Il ritorno del lupo

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Il ritorno del lupo
Il ritorno
del lupo
Anno XX - N. 9
Quadrimestrale d’informazione edito dal Comune di Ala - Distribuzione gratuita - Iscrizione Tribunale di Rovereto n. 181 del 12-2-1993
Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Trento - Direttore Responsabile Patrizia Belli - Taxe Percue - Poste Italiane Spa - Fotocomposizione, fotolito e stampa La Grafica S.r.l. - Mori (Trento).
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anno XX - n. 9
Proprietario
Comune di Ala
Direttore responsabile
Patrizia Belli
Redazione
Giada Vicenzi
Tiziano Bianchi
Fotografie
Le foto di questo numero e la
copertina sono di Marco Simonini.
La foto a p. 4 è della Cantina Sociale
Mori Colli Zugna; la foto a p. 16 è
della Pro Loco Ala; la foto a p. 25
è di Luna Ranch; la foto a p. 34 è
dell’associazione Alacadabra; la
foto a p. 35 è del circolo pensionati
Santa Margherita; la foto a p. 37 è
di Emanuele Debiasi; le foto a pp.
38-39 sono pubblicate per gentile
concessione dell’Archivio Museo
Storico Italiano della Guerra.
Comitato dei garanti
Fedele Ferrari
Narciso Brusco
Giorgio Deimichei
Roberto Zendri
Stampa
la grafica srl - Mori (TN)
alanotizie
Viene spedito gratuitamente
a tutte le famiglie del Comune
in abbonamento postale.
Chi non lo ricevesse lo potrà
richiedere alla segreteria del Comune
Tel. 0464 678767
Per informazioni e suggerimenti
scrivere a: [email protected]
CARI
LETTORI
Cari lettori,
e così siamo arrivati al termine del nostro viaggio.
Come sapete a maggio si andrà al rinnovo della maggior parte
dei Comuni trentini e tra questi anche Ala.
Spetterà dunque ai futuri amministratori decidere quali forme
di comunicazione applicare per dialogare con i cittadini.
Mentre mi accingevo a scrivere queste righe ho riguardato le copertine
di “Ala notizie” e devo confessarvi che sono orgogliosa
del lavoro fatto.
Vi avevamo promesso informazioni utili, interessanti, attuali,
avevamo parlato di una rivista che fosse credibile, radicata al suo
territorio, fedele alla memoria storica e rispettosa dell’identità
della città di Ala.
Ci siamo riusciti? Non spetta a noi dirlo, voi siete i giudici, noi
possiamo solo dirvi che abbiamo lavorato sempre con onestà e
sincerità cercando di darvi una rivista che fosse interessante,
che intuisse lo spirito e le dinamiche dei nostri tempi e
che desse voce alle tante realtà che compongono la città.
Sono grata al Comune di Ala che ci ha permesso di intraprendere
questa esperienza e lo ha fatto lasciandoci grandi margini di libertà
e indipendenza.
Desidero ringraziare il Comitato dei Garanti con il quale abbiamo
dialogato e ci siamo confrontati sempre con spirito costruttivo
e infine lasciatemi dire grazie alla redazione:
ai giornalisti Giada Vincenzi e Tiziano Bianchi,
ai fotografi: Bepi Pinter e Marco Simonini, aver lavorato con loro
è stato un privilegio.
Insieme abbiamo cercato di offrirvi un giornale che non fosse uno
sterile bollettino, ma un atto di amore verso questa città, il suo spirito,
la sua creatività e bellezza.
Ogni vicolo, ogni pietra, ogni angolo di questa vostra bellissima città
nasconde storie uniche. Storie che è bello raccontare.
Nel narrare i cambiamenti sociali, i progetti, la cultura, l’arte,
i personaggi, gli eventi, i luoghi... e anche le difficoltà, l’incombere
della crisi economica, ho respirato la vita di Ala
e ho imparato a conoscervi meglio.
Siete stati voi i protagonisti di questo giornale
ed è stato davvero un viaggio fantastico stare in vostra compagnia.
Grazie per avermelo permesso
Patrizia Belli
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Aziende con il cuore alense e lo sguardo
internazionale
Cantina Mori Colli Zugna tra tradizione e modernità
Iside e Maurizio e il sogno avverato
Il sogno universitario di Ala dissolto nella spending
review
L’ex convitto Silvio Pellico ospiterà aule scolastiche
La chiusura del convento una ferita per la città
I risultati del progetto Intervento 19
Il murales simbolo della città di Ala
Opere d’arte vestono le serrande di negozi chiusi
Grande successo per i mercatini di natale
Si basa sulla perequazione il prg del comune di Ala
Approvato il piano di protezione civile comunale
Il prezioso valore delle risorse boschive
Ripristino e impermeabilizzazione di due pozze alpine
alla sega
Il cinema teatro Sartori è passato al digitale
Nuova dotazione tecnologica per la sala del consiglio
comunale
Sicurezza stradale, tirocini estivi, arte... tante e belle
le proposte dei giovani
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Piazzamenti e soddisfazioni per l’equitazione
all’americana
Sui lessini famiglia di undici lupi
Maurizio Lorenzini campione di ornitologia
Il sogno americano di Mauro Tomasi
Teatro ragazzi a gonfie vele
34° Edizione del Sipario d’oro
Trent’anni di rassegna teatrale un bel traguardo
festeggiato a teatro
La guerra vissuta dalla popolazione pagina di
memoria dimenticata
I giovani di Viviamo(A)la portano movimento e colore
in città
Salute e divertimento al circolo pensionati
Grande partecipazione al corso femminile di
autodifesa
«Dilloalpolitico.It» nuovo social network
cento anni fa, il 27 maggio 1915 le truppe entrano
ad Ala
Gemellaggio Italia Orléans Brasile
Un popolo senza storia è un popolo senza memoria
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ECONOMIA
AZIENDE CON IL CUORE
ALENSE E LO SGUARDO
INTERNAZIONALE
Reggono le ditte che lavorano con l’estero,
come la Alberti, la Zampieri, la Marcante.
Industrie, che hanno saputo far fronte, con l’innovazione
del prodotto e della tecnologia produttiva,
alla congiuntura negativa che ha investito l’Europa.
È
l’internazionalizzazione la chiave della tenuta dell’economia alense
in questi anni difficili
e di crisi. Nemmeno la
città di velluto, quindi, fa eccezione
rispetto alla regola descrittiva generale che vuole in buona, abbastanza
buona, salute le imprese e i settori
dell’economia che hanno saputo sviluppare relazione commerciali con la
clientela estera. Mentre risultano in
sofferenza, e questo vale anche per
Ala, le imprese inevitabilmente legate
al mercato locale e domestico, come
quelle del settore edile e quelle che
non hanno saputo cogliere l’occasione dell’internazionalizzazione degli
scambi.
Sono le attività industriali e artigianali, prevalentemente legate al settore della meccanica e della lavorazione
della pietra, a garantire occupazione,
reddito e fatturato alla città. E si tratta, per lo più, di aziende con il cuore alense, ovvero legate al territorio,
nate dall’imprenditoria locale o da
un’imprenditoria arrivata dall’esterno, ma poi solidamente insediatasi
in città. Sono loro ad aver dato vita
ad un modello di impresa territoriale,
ma aperta agli scambi con il mercato estero. L’unico in questo momento capace di garantire redditività al
lavoro. Dal settore della lavorazione
dei marmi di lusso, come la Alberti,
al settore della meccanizzazione del
settore alimentare, come la Zampieri,
o alle officine più tradizionalmente
metalmeccaniche, come la Marcante,
sono queste le industrie che in questi anni non hanno pagato lo scotto della crisi, anzi hanno saputo far
fronte, con l’innovazione del prodotto e della tecnologia produttiva, alla
congiuntura negativa che ha investito
drammaticamente l’Europa. Salvando
l’occupazione e in alcuni casi incrementandola e accrescendo i fatturati.
Ala, quindi, anche nel 2014 si è
confermata soprattutto una città a
vocazione industriale, con un sistema di impresa diversificato, che va
dall’alimentare, alla marmistica, alla
metalmeccanica, il settore forse più
avanzato. Imprese, a volte più piccole
e gestite secondo i canoni del modello familiare, altre volte di media dimensione e affidate ad una direzione
manageriale. Un sistema complesso
e ricco, che, come si è già scritto, fa
perno nel radicamento locale, che ha
scongiurato e scongiura le tentazioni
della delocalizzazione nei paesi terzi, e dall’altra nell’apertura convinta
ai mercati esteri e agli agli scambi
internazionali. Se questo è il cuore
della produzione e dell’occupazione,
l’economia alense, tuttavia, non manca di evidenziare segni di debolezza
strutturale nei settori più colpiti dalla
crisi, quelli prevalentemente dipendenti dal mercato domestico. Il crollo
dell’edilizia residenziale ha portato
con sé un vasto strascico di effetti
negativi anche sulle aziende dell’indotto, impegnate nell’impiantistica e
nella realizzazione di servizi. È qui
che negli ultimi due anni la crisi ha
colpito più duro; provocando disoc-
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cupazione, calo a picco dei fatturati
e in qualche caso anche la chiusura
delle aziende.
L’altro settore, ormai in difficoltà da
molti anni soprattutto a causa dell’aggressività dell’offerta estera è quello
dei trasporti su gomma. Un’attività
che per decenni aveva trovato ad Ala,
grazie alla sua posizione vantaggiosa
rispetto alle grandi vie di comunicazione, il contesto adatto alla crescita e allo sviluppo. Una posizione di
vantaggio che in pochi anni, tuttavia, è stata travolta dalla concorrenza internazionale. Una crisi che ha
avuto effetti a tratti devastanti sulle
numerose aziende alensi del trasporto: alcune delle quali sono riuscite a
mantenere le posizioni, riducendo il
personale, ma cercando comunque di
evitare la chiusura. Mentre altre sono
state letteralmente travolte: è il caso
della Martinelli Trasporti. Che ormai
da anni sta combattendo per la sua
sopravvivenza fra le aule di tribunale.
E per la quale, proprio mentre stiamo
andando in stampa, sembra essere arrivato il via libera definitivo alla procedura di concordato.
Continua a restare uno dei settori
di riferimento per l’integrazione del
reddito, quello generato dall’agricoltura, in particolare dalla viticoltura.
Il giro d’affari, prodotto da cantine
sociali e aziende private concentrate
soprattutto nelle frazioni a nord della
città, viene stimato attorno ai 10 / 15
milioni di euro. Si tratta di una cifra
importante che rappresenta uno dei
cespiti sicuri dell’economia cittadina e delle famiglie alensi. Anche in
questo caso, tuttavia, si è misurato
un ridimensionamento abbastanza
significativo rispetto ai numeri che
si erano registrati negli anni Duemila; ma il settore nel suo complesso
ha dimostrato una buona capacità di
mantenimento della sua funzione tradizionale, quella di integrazione del
reddito delle famiglie.
In questo quadro, che si può riassumere con la parola tenuta, un ruolo lo
hanno saputo recitare anche gli istituti di credito, con l’adozione di misure che hanno affrontato la crisi sia
sul fronte delle famiglie sia sul fronte
delle imprese, cercando di stimolare il
tessuto produttivo e la nuova occupazione. Dalla Cassa Rurale negli anni
scorsi era arrivata una misura di agevolazione per l’assunzione di nuovi
lavoratori, che aveva come obiettivo
la creazione di cento nuovi posti di lavoro, in cambio di un prestito azien-
dale a tasso zero. Obiettivo raggiunto
e riproposta quest’anno, seppure con
tassi rimodulati, e con un plafond
di tre milioni e mezzo di euro. Altre
misure di agevolazione sono state
messe in campo per la riqualificazione e ristrutturazione degli immobili
residenziali. Complessivamente nei
prossimi mesi saranno immessi sul
mercato del denaro cittadino circa
dieci milioni di euro, destinati ad un
pacchetto di misure di agevolazione,
che hanno come obiettivo il rilancio
dell’economia. Una somma ingente
tratta dalla liquidità fornita alla Rurale della Bassa Vallagarina dai recenti
provvedimenti adottati dalla BCE.
Resta sullo sfondo, come un convitato di pietra, il settore del turismo
e dell’indotto, che se ne potrebbe
avvantaggiare. Un settore che fino
ad oggi non viene neppure stimato come rilevante nella descrizione
del PIL alense. E tuttavia, è uno dei
temi più discussi. Ne sottolinea le
potenzialità anche Giuliano Deimichei, direttore generale della Bassa
Vallagarina: “Se dovessi pensare ad
un ambito di sviluppo dell’economia
della zona, penserei al turismo. Fra
Ala e Avio abbiamo a disposizione
enormi risorse naturalistiche, penso
ai paesaggi mozzafiato della Lessinia
e alla suggestione del Parco Naturale del Monte Baldo. E poi ci sono i
monumenti architettonici del centro
storico di Ala e il castello di Sabbionara d’Avio. Una quantità di risorse,
che oggi non producono ricchezza,
se non marginalmente. Ma sono risorse disponibili, su cui è necessario
cominciare a ragionare: sta lì, anche
lì, credo il nostro futuro. Si tratta ora
di capire come fare e cosa fare, pur
con la consapevolezza che il turismo
in Vallagarina sta attraversando un
momento difficile anche in montagna. E oggi si presenta quasi come un
terreno vergine”.
Come fare, dove andare, quali misure adottare. Dai piani alti della
Banca non arrivano indicazioni, ma
piuttosto si cerca di organizzare la
prospettiva e di gettare le basi e qualche presupposto. In questi mesi, per
esempio, si sta registrando un confronto serrato, che ormai è diventato già qualcosa di più di un semplice
confronto, fra le imprese cooperative
che insistono fra Ala e Avio. L’idea è
quella di costruire un circuito di fidelizzazione reciproca fra i soci di
ciascuna coop, agricole, di credito, di
consumo, di produzione, di lavoro.
Un circuito che ottimizzi le prestazioni e i vantaggi per i soci. Su questa
architettura, i cui contorni non sono
ancora stati ufficializzati, spiega il
direttore della Rurale “si potrebbero cominciare a delineare i contorni
per un progetto di sviluppo turistico, che coinvolga sia il fondovalle
lagarino sia la montagna. Credo che
lo strumento cooperativo, capace di
organizzare relazioni e creare valore,
possa essere adatto anche ad avviare un processo di questo tipo. Non
ci facciamo illusioni, non pensiamo
ad operazioni destinate a stravolgere
l’assetto economico della valle. Ma
pensiamo piuttosto ad una serie di
interventi capaci di rafforzare l’offerta turistica sul fronte dell’ospitalità e
della ristorazione. Non è infatti pensabile alcuna ipotesi di sviluppo senza un’offerta adeguata e di qualità”. t
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CANTINA MORI COLLI ZUGNA
TRA TRADIZIONE E MODERNITÀ
Realtà con più di settecento soci
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a qualche mese a questa parte è il presidente della Mori Colli
Zugna, una delle più
importanti
cantine
sociali del sistema Cavit. Suo padre,
alla fine degli anni Cinquanta, era
stato per un anno il primo presidente della Sociale di Serravalle, la Colli
Zugna. Lui è Paolo Saiani, contadino
viticoltore da una vita. Un passato e
un presente di impegno cooperativo e
politico, sempre a sinistra. Ma come è
arrivato al vertice di una cantina che
da sola rappresenta più del 10 % della
viticoltura provinciale? Semplice: la
cantina della borgata di Mori non è
solo la cantina della borgata, è anche
la la cantina della sinistra Adige alense, della sinistra Adige fra Marco di
Rovereto e le frazioni a nord di Ala.
