Divertimento e Felicità

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Divertimento e Felicità
Divertimento e Felicità
Wassily Kandisky – Untitled (1922)
Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Classense
Bibliografia aggiornata al 20/07/09
Ma gli scimpanzé sognano la pensione? : come
diventare molto ricchi (o almeno essere felici) / Jacob
Burak. - Milano : Mondadori, 2009. - 209 p. ; 21 cm. ((Trad. di
Anna Zapparoli.
Inventario 457178 Collocazione LETTURA 158.1 BURAK J
Che ruolo hanno le emozioni, il caso e la fiducia negli affari,
nelle decisioni su come impiegare i soldi e più in generale nel perseguire
gli obiettivi? E poi, una volta portato a termine un buon business, una
volta ottenuto ciò che si è a lungo desiderato, si è davvero felici? Il
denaro non da la felicità: una frase che può persino sembrare ingenua o
ipocrita, se a pronunciarla è uno degli uomini più ricchi del pianeta.
Eppure Jacob Burak, storico fondatore di Evergreen, una delle società di
investimenti israeliane di maggiore successo al mondo, ne ha le prove, e
sono inconfutabili: parlano per lui ricerche e studi sul comportamento
umano. Con molta ironia e semplicità affronta il rapporto fra le realtà finanziarie e l'etologia umana e
animale, analizza fattori come fortuna, paura e desiderio di serenità, confuta in modo inequivocabile svariati
cliché del mondo degli affari. Partendo dal presupposto che il comportamento umano, tanto in campo
economico quanto nella sfera personale, è influenzato da fattori genetici e di tipo sociale che accomunano
l'uomo ai primati, Burak insegna a superare le difficoltà professionali e della vita quotidiana, a prendere
realmente coscienza di alcune piccole e grandi scelte in grado di cambiare l'esistenza, a individuare un
personale percorso verso la felicità.
Felicità: un'ipotesi : verità moderne e saggezza antica / Jonathan Haidt ;
traduzione di Paola Bonini. - Torino : Codice, [2007!. - XIV, 304 p. ; 22 cm.
Inventario 429836 Collocazione DEWEY 152.42 02
Dieci grandi idee e una metafora ricorrente per accompagnare il lettore nella ricerca del bene più
sospirato e sfuggente: la felicita. Jonathan Haidt ricerca le basi neurologiche, psicologiche e morali della
soddisfazione esistenziale, interpretando l'antica saggezza alla luce delle più recenti scoperte in campo
genetico e psichiatrico. Partendo da un presupposto: la nostra mente è paragonabile alla coppia formata da un
elefante ostinato e dal suo guidatore, e la nostra felicità dipenderà dalla capacità di quest'ultimo di orientare
la direzione dell'elefante. Ogni capitolo analizza le regole che guidano la nostra vita sociale, dall'amore alla
reazione alle avversità, dalla reciprocità - che ci induce a mostrarci più generosi con chi ci dà l'impressione di
fare qualcosa per noi - alla realizzazione professionale. Ma scienza e filosofia bastano a spiegare cosa dà
senso alla nostra vita? Haidt identifica alcuni strumenti, uno antico e due più moderni (meditazione,
psicoterapia cognitiva e antidepressivi) che possono aiutarci a star meglio. D'altronde, conclude Haidt, se gli
interrogativi sul senso della vita in generale sono destinati a rimanere senza risposta, possiamo e dobbiamo
cercare di dare un senso almeno alla nostra esistenza individuale e al nostro ruolo nella società.
L'ozio come stile di vita / Tom Hodgkinson ; traduzione di Carlo Capararo. - Milano
: Rizzoli, 2005. - 314 p. ; 19 cm.
