Triani-Includere
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Includere insegnando: la classe come ambiente di apprendimento in co-costruzione Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Brescia 29 aprile 2016 Struttura della comunicazione • • • • • • • • • • • • • Premessa: includere insegnando 1. Il concetto di ambiente di apprendimento 2. Il metodo didattico come insieme di forme 3. Il ruolo centrale e relativo della classe 4. Modi di diversi di considerare la classe 5. La costruzione della classe 6. L’osservazione e la descrizione della classe 7. La cura delle relazioni e la cura delle motivazioni 8. L’attenzione agli spazi 9. L’attenzione ai materiali 10. L’attenzione ai ruoli 11 L’attenzione al dialogo e alla condivisione delle regole 12 Il ruolo decisivo del gruppo docenti Ambiente di apprendimento • Con questa espressione, a mio parere, si intende: a) mettere in luce l’impossibilità di ridurre l’azione didattica ad un solo aspetto; b) sottolineare il fatto che il docente non è l’attore primo dell’apprendimento ma è colui che predispone, promuove, sostiene le condizioni favorevoli; c) Evidenziare il concorso di più fattori: materiali, affettivi, cognitivi, sociali; d) Evidenziare il carattere esistenziale del processo di apprendimento (imparare è più di memorizzare è vivere in prima persona in modo sempre più consapevole un processo interattivo con la realtà); e) Evidenziare il carattere ‘organizzato’ dell’azione didattica che richiede l’attenzione agli spazi, ai tempi, agli strumenti e al loro intreccio. I principi metodologici per innovare l’ambiente di apprendimento • In rapporto al tema dell’ambiente di apprendimento nelle Indicazioni Nazionali sono suggeriti alcuni principi “senza pretesa di esaustività”: - Utilizzare in modo flessibile gli spazi e valorizzarne la qualità . - “Valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni per ancorarvi nuovi contenuti”. - “Attuare interventi adeguati nei riguardi della diversità” - Favorire negli alunni “l’esplorazione e la scoperta”, attraverso “la problematizzazione”. - “Incoraggiare l’apprendimento collaborativo”. - Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere al fine di "imparare ad apprendere". - “Realizzare attività didattiche in forma di laboratorio, per favorire l'operatività e allo stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si fa”. Il metodo come insieme di forme La forma dell’ambiente organizzativo La forma delle pratiche specifiche La forma dell’organizzaz ione dei contenuti Le forme del metodo La forma del lavoro del docente, individuale e collettivo La forma del gruppo di apprendimento (Triani 2013) La forma del soggetto discente La forma della relazione educativa Il ruolo centrale e relativo della classe • Il ruolo centrale: la classe è punto di riferimento; è dispositivo relazionale e formativo; permette di dare una trama condivisa all’esperienza scolastica. • Il ruolo relativo: è strumento, non fine, che si pone in relazione con il processo di apprendimento dell’alunno e con la struttura del curricolo. Il gruppo classe Prospettive diverse nel leggere la classe • Classe come ‘contenitore di individui’ • Classe come contesto/ambiente di vita • Classe come risorsa per l’apprendimento • La classe come realtà formale chiusa • La classe come gruppo di apprendimento strutturato ma aperto La classe come gruppo • • • • Che tipo di gruppo è la classe? Che cosa è propriamente un gruppo? Gruppo si diventa? Che tipo di interazione vogliamo far prevalere? Il gruppo classe • Gli studi sui gruppi ci consegnano una pluralità di criteri per classificare i gruppi. • Il gruppo scolastico è: • * un gruppo centrato sull’obiettivo scolastico della formazione insieme culturale, personale, professionale che ha in sé dimensione di lavoro e dimensione di relazione • * costituito da un numero relativamente ristretto di partecipanti • * formale • * etero diretto