Andate e fate discepoli tutti i popoli
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Andate e fate discepoli tutti i popoli
v ita n ostra Periodico Settembre - Ottobre 2013 Giornale Parrocchiale della comunità S. Stefano - Bedizzole “Andate e fate discepoli tutti i popoli” orario S. Messe FESTIVI in Parrocchia: Messa festiva della Vigilia Sabato ore 18,30 DOMENICA ore 8 - 10 - 11,15 ore 18,15 Vespro e S. Messa nelle contrade: ore 7,30 Suore Canossiane ore 8,30 Frazioni ore 9,00 Casa di Riposo ore 9,30 Pontenove ore 16,30 Santuario di Masciaga sommario La Parola del Parroco 3 Vita dell’Oratorio FERIALI in Parrocchia: ore 8.30 - 18 Rosario e S. Messa nelle contrade: ore 7,00 Suore Canossiane ore 9,00 Santuario di Masciaga ore16,00 Casa di Riposo CONFESSIONI Prima e dopo ogni celebrazione Sabato ore 17 - 19 Le celebrazioni dei Battesimi sono fissate solo la prima domenica di ogni mese. Vita della Chiesa La mormorazione passa, .... 8 GMG Caravaggio 2013 9 Fede luce per l’esistente 4 GREST 2013 Ogni Martedi ore 8.30: S. Messa e riflessione in parrocchia Lettera Pastorale Mons. Monari 5 Camminando nel cuore di Roma 12 - 13 Ogni Domenica ore 18: Vespro - Breve catechesi - S. Messa Gruppo Galilea 5 In campeggio con i papà 14 Il nostro primo campo estivo... 15 Volontariato Formativo Canossiano 16 La mia Africa 17 catechesi per adulti Ogni Lunedi 20.30: Lectio Divina in oratorio IN AVVENTO E QUARESIMA: Centri di Ascolto nelle Contrade Incontro per genitori dei bambini I.C.R.F. indirizzi utili PARROCCHIA Don Franco Dagani 030 674112 - cell. 339 6924826 ORATORIO Don Vincenzo Arici 030 674842 - cell. 328 2866104 SANTUARIO di MASCIAGA Don Roberto Soncina 030 6870706 - cell. 338 2722653 ISTITUTO MISSIONARI DELLA CONSOLATA 030674041 ISTITUTO SUORE CANOSSIANE 030 674000 COMUNITÀ BACHITA INFERMERIA 030 6871419 SCUOLA DELL’ INFANZIA S. FAMIGLIA 030 674025 SCUOLA STATALE 030 674568 SCUOLA DELL’ INFANZIA A. VOLPI 030 674375 PARROCCHIA S. VITO 030 674524 CASA DI SOGGIORNO PER ANZIANI 030 674213 PALAZZO MUNICIPALE 030 6872711 CARABINIERI 030 674222 POLIZIA LOCALE 030 6872925 conosci e segui la Vita della tua Parrocchia Radio: 94,00 Mhz collegata con E.C.Z. Sito: www.parrocchiadibedizzole.it e-mail: [email protected] La famiglia educa alla custodia del creato 6-7 10 - 11 Vita della Parrocchia Vita della Comunità Consiglio Pastorale Parrocchiale 13 CARITAS: una carità ...... 15 Sacra Famiglia ... 18 Gruppo san Rocco 22 Il Paese che sogno 18 Olimpiadi della IV Età 23 Nelle braccia del Padre 19 Arrivano i Francesi 26 Festa del Santuario 20 Oratorio Bedizzole sede zonale CSI 26 La preziosa tovaglia ... 21 Grazie per la Generosità 26 Anagrafe Parrocchiale 27 redazione Editore e Redattore: Don Franco Dagani Direttore Responsabile: Don Adriano Bianchi In redazione: Don Franco Dagani Don Roberto Soncina - Don Vincenzo Arici Raffaella Berardi - Giovanni De Marco Carlo Bresciani - Vittorio Boniotti Realizzazione:TIPOLITOGRAFIA BERARDI Bedizzole Dalle Missioni Padre Pierino Ronchi 24 - 25 Costo € 3,00 a copia. Disponibile con offerta libera. In copertina: Veduta di Rio de Janeiro Suor Luigina Goffi 24 La Parola del Parroco Credo nel Signore Risorto Carissimi, Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Gv 20,21 sono appena tornato da un incontro di preghiera, di riflessione, di adorazione organizzato per noi sacerdoti all’inizio dell’Anno Pastorale. Tantissimi i presbiteri presenti in cattedrale, stupenda come al solito l’omelia del Vescovo Luciano. Ha invitato i suoi sacerdoti ad annunciare un Cristo vivo, risorto, presente, contemporaneo, un Cristo che continua a parlare all’uomo, a dire qualcosa alla sua vita, a dare senso alla sua esistenza, ad accompagnarlo. Il pericolo di sempre è quello di aggrapparci ad un Cristo storico, passato, che ha fatto grandi cose, ma non tocca più la vita di oggi. E allora si costruisce una religione di devozioni, di tradizioni ... ci si pensa credenti solo perchè si osservano precetti, ma la nostra vita va in tutt’altra direzione rispetto al Vangelo. Credere vuol dire accogliere oggi un Cristo che cambia la vita. Dobbiamo perciò mettere in atto nelle nostre comunità un’opera di evangelizzazione che proponga un Cristo che sta accanto all’uomo, che vive il suo dolore, che condivide le sue difficoltà, che gli dà speranza e fiducia. Mai come oggi, ci ha detto il Vescovo mercoledì 4 settembre in Cattedrale, c’è bisogno di Conversione, di mettere in discussione la nostra fede, di rivedere la nostra religiosità. Tutte le parrocchie devono mettersi in stato di missione per ritornare allo spirito delle prime Comunità dove: Parola di Dio, Eucarestia, Carità, portanto tutti ad una testimonianza più gioiosa del Signore Risorto. Il Vescovo ha raccomandato di tornare alle Missioni Popolari, alla scuola di Preghiera, al Confronto costante con la Parola di Dio per ridare vitalità alle parrocchie. È quanto ci proponiamo all’inizio di un nuovo Cammino. don Franco v ita n ostra 3 Vita della Chiesa Prima Enciclica di Papa Francesco Fede luce per l’esistente dalla Voce del Popolo Lumen Fidei (“La Luce della Fede”) è la prima enciclica firmata da Papa Francesco. Suddivisa in quattro capitoli, più un’introduzione e una conclusione, la lettera - spiega lo stesso Pontefice, si aggiunge alle encicliche di Benedetto XVI sulla carità e sulla speranza e assume il “prezioso lavoro” compiuto dal Papa emerito. L’introduzione illustra le motivazioni poste alla base del documento: recuperare il carattere di luce proprie della fede, capace d’illuminare tutta l’esistenza dell’uomo, di aiutarlo a distinguere il bene dal male, in particolare in un’epoca, come quella moderna, in cui il credere si oppone al cercare e la fede è vista come un’illusione, un salto nel vuoto che impedisce la libertà dell’uomo. L’Enciclica vuole rinvigorire la percezione dell’ampiezza degli orizzonti che la fede apre per confessarla in unità e integrità. “Chi crede, vede”, scrive il Papa. Nel primo capitolo, il Pontefice si sofferma sulla figura di Gesù, mediatore che ci apre a una verità più grande di noi, manifestazione di quell’amore di Dio che è il fondamento della fede. In quanto risorto Cristo è “Testimone affidabile”. Usando un’analogia, il Papa spiega che come nella vita quotidiana ci affidiamo a “persone che conoscono le cose meglio di noi” così per la fede necessitiamo di qualcuno che sia affidabile ed esperto “nelle cose di Dio” e Gesù è “colui che ci spiega Dio”. 4 v ita n ostra La fede “non è un fatto privato”, ma è destinata a diventare annuncio. Nel secondo capitolo, “Se non credete, non comprenderete”, il Papa scrive: “La fede senza verità non salva. Resta una bella fiaba, la proiezione dei nostri desideri di felicità”. Ed oggi, data “la crisi di verità in cui viviamo”, è più che mai necessario richiamare questo legame, perchè la cultura contemporanea tende ad accettare solo la verità della tecnologia, ciò che l’uomo riesce a costruire e misurare con la scienza e che è “Vero perchè funziona”, oppure le verità del singolo valide solo per l’individuo e non a servizio del bene comune. Ciò comporta però il “grande oblio del mondo contemporaneo” che - a vantaggio del relativismo e temendo il fanatismo - dimentica la domanda sulla verità, sull’origine di tutto, la domanda su Dio. La Lumen fidei sottolinea il legame tra fede e amore, inteso come il grande amore di Dio che ci trasforma interiormente e ci dona occhi nuovi per vedere la realtà. A questo punto, il Papa apre un’ampia riflessione sul “dialogo tra fede e ragione”. La fede porta il dialogo. Il terzo capitolo, “Vi trasmetto quello che ho ricevuto”, è incentrato sull’importanza dell’evangelizzazione: chi si è aperto all’amore di Dio, non può tenere questo dono per sé, scrive il Papa, ricordando la catena ininterrotta dei testimoni della fede. Ciò comporta il legame tra fede e memoria perchè l’amore di Dio mantiene uniti tutti i tempi e ci rende contemporanei a Gesù. Inoltre, diventa “impossibile credere da soli”, perchè la fede apre l’io al “noi” e avviene sempre “all’interno della comunione della Chiesa”. Per questo, “chi crede non è mai solo”. C’è un “mezzo speciale” con cui la fede può trasmettersi: i sacramenti. Il quarto capitolo, “Dio prepara per loro una città”, spiega il legame tra la fede e il bene comune. La fede rende saldi i vincoli fra gli uomini e si pone al servizio concreto della giustizia, del diritto e della pace. L’Enciclica si sofferma, poi, sugli ambiti illuminati della fede: la famiglia fondata sul matrimonio, i giovani, i rapporti sociali, la natura, la sofferenza e la morte. All’uomo che soffre Dio offre la sua presenza che accompagna, che apre un varco di luce nelle tenebre. In questo senso, la fede è congiunta alla speranza. Vita della Chiesa Lettera Pastorale di Monsignor Monari “Il Vescovo è per sua natura maestro. Andate e insegnate, ha detto Gesù. Li ha fatti maestri, i vescovi e apostoli”. Con queste parole, pronunciate dall’allora arcivescovo di Milano Giovan Battista Montini nel gennaio del 1959 a Brescia, Mons. Gianfranco Mascher annovera le lettere pastorali tra le modalità con cui il Vescovo esercita il suo ministero di maestro per la sua Chiesa. “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” è la quarta lettera pastorale dell’episcopato bresciano di Mons. Monari. È dal 2008 / 2009 la prima dedicata al tema della parola di Dio nella vita della comunità cristiana. La successiva, per l’anno pastorale 2009/2010, “Un solo pane e un unico corpo”, sottolineava l’importanza dell’eucarestia nella vita della comunità cristiana. La terza nel 2010-2011, “Tutti siano una cosa sola” era dedicata alla comunità cristiana. Nel febbraio del 2011, in occasione della solennità dei Santi patroni Faustino e Giovita, il Vescovo invia un documento particolare alla comunità cristiana GRUPPO GALILEA Centro Pastorale “Paolo VI” Il Gruppo Galilea è un’opportunità di cammino di chiesa per coloro che vivono situazioni familiari difficili o irregolari (es. divorziati-risposati). La comunità cristiana sa di non poter lasciare soli questi fratelli e per questo si viene ad offrire uno spazio adeguato e confortevole, in un luogo centrale e sufficientemente discreto. Il Centro pastorale Paolo VI è un’oasi di vita ed attività ecclesiale, capace di respirare con i polmoni di tutta la diocesi, uscendo così dagli stretti confini parrocchiali. Tutti i fedeli sono penitenti e ciascuno percorre il proprio pellegrinag- della diocesi di Brescia sulla pastorale per gli immigrati. Una lettera che ha creato sorpresa e riflessione: “Stranieri, ospiti e concittadini”. “Per l’anno 2011-2012 - prosegue il vicario generale - il Vescovo Monari non ha pensato ad alcuna lettera pastorale. La chiesa bresciana era impegnata con la preparazione prima e la celebrazione poi del Sinodo sulle unità pastorali “Comunità in cammino”. Nelle lettere dedicate alla Parola, all’eucarestia e alla comunità il Vescovo ha trattato quelli che sono temi fondamentali per la vita ecclesiale. La Chiesa vive attingendo luce della Parola di Dio, vigore dell’eucaristia e intensità della comunione e dalla carità. La Chiesa, però, non vive solo per se stessa, vive per il mondo. È discepola quando accosta il suo Signore e diviene necessariamente missionaria quando ritorna e vive l’esperienza degli uomini e delle donne nel mondo. La Chiesa è se stessa nella misura in cui segue Gesù Cristo, lo annuncia e lo testi- monia nel mondo. Per spiegare le ragioni che hanno spinto il Vescovo alla scelta del tema della missione, mons. Mascher prende a prestito le attese espresse da Papa Francesco a Rio, su ciò che la GMG avrebbe dovuto produrre: una risonanza, un’elenco planetario, con la Chiesa capace di uscire per le strade. Una Chiesa capace di aperture, di incontri, in grado di intercettare le periferie esistenziali dell’umanità per recare loro il Vangelo, la bella notizia che Dio è amore e misericordia. “In questo - conclude mons. Gianfranco Mascher - sta tutto il senso della missione sottolineata dal Vescovo Monari nella sua lettera pastorale, con cui intende dare una risposta a questa necessità, a questa urgenza, a questo mandato del Signore Gesù”. gio terreno sempre dietro la croce. In questa prospettiva di visione ampia, anche quegli sposi cristiani segnati da ferite indelebili possono sentirsi ancora chiesa e continuare a chiedere la grazia del Signore. In concreto, la proposta si articola in incontri mensili, strutturati attorno alla Parola di Dio, con ampi spazi di ascolto – riflessione - condivisione. É un percorso di fede, in sostanza, che tiene sempre ferma l’attenzione sul non isolarsi dalle comunità locali e nel partecipare il più possibile alla vita della chiesa tutta. Ascolto della Parola di Dio, vita di carità e di aggregazione, cammino penitenziale, sono i capisaldi del Gruppo Galilea. Gli incontri si tengono con un calendario annuale, presso il Centro Pastorale “Paolo VI”, (via Gezio Calini, 30 - Brescia) un sabato al mese, dalle ore 17.00 alle ore 19.00. Guida e accompagnatore del Gruppo è don Giorgio Comini, direttore dell’Ufficio per la Famiglia diocesano. Calendario 2013-2014 - Sabato 5 ottobre - Sabato 2 novembre - Sabato 7 dicembre - Sabato 11 gennaio - Sabato 8 febbraio - Sabato 1 marzo - Sabato 5 aprile - Sabato 3 maggio - Sabato 7 giugno v ita n ostra 5 Vita della Chiesa 8a Giornata per la custodia del creato - 1 settembre 2013 La famiglia educa alla custodia del creato «L a donna saggia costruisce la sua casa, quella stolta la demolisce con le proprie mani» (Pr 14,1). Questa antica massima della Scrittura vale per la casa come per il creato, che possiamo custodire e purtroppo anche demolire. Dipende da noi, dalla nostra sapienza scegliere la strada giusta. Dove imparare tutto ciò? La prima scuola di custodia e di sapienza è la famiglia. Così ha fatto Maria di Nazaret che, con mani d’amore, sapeva impastare «tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata» (Mt. 13,33). Così pure Giuseppe, nella sua bottega, insegnava a Gesù ad essere realmente «il figlio del falegname» (Mt 13,55). Da Maria e Giuseppe, Gesù imparò a guardare con stupore ai gigli del campo e agli uccelli del cielo, ad ammirare quel sole che il Padre fa sorgere sui buoni e sui cattivi o la pioggia che scende sui giusti e sugli ingiusti (cfr Mt 5,45). Perché guardiamo alla famiglia come scuola di custodia del creato? Perché la 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, che si svolgerà dal 12 al 15 settembre 2013 a Torino, avrà come tema: La famiglia, speranza e futuro per la società italiana. Nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Va- 6 v ita n ostra ticano II, poi, rileggiamo la costituzione pastorale Gaudium et spes, che alla famiglia, definita «una scuola di umanità più completa e più ricca», dedica una speciale attenzione: essa «è veramente il fondamento della società perché in essa le diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza umana più completa ed a comporre convenientemente i diritti della persona con le altre esigenze nella vita sociale» (n. 52). In questo cammino ci guida il luminoso magistero di papa Francesco, che ha esortato più volte, fin dall’inizio del suo pontificato, a «coltivare e custodire il creato: è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti… Il “coltivare e custodire” non comprende solo il rapporto tra noi e l’ambiente, tra l’uomo e il creato, riguarda anche i rapporti umani. I Papi hanno parlato di ecologia umana, strettamente legata all’ecologia ambientale. Noi stiamo vivendo un momento di crisi; lo vediamo nell’ambiente, ma soprattutto lo vediamo nell’uomo... Questa “cultura dello scarto” tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non serve più – come l’anziano. Questa cultura dello scarto ci ha resi insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del Vita della Chiesa mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione» (Udienza Generale, 5 giugno 2013). «Come la famiglia può diventare una scuola per la custodia del creato e la pratica di questo valore?», chiede il Documento preparatorio per la 47ª Settimana Sociale. Come Vescovi che hanno a cuore la pastorale sociale e l’ecumenismo, indichiamo tre prospettive da sviluppare nelle nostre comunità: la cultura della custodia che si apprende in famiglia si fonda, infatti, sulla gratuità, sulla reciprocità, sulla riparazione del male. Gratuità. La famiglia è maestra della gratuità del dono, che per prima riceve da Dio. Il dono è il suo compito e la sua missione nel mondo. È il suo volto e la sua identità. Solo così le relazioni si fanno autentiche e si innesta un legame di libertà con le persone e le cose. È una prospettiva che fa cambiare lo sguardo sulle cose. Tutto diventa intessuto di stupore. Da qui sgorga la gratitudine a Dio, che esprimiamo nella preghiera a tavola prima dei pasti, nella gioia della condivisione fraterna, nella cura per la casa, la parsimonia nell’uso dell’acqua, la lotta contro lo spreco, l’impegno a favore del territorio. Viviamo in un giardino, affidato alle nostre mani. «L’essere umano è fatto per il dono, che ne esprime e attua la dimensione di trascendenza», ricorda Benedetto XVI nella Caritas in veritate (n. 34), in «una gratuità presente nella sua vita in molteplici forme, spesso non riconosciute a causa di una visione solo produttivistica e utilitaristica dell’esistenza». Reciprocità. La famiglia ha una importanza decisiva nella costruzione di relazioni buone con le persone, perché in essa si impara il rispetto della diversità. Ogni fratello, infatti, è una persona diversa dall’altra. È in famiglia che la diversità, invece che fonte di invidia e di gelosia, può essere vista fin da piccoli come ricchezza. Già nella differenza sessuale della coppia sponsale che genera la famiglia c’è lo spazio per costruire la comunione nella reciprocità. La purificazione delle competizioni fra il maschile e il femminile fonda la vera ecologia umana. Non l’invidia (cfr Gen 4,3-8), allora, ma la reciprocità, l’unità nella differenza, il riconoscersi l’uno dono per l’altro. «Questa era la nostra gara – attesta San Gregorio Nazianzeno parlando della sua amicizia con San Basilio Magno – non chi fosse il primo, ma chi permettesse all’altro di esserlo». È la logica della reciprocità che costruisce il tessuto di relazioni positive. Non più avversari, ma collaboratori. In questa visione nasce quello spirito ci cooperazione che si fa tessuto vitale per la custodia del creato, in quella logica preziosa che sa intrecciare sussidiarietà e solidarietà, per la costruzione del bene comune. Riparazione del male. In famiglia si impara anche a riparare il male compiuto da noi stessi e dagli altri, attraverso il perdono, la conversione, il dono di sé. Si apprende l’amore per la verità, il rispetto della legge naturale, la custodia dell’ecologia sociale e umana insieme a quella ambientale. Si impara a condividere l’impegno a “riparare le ferite” che il nostro egoismo dominatore ha inferto alla natura e alla convivenza fraterna. Da qui, dunque, può venire un serio e tenace impegno a riparare i danni provocati dalle catastrofi naturali e a compiere scelte di pace e di rifiuto della violenza e delle sue logiche. È un impegno da condurre avanti insieme, come comunità, famiglia di famiglie. Perché i problemi di una famiglia siano condivisi dalle altre famiglie, attenti a ogni fratello in difficoltà e ogni territorio violato. Con la fantasia della carità. Un segno forte di questa cultura, appresa in famiglia, sarà infine operare affinché venga custodita la sacralità della domenica. Anche “il profumo della domenica”, infatti, si impara in famiglia. È soprattutto nel giorno del Signore che la famiglia si fa scuola per custodire il creato. Si tratta di una frontiera decisiva, su cui siamo attesi, come famiglie che vivono scelte alternative. La preghiera fatta insieme, la lettura in famiglia della Parola di Dio, l’offerta dei sacrifici fatti con amore rendano profumate di