revisione della letteratura
Transcript
revisione della letteratura
SCIENZE INFERMIERISTICHE Eventi avversi nell’utilizzo di pannoloni e di guaine urinarie in soggetti incontinenti: revisione della letteratura Marina Vanzetta1, Monica Casati2 Infermiere, Coordinatore Otorinolaringoiatria, Ospedale S. Cuore di Negrar, Verona 1 Infermiere, Responsabile Ricerca, Formazione e Sviluppo, Direzione delle Professioni Sanitarie; Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Bergamo 2 Corrispondenza: [email protected] RIASSUNTO Introduzione. L’incontinenza urinaria e l’incontinenza fecale rappresentano dei fenomeni di dimensioni significative, con un profondo effetto sociale e sul benessere psicologico delle persone che ne sono affette. mentre piccoli assorbenti sono adeguati per l’incontinenza leggera presente in soggetti con bassi volumi di perdite di urina, per altri con perdite di maggiori volumi sono necessari prodotti più assorbenti. Una definizione pratica di incontinenza medio-grave è la perdita di urina o feci che richiede un grande rilievo assorbente, in genere con una capacità di contenimento assorbente totale da 2.000 a 3.000 g. Tra la popolazione adulta la prevalenza dell’incontinenza fecale è compresa tra l’1% e il 10% mentre quella dell’incontinenza urinaria varia dal 30% al 75%. Tra gli interventi più comunemente adottati per la gestione dell’incontinenza vi è l’uso dei pannoloni e delle guaine peniene. i dati relativi all’uso di questi dispositivi sono scarsamente documentati, in particolare gli eventi avversi correlati al loro impiego. Materiali e metodi. Una ricerca bibliografica è stata condotta tra aprile e luglio 2010 in Pubmed e Cinhal per individuare gli articoli che analizzassero l’uso dei pannoloni e delle guaine urinarie e gli eventi avversi correlati. Risultati. Delle 165 citazioni bibliografiche individuate 147 sono state escluse perché non pertinenti. Delle 18 restanti sono stati recuperati e valutati i full text, di cui 10 esclusi perché non corrispondenti ai criteri generali, 1 HTa (Health Tecnology Assessment) è stato escluso perché già incluso in una revisione sistematica. Sono stati quindi inclusi nella revisione 7 pubblicazioni, 5 studi primari e 2 revisioni della letteratura. Dall’analisi degli articoli emergono 2 aree di informazione relative ai dispositivi per l’incontinenza: eventi avversi dei pannoloni e eventi avversi delle guaine urinarie. Conclusioni. assieme alla valutazione degli effetti indesiderati, oggetto della presente revisione, vanno inserite valutazioni sull’efficacia assorbente e sulla tenuta per evitare perdite di liquidi o solidi, nonché il costo del dispositivo e la sua praticità, sia nell’indossarlo sia per la gestione, laddove sia monouso o lavabile. i risultati disponibili permettono la caratterizzazione ma non la stima degli eventi avversi correlati all’uso dei pannoloni e delle guaine urinarie. Sono necessari ulteriori studi per la quantificazione degli eventi avversi. Parole chiave Pannoloni, guaine urinarie, incontinenza, eventi avversi/effetti avversi. ADVERSE EVENTS USING DIAPERS AND SHEATH URINARy FOR INCONTINENCE: REVIEW OF LITERATURE ABSTRACT Introduction. The urinary and fecal incontinence represent a phenomenon of significant size, which has a profound effect on social and psychological well-being for people who are affected. While small pads are suitable for light incontinence present in subjects with low volumes of urine loss, for others with losses of more volumes are needed more absorbent products. a working definition of medium to severe incontinence is the loss of urine or feces that requires a large absorbent pad, generally with a total storage capacity absorbent from 2000 to 3000 g. The urinary and fecal incontinence represent a phenomenon of significant size. among the adult population the prevalence of fecal incontinence is between 1 and 10% while that of urinary incontinence varies from 30 to 75%. among the most commonly used for incontinence management is the use of incontinence diapers and penile sheats. The data relating to the use of these devices are difficult to document, in particular, adverse events related to their use. Materials and methods. a literature search was conducted between april and July 2010 in Pubmed and Cinhal to find articles that analyze the use of urinary incontinence diapers and penile sheats, and adverse events related. Results. Of the 165 identified 147 citations were excluded because they are not relevant. Of the 18 remaining were recovered and assessed the full text, 10 were excluded because they do not meet the general criteria, an HTa (Health Technology assessment) was excluded because it is already included in a systematic review. They were therefore included in the review 7 pubblications, 5 primary studies and 2 literature reviews. an analysis of the articles there are two areas of information relating to incontinence: adverse events of diapers and adverse events of urinary sheaths. Conclusions. The evaluation of side effects should be added to evaluate the effectiveness and the absorbent seal to prevent leakage of liquids or solids, and the cost of the device and its practicality, both for the nell’indossarlo management, where it is disposable or washable. The available results allow the characterization, but not the estimates of adverse events related to the use of urinary incontinence pads and liners. further studies are needed to quantify adverse events. Key words Diapers, penile sheats, incontinence, adverse events/adverse effects. L’Infermiere, 2011;48;1:27-36 27 SCIENZE INFERMIERISTICHE INTrODUZIONE L’incontinenza fecale e quella urinaria rappresentano fenomeni di dimensioni tutt’altro che trascurabili. La prevalenza dell’incontinenza fecale tra la popolazione adulta è compresa tra l’1% e il 10% (NICE, 2007), mentre la prevalenza dell’incontinenza urinaria (da urgenza e da sforzo), considerata una sindrome tipicamente geriatrica (Ianes et al., 2007), varia dal 30% al 75%. Queste percentuali vanno differenziate per la persona anziana attiva, di tutte le fasce di età, che vive a domicilio (30%); per l’anziano istituzionalizzato o ricoverato di età >70 anni (60%) e per l’anziano con comorbilità (75%). Tra gli interventi comunemente adottati per la gestione dell’incontinenza a domicilio, in ospedale e nelle strutture protette, vi è l’uso dei pannoloni e delle guaine urinarie, queste ultime nei pazienti di sesso maschile, comunemente denominati in Italia “uridom”. I dati relativi all’uso di questi dispositivi (modalità di analisi del bisogno, di prescrizione e di valutazione da parte dell’infermiere), dei pannoloni in particolare, sono assai difficili da documentare, se non per quanto riguarda strettamente il consumo in termini di costo, facilmente recuperabile analizzando i report dei consumi delle diverse realtà operative. In considerazione della dimensione del problema