Articolo Obiettivo Crescita
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Articolo Obiettivo Crescita
Le tappe fondamentali il primo centro 97 Viene aperta a Bologna la prima sede presso l’ambulatorio Salus 19 Il primo congresso 87 19 92 19 Stefano Della Villa, presidente e cofondatore di Isokinetic Un storia iniziata venticinque anni fa, fatta di tappe programmate. Una reputazione medico scientifica consolidata negli anni che è servita da trampolino di lancio per internazionalizzarsi Isokinetic dà il via ai numerosi congressi internazionali, diffondendo la sua cultura scientifica e la passione per la medicina dello sport i grandi campioni Gli atleti che si rivolgono ai centri Isokinetic sono sempre più numerosi, tra cui Alberto Tomba e Roberto Baggio, proprio nel ‘97, Gianluca Vialli, Roberto Mancini e Gianfranco Zola C abala o meno, quando Stefano Della Villa, presidente e fondatore di Isokinetic, arriva a Londra per valutare lo stabile in cui potrebbe aprire il primo centro di riabilitazione e traumatologia sportiva Isokinetic della capitale britannica, e viene portato al numero 11 di Harley Street non ha dubbi, quello sarà il luogo. “Tutta la nostra storia è stata segnata dal numero 11 – afferma Della Villa - tanti sono i giocatori di una squadra di calcio e quando siamo diventati Centro di Eccellenza della Fifa, siamo stati l’undicesimo”. E se si va a studiare, si scopre che il numero undici di Daniela Dirceo Lo staff della sede londinese al completo c a s e h i s to ry Isokinetic sbarca a Londra 28 - Obiettivo Crescita Aprile 2013 di ni ntri più ba prio rto ola esportare vaolre MADE IN ITALY il centro studi Il metodo Isokinetic viene gestito e organizzato dall’Education & Research Department. Formazione, aggiornamento e attività scientifica sono alla base dell’attività 00 20 01 centro di eccellenza Fifa 20 la sede di Milano è il primo centro fuori Bologna, a cui faranno seguito nel 2003 Torino, nel 2004 il nuovo centro di Casteldebole e Verona, nel 2005 Roma e nel 2008 Rimini Riconoscimento per l’impegno a fornire cure di elevata qualità a pazienti sportivi nella cabala rappresenta la realizzazione, il potere di chi si è elevato per i propri meriti e valori. Sarà pure un caso, ma il valore ed meriti sono quelli che effettivamente hanno segnato la bella storia di questa azienda italiana , iniziata più di 25 anni fa, quando Stefano Della Villa, giovane medico fresco di stage negli Stati Uniti con il professor Dillingham, direttore della Medicina dello Sport presso l’Università di Stanford, torna in Italia con un’idea: “Volevo portare l’approccio isocinetico alla medicina dello sport anche in Italia. Avevo in testa un modello che non aveva riscontri nel nostro paese e quindi me lo sono voluto inventare”. Nasce così il primo centro a Bologna, presso l’ambulatorio Salus, aperto assieme al socio Gianni Nanni, e già tre anni dopo viene inaugurato il centro di Casteldebole, vicino al Bologna FC. Lavoro incessante, metodologia ipertecnologica, attenzione al paziente, che viene sempre pensato come progetto unico e che richiede ogni volta un percorso originale, gli elementi che caratterizzano fin dalle prime mosse lo stile “Isokinetico”. E un connubio, quello con il mondo del calcio, che porta Isokinetic nel tempo ad curare campioni come Roberto Baggio, Beppe Signori e Gigi Buffon, tanto per citare solo alcuni dei calciatori più famosi, che va di pari passo con il lavoro su pazienti “normali”, trattati e coccolati come se fossero atleti professionisti. La costola londinese, inaugurata lo scorso novembre, oggi va ad unirsi agli altri 7 centri che nel tempo sono stati aperti in Italia, da Bologna a Milano (con due sedi), passando per Torino, Verona, Rimini e Roma. Mille metri quadri distribuiti su sei piani di uno Aprile 2013 09 20 12 20 LONDRA XXI Congresso Internazionale di riabilitazione e traumatologia sportiva presso lo Stanford Bridge, lo stadio del Chelsea e nel mese di novembre inaugurazione della sede londinese Lo stabile vittoriano di Harley Street 11, conosciuta come “la strada dei medici” stabile vittoriano nel quartiere Marylebone, ad un passo dalla City, in quella che è conosciuta come “la strada dei medici”, caso unico di arteria storica di una metropoli, che a partire dal XIX secolo concentra tra due marciapiedi strutture sanitarie pubbliche e private di riconosciuta eccellenza. Il centro si avvale di ambulatori, palestre, piscina e un mini campo da calcio in erba sintetica ed è affidato ad un team di prestigio: direttore sanitario Bryan English, l’ex medico del Chelsea e presidente della Società dei medici della Premier League e uno staff di professionisti d’altissimo livello, tra cui il medico della nazionale inglese Ian Beasley e Peter Brukner, il luminare