Come racconta il nome, infatti, la
Mori Colli Zugna è il risultato dell’unione di due cantine, quella di Mori
e quella di Serravalle. Una fusione
lungimirante avvenuta alla fine degli
anni Novanta, nel 1997, mentre si
stava preparando il momento di maggior successo della viticoltura com-
merciale trentina legata al business
del Pinot Grigio. La storia, però, era
cominciata prima, molto prima: alla
fine degli anni Cinquanta. Nel 1958
nacque la cantina sociale di Serravalle. L’anno prima quella di Mori. Negli
stessi anni nasceva anche quella di
Ala. Storie che si incrociano, con esiti
differenti e che hanno dato luogo a
sviluppi affatto differenti.
La nascita delle due sociali alensi,
negli stessi anni, infatti era stata preceduta da tante prove di dialogo e di
avvicinamento fra gli agricoltori delle
frazioni e quelli della città. Per un certo periodo, sembrò prevalere l’ipotesi
di una cantina unica; una grande cantina che riuscisse ad inglobare tutta la
produzione vinicola alense, che sentiva sempre più il bisogno di svincolarsi
dai commercianti privati, prevalentemente concentrati a Chizzola, che
dominavano il mercato della zona Ma,
alla fine, le cose non andarono per il
verso giusto. Oppure sì, con il senno
di poi andarono per il verso giusto. Almeno a guardare le cose oggi.
Il confronto fra i due mondi, quelli
della città e quelli delle frazioni era
in corso. La nuova cantina si sarebbe
dovuta costruire a metà strada fra Ala
e Serravalle, per non scontentare alcuno. Poi ci fu un’improvvisa accelerazione da parte degli alensi, l’opportunità di un’operazione immobiliare
vantaggiosa che li indusse a scegliere
un’area nell’immediata periferia della
città, a San Martino, dove sorge ancora lo stabilimento vinicolo. La scelta
degli agricoltori alensi, raccontano gli
storici locali, lasciò perplessi i contadini delle frazioni a nord; perplessi sì,
ma non scoraggiati: nemmeno loro
perdettero tempo e si rimboccarono
subito le maniche: decisero di costruire da soli la loro cantina. Era il 1958.
Un percorso a zig-zag, quello che si
concluse con al costruzione di due
stabilimenti nel giro di pochi chilometri l’uno dall’altro e nello stesso
comune, di cui oggi forse le ragioni
risultano più chiare. Al di la della
buona volontà e del medesimo afflato
cooperativo, infatti, le due basi sociali, quella alense e quella delle periferie, erano profondamente diverse dal
punto di vista sociologico. Mentre la
Sociale di Ala nasceva per iniziativa
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dei grandi proprietari terrieri della
città, alta borghesia contadina e aristocrazia del campi; la base sociale
delle frazioni era, invece, composta
soprattutto da contadini e da piccoli proprietari. Una diversificazione
censuaria e sociale, che, al di la delle ragioni contingenti, spiega bene il
perché delle difficoltà del dialogo di
allora. E il perché alla fine questo dialogo si sia arenato.
Da allora le strade delle due cantine
non si sono più incontrate. Anzi hanno preso direzioni completamente
opposte. La cantinona di Ala, ad un
certo punto ha abbracciato il sistema
Mezzacorona, la cantina cooperativa
rotaliana di primo grado, che ancora
oggi domina il mercato nazionale e
quello internazionale. La cantina di
Serravalle, al contrario, decise di restare nell’ambito del sistema Cavit,
il consorzio di secondo grado, strumento operativo e commerciale di
undici cantine sociali. Era la fine degli anni Novanta, il business dell’internazionalizzazione stava toccando
l’apice. Ma per restare virtuosamente dentro questo grande mercato,
il sistema richiedeva innovazione e
ammodernamento. Massa critica sufficiente e ottimizzazione dei costi.
Tutte cose difficili da raggiungere per
una piccola realtà come quella di Serravalle, circa 30 mila ettolitri di vino.
Che sembrano tanti a scriverli, ma
che invece sono pochi se raffrontati
all’oltre un milione di ettolitri della
produzione trentina.
Di fronte all’incalzare di questa sfida,
mentre i cugini di Ala sceglievano
senza tentennamenti la via rotaliana,
i contadini cooperativi di Serravalle,
sceglievano di restare dentro l’alveo
della cooperazione Cavit e di negoziare una fusione con la Sociale di
Mori, allora governata dall’ingegner
Sartori, Francesco Sartori. Uno degli
uomini più potenti del Trentino cooperativo di allora. Un interlocutore
il cui nome era una sicurezza e una
garanzia per il futuro. La fusione avvenne nel 1997 e in quell’anno nacque la Cantina Sociale Mori Colli Zugna. Alla vicepresidenza fu catapultato uno dei soci della Serravalle, il
marcolino Gianfranco Pederzini. Un
equilibrio fra presidenza, attribuita ai
soci di Mori, e vicepresidenza, ai soci
della Serravalle, durato per 15 anni,
fino ad un anno fa. Il resto è cronaca di questi mesi: l’ascesa al vertice
dell’azienda dell’alense Saiani. In un
contesto cooperativo profondamente
PAOLO SAIANI CON LUCIANO TRANQUILLINI
A guidare una delle più importanti cantine sociali del sistema
Cavit è l’alense Paolo Saiani. Presiede un’industria che fattura
ogni anno 12 milioni di euro e ne distribuisce 9 ai soci.
cambiato e omogeneizzato rispetto ai
tempi della fusione.
Per oltre dieci anni, i due stabilimenti
continuarono comunque a funzionare insieme. Alcune varietà venivano
lavorate nella sede di Serravalle, altre, la maggior parte, negli impianti
di Mori, nella vecchia cantina di via
del Garda. Fino al 2010, anno in cui
si aprì il cantiere di una nuova cantina unificata, alle porte della borgata,
lungo la strada che conduce a Chizzola. Un investimento senza precedenti:
27 milioni di euro, finanziati con il
credito delle banche (attualmente
l’esposizione è vicina agli otto milioni di euro), con l’autofinanziamento
sociale e con la dismissione dei due
vecchi stabilimenti. Quello di Serravalle ceduto a un’impresa immobiliare e quello di Mori venduto all’amministrazione comunale e oggi ancora
senza una precisa destinazione d’uso.
Il risultato di questo investimento e
di questa delicata architettura finanziaria, è la nuova cantina ipogea –
ovvero completamente interrata – in
località Formigher.
Uno stabilimento avveniristico, sia
dal punto di vista architettonico, sia
sul versante tecnologico. Raccolta
e lavorazione delle uve avvengono seguendo procedure interamente
computerizzate. Il lavoro dei soci nel
vigneto segue il protocollo PICA, un
complesso sistema informatico applicato alle campagne, testato per la
prima volta proprio a Mori. Al vertice di tutto questo e al timone di una
fase che per il futuro si preannuncia
molto delicata, l’alense Saiani. A lui il
comando di questa grande industria
del vino lagarino, che da sola fattura
ogni anno circa 12 milioni di euro e
ne distribuisce quasi nove ai soci.
Lo scorso anno le remunerazioni medie non si sono discostate molto da
quelle provinciali: e non sono scese
sotto gli ottanta euro per ogni quintale di uva conferita. Un patrimonio
umano di settecento soci, mediamente ciascuno di loro coltiva un ettaro di
vigna, dediti prevalentemente (90%)
alla coltivazione di uve bianche internazionali, Pinot Grigio, Chardonnay
e Mueller Thurgau, in vigneti dislocati per un terzio nel fondo valle, per
un terzo in collina e per un terzo in
alta collina e montagna, fra i 600 e
i 1000 metri di altitudine. La produzione, per oltre i due terzi finisce
nella rete commerciale del consorzio
di secondo grado, e in piccola parte,
circa il 10%, nelle 300 mila bottiglie
che ogni anno vengono vendute in
proprio direttamente in nella nuova enoteca Osti Nati Trentini e e nei
punti vendita del circuito Horeca. t
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ISIDE E MAURIZIO
E IL SOGNO AVVERATO
A Chizzola il Wine Bar Bacco 12 è un luogo di relazioni e socialità
C
i vuole del coraggio
per inventarsi un lavoro, a quarant’anni.
Eppure qualcuno lo
fa. E ci riesce. Anche
in condizioni difficili, almeno apparentemente. Riprende da Chizzola, il
nostro viaggio fra i locali e gli esercizi commerciali di Ala. Dalla città,
passiamo alla periferia. Dai locali
storici che, soprattutto in passato,
hanno fatto grande il borgo dei velluti, offrendo ospitalità e occasioni di
socializzazione, alle frazioni, dove,
invece, la storia sembra quasi ricominciare ora.
Chizzola, non è un paese facile. È
stata per molti decenni la frazione
delle grandi aziende agricole e degli
imbottigliatori. Poi diventò, soprattutto, la sua distilleria. Una grande
azienda industriale che per decenni
ha dato lavoro e ricchezza, al paese.
Fino a quando qualcosa si è rotto.
Fino a quando questo equilibrio si è
incrinato definitivamente. E la presenza dell’insediamento industriale,
anziché continuare ad essere una leva
dello sviluppo, divenne un freno. Un
elemento scoraggiante. E da Chizzola, la gente ha cominciato ad andarsene. O, almeno, a non arrivare più;
mentre si assisteva allo sviluppo, anche residenziale e commerciale, delle
alte frazioni a nord di Ala, sulla sinistra Adige.
La chiusura drammatica, avvenuta in
modo shockante della distilleria, sul
finire degli anni Duemila, ha riaperto
delle prospettive. E il paese si è come
risvegliato e ha cercato di riprendere
in mano il suo futuro. Comincia da
qui anche la storia di Iside e Maurizio. Entrambi sono nati a Chizzola
e Chizzola è il loro paese, il paese
dove stanno crescendo una figlia, la
piccola Carlotta. Entrambi arrivano
da esperienze lavorative soddisfacen-
ti e il loro curriculum non è quello
dei baristi. Iside ha un diploma della
scuola alberghiera, ha lavorato in hotel, ristoranti e in agenzie di viaggio.
Maurizio, arriva da tutt’altro mondo:
è impiegato nell’edilizia, insieme alla
sua famiglia. Ma da sempre, fin da
giovanissimo, coltiva un sogno, ed
è lui a chiamarlo sogno: il sogno di
avere un bar tutto suo. È un appassionato di food & beverage, nel tempo
libero si documenta e studia. Trova
anche il tempo per diventare sommelier. Alla soglia dei quarant’anni,
Iside e Maurizio decidono che è arrivato il tempo di dare corpo al sogno,
che nel frattempo è diventato il sogno di entrambi. Intanto Chizzola sta
cambiando, sta diventando una delle
frazioni più popolose della città: sta
diventando un posto dove è bello anche pensare di poter vivere e di allevare i propri figli.
Nasce così, poco più di due anni fa il
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Accanto al servizio bar
ed enoteca si affianca la
ristorazione in stile semplice
e casalingo. Il locale si
trova in periferia ma la
marginalità è diventata un
punto di forza.
Wine Bar Bacco 12, sulla provinciale
della destra Adige all’ingresso sud del
paese. Una scommessa che a guardarla da fuori, dall’esterno, assomigliava
ad una specie di follia, E lo ammette
anche Maurizio ora: “Mi sono sentito
chiedere da molti se ero matto”. In
effetti, portare una tipologia di bar
come quello immaginata da Iside e
Maurizio in una piccolo paese, prevalentemente contadino, qualcosa di
folle davvero ce l’ha. Ma la scommessa, l’hanno vinta loro: Iside e Maurizio.
Dopo due anni il Wine Bar Bacco 12
è diventato un punto di riferimento
sia per il paese sia per tanta gente che
arriva da fuori, da Trento e dai centri
dell’alto veronese, e che a Chizzola
trova quello che non trova a casa sua,
nella sua città. Soprattutto un servizio di enoteca e di mescita al bicchiere di livello medio – alto. È così che
lo definisce Maurizio: “Fin dall’inizio
questa è stata la mia idea: un eserci-
zio commerciale poteva funzionare,
qui a Chizzola, solo se fossimo stati
in grado di offrire ciò che difficilmente si trova altrove in zona, un tipo di
offerta medio – alta. E, ringraziando
Dio, ha funzionato. Siamo riusciti a
raggiungere il nostro sogno: aprire
un wine bar tutto nostro e nel nostro
paese. E soprattutto siamo riusciti
a farlo funzionare”. E nel frattempo
l’offerta è cresciuta e accanto al servizio bar ed enoteca, si affiancata anche un’attività di ristorazione, con
uno stile casalingo e accogliente. Un
po’ sul modello delle locande di una
volta, con un piatto di pasta e una bistecca sempre pronte, a qualsiasi ora
del giorno. E anche questa offerta ha
trovato un largo apprezzamento.
È il bilancio, positivo, di un’impresa
commerciale innovativa, che ha saputo interpretare bisogni, desideri e
mercato. E tradurli in valore econo-
mico. Il rapporto con il territorio si
è consolidato, il wine bar è diventato
un punto di riferimento e di socializzazione anche per questa piccola
comunità che si sta ringiovanendo
e che si sta ingrandendo: “I paesani
vengono qui, dimostrano di apprezzare e di condividere con noi il nostro
stile. È una bella cosa. È una grande
soddisfazione. Anche perché, in fondo, anche questo è il ruolo di un bar
di paese. E noi siamo anche questo”.
Poi ci sono quelli che si fanno anche
decine di km per andare a bere un
Brunello o un Barolo da Maurizio. Un
tipo di clientela con una buona inclinazione alla spesa, che arriva a Chizzola solo per questo: per un buon
bicchiere di vino. O per una birra
artigianale che altrove non si trova.
O per un liquore d’oltralpe difficile da trovare anche a Trento. È così
che gira oggi. E gira bene, anche per
Iside e Maurizio. A dare una mano,
anche la posizione sulla provinciale:
per un certo tipo di clientela quello
che potrebbe essere uno svantaggio,
la marginalità periferica, invece è un
punto a favore. E allora c’è il traffico
dei passanti e dei turisti. Non i turisti che frequentano Ala, ma quelli in
viaggio verso nord o di ritorno dalle mete vacanziere del nord. E quelli
che, soprattutto in inverno, frequentano l’altipiano di Brentonico e la sua
montagna. Ed è così che un sogno diventa realtà, anche a Chizzola. Anche
in un piccolo paese di periferia e di
fondovalle, sapendo miscelare bene,
come in un cocktail ben fatto, qualità, professionalità, distintività. E passione per il proprio territorio. Come
hanno fatto Iside e Maurizio. t
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TERRITORIO
IL SOGNO
UNIVERSITARIO DI ALA
DISSOLTO NELLA
SPENDING REVIEW
È durata solo dieci anni l’avventura di “città universitaria”
L
a storia di Ala, Città Universitaria è durata poco più di
dieci anni. Un miraggio che
si è dissolto nel nulla lo scorso luglio, quando dalla Provincia arrivò
in piazza San Giovanni una scarna
lettera con la quale molto semplicemente fu comunicato che “per motivi organizzativi”, l’esperienza poteva
considerarsi conclusa. Dietro i motivi organizzativi, si intuivano ragioni
economiche e finanziarie: in sostanza
l’Università alense venne considerata
come un’inutile spesa per le casse
provinciali. Troppo costosi i rimborsi
per il trasferimento degli insegnanti,
eccessive le spese di funzionamento
di una segreteria distaccata dalle sedi
centrali. E via di seguito.