Inventario 399587 Collocazione LIV.UNO 175 002
Fin da bambini siamo stati tiranneggiati dalla presunta virtù dell'alzarsi presto la mattina. Poi ci
hanno insegnato a trasformare il pranzo in una pausa rapida nel pieno del lavoro, a non sprecare il tempo
dormendo, sempre in nome di una logica per cui lo scopo della vita è lavorare, produrre, guadagnare. Ma,
come insegna il nobile esempio di grandi personaggi - da Cartesio a Oscar Wilde, da Whitman a Stevenson,
da Chesterton a Nietzsche - tutto ciò è profondamente contrario alla vera natura dell'uomo. In questo libro,
Tom Hodgkinson rivaluta l'ozio, che non è il padre dei vizi ma la condizione per riappropriarci della vita e
lasciare campo libero alle più elevate attività.
Sul piacere e sul dolore : sintomi della mancanza
di felicità / Stefania Consigliere. - Roma : DeriveApprodi,
2004. - 268 p. ; 23 cm.
Inventario 384047 Collocazione DEWEY 158 15
La forma di vita dell’occidente contemporaneo sembra
consegnata a una strana mancanza di felicità. L’aumento
esponenziale del benessere materiale, che avrebbe dovuto garantire
a tutti la felicità, si è rovesciato in una peculiare forma di anestesia,
in cui l’ottundimento fisico e la rimozione intellettuale fanno
sparire dall’orizzonte non solo il dolore , ma anche il piacere. Di
questa ossessione esistono diversi sintomi: la ricerca ossessiva
della salute perfetta, l’equivalenza di piacere e prestazione, la
rimozione del dolore esperito e l’ostentazione spettacolare del
dolore da cataclisma. […] Attraverso il confronto col pensiero di
autori molto diversi questo saggio propone una lettura di piacere e
dolore come indici di soggettivazione, segnali di <<buona vita>> o
di buona vita mancante. Scopo della teoria è ridare senso all’esperienza. Poiché è tempo di restituire
al dolore il suo vero volto e di rivendicare con forza la felicità.
La costruzione della felicità / Martin E. P. Seligman ; traduzione di Teresa Franzosi. Milano : Sperling & Kupfer, °2003!. - XV, 373 p. ; 22 cm.
Inventario 368608 Collocazione LIV.UNO 152.42 001
Da Freud in poi, la psicologia si è sempre occupata di infelicità. L'obiettivo era curare fobie,
ossessioni, nevrosi e depressioni. Ma la rivoluzione è alle porte: è nata la "positive psychology",
disciplina che si pone il fine di aiutare le persone a trovare la felicità. Nel corso di studi ventennali,
il professor Seligman si è convinto che è possibile. La missione di questa "scienza dell'ottimismo" è
quindi quella di consentire a ogni individuo di identificare e rafforzare i tratti positivi che già
possiede in termini di serenità, ottimismo e progettualità, al fine di vivere sempre ai massimi livelli
del proprio potenziale di benessere.
Passatempi rinascimentali : storia culturale del
divertimento in Europa, secoli 15.-17. / Alessandro
Arcangeli ; con un saggio introduttivo di Peter Burke. Roma : Carocci, 2004. - 215 p. : ill. ; 22 cm.
Inventario 393128 Collocazione DEWEY 790.09 02
Nei primi secoli dell'età moderna, la convinzione che
l'essere umano necessiti di una pausa periodica dalle sue
occupazioni divenne luogo comune nella cultura europea. La
letteratura medica approvava un ampio ventaglio di attività fisiche
considerate salutari. La riflessione morale inventò l'idea di un'arte
del divertire, mantenendo il giusto mezzo fra il riso e la serietà
eccessiva. I teologi produssero categorie ideologiche per censurare
ogni ludicità "in odore di peccato". Le città italiane produssero
studi giuridici attenti a soppesare le implicazioni del gioco
d'azzardo. La dimensione del "tempo libero", insomma, prese
forma ben prima della rivoluzione industriale e giocò un ruolo
importante nel dar forma alla cultura del Rinascimento.
Giocare per forza : critica della società del divertimento / Ermanno
Bencivenga. - Milano : A. Mondadori, 1995. - VIII, 188 p. ; 23 cm.