dell’incontinenza, nelle persone anziane in particolare, e del largo uso di questi dispositivi per la gestione, si ritiene importante approfondire questo aspetto, analizzando in particolare gli eventi avversi correlati al loro impiego. OBIETTIvI la 1 sono stati considerati i seguenti criteri di inclusione/ esclusione: • inclusione: articoli originali, revisioni sistematiche, in lingua inglese o italiana. • esclusione: letteratura grigia, lettere, commentary. La ricerca bibliografica è stata condotta nei mesi di aprileluglio 2010 utilizzando la strategia riportata nella Tabella 2, utilizzando le banche dati, le parole chiave e i limiti indicati. Gli abstract sono stati valutati indipendentemente da due lettori che hanno scelto gli articoli da reperire in full text. Tutti i full text sono stati a loro volta valutati indipendentemente dai due lettori in base ai criteri di inclusione/esclusione per identificare quelli eleggibili per la revisione. rISULTATI Come rappresentato graficamente nella Figura 1, la ricerca bibliografica ha individuato 165 citazioni; 147 abstract sono stati esclusi in quanto non pertinenti. Dei 18 rimanenti 11 sono stati esclusi perché non rispondenti ai criteri generali; di questi un HTA (Health Technology Assessment) reperito, è stato escluso in quanto già incluso in una revisione sistematica; pertanto solo 2 revisioni e 5 articoli originali sono stati Tabella 1 - qUESITO SECONDO METODOLOGIA P&PICO Population & Problem Uomini, donne, adulti incontinenza urinaria, incontinenza fecale Pannolini, guaine peniene Males, Females, Adult Urinary incontinence, faecal incontinence Descrivere gli esiti della ricerca clinica sugli eventi avversi nell’utilizzo dei pannoloni e delle guaine urinarie per l’incontinenza urinaria e fecale. Intervention mETODI Comparison Qualsiasi Any Si è deciso di considerare gli studi che analizzano l’uso dei pannoloni e delle guaine urinarie. Oltre alla rispondenza al quesito (formulato con metodologia P&PICO), nella Tabel- Outcome eventi avversi, effetti avversi Adverse events, adverse effects Diapers, penile sheats Tabella 2 - STRATEGIA DELLA RICERCA BIBLIOGRAFICA BANCA DATI STrATEGIA DI rICErCA LImITI Cinhal (Penile sheath drainage Or urinary sheath Or male urinary incontinence sheath) anD (adverse effect Or adverse effects) no limits Pubmed Penile sheath drainage Or urinary sheat Or male urinary incontinence sheath Or self-adhesive external catheter Clinical trial, review, nursing journals, published in the last 10 years, related articles Pubmed Pubmed (Penile sheath drainage Or urinary incontinence sheath) adverse effects) (Penile sheath drainage Or urinary incontinence sheath) adverse effects) urinary sheath Or male anD (adverse effect Or urinary sheath Or male anD (adverse effect Or Clinical trial, review, nursing journals, published in the last 10 years Clinical Trial, review, published in the last 10 years Pubmed (adult diaper Or adult diapers) anD (adverse effect Or adverse effects) Clinical trial, review, nursing journals, published in the last 10 years Pubmed (adult diaper Or adult diapers) anD (adverse effect Or adverse effects) Clinical Trial, review, published in the last 10 years 28 L’Infermiere, 2011;48;1:27-36 SCIENZE INFERMIERISTICHE 165 citazioni della ricerca 147 abstract esclusi 18 full text valutati 11 full text esclusi 7 full text inclusi di cui 2 revisioni e 5 studi originali Figura 1 - FLOW CHART RELATIVA ALLA SELEZIONE DELLA LETTERATURA inclusi (i principali elementi degli studi originali sono riportati nella Tabella 3). Le due revisioni della letteratura incluse nella ricerca bibliografica sono rappresentate da una revisione sistematica della Cochrane Library di Fader et al. e una revisione narrativa di Runeman, entrambe del 2008. La revisione Cochrane analizza due studi ancora non pubblicati, gli unici rispondenti ai criteri di inclusione adottati (trial randomizzati e quasi randomizzati); l’autore della revisione sistematica è il medesimo autore degli studi non pubblicati. L’obiettivo principale della revisione sistematica (Fader et al., 2008) è quello di valutare l’efficacia dei diversi tipi di prodotti assorbenti per l’incontinenza medio-grave. Due studi, per un totale di 185 partecipanti, presentavano i criteri di selezione; queste indagini sono state effettuate in un caso presso case di cura, nell’altro a domicilio. Il sesso è risultato essere una variabile significativa in entrambi gli studi e di conseguenza i risultati sono stati analizzati in gruppi di genere. I risultati mostrano che non esiste un modello di dispositivo per incontinenza che sia significativamente migliore di tutti gli altri e per tutti i pazienti. Per le donne, i pannolini a mutandine monouso sono stati complessivamente migliori rispetto ad altre tipologie, ma sono costosi. A differenza degli uomini, le donne osservate presso le case di cura non hanno apprezzato i pannolini semplici o a forma di T che rappresentano l’alternativa più conveniente. I pannolini lavabili rappresentano il dispositivo meno costoso, ma sono inaccettabili per la maggior parte delle donne in qualsiasi momento. Tuttavia, alcune persone (soprattutto uomini che vivono a casa) li preferiscono per la notte e li valutano con un buon rapporto di costo-efficacia. Questa revisione di Fader della Cochrane Library non perviene a una conclusione definitiva relativamente ai dispositivi per l’incontinenza fecale, inoltre non sono presenti prove certe che ci siano differenze nella salute della pelle utilizzando i diversi prodotti assorbenti. L’Infermiere, 2011;48;1:27-36 I campioni degli studi considerati non erano sufficienti per effettuare inferenze generalizzabili riguardo ai modelli migliori per l’incontinenza fecale e nessun disegno particolare sembrava essere meglio o peggio per la salute della pelle. In generale viene evidenziato come le persone abbiano diverse preferenze per i prodotti assorbenti e spesso adottino una combinazione di prodotti differenti per il giorno e la notte, per uscire fuori casa e per stare a domicilio. La seconda revisione considerata, di natura narrativa (Runeman, 2008), finalizzata alla conoscenza degli effetti sulla cute da parte dei prodotti assorbenti per l’igiene (pannolini, assorbenti femminili, slip, pannoloni ecc.), deriva principalmente dalla letteratura scientifica relativa alle dermatiti nei neonati. Lo sviluppo delle dermatiti può essere ricondotto alle caratteristiche dei prodotti assorbenti, ma anche a cause specificatamente correlate alla singola persona. L’occlusione della cute con prodotti assorbenti può provocare l’aumento di umidità, che può concorrere all’insorgenza di molti tipi di dermatite da contatto. Altri fattori di carattere generale che possono facilitare la comparsa di dermatite comprendono le forze da taglio, la pressione, la temperatura, il pH. I fattori legati al singolo individuo possono essere età-dipendenti (i cui estremi sono rappresentati