e etero costituito • * con una serie di attività potenzialmente diverse • La classe come gruppo scolastico si presenta come: • un gruppo di apprendimento che ha come compito specifico l’attivazione di un processo formativo. • Nonostante questa specificità può essere utile per l’insegnante avere un modello di riferimento per quanto riguarda la dinamica di gruppo in generale; Alcune funzioni del gruppo di apprendimento • G. Contessa, individua cinque funzioni fondamentali del gruppo di apprendimento. • La prima funzione del gruppo "è quella di essere uno spazio di appartenenza, di investimento emotivo e di identificazione". Il senso di appartenenza e i legami affettivi che si generano nel gruppo possono essere di sostegno alla formazione del soggetto e ai suoi apprendimenti. • Una seconda funzione del gruppo nell'apprendimento è quella di "fungere come normatore alternativo" Ossia il gruppo ridisegna un quadro di regole che può fornire sicurezza ai singoli individui. Perciò se da una parte gli individui e il gruppo possono mostrare resistenze verso l’apprendimento, la regolazione che il gruppo stesso si da (norme , tempi, ruoli, spazi, obiettivi) può invece favorirlo. • Una terza funzione è quella di "offrire una diminuzione dei sensi di colpa e dell'insicurezza, alimentati dal cambiamento (…) Condividere il cambiamento è suddividere la colpa, i rischi e l’incertezza". • Una quarta funzione è quella di essere uno "spazio di rispecchiamento". Ossia nel gruppo è possibile confrontarsi sulle comuni difficoltà, esaltarsi per i comuni successi, imparare dai comportamenti altrui. • Una quinta funzione è quella di essere "spazio di sperimentazione". Nel gruppo i membri possono mettersi alla prova e sperimentare i loro apprendimenti. • (Cfr. G. Contessa, Psicologia di gruppo, La Scuola, Brescia 1999, pp. 88-89). Una definizione classica di gruppo • “Il gruppo è qualcosa di più, o per meglio dire, qualcosa di diverso dalla somma dei suoi membri: ha una struttura propria, fini peculiari e relazioni particolari con altri gruppi. Quel che ne costituisce l’essenza non è la somiglianza o la dissomiglianza riscontrabile tra i suoi membri, bensì la loro interdipendenza. Esso può essere definito una totalità dinamica. Ciò significa che un cambiamento di stato, di una sua parte o frazione qualsiasi interessa lo stato di tutte le altre” (K. Lewin). • Se teniamo presente questa definizione possiamo cogliere come: • Il docente è parte integrante della classe; • La classe modifica il suo assetto con docenti diversi. • Diventa decisivo, come vedremo, la sinergia tra i diversi docenti Elementi di dinamica di gruppo • Vi possono essere diversi modi per sistematizzare gli elementi fondamentali che danno continuamente forma al gruppo. Prenderemo in considerazione l’approccio focalizzato sui macro-fenomeni Approccio sui macro fenomeni • Si possono considerare una pluralità di fenomeni caratterizzanti la dinamica di gruppo: • 1) La struttura sistemica • In quanto sistema il gruppo ha delle caratteristiche proprie diverse dalle somma dei singoli partecipanti. In quanto sistema il gruppo tende ad un equilibrio tra i i diversi bisogni che lo caratterizzano e le perturbazioni che lo attraversano • 2) I partecipanti e lo stile di comportamento. • Nel gruppo i partecipanti possono assumere diversi stili di comportamento (ad esempio cfr. Spaulding) e svolgere diversi ruoli (cfr. Quaglino, Casagrande e Castellano) • • • • • • • • • 3) La trama di relazioni 4) La comunicazione 5) La leadership 6) L’obiettivo 7) Le risorse e i vincoli 8) I conflitti 9) Le norme 10) Il clima 11) Lo sviluppo Gruppo si diventa • Il gruppo classe all’inizio della sua storia è un aggregato di individui o di sottogruppi che può avere sviluppi diversi. • Diventa centrale il ruolo dei docenti. I principi generale della gestione della classe • Osservare la dinamica della classe • Gestire i compiti di lavoro • Gestire