È finita così senza dibattito e senza discussioni, senza nemmeno un tentativo di trattativa e di negoziato il sogno
universitario della Città di Velluto. A
distanza di sei mesi, oggi il vicesindaco Mondini parla di “scelta verticistica
che ha impoverita la città”. Lo aveva
già dichiarato nell’immediatezza della
notizia. Da luglio, quindi, non è cambiato nulla: la partita dell’università
è stata considerata definitivamente
chiusa. Restano però sul tappeto una
serie di questioni tutt’altro che insignificanti. A partire dal utilizzo degli
alanotizie 9
Gli studenti erano arrivati
a essere quasi trecento,
perlopiù pendolari dell’Alto
Veronese e del Basso
Trentino. Le facoltà erano
indirizzate alle professioni
sanitarie e riabilitative.
spazi, che fino allo scorso anno erano
a disposizione degli studenti.
Il progetto della cittadella universitaria, fu un sogno nato alla fine degli
anni Novanta insieme a quello della città turistica, che avrebbe dovuto
affidarsi alla suggestione dei velluti e
dei palazzi barocchi. Ma quel sogno,
mai diventato realtà, anche l’idea di
trasformare Ala in una cittadella universitaria legata alle professione sanitarie è tramontata, in una giornata di
inizio luglio. Quasi nell’indifferenza
generale. Complice l’estate incipiente,
le vacanze imminenti e forse anche la
sottovalutazione del valore simbolico
di quello che stava accadendo.
Tutto era nato sul finire del secolo
scorso: qualcuno stava intuendo che
l’economia manifatturiera che per
tre decenni era stata la spina dorsale
dell’economia cittadina, stava esaurendo la sua spinta propulsiva e allo
stesso tempo capiva che sarebbe stato
intelligente provare a dare una prospettiva anche alla tradizione sanitarie della città. L’ospedale era stato
chiuso nel lustro precedente. Ala era
rimasta senza uno dei suoi capisaldi.
Quel qualcuno era il sindaco di allora, Tiziano Mellarini. Che da una
parte lavorò per creare le condizioni
di un’economia turistica legata alle
suggestioni della storia e della cultura,
attingendo alla tradizione dei velluti
e alle architetture barocche, dall’altra
misurò il suo impegno sul fronte della
costruzione di qualcosa che assomigliasse ad una città universitaria, un
modo per riempire il vuoto lasciato
dall’abbandono delle professioni ospedaliere. Un progetto complesso che
allora aveva una sua logica politica e
amministrativa.
All’inizio degli anni Duemila, cominciarono ad arrivare i primi studenti. Nel corso del decennio, annualità
dopo annualità, sfiorarono quota trecento, per lo più pendolari dall’Alto
Veronese e dal Basso Trentino. Si trattava di facoltà universitarie che facevano riferimento prevalentemente alle
professioni sanitarie e riabilitative:
quattro corsi che toccavano l’ambito psichiatrico, quello odontoiatrico,
quello della sicurezza ambientale e infine quello della radiologia. I partner
di questo progetto furono individuati da una parte nell’azienda sanitaria
del Trentino e dall’altra nella facoltà
di Medicina dell’ateneo di Verona. In
mezzo il Comune, che mise a disposizione gli immobili e cominciò a progettarne altri (la ristrutturazione del
Convitto Silvio Pellico). Sulla carta un
esempio da manuale di istituzioni collaborative. Ma tutto, in qualche modo,
rimase in una dimensione embrionale.
Ala non si aprì agli studenti e le amministrazioni che si succedettero negli
anni successivi diedero per scontata la
presenza dell’Università. Una situazione di stallo e di incomprensione che
raccontò anche la nostra rivista in uno
dei primi numeri. Era il racconto di
due mondi, la città e gli studenti, che
non si capivano e non facevano niente
per capirsi.
Quello dello scorso luglio fu, quindi,
quasi un epilogo annunciato. La fine
di un amore che in fondo non era mai
sbocciato. E la quasi indifferenza con
la quale la città ha preso atto del trasferimento a Trento e a Rovereto dei corsi
universitari, evidenzia proprio questo.
Da parte degli amministratori, oggi, si
dice “non c’era niente da fare, non si
poteva agire diversamente. Abbiamo
dovuto prendere atto di una decisione
adottata da altri senza alcun preavvi-
so”. In realtà i segnali del disimpegno
progressivo della Provincia c’erano
stati. Ed erano stati anche piuttosto
allarmanti, per chi avesse voluto leggerli e interpretarli. Negli ultimi anni
infatti, i corsi universitari si erano assottigliati e alcune annualità erano state già soppresse. Anche l’ipotesi di trasformare l’ex convitto Silvio Pellico in
uno studentato universitario era stata
abbandonata un anno prima, quando
l’azienda sanitaria aveva comunicato a
piazza San Giovanni il suo disinteresse per gli spazi dell’ex Silvietto, restituendo di fatto le chiavi e imponendo
all’amministrazione comunale l’ennesima revisione del progetto di recupero dell’immobile.
Certo è che insieme all’università non
se ne sono andati solo gli studenti, se
ne è andato anche un sogno. Quello che era stato immaginato alla fine
degli anni Novanta: rilanciare Ala e
la sua economia, attraverso un mix
di politiche legate alla cultura. A distanza di 15 anni, il turismo culturale
continua ad essere una parola, peraltro sempre meno pronunciata ed evocata, e la prospettiva di assumere un
ruolo vivace e appetibile per i giovani
universitari, è tramontata. Ad Ala ora
restano oggi restano solo gli spazi vuoti, gli stessi che per 15 anni anni erano
stati assegnati agli studenti. A partire
dal palazzo di via Roma, a fianco del
Municipio, per il quale è ancora in
essere un contratto di comodato con
la Provincia. Ma che, nelle intenzioni
dell’amministrazione, in futuro potrebbe essere destinato ad ospitare uffici e servizi comunali. t
10 alanotizie
L’EX CONVITTO SILVIO
PELLICO OSPITERÀ AULE
SCOLASTICHE
Un futuro per il polo scolastico
S
ono trascorsi quasi 15
anni dai primi progetti di recupero dell’ex
convitto Silvio Pellico;
per gli alensi fino ad
una certa generazione, il Silvietto. Per
anni era stata una delle istituzioni
cittadine, il simbolo della vocazione
culturale della città dei velluti. Uno
studentato a servizio delle scuole ginnasiali, il segno di un’identità alta,
nei fatti e non solo nelle ambizioni,
per questa città quasi di confine, che
continuava a mantenere un suo ruolo centrale e si aggrappava al futuro.
Poi, piano piano il tramonto: la città perde il Ginnasio e lo studentato
diventa un centro per l’accoglienza
di giovani provenienti da situazioni complicate. Sono i prodromi della
chiusura definitiva, che avverrà di lì a
qualche anno.
Iniziano subito dopo i primi progetti di recupero. La politica e la città si
sbizzarriscono nell’immaginare un
nuovo futuro per il Silvietto. Alla fine
vince chi pensa a un ritorno alle origini. La città di velluto riscopre la sua
vocazione nell’ambito della formazione, stanno arrivano i primi corsi universitari, finanziati dalla Provincia,
dall’Azienda Sanitaria e dalla facoltà
di Medicina di Verona. Il Silvietto si
candida a diventare, di nuovo, uno
studentato. Si torna al passato guardando al futuro. Siamo nei primi anni
Duemila. Iniziano le progettazioni,
le prime richieste di finanziamento
e infine si arriva ad un progetto definitivo: l’edificio diventerà un vero
e proprio studentato al servizio dei
giovani attratti ad Ala dai nuovi corsi
universitari.
Ma già nella seconda metà degli anni
Duemila, ci si rende conto che il sogno di rinverdire le vecchie tradizioni
è, appunto, solo un sogno: i giovani
sono poco attratti dall’idea di restare
in città; arrivano al mattino, frequentano i corsi e preferiscono andarsene
via nel pomeriggio, magari scegliendo come base d’appoggio altre città
ben collegate con Ala dalla ferrovia:
in fondo per arrivare a Trento o a
Rovereto in treno ci vuole solo una
manciata di minuti. Ed è per questo
che già a partire dal 2006, la progettazione del recupero del Silvio Pellico, vira di nuovo. E si indirizza verso
una ristrutturazione prevalentemente
destinata ad ospitare laboratori e aule
scolastiche. Gli spazi dello studenta-
to subiscono una riduzione drastica.
Passano gli anni, la progettazione
prende forma e cominciano i lavori.
Ma a metà dell’opera, un paio di anni
fa, arriva un nuovo altolà: l’Università
comunica di non essere più interessata all’edificio: né come studentato
né come sede scolastica. Una specie
di doccia fredda, che nei fatti anticipa la chiusura dei corsi universitari
avvenuta nel 2014. Per il Silvietto, si
ricomincia quasi da capo. I lavori si
fermano e si riprende la progettazione in chiave esclusivamente scolastica, al servizio delle scuole elementari.
Del resto la sua posizione è strategica
rispetto al polo scolastico attuale e a
quello che sarà nel futuro, una volta portata a termine la ricostruzione
delle scuole medie. Intanto, comunque, la riprogettazione degli spazi del
Silvietto si è conclusa: ospiteranno
prevalentemente aule, servizi di pertinenza per la mensa e uffici di segreteria. Nei prossimi mesi, riconfermato il finanziamento provinciale originario, si attende la ripresa dei lavori.
E la riapertura del portone di questo
palazzo che un tempo costituiva una
dei riferimenti centrali della città. t
alanotizie 11
LA CHIUSURA DEL
CONVENTO UNA FERITA
PER LA CITTÀ
Era il 1606 quando una comunità di religiosi giunse ad Ala e la città
li accolse e costruì per loro una chiesa e un convento che per 400
anni fu luogo di accoglienza, di aiuto e solidarietà
È
una città frastornata quella
che apprende della “chiusura” del convento dei padri
Cappuccini, la scorsa estate. La notizia serpeggiava ormai da settimane.
Ma era come se nessuno volesse crederci: la notizia sibilava fra i corridoi
e nei chiacchiericci del paese, ma
senza alcuna conferma. Poi a luglio
le prime conferme, gli articoli sui
giornali. Sono le stesse giornate durante le quali, la città apprende anche
della soppressione definitiva del servizio di pronto intervento presso l’ex
ospedale di Ala e della fine del sogno
universitario di Ala, città della cultura. Tutto in pochi in giorni. Tutto
negli stessi giorni.
Ma la notizia della chiusura del convento, per ragioni di riorganizzazione
tutte interne all’ordine monastico, è
quella che lascia il segno più profondo.
Una ferita: la città è il suo convento. E
continua ad essere il suo convento, anche se ormai i frati sono pochi e sono
anziani. Ma il convento continua ad
essere un punto di riferimento, simbolico e reale. Per tutti. Alla fine di agosto, l’ultima messa e l’addio alla città.
Sono trascorsi 400 anni da quando, i
cappuccini arrivarono qui. È l’inizio
del Seicento, nel sud Tirolo di lingua
italiana, i cappuccini si sono già insediati ad Arco, a Rovereto e a Trento.
Nel 1606 è la volta di Ala, una comunità di religiosi, provenienti dal vicino
Veneto si ferma in città. E la città decide subito di accoglierli e di costruire
per loro una chiesa e un convento. I
lavori iniziano nel 1608: nel 1610 i
frati entrano nel convento e nel 1614
la chiesa viene consacrata. Inizia da
qui la lunga storia di fratellanza e di
simbiosi fra gli alensi e i padri cap-
puccini. Finita in una giornata d’estate
dello scorso.
Una ricostruzione sintetica dei passaggi più significativi che hanno interessato il convento è stata elaborata nei nei mesi scorsi, nell’ambito di
un’associazione autonomista. È un
lungo cammino che attraversa i fatti
più drammatici della storia degli ultimi 400 anni: “Si ricorda la visita al
convento di papa Pio VI, al ritorno
del viaggio a Vienna nel 1782, l’evacuazione del convento nel 1796 per
far spazio ai soldati francesi, il trasferimento dei frati in Italia nel 1915 e
il ritorno nel 1919, il bombardamento
di Ala il 25 febbraio del 1945, quando
il convento, assieme ad altri edifici,
venne colpito e raso al suolo e la successiva ricostruzione nel 1948”.
Ma che cosa ha rappresentato il convento per gli alensi: per quattro secoli
hanno riconosciuto bei frati e nel convento un punto riferimento, un luogo di aiuto e solidarietà spirituale ma
anche materiale. Piccoli gesti come
un piatto di minestra calda per gli
indigenti e per i bisognosi, non sono
mai mancati. Il convento divenne un
luogo di rifugio durante i periodi duri
segnati dalle carestie, dalle epidemie
e dalla pestilenze. Il convento, per gli
alensi, fu sempre qualcosa di più della
sua chiesa. t
12 alanotizie
I RISULTATI DEL
PROGETTO
INTERVENTO 19
I lavori socialmente utili contribuiscono
a un’integrazione sociale condivisa
D
a anni il Comune di
Ala accoglie la proposta
dell’Agenzia del Lavoro,
che mira a introdurre e
integrare nel mondo del
lavoro i disoccupati attraverso i cosiddetti lavori socialmente utili. Il
progetto Intervento 19 (in precedenza noto come Azione 10) aiuta chi
ha difficoltà a trovare un impiego
e nel contempo concede contributi
economici a quei Comuni disposti
a favorire l’instaurazione di rapporti
di lavoro a tempo determinato ai residenti in Trentino o iscritti all’Aire
da almeno tre anni che, superati i 35
anni d’età, non lavorano da 12 mesi
o, superati i 50 anni, non lavorano da
almeno 3 mesi. Ma il progetto è rivolto anche agli invalidi e ai soggetti
a rischio emarginazione. A loro vengono proposte attività pratiche di valorizzazione dei beni urbani e rurali,
culturali e artistici, oppure partico-
lari servizi ausiliari alla persona, ma
anche compiti d’ufficio (riordino di
archivi e recupero di lavori arretrati
di tipo tecnico e amministrativo).
Proprio in quest’ultimo ambito nel
maggio 2014 il Comune di Ala ha
individuato 8 figure da introdurre
nell’organico dei propri uffici, con il
progetto Riordino e digitalizzazione
archivi e valorizzazione dei beni culturali. Fondamentale la mediazione
dell’assessorato alle Politiche del Lavoro e alle Pari Opportunità. «L’utilità del servizio» ha detto l’assessore
competente in materia, Franca Bellorio «poiché, nonostante il perdurante
blocco delle assunzioni, questi collaboratori permettono agli uffici comunali di alleggerire il carico di lavoro e
contemporaneamente il sistema mette nuovamente in circolo una nuova
fonte di energia».