Inventario 297042 Collocazione DEWEY 306.481 02
Da Disneyland ai quiz televisivi, dai videogame ai giochi di società, la parola d'ordine nel
mondo contemporaneo sembra essere diventata una sola: divertirsi! Ma di che gioco si tratta? Per
rispondere a questa domanda Ermanno Bencivenga si è aggirato tra i fantasmagorici casinò di Las
Vegas, scoprendo che nel weekend gli americani compiono, davanti a tavoli verdi e slot machine,
gli stessi disperati gesti automatici che ripetono durante la settimana lavorativa; ha seguito
quotidianamente i quiz televisivi di Mike Bongiorno e Gerry Scotti, notando che si tratta di
spettacoli in cui viene recitato "il più ineccepibile dei rosari": il martellamento pubblicitario. Nella
civiltà di oggi, insomma, il gioco rivela la sua vera natura di colossale affare economico.
La felicità / Paolo Legrenzi. - Bologna : Il mulino,
[1998]. - 127 p. ; 20 cm. ((Seguono appendici.
Inventario 327691 Collocazione LIV.UNO 158 001
Gli ostacoli alla felicità sono nella nostra mente non nel
mondo. Sono le trappole cognitive che ci impediscono di essere
felici. Alla fine di un secolo che ha tentato di ridurre la felicità
individuale a quella collettiva, la psicologia ha cominciato ad
esplorare le vie con cui la mente ostacola o favorisce la ricerca
della felicità.
Le virtù dell'ozio / Armando Torno. - Milano : Mondadori, 2001. - 131 p. ; 23 cm.
Inventario 352015 Collocazione DEWEY 175 02
Per Torno l'ozio è padre di tante preziose virtù: in primo luogo sapersi conquistare la libertà
spirituale, mettendosi al servizio di se stessi e non di altri, apprendere, perché è bello e non perché è
utile, godere della lettura, della conversazione, del sogno, della fantasia, salvare in noi le qualità più
"umane" dall'asservimento a disumani criteri di redditività e di potere. Dall'otium latino come
attività sottratta alla vita pubblica a quello cristiano come scelta della vita contemplativa, al
petrarchesco rifiuto del mondo e dei suoi affanni, attraverso le riflessioni di Montaigne e La
Rochefoucauld fino agli scritti dei socialisti che tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento
denunciarono le insidie della nostra civiltà.
La felicità : saggio di teoria degli affetti / Salvatore Natoli. - Milano : Feltrinelli,
1994. - 253 p. ; 23 cm.
Inventario 295922 Collocazione DEWEY 128.4 01
Tra la felicità e il dolore si distende "la media vita", sia che la si intenda come "vita neutra"
che come "ordinario benessere". In ogni caso non si può dire che vi sia una sola felicità, né una
felicità per tutti. Molte sono le modalità per sentirsi felici. E si può mai separare del tutto la felicità
dalla sofferenza? Non risiede però solamente negli istanti di piacere che di volta in volta si possono
sperimentare, ma sta all'origine. Felice può dirsi però solo una vita presa nella sua interezza. E'
anche normale constatare come la felicità, una volta perduta, viene dagli uomini ricercata e anche
nel dubbio di poterla ritrovare, non necessariamente si arriva alla disperazione. Diviene così un
modo di interrogarsi sulle chances affettive possibili.
Saggio sul gioco : una chiave per comprenderlo / Friedrich Georg Junger ;
introduzione di Marino Freschi ; a cura di Matilde de Pasquale. - Roma : Ideazione, [2004!. - 306 p.
; 22 cm.
Inventario 379536 Collocazione DEWEY 306.481 06
Il "Saggio sul gioco" è la testimonianza di una cultura che nella sofferenza tragica della
coscienza della propria fine, sa ancora esprimere la sua saggezza e la racconta eroicamente
giocando, quando ormai la danza ha trascinato quella civiltà, la kultur dell'irrazionalismo tedesco,
sull'orlo dell'abisso. Dopo la caduta del Muro di Berlino e dell'egemonia culturale delle ideologie,
l'opera "impolitica" e "ludica" di Friedrich Georg Jünger ripropone alla nostra cultura, minacciata
da immense devastazioni ambientali, la sfida grandiosa di difendere la natura e l'uomo senza
rinunciare alla vocazione moderna della nostra società.