dai neonati prematuri e dai pazienti geriatrici), patologie della cute, differenze anatomiche dei siti. Accanto al rischio di dermatite, per chi indossa prodotti assorbenti vi è anche quello relativo al disagio correlato all’umidità, all’aumento della temperatura, all’attrito. Dati relativi ai vantaggi dell’uso di materiale usa e getta rispetto a quello riutilizzabile sono stati pubblicati già a metà degli anni ’80. Oggi, più di 9 su 10 pannoloni prodotti nel mondo sono monouso. L’introduzione di polimeri “superassorbenti” (acido poliacrilico) è stata un grande passo avanti e il risultato è stato un migliore assorbimento e una cute più sana, oltre agli evidenti benefici pratici. Pannoloni con la superficie trattata con lozioni (cere) sono stati segnalati per offrire protezione contro dermatiti causate da feci. Vi sono evidenze riguardo all’uso dei materiali traspiranti per il miglioramento delle condizioni microclimatiche, nonché della ridotta prevalenza delle dermatiti da pannolone e da Candida albicans. Lo sviluppo dei prodotti assorbenti è stato importante ma bisogna ricordare che ci sono sempre gruppi di pazienti con nuovi bisogni; la fragilità delle persone molto giovani e di quelle molto anziane aumenterà sempre più l’esigenza di minimizzare gli effetti negativi sulla cute. Ci sono persone con cute sensibile o con patologie cutanee e persone incontinenti con esigenze non ancora soddisfatte. Un dilemma nello sviluppo del prodotto per una migliore compatibilità cutanea è a volte la difficoltà ad avvicinare gli utenti più bisognosi e ottenere un campione di dimensioni statisticamente significativo. Una complicazione nella valutazione (positiva o negativa) degli effetti cutanei connessi all’uso dei prodotti assorbenti è legata all’influenza della qualità della cure prestate alla cute locale. Eventi avversi dei pannoloni La prevalenza di dermatite da pannoloni (Runeman, 2008) è tra il 5% e il 35% anche se negli ultimi 10 anni sembra essere in diminuzione. La causa centrale dell’insorgenza è il contatto 29 OBIETTIvI Sviluppare un test affidabile per valutare l’irritazione meccanica da prodotti assorbenti (prodotti assorbenti femminili, pannolini per bambini pannoloni per adulti). Valutare la permeabilità della cute utilizzando esteri nicotinato come marcatori attraverso tecniche di bioingegneria non invasive su un modello umano adulto. AUTOrI farage m et al., 2001 30 Zhai H et al., 2002 Trial Trial a 4 bracci DISEGNO DI STUDIO Un panel di 9 soggetti sani caucasici di sesso femminile, età media 42,8±7,7 (range 30-53) scelti da una procedura di prescreening di 24 soggetti. il prescreening è stato fatto basandosi sulla risposta della cute normale al nicotinato (tempo del picco di arrossamento). 44 soggetti di età compresa tra 18 e 65 anni: - braccio a: 12 soggetti (maschi e femmine); - braccio B: 9 soggetti (solo femmine); - braccio C: 10 soggetti (solo femmine); - braccio D: 13 soggetti (solo femmine). PArTECIPANTI Tabella 3 - STUDI INCLUSI NELLA rEvISIONE Permeabilità della cute: - tasso di evaporazione dell’acqua (per questa misurazione è stato utilizzato un evaporimetro). i valori sono stati espressi in g/m2 per h; - volume del flusso sanguigno cutaneo con flussimetro doppler laser; i valori sono stati espressi come unità arbitraria (Ua); - arrossamento (eritema); misurato sulla base del colore riflesso della cute con un cromometro; il valore di a* (asse rosso-verde) è stato considerato affidabile per valutare l’arrossamento della cute da nicotinato; - capacità cutanea come indicatore dell’idratazione dello strato corneo; questo valore è stato misurato con un corneo metro ed è stata espressa in modo digitale in unità arbitrarie (Ua). irritazione meccanica della cute in diversi siti (polso, cavo popliteo, ascella, parte superiore del braccio) e a differenti condizioni di esposizione. ESITI OSSErvATI Simulazione delle condizioni di esposizione al pannolone durante il giorno (140 ml per 3 ore) e durante la notte (210 ml per 8 ore). L’area esposta è stata la superficie volare dell’avambraccio dell’adulto in quanto strutturalmente simile al gluteo del neonato. i materiali utilizzati sono stati: - un tipo di pannolone (Pampers Premium); - una benda di garza (Johnson & Johnson); - soluzione fisiologica (soluzione allo 0,9% di cloruro di sodio - abbott Laboratories) per irrigazione; - 10 mm nicotinato di metile (mn) e 50 mm nicotinato di esile (Hn) (Sigma Chemical Co.) sciolti in alcool isopropilico. esposizione della cute a materiali irritanti e materiali di controllo. i materiali testati sono stati tela e tessuto di raso, lauril solfato di sodio (SLS) e normale soluzione salina. Le condizioni di esposizione sono state: - 6 ore al giorno per 4 giorni (braccio a e B); - 24 ore al giorno per 3 giorni (braccio C); - 24 ore al giorno per 4 giorni (braccio D). INTErvENTO Le bende di garza L’occlusione con bende di garza bagnate ha aumentato l’idratazione della cute; con entrambi i nicotinati c’è stato una arrossamento cutaneo ma non c’è stata la tendenza all’aumento del tasso di permeabilità. i pannoloni il tasso di evaporazione dell’acqua durante la notte (condizione di 8 ore) è stato due volte superiore a quello del giorno (3 ore) ma non è risultata alcuna differenza statisticamente significativa tra i siti (3 e 8 ore) occlusi con i pannoloni. Per un estere nicotinato (mn) l’arrossamento è stato maggiore dopo la condizione di esposizione diurna rispetto a quella notturna a 10, 15, 20, e 30 min di esposizione. i pannoloni per 3 ore con 140 ml hanno evidenziato una risposta significativa relativamente all’arrossamento (P<0,05) rispetto ai pannoloni per 8 ore con 210 ml. i risultati di questo studio suggeriscono che il test a livello del cavo popliteo a condizioni di esposizione di 6 ore per 4 giorni meglio soddisfa i criteri che caratterizzano un test efficace per la valutazione dell’irritazione meccanica. rISULTATI L’Infermiere, 2011;48;1:27-36 segue Le bende di garza e i pannoloni aumentano l’iperidratazione cutanea proporzionalmente al tempo di esposizione. La permeabilità ai nicotinati è aumentata per la cute idratata nei confronti del controllo anche solo dopo 10 min di esposizione alla benda di garza. Con questo modello non è stata trovata alcuna evidenza di aumento dei tassi di permeabilità con aumentata iperidratazione dopo che una soglia relativamente bassa di iperidratazione è stata raggiunta (dopo 10 min). i dati non hanno mostrato differenze significative relativamente alla permeabilità dopo l’uso dei pannoloni. il test condotto nella zona del cavo popliteo consente di valutare in modo efficace l’irritazione meccanica provocata dai prodotti assorbenti in quanto tale sede consente di riprodurre condizioni d’uso analoghe a quelle reali (sfregamento, movimento ecc.). CONCLUSIONI SCIENZE INFERMIERISTICHE OBIETTIvI Continuare la validazione del behind-the-knee test system (test del cavo popliteo