Le collaborazioni si sono concentrate
su Ufficio Ragioneria, Segreteria, Uf-
Il progetto ha permesso a
8 persone di lavorare nel
riordino e digitalizzazione
degli archivi e
valorizzazione dei beni
culturali.
ficio Anagrafe, Ufficio Tributi, Ufficio
Cultura, e Biblioteca. «Per impiegare
un numero più alto di operatori, abbiamo optato per quasi tutte collaborazioni part time – racconta Bellorio
–. Visti i risultati, confidiamo di poterlo fare anche nel 2015». E infatti
il progetto funziona, sia in termini di
rendimento che in termini di richieste, come dimostrano le numerose
iscrizioni raccolte dall’Agenzia del
Lavoro nel mese di dicembre. t
alanotizie 13
IL MURALES SIMBOLO
DELLA CITTÀ DI ALA
Ispirata alla vita e alla storia di Ala, la decorazione raffigura gli
angoli e i personaggi più significativi
I
mpossibile non notarlo: il muro di
cinta della piscina non è più grigio e inespressivo, ma si è vestito
di immagini e colori. Una murales
ideato dal giovane artista alense Filippo Menolli, studente di Pittura
all’Accademia di Belle Arti di Bologna, che ne ha curato progettazione
e realizzazione. La decorazione è
strettamente legata al contesto di Ala
e ne ripropone gli spazi, i monumenti, ma anche i personaggi più illustri
e rappresentativi, a partire dalla parrocchia di Santa Maria Assunta, e
poi palazzo Angelini e via dei vellutai, palazzo Azzolini, palazzo Pizzini, ma anche via Roma e alcune case
popolari, fino a Palazzo Taddei e via
Gattioli. Una topografia libera e immaginaria, «abitata» da una dama in
abito settecentesco, un giovane Mozart e un San Carlo Borromeo: personaggi che, in momenti diversi del
passato, varcarono le soglie del borgo, divenuto famoso in tutta Europa
per la lavorazione dei velluti di seta.
La decorazione del muro di cinta è
incominciata venerdì 12 settembre,
con la stesura del fondo, proseguen-
do poi con le raffigurazioni nella
giornata di sabato 13 settembre, in
concomitanza con Viviamo(A)la, la
manifestazione organizzata da un
gruppo di giovani alensi, guidati da
Melissa Boni, che ha riempito le strade di Ala con tanti eventi e iniziative
diversi, tra musica, arte e sport che
hanno permesso ai giovani di espri-
mere i propri interessi, passioni, hobby in completa autonomia operativa
ed esecutiva. «Dipingere è la mia passione» dichiara Filippo Menolli «ovviamente, con questo murales, spero
di lanciare un messaggio dell’importanza del nostro borgo e di lasciare a
chi lo guarda un simbolico biglietto
da visita». t
14 alanotizie
OPERE D’ARTE VESTONO
LE SERRANDE DI NEGOZI CHIUSI
Il progetto è nato da un’idea del consorzio dei commercianti
“Ala Insieme” con Impact Hub di Rovereto
R
ianimare e valorizzare
un centro storico bellissimo ma «deserto»,
riportando in auge un
passato non troppo
lontano, ripopolando vetrine e portoni e mostrando come vicoli, strade e
piazze potrebbero essere se vi fossero
delle attività commerciali. E, magari,
favorire l’insediamento di nuovi esercizi.
Questi, in sintesi, gli obiettivi alla
base del progetto «Old Town Urban
Lifting - Come ti faccio rivivere la
città», ideato dal consorzio commercianti «Ala Insieme» in collaborazione con Impact Hub di Rovereto.
Per realizzarlo è stato bandito un
concorso nazionale riservato ad artisti, designer e illustratori, che si è
concluso a novembre e che ha visto
selezionati otto professionisti, provenienti sia dal Trentino che dal resto
d’Italia: Filippo Consolati (Volano),
Felix Lalù (Nanno), Marzia Grossi
(Torino), Davide Lippolis (Trieste),
Giò Pastori e Miss Goffetown (Mila-
no), Emanuele Benetti (Mori), Raffaele Gabrielli (Levico).
Il consorzio commercianti aveva individuato una serie di portoni dietro
ai quali c’erano, fino a poco tempo
fa, esercizi commerciali fiorenti, dove
si svolgevano professionalità impor-
tanti per la cittadina: il farmacista, il
panettiere, il macellaio, il barbiere, il
maniscalco, l’albergo… solo per citarne alcuni. Utilizzando le tecniche
e i temi a loro più congeniali, gli otto
artisti hanno lavorato fino alla metà
di dicembre: ne sono risultati una se-
alanotizie 15
Per realizzarlo è stato bandito
un concorso nazionale che
ha selezionato otto artisti,
provenienti sia dal Trentino
che dal resto d’Italia: Filippo
Consolati (Volano), Felix
Lalù (Nanno), Marzia Grossi
(Torino), Davide Lippolis
(Trieste), Giò Pastori e Miss
Goffetown (Milano), Emanuele
Benetti (Mori), Raffaele
Gabrielli (Levico).
rie di diversi pannelli, ciascuno dei
quali riproduce le attività delle operose botteghe, il fermento dietro al
bancone, la professionalità del servizio e la qualità delle materie prime.
A ridosso del Natale, il 20 dicembre,
nella cornice del centro illuminato a
festa, i lavori, posizionati sulle vetrine e sui portoni delle vecchie botteghe, sono stati presentati alla cittadi-
nanza, inaugurando un percorso che
attraverso le piazze e le strade riporta
alla luce il passato e indica un possibile futuro, che aspetta solo di essere
«disegnato» dai futuri protagonisti.
Adesso, passeggiando per le vie del
centro, sembra che nuove attività
abbiano aperto i battenti e l’effetto
è ancora più suggestivo con il buio,
quando, complici le ombre e le luci
dei lampioni, le strade di Ala si trasformano nel palcoscenico di un teatro, animato da curiosi personaggi.
Niente amarcord o nostalgico album
dei ricordi: l’arte contemporanea,
come al solito precorritrice e anticipatrice, immagina un domani per il
centro di Ala, offrendo rivisitazioni e
spunti innovativi per lavori concreti,
che possono ancora avere un futuro. t
16 alanotizie
GRANDE SUCCESSO
PER I MERCATINI DI NATALE
Molto apprezzate le animazioni e gli spettacoli dedicati ai bambini
G
rande successo e grande affluenza ai Mercatini di Natale organizzati dalla Pro
Loco, in collaborazione con numerose associazioni alensi: l’edizione 2014
di «Ala, il Paese del tuo Natale», ha
assunto in tutto e per tutto i connotati della festa popolare.
I due fine settimana che hanno preceduto il Natale sono stati all’insegna
della festa e dello stare insieme, complici le tante bancarelle disseminate
lungo via Nuova. Un fenomeno che
attira ogni anno nella nostra provincia sempre più turisti, in arrivo da
tutto il nord Italia.
La manifestazione è iniziata venerdì
12 dicembre, con l’arrivo di Santa Lucia e la distribuzione dei doni ai bambini. Si respirava nell’aria già la magia
del Natale, fra le bancarelle degli esercizi commerciali e delle associazioni
di volontariato sparse per le vie del
centro, con idee regalo e gustosi pro-
dotti tipici del territorio. Ma accanto
alle bancarelle anche tante animazioni e spettacoli per i più piccoli. E per
riscaldarsi dal primo freddo c’erano i
punti di ristoro, dove si potevano assaggiare gli gnocchi di malga, l’orzetto
alla trentina, le trippe, queste ultime
preparate dagli Alpini di Ala, i canederli, la cioccolata calda e il vin brulè,
offerti dalle associazioni aderenti.
Letteralmente preso d’assalto dai
bambini, ma anche da genitori e nonni, il trenino che percorreva le strade
di Ala: un modo insolito e divertente,
anche per i più grandi, per riscoprire
le vestigia di uno dei centri storici più
belli del Trentino.
Impegnato in prima persona, il presidente della Pro Loco Antonio Cazzanelli ha, tuttavia, voluto ricordare che
il successo della manifestazione è stato frutto di un lavoro di squadra, reso
possibile dalla collaborazione attiva
fra istituzioni, comitati, associazioni e
commercianti della città e che, quindi,
il merito va a tutti coloro che, a vario,
titolo hanno contribuito e partecipato.
E la soddisfazione è anche auspicio
per il futuro. Cazzanelli, infatti, invita i giovani a farsi avanti: «Abbiamo
bisogno di menti fresche che portino
ulteriore innovazione e idee da poter
condividere assieme per il futuro della nostra città». t
Soddisfatto Antonio
Cazzanelli Presidente della
pro Loco che ha voluto
ricordare come la riuscita
della manifestazione sia
frutto di un lavoro di
squadra e invita i giovani a
farsi avanti.
alanotizie 17
SI BASA SULLA PEREQUAZIONE
IL PRG DEL COMUNE DI ALA
In sostanza i cittadini e i proprietari rinunciano a una parte dei
vantaggi della programmazione urbanistica a favore dell’ente locale
È
una storia accidentata quella della variante al pianto
regolatore della città. Ci si
mise di buzzo buono, la giunta Tomasoni nella seconda metà degli anni
Duemila. Un incipit che aveva come
obiettivo quello di riordinare il profilo urbanistico di una città profondamente cambiata, sia dal punto di
vista demografico che sociale.
L’iter cominciò, fra molte complicazioni e con molte ambizioni, ma
rimase a metà strada. Il consulente
a cui era stata affidato il compito di
redarre il piano, nel 2009 fu costretto a gettare la spugna, a causa di una
vicenda giudiziaria che lo aveva coinvolto. Il filo dei ragionamenti che si
erano fatti in quel periodo, tuttavia,
fu ripreso anni dopo, nel secondo
tempo della sindacatura Perwoni.
E si arriva così al 2012: una serie di
vincoli di bilancio avevano impedito
alla nuova amministrazione di riaf-
fidare l’incarico in tempi più celeri.
Un percorso a zig zag fra norme provinciali e disposizioni regolamentari,
che sembrano finalmente concludersi a fine ottobre 2014. Con una prima discussione in aula, a cui segue
la votazione, poi contestata a causa
dell’incompatibilità di un assessore.
Una ferita procedurale che impone
una nuova votazione, avvenuta il
12 novembre. Ma anche questa volta, quando ormai tutto sembra concluso, quasi come una maledizione,
l’amministrazione non riesce a portare a termine il lavoro cominciato:
l’approvazione in prima lettura della
variante, infatti, avviene con un paio
di giorni di ritardo rispetto ai termini
cautelativi, il 10 novembre, che blindano l’azione amministrativa durante
l’ultimo semestre prima delle nuove
elezioni. Sul documento, peraltro,
pesavano anche numerose obiezioni
di carattere procedurale, già avanzate
in sede amministrativa. Un percorso, dunque, che fin da principio, ha
mostrato in controluce la difficoltà di
interpretare il cambiamento in chiave urbanistica. Il documento, predisposto con l’ausilio dello staff tecnico della Comunità della Vallagarina,
quindi oggi formalmente non esiste
più. Gli amministratori che usciranno dalle urne il prossimo 10 maggio,
dovranno riprendere in mano tutto il
discorso. Un punto di partenza, tuttavia, non può che essere rappresentato dal lavoro cartografico e dall’architettura di pensiero che regge il
documento inciampato nelle pastoie
della legge elettorale. In particolare,
l’approccio di chi prenderà le redini
del municipio a partire dal prossimo
maggio, non potrà non fare i conti
con alcuni temi nevralgici, il riordino
dell’area delle Distillerie, la questione
della bonifica delle cave, quella dello sviluppo residenziale, e con una
18 alanotizie
parola che è anche un’indicazione di
metodo, e questa parola è: perequazione. Perequazione, quindi. Parola
ostica, partorita dal lessico per lo più
incomprensibile e cervellotico della
burocrazia, dietro la quale, tuttavia,
si cela un principio abbastanza semplice e tutto sommato di buon senso:
tu dai una cosa a me e in cambio io
do una cosa a te. Una specie di baratto, che ha come obiettivo da una parte quello di creare vantaggi per i cittadini e dall’altro quello di arricchire
il patrimonio comunale. È questo il
principio generale che ha ispirato il
documento appena annullato ma che
dovrà in qualche maniera innervare
anche la prossima pianificazione. Il
senso di questa che sembra una scelta obbligata sta tutta nelle parole di
un amministratore uscente che ha
seguito da vicino l’iter della variante:
“Siamo di fronte ad una prospettiva
di riduzione significativa delle risorse pubbliche; si prepara una stagione
destinata a cambiare radicalmente il
profilo e il peso dell’azione della pubblica amministrazione. Se questo è
vero non si può fare altro che usare
la leva della perequazione: i cittadini
e i proprietari si impegnano a rinunciare ad una parte dei vantaggi tratti
dalla programmazione urbanistica, a
favore dell’ente locale”. È probabile,
quindi, che comunque vadano le cose
quella della perequazione sia la pista
che dovrà essere seguita anche in futuro. Ma nel concreto cosa significa?
Può aiutare a capire meglio, osservare per sommi capi l’ossatura della variante decaduta, in ordine ad alcune
delle emergenze urbanistiche emerse
in questi anni.
Ex distillerie, cave e kartodromo
Una parte del compendio industriale
che per decenni ha segnato la fisionomia del borgo, quello posizionato
a valle, verso l’Adige, circa due ettari,
nelle previsione avrebbe dovuto cambiare destinazione e diventare terreno
agricolo. In cambio le cubature in-
dustriali “spendibili” sarebbero cresciute del 20 %, ma sarebbero state
“spostate” in un’altra zona, più a sud;
l’area individuata era quella di uno
dei grandi impianti di cavazione presenti sul territorio comunale e ormai
in via di esaurimento. A cui sarebbero
stati concessi circa dieci ettari a destinazione industriale sotto il piano del
suolo, in cambio del ripristino anche
le aree di Chizzola. Il risultato di questa operazione, avrebbe consentito la
bonifica, con una caratterizzazione
agricola, di una parte parte cospicua
dei terreni delle ex distillerie, senza
disperdere le cubature industriali;
alanotizie 19
alle quali veniva attribuita una funzione di risanamento delle aree delle
cave. Tutto questo sulla carta, come
opportunità messa a disposizione degli imprenditori.
Una leva, quella dell’incremento delle
cubature industriali dentro una logica perequativa, che potrebbe, forse,
spingere qualche investimento manifatturiero. Un meccanismo simile
era stato previsto anche per il trasferimento, sempre con la formula
dell’interramento, dell’impianto del
Kartodromo: anche in questo caso l’area individuata era una di quelle oggi
di proprietà dei cavatori; e anche in
questo caso, il vantaggio, da una parte, sarebbe consistito nella rimessa in
pristino delle zone originariamente
agricole, oggi occupate dall’impianto
sportivo, e dall’altra nella bonifica,
con un aumento delle cubature per
l’impianto sportivo, di una cava in via
dismissione.
Lo strumento della perequazione,
nella sua applicazione concreta tuttavia, deve fare i conti con la risposta dell’economia. Che, comunque,
non è scontata. Qualcuno, nell’ambito della grande impresa, di fronte a
questo modello pianificatorio, infatti,
aveva giù sollevate parecchie perplessità, accusando quest’architettura di
“un approccio astratto, dall’approccio di chi non sa bene cosa significhi,
per un’azienda, mettere in campo risorse di questa entità”. Obiezioni che
i prossimi programmatori, forse, do-
vranno tenere in considerazione per
rendere più efficace, nel concreto, la
leva della perequazione.
CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO
Un disegno che seguiva le linee dello scambio equo fra pubblico e
privato, nella variante votata in consiglio comunale a novembre, era
previsto anche per la realizzazione della nuova caserma dei vigili del
fuoco volontari. L’area individuata era quella a ridosso di San Martino, in direzione zona industriale. Anche in questo caso attraverso un
meccanismo di reciprocità fra amministrazione comunale e privati si
individuava un’area privata da cedere all’amministrazione comunale, in
cambio di cubature residenziali e di infrastrutturazioni. Una soluzione
che avrebbe trovato concretezza solo a condizione di un rilancio degli
investimenti sul mattone. In realtà questa soluzione, nei ragionamenti
degli amministratori, era una sorta di piano b. La soluzione principe
per dare ai pompieri della città una nuova casa, infatti, sarebbe dovuta
passare per un’altra strada, quella di una complessa permuta immobiliare con la Patrimonio Trentino SpA, a cui cedere in un pacchetto unico sia l’ex compendio industriale della Slanzi Motori, oggi di proprietà
comunale e adibito a deposito del cantiere pubblico e un tempo fiore
all’occhiello della prima industrializzazione alense, sia il patrimonio
residenziale, dieci appartamenti, nella zona a sud della città, nelle vicinanze dell’attuale sede dei vigili del fuoco. In cambio di tutto questo,
Patrimonio si impegnerebbe a realizzare una nuova caserma in zona
Marani, oggi a destinazione industriale, ma con poche prospettive di
sviluppo, almeno nell’immediato. Una soluzione che consentirebbe al
Comune di avere a disposizione il nuovo immobile e allo stesso tempo
di “liberarsi” di un patrimonio immobiliare infruttuoso. Ma anche questa, dopo, la decadenza della variante, resta solo un’ipotesi di lavoro,
che in futuro potrebbe cadere.
20 alanotizie
APPROVATO IL PIANO
DI PROTEZIONE CIVILE
COMUNALE
Segue le linee guida della Provincia e garantisce il corretto
svolgimento delle operazioni in caso di emergenza
I
l Servizio Tecnico Urbanistico
del Comune, in collaborazione
con il comandante dei Vigili del
Fuoco Volontari Mauro Mattei
e con il supporto del Dipartimento della Protezione Civile della
Provincia di Trento, ha provveduto
alla redazione del Piano di Protezione Civile comunale. Approvato dalla
Giunta in data 24 luglio, dall’11 agosto il Piano è pubblicato sul sito web
del comune ed è arrivato alla stesura
definitiva con la delibera del Consiglio comunale n. 43 di data 2 ottobre
2014.
Condiviso dal Dipartimento di Protezione Civile della Provincia di Trento,
dal Corpo dei Vigili del Fuoco e dalla
Comunità della Vallagarina, il Piano
di Protezione Civile comunale è uno
strumento per rispondere a emergenze o calamità, per minimizzare danni
e disagi e garantire sicurezza ai cittadini, ottimizzando competenze e risorse. Si tratta di un insieme organico
di dati (caratteristiche del territorio,
mappa dei rischi, disponibilità di risorse umane e materiali) e procedure
(sistema di comando e controllo, sistema d’allarme, modello d’intervento) da conoscere e combinare per un
impiego ottimale in caso d’emergenza; in pratica, il Piano di Protezione
Civile comunale definisce la tipologia
di emergenze e di attività di protezione civile e individua le risorse e i servizi disponibili per affrontarle.
«Gli uffici hanno lavorato incessantemente per concludere il Piano nei
tempi richiesti» ricorda il sindaco di
Ala, Luigino Peroni. «Il Servizio Tecnico Urbanistico ha compiuto un lavoro preciso di analisi del territorio
e di verifica delle competenze e delle
risorse disponibili, per giungere alla
redazione di uno schema comportamentale da seguire in caso di emergenza. Ora, ci spetta il compito di
divulgare le informazioni raccolte e
diffondere le regole basilari che ogni
cittadino deve conoscere per aiutare a
garantire la sicurezza pubblica».
Per agevolare la consultazione delle
principali informazioni del Piano in
fase di emergenza, è stato predisposto
un Manuale operativo, che riassume i
contenuti essenziali del piano.
Strutturato secondo le linee guida
proposte dalla Giunta provinciale,
con la consulenza di Rubi Pedrazzo,
referente per la Protezione Civile della PAT, il Piano di Protezione Civile
comunale è suddiviso in sei sezioni:
inquadramento generale: presenta
gli elaborati cartografici relativi alla
distribuzione delle acque, dei rilievi,
della viabilità; individua le zone sensibili e quelle atte a ospitare i servizi
strategici;
organizzazione dell’apparato di emergenza: riporta l’organigramma completo di nomi, competenze e recapiti
dei referenti per le diverse funzioni;
risorse disponibili: aree coperte e scoperte disponibili nelle diverse località
di Ala e mezzi di trasporto di cose e
persone, attrezzature, materiali;
scenari di rischio: classificazione dei
possibili scenari in relazione alla realtà locale;
informazione alla popolazione e autoprotezione: come viene dato l’allarme
e quale comportamento adottare per
l’incolumità propria e degli altri;
verifiche periodiche ed esercitazioni:
il Piano è soggetto a verifica annuale,
Redatto uno schema
comportamentale da seguire
in caso di emergenze o
calamità, per minimizzare
danni e disagi e garantire
sicurezza ai cittadini; in
pratica, il piano definisce
la tipologia di allarme e
di attività di protezione
civile e individua le risorse
e i servizi disponibili per
affrontarle
revisione ogni 10 anni e aggiornato in
caso di significativi cambiamenti del
contesto (tessuto sociale e territorio)
e delle strutture.
Il Piano di Protezione Civile comunale affida al sindaco, autorità di protezione civile comunale, il compito di
scegliere i membri del Gruppo di Valutazione (GdV) che opera presso il
Centro Operativo Comunale (COC)
per il supporto nelle decisioni in
emergenza e nel coordinamento degli
interventi; al Sindaco inoltre compete
l’attribuzione delle Funzioni di supporto (FUSU), da attivare in caso di
emergenza, qualora necessario. t
AMBIENTE
alanotizie 21
IL PREZIOSO VALORE
DELLE RISORSE
BOSCHIVE
Q
uello di Ala è uno dei Comuni amministrativi più
estesi del Trentino. Gran
parte della sua superficie si estende
lungo le pendici della montagna che
divide la provincia dal Veneto, lungo
la linea della Lessinia. Un comune
prevalentemente di montagna, quindi, sebbene il suo centro urbano si sia
sviluppato nel fondovalle, lungo l’asta dell’Adige. Ma il patrimonio silvo
– pastorale resta, comunque, uno dei
più ricchi della provincia. Fino agli
anni Cinquanta del secolo scorso, era
prevalentemente qui, nel bosco di Ala
e nei pascoli delle malghe, che si produceva la ricchezza della città. E gli
alensi erano, soprattutto, un popolo
di boscaioli.
Oggi non è più così, l’industrializzazione, la crescita della viticoltura di
fondovalle e l’espansione del terziario
ha cambiato anche il profilo sociale
ed economico della borgata, quello
del bosco è soprattutto un reddito
integrativo per le famiglie contadine,
mentre le aziende che vivono esclusivamente sul commercio di legame,
soprattutto da ardere, si possono contare sulle dita di una mano. Eppure
le risorse boschive continuano ad essere un bene prezioso. Il nuovo piano decennale di assestamento silvo
– forestale, è stato approvato dal consiglio comunale nei mesi scorsi. Si
tratta di uno strumento di programmazione fondamentale per il mantenimento, lo sviluppo e la produttività
della montagna e dei suoi boschi.
Alcune novità ne hanno contrassegnata l’approvazione. Innanzitutto
l’ampliamento significativo dei lotti
produttivi: ovvero nei prossimi dieci anni si potrà tagliare più legname.
Legname, prevalentemente destinato
al riscaldamento. Luca Zomer, assessore all’Agricoltura, che ha curato
l’iter di preparazione del piano, usa
queste parole: “Il lavoro fatto nei decenni precedenti, volto soprattutto a
consolidare il patrimonio boschivo,
ci permette oggi di disporre di una
maggior quantità di bosco da mettere
sul mercato dei taglialegna. In questi
anni, fra l’altro, la domanda è cresciuta, sia da parte delle famiglie che delle ditte specializzate, e noi possiamo
permetterci di soddisfarla, proprio
grazie al lavoro fatto negli anni passati. Il piano che abbiamo approvato,
quindi, pur mantenendosi fedele ad
una gestione rigorosa delle risorse
del bosco, che non saranno intaccate
nemmeno per gli anni futuri, prevede
un significativo ampliamento delle
possibilità di abbattimento”. L’altra
Il nuovo piano decennale
di assestamento silvo
– forestale, prevede
l’ampliamento significativo
dei lotti produttivi e la
possibilità di strade per
consentire, dove possibile, di
raggiungere aree boschive
fino a oggi inaccessibili.
novità di rilievo contenuta nel nuovo
piano di assestamento, riguarda, invece, la viabilità. È ancora l’assessore
Zomer a spiegare le scelte dell’amministrazione: “Si sono voluti valorizzare e promuovere gli interventi
a favore di una viabilità boschiva di
servizio rispetto alla produttività del
bosco; in sostanza si sono previste
strade che consentissero, laddove
possibile, di raggiungere aree boschive fino ad oggi inaccessibili. E anche
questa misura consentirà di una più
efficace gestione del nostro patrimonio boschivo”. t
22 alanotizie
RIPRISTINO E
IMPERMEABILIZZAZIONE DI DUE
POZZE ALPINE ALLA SEGA
Realizzate nell’autunno, sono pronte per il prossimo alpeggio estivo
a malga Cornafessa e malga Scortigara di Cima
F
ondamentali per l’abbeveraggio degli animali
sui pascoli alpini, le pozze sono ancora più importanti in un territorio
carsico come quello della Lessinia
trentina. Oltre a risolvere il problema
della mancanza di sorgenti, l’accumulo di acqua destinata alle malghe
dà anche un contributo importante a
livello naturalistico, sia animale che
vegetale. La presenza delle pozze in
Lessinia è storicamente attestata e di
recente si sta diffondendo la pratica
del recupero di queste aree tipiche,
sui territori adibiti a pascolo nei pressi delle malghe.
Nell’ultimo Piano di sviluppo rurale della Provincia di Trento è previsto un finanziamento per i lavori di
manutenzione e ripristino di queste
aree, soggette a un naturale deterioramento. «Grazie anche a questi
fondi per gli interventi di miglioramento ambientale» spiega l’assessore
alle Attività Ambientali Luca Zomer
«l’amministrazione punta a fornire
ogni malga di almeno una pozza impermeabilizzata, dove il fondale non
è più in terra battuta: le pozze vengono rivestite di un telo impermeabile
che garantisce un maggior accumulo
di acque piovane nel periodo estivo,
dato che l’unica perdita avviene per
evaporazione».
A malga Cornafessa nel 2014 si è deciso di impermeabilizzare una seconda pozza, per gestire meglio il pascolo e per garantire agli animali un nuovo punto di abbeveraggio nella parte
bassa dei prati. Nel frattempo sono
stati conclusi i lavori a malga Scortigara di Cima, mentre nel 2013 le
attività hanno coinvolto malga Sega,
deturpata dalla grandine, malga Coe
e prima ancora malga Revoltel. Su un
totale di oltre 30 pozze nel territorio
comunale, ne vengono sistemate circa una o due all’anno – difatti la relativa vita media si attesta sui 15/20
anni – mentre è biennale l’opera di
pulizia superficiale, meno gravosa sia
sul fronte tecnico che su quello economico.
Le pozze impermeabilizzate sono
state recintate da staccionate per evitare l’ingresso agli animali di grandi
dimensioni e garantire, quindi, maggior pulizia e qualità dell’acqua; sotto
al telo è stata inserita una rete elettrosaldata contro i danni da perforazione, di solito operati dalle marmotte, e
i possibili danni da cinghiale; infine,
un tubo garantisce il collegamento
diretto al vicino abbeveratoio strettamente dedicato alla malga.
Su progetto del dottore forestale Tiziano Bertagnin, il costo totale degli interventi ammonta a 46.340,02
euro, di cui 35.288,54 per lavori, appaltati all’Impresa Lessinia con un ribasso del 18,50%. Sulla spesa ammessa dalla Provincia, pari a 30mila euro,
è stato fornito il contributo dell’80%
pari a 24 mila euro. t
alanotizie 23
IL CINEMA TEATRO SARTORI
È PASSATO AL DIGITALE
Il nuovo impianto offre un’ottima qualità sia di visione che di ascolto
C
on la stagione cinematografica dello scorso autunno il
Cinema Teatro Sartori ha
inaugurato un nuovo impianto di
proiezione digitale con audio dolby
surround, che offre un’ottima qualità
sia di visione che di ascolto.
In un contesto nazionale che vede il
progressivo passaggio dalla proiezione analogica delle pellicole al sistema
digitale, l’amministrazione comunale
alense ha scelto di non restare a guardare e di darsi da fare per aggiornare
i dispositivi e offrire così una programmazione di eventi più ricca e
variegata. «In concomitanza con la
sostituzione del sistema di proiezione
presso il Cinema Teatro Sartori – ha
spiegato il sindaco Peroni – il Comune ha ritenuto opportuno rinnovare
anche l’impianto audio, ormai obsoleto, e il telo schermo».
L’Ufficio Attività Culturali, Turistiche
e Sportive del Comune di Ala, incaricato di seguire i lavori relativi a
questo importante passaggio, si è rivolto a un esperto del settore, Mario
Pedrotti, per la definizione della strumentazione più adatta alle caratteristiche della sala cinematografica. La
cablatura e la messa in opera (anche
dell’impianto dolby) sono stati affidati alla ditta Ampex di Avio, mentre la
ditta Prevost Srl di Settimo Milanese
ha vinto l’appalto per la fornitura del
sistema di digitalizzazione, completo di impianto dolby e telo schermo,
con un ribasso del 13,50% sul prezzo
base di gara per un costo complessivo
di 48.872,50 euro + Iva.
Un intervento a cui hanno contribuito il Coordinamento Teatrale Trentino e il Servizio Attività Culturali della Provincia, che già nell’agosto 2013
avevano sottoscritto un accordo per
assicurare un contributo provinciale
pari al 55% della spesa, per gli interventi di adeguamento delle sale cinematografiche comunali.
Un balzo in avanti di non poco conto,
che però non dimentica il passato: le
vecchie «pizze» in celluloide, infatti, non finiranno ad ammuffire in un
armadio, ma, schedate e archiviate,
saranno ancora visionabili, grazie a
una macchina per la proiezione su
pellicola che è stata mantenuta funzionante in sala regia. t
NUOVA DOTAZIONE TECNOLOGICA
PER LA SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE
Nuovo impianto audio-video, due monitor tv, videoproiezione,
rete wireless e tablet per i consiglieri
L
a Sala Consiliare del Comune di Ala è stata dotata di un
nuovo impianto audio-video,
comprensivo di due monitor tv, due
postazioni di comando del sistema di
videoproiezione, rete wireless e tablet
per i consiglieri
Un’innovazione importante, che
consentirà di svolgere in modo più
agevole i lavori del Consiglio, superando, per esempio, le difficoltà derivanti dalle interruzioni dell’audio
durante gli interventi di assessori e
consiglieri. Grazie al nuovo impianto
sarà, inoltre, possibile eliminare alcuni problemi legati alla verbalizzazione delle sedute: la doppia registrazione, oltre a offrire maggiore sicurezza,
renderà più veloce la trascrizione degli interventi, migliorando il lavoro
degli uffici.