le relazioni • Gestire i conflitti • Assumere uno stile comunicativo coerente alle finalità della scuola Osservare le strutture interattive del gruppo Le strutture interattive • • • • Struttura comunicativa Struttura d’influsso Struttura socio-affettiva Struttura delle aspettative (Per i contenuti inerenti le strutture interattive cfr. C. Girelli, Costruire il gruppo classe, La Scuola, Brescia 1999). Struttura comunicativa • RIGUARDA IL GRADO DI PARTECIPAZIONE AL FLUSSO DI INFORMAZIONI CHE SI REALIZZA NEL GRUPPO Domande per l’analisi • - Chi riceve spesso informazioni? • - L’attenzione varia a seconda di chi prende la parola? In che modo? • - Chi passa le informazioni ricevute? • - Si formano sottogruppi che usano tipiche forme comunicative di tipo verbale e non verbale? • - Chi viene spesso escluso dalla comunicazione? Suggerimenti • - Controllare i fattori che portano alla centralizzazione del flusso di informazioni; • - Promuovere un clima di cooperazione e solidarietà; • - facilitare la comunicazione per trattare i conflitti; • - curare le condizioni del contesto sociale e le competenze comunicative degli allievi Struttura d’influsso • E’ il risultato della distribuzione del potere nel gruppo e determina il modo in cui un partecipante prende parte alla vita dell’aula Domande per l’analisi • • • • • Le proposte di chi vengono accettate, respinte, boicottate? La comunicazione di chi rimane senza eco? Gli interventi di chi sono valorizzati? Gli interventi di chi sono accettati con ironia e sarcasmo? Chi aspetta sempre il supporto o l’orientamento di qualche compagno? • Verso chi si manifesta più spesso l’approvazione’ • Chi si conforma passivamente alle idee degli altri? Suggerimenti • Esaminare se nel modo di comunicare si rinforzano differenze di rango tra gli allievi, se si dà in egual modo a tutti la possibilità di intervenire e corresponsabilizzarsi per la vita della classe; • Prevedere e sollecitare la partecipazione di tutti nelle situazioni sociali in cui devono essere fatte scelte per la gestione della vita scolastica; • Evitare che gli allievi abusino di potere, attraverso comunicazioni di confronto e misure dirette (es. problemsolving) • Adottare uno stile autorevole nel condurre la classe, così da costituire un modello di comportamento e facilitare negli allievi atteggiamenti di cooperazione e corresponsabilità Struttura socio-affettiva • Fa riferimento ai comportamenti di avvicinamento o di evitamento, alla frequenza dei contatti e alla distribuzione della ‘simpatia’ nel gruppo Domande per l’analisi • • • • • Chi cerca di stabilire contatti e con chi? Come ciascuno reagisce ai desideri altrui? In che modo si mostra simpatia o antipatia? Come si effettuano i riconoscimenti? Quali sono le ragioni addotte per l’antipatia o la simpatia? • Si formano sottogruppi? • Quali interazioni si possono osservare tra maschi e femmine? • Ci sono comportamenti che hanno lo scopo di attirare l’attenzione degli altri? Suggerimenti • Verificare se il proprio comportamento relazionale verso i singoli allievi è autentico o basato su antipatie e simpatie; se a livello verbale o non verbale ci si impegna a comunicare con messaggi di conferma evitando messaggi di disconferma; se si interagisce mostrando preferenze per alcuni e lasciando da parte o trascurando altri; • Impegnarsi a correggere forme di discriminazione da parte degli allievi; • Intensificare e approfondire i rapporti tra gli allievi. Struttura delle aspettative • Si riferisce ai ruoli che i soggetti assumono o sono indotti ad assumere all’interno del gruppo in modo che esso trovi un proprio equilibrio, una sua modalità di organizzare le interazioni tra i partecipanti Domande per l’analisi • Chi impersona ruoli rigidi nella classe? • Chi è percepito dai compagni in modo riduttivo? • Chi stigmatizza i compagni? In che modo? • Chi viene spesso stigmatizzato? Suggerimenti • Promuovere situazioni