gratuità e di fraternità vera le nostre case. Roma, 7 giugno 2013 Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO, COMMISSIONE EPISCOPALE LA GIUSTIZIA E LA PACE PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO v ita n ostra 7 VITA IN ORATORIO “La mormorazione passa, ma la vigna resta” “Avendo il rettore di un collegio della Compagnia di Gesù scritto al proprio superiore se doveva accettare una vigna, lasciatagli da una vedova, nonostante che tutto il paese ne mormorava; egli rispose di sì, perchè diceva: la mormorazione passa, ma la vigna resta!” Ho voluto introdurre con un’ amenità di Prospero Lambertini (cardinale di Bologna e poi Papa del ‘700) questa nota proprio perché dovendo trattare di questioni di “patrimonio” lo vorrei fare nel modo più pacato e sereno possibile, ben sapendo che di mormorazioni ce ne saranno lo stesso…ma come argutamente aveva già rilevato il dotto cardinale, quelle passano mentre il contenuto rimane. Senza troppi giri di parole l’argomento del contendere è la situazione economica dell’oratorio; non quella di cui avete resoconto sul giornale parrocchiale riferita alle opere di ristrutturazione, bensì quella ordinaria che dovrebbe servire a mantenere la struttura senza dover aumentare il già sostanzioso deficit che grava sulle spalle della cassa parrocchiale. Purtroppo, nel Consiglio pastorale di giugno ci si è accorti che, conti alla mano, nel trascorso anno pastorale vi è stato un passivo di circa tremila euro. Per chi è avvezzo a frequentare gli ambienti parrocchiali sa bene che tale cifra non rappresenta una catastrofe, in quanto l’oratorio non è una azienda che deve fare profitto; tuttavia non si può neppure pensare di continuare su questa poco virtuosa strada: le spese della struttura ci sono eccome e, mentre nelle persone (fedeli e non) sopravvive l’atavica convinzione che per questi enti tutto sia gratuito, regolarmente arrivano nella cassetta della 8 v ita n ostra posta le temibili bollette, che annunciano (sempre con tre cifre davanti allo zero) gl’inevitabili pagamenti…per i quali due volte quest’anno si è andati in rosso! Ora l’oratorio non ha entrate stabili che non siano gli incassi del bar, il contributo di chi si allena sui campi, il torneo notturno, le rimanenze di qualche attività e le offerte liberali di chi utilizza gli ambienti. Ricavi che puntualmente vengono dilapidati prima della fine dell’inverno tra riscaldamento, energia elettrica e acqua. Se poi ci mettiamo le fatture dei fornitori, le spese di manutenzione degli ambienti esterni ed interni (a causa della maleducazione di chi non è capace di utilizzare le cose come si dovrebbe), il progetto di rinnovare il triste locale del bar, le spese per l’acquisto di materiali per le varie attività, i contributi economici dati ai vari relatori che vengono invitati durante l’anno pastorale e gli imprevisti (che come tali non si possono prevedere) capite che, dopo la fede nella Provvidenza (che non manca mai), bisogna davvero fare i salti mortali (o attingere a fonti più…personali). Tutta questa introduzione per dire che ho deciso, dopo consulto con gli altri sacerdoti, di ripristinare (come già era in passato) la quota di iscrizione al Catechismo in 20 euro come base fissa per tutti (lasciando la libertà di offrire di più per chi lo desiderasse).Voglio essere molto chiaro e schietto come è mio solito: una norma simile è di sicuro impopolare; ma sono altresì convinto che è dovere di ogni cristiano sovvenire alle necessità della Chiesa e soprattutto un principio di giustizia pagare ciò che si utilizza. Avete già capito che i 20 euro non sono il prezzo della fede che imparo a catechismo, come l’offerta che faccio in chiesa non è il costo della Messa alla quale ho partecipato. Quando iscrivo un figlio a calcio, al corso di nuoto o ad una scuola non pago certamente il valore dello sport o dell’istruzione che ricevo; sostengo, giustamente, le spese vive della struttura che mi ospita, che io vivo e che sto utilizzando e dalla quale ho indietro un bene maggiore che, se ben investito, darà profitto a tempo opportuno. La stessa cosa vale per l’oratorio: iscrivo il figlio al catechismo perché lo ritengo fondamentale per la sua crescita cristiana e contribuisco a sostenere (in parte) le spese dell’ambiente che lo accoglie e che si mette a sua disposizione. Questa è la realtà…se poi qualcuno vorrà mormorare: Qui Oratorio…a voi Radio Scarpa! DonArVi Vita in Oratorio GMG CARAVAGGIO 2013 27 luglio 2013, tardo pomeriggio Entusiasta e come sempre all’ultimo secondo, mi affretto a recuperare le ultime cose prima della partenza. Quella a Caravaggio sarà solo una notte lontana da casa, eppure ho come la sensazione di essere in viaggio già da tempo, in compagnia di tutti quei ragazzi che adesso sono in Brasile. Infatti, proprio in questi giorni, dall’altra parte del mondo a Rio de Janeiro, si sta svolgendo la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù. La GMG è l’incontro per eccellenza di tutti i giovani cristiani provenienti da ogni angolo della Terra per alimentare con vivacità e spontaneità, ma anche con la preghiera e la riflessione, la fede comune in Cristo. È lo stesso papa che ci chiama a partecipare numerosi a questo evento, confida in noi ragazzi, perché sappiamo “vivere la fede con un cuore giovane […] perché con Cristo il cuore non invecchia mai” (Papa Francesco, Domenica delle Palme, 24.03.2013). Questa volta, malgrado l’invito del papa e la nostra buona volontà, era davvero difficile, se non impossibile, attraversare l’oceano e prendere parte alla GMG. È per questo che oggi, con il gruppo di Bedizzole, io e altri duemila giovani di tutte le diocesi lombarde arriveremo al santuario di Caravaggio per assistere alla veglia finale di papa Francesco. E così, con ancora nel cuore l’esperienza della scorsa GMG (quella a Madrid, nel 2011), sono carica per viverne una nuova, afferro lo zainetto e… via! Dopo un’oretta di viaggio, eccoci giunti a destinazione; ad accoglierci troviamo un’infinità di persone accampate con sacchi a pelo e teloni nel prato del santuario, e così facciamo anche noi. Pare quasi una GMG in miniatura: certo, non proveniamo da nazioni diverse, né raggiungiamo minimamente il numero di pellegrini presenti adesso a Rio, però lo spirito è quello. Mi volto e vedo ragazzi che cantano e suonano in gruppo, altri che si abbracciano spontaneamente, altri ancora che organizzano giochi… Ragazzi sicuramente diversi da me, ma con i quali condivido lo stesso entusiasmo, il desiderio di dare un senso alla vita, la stessa gioia di vivere,ed è una gioia che contagia. L’allegria si protrae nei momenti di festa e lascia spazio a un silenzio surreale durante le varie testimonianze. finalmente del vero significato della GMG. “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,19): il vescovo di Bergamo ci racconta di tre o quattro ragazzi incontrati nel Malawi. Questi, pochi giorni fa, sono partiti per oltrepassare una montagna e diffondere laggiù la Parola del Signore: così hanno vissuto la loro speciale GMG a distanza. Tra quei ragazzi di un piccolo villaggio sperduto nell’Africa era presente Dio, come oggi lo è in mezzo a noi duemila lombardi e tra i giovani di tutto il mondo in Brasile. Per questo, appena inizia la diretta della veglia, non percepisco più i novemila chilometri che mi separano dalla spiaggia di Copacabana: vengono magicamente annullati dalla presenza dell’Amore di Dio, che abbraccia e riunisce tutti. E lo slogan di questa Giornata della Gioventù è proprio “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19). “Cari giovani, il Signore ha bisogno di voi! […] Chiama ciascuno a seguirlo e ad essere missionari”: così ci esorta il caro papa Francesco, paragonandoci alle pietre vive della casa del Signore. Siamo noi giovani che con l’energia e la giusta carica abbiamo il compito di costruire un grandioso futuro, siamo noi giovani la speranza della Chiesa. Perciò, dopo una notte in bianco e la Messa finale del giorno seguente, ritorno a casa. Soddisfatta di questa breve, ma intensissima esperienza, ripongo lo zainetto al suo posto, pronto per la prossima avventura. E ora: appuntamento a Cracovia nel 2016! Francesca Ma è solo dopo la riflessione di Mons. Beschi che mi rendo conto v ita n ostra 9 Vita in Oratorio 10 v ita n ostra Vita in Oratorio MINISTERO DELLA MAGIA Prot. N° 35664/13 Al Sig. Preside, ai Direttori delle Case e agli Alunni della Scuola di Magia e Stregoneria di Bedizzole Facciamo i più sentiti complimenti a Lei, ai suoi Direttori e a tutti i ragazzi che nella trascorsa estate hanno vissuto nella vostra Scuola tre settimane di amicizia e divertimento. Abbiamo particolarmente apprezzato l’allegria delle Case delle elementari: Rattonero, Volpeblu, Ricciazzurro, Falcoverde, Gufarancio e Orsorosso (alla quale va anche il nostro plauso per la inaspettata vittoria); ma soprattutto siamo stati colpiti dal coinvolgimento e dalla partecipazione dei ragazzi della Case delle medie: Cervobianco e Torodoro. Ingredienti veramente distintivi e preziosi si sono rivelati l’affiatamento e l’impegno del gruppo dei Direttori delle Case che hanno saputo creare un clima di amicizia e intesa fra loro e i propri ragazzi. Ottime le lezioni preparate con competenza dai docenti e perciò seguite da tutti con grande attenzione. Mi permetto di rimediare ad una dimenticanza del vostro preside durante i ringraziamenti della festa finale e cioè il grande grazie alle persone che di nascosto hanno contribuito alla buona riuscita di questa avventura: le cuoche che hanno sostenuto con la loro esperienza la fame del mezzogiorno, le mamme che protette dalle inferriate distribuivano la tanto attesa merenda e quelle persone che hanno donato la loro disponibilità durante le lezioni di Pozioni e di Volo. A tutti voi, giovani maghetti, ancora un vivo ringraziamento! Le lacrime sincere dell’ultima sera resteranno come sigillo prezioso di un Grest veramente... Magico. Dalla Nostra Residenza, lì 25 agosto 2013 v ita n ostra 11 Vita in Oratorio CAMMINANDO NEL CUORE DI ROMA “È stata un’esperienza splendida, dobbiamo assolutamente ritornare!”