Istruzioni per rendersi infelici / Paul Watzlawick ;
traduzione di Franco Fusaro. - Milano : Feltrinelli, 1997. - 108 p. ;
20 cm.
Inventario 372536 Collocazione LIV.UNO 158.2 004
"È giunta l'ora di farla finita con la favola millenaria
secondo cui felicità, beatitudine e serenità sono mete desiderabili
della vita. Troppo a lungo ci è stato fatto credere, e noi
ingenuamente abbiamo creduto, che la ricerca della felicità
conduca infine alla felicità". Watzlawick costruisce qui uno
specchio ironico che, pur tenendo viva una costante tensione tra il
divertimento e il disagio di riconoscersi, non priva il lettore del
piacere di interpretare il messaggio: come rendersi felicemente
infelici?
L'arte della vita / Zygmunt Bauman ; traduzione di
Marco Cupellaro. - Roma ; Bari : GLF editori Laterza, 2009. - 178
p. ; 21 cm.
Inventario 456704 Collocazione LETTURA 302 BAUMAN Z
In questo mondo liquido-moderno, si è felici finché non si
perde la speranza di essere felici in futuro. Ma la speranza può
rimanere viva solo a condizione di avere davanti a sé una serie di
nuove occasioni e nuovi inizi in rapida successione, la prospettiva
di una catena infinita di partenze. Ci si deve porre sfide difficili; si
devono scegliere obiettivi che siano ben oltre la propria portata.
Bisogna tentare l'impossibile. È una vita emozionante e logorante:
emozionante per chi ama le avventure, logorante per chi è debole
di cuore. "Lascio ai lettori di decidere se la coercizione a cercare la
felicità nella forma praticata nella nostra società dei consumatori,
renda felice chi vi è costretto."
Il diritto alla felicità : storia di un'idea / Antonio Trampus. - Roma [etc.] : GLF
editori Laterza, 2008. - VI, 270 p. ; 21 cm.
Inventario 445423 Collocazione DEWEY 170 82
C'è stato un tempo nel quale l'aspirazione alla felicità non rimase semplicemente un'idea, ma
venne considerata un diritto e inserita addirittura in molte costituzioni moderne. Gi americani la
elencarono tra i diritti naturali e inalienabili dell'uomo, e così i rivoluzionari francesi dopo il 1789.
Ancora oggi la ritroviamo solennemente citata nell'articolo 13 della Costituzione giapponese. Come
mai la felicità è diventata un diritto costituzionalmente garantito? Da Tommaso Moro a Giacomo
Casanova, dal Robinson Crusoe al buon selvaggio di Rousseau, dall'hobbesiana concezione della
vita come corsa per l'accaparramento delle condizioni materiali che possono rendere l'uomo felice al
rapporto tra ricchezza e felicità nelle democrazie più avanzate della contemporaneità, passando per
l'eterno confronto tra fede e ragione, anima e corpo, che ha animato il lungo dibattito sulla moralità
dell'essere felici, Antonio Trampus ripercorre le tappe della riflessione occidentale sul diritto alla
felicità.
L'euforia perpetua : il dovere di essere felici / Pascal Bruckner. - Milano! :
Garzanti, 2001. - 195 p. ; 21 cm. ((Trad. di Cosimo Ortesta.
Inventario 349694 Collocazione DEWEY 152.43 02
Una nuova droga ha invaso le società occidentali: il culto della felicità. Siate felici! E' un
ordine cui è impossibile sottrarsi, poiché vuole il nostro bene. Ma come possiamo sapere di essere
davvero felici? E come rispondere a chi ammette: non ce la faccio? Dobbiamo affidarlo alle terapie
del benessere? Secondo Brukner "il dovere di essere felici" è l'ideologia dominante di questi anni,
quella che ci impone il godimento a tutti i costi e che ci spinge a valutare ogni cosa in base a piacere
e dispiacere. E' un'ideologia euforica, che rifiuta la sofferenza e il disagio. E tuttavia il dolore
risorge là dove non lo attendiamo. Ecco così il paradosso di una società che si vota all'edonismo, ma
dove ogni cosa diventa irritazione e supplizio.