comunicative in cui gli allievi possono conoscere altri aspetti della personalità dei compagni e favorire l’esperienza che un ruolo può essere interpretato in modo flessibile e può essere ridefinito; • Rendere gli allievi consapevoli di eventuali percezioni tipologiche o stigmatizzate e aiutarli a controllare fornendo informazioni e facilitando esperienze che sviluppino una percezione più differenziata; La gestione dei conflitti • A) Riconoscere che possono esistere diversi modi di affrontare il conflitto (la ricerca della vittoria, la fuga, la ricerca di una soluzione comune) • B) La ricerca della soluzione comune è un processo che richiede diversi passi Il metodo negoziale • • • • • • • • • • • • 1) Identificare e definire il problema Ognuno esprime la propria percezione senza aggressività e l’altro ascolta empaticamente e senza giudizio. 2) Lasciar emergere ogni soluzione possibile Entrambi cercano e propongono ipotesi di soluzione che rispecchino le esigenze proprie e dell’altro. 3) Valutare le soluzioni alternative Le ipotesi vengono vagliate criticamente, alcune escluse, altre modificate. 4) Scegliere l’alternativa migliore La decisione dev’essere concorde, libera e non sottoposta a pressioni. 5) Implementare la soluzione Si definisce chi fa che cosa e quando e ciascuno si assume responsabilmente l’impegno dell’esecuzione. 6) Verificare il follow-up della soluzione Ci si confronta, dopo un po’ di tempo, sull’efficacia della soluzione e sull’eventuale necessità di rivedere qualche aspetto. Lo stile comunicativo del docente • Due stili ‘poco coerenti’: - Autoritario (il baricentro è spostato sulla preoccupazione dell’insegnante di controllare la situazione) - Lassista (il baricentro è spostato sulla preoccupazione di accontentare l’alunno) Propositiva-costruttiva-autorevole • A) Autorevolezza La relazione educativa tra insegnante e allievo assume il carattere di autorevolezza nella misura in cui il docente non pone al centro se stesso, ma un bene da condividere con gli alunni e nella misura in cui aiuta loro a sentirsi partecipi di uno stesso fine, a far comprendere che sia chi insegna sia chi impara, con ruoli e compiti diversi, hanno in comune la stessa meta. • B) Accoglienza e riconoscimento dell’allievo. Non si tratta di accondiscendere ma di rapportarsi all’alunno con fiducia e ‘rispetto’, considerandolo sempre come soggetto e mai come semplice destinatario. • C) Cercare di realizzare una relazione tesa a promuovere nell’alunno, in base al principio della reciprocità, il rispetto e il riconoscimento dell’insegnante e dei compagni. Come il docente non può considerare nessuno alla stregua di oggetto, ciò vale anche per gli alunni. • D) Incoraggiamento. Una relazione educativa che voglia essere realmente tale non può mai ‘mortificare’, ma è tenuta a sollecitare, a farsi propositiva, a lavorare sulle risorse dell’allievo. • E) Responsabilizzazione La relazione educativa costruttiva, propositiva, autorevole, non è quella che chiude gli occhi, minimizza, delega, sostituisce, ma al contrario proprio perché da fiducia, chiede una risposta attiva, aiuta a leggere gli errori, rilancia. Esempio di modulazione della comunicazione e della relazione con alunni in difficoltà Esempio: Studenti con difficoltà nella gestione dell’aggressività (Triani, 2013) Segnali Cosa è bene fare Labilità emotiva Crisi di collera improvvisi Uso reiterato del non rispetto delle regole Uso reiterato della prepotenza, delle minacce, anche attraverso forme poco appariscenti (dispetti, violenze verbali, ricatti) Negazione dei comportamenti ostili messi in atto Frequenti comportamenti di sfida nei confronti dell’insegnante Disposizione relazionale verso la persona e ‘ferma’ verso il comportamento aggressivo . Aiuto nel modo di elaborare le informazioni sociali . Aiuto nel riconoscere e gestire le proprie emozioni (es.: distinguendo tra emozione e comportamento) . Aiuto nel