. Ecco l’esclamazione di Sofia al rientro da Roma. Il viaggio, realizzato per una cinquantina di ragazzi del VI anno catechistico, si è svolto nei giorni 14-15-16 giugno a conclusione di un percorso importante in cui i giovani hanno ricevuto i sacramenti della Prima Comunione e della S. Cresima. Dopo aver partecipato agli incontri del catechismo nonché alla giocosa giornata a Carpi, essi hanno trascorso nella capitale tre giorni che hanno lasciato un segno indelebile nelle loro anime. Il 14 mattina, ragazzi, catechisti, alcuni genitori e il nostro don Vincenzo siamo saliti sul pullman con il cuore colmo di emozione e un entusiasmo che caratterizza le comitive in procinto di imbattersi in un’avventura a dir poco strepitosa. Allegria e buon umore hanno allietato le ore trascorse in viaggio fino all’arrivo ad Orvieto, una ridente cittadina dell’Umbria. Abbiamo pranzato all’aperto in una panoramica Rocca, dopo di che abbiamo attraversato le piazze e le antiche vie sino al Duomo di Orvieto. Lì, dinanzi alla meravigliosa facciata, don Vincenzo ci ha illustrato la genesi della Cattedrale di Santa Maria Assunta e ci ha raccontato il miracolo eucaristico di Bolsena. Secondo la tradizione cattolica, nel 1263 un sacerdote boemo iniziò a dubitare della reale presenza di Gesù nell’ostia e nel vino consacrati. Durante la celebrazione di una messa, al momento della consacrazione l’ostia iniziò a sanguinare. Impaurito e confuso, il sacerdote avvolse l’ostia nel corporale di lino e si diresse in sacrestia. Durante il tragitto alcune gocce sarebbero cadute sul marmo e sull’altare elidendo in tal modo i dubbi del religioso in merito alla faccenda sacra. Il racconto del nostro caro don Vincenzo è stato gradito da tutti gli astanti, così come gli altri che sono seguiti durante la visita di altri siti. In religioso silenzio, abbiamo visitato l’interno della Cattedrale. Con il naso all’insù i ragazzi prima hanno ammirato gli affreschi di Luca Signorelli nella Cappella di San Brizio e poi tutti ci siamo fermati a pregare nella Cappella del Corporale davanti alle reliquie dell’evento miracoloso. Nel tardo pomeriggio siamo arrivati a Roma ed abbiamo alloggiato dalle “Piccole Ancelle di Cristo Re” che hanno accolto i nostri giovani con tanta tenerezza. Di certo non è semplice riassumere i due giorni trascorsi tra le colossali architetture romane. La maggior parte dei ragazzi non aveva mai visto così tanta imponenza. Si leggeva nei loro occhi lo stupore e l’emozione che suscitano i reperti storici custoditi dalla loro patria. Abbiamo visitato la Basilica di San Giovanni in Laterano, “Mater et Caput” di tutte le chiese di Roma e nel mondo. Qui i ragazzi hanno ammirato la bellezza dei monumenti dedicati agli apostoli, frutto dei lavori del Borromini, e sono rimasti particolarmente colpiti dalla visione della Porta Santa. Particolarmente emozionante è stata la visita al Santuario della Scala Santa, nelle immediate adiacenze della basilica di San Giovanni in Laterano. La pia leggenda, di origine medievale, afferma che si tratterebbe della stessa scala salita da Gesù, che sarebbe poi stata trasportata a Roma da Sant’Elena Imperatrice, madre di Costantino I, nel 12 v ita n ostra Vita in Oratorio 326. Alcuni dei nostri giovani bedizzolesi hanno voluto salire la scala in ginocchio. Passeggiando nel cuore archeologico della città, i ragazzi non risparmiavano lodi e esclamazioni sulla bellezza del grande Colosseo, sull’Altare della Patria costruito con il nostro marmo di Botticino e sulle numerose piazze, vie e scalinate, tra cui quella che dà lustro alla famosissima Piazza di Spagna. Quanto abbiamo “scarpinato”! La domenica mattina, in Piazza San Pietro, eravamo circondati da una gran folla di pellegrini, volontari e motociclisti. Abbiamo assistito alla messa con il Santo Padre, Papa Francesco, le cui parole hanno subito fatto esultare il nostro cuore conquistandolo ancora più di prima. “Con questa Eucaristia, nell’Anno della fede, vogliamo ringraziare il Signore per il dono della vita, in tutte le sue manifestazioni e nello stesso tempo vogliamo annunciare il Vangelo della Vita”. Indimenticabile! Muniti di acqua e cappellini per far fronte alla canicola capitolina, abbiamo pregato insieme, uniti nel Signore. La celebrazione eucaristica si è conclusa dopo queste ultime care parole del Papa: “Cari fratelli e sorelle, guardiamo a Dio come al Dio della vita, guardiamo alla sua Legge, al messaggio del Vangelo come a una via di libertà e di vita. Il Dio Vivente ci fa liberi! Diciamo sì all’amore e no all’egoismo, diciamo sì alla vita e no alla morte, diciamo sì alla libertà e no alla schiavitù dei tanti idoli del nostro tempo; in una parola diciamo sì a Dio, che è amore, vita e libertà, e mai delude, a Dio che il Vivente e il Misericordioso. Solo la fede nel Dio Vivente ci salva; nel Dio che in Gesù Cristo ci ha donato la sua vita con il dono dello Spirito Santo e fa vivere da veri figli di Dio con la sua misericordia. Questa fede ci rende liberi e felici. Chiediamo a Maria, Madre della Vita, che ci aiuti ad accogliere e testimoniare sempre il “Vangelo della Vita”. Con il cuore sereno, ricco di gioia e una voglia matta di raccontare l’esperienza vissuta alle loro famiglie , i nostri ragazzi di 1^ media, hanno manifestato la loro intenzione di voler ritornare nella capitale, magari con occhi diversi e una coscienza più sveglia e più attenta nei confronti della cristianità. Le catechiste Sabina Sapienza, Anna, Monica B. e Monica M. CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE Settembre è il mese della ripresa! L’Anno Pastorale che stiamo per incominciare ha come impegno fondamentale la “MISSIONE”. La quarta lettera del Vescovo è esplicita “COME IL PADRE HA MANDATO ME, ANCH’IO MANDO VOI”. Ci aspettano i seguenti appuntamenti importanti: Venerdì 13 settembre ore 20,30 incontro dei Consigli Pastorali delle Parrocchie di Bedizzole S. Stefano - S. Vito - Calvagese - Carzago - Mocasina, presso il Centro Parrocchiale di Bedizzole fisseremo un primo programma di iniziative che coinvolgano tutte le Comunità. Domenica 29 settembre ore 14,30 partenza dall’Oratorio, incontro del Consiglio Pastorale Parrocchiale e Consiglio degli Affari Economici di Bedizzole presso il Santuario di San Felice del Benaco. L’iniziativa è aperta a tutti i membri della Comunità Parrocchiale (preghiera - condivisione - adorazione - cena) comunicare l’adesione entro e non oltre Giovedì 26 settembre alle Madri Canossiane. Venerdì 4 ottobre ore 20,00 partenza in Piazza Europa Pellegrinaggio delle Parrocchie dell’Unità Pastorale a Pontenove: preghiera - professione di fede. Per un membro del Consiglio Pastorale Parrocchiale sono impegni ai quali in coscienza non può mancare. Don Franco e il Segretario v ita n ostra 13 Vita in Oratorio GRUPPO FAMIGLIE In campeggio con i papà Il percorso di incontri delle famiglie si è concluso quest’anno con un inatteso, ma ben riuscito campeggio. L’abituale campo estivo della durata di tre giorni è stato sospeso a causa dei numerosi impegni di varie famiglie (esami scolastici dei figli, impegni di lavoro, ecc.). Si è ritenuto comunque importante organizzare un momento comunitario seppur in forma più breve. Pertanto, un po’ come nel film di alcuni anni fa “il campeggio dei papà”, un buon numero di papà, con i propri figli e don Roberto a coordinare, sabato 22 giugno, dopo aver ricevuto tutte le raccomandazioni del caso da parte delle mamme, si sono presi tende e picchetti e sono partiti alla volta di Gussago per un campeggio presso la base scout di Piazzole. L’arrivo ha dimostrato tutta l’inesperienza del caso, quasi si stesse girando il sequel del film. Con il sorriso tipico del “campeggiatore della domenica” con le macchine ci siamo addentrati fin dentro l’area di Piazzole ricevendo la cortese, ma ferma reprimenda da parte dei volontari scout addetti all’accoglienza. Cominciamo bene! E allora dietro front e poi tende e 14 v ita n ostra zaini in spalla alla volta della zona destinata al nostro campeggio. Entusiasmo e sorrisi dei figli già alle stelle, fatica (nascosta) dei padri idem! Occupata l’area campeggio è iniziato il processo di “costruzione” della tenda. Ricordo chiaramente: tutti padri professionisti del campeggio (almeno questo davamo a vedere) e desiderosi di dimostrare ai figli come si monta una tenda. E allora … srotola la tenda … tira questa corda … metti qui lo zaino .. là il materassino … qui il picchetto … e via con le risate. Guardando a distanza: eccoli lì i padri diventare un po’ bambini ed i figli sentire i propri padri ancora più complici. E poi via con la cena allestita alla bell’e meglio, ma ugualmente saporita e ancora i giochi intorno ad un falò. E qui non si può non ricordare papà Diego fantastico nell’organizzazione e gestione dei giochi. Alla fine stanchi, ma divertiti ci siamo avviati a letto. Si fa per dire, ovviamente. Solo poche ore di vero sonno, intermezzate da risate, racconti, silenzi, voci della natura e degli animali del bosco. E poi la mattina della domenica, papa Maurizio che alle prime luci dell’alba è già a pulire l’area coperta utilizzata la sera prima, papa Luca che sfidando la frescura mattutina si avvia a dorso nudo a farsi la barba con lo stesso coltello usato da Rambo (o forse era il classico Bic). Qualcuno con il mal di schiena, causa un materasso troppo morbido... o forse dell’età? Gli ultimi: i figli, ma solo per il desiderio di prolungare una bella esperienza con i propri papà. E le mamme? Ci hanno raggiunto domenica mattina per salire a piedi assieme alla Madonna del Giogo in Polaveno. Qui le famiglie di nuovo riunite attorno all’Eucarestia assieme hanno partecipato alla messa celebrata da don Roberto. Poi a conclusione il pranzo con salamine e formaggio fuso, giochi e ancora tanta allegria. Un film non guardato, ma vissuto, che certamente sarà