iniziato dallo stesso autore con lo studio del 2001 (farage, 2001). con due obiettivi specifici: - il primo: validare il test utilizzando una varietà di condizioni comprese quelle che riproducono quelle esistenti durante il normale uso dei prodotti considerati (tamponi di protezione, pannolini per bambini, pannoloni per adulti) e cioè l’esposizione delle cellule dello strato squamoso dell’epitelio e/o esposizione in ambiente umido; - il secondo: è stato quello di determinare il maggior costo effettivo del protocollo da utilizzare per lo screening dei diversi prodotti per valutarne i potenziali effetti irritanti. AUTOrI farage m et al., 2004 Trial DISEGNO DI STUDIO Sei studi: il panel di soggetti (sia maschi che femmine) che hanno partecipato a ogni studio variava da 15 a 18 (in totale le persone coinvolte nei 6 studi è stato di 115). Per ogni studio i soggetti sono stati adulti sani volontari di età compresa tra 18 e 65 anni. PArTECIPANTI - irritazione meccanica della cute; - risposte sensoriali associabili con maggiore frequenza all’irritazione. ESITI OSSErvATI Tabella 3 - STUDI INCLUSI NELLA rEvISIONE (continua) L’Infermiere, 2011;48;1:27-36 il materiale è stato posizionato orizzontalmente nell’area del cavo popliteo e tenuto in sede da una benda elastica di dimensioni adeguate. a ciascun soggetto sono state testate due aree (cavo popliteo destro e cavo popliteo sinistro). nel primo studio i soggetti (zone di prova) sono stati esposti per 6 ore al giorno per quattro giorni consecutivi. negli altri studi i soggetti (zone di prova) sono stati esposti per 6 ore al giorno per 5 giorni consecutivi. Compilazione di un diario quotidiano delle sensazioni negative che i partecipanti hanno percepito più spesso nei siti di prova (queste sono state poi valutate per determinare la loro associabilità a misure oggettive di irritazione). esposizione della cute a due tipi di assorbenti femminili (prodotto a e prodotto B) entrambi molto diffusi e con un livello di irritazione considerato accettabile dai consumatori: - asciutti applicato sulla cute integra: - asciutti applicato sulla cute non integra (desquamata); - bagnati (saturo di 8m di soluzione salina) applicato sulla cute integra; - bagnati applicato sulla cute non integra (desquamata). INTErvENTO Valutazione delle sensazioni di disagio percepite. Le sensazioni di disagio registrate dai soggetti sono state maggiori per il prodotto a rispetto al prodotto B in tutte le condizioni di prova. il protocollo utilizzato (e le relative variazioni) si è dimostrato efficace Confronto tra le variazioni di protocollo effettuate (bagnato e asciutto, cute integra e non): il prodotto a ha evidenziato un punteggio di irritazione significativamente superiore al prodotto B. Confronto tra i prodotti testati: due tipi di assorbenti femminili in tutte le modalità testate (bagnato e asciutto) il prodotto a è risultato più irritante del prodotto B. Come previsto, i punteggi relativi alle condizioni della cute (irritazione) sono risultati più bassi al mattino rispetto al pomeriggio in quanto durante la notte si verificava un recupero parziale (riduzione dell’irritazione). rISULTATI segue Un ulteriore passo nella validazione del test è stato compiuto. Tutte e quattro le varianti del protocollo hanno evidenziato differenze significative tra i due prodotti. Queste differenze sono risultate simili alle osservazioni soggettive fatte dagli utilizzatori. Le percezioni di disagio sono risultate maggiori per il prodotto risultato oggettivamente più irritante. CONCLUSIONI segue SCIENZE INFERMIERISTICHE 31 OBIETTIvI Sviluppare un metodo per valutare l’effetto idrorepellente sulla cute del neonato di pannoloni contenenti pomate barriera rispetto ai pannoloni privi di prodotti barriera. Confrontare due tipi di guaine urinarie, una nuova e una già presente sul mercato. La nuova guaina differiva da quella già presente sul mercato rispetto al confezionamento, alla modalità di applicazione, di adesione e di connessione alla sacca delle urine. AUTOrI Tate m et al., 2007 32 Permberton P et al., 2006 Studio randomizzato prospettico, aperto, crossover. Trial a due bracci (fase 1 primo braccio e fase 2 secondo braccio; cross-over nel secondo braccio). DISEGNO DI STUDIO Sette centri del regno Unito. 53 maschi a partire dall’età di 18 anni. Fase 1: 12 adulti sani di età compresa tra 18 e 55 anni; età media 41, volontari di sesso femminile. Fase 2: sono stati reclutati bambini che indossavano pannoloni di dimensioni diverse e che rientravano in un range di peso tra 7-13 kg: - studio a, sono stati reclutati 48 soggetti; - studio B, sono stati reclutati 25 soggetti. PArTECIPANTI Tabella 3 - STUDI INCLUSI NELLA rEvISIONE (continua) - Le preferenze del paziente rispetto al tipo di prodotto; - l’uso; - l’applicazione; - il comfort; - l’assenza di perdite; - le reazioni cutanee. L’effetto idrorepellente sulla cute di dispositivi assorbenti contenenti pomate barriera e di dispositivi privi di prodotti barriera. ESITI OSSErvATI - Uso di due diversi tipi di guaine. Ogni partecipante ha testato 10 Conveen Optima e 10 guaine Clear advantage. Ciascuna guaina doveva essere applicata per circa 24 ore; - compilazione di un questionario prima e dopo l’uso di ogni guaina. Fase 1 (valutazione sull’avambraccio degli adulti): - esposizione di due aree di test su tre individuate (parte volare di entrambi gli avambracci) al prodotto barriera. Le due aree di applicazione sono state scelte in modo random e la terza area sulla quale non veniva applicato nulla è stata utilizzata come controllo; - test di esclusione del colorante. Fase 2: (valutazione sui glutei dei bambini): - washout per 4 giorni (utilizzo di un pannolino privo di prodotto barriera; - esposizione della cute al dispositivo di prova per 6 ore; studio a); - washout per 4 giorni (utilizzo di un pannolino privo di prodotto barriera); - esposizione della cute al dispositivo di prova per 3 giorni; studio B). INTErvENTO il 68% (30) del campione usava la guaina autonomamente mentre il 32% (14) aveva bisogno di aiuto. i problemi riscontrati con le guaine urinarie prima di entrare nello studio sono stati: rimozione della guaina 50%, arrossamento della cute 25%, perdite 23%, difficoltà nell’applicazione 21%, difficoltà nella gestione 16%, residui adesivi 9%, troppa colla nella parte adesiva 9%, rash cutaneo 7%, difficoltà nella rimozione 5%, prurito cutaneo 5%. il 55% dei partecipanti allo studio preferisce la guaina nuova; il 27%, invece, la guaina già presente sul mercato. L’applicazione e la gestione sono risultati più semplice con la guaina nuova rispetto alla guaina già sul mercato: maggiore facilità nell’apertura della confezione (P<0,001); maggiore facilità a toglierla dalla confezione (P<0,001); maggiore facilità a disconnettere la guaina dalla sacca delle urine (P<0,001). Questo metodo è stato testato solo con i pannoloni ma secondo gli autori può essere utilizzato