che ha scritto la bibbia della medicina sportiva. Ma come si arriva ad aprire una sede all’estero? Quali sono i passi che deve compiere un’azienda italiana per raggiungere questo obiettivo? Lo chiediamo a Stefano Della Villa, che ci racconta la sua esperienza. Credo che le due componenti essenziali di un’impresa come questa siano la programmazione e la reputazione, e sono entrambi traguardi che si raggiungono per tappe. La programmazione, è un po’ come scalare un palazzo di cinque piani: per arrivare in cima bisogna salire tutti i gradini, ci vuole tempo e costanza. Ed è importante saper aspettare il momento in cui si ha la reputazione giusta per compiere un grande passo. > Obiettivo Crescita - 29 esportare valore MADE IN ITALY Appuntamento a Wembley D opo il successo dell’anLo stadio di Wembley, no scorso a Stamford sede del XII Congresso Bridge, lo stadio del ChelInternazionale sea, che ha visto la presenza di oltre mille partecipanti provenienti da 63 paesi del mondo, Isokinetic terrà il XXII Congresso Internazionale dedicato alla riabilitazione nello sport e alla traumatologia proprio a Londra, ma stavolta presso il Wembley Stadium dal 20 al 22 aprile. Argomento “Football Medicine Strategies for Muscle and tendon injuries” e si avvarrà della partecipazione del gotha degli specialisti del settore. E quando vi siete accorti che era il momento giusto e come avete fatto? Nel nostro caso, abbiamo costruito la necessaria credibilità mettendo la cultura sempre all’apice dei nostri interessi, dando vita già dal 1992 al primo congresso internazionale Isokinetic con lo scopo di diffondere la cultura scientifica e la passione per la medicina dello sport, per poi approdare nel 2000 alla creazione del nostro Centro Studi. A quell’epoca avevo quarant’anni e ho capito che nella vita non avrei voluto fare più solo il medico, ma che avrei voluto far crescere il nostro modello, in Italia e nel mondo, moltiplicando i centri. In quel frangente mi sono reso conto che avrei dovuto avere una struttura centrale culturale che mi permettesse di trasferire i nostri valori, i principi, i comportamenti e le conoscenze. Questo è il motivo per cui il Centro studi è nato prima del nostro primo centro fuori da Bologna, aperto a Milano nel 2001. Grazie all’organizzazione dei Congressi e con l’apporto del Centro Studi, abbiamo avuto molte più opportunità di raggiungere una platea scientifica internazionale: abbiamo contribuito a far crescere il dibattito sul tema del recupero degli sportivi andando per il mondo a parlare delle nostre esperienze e pubblicando letteratura internazionale. La nostra credibilità scientifica è cresciuta fino ad essere notatati dalla Fifa, che così ci ha proposto di fare la domanda per diventare Centro medico di eccellenza Fifa, obiettivo che abbiamo raggiunto nel 2009. Ma perché la scelta di aprire all’estero è caduta proprio su Londra? Perché ritengo che chi voglia allargare i propri orizzonti e abbia intenzione di internazionalizzarsi non possa far altro che scegliere Londra. E’ Londra la vera 30 - Obiettivo Crescita metropoli internazionale, crocevia di culture. Gli Stati Uniti sono molto forti al loro interno, hanno buoni collegamenti culturali con l’Europa ma oggi hanno una visione insufficiente di quello che accade ad oriente, nei paesi dell’estremo e medio oriente, Sud Africa, Australia…non hanno un collegamento storico come invece è per Londra, che per motivi storici ha sempre avuto una comunicazione continua con questi paesi. La visione così è a 360 gradi. E dopo l’idea, come si scende nel concreto? La prima tappa è stata scegliere il direttore, prima ancora di identificare la sede, che paradossalmente è stata invece la cosa più facile. Michael Davison, il nostro direttore, si è unito già a noi due anni fa. 37 anni, MBA all’Università di Oxford, ha sempre lavorato nella football industry, reclutava personale sanitario per le squadre di calcio. L’ho conosciuto perché aveva contattato un nostro medico e tentava di portarlo ad entrare nel team del Chelsea. E’ stato invece lui ad entrare nel nostro team. Poi è stata la volta della formazione del direttore, avvenuta qua in Italia ed insieme a lui la scelta di come approcciare il mercato. Quindi lo staff: medici, terapisti e amministrativi, anch’essi formati tutti qui da noi. Qual è il consiglio che darebbe a un imprenditore che volesse come voi internazionalizzarsi? Relazionarsi il più possibile con le varie componenti di quel mercato: portando un messaggio di novità, è necessario non far sviluppare troppi “anticorpi”, sempre nel rispetto reciproco. Instaurare quindi rapporti di buon vicinato, e conquistare il paese prima con la reputazione e poi condividendo il proprio approccio, lasciandosi aperti al confronto. Aprile 2013