Un obiettivo, quello della digitalizzazione, che è in sintonia con il D.Lgs.
83/2005 «Codice dell’Amministrazione digitale» e che rientra fra le
priorità dell’attuale Amministrazione, poiché contribuisce a rendere
più efficienti i servizi, riducendo nel
contempo i costi e garantendo la fruibilità delle informazioni anche in
modalità digitale. Questo progetto si
integra, inoltre, con quanto adottato
con deliberazione giuntale n. 96 dd.
26.06.2013 che prevedeva la realizzazione di un nuovo sito internet istituzionale, all’interno del quale troverà
spazio un’area dedicata al «deposito
degli atti» per la consultazione dei
consiglieri comunali.
Nella sala consiliare sono stati installati due monitor TV 55’’ full HD wifi
collocati sui due lati della sala consigliare, orientabili sia verso il pubblico
che verso i consiglieri. Il sistema di
videoproiezione sarà comandato da
due postazioni fisse dotate di notebo-
ok touch. Nella sala sarà attivata una
rete wireless per poter inviare con
Wifi le videoproiezioni direttamente
ai due monitor e ai tablet dei consiglieri, sui quali saranno visualizzati
in tempo reale i contenuti audio e
video.
Con i tablet e la rete Wifi del comune si
potrà consultare il materiale del consiglio disponibile su una cartella protetta
del sito del comune e navigare in internet solo in alcuni siti istituzionali.
Il nuovo allestimento della sala consiliare darà, inoltre, la possibilità di
un utilizzo più ampio, per esempio in
occasione di presentazioni alla cittadinanza di progetti di valenza generale
o qualora emerga la necessità di effettuare collegamenti in streaming verso
destinazioni remote. La Sala Consiliare
potrà essere utilizzata anche da parte di
gruppi e associazioni per iniziative che
interessino la collettività. t
24 alanotizie
SICUREZZA STRADALE,
TIROCINI ESTIVI, ARTE...
TANTE E BELLE LE
PROPOSTE DEI GIOVANI
Le iniziative si rivolgono ai giovani (11-29 anni)
dei Comuni di Ala, Avio, Brentonico, Ronzo Chienis
U
n’offerta ricchissima quella
che compone il Piano Operativo Giovani 2015, ossia
il programma di iniziative rivolte a
giovani e ragazzi (11-29 anni) dei Comuni di Ala, Avio, Brentonico, Mori
e Ronzo-Chienis. Il Piano Giovani 4
Vicariati ha voluto dare particolare
spazio alle proposte arrivate direttamente da ragazzi, che si assumono
così l’impegno di organizzare e gestire le attività, e alle iniziative con cui i
giovani si prendono cura del proprio
territorio e delle persone che ci vivono. Ed ecco, in sintesi, i progetti che
si svolgeranno nel Comune di Ala:
Animatori, un po’ si nasce un po’ si diventa dell’Associazione NOI Oratorio
Ala (in collaborazione con il NOI Oratorio Pilcante, Ass. Filò di Sabbionara e Turiscoop Lessinia). Il corso, che
inizierà verso aprile, si rivolge a quei
ragazzi 15-25 anni che vogliono fare o
già fanno gli animatori nei grest o nelle colonie durante l’estate, per dar loro
una base teorico-pratica e strumenti
per le attività e renderli consapevoli
del loro ruolo educativo.
Bus4fun 2.0: I ragazzi della Consulta
giovani di Ala, visto il successo del
Bus4fun 2014, hanno deciso di far
proseguire questo progetto sulla sicurezza stradale, in particolare quella
legata alle uscite del sabato sera. Dopo
un primo incontro informativo, aperto a tutti, con un medico della Stella
d’Oro e un rappresentante dei Carabinieri, ci sarà un breve corso di grafica/
comunicazione per preparare i materiali promozionali e informativi. Infine si realizzeranno 4 uscite in discote-
ca in pullman (solo per maggiorenni).
Giovani all’opera 2015: anche
quest’anno i Comuni e gli altri membri del Tavolo, in collaborazione con
il Centro per l’Impiego di Rovereto,
la Coop. Progetto 92 e la Comunità
di Valle della Vallagarina, hanno deciso di organizzare dei tirocini estivi
di 2-3 settimane, per studenti 16-19
anni, presso enti pubblici e aziende
private del territorio. Le iscrizioni
apriranno a marzo.
Viviamo(A)la 2.0 dell’Associazione
Alacadabra di Ala. Dopo il successo
della prima edizione, svoltasi nelle
vie e piazze del centro storico di Ala
il 13 settembre 2014, i giovani organizzatori hanno deciso di proporre
una nuova edizione di questo evento
artistico-culturale che dà la possibilità ai giovani artisti locali di esibirsi e
di mostrare le loro abilità e passioni.
La festa, aperta a tutti, si svolgerà anche quest’anno a settembre.
Come negli scorsi anni, prosegue poi
l’attività dell’Infogiovani per informare sulle tante altre attività e opportunità attivate dal Piano Giovani negli
altri comuni dei 4 Vicariati, ma anche
da altri progetti provinciali, nazionali
Confermata la seconda
edizione di Viviamo(A)la,
evento artistico culturale che
dà la possibilità ai giovani
artisti locali di esibirsi e
mostrare le loro abilità.
Prosegue anche l’attività
dell’Infogiovani.
ed europei. Per restare aggiornati su
proposte, eventi, corsi, bandi, esperienze all’estero, ecc., basta consultare la pagina FB Pianogiovani Quattro
Vicariati oppure inviare un’e-mail
con scritto “richiesta aggiornamenti”;
le attività del Piano Giovani si possono seguire anche attraverso il sito
del Comune di Ala (aree tematiche >
Piano Giovani).
Contatti
Infogiovani:
tel:
366.3444728 | email: vic4giovani@
comune.ala.tn.it
Sede Infogiovani: via Cesare Battisti,
1 – Ala. t
INFO PER LE AZIENDE
Le aziende del comune di Ala interessate ad aderire al progetto Giovani
all’opera 2015 e quindi ad ospitare un tirocinante di età compresa tra i
16 e i 19 anni durante l’estate 2015, possono contattare Luisa Armellini, referente organizzativa del Piano Giovani, al numero 366-3444728
o all’indirizzo mail [email protected].
NATURA
alanotizie 25
PIAZZAMENTI E
SODDISFAZIONI
PER L’EQUITAZIONE
ALL’AMERICANA
Il Luna Ranch di Santa Lucia di Chizzola è una associazione
sportiva creata un paio di anni fa da un gruppo di amici
e appassionati dello stile di equitazione western
S
i è conclusa domenica 2 novembre 2014 con le finali dei
Campionati italiani di Verolanuova (Brescia) la stagione delle
gare regionali Performance Fitetrec
Ante di equitazione americana: un
circuito di 5 tappe, dedicate all’equitazione western, dove i partecipanti,
per lo più giovani e bambini, si sono
cimentati in percorsi di abilità e precisione nelle varie discipline della
monta western (Showmanship, Horsemanship, Western Pleasure, Reining, Trail, Ranch Horse Pleasure).
Grandi soddisfazioni e tanto divertimento in queste gare per gli allievi del
Luna Ranch di Santa Lucia di Chizzola, una associazione sportiva creata un
paio di anni fa da un gruppo di amici e
appassionati dello stile di equitazione
americano.
Il Luna Ranch si dedica alla diffusione e alla promozione dell’equitazione
western. Le porte sono aperte per tutti
quegli adulti e bambini che desiderano conoscere da vicino il mondo
del cavallo, imparando come gestire
e prendersi cura di questo splendido
animale.
Alle gare regionali del 2014 hanno
partecipato e debuttato per la prima
volta le più piccole del team: Giulia
Castellani e Francesca Righi sul mitico Ciccio nella categoria Walk and
Trot e Jessica Palumbo, sempre in sella
a Ciccio, e Chiara Ristori con la bellissima Giada nella categoria Principianti Youth.
Aurora Chizzola, in sella a Filippo,
ha ottenuto ottimi piazzamenti nella
categoria Novice Youth, classificandosi per le finali italiane, alle quali però
non ha partecipato causa impegni scolastici. Per gli adulti, invece, hanno
ottenuto buoni risultati nella categoria Novice Amateur Paolo Menegoni
su Dynamite Sultan, Marta Pongan
in sella a Smart e Serena de Mattia in
sella a Meggie, mentre nella categoria
Open si è distinto Andrea Brozzi con
Smart.
Immensa soddisfazione per Nazarena
Miori in sella al suo Marley nella ca-
tegoria Amateur, che dopo aver vinto
il campionato regionale ha ottenuto
il titolo italiano nella disciplina del
Ranch Horse Pleasure e Western Pleasure e un secondo posto nazionale
nell’Horsemanship,
classificandosi
Italian Reserve Champion (secondo
classificato) nell’All Around (la somma dei punti di tutte le gare).
Tutto merito della preparazione che
gli allievi del Luna Ranch ricevono dal
loro istruttore Luca Chemolli, che con
pazienza e tanta passione li ha seguiti
ed accompagnati nella preparazione di
queste gare. t
26 ala
26
alanotizie
al
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SUI LESSINI FAMIGLIA
DI UNDICI LUPI
Attrazione turistica o problema?
U
ndici lupi si muovono tra
Trentino e Veneto, sui monti
Lessini. Attrazione turistica
secondo qualcuno, un grosso problema per altri. Senza dubbio, parte integrante dell’ecosistema. La famiglia
di Slavc e Giulietta, la coppia di lupi
arrivata tre anni orsono, si è allargata
e reclama spazi di vita. E la convivenza con l’uomo, com’era prevedibile, si
dimostra a tratti piuttosto difficile,
specialmente quando si fanno i conti
con la paura e i pregiudizi. Intendiamoci: il lupo resta un animale pericoloso per gli armenti e i diversi casi di
attacchi al bestiame (l’ultimo a malga
Riondera) hanno scatenato la rabbia
degli allevatori della zona. Ma il numero e l’entità di queste aggressioni
non giustifica il clima di paura e a
tratti di delirio che si è creato negli
ultimi tempi e che è arrivato al parossismo con l’ordinanza del sindaco di
Verona Flavio Tosi di sparare ai lupi.
Ordinanza poi revocata (i lupi sono
una specie protetta!), ma che ha con-
tribuito ad alimentare uno stato di
ansia, che è sfociato, manco a dirlo,
in un generale «al lupo, al lupo».
Mentre negli ultimi tempi i comuni
della Lessinia hanno votato delibere
per chiedere alla Regione l’uscita dal
progetto Life WolfAlps e l’allontanamento del branco, ad Ala, che non è
propriamente un comune lessinico,
ma che tuttavia amministra una parte
di questo territorio, si è creato subito
un clima diverso.
Un clima meno ostativo e orientato,
invece, alla conoscenza di quello che
viene riconosciuto come un fenomeno
straordinario: ovvero, l’incontro fra un
lupo balcanico (Slavc) e una lupa italica (Giulietta), che proprio sui Lessini
hanno dato vita a un branco. Un avvenimento formidabile, sia per il territorio che per la ricerca internazionale.
Ad Ala, dicevamo, grazie all’ordine del
giorno presentato lo scorso ottobre dal
consigliere Alberto Pinter, approvato
con 15 voti favorevoli e due astensioni
(risultava, tuttavia assente il sindaco
Il Consiglio comunale si
è ispirato ai valori del
progetto Life WolfAlps per
individuare le migliori forme
di collaborazione e fornire
un’adeguata informazione
sulla presenza del lupo.
Peroni, uscito dall’aula al momento
della votazione), il Consiglio comunale si è impegnato con delibera numero
39 «a individuare le migliori forme e
collaborazioni per fornire un’adeguata
informazione in merito alla presenza
del lupo alla popolazione e alle categorie economiche locali operanti in
ambiti interferenti», ovvero allevatori
e operatori turistico-alberghieri, in un
progetto «da attuare di concerto con il
Servizio foreste e fauna della Provincia
autonoma di Trento» e con le associazioni locali. t
alanotizie 27
Di più: il Consiglio si impegna anche
a valutare l’opportunità di ospitare ad
Ala, di concerto con altri enti pubblici
e di ricerca, uno specifico congresso a
carattere sovraregionale.
L’Ordine del giorno si ispira ai valori
del progetto Life WolfAlps: «Al di là
delle legittime istanze di particolari gruppi di interesse, la collettività
considera il lupo come una risorsa da
tutelare». Non un danno, ma «una
presenza significativa per il mantenimento degli equilibri naturali degli
ecosistemi di cui è parte», la cui protezione «passa attraverso la salvaguardia dell’intera biodiversità dell’habitat
in cui vive. Tutelare il lupo significa,
in definitiva, difendere l’intero ecosistema montano e l’esistenza di un ambiente più integro».
Un elemento di cosi alta biodiversità
va visto, insomma, come un valore e
un’opportunità per la Lessinia stessa,
per impostare attività nuove, che va-
dano oltre l’allevamento, le serre per
i piccoli frutti, gli sport invernali (in
questo caso, sempre che la neve arrivi). Oltre lo sfruttamento del territorio. E per arrivare a questo servirà
sicuramente tanto confronto e il contributo sia di chi è favorevole al lupo,
sia di chi invece è contrario alla sua
presenza. Perché è evidente che il futuro del lupo va di pari passo con una
positiva e consapevole convivenza con
l’uomo, che preveda anche misure di
prevenzione, atte a diminuire le situazioni di conflitto che si creano con chi
in Lessinia vive di allevamento e ne
può subire il danno.
Dando seguito alla delibera, il Comune, in collaborazione con il Servizio
Foreste e Fauna, ha organizzato il 15
dicembre una serata informativa in
una Sala Zendri stracolma, a testimonianza del grande interesse dei cittadini a ricevere informazioni sul tema.
Dopo gli interventi del sindaco e di
Claudio Groff del Servizio Foreste e
Fauna, si è sviluppato un vivace dibattito con il pubblico che tuttavia, nonostante le legittime preoccupazioni di
alcuni presenti, soprattutto allevatori,
si è mantenuto su toni costruttivi.
Il dibattito ha riguardato in particolare
le ragioni della conservazione del lupo
sulle Alpi e le complicazioni che la sua
presenza può comportare per le attività umane; le previsioni di espansione
della specie; i possibili conflitti con i
cacciatori; i metodi di prevenzione per
proteggere le mandrie; i tempi e modi
dei risarcimenti in caso di predazione.
I relatori hanno risposto al pubblico
con informazioni e dati scientifici. Su
aspetti non ancora sufficientemente
indagati hanno molto onestamente
dichiarato una componente di incertezza e la necessità di sviluppare consapevolezza collettiva in proposito.