modo di gestire i conflitti e nell’imparare le abilità sociali . Presentazione di modelli di comportamento diversi che permettono di rompere il comportamento stereotipato . Evitare che l’aggressività produca benefici Concordare, quando possibile, con la famiglia, alcuni obiettivi su cui lavorare insieme Cosa è bene evitare Manifestare apertamente la propria rabbia . Contrapporre continuamente ad un atteggiamento oppositivo un medesimo stile di opposizione . Quale orientamento alle nostre relazioni? • Competitiva? • Individualista? • Cooperativa? Interazione competitiva • Nella forma competitiva “la possibilità per uno di conseguire l’obiettivo preclude ad altri la stessa opportunità”[1]. L'altro è, quindi, un avversario; formativamente, però, ha la possibilità di essere stimolo in quanto punto di riferimento da superare. La forma competitiva può generare una forma negativa di interdipendenza tra gli allievi. [1] M. Comoglio - M.A. Cardoso, Insegnare ad apprendere in gruppo. Il Cooperative Learning, Las, Roma 1996, p. 58. Interazione individualista • Nella forma individualista gli allievi perseguono il loro obiettivo personale attivando eventualmente solo un rapporto occasionale e funzionale con i compagni. L'altro, perciò è solo un'occasione per ricevere informazioni, spunti, risorse. Questa forma di interazione genera una sostanziale assenza di interdipendenza e ciò, secondo Comoglio “impedisce di raggiungere obiettivi che superino le capacità individuali” [1]. • [1] M. Comoglio, I tre tipi di interdipendenza, in M. Comoglio (a cura di), Il Cooperative Learning, Edizioni Gruppo Abela, Torino 1999., p. 43. Interazione collaborativa • Nella forma cooperativa, l'altro è più precisamente una fonte di sostegno, accompagnamento, allargamento di prospettive, di lavoro comune. In determinate condizioni, e attraverso specifiche pratiche, può essere sperimentato e compreso come condizione per il raggiungimento di un obiettivo. La forma cooperativa è in stretto rapporto con una interdipendenza che è definita positiva in quanto “la possibilità che ha ognuno di conseguire il proprio obiettivo dipende dalla possibilità che hanno gli altri di conseguire i propri”[1]. • [1] Comoglio – Cardoso, Insegnare ad apprendere in gruppo…, op. cit., p. 58. L’attenzione agli spazi • Che significato hanno gli spazi della nostra classe? • In che modo possiamo innovare i nostri spazi? L’attenzione ai tempi • I tempi della nostra classe sono strutturati attorno a quali principi? • E’ possibile introdurre delle modifiche nella gestione del tempo? L’attenzione ai materiali • I materiali sono individuali o in comune? • Che rispetto vi è dei materiali? • Su che cosa intervenire? L’attenzione ai ruoli • Gli alunni sono coinvolti con ruoli specifici nella gestione della vita di classe? • E’ possibile introdurre dei cambiamenti? L’attenzione al dialogo e alla condivisione • Vi sono nella vita della classe specifici spazi di confronto e alla narrazione delle proprie esperienze? • Quanto peso è dato al lavoro comune? Il ruolo decisivo del gruppo docenti • La costruzione della classe come ambiente di apprendimento significativo e aperto richiede la costruzione di un gruppo docenti. • Da dove partire? • Accrescere la cura dei momenti di lavoro comune • Formare i coordinatori Breve bibliografia di riferimento • G. Bertagna – P. Triani, Dizionario di didattica, La Scuola, Brescia 2013. • M. Comoglio (a cura di), Il Cooperative Learning, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999. • M. Comoglio - M.A. Cardoso, Insegnare ad apprendere in gruppo. Il Cooperative Learning, Las, Roma 1996 • G. Contessa, Psicologia di gruppo, La Scuola, Brescia 1999. • L. D’Alonzo, Come fare per gestire la classe nella pratica didattica, Giunti, Firenze 2012. • C. Girelli, Costruire il gruppo classe, La Scuola, Brescia 1999. • L. Tuffanelli – D. Ianes, La gestione della classe, Erickson, Trento 2011.