ricordato con gioia. Fabrizio Vita in Oratorio IL NOSTRO PRIMO CAMPO ESTIVO, CHE EMOZIONE! Il gruppo Emmaus, quest’anno ha vissuto il suo primo campo estivo a Borno, in Val Camonica. E’ stata l’occasione per continuare ed approfondire in modo diverso il cammino che porterà i nostri ragazzi all’incontro con Gesù presente nel Pane e il rinnovamento dello Spirito Santo. Gesù ci ha invitati a scoprire come possiamo essere acqua, farina e CARITAS: UNA Mi capita spesso il sabato pomeriggio di passare davanti al portone di via Rimembranze, 2. Dalle 14 alle 18 sono decine le persone che vanno e vengono dalla sede della Caritas Parrocchiale. Sono anni ormai che i volontari accolgono famiglie intere, distribuiscono vestiti, borse di viveri, piccole somme per far fronte alle spese più urgenti (bollette – medicinali – ecc.) Le piccole somme date sono il frutto delle iniziative dei volontari stessi, delle offerte dei bedizzolesi, della generosità di pochi… Nel centro Caritas un operatore si mette a disposizione dei tanti che al sabato chiedono un posto di lavoro, domandano un alloggio, fanno presente una necessità. L’operatore ascolta, indirizza, non fuoco per le persone che ci stanno vicino proprio come Lui fa con noi. Dalle impressioni raccolte tra i ragazzi è emerso che non è stato solo un momento importante per condividere momenti di preghiera e di gioco o divertimento, ma è servito ad approfondire vecchie amicizie e coltivarne nuove. Sicuramente un’esperienza da ripetere!!!! CARITA’ CHE NON FA SPETTACOLO! sempre riesce ad esaudire le richieste. Le persone sono contente perché qualcuno ha dato tempo a loro, ha ascoltato le loro difficoltà. La caratteristica della Caritas è andare incontro ai poveri, cercarli, servirli… non aspettarli! Quella della Caritas è una presenza costante. La visita agli ammalati, l’incontro con le famiglie, il saluto giornaliero negli ospedali e alla Casa di Riposo dei sacerdoti, dei religiosi dei volontari, sono servizi poco appariscenti ma fanno parte di una “ Caritas che non fa spettacolo”. C’è poi una processione continua in canonica, dalle suore, dai padri, di persone che chiedono, che fanno presenti mille necessità, che si confidano, che domandano di essere ascoltate, che chiedono di parlare con qualcuno. Caritas non è solo un po’ di pasta, un vestito, qualche spicciolo, è soprattutto mettere al centro una persona, ridarle speranza, farla sentire importante, aiutarla a rialzarsi, farla sentire una persona che conta. Questo è compito dei credenti che vedono in ognuno un fratello. Ecco perché ai volontari Caritas si chiede vita sacramentale, preghiera, dimestichezza con il Vangelo, familiarità con la Parrocchia, amore alla chiesa… il tutto perché il loro servizio non si riduca a riempire uno stomaco ma aiuti un fratello a sentirsi al suo posto nel paese. Grazie Caritas per quello che fai 365 giorni all’anno! v ita n ostra 15 Vita in Oratorio foto con animatori VOLONTARIATO FORMATIVO CANOSSIANO: ROMA, 14-21 luglio COMUNITÀ CAPODARCO Diciassette ragazzi, tre educatori, una comunità di disabili e tanta buona volontà: sono questi gli ingredienti fondamentali della splendida esperienza che ho vissuto lo scorso luglio e che ho l’opportunità di raccontare in questo breve articolo. Io, Francesca, Alice, Maria Elisa e altri miei coetanei delle diocesi di Brescia, Verona e Pavia abbiamo trascorso otto giorni nella splendida città di Roma a contatto con una realtà troppo spesso dimenticata ed emarginata: la disabilità. Le nostre mattinate ci permettevano di svolgere varie attività di volontariato nella comunità “Capodarco”: potevamo lavorare nei laboratori di ceramica, restauro e pasta fresca o aiutare persone affette da handicap nella gestione dei propri appartamenti. Durante alcuni pomeriggi, invece, avevamo la possibilità di visitare la capitale e tutti i suoi meravigliosi monumenti oppure restavamo nella casa delle Madri Canossiane in via “Don Orione”, in cui abbiamo alloggiato durante tutti gli otto giorni, per rielaborare le ore di servizio mattutine sotto la guida della nostra accompagnatrice Madre Mariagrazia e di altri due educatori. Durante questi incontri, poi, tra noi ragazzi si è instaurato un grande legame di amicizia rafforzato dall’impegno e dal duro lavoro impiegato durante le serate per preparare il musical “Streetlight” S. Messa in San Pietro del Gen Rosso che abbiamo messo in scena il sabato sera di fronte ai ragazzi disabili della comunità. Al termine di queste giornate mi sono trovata molte volte a riflettere e a tirare le fila e credo quindi di poter affermare con soddisfazione che questa settimana, che avrei voluto non finisse mai, mi ha insegnato a portare il cuore dove si impara ad amare (slogan del campo, riportato sulla maglietta che abbiamo indossato nelle ore di servizio) e consiglio a tutti i ragazzi e le ragazze di vivere un’ esperienza simile perchè, come ci è stato detto dagli educatori, cercare, trovare e percorrere la via di Gesù lascia segni indelebili nella nostra adolescenza. UN’ESPERIENZA INDIMENTICABILE Tutto avremmo pensato di fare quest’estate, ma sicuramente non avremmo mai immaginato di partecipare ad una missione di volontariato; infatti, quando M. Maria ce l’ha proposto siamo rimaste un po’ perplesse, tuttavia dopo esserci confrontate, con noi c’era anche Giulia, abbiamo detto: Perche no? A luglio siamo così giunte a Roma con un numeroso gruppo di ragazzi volontari come noi provenienti da varie città del Nord Italia. Questa settimana di volontariato con le Madri Canossiane alla mensa Caritas di Roma, ci ha aperto gli occhi su un nuovo mondo che credevamo fosse lontano da noi, trasmettendoci intense e svariate in partenza per il servizio laboratorio nella comunità prove del musical un momento di preghiera 16 v ita n ostra emozioni: dalla gioia nel vedere le persone sorridere grazie al nostro aiuto, alla tristezza nel sentire le storie che ci venivano raccontate. Sono stati giorni molto intensi e spesso, bisogna ammetterlo, anche stancanti perché ritornavamo a casa la sera sfiniti. Il servizio, che durava dalle 10:30 della mattina alle 15:00 del pomeriggio, richiedeva impegno, pazienza e volontà, poiché bisognava non far sentir “sole” le persone accolte parlando e ascoltando, visto che la maggior parte di loro aveva bisogno di compagnia. La fatica, però, è stata completamente ricompensata con i sorrisi e i ringraziamenti ricevuti dalle persone e questa è stata la gioia più grande; inoltre grazie alle instancabili Madri Antonella e Miriam abbiamo potuto visitare la splendida città di Roma e grazie alle piacevoli attività proposte abbiamo trascorso dei bellissimi momenti insieme divertendoci e stringendo nuove amicizie. Adesso aspettiamo con grande gioia la prossima estate per ripetere questa magnifica esperienza. C’è posto anche per te Alice e Zaira Vita in Oratorio Esperienza di Giovani Bedizzolesi LA MIA AF R ICA Da tanti anni mi dicevo che avrei voluto fare un’esperienza di volontariato in Africa … e finalmente quest’estate mi sono decisa!! Ho deciso che mi sarei rivolta al VOICA (Volontariato Internazionale Canossiano) perché me ne avevano già parlato e sapevo che era una associazione seria e valida. Il 6 agosto sono partita per quest’avventura, carica di pensieri, idee, paure, aspettative ed emozioni alla volta di Aru, un villaggio nella Repubblica Democratica del Congo (proprio subito dopo il confine con l’Uganda), dove mi aspettavano 3 settimane di lavoro: sia di grest con i bambini della parrocchia, sia di pittura di alcune aule scolastiche. Una volta arrivata nel continente dalla terra rossa mi sono resa conto che a qualche ora di volo dall’Italia esiste davvero un mondo completamente diverso da qualsiasi tipo di idea o immaginazione che ognuno di noi può avere. Parlare dell’Africa per me è davvero difficile perché qualunque racconto o descrizione non sarà mai in grado di esprimere quello che ho visto e provato camminando per quelle strade e incontrando quegli occhi, quei sorrisi e quelle mani. Ho vissuto con quella comunità per tre settimane, che sono volate, condividendo e comprendendo pregi e difetti di un mondo che è fatto di tempi, modi, odori e sapori che per noi sono così lontani e talvolta incomprensibili, ma tutto sempre caratterizzato da un senso di serenità che mi ha coinvolta. La cosa straordinaria è che pur essendo lontana kilometri e kilometri da casa, in un continente per me estraneo, con una cultura e una tradizione completamente diverse dalla mia, mi sono sentita comunque a casa. Siamo stati accolti in modo così caloroso ed affettuoso soprattutto grazie alle suore missionarie Canossiane. Queste svolgono un ruolo fondamentale all’interno della comunità, soprattutto per quanto riguarda l’educazione e la crescita dei bambini e dei giovani del villaggio. Negli anni, infatti, grazie alla loro presenza e a quella dei volontari sono stati costruiti: un asilo, alcune scuole primarie e secondarie, un piccolo ospedale/dispensario, una biblioteca e una panetteria, strutture molto importanti per gli abitanti del villaggio anche se a noi possono sembrare scontate. Proprio il tetto di una di queste scuole elementari potrà essere terminato grazie ai fondi donati dalla comunità di Bedizzole tramite la vendita di torte che è stata fatta a giugno. Vi porto quindi il GRAZIE delle suore e i sorrisi dei bambini che da settembre potranno ricominciare la scuola frequentando tutti la stessa struttura. I miei GRAZIE vanno invece, alle suore che ci hanno accolto e trattato con entusiasmo e felicità e ai miei compagni di viaggio, un gruppo di ragazzi che ha contribuito a rendere quest’esperienza unica e indimenticabile. Federica La scuola a cui verrà costruito il tetto grazie ai fondi raccolti a Bedizzole v ita n ostra 17 Vita della Parrocchia DALLA SCUOLA SACRA FAMIGLIA S. FAMIGLIA: UNA MATERNA CHE SA PIÙ DI FAMIGLIA CHE DI SCUOLA Ogni scuola dovrebbe essere una famiglia. Alla materna di Via San Martino della Battaglia il clima familiare lo si