Nel frattempo, anche da queste pagine lanciamo una rassicurazione agli
alensi che frequentano la Lessinia: i
lupi sono animali schivi, non costituiscono una minaccia per l’uomo, di cui
hanno paura. Per informazioni e aggiornamenti sulla situazione ci si può
rivolgere al personale sia del Distretto
Forestale di Rovereto che del Servizio
Foreste e Fauna di Trento, nonché
alla Stazione Forestale di Ala. A queste strutture possono essere richieste
in comodato gratuito anche opere
per la difesa del bestiame (recinzioni
elettriche) o l’indennizzo di eventuali
danni subiti dal lupo. Aggiornamenti
sulla situazione dei grandi carnivori
in provincia (orso, lupo e lince) sono,
inoltre, disponibili sul sito www.orso.
provincia.tn.it. t
28 alanotizie
MAURIZIO LORENZINI
CAMPIONE DI
ORNITOLOGIA
Tre medaglie d’oro e tre d’argento al Campionato mondiale di
Ornitologia svolto alla Fiera del Levante di Bari
C
he il comune di Ala
abbia dato i natali a
personaggi illustri,
questo ormai lo sappiamo. Quello che
forse non sappiamo è che Ala può
vantare addirittura un campione di
ornitologia.
Il suo nome è Maurizio Lorenzini, abita a Serravalle e di recente ha portato a
casa un risultato di assoluto prestigio:
è salito sul gradino più alto del podio
al 62esimo Campionato mondiale di
Ornitologia che si è svolto alla Fiera
del Levante di Bari nel gennaio dello
scorso anno.
Il campionato era organizzato dalla
Federazione Ornicoltori Italiani sotto l’effige della Com (Confederazione
Ornitologica Mondiale), presieduta
dal piacentino Salvatore Cirmi. Un
evento di grande portata, che ha visto
Maurizio Lorenzini vincere con ben 3
medaglie d’oro nella categoria ibridi e
indigeni con un lucherino maschio,
uno stamm di fringuelli e un ibrido
di canarino del Mozambico, nonché
3 medaglie d’argento con un verdone, un serinus esotico e uno stamm di
verzellino.
Quella degli stamm è una particolare e
difficile categoria, perché composta da
un gruppo di quattro esemplari, che oltre ad essere il più vicino possibile allo
standard ufficiale di quel tipo, devono
essere il più possibile simili tra loro.
Erano migliaia gli uccelli di tutte le
razze che hanno partecipato al mondiale, in rappresentanza delle diverse
nazioni. Da tutto lo Stivale sono arrivati nel capoluogo pugliese quasi
17.000 uccelli domestici. Ma dal resto
del Globo sono arrivati numeri altrettanto importanti: 2.100 gli esemplari
Erano migliaia gli uccelli di tutte le razze che hanno
partecipato al mondiale, in rappresentanza delle diverse
nazioni. Solo dall’Italia sono arrivati nel capoluogo pugliese
quasi 17.000 uccelli domestici. E dal resto del mondo sono
giunti numeri altrettanto importanti: 2.100 gli esemplari
spagnoli, 1.500 quelli belgi, 1.000 quelli portoghesi, 900
i tedeschi e altrettanti olandesi e francesi, 500 turchi, 400
svizzeri come quelli greci, 200 austriaci e altrettanti inglesi.
spagnoli, 1.500 quelli belgi, 1.000
quelli portoghesi, 900 i tedeschi e altrettanti olandesi e francesi, 500 turchi, 400 svizzeri come quelli greci,
200 austriaci e altrettanti inglesi.
Maurizio Lorenzini fa parte dell’Associazione Ornitologica Trentina (Aot),
un sodalizio storico con sede a Trento,
composto da oltre 140 soci, che ogni
anno organizza una mostra ornitologica. Le ultime edizioni si sono svolte a
Cavareno. Sul sito web dell’associazione (www.aot-trento.com) si possono
trovare tutte le informazioni per chi
volesse intraprendere l’allevamento di
questi splendidi uccellini domestici. t
alanotizie 29
SPORT
IL SOGNO
AMERICANO
DI MAURO
TOMASI
Dopo la Maratona di New York
era di nuovo in pista alla Half
Marathon di Riva del Garda
A
vevamo scritto di lui anche
nell’ultimo numero, ma da
allora… quante ne sono successe! E, soprattutto, quanta strada ha
percorso ancora il nostro Mauro Tomasi, quante maratone e quante imprese ha portato a termine.
Ma procediamo con ordine: intanto, grazie alla sua incredibile tenacia
e forza di volontà e grazie anche al
sostegno dei suoi tanti amici e tifosi,
Mauro Tomasi è riuscito a coronare il
suo sogno, quello di correre alla Maratona di New York. Il 2 novembre scorso, dopo 42 chilometri, Mauro ha tagliato il traguardo della regina di tutte
le maratone con un tempo di 5:53:08,
spingendo la sua carrozzina (una carrozzina normalissima e anche piuttosto pesante) con il solo braccio destro.
E lungo il percorso non sono mancate
le difficoltà, tra cui il vento, che soffiava forte, e il Ponte di Queensborough
di circa 800 metri con un dislivello di
42 sul livello del fiume East River.
Neanche il tempo di scendere dall’aereo e smaltire il fuso orario e Mauro
era già di nuovo in pista. Esattamente
una settimana dopo, il 9 di novembre,
ha partecipato alla Half Marathon di
Riva del Garda: giocava in casa, ma
era l’unico partecipante a correre in
carrozzina.
Un’altra settimana e Mauro è volato in
Spagna, per correre la Maratona di Valencia il 16 novembre: altri 42 km di
fatica, ma soprattutto di forti raffiche
Gli amici del gruppo Facebook «Sei di Ala se…» gli hanno
organizzato una serata in cui, oltre ai complimenti, Mauro
ha ricevuto anche una targa da parte del Comune: come
riconoscimento per le straordinarie imprese portate a termine
e come incoraggiamento per quelle che in futuro verranno.
di vento, che però non sono riuscite
a fermarlo e Mauro ha tagliato il traguardo, portando a termine la corsa in
6h 23’ 44’’.
Prima ancora però c’erano state la Maratona di Berlino il 28 settembre e la Lake
Garda Marathon il 12 ottobre: facendo
due conti, sono ben 5 maratone in 49
giorni. In totale sono 16 imprese sportive ufficiali dall’inizio della sua attività
(nel 2012), di cui 11 solo nel 2014. Risultati e ritmi che neanche atleti comuni
riescono a portare a termine.
Ma per il 2014 Mauro aveva in programma anche la Maratona di Pisa del
21 dicembre, ma ha dovuto rinunciare
per… mancanza di accompagnatori! In compenso ha avuto una serata, tutta dedicata a lui, nella sua Ala.
Una serata organizzata dagli amici del
gruppo Facebook «Sei di Ala se…»,
durante la quale, oltre ai complimenti, Mauro ha ricevuto anche il segno
tangibile dell’apprezzamento da parte
del Comune di Ala: una targa come
riconoscimento per le straordinarie
imprese portate a termine e come incoraggiamento per quelle che in futuro verranno.
Ma il sostegno e l’incoraggiamento più
grande per Mauro è sapere di essere di
aiuto agli altri: «A tanti do il coraggio e
la speranza di andare avanti, anche se a
volte la vita sembra che ci abbia girato
le spalle. Vedendomi trovano la forza
per ritornare a credere e vivere la vita
serenamente, superando tanti problemi. E vale per tutti, non solo per persone con disabilità. Tanti mi scrivono o
mi fermano per strada ringraziandomi:
sapere che posso aiutare altri mi dà ancora più voglia di continuare». t
30 alanotizie
TEATRO
TEATRO RAGAZZI
A GONFIE VELE
Quest’anno ai giovani viene offerta la possibilità di assistere
alle prove, confrontarsi con gli attori, i tecnici e i registi
T
eatro ragazzi, teatro
per la scuola. Un tipo
di teatro che si definisce per il pubblico a cui
si rivolge, che produce
spettacoli per bambini e adolescenti,
che coinvolge anche gli insegnanti e
la famiglia. L’assessorato alla Cultura
del Comune di Ala lo ha riproposto
anche quest’anno, nella convinzione
che questo sia un’insostituibile strumento formativo, multidisciplinare
e interdisciplinare. Ma non solo. Il
teatro rappresenta anche una peculiare forma di comunicazione, che si
distingue dalle altre forme artistiche
(per esempio il cinema) per il fatto di
essere interattiva.
Prezioso strumento di crescita e veicolo di emozioni, il teatro è però anche una «macchina» complessa, che
utilizza molti strumenti comunicativi
dietro ai quali si nascondono competenze, tecniche, abilità e professionalità specifiche. La novità di quest’anno
è stata dunque quella di offrire ai ragazzi anche l’opportunità di scoprire
cosa avviene dietro le quinte, come si
costruisce uno spettacolo, come agiscono i diversi protagonisti.
Non solo spettacoli, quindi, nella Rassegna 2015, ma anche la possibilità
di assistere alle prove, di confrontarsi
con gli attori, con i tecnici e i registi.
Sulla stessa lunghezza d’onda è anche
l’incontro con Moni Ovadia, un grande protagonista delle scene e al tempo
stesso un momento di riflessione sul
grande drammatico tema della Shoah
in occasione della Giornata della Memoria.
di David Conati, con David Conati,
Giordano Bruno Tedeschi, Andrea
Sbrogiò, regia Giampaolo Fioretti
Lunedì 23 febbraio, ore 10.30
Con la testa tra le nuvole
di e con Alessandro La Rocca e Andrea
Ruberti
Martedì 31 marzo, ore 10.30
Il giro del mondo in ottanta giorni
testo e regia di Luigina Dagostino,
con Daniel Lascar, Claudio Dughera,
Claudia Martore t
Martedì 20 gennaio, ore 10.30
Incontro con Moni Ovadia
Moni Ovadia dialoga con i ragazzi delle classi terze della scuola secondaria
in occasione della Giornata della Memoria
Venerdì 6 febbraio, ore 9.00
O.D.I.S.S.E.A.
di David Conati, con David Conati,
Andrea Sbrogiò
Venerdì 6 febbraio, ore 11.15
I.N.F.E.R.N.O.
INCONTRO CON MONI OVADIA
Il 20 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, Moni Ovadia ha incontrato i ragazzi delle classi terze
della scuola secondaria di primo grado di Ala dopo aver proposto, la sera del 19 gennaio, lo spettacolo «Cabaret
Yiddish». Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi
universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e
interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco
Parenti, e poi via via proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale”
peculiare, in cui le precedenti esperienze si innestano sulla sua vena di straordinario intrattenitore, oratore e
umorista. Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui egli si
sente figlio e rappresentante, quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le
dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare, e di cui si fa memoria per il futuro.
alanotizie 31
34° EDIZIONE
DEL SIPARIO
D’ORO
43 Spettacoli in 13 teatri della valle con più di 10 mila presenze
Q
uarantatrè serate di spettacolo in tredici teatri della Vallagarina: a Rovereto,
Lizzana, Ala, Serravalle, Avio, Sabbionara, Brentonico, Mori, Pomarolo,
Trambileno, Castellano, Pedersano,
Volano. Un concorso nazionale che
mette a confronto otto tra le migliori
compagnie italiane di prosa amatoriale, selezionate tra ottanta domande di partecipazione giunte da tutte le
regioni del nostro Paese. Un circuito
che negli altri comuni del territorio,
e in collaborazione con la Cofas e la
Unione Italiana Libero Teatro, esprime il meglio del teatro popolare trentino. Una particolare attenzione nei
confronti delle giovani generazioni,
per le quali vengono realizzati specifici percorsi formativi in collaborazione con la scuola. Il tutto seguito da
un pubblico in costante crescita che lo
scorso anno ha superato le diecimila
presenze. Questo in sintesi il Sipario
d’Oro, il Festival Nazionale del Teatro Amatoriale promosso e realizzato
dalla Comunità della Vallagarina con
il supporto dei Comuni, della Provincia automa di Trento, della Regione
Trentino-Alto Adige e con l’organizzazione della Compagnia di Lizzana. Un omaggio a una delle più belle
espressioni dell’arte popolare qual’ è
appunto il teatro amatoriale. Ma anche e soprattutto un percorso di crescita culturale dell’individuo e della
comunità sia attraverso il rapporto
diretto, vivo, autentico dell’arte scenica con gli spettatori, sia nel confronto
con testi e autori della prosa più varia
- grande e minore, classica e contemporanea, locale e internazionale - sia
con il coinvolgimento di un pubblico
di tutte le età e le fasce sociali valorizzato anche nelle comunità più piccole
e decentrate.Un percorso di impegno
culturale e artistico che si sviluppa
con significativo e crescente successo
da 34 anni e che nel segno dei valori
di apertura e di visione propri del Teatro invita la nostra Comunità a una
crescita non solo materiale, ma anche
delle idee, della creatività, dell’amicizia, della solidarietà. Le date per il
teatro Sartori di Ala sono sabato 21
febbraio con “Peter Pan, un musical
fantastico” della Compagnia di Lizzana, 28 febbraio teatro di Serravalle con “Quello... buonanima” per la
Compagnia Argento Vivo Cognola; 7
marzo sabato al teatro di Serravalle
con “El sagrestan de Don Albino” con
la Filo Arca di Noè di Mattarello, 14
marzo teatro di Serravalle con “Hotel
del buon riposo” con la Filo La Sportiva di Denno. t
32 alanotizie
TRENT’ANNI DI
RASSEGNA TEATRALE
UN BEL TRAGUARDO
FESTEGGIATO A TEATRO
Iniziata lo scorso autunno la Stagione di Prosa 2014/2015
P
er festeggiare l’occasione
speciale del trentennale della Stagione di Prosa, il Comune di Ala ha voluto offrire un calendario ancora più ricco di presenze
importanti e, pensando a un evento
per la giornata di presentazione, si
è ispirato alla formula del Match di
improvvisazione teatrale: lo scorso
25 ottobre sul palcoscenico del Teatro Sartori, gli attori hanno dovuto
muoversi e recitare senza un copione,
mentre il pubblico, vero protagonista,
suggeriva temi e situazioni.
Adesso la Stagione è entrata nel vivo.
Dopo lo shakespeariano Il Mercante di
Venezia con Giorgio Albertazzi, regia
di Giancarlo Marinelli (18 novembre), Tutta colpa di Eva, di Ippogrifo
produzioni in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle
donne (26 novembre), Sanguinare inchiostro di Andrea Castelli per ricor-
dare la tragedia della Grande Guerra
(7 dicembre), dopo il classico Cabaret
Yiddish di Moni Ovadia per la Giornata della Memoria (19 gennaio) e
dopo il monologo di Natalino Balasso
di Stand up (31 gennaio) il cartellone offre altri appuntamenti di grande
spessore. Sabato 28 febbraio, la versione completamente al femminile di un
successo di Trevor Griffiths, Comedians per la regia di Renato Sarti porrà
all’attenzione del pubblico l’utilità sociale del teatro, della comicità in particolare. E a primavera, nella Giornata
della Liberazione, sabato 25 aprile,
l’autore e interprete trentino Andrea
Brunello sarà Libero nel Paese della
Resistenza: un personaggio e la sua
famiglia raccontati nella mattina del
2 settembre 1943, quando il quartiere
della Portela a Trento veniva devastato dalle bombe. Infine, mercoledì 27
maggio La Grande Guerra meschina
alanotizie 33
di e con Alessandro Anderloni ricorderà l’ingresso delle truppe italiane nel
territorio di Ala, pochi giorni dopo la
dichiarazione di guerra nel 1915.