allo stesso modo con altri prodotti per l’incontinenza o altri prodotti femminili quali, ad esempio, assorbenti. il metodo applicato (utilizzo di un colorante) è risultato capace di dimostrare l’effetto idrorepellente e di protezione dall’umidità dei prodotti barriera. inoltre, ha permesso di differenziare l’efficacia delle diverse formulazioni degli stessi prodotti. rISULTATI La nuova guaina è risultata complessivamente migliore di quella già presente sul mercato. il metodo utilizzato ha dimostrato l’efficacia dei prodotti barriera nelle diverse aree testate, avambraccio degli adulti e glutei dei bambini. CONCLUSIONI SCIENZE INFERMIERISTICHE L’Infermiere, 2011;48;1:27-36 SCIENZE INFERMIERISTICHE prolungato della cute con le feci e le urine. Il processo che porta all’insorgenza della dermatite prende avvio da un aumento di umidità della cute in combinazione con le forze da taglio esercitate tra la superficie del pannolone e la superficie cutanea. La cute umida o bagnata ha un maggiore coefficiente di attrito, così come una maggiore possibilità di abrasione quando è esposta all’azione delle forze da taglio. Su una cute ben idratata l’umidità facilita la penetrazione di sostanze potenzialmente tossiche. Inoltre, l’aumento dell’umidità favorisce lo sviluppo di microrganismi. In sintesi, l’umidità aumenta di 4 volte la macerazione della cute; l’occlusione della cute e la degradazione dell’urea (ammoniaca) nelle urine determinano un aumento del pH che promuove una maggiore attività degli enzimi fecali (lipasi e proteasi), alla quale consegue una macerazione della cute. La presenza contemporanea di questi enzimi e degli acidi biliari nelle feci accelera la macerazione della cute. L’associazione tra umidità della cute, aumento del pH con la frequenza e la gravità di dermatiti da pannolone è stata dimostrata in studi che comprendono più di 1600 neonati. Quando la cute inizia a macerare, l’azione irritante di urine e feci viene facilitata, così come quella dei microrganismi. La Candida albicans è il colonizzatore più comune; vi è una significativa associazione tra Candida albicans e frequenza di dermatiti da pannolone. La dermatite atopica, la dermatite seborroica o la psoriasi infantile sono altre manifestazioni possibili e il loro trattamento è dipendente dalla causa che le ha determinate. La strategia migliore per contrastare la dermatite da pannolone sarebbe quella di contrastare i fattori causali per interrompere il circolo vizioso che porta alla sua manifestazione e promuovere la naturale capacità di rigenerazione della cute. Importante è cambiare frequentemente il pannolone e vantaggioso può risultare sostituire un pannolone di grandi dimensioni con uno di misure differenti; creme e lozioni contenenti emollienti possono essere utilizzate per ridurre l’abrasione meccanica della cute e fornire una barriera per proteggere la cute dagli enzimi e da altri irritanti. I casi più gravi vengono solitamente trattati con steroidi topici (idrocortisone) spesso in combinazione con un antimicotico. La dermatite da incontinenza I fattori che causano dermatiti nell’area perineale (incontinence pad area), talvolta chiamate anche dermatiti perineale, sono gli stessi sia per gli adulti incontinenti che per i neonati. Tuttavia, la cute negli anziani è considerata più fragile e più vulnerabile alle ferite. Modificazioni morfologiche possono spiegare perché la cute delle persone anziane siano meno resistente al taglio e perché il processo di guarigione risulti molto più lento rispetto alla cute di persone giovani. La prevalenza dei problemi cutanei a lungo termine nei pazienti incontinenti è stata valutata tra il 5% e il 42%. La variabilità della prevalenza può essere dovuta a differenze tra i pazienti, ma anche alla diversa modalità di definizione del problema cutaneo e alla qualità delle cure prestate. Per quanto riguarda i prodotti utilizzati, una caratteristica molto importante è l’influenza sull’umidità della cute. Il tipo di incontinenza e le condizioni della cute sono fattori cruciali. Per le conseguenze che feci e urine possono avere sulla cute, è L’Infermiere, 2011;48;1:27-36 molto importante cambiare il paziente e non lasciare il pannolone sporco. Altrettanto importante è detergere con attenzione la cute e usare emollienti e creme barriera. Elemento chiave della prevenzione è la conoscenza del paziente; l’incontinenza è una importante causa di vulnerabilità della cute. La fragilità della cute molto giovane e della cute molto vecchia Nel periodo neonatale molti neonati possono sviluppare prevenibili problemi cutanei; questo vale soprattutto per i neonati pretermine. La morbilità è spesso riconducibile alla compromissione dell’effetto barriera della cute. La cute dei neonati differisce da quella degli adulti; lo spessore, ad esempio, varia dal 40% al 60% rispetto a quello degli adulti. Un’altra significativa differenza è il rapporto tra superficie corporea e peso, che nel bambino è fino a 5 volte rispetto a quello dell’adulto. Questo, in combinazione con un sistema immunitario non completamente sviluppato, comporta che i bambini siano esposti a un rischio di tossicità percutanea. Le implicazioni sono ancora più severe per i neonati prematuri in cui lo strato corneo non è completamente sviluppato. In passato ci sono stati incidenti letali per la presenza di sostanze chimiche tossiche nei pannolini, il cui effetto è stato probabilmente rinforzato dall’effetto occlusivo del pannolino stesso. Anche se attualmente vi è una bassa probabilità di presenza di sostanze tossiche nei pannoloni, i produttori devono valutare e garantire la sicurezza dei materiali utilizzati. A tal proposito il vantaggio dell’uso di materiali traspiranti è evidente: essi non creano un ambiente occlusivo. Molte funzioni cutanee si deteriorano con l’età. I problemi dermatologici sono significativi; il 7% circa di tutte le visite mediche è motivato da disturbi cutanei. In uno studio condotto su volontari non istituzionalizzati tra i 50 e i 91 anni nessuno dei quali aveva mai consultato un dermatologo, i due terzi di tutto il gruppo, e l’83% dei 23 ottuagenari, avevano problemi cutanei. Tutti i soggetti hanno avuto almeno un disturbo cutaneo sintomatico e disturbi significativi erano presenti nel 65% del gruppo. Il tasso di turnover epidermico è ridotto di circa il 50% tra la terza e l’ottava decade di vita. Con l’età, un cambiamento importante è dato dall’appiattimento della giunzione dermoepidermica che può tradursi in un aumento della fragilità del tessuto, che diventa meno resistente alle forze da taglio. Nelle persone anziane, le alterazioni del derma riguardano soprattutto l’architettura del collagene (reti di elastina) e l’effetto che ne deriva è un derma meno estensibile, meno elastico, più lasso e incline a raggrinzirsi. La perdita di spessore del derma è di circa il 20%. Inoltre, il derma rimanente è povero di cellule e di