Attilio Camozzi uomo dalle maniche rimboccate, sempre
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Attilio Camozzi uomo dalle maniche rimboccate, sempre
39 GIORNALE DI BRESCIA · Sabato 3 ottobre 2015 ECONOMIA [email protected] Il lutto Addio a un protagonista dell’economia e dello sport IL RICORDO Il lavoro, la passione e il carattere CAVALIERE IRONICO AMAVA LE FABBRICHE Gianni Bonfadini · [email protected] I Cavaliere. Si è spento ieri all’età di 78 anni Attilio Camozzi, uno dei più prestigiosi «capitani» dell’industria bresciana Attilio Camozzi uomo dalle maniche rimboccate, sempre Si è spento dopo lunga malattia un self-made man Partì da una piccola stanza e creò una grande holding LUMEZZANE. Attilio Camozzi ha chiuso i suoi intensi giorni a 78 anni, vinto dalla malattia che pure aveva momentaneamente domato. Con lui scompareunimprenditoreeccellente di quella generazione irripetibile, dalle maniche sempre rimboccate, che ha fatto la fortuna di oggi. La camera ardente nella casa di via Tito Speri, a Lumezzane. Lunedì i funerali. Imprenditore. Attilio ha speso bene il tesoro della vita, per sé e per gli altri, assecondando il suo transitivo «sì» all’intrapresa più ardita. Con i fratelli Luigi e Geromino aveva originato la prima aziendina di lavorazioni in conto terzi sotto casa, non contando le ore, in mirabile sintonia, la stessa che ha permeato 51 anni di proficuo cammino insieme, che ha permesso di inserire otto nipoti nel divenuto formidabile gruppo internazionale, di dar lavoro a migliaia di dipendenti. Attilio ha sempre guardato lonta- Dal calcio alla Formula 1 Era vero uomo di sport Le passioni LUMEZZANE. Dal calcio di pro- vincia al mondiale di Formula Uno, dal rugby alla pallavolo, fino al tennis. Attilio Camozzi era un vero uomo di sport, un appassionato, uno che amava le emozioni forti. Ma soprattutto era vicino con la sua azienda a squadre, manifestazioni, atleti. Era uno di quei uomini che contribuiscono ai successi, a Hz6/gN7RZFzKU2OvQiPmaDvDznfMGvCs3os+DK8tFQ8= Lo sport. Camozzi amava il calcio la statunitense Ingersoll, la Marzoli, per citare soltanto le aziende storiche per eccellenza. La sacralità del lavoro. Attilio Camozzi viveva di quello spirito tutto lumezzanese per il quale il lavoro è sacro e per ciò stesso la «devozione» verso di esso sapeva di dovere quotidiano. L’uomo Camozzi, in più, manteneva un’ammirevole semplicità, tradotta in aperta cordialità, mai facendo valere (se mai vale) il successo, o il rino: l’intuito, la preveggenza, conoscimento del cavalieradoni ben coltivati. to, per rimanere fedele a se Il talento d’imprenditore an- stesso, gli amici conservati codava al di là dell’immaginabi- me bene autentico. le tanto che già alla fine degli Significativa la circostanza anni Ottanta la Camozzi apri- del suo nomignolo «Campa», va la filiale di Shanghai quan- nato quando il minuto Attilio do nessuno aveva previsto il giocava a calcio sul campetto futuro «gigante giallo». Nel dell’oratorio e per tutti era 1980 in Germania «Campatelli», cooperava la prima Dalla piccola me la piccola, velodelleventuno filia- aziendina cissima ala del Mili sparse nel mon- sotto casa lan anni Cinquando sempre in arta. ad un gruppo monia coi fratelli, Non si contano tra la saggia pru- internazionale anche i segni genedenza di Geromi- ma radicato rosi, mirabile tratto no e la vocazione nel Bresciano della Lumezzane tecnica di Luigi. produttiva, capace Attilio correva e si doveva sta- di creare ricchezza e di elargirre al suo passo d’industriale la.Attilio Camozzi non è passaavvinto dal rischio, essenza to invano tra noi, per questo dell’intrapresa stessa. Così, resterà nella storia bresciana. via via, s’aggiungevano allo Oltre il dolore ed il compianstabilimento d’origine in Lu- to. // mezzane, l’Innse, la Berardi, EGIDIO BONOMI prescindere da quale sia il palcoscenico. Non faceva affatto la differenza per il Cavaliere, che per questioni affettive s’era legato in primis a Polpenazze. Ha partecipato alla crescita dell’Unione Sportiva locale (di cui era presidente onorario) ed in particolar modo di quel torneo notturno che è il fiore all’occhiello dell’estate dilettantistica