Fuori cartellone, in collaborazione con
il Centro Servizi Culturali Santa Chiara
vanno ricordati il Rigoletto di Giuseppe Verdi (5 dicembre) presso il Teatro
Sociale di Trento, a prezzo ridotto e
trasporto in pullman gratuito e il tradizionale appuntamento di Natale per
i bambini, nella rassegna Anch’io a teatro con mamma e papà (17 gennaio),
Sotto la neve – Minuetto d’inverno.
Infine, la consolidata collaborazione col Teatro di Rovereto permetterà
anche stavolta di portare gli abbonati nel rinnovato Teatro Zandonai con
pullman gratuito da Ala, per due spettacoli di sicuro interesse: martedì 17
febbraio, La scena di Cristina Comencini con Maria Amelia Monti e Angela Finocchiaro e mercoledì 11 marzo
Una pura formalità dal film di Giuseppe Salvatores, pièce diretta e interpretata da Glauco Mauri.
«Anche quest’anno, dopo 30 stagioni
di prosa ad Ala» è il commento dell’as-
sessore alla Cultura Paolo Mondini «il
Comune si è impegnato ad offrire un
Teatro incubatore di emozioni e di
idee, indispensabile collante per costruire una comunità aperta, dialogante, vivace e propositiva».
Ulteriori informazioni e dettagli:
Biglietteria del Teatro Sartori,
tel. 0464 671633
Ufficio Attività Culturali, Turistiche
e Sportive, tel. 0464 674068
Comune di Ala, venerdì 24 ottobre
2014 t
LA GUERRA VISSUTA
DALLA POPOLAZIONE
PAGINA DI MEMORIA
DIMENTICATA
Il lavoro di ricerca tra storia e drammaturgia di Francesca Aprone
S
i prepara al debutto con un
nuovo spettacolo intitolato
“Ma si vede ancora il cielo”.
Lei è Francesca Aprone, alense, da
sempre appassionata di teatro; negli
ultimi tempi ha intrapreso un lavoro
di ricerca fra storia e drammaturgia.
Dedicando i suoi ultimi lavori all’anniversario della Grande Guerra. Ma
non solo. A inizio gennaio, con l’accompagnamento della cantante Maire Brusco, anche lei alense, a Chizzola. nel salone Wine Vista Martinelli,
è stata protagonista di una toccante
serata che ha tenuto il pubblico con
il fiato sospeso, proponendo una selezione ragionata e non scontata di
poesie e di letture a sfondo natalizio.
A marzo, il debutto, sempre a Chizzola, del nuovo spettacolo nato dalla
collaborazione con il Gruppo culturale del paese e incentrato sul periodo
dell’occupazione italiana del villaggio,
appena dopo lo scoppio della prima
guerra mondiale. Un lavoro che ricompone un pezzo di memoria dimenticata e squarcia il velo dell’oblio
Nel carnet di lavori figurano spettacoli dedicati
all’occupazione italiana dopo lo scoppio
della prima guerra mondiale.
su alcune delle fasi più drammatiche
della guerra vissuta dalla popolazione
civile. Il lavoro sulla guerra a Chizzola, arriva a poco meno di sei mesi da
“Tralci di Guerra”, monologo scritto
e recitato dalla Aprone con la consulenza scientifica dell’associazione Memores e la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del Comune di Avio
e della Viticoltori. Un testo dedicato
all’impatto del primo conflitto mondiale sulla società contadina di Avio,
andato in scena, oltre che ad Avio anche in altri centri della Vallagarina.
Protagonista una vigna parlante: la
vigna di Enantio, l’autoctono lagarino
ormai scomparso, ma testimone fedele
del dramma vissuto dalle popolazioni
di frontiera durante la guerra di redenzione. t
34 alanotizie
I GIOVANI DI
VIVIAMO(A)LA
PORTANO MOVIMENTO
E COLORE IN CITTÀ
Nasce l’associazione Alacadabra
I
ragazzi di «Viviamo(A)la»,
dopo una riuscitissima prima
edizione che il 13 settembre
scorso ha portato nella città di
velluto una miriade di musicisti, attori, ballerini, skater, giocolieri,
modelli e writer, movimentando le
vie del centro storico, hanno deciso
che è ora di cominciare a fare le cose
sul serio.
Giovani, affiatati e con le idee chiare
hanno capito che Ala ha bisogno anche di questo: di arte, musica, colori e
movimento. Perché Ala avrebbe tutte
le carte in regola per diventare una realtà viva e vivace, calderone di cultura
artistica e musicale, di sperimentazioni, di associazionismo e di volontariato, ma ha anche bisogno che tutte
queste enormi qualità vengano portate
alla luce, fatte conoscere.
Di qui l’idea di mettersi in gioco ancora più seriamente e di costituirsi in
associazione: il frutto di questa unione di intenti si chiama Alacadabra ed
è stata presentata ufficialmente la sera
del 3 gennaio con una festa al Caffè
Commercio.
Il presidente è Juri Pinter, il vicepresidente è Cristiano Lorenzini, mentre
nel direttivo e come soci ci saranno
tutti i ragazzi che sono stati l’anima e il cuore della prima edizione di
«Viviamo(a)la»: tutti giovanissimi
(età media 26 anni), tutti di Ala e dintorni.
«Vogliamo far capire ad Ala che ci
siamo – spiegano – e abbiamo già presentato il progetto per la prossima edizione di «Viviamo(a)la», che si terrà
a settembre. Abbiamo già una bozza
dell’itinerario della festa e cercheremo
di coinvolgere anche le altre associa-
zioni e realtà alensi. E ne approfittiamo per dire che chi vuole far parte del
gruppo può farsi avanti, ogni contributo è bene accetto». Il progetto che
sta alla base di una manifestazione
come «Viviamo(a)la», sostenuta tra
l’altro anche dal Piano Giovani dei 4
Vicariati e delle Politiche Giovanili della Provincia di Trento, «parte
dall’esigenza di noi giovani di ricominciare a vivere attivamente la realtà
del nostro paese, attraverso tutti i tipi
di arte che per mestiere o per hobby
pratichiamo. Vogliamo dare l’opportunità a tutti i giovani di esprimersi nel
loro modo migliore attraverso l’arte
che praticano. Gli alensi spesso non
sanno cosa facciamo e troppe volte
le limitazioni burocratiche o i moralismi inchiodano la nostra arte. Al
tempo stesso, vorremmo che questa
fosse l’occasione per far tornare un po’
Affiatati e con le idee chiare,
i ragazzi si sono messi in
gioco e hanno costituito la
nuova associazione con
presidente Juri Pinter e
vicepresidente Cristiano
Lorenzini.
di vita nel nostro bel centro storico e
soprattutto per tirare fuori i giovani,
farli entrare in contatto».
In vista dell’evento clou di settembre, i
ragazzi di Alacadabra stanno già mettendo in calendario diverse attività di
festa e di intrattenimento per la primavera e l’estate: tutti gli aggiornamenti
saranno via via pubblicati sulla Pagina
Facebook di Alacadabra. t
alanotizie 35
SALUTE E DIVERTIMENTO
AL CIRCOLO PENSIONATI
Sono circa un centinaio gli iscritti guidati da Valentino Zendri
F
ondato nell’aprile 2008 e quindi con quasi sette anni di vita
alle spalle, il Circolo Pensionati di Santa Margherita, presieduto da Valentino Zendri, annovera
attualmente un centinaio di iscritti
(non solo di Santa Margherita, ma
anche di Serravalle e di Ala): un
folto gruppo di persone che tutte le
settimane, di mercoledì pomeriggio,
si ritrovano per trascorrere il loro
tempo libero, in piacevole compagnia. Col tempo e con la nuova sede
(inaugurata nel settembre 2012 presso le ex scuole elementari di Santa
Margherita) le attività organizzate
dal circolo sono diventare davvero
numerose. Da sottolineare, perché
molto utile alla salute e alla prevenzione, è stata a ottobre la giornata di
screening oculistico, organizzata in
collaborazione con il personale della
Cooperativa Sociale Irifor del Trentino Onlus, l’unica in Italia a dotata
di un camper attrezzato ad ambulatorio oculistico, che consente visite
specialistiche itineranti e gratuite
sul territorio. Un’opportunità importante, che consente di effettuare
una diagnosi precoce delle principali
malattie oculari, causa di ipovisione
e cecità. Accanto all’attenzione per la
salute, al Circolo Pensionati di Santa
Margherita non mancano però anche
momenti di intrattenimento e di convivialità, sempre molto frequentati:
gli iscritti possono partecipare a tre
gite all’anno, verso mete culturali e
religiose, possono usufruire della
biblioteca del Circolo, che conta attualmente circa 200 libri, e 18 di loro
hanno anche partecipato ad un corso
di computer, per cui adesso riescono
a destreggiarsi molto bene con file,
posta elettronica e internet. Ma trascorrere il tempo assieme vuol dire
anche teatro (con gli Amici del teatro
di Serravalle), l’incontro con lo psicologo, il pranzo sociale offerto ai soci
ogni anno a gennaio, l’incontro con il
Vescovo, la serata sull’amministratore di sostegno, visite audiometriche,
mostre, la castagnata autunnale, la
festa della donna, ma anche quella
della mamma e del papà e per Natale
una pizza tutti assieme per scambiarsi gli auguri, con spumante e panettone in regalo. Insomma, ogni occa-
Tra le varie attività vi è
anche la prevenzione, come
la giornata di screening
oculistico, organizzata
con la Cooperativa Sociale
Irifor, unica in Italia ad
avere un camper attrezzato
ad ambulatorio per le visite
specialistiche itineranti e
gratuite sul territorio.
sione è buona per condividerla. E per
il prossimo anno sono in programma
incontri informativi sul gioco d’azzardo, sull’alcolismo e sull’uso delle
medicine, oltre agli appuntamenti
fissi che offre il calendario. Il direttivo, che ringrazia la Cassa Rurale e
il Comune per il sostegno sempre dimostrato, ricorda che la sede è aperta ai soci il mercoledì a partire dalle
14.30. Le iscrizioni, sempre ben accette, sono possibili tutto l’anno e la
tessera costa 15 euro. t
36 alanotizie
GRANDE PARTECIPAZIONE
AL CORSO FEMMINILE DI
AUTODIFESA
Le donne di Ala imparano l’autodifesa
P
revenire le aggressioni.
Questo l’obiettivo che
sta alla base del corso
di difesa personale anti-aggressione, organizzato nella primavera e nell’autunno
dello scorso anno dall’associazione
sportiva Kja Team in collaborazione
con l’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ala. Di grande successo e partecipazione, tra febbraio e
marzo il corso proseguirà con il livello avanzato.
Un progetto che ha visto protagonista
una tematica di grande attualità come
la difesa personale, attraverso un percorso che è prima di tutto di crescita
individuale, per riscattare quella libertà femminile di cui troppo spesso una
donna viene privata.
Pensato per imparare a gestire le situazioni di emergenza dal punto di vista
sia fisico che psicologico, il corso era
dedicato a tutte le donne che desiderano o sentono il bisogno di acquisire
una maggior sicurezza di sé nella vita
quotidiana e prendere coscienza delle
proprie potenzialità.
«L’associazione sportiva Kja Team –
dice l’assessora alle Pari Opportunità,
Franca Bellorio – aveva proposto un
corso di difesa personale femminile
nella primavera 2014, ottenendo un
grande riscontro. In occasione della
seconda edizione del corso, il Comune di Ala ha contribuito a coprire parte della quota di partecipazione, per
garantire un costo contenuto, davvero
accessibile a tutte».
Entrambe le edizioni del corso, che si
svolgeva in 8 lezioni serali una volta
alla settimana (dalle 21.00 alle 22.15
alla palestra delle scuole medie), hanno avuto esiti davvero positivi: 22
iscritte alla prima edizione, 25 alla
seconda, con un intervallo di età che
andava dai 13 ai 60 anni circa.
KJA TEAM
«L’iniziativa che abbiamo voluto proporre – spiega Manuel Zoara, presidente di Kja Team e istruttore cintura nera II Dan Kickboxing (Fikbms
Coni) – ha lo scopo di potenziare le
risorse personali nelle situazioni critiche».
Fondamentali gli aspetti cognitivi di
approccio alla disciplina dell’autodifesa, come ha spiegato Norberto Bonomini, istruttore Federazione Fight1 e
allenatore del settore giovanile e agonisti, nel settore kick/light contact k1,
che ha sottolineato l’importanza della
prevenzione per riconoscere i segnali
di allarme prima di un’aggressione:
«All’interno dell’atto aggressivo esistono più fasi: quella fisica è sempre
la fase finale. Riconoscere questo rituale permette di evitare che si arrivi
alla violenza». Lo scontro è sempre da
evitare, insomma, anche per gli aspetti
legali ad esso connessi, che sono stati spiegati durante il corso con alcuni cenni giuridici sull’uso della difesa
personale. Ma ci sono casi in cui, nonostante gli accorgimenti e le vie d’uscita alternative, non c’è altra soluzione che reagire e difendersi.
A questo serviva la fase pratica del
corso, come raccontano ancora gli
istruttori Manuel e Norberto: «Dopo
una prima fase di riscaldamento generale, venivano mostrate le tecniche
di base, fino ad arrivare a situazioni di
vera tensione e stress, per dimostrare
come dominarle. Tecniche di svincolamento, disarmo, punti dolorosi…
poche e semplici mosse, per soluzioni
facili da ricordare ed efficaci».
A fine corso alle partecipanti è stato rilasciato un attestato di partecipazione
al livello base. Tra febbraio e marzo,
come già scritto, il corso proseguirà
con il livello avanzato. Ulteriori informazioni si possono avere contattando
l’associazione Kja Team. t
Da più di vent’anni la disciplina della Kick Boxing
ad Ala è una realtà, grazie
all’associazione sportiva Kja
Team. Fondata nel 1993, nel
settembre del 2012 ha visto
il rinnovamento degli organi direttivi: alla presidenza
siede ora Manuel Zoara, aiutato dai consiglieri Norberto
Bonomini e Mattia Mellarini.
Assieme hanno introdotto
numerose novità. L’attività
del Kja Team si svolge da settembre a giugno ed è rivolta
a bambini, amatori, agonisti,
ma anche a chi vuole semplicemente tenersi in forma.
Per quest’ultima categoria di
persone sono molto indicati
i corsi di fitEvo, un mix tra
fitness, crossfit, tonificazione
muscolare e cardio. Con gli
istruttori preparati e qualificati del Kja Team è possibile
allenare corpo e mente e allo
stesso tempo imparare a difendersi, sviluppando forza,
coordinazione e controllo.
Tutto questo con un gruppo
di persone affiatate e piacevoli. Ma il fiore all’occhiello
dell’attività di Zoara & co.
è il corso di difesa per bambini, cui partecipano 17 tra
ragazzini e ragazzine dai 5 ai
12 anni di età. E la cosa che
distingue questo tipo di disciplina sportiva rispetto agli altri, raccontano Manuel Zoara
e Norberto Bonomini, è che
si dedica particolare attenzione a chi nel gruppo è meno
dotato, a chi tende a fare più
fatica, per farlo crescere sportivamente e portarlo al pari
degli altri.
alanotizie 37
«DILLOALPOLITICO.IT»
NUOVO SOCIAL NETWORK
Il progetto è di Emanuele Debiasi: “Non è un sito di protesta, né di
antipolitica, ma uno spazio che mette al centro i politici, chiamati a
rispondere e a dialogare con i cittadini”.
C