vascolarizzazione. Una delle conseguenze delle modificazioni cutanee nell’anziano è la cattiva guarigione delle ferite. La trazione ridotta del derma, l’appiattimento della giunzione dermo-epidermica (ridotta capacità proliferativa epidermica), la perdita dei follicoli piliferi possono contribuire a ridurre la risposta infiammatoria e il microcircolo cutaneo. La diminuzione della percezione sensoriale è un’altra caratteristica ben documentata dell’invecchiamento cutaneo. I corpu- 33 SCIENZE INFERMIERISTICHE scoli di Meissner e Pacinian (recettori cutanei della pressione, delle vibrazioni e del tatto) diminuiscono di un terzo rispetto alla loro densità iniziale tra il secondo e il nono decennio. Il conseguente aumento della soglia del dolore contribuisce probabilmente alla comparsa di lesioni cutanee. In relazione a quanto descritto, è facile comprendere la relazione tra invecchiamento e comparsa di lesioni da pressione e di dermatiti da incontinenza. Allergie dovute a prodotti assorbenti Anche se la persona comune è portata a credere che l’allergia da pannolone sia comune, in realtà questi casi sono scarsi. In generale, molto spesso la dermatite da pannolone (dermatite da contatto irritante) viene scambiata per allergia. Il significato del pH cutaneo Il pH della superficie cutanea sana può variare notevolmente tra le diverse zone corporee; la totale occlusione della cute con pellicole di plastica porta a un aumento del pH. L’associazione tra pH e dermatiti da pannolone o infezioni cutanee, eczema o altre patologie cutanee è stata indicata da molti autori. Se un prodotto è di buona qualità (prodotti traspiranti) e non “disturba” la cute, quest’ultima manterrà un buon pH. Non c’è motivo di preoccupazione se il pH occasionalmente è relativamente elevato (ad es. pH 7); esso può essere semplicemente il risultato di una prolungata esposizione all’acqua e sarà facile che torni al suo valore iniziale quando la situazione torna alla normalità. Non è il valore del pH di un determinato materiale a contatto con la cute che è decisivo, piuttosto la modalità con cui il prodotto e la cute interagiscono. Un pH basso in un prodotto può essere vantaggioso; ciò implica un rischio inferiore di proliferazione di batteri e meno probabilità di cattivi odori. Se i prodotti assorbenti funzionano bene (livello di eventi avversi basso) vi sono maggiori probabilità che contribuiscano alla buona salute della cute e al mantenimento di un normale valore di pH. È indubbio che il valore del pH è fondamentale nel controllo biochimico e nell’attività enzimatica sulla cute ed è indicativo della salute della cute, ma il pH dei prodotti assorbenti probabilmente non è sempre così determinante per la cute, come alcuni produttori vorrebbero far credere. L’utilizzo di materiali traspiranti L’occlusione completa e prolungata della cute porta a un più elevato tasso di umidità, ad un innalzamento del pH, a un incremento dello sviluppo microbico. Gli effetti dell’umidità della cute dell’abbigliamento con o senza occlusione sono stati studiati, per idurre l’effetto occlusivo sono stati studiati materiali permeabili al vapore acqueo (i cosiddetti traspiranti) per l’abbigliamento sportivo e da pioggia (ad es. GORE-TEX)®. Materiali simili sono stati introdotti nell’ambito dei prodotti assorbenti; i prodotti assorbenti comportano cambiamenti fisiologici nella funzione di barriera della cute in relazione al livello di occlusione, al tempo di esposizione e alle condizioni climatiche. I prodotti con materiale traspirante sono in grado di ridurre l’eccessiva umidità della cute. In uno studio clinico su slip (panty) gli effetti del materiale traspirante hanno portato a ridurre significativamente umidità e pH vulvare rispetto all’uso di prodotti standard non traspiran- 34 te. In un altro studio su 102 donne è stato dimostrato che gli effetti sul microclima hanno avuto ripercussioni sulla microflora della vulva. Un minor tasso di microrganismi è stato riscontrato con il materiale traspirante rispetto a quello non traspirante. In questo ultimo studio, alle donne è stato anche chiesto quali fossero le sensazioni negative legate ai prodotti assorbenti (panty). Un alto numero di partecipanti (34%) ha risposto che sentiva “umido indossando il prodotto non traspirante rispetto a quando indossavano quello traspirante” (13%). Il microclima vulvare può variare notevolmente; oltre a variazioni individuali che possono essere dovute a differenze anatomiche (ad es. temperatura superiore della vulva), occlusione e traspirabilità dei prodotti; può cambiare a causa della forma dei prodotti utilizzati e di altre condizioni (ad es. abbigliamento, attività fisica). Inoltre, un prodotto asciutto o un prodotto utilizzato differiscono per il loro comportamento: la permeabilità al vapore acqueo viene bloccata se il prodotto è pieno di liquido. Non è consigliato mantenere indosso un prodotto pieno, anche perché ha perso la sua funzione primaria che è quella di assorbire liquidi. Il rischio di assorbimento percutaneo di sostanze indesiderate può risultare aumentato in una zona occlusa, calda e umida. Nessuno studio sui vantaggi dei materiali traspiranti a questo proposito è stato pubblicato. Ci sono studi che dimostrano che i materiali traspiranti riducono la sopravvivenza della Candida albicans di due terzi rispetto ai controlli su altri siti (parte volare dell’avambraccio). La grande sensibilità della Candida albicans a piccole differenze di occlusione è stata dimostrata anche in letteratura precedente. Anche dagli articoli originali considerati, globalmente orientati a validare i test per i prodotti assorbenti, emerge che gli eventi avversi ai pannoloni sono principalmente rappresentati dall’irritazione meccanica della cute, dalla dermatite da pannolone e dal disagio derivante dal mantenimento del dispositivo. Irritazione meccanica della cute e disagio del paziente Dalla letteratura selezionata risultano presenti due articoli (Farage et al., 2001, 2004) in cui l’esito osservato è l’irritazione meccanica della cute. In particolare nello studio del 2001, Farage et al. hanno osservato l’irritazione meccanica della cute in diversi siti (polso, cavo popliteo, ascella, parte superiore del braccio) e a differenti condizioni di esposizione, al fine di sviluppare un test affidabile per valutare questo possibile effetto da parte dei prodotti assorbenti. Secondo gli autori un aspetto importante della sicurezza di tali dispositivi è la valutazione del loro potenziale di irritazione cutanea; nello specifico, l’irritazione intrinseca al materiale che li costituisce e gli effetti sulla cute correlati all’irritazione meccanica da contatto prolungato nel tempo. Per queste motivazioni, un test per essere affidabile dovrebbe rispondere a tre caratteristiche: (1) essere capace di misurare l’irritazione meccanica da parte dei materiali considerando il contatto prolungato con la cute e l’attrito