bresciana. Da anni poneva il proprio marchio sulle maglie della Valtènesi, anche se quello stesso brand aveva già fatto il giro del mondo. Sui bolidi della F1 prima di tutto, con 15 anni di sponsorizzazioni (dal 1984 al 1994 e dal 1996 al 2001), con scuderie anche storiche come la McLaren. E ancora in pista con il campionato SuperStars, l’Italiano ed Europeo 125 di moto, il Mondiale delle automobili da turismo con un team proprio dal 2014. Attilio Camozzi negli anni è stato a fianco del Rugby Calvisano e della Gabeca di pallavolo. Dal 2013 ha messo il proprio marchio anche sul torneo Open di tennis in carrozina che si tiene in città. E quando il Brescia calcio è stato in difficoltà, anche il Cavaliere è stato al tavolo degli imprenditori locali alla ricerca di una soluzione per garantire la continuità. Un vero uomo di sport, a tutti i livelli. // l lavoro, l’affabilità, la capacità di coinvolgere, l’ironia e l’autoironia. Si rideva, ci si prendeva in giro, si commentava come girava il Mondo. Finito di presentare il bilancio (che Attilio Camozzi presentava con regolarità e puntualità ogni anno, a differenza della gran parte dei suoi colleghi) si aprivano siparietti e scenari. Un uomo innamorato delle fabbriche, delle sue per prime, ma anche delle altre, magari di quelle che non andavano bene e che per lui rappresentavano una sofferenza. Non si capacitava di come grandi marchi bresciani potessero andare al macero. Lui, nato dal niente, non Ha comprato trovava ragioni del perchè, aziende con marchi che erano un mito grandi marchi quando lui era un ragazzino, perchè avevano potessero - semplicemente e grandi storie drammaticamente - non esistere più. E quindi Berardi, la Innse di Brescia, la Marzoli, le Fonderie Mora e l’altra Innse, quella di Milano che stava rovinando con gli operai sul tetto d’agosto, e lui che non si capacitava di come si potesse buttare al vento quella tecnologia, gli impianti, la gente; la stessa cosa in America dove si comprò un pezzo di Ingersoll. Gli pareva uno scempio, economico e morale non tentare di salvare quelle storie; partiva dicendo, «sì, si può fare». E poi si parlò a lungo dell’avventura cinese, di come gli piacesse quel Paese, industrioso e travolgente anche più della sua Lumezzane di qualche anno fa. «E poi - diceva quasi serio, ironizzando sulla sua non straordinaria statura e in rigoroso dialetto valgobbino - laggiù mi trovo bene perchè posso guardare tutti dritto negli occhi». Addio Attilio, piccolo, grande Cavaliere. Ricavi per 345 milioni I dipendenti sono 2.200 Il gruppo BRESCIA. Tutto è nato con un piccolo tornio acquistato nel 1964 da Attilio Camozzi, insieme ai suoi fratelli. Ma oggi siamo davanti a un gruppo di notevoli dimensioni, presente in tutto ilmondo e che ha scelto da tempo la strada della diversificazione, Camozzi è infatti leader nel settore della pneumatica, ma è presente anche nel meccanotessile (con la Marzoli), nelle macchine utensili (con Ingersoll e Innse Berardi), nello stampaggio, nelle lavorazioni meccaniche e nei metalli (Fonderie Mora). Nel2014 il fatturato consolidato del gruppo è stato di 345 milioni, il cash flow di 38, l’utile netto di 9. I dipendenti del gruppo sono 2.179. Camozzi è stato tra i primi a scegliere la strada dell’internazionalizzazione e oggi è operativo con stabilimenti produttivi o filiali commerciali in Germania, Austria, Francia, Inghilterra, Olanda, Svezia, Danimarca, Bielorussia, Ucraina, Russia, Estonia, Kazakistan, India, Cina, Vietnam, Malesia, Stati Uniti, Famiglia. Attilio e Lodovico Camozzi Messico, Venezuela, Brasile. Complessivamente Camozzi è presente fuori dall’Italia con 22 centri, di cui 9 produttivi. Nella strategia del Cavaliere sono stati sempre importanti gli investimenti per crescere e rafforzarsi. Nel 2014 sono stati 39 i milioni di euro investiti e un nuovo insediamento produttivo sarà presto realizzato in Serbia. Come ha ricordato il Cavaliere nell’ultimo incontro con la stampa per presentare il bilancio (lo scorso 11 giugno), oggi gli imprenditori devono essere anche degli «strateghi», attenti alla politica estera e in grado di muoversi con prudenza. // GUIDO LOMBARDI