palpa concretamente. Bambini, genitori, insegnanti si sentono a casa, sentono la scuola come loro, si danno da fare perchè sia più accogliente, provvedono alle piccole riparazioni, organizzano iniziative e feste per far fronte alle piccole spese. Nella scuola c’è un pallaio ed un orto per dare all’azione didattica il clima della casa domestica. I genitori si conoscono tutti, sostano nel complesso con la massima libertà per parlare, confrontarsi, proporre, suggerire, criticare ... La materna S. Famiglia sa poco di scuola tradizionale, sa molto di famiglia, in essa lo stile educativo si respira, i valori sono chiari, gli obiettivi sono precisi, le mete sono ben note. IL PAESE CHE SOGNO ... Bedizzole è un paese bellissimo, ha una storia ricchissima, si trova in una posizione geografica stupenda, ha un patrimonio culturale invidiabile, le chiese sono una più bella dell’altra, la Pieve di Pontenove è la testimonianza più evidente di una fede millenaria. E’ un paese bellissimo Bedizzole, eppure si può sognare qualcosa di più. Sogno per Bedizzole “un clima di comunità”, un clima che favorisca il dialogo, il confronto, il reciproco rispetto, la conoscenza fra tutti i suoi abitanti, un clima che aiuti la gente a dire:”mi trovo bene, mi sento accolto, non sono un estraneo, sono a casa….” Sogno per Bedizzole la possibilità per tutti di parlare, di esprimersi, di 18 v ita n ostra Si punta molto alla persona, alla famiglia, agli educatori. I risultati si vedono: in breve tempo gli iscritti si sono quasi raddoppiati, le sezioni sono aumentate, il nido ha un buon numero di bambini, il grest dell’estate è frequentato. La S. Famiglia dice ad alta voce di essere “Scuola Cattolica”, di dare un’educazione religiosa. La preghiera, i tempi liturgici, le feste sono parte integrante del cammino formativo ... E i genitori sono contenti, affidano volentieri i loro figli a questa scuola. Buon anno allora!!!! Ai bambini primi protagonisti, ai loro genitori e insegnanti, a tutto il personale, agli amici del Consiglio ... buon anno e un augurio sincero di rendere la S. Famiglia una vera famiglia. dire le proprie idee, di confrontarsi con gli altri senza essere accusati. Sogno per il nostro paese il desiderio da parte di quanti lo vogliono di vivere la loro fede, di esprimere i valori nei quali credono, di difendere le loro tradizioni. Sogno maggior attenzione alla persona, a tutte le persone, alla loro dignità, ai loro diritti, alla possibilità per loro di un lavoro, di una casa, di una istruzione, di un’assistenza. Sogno anche maggior cultura, quella che educa, quella che istruisce, quella che fa crescere, quella che risponde alle esigenze delle persone, quella che arricchisce umanamente e spiritualmente. Sogno un paese che non si faccia bello solo di grandi tavolate. Sogno per Bedizzole uno sport nostrano, quello che coinvolge tutti, quello che diverte, quello che riunisce il paese, quello che promuove amicizia – solidarietà. Faccio fatica ad accettare uno sport che lascia indifferente il paese, che svuota solo le casse, che crea continuamente disagi, quello che interessa pochi. Sogno anche maggior rispetto per il territorio, più amore alla natura, più pulizia, più serietà nell’esigere da parte di tutti l’osservanza delle regole. Il paese che sogno non è il paese delle meraviglie, è solo un paese più vivibile, il paese dove tutti fanno la loro parte per renderlo più abitabile, più a misura d’uomo. Per realizzare questo… tutti, proprio tutti devono mettersi in gioco, rimboccarsi le maniche e dire: “tocca a me!” Un cittadino che ama il suo paese Vita della Parrocchia “Nelle braccia del Padre” - Giugno 2013 Quando ho appreso dal giornale che Papa Francesco avrebbe ricevuto in udienza privata la Diocesi bresciana, in memoria del 50° di pontificato di Papa Paolo VI, è nato in me il desiderio di parteciparvi. Subito mi sono attivata contattando l’agenzia che organizzava il pellegrinaggio. In un primo momento la risposta della suddetta è stata negativa, mi sono sentita rispondere che sia i pullman che le strutture alberghiere di cui si avvalevano non erano accessibili ai disabili in carrozzina. Ho lasciato passare qualche giorno, ma questa risposta non mi stava bene, la rabbia era tanta e il pensiero cadeva sempre li, non potevo perdere un’occasione così grande, L’abbraccio del Papa a Luisa Battesimi di Luglio mi sarebbe ricapitata? Mi sono rivolta ad un’amica, la quale mi ha messo in contatto con una giornalista a cui, dopo aver raccontato quello che mi era successo, ha contattato l’agenzia che, pur di evitare di finire sul giornale per non aver tenuto conto del diritto di “un debole”, ha subito messo a disposizione il pullman con la pedana e trovato una sistemazione adeguata, dandomi così la possibilità di poter intraprendere il tanto atteso viaggio a Roma. Finalmente si parte, la rabbia si trasforma in gioia, la felicità è tanta, affronto il viaggio in maniera sobria e tranquilla. Arrivo in albergo tutto bene. L’indomani in mattinata si parte, destinazione Basilica di San Pietro, celebrazione della Santa Messa di sua Eccellenza Monsignor Monari e udienza privata con il Santo Padre. Dopo la celebrazione della Messa del nostro Vescovo, si è avvicinato a noi disabili un usciere, dicendoci di avvicinarci all’altare in fila indiana che il Papa ci avrebbe salutato uno ad uno. L’emozione che ho provato abbracciando Papa Francesco è stata unica e indescrivibile, in quelle braccia ho sentito tutto l’amore di un padre verso il proprio figlio. Tutto questo mi ha portato molta felicità, forza per andare avanti, sono doppiamente contenta perchè l’obiettivo che mi ero prefissa è stato raggiunto e un mio grande desiderio si è realizzato. La Preghiera di Papa Francesco per Alessandro Battesimi di Settembre v ita n ostra 19 Vita della Parrocchia FESTA del SANTUARIO Avete mai provato, dopo una faticata, in una giornata di gran caldo a sedervi e ristorarvi un pò soddisfatti e paghi del lavoro fatto? Credo sia questa l’immagine che ho visto sui volti di coloro che in questi mesi hanno collaborato nella realizzazione della festa del Santuario: stanchi sì, ma soddisfatti! Si è chiuso il sipario anche quest’anno sulla nostra festa, che raccoglie sempre più apprezzamenti e consensi. Una cosa mi colpisce positivamente: per diversi giorni il Santuario si anima in modo particolare di famiglie e di bambini. Credo sia questa la nota dominante della festa in santuario: in un certo senso è la conferma che il “mandorlo” realizza ciò per cui è stato pensato, un luogo che si consegna alle famiglie, specialmente giovani. Ma la festa non è solo, come si suol dire, “stare con le gambe sotto al tavolo”: è soprattutto riportare al cuore di ognuno di noi un altro tipo di rapporto famigliare, quello con Maria, madre di Cristo e Madre nostra. Il nostro Santuario, forse, ha bisogno di riallacciare con le nuove generazioni, in modo particolare con le famiglie, un rapporto d’affetto, di presenza, di partecipazione. Le generazioni che ora hanno i “capelli bianchi” hanno trovato in questo luogo la possibilità di preghiera e di affidamento, di confidenza e protezione. Di proposito, in modo particolare nelle serate della festa, il Santuario era aperto, quasi a ricordare a tutti, che la porta principale della festa è quella. Una luce soffusa, un cero acceso, un pò di sottofondo musicale, soprattutto uno sguardo materno che tutti ab- 20 v ita n ostra braccia, anche se lontani, anche se il naso in chiesa non ce lo mettono mai. Ed è bello vedere una mamma che spinge il passeggino sostare e indicare al bambino il tabernacolo e l’immagine di Maria, o un giovane inginocchiato in silenzio, una coppia di sposi che prega insieme. Istantanee scattate quasi di nascosto, per dire che una festa ha un’anima, meno visibile, meno rumorosa di rock e profumo di salamina, ma che ne rappresenta il senso e il cuore. E col cuore, vorrei ringraziare, come ho fatto già al termine della festa, tutti i collaboratori, ognuno con i suoi doni messi al servizio, ricordando come ognuno di noi in questa estate sia stato per il santuario come la formica, che faticosamente e senza strepito, si procura provviste per il freddo inverno. Fuori metafora, sappiamo che ogni attività, ogni festa, ha sempre un duplice obiettivo: stare insieme facendo comunità, ma non meno importante, dare la possibilità di una autonomia economica al santuario e alle sue necessità. Ringraziamo di cuore tutti coloro che, apprezzando il nostro lavoro rendono possibile tutto questo, toccando con mano in tante occasioni il miracolo della generosità e della provvidenza. Don Roberto, il gruppo di Masciaga Resoconto della Festa del Santuario 2013 entrate: uscite: netto: Euro 32.245,80 Euro 19.416,39 Euro 13.829,41 Vita della Parrocchia La Preziosa Tovaglia dell’Altare Maggiore del Santuario di Masciaga Nel corso della seconda guerra mondiale, nel 1941, è stato solennemente festeggiato il secondo centenario della traslazione dell’effige della Madonna, dal Lazzaretto all’attuale Santuario di Masciaga. Per questo anniversario sono state vissute giornate di festa con varie celebrazioni indimenticabili. Nell’occasione il Santuario fu oggetto di particolari cure e venne deciso di raffigurare, sui due lati del presbiterio, due dei numerosi miracoli attribuiti all’immagine della Madonna di Masciaga, avvenuti durante la traslazione del 1741. Sul lato destro la ruota del mulino al Bettoletto scalzata dalla sua sede al passaggio della processione (il mugnaio infatti si era rifiutato di uscire n.d.r.) e sul lato sinistro la guarigione dell’inferma davanti alla Chiesa Parrocchiale. Inoltre, nel corso della soppraccitata guerra, la Parrocchia e la popolazione fecero solennemente il voto, che viene ricordato ogni anno l’otto settembre, affinchè la Madonna di Masciaga proteggesse i giovani al fronte e li aiutasse a tornare sani e salvi alle loro famiglie. Per la solennità del 1941, la nostra ava Teresa Maffietti, decise di fare dono al Santuario di una