conseguente al movimento effettuato durante le normali attività della vita quotidiana; (2) essere in grado di identificare i materiali irritanti; (3) avere la capacità di discriminare tra materiali irritanti e non. Per sviluppare il test e testarne l’affidabilità gli autori hanno utilizzato 44 soggetti sani, volontari, di sesso femminile e di sesso maschile in un primo momento, successivamen- L’Infermiere, 2011;48;1:27-36 SCIENZE INFERMIERISTICHE te optanto per soggetti di sesso femminile per la contenuta presenza di peluria; la presenza di pelo nei soggetti maschi rendeva difficoltosa la valutazione dell’irritabilità. Con questo studio, gli autori hanno dimostrato che il sito, e il tempo di esposizione che meglio soddisfano i criteri che devono essere posseduti dal test per essere efficace nella valutazione dell’irritazione meccanica della cute sono il cavo popliteo e 6 ore al giorno per 4 giorni. Nello studio del 2004 Farage et al. hanno continuato la validazione del test sviluppato nello studio precedente (cavo popliteo), cercando di determinare anche il costo di un protocollo da applicare nello screening dei diversi prodotti assorbenti. Oltre all’irritazione meccanica della cute, in questo studio è stato osservato anche un altro outcome: le risposte sensoriali di disagio segnalate dai partecipanti e associabili all’irritazione meccanica. I partecipanti sono stati 115 volontari, sani, maschi e femmine di età compresa tra 18 e 65 anni, che hanno testato due tipologie di prodotti assorbenti in condizioni asciutto e bagnato applicati su cute integra e su cute non integra (desquamata), compilando un diario quotidiano delle sensazioni negative percepite (prurito, bruciore, dolore, sfregamento, aderenza, frizione). I risultati dello studio dimostrano la validità del test applicato nelle diverse condizioni; le sensazioni di disagio espresse dai partecipanti sono risultate maggiori per il prodotto valutato oggettivamente come più irritante. Dermatite da pannolone Sono stati selezionati due studi (Zhaih et al., 2002; Tate et al., 2007) che hanno valutato la permeabilità della cute, il primo, e l’effetto idrorepellente dei prodotti assorbenti contenenti pomate barriera, il secondo. Secondo Zhaih et al., la dermatite da pannolone è associata all’effetto occlusivo, dal quale possono conseguire profondi cambiamenti nell’idratazione della cute; si possono infatti modificare la permeabilità della barriera epidermica, lo strato lipidico, la sintesi del DNA, la flora microbica, il pH e la temperatura. Anche Runeman (2008) indica il discomfort provocato da questi dispositivi nell’aumento di temperatura e di umidità, nonché dagli sfregamenti. A lungo termine l’occlusione non solo aumenta l’idratazione della cute, ma anche la penetrazione di prodotti chimici e antigeni e conseguentemente le reazioni irritanti e la dermatite da contatto. Feci e urine, per la loro natura irritante, rendono maggiormente permeabile la cute a sostanze irritanti che possono svolgere un ruolo significativo nell’eziologia della dermatite da pannolone. La riduzione dell’iperidratazione attraverso il miglioramento della progettazione dei dispositivi assorbenti può ridurre la comparsa di dermatiti da pannolone. Gli autori hanno valutato la permeabilità della cute utilizzando esteri nicotinato come marcatori, attraverso tecniche di bioingegneria non invasive. I risultati dello studio hanno evidenziato che i pannoloni aumentano l’iperidratazione cutanea proporzionalmente al tempo di esposizione. Non sono state dimostrate differenze significative rispetto alla permeabilità della cute dopo l’uso dei pannoloni. Tate et al. (2007) con il loro studio hanno cercato di sviluppare un metodo per valutare l’effetto idrorepellente sulla cute del neonato di pannoloni contenenti pomate barriera rispetto ai pannoloni che ne siano privi. Per gli autori, l’idratazione eccessiva della cute conseguente all’effetto occlusivo dei L’Infermiere, 2011;48;1:27-36 prodotti assorbenti è causa della compromissione delle proprietà di barriera della cute. I danni allo strato corneo si manifestano a causa di una prolungata esposizione all’umidità e di una traspirazione limitata. La protezione dall’umidità può essere ottenuta attraverso l’utilizzo di prodotti barriera che tradizionalmente vengono applicati manualmente sulla cute. Nella prima fase dello studio sono stati reclutati adulti sani, volontari di sesso femminile esposti nella superficie volare di entrambi gli avambracci al prodotto barriera. Nella seconda fase, sono stati reclutati bambini che indossavano pannoloni di dimensioni diverse e che rientravano in un range di peso tra 7-13 kg. I risultati dello studio dimostrano la validità del test utilizzato (tecnica di esclusione del colorante) e l’efficacia dei prodotti barriera sia sull’avambraccio degli adulti che sui glutei dei neonati. Runeman sottolinea che la pelle di neonati e anziani è diversa da quella degli adulti, più suscettibile ad eventi avversi. Eventi avversi delle guaine urinarie maschili È stato selezionato un solo studio (Pemberton et al., 2006) che ha valutato l’efficacia di due tipi di guaine urinarie, una già presente sul mercato e una di nuova produzione. La nuova guaina differiva da quella già presente sul mercato rispetto al confezionamento, alla modalità di applicazione, di adesione e di connessione alla sacca delle urine. Gli esiti osservati sono stati: le preferenze dei pazienti rispetto al tipo di prodotto e all’uso, l’applicazione, il comfort, la presenza di perdite e le reazioni cutanee. Allo studio hanno partecipato 7 centri del Regno Unito con 53 maschi a partire dall’età di 18 anni. Ogni partecipante ha testato 10 guaine per ogni tipologia; ciascuna guaina doveva essere applicata per circa 24 ore e prima e dopo l’uso doveva essere compilato un questionario relativo agli aspetti indagati. Dei 53 uomini che hanno preso parte allo studio 44 soddisfacevano il criterio per l’inserimento dei dati e sono stati inclusi nell’analisi. Il 48% (21) dei partecipanti aveva un’età superiore a 70 anni, il 41% (18) compresa tra 50 e 69 e l’11% (5) tra 18 e 49. I problemi per i quali facevano uso di guaine urinarie comprendevano: paraplegia 16% (7), sclerosi multipla 18% (8), stroke 18% (8), disturbi prostatici 20% (9), altro 30% (13); il 60% (26) dei partecipanti utilizzava già la guaina presente sul mercato. Il 68% (30) del campione usava la guaina autonomamente, mentre il 32% (14) aveva bisogno di aiuto. L’85% (36) dei partecipanti ha espresso una preferenza relativamente al tipo di guaina usata. Per quanto riguarda l’applicazione e la gestione, i partecipanti considerano più semplice l’uso della guaina nuova rispetto alla guaina già a disposizione. I partecipanti meno esperti riferiscono la formazione di grinze o bolle durante l’applicazione della nuova guaina rispetto alla guaina già disponibile. Il senso di sicurezza dopo l’applicazione della guaina è risultato maggiore con la guaina nuova. Secondo gli infermieri che hanno supportato i pazienti nell’applicazione delle guaine è più facile, indossando i guanti, applicare la guaina nuova rispetto all’altra. Per tutte altre variabili considerate la tendenza generale del campione è stata quella di attribuire punteggi più alti alla guaina nuova rispetto a quella già disponibile sul mercato, anche se le differenze statistiche misurate tra l’una e l’altra non sono risultate significative. 