corano: contatti e influssi, differenze, contrasti, punti di convergenza
* L’ antropologia, ethos biblico ed ethos islamico
* Una ricomprensione della Bibbia nel confronto con il Corano. Il criterio per un dialogo corretto.
BIBLIOGRAFIA
Kueng H., Islam.Passato, presente e fuuro, Rizzoli, Milano 2005; Guzzetti C,,Bibbia e Corano. Un confronto
sinottico, Paoline, Milano 1995; Negri T.A., I cristiani e l’Islam in Italia, ELLEDICI, Leumann (TO) 2005.
ESPLORARE LA BIBBIA NEL VICENTINO (o altro territorio)
* Può essere un obiettivo programmato, in collegamento magari con qualche agenzia pertinente
(scolastica,ecclesiale, civile).
* L’area di ricerca è vasta: opere letterarie (scrittori, poeti), opere artistiche (pittoriche, scultoree,
architettoniche, in musei, all’aperto , dalle cattedrali ai capitelli), teatrali, musicali; area del sacro (comunità
cristiana, altre confessioni, sette…); l’esperienza del festival biblico
* Chiaramente il percorso richiede documentazione, confronto tra Bibbia ed effetto, in termini di consenso o
di dissenso, quale concezione dell’uomo…
* Linea–guida:Cosa ha dato la Bibbia a Vicenza, che cosa ha offerto Vicenza alla Bibbia, cosa possono
24
donarsi reciprocamente?
24
Un obiettivo potrebbe essere quello di partecipare al III Festival biblico di Vicenza(2007), con i prodotti delle scuole
della provincia.
INDICAZIONE BIBLIOGRAFICA
AA.VV., La Bibbia, il libro assente, Casale M, Marietti 1993
AA.VV., La Bibbia come eredità culturale, in Concilium, 1995, n. 1
AA.VV., Bibbia e cultura: Bibbia arte (GF. Ravasi), Bibbia e letteratura (U. Colombo), Bibbia e musica (M.
Gallarani), in Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, Cinisello B.(Mi), Paoline 1988
AUERBACH E., Mimesis. Il realismo nella letteratura, 2voll, Torino, Einaudi 1983
Bibbia e cinema. Possibilità di una traduzione audiovisiva, Milano, Centro Ambrosiano 1998
BISSOLI C., La categoria ermeneutica ‘storia degli effetti’ e la lettura della Bibbia. Prospettive educativodidattiche, in OP 49(2002)3,481-491
CASTELLI F., I volti di Gesù nella letteratura moderna, 3 voll, Cinisello B.(Mi), San Paolo 1990-1995
DOGLIO F. ( a cura di), Il teatro e la Bibbia, Roma, Garamond 1995
FRYE N., Il grande codice. La Bibbia e la letteratura, Einaudi, Torino 1986
GIOMBI S., La Bibbia nella storia del cristianesimo e della cultura occidentale. Prospettive di lettura, in
Sincronie 4(2000)7,25-47
HERI et HODIE, Figure di Cristo nella storia, Università di Pisa, Edizioni Plus. 2001
PELLETTIER A.M., La Bibbia e l’ Occidente, Letture bibliche alle sorgenti della cultura occidentale, Bologna,
EDB 1999
THEISSEN G, Motivare alla Bibbia. Per una didattica aperta della Bibbia, Brescia, Paideia 2005
TROÌA P. (a cura di), La musica e la Bibbia, Roma, Garamond 1993
VERDON T. (a cura di), L’arte e la Bibbia. Immagine come esegesi biblica, Firenze. Ed. Biblia 1992
VIGANÒ E.D., Gesù e la macchina da presa, Roma, Lateran University Pess 2005
ZUCAL S. (a cura di), Cristo nella filosofia contemporanea, 2 voll, Cinisello B.(Mi), San Paolo 2000; 2002
STRUMENTI DI LAVORO
CHIARAZZO R. - TROÌA P., Il Codice Bibbia. La Bibbia a scuola, Roma, Società Biblica in Italia
MAZZARELLO M.L. - TRICARICO M.F. (a cura di), Insegnare la religione con l’arte, 5 fascicoli, Leumann
(TO), ELLEDICI 2002-2005
RAVASI GF., Il racconto del cielo. Le storie, le idee e i personaggi dell’Antico Testamento, Milano, Arnoldo
Mondadori 1995
RAVASI GF., La Buona Novella. Le storie, le idee e i personaggi del Nuovo Testamento, idem 1996
SALVARANI B., A scuola con la Bibbia. Dal libro assente al libro ritrovato, Bologna, EMI 2001
STEFANI P., La radice biblica. La Bibbia e i suoi influssi sulla cultura occidentale, Milano, Bruno Mondatori
2003
VISENTIN M.C., Bibbia e arte. I percorsi della cultura e della fede, Padova, Messaggero Ed. 2006