preziosa tovaglia realizzata su misura dell’altare maggiore con l’effige della Madonna dipinta a mano, contornata da un “giardino fiorito”. Tutti i fiori ivi riportati sono frutto di un certosino lavoro di ricamo eseguito a punto raso su tessuto dalla signora Rosini Antonelli Ventura di Masciaga; sotto l’effige della Madonna è riportata la scritta “Madonna di Masciaga proteggi i nostri giovani”. La tovaglia, nel tempo, venne custodita, prima dalla signora Teresa Maffietti, e poi dagli eredi Reguitti e messa a disposizione ad ogni richiesta dei vari sacerdoti durante le festività mariane. Quando quattro anni fa iniziai il mio servizio al Santuario, quasi subito sentii parlare di una tovaglia ricamata “in giardino”. Il 6 luglio 2013, gli eredi Reguitti, hanno consegnato nelle mani di don Roberto Soncina (attuale sacerdote residente in Santuario) la tovaglia dell’altare maggiore, affinchè sia custodita e utilizzata in Santuario in modo appropriato e quindi sempre a disposizione dello stesso. Seguendo la mia indole curiosa, cercai di capirne la storia, che con voci diverse mi arrivava. Mi dissero fosse custodita appunto, come ricordato sopra, dalla famiglia Reguitti. Quanto sopra per ricordare pubblicamente e fare quindi conoscere il valore inestimabile del manufatto, così ammirato da tutti nelle varie occasioni di festa. Pensai quindi, in occaione del 250° della consacrazione della Chiesa Parrocchiale, di approfondire il discorso direttamente, anche per capire le vicende alterne di questa tovaglia, che per parecchi anni non venne più utilizzata. Viene inoltre ribadito che il dono rimane da ora di proprietà esclusiva del Santuario a ricordo imperituro della devozione di coloro che hanno partecipato alla sua realizzazione. Nel 2010, la famiglia Reguitti, mi diede la possibilità di utilizzarla nuovamente nelle solennità del Santuario, facendo ripartire una tradizione che per motivi diversi, si era purtroppo interrotta. Con questo atto scritto, la preziosa tovaglia dell’altare maggiore, viene rivalutata ed è nella piena disponibilità per lo scopo per cui è stata pensata e donata originariamente al Santuario. Una mattina, al termine della Messa, il signor Lorenzo mi comunicò l’intenzione della sua famiglia di riconoscere definitivamente la tovaglia al Santuario: con gioia e soddisfazione ringrazio a nome della Parrocchia, assicurando che, come ogni bene affidato sarà custodita con cura. 6 luglio 2013 Reguitti Angelo Lorenzo, Reguitti Maria Teresa Reguitti Rosa Don Roberto v ita n ostra 21 Vita della Comunità ove ta Fes en ont P a a ta co s Fe oc nR a S Gruppo San Rocco Immagini che valgono mille parole Ecco dove vanno a finire le buone iniziative, le fatiche e gli sforzi di un gruppo di VOLONTARI ... Il Gruppo San Rocco da anni cura il parco e i campi da gioco adiacenti alla sede, il monte del Cimitero e la Chiesetta. Nonostante denunce fatte alle autorità competenti si verificano ancora VERI ATTI DI VANDALISMO. Le immagini di disegni volgari e scritte vergognose, a volte con nomi e cognomi, che alcuni hanno dipinto sulle pareti della sede, sui giochi acquistati dal gruppo o dati dal comune, lasciano veramente un sentimento di rabbia e amaro in bocca. Lo steccato a protezione, posto per la sicurezza, è stato ROTTO in più punti (e ce ne vuole di forza!). Non pubblichiamo tutte le immagini per decenza e rispetto sia a chi legge che a chi, suo malgrado, ne è stato vittima. Purtroppo ci sono ragazzi maleducati, che non conoscono il VALORE del “bene comune”, nemmeno se è destinato ai più piccoli. L’educazione viene insegnata in primo luogo in famiglia. E forse anche i genitori dovrebbero essere messi a conoscenza dell’inciviltà che invece dimostrano. Molto triste è che bambini di qualsiasi età possano sentire, vedere cose al limite dell’oscenità! (be- 22 v ita n ostra stemmie e porcate di tutti i generi!) Il rammarico è che spesso gli adulti siedano incuranti di quanto accade davanti ai loro occhi: se sono i loro figli o nipoti, anche se per piccolezze, non si alzano nemmeno a riprenderli (lasciano correre, sono ragazzate!!!) - e se assistono da spettatori a gesti come quelli riportati non intervengono per PAURA. Infatti, purtroppo, chi, anche del gruppo, ha cercato di riprenderli per gesti scorretti o semplicemente chiedendo di moderare il linguaggio, è stato minacciato verbalmente, e violentemente. TOGLIERE TUTTO??? Soluzione semplice, ma per pochi ci rimetterebbero in molti. Basterebbe veramente solo un pò di RISPETTO, educazione e meno omertà!!!! Un pò di collaborazione con genitori, nonni, scuole e autorità sicuramente aiuterebbe. Resta adesso il conto per il ripristino ... che sicuramente non verrà pagato da chi si sente furbo o figo, per mettersi in mostra davanti ai coetanei, ne tanto meno dai genitori che continueranno a credere di avere come figlio uno stinco di santo. Resta però anche il nostro desiderio di AVERE UN PARCO PULITO, SICURO per i nostri bambini per tutta la comunità, e l’im- pegno costante che metteremo per arrivare a realizzarlo. R.B. Vita della Comunità OLIMPIADI DELLA IVa ETÀ ... BEDIZZOLE TRIONFA Metti una calda mattina di Luglio. Metti un gruppo di signori e signore pieni di brio che nonostante l’età conservano voglia di vivere, spirito di gruppo e energia da vendere pur con acciacchi e qualche difficoltà. Metti che questo gruppo, sia il team della Fondazione Casa di soggiorno per Anziani di Bedizzole che si appresta a partecipare alle Olimpiadi della IV° Età organizzate dalla casa di Riposo di Lonato. Metti di ricordare tutti gli “atleti” per nome: e allora c’è Marisa, la più giovane e temeraria che con un po’ di affanno riesce a fare due canestri di seguito. E Nuccio, capitano della squadra, che anima il gruppo e Lino che quando si impegna mette a segno uno strike al bowling che da vittoria parziale alla squadra. C’è Bruno con un sorriso disincantato che “la và come la và”. E le “ragazze” del Centro diurno: Franca, slanciata e attiva, alta come il morale del team; Rosa che ha macinato km di passeggiate per essere perfettamente in forma e Santa che parte pensando di non riuscire a fare nulla e poi invece fa un figurone. Dulcis in fundo, Giuseppina che quatta quatta aiuta la squadra a far punti per la vittoria finale. E metti che la squadra della Fondazione di Bedizzole si classifichi al primo posto aggiudicandosi l’ambita coppa. Tutti conosciamo i benefici dello sport, ma la vittoria dei nostri ospiti alle Olimpiadi della IV° Età, dimostra quanto sia importante garantire, in particolar modo agli anziani, occasioni che permettano loro di mettersi in gioco e dimostrare che possono ancora fare. Che possano quindi ancora essere! La nostra Fondazione è particolarmente impegnata in questo senso sia con gli ospiti che risiedono nella RSA, sia con coloro che frequentano il Centro Diurno Integrato della Fondazione. Il Centro Diurno accoglie gli ospiti nelle ore diurne, eroga prestazioni Informazioni e contatti: socio-assistenziali e offre momenti di animazione e socializzazione…ma al di là di ogni definizione tecnica il Centro Diurno è – come dicono le nostre “ragazze di una volta” – una sorta di seconda casa dove stare bene in compagnia. E la compagnia diventa una squadra vincente quando i nostri ospiti si incontrano, si conoscono, fanno cose insieme e sono sicuramente più sereni e meno esposti a solitudine e tristezza. “Per ogni individuo lo sport è una possibile fonte di miglioramento interiore” (P. De Coubertin) Fondazione Casa di Soggiorno per Anziani – Onlus Bedizzole Via Sonvigo, 22 25081 Bedizzole (BS) Tel 030674213 www.csabedizzole.it - info@ csabedizzole.it (Santa alle prese con il basket) (La squadra della Fondazione) (La consegna dei diplomi agli atleti) La Fondazione Casa di Soggiorno per Anziani di Bedizzole ha festeggiato i compleanni di tutti gli ospiti che hanno compiuto gli anni nel mese di agosto. Oltre al taglio delle torte e all’accompagnamento musicale del sig. Nico, la giornata è stata coronata dagli auguri alla sig.ra Clara Raimondi che lo scorso 10 agosto ha spento 105 candeline. Nella fotografia la vediamo in compagnia della figlia Daniela v ita n ostra 23 Dalle Missioni PADRE PIERINO RONCHI DA BRESCIA AL KENYA P. Mario Barbero, IMC Nella storia del nostro Istituto, i Missionari della Consolata originari della Diocesi di Brescia sono 60 quasi ugualmente divisi tra defunti e viventi. Il numero dei defunti è aumentato di uno nel mese di luglio scorso con la morte di P. Pierino Ronchi (19332013). Nato a S. Zeno Naviglio nel 1933, fu ordinato sacerdote come missionario della Consolata nel 1963 e quasi subito fu destinato al Kenya ove trascorse più di 30 anni nella diocesi di Marsabit nel deserto nel nord del paese, una diocesi missionaria nel deserto del nord del Kenya. In questa diocesi, nata nel 1964 e sviluppatasi quasi miracolosamente in mezzo a difficoltà d’ogni tipo, P. Pierino fu uno dei protagonisti. In tutte le Dalla Missione ... Carissimo don FRANCO. Sono suor Luigina e le scrivo ... sono da pochi giorni tornata a Caracas per i miei esecizi spirituali e ho potuto aprire il correo elettronico, meglio Internet, per riuscire a comunicare con i familiari ed amici. Nella missione dove mi trovo non abbiamo questa possibilità....dobbiamo andare in città e servono 5 ore di fiume ... qui a Caracas ho trovato in internet tutti i bollettini della parrocchia e con grande gioia, in 24 v ita n ostra missioni ove egli lavorò – Wamba, South Horr, Maralal, il suo servizio umile e generoso nei due settori dell’evangelizzazione e della promozione umana, lasciò dei segni ben visibili nell’aumento del numero dei battezzati e nell’organizzazione di strutture di sviluppo come dispensari, asili, scuole. Tutto questo è stato possible grazie al suo spirito di fede, di preghiera, impegno per la formazione di catechisti e altri responsabili di comunità e anche a motivo della solidarietà dei suoi famigliari e amici, parrocchiani e gruppi di sostegno. Sapeva infatti condividere con la sua chiesa di origine le sue preoccupazioni e progetti missionari. Ricordo la mia prima visita alla questi giorni, sono riuscita a leggerli tutti ... GRAZIE a lei, a don Vincenzo, a don Roberto per offrirmi questa possibilità. GRAZIE vi ricordo spesso nelle mie preghiere, come desidero che anche voi mi ricordiate ... vi prometto che sto cercando di essere una buona missionaria, con l’aiuto di DIO! Ciao a tutti, con cariño un abrazo suor Luigina Goffi sua missione di South Horr nel 1974, una località sperduta nel deserto, ma la missione era stata costruita vicino a una rara sorgente d’acqua. Una vera oasi, era immersa nel verde, dotata di un orto rigoglioso che forniva verdure anche alle missioni vicine. Dal centro della missione egli visitava periodicamente i villaggi circostanti, in compagnia di una suora infermiera. Arrivati al villaggio mentre P. Pierino incontrava il catechista locale che lo aggiornava sulla vita della piccola comunità e gli presentava le persone che volevano parlare al Padre, la suora si prendeva cura dei malati, dei bambini, delle mamme. Quest’azione capillare e metodica dal centro della missione ai villaggi circostanti è ciò che permetteva lo sviluppo delle comunità cristiane in future parrocchie. La diocesi di Marsabit nata nel 1964, e suddivisa nel 2001 con la creazione della diocesi di Maralal, su una popolazione di 450 mila persone sparpagliate su un vasto territorio di 100 km2, i cattolici sono ora 90 mila e P. Ronchi è stato uno degli operai evangelici in questa crescita. Nel 1986 mentre era parroco di Maralal venne ordinato il Dalle Missioni primo sacerdote della tribù Samburu, P. Dominic, evento mai successo in quella parte del mondo. Gli anziani della tribù, si sentivano particolarmente fieri di annoverare quel giovane sacerdote nel rango di“anziano” della tribù e prima della liturgia dell’ordinazione sacerdotale vollero benedirlo con una loro benedizione speciale. Dopo quella prima ordinazione, i sacerdoti locali sono ora 32. Gli ultimi anni della sua vita, a cominciare dal 2003, P. Pierino li trascorse in Italia. Dopo tanti viaggi per le strade impervie del deserto, dopo aver tanto camminato, il diabete lo immobilizzò su una carozzella, intercessore immobile per la giovane chiesa che egli aveva contribuito a fondare. Dopo i primi tentennamenti e scoraggiamenti, affidandosi alla Consolata che aveva tanto amato e servito, P. Pierino accettò con serenità e pazienza quest’ultima tappa della sua vita missionaria trascorsa nella casa dei missionari della Consolata di Alpignano (Torino). Dopo il funerale ad Alpignano, la salma di P. Pierino fu accompagnata a San Zeno Naviglio dove lunedì 4 agosto una gran folla di parenti e parrocchiani si strinse nella preghiera e nel ringraziamento al Signore per la vita di questo generoso missionario. Al funerale a San Zeno era presente anche don Franco Dagani che negli anni del suo ministero a San Zeno Naviglio aveva conosciuto bene P. Pierino e la sua famiglia. Tra i pionieri che fondarono la Chiesa del Kenya P. Pierino Ronchi sara’ ricordato come un ponte di comunione tra la chiesa di Brescia e quella del Kenya. ATTIVITÀ DEL CENTRO MISSIONARI DELLA CONSOLATA 2013 INCONTRI DEL MERCOLEDÌ SERA: EUCARESTIA SACRAMENTO DELLA FEDE In continuità con l’Anno della Fede indetto da Papa Benedetto XVI, il centro missionario della Consolata di Bedizzole programma una serie di “Incontri del mercoledi’ sera” sul tema EUCARESTIA, SACRAMENTO DELLA FEDE, approfondimenti biblici-catechetici. Ecco il calendario degli incontri nel 2013: Ottobre: 30 Novembre: 6, 13, 20, 27 Dicembre: 4, 11 Le Madri Canossiane organizzano da Giovedì 26 settembre dalle 20,30 alle 22,30 U.S. Bedizzolese Calcio - Campionato 2013 - 2014 una serata da passare insieme a RICAMARE, per ragazze, giovani, mamme, nonne e ... tutte coloro che vogliono trascorrere un momento in allegria ... non badando a quanto si fa ... ma a scoprire la bellezza dell’amicizia. Costo per tutto il corso Euro 25,00. v ita n ostra 25 Vita della Comunità ARRIVANO . . . I FRANCESI A seguito dello scambio culturale avvenuto dal 17 al 21 marzo 2013 in terra di Normandia fra il neonato Comitato di gemellaggio Bedizzole/Unione Comuni della Valtenesi e il Comitato Europe Inter Echanges Plateau Est de Rouen che raccoglie 14 Comuni francesi che ha ospitato la delegazione del nostro Comitato, dal 15 al 20 Settembre 2013 avremo il piacere di poter ospitare nel nostro ter- ritorio, la delegazione francese composta dal Presidente del Comitato francese, alcuni membri dello stesso e due Sindaci di cui l’uno Presidente dei Comuni del Plateau est de Rouen. I nostri corrispondenti francesi saranno ospiti presso le famiglie dei membri del nostro Comitato di gemellaggio. Il programma delle varie giornate sarà ricco di incontri e di visite, non solo alle bellezze artistiche, L’Oratorio di Bedizzole sede del C.S.I. Zonale Incontro presso il Teatro Paolo VI Bilancio oltre le aspettative per il tour provinciale promosso dal Csi Brescia, che la scorsa settimana ha fatto tappa nei Punto Csi sparsi su tutto il territorio bresciano al fine di presentare la nuova annata sportiva e fare il punto della situazione su presente e futuro dell’associazione. 350 le persone che hanno partecipato agli appuntamenti arancioblù, con picchi di presenze nelle splendide nuove sedi decentrate negli oratori di Bedizzole e Dello, ma l’affluenza è stata positiva anche a Sabbio Chiese, Gardone Valtrompia, Villa Pedergnano e alla Badia. Ancora una volta, dunque, il Csi Brescia ha dimostrato il suo Festa della Classe 1970 profondo legame con gli oratori bresciani, custodi del modello di sport dell’associazione. A fare gli onori di casa nel corso della settimana di incontri la presidente Amelia Morgano e il vicepresidente Diego Mondini, che dopo aver annunciato il superamento del milione di tesserati in tutta la Penisola hanno fatto il punto sui progetti nazionali. Il segretario Gianpietro Cella (con il supporto di Paola Abile) ha illustrato le procedure di affiliazione, tesseramento e iscrizione online, mentre il direttore tecnico Emiliano Scalfi ha presentato le novità dell’offerta sportiva 2013/2014. Alla responsabile ciclismo Grazia ma anche alle principali attività produttive locali, nell’intento di una vera promozione del nostro territorio all’estero. Proporremo come mete: la città di Brescia, i paesaggi del nostro lungo fiume, la nostra Chiesa Parrocchiale, la Pieve di Pontenove, il Vecchio Mulino, la Valtenesi e il lago di Garda, le visite alle nostre Cantine locali, alle Aziende Agricole di produzione e trasformazione. Colosio il compito di esortare tutti gli appassionati delle due ruote a prendere parte al Campionato Nazionale che si svolgerà il 21 e 22 settembre a Lonato del Garda. Chiusura dedicata alla comunicazione, con il responsabile Bruno Forza che ha illustrato i canali ciessini con un occhio di riguardo per il rinnovato sito internet e la neonata pagina facebook. Grazie per ogni gesto di generosità Offerte Pro Oratorio (Offerte dal 7 giugno al 1 settembre ) Offerte settimanali Candele Funerali Stampa Cattolica Matrimoni Battesimi 26 v ita n ostra € € € € € € 5.438,36 1.837,05 2.750,00 106,00 1.050,00 890,00 1° domenica di giugno 1° domenica di luglio 1° domenica di agosto 1° domanica di settembre N.N. N.N. N.N. N.N. N.N. N.N. N.N. N.N. 50° matrimonio gruppo 3° età Gruppo San Rocco Per le Missioni della Consolata € € € € € € € € € € € € € € € € 1.105,36 865,95 881,95 653,97 1.000,00 1.000,00 50,00 50,00 50,00 50,00 50,00 200,00 100,00 50,00 150,00 2.539,00 La generosità Anagrafe Parrocchiale Sono nuovi Figli di Dio Chilè Bulai Sophia Anastasia di Petru e Ana Chilè Bulai Landi Nicolò di Federico e Molina Romina Busi Andrea di Vincenzo e Lonati Elisa Busi Federico di Vincenzo e Lonati Elisa Zanelli James di Manolo e Sala Rossella Diodato Riccardo di Giuseppe e Russo Tiziana Carta Davide di Alessio e Mancini Laura Bontempi Sara di Massimo e Motti Ombretta Grioni Ilenia di Marco e Vanessa Cacciato Fabbri Ginevra di Diego e Pellegrini Daniela Alberti Gabriele Osvaldo di Marco e Bondi Jessica Kusì Treimaine di Maycol e Frimpomae Brunelli Giorgia di Giorgio e Zanchi Federica Sono tornati alla Casa del Padre Glicerini Edda di anni 86 Rovida Adelaide di anni 90 Peretti Giuseppe di anni 70 Casella Bortolo di anni 81 Loda Natalino di anni 75 Gatti Mario di anni 75 Fregoni Carolina di anni 75 Bosio Domenica di anni 84 Si sono uniti in Matrimonio Madre Mattei Irene di anni 89 Venturoli Francesco e Bettoni Erica Di Renzo Antonio e Madau Tatiana Giuliano Gianpiero e Galvagni Giulia Hölz Sebastian e Dolleschel Sasanne Lisa Bertoloni Alessandro e Chiodi Cristina Bonardi Alessandro di anni 88 Bussi Silvano di anni 64 Bertoli Orazio di anni 85 Tagliani Luigi di anni 70 Bondoni Adriano di anni 67 Boldini Albina di anni 59 •PARTECIPAZIONI E LIBRETTI PER CERIMONIE Pasinetti Domenica di anni 85 Orlandini Carlo di anni 93 •BIGLIETTI LUTTO Scaroni Maria di anni 76 •BIGLIETTI EVENTI •POSTER - QUADRI - CARTOLINE •CALENDARI - BIGLIETTI AUGURALI MACELLERIA Fregoni Adolfo di anni 86 Migliorati Edvige di anni 87 Viale Libertà, 62 - Bedizzole (Bs) Tel. 030.674634 Fax 030.6874605 [email protected] wwww.tipolitografiaberardi.com Cargnoni Teresa di anni 88 Chiodi Carlo di anni 83 Sturiale Natale di anni 97 PASETTI GIANFRANCO Piazza V. Emanuele II, 13 BEDIZZOLE (BS) Tel. 030 674456 Antica Trattoria Loc. Bettoletto “Al Mulino” specialità di pesce TAG L I A N I RINALDO v ita n ostra 27 Venite a scoprire la nostra produzione nel nuovo show room di Bedizzole Via Garibaldi, 17 BEDIZZOLE tel.030.6870773 fax 030.6870199 www.valenInimobili.it‐ www.woodencharme.it C S G IMPIANTI Impianti di allarme e telecamere per interno ed esterno impianti antincendio FALEGNAMERIA PODAVINI EGIDIO & C. Snc SERRAMENTI CERTIFICATI CE di Chiodi Gianluigi Magazzino: via Borello - Bedizzole (BS) Tel. 030 6871310 - Fax 030 6871218 Via Trebocche, 7B - Bedizzole (BS) Tel. 346 6679820 - [email protected]