35 SCIENZE INFERMIERISTICHE Questo studio mette in evidenza gli elementi utili nella valutazione degli esiti desiderati e indesiderati relativamente a questo tipo di dispositivi urinari maschili; ciò nonostante la scarsità del campione non permette di trarre conclusioni sui prodotti considerati. DISCUSSIONE Delle 165 citazioni bibliografiche sono stati inclusi nella revisione 7 studi, 5 studi primari e 2 revisioni. Dall’analisi degli articoli emergono due aree di informazione relative ai dispositivi per l’incontinenza: eventi avversi dei pannoloni e eventi avversi delle guaine urinarie. Per quanto riguarda la prima area di contenuti, supportata da 6 fonti bibliografiche, gli eventi avversi considerati sono l’irritazione meccanica della cute e la dermatite da contatto, che vengono presi in considerazione negli articoli originali con l’obiettivo di sviluppare test affidabili per misurare gli eventi indesiderati, nelle revisioni sistematiche per valutare tali effetti, tra gli altri, quali esiti indesiderati dell’applicazione dei dispositivi sui pazienti. È evidente che assieme alla valutazione degli effetti indesiderati, oggetto della presente revisione, vanno inserite valutazioni sull’efficacia assorbente e sulla tenuta per evitare perdite di liquidi o solidi, nonché il costo del dispositivo e la sua praticità, sia nell’indossarlo sia per la gestione, laddove sia monouso o lavabile. A sostegno dell’affidabilità dei test vengono descritte specifiche condizioni di esposizione al dispositivo nelle zone che maggiormente riflettono nelle prove le condizioni d’uso e le caratteristiche locali della cute. Per quanto riguarda invece la seconda area di informazioni vengono considerati i seguenti eventi avversi nell’uso delle guaine urinarie: rimozione della guaina, arrossamento della cute, perdite, residui adesivi, difficoltà nell’applicazione e nell’uso delle diverse guaine esistenti. CONCLUSIONI Il notevole sviluppo dei prodotti assorbenti offre numerose possibilità per rispondere ai bisogni delle persone con incontinenza, ma non sono parimenti sviluppati gli studi che permettano di individuare gli effetti avversi correlati all’uso dei diversi dispositivi. Nelle revisioni della letteratura reperite si sottolinea l’importanza di ricordare che ci sono gruppi di pazienti con nuovi bisogni: la fragilità delle persone molto giovani e di quelle molto vecchie aumenterà sempre più l’esigenza di minimizzare gli effetti negativi sulla cute; ci sono infatti persone con cute sensibile o con patologie cutanee e persone incontinenti con esigenze non ancora soddisfatte. Un dilemma nello sviluppo del prodotto per una migliore compatibilità cutanea segnalato è la difficoltà ad avvicinare gli utenti più bisognosi e ottenere un campione di dimensioni statisticamente significativo. Una complicazione nella valutazione (positiva o negativa) degli effetti cutanei connessi all’uso dei prodotti assorbenti è legata all’influenza della qualità della cure prestate alla cute locale. Lo sviluppo delle dermatiti, principale effetto avverso considerato, può essere ricondotto alle caratteristiche dei prodotti assorbenti, ma anche a cause specificatamente correlate alla 36 singola persona. L’occlusione della cute con prodotti assorbenti può provocare l’aumento di umidità, che può concorrere all’insorgenza di molti tipi di dermatite da contatto. Altri fattori di carattere generale che possono facilitare la comparsa di dermatite comprendono le forze da taglio, la pressione, la temperatura, il pH. I fattori legati al singolo individuo possono essere età-dipendenti (i cui estremi sono rappresentati dai neonati prematuri e dai pazienti geriatrici), patologie della cute, differenze anatomiche dei siti. Accanto al rischio di dermatite, per chi indossa prodotti assorbenti vi è anche quello relativo al disagio correlato all’umidità, all’aumento della temperatura, all’attrito. Anche dagli articoli originali considerati, globalmente orientati a validare i test per i prodotti assorbenti, emerge che gli eventi avversi ai pannoloni sono principalmente rappresentati dall’irritazione meccanica della cute, dalla dermatite da pannolone e dal disagio derivante dal mantenimento del dispositivo. In conclusione si può affermare che i risultati degli studi permettono la caratterizzazione ma non la stima degli eventi avversi correlati all’uso dei pannoloni e delle guaine urinarie. Sono necessari ulteriori studi per la quantificazione degli eventi avversi nelle diverse tipologie di persone assistite. BIBLIOGrAfIA Beeckman D, Schoonhoven L, Verhaeghe S, Heyneman A, Defloor T (2009) Prevention and treatment of incontinence-associated dermatitis:literature review. Journal of Advanced Nursing, 65(6), 1141-1154. Fader M, Cottenden AM, Getliffe K (2009) Absorbent products for moderate-heavy urinary and/or faecal incontinence in women and men. Cochrane Database of Systematic Reviews, 1 (review content assessed as up-to date: 6 february 2008). Farage MA, Gilpin DA, Enane NA, Baldwin S (2001) Development of a new test for mechanical irritation: behind the knee as a test site. Skin Research and Technology, 7, 193-203. Farage MA, Meyer S, Walter D (2004) Development of a sensitive test method to evaluate mechanical irritation potential on mucosal skin. Skin Research and Technology, 10, 85-95. Ianes AB, Ghisellini S, Vincenzi C, Ricci G (2007) Rilevazione continua del tasso di umidità relativa nel pannolone dell’ospite in RSA – studio preliminare. Geriatria, XIX(6), 227-229. NICE Guideline (2007) Faecal incontinence: the management of faecal incontinence in adults. Consultato settembre 2010, disponibile all’indirizzo: http://www.nice.org.uk. Permberton P, Brooks A, Mai Erikesen C, Graham S, Frost S, Greenman L, Hanningan H, Looms D, Moran S, Nielsen PN, Ollerhead D, Shaw J, Williams D (2006) A Comparative study of two types of urinary sheath. Nursing Times, 102(7), 36-41. Runeman B (2008) Skin interaction with absorbent hygiene products. Clinics in Dermatology, 26, 45-51. Tate M, Grove G, Joch R, Laabs J, Menard K, Nelson B, Shepard K, Zepp R, Zerwech C, Zuleger R (2007) Dye exclusion as means to measure wetness protection of human skin. Skin Research and Technology, 13, 293-298. Zhai H, Ebel JP, Chatterjee R, Stone KJ, Gartstein V, Juhlin KD, Pelosi A, Maibach H (2002) Hydration vs. skin permeability to nicotinates in man. Skin Research and Technology, 8, 13-18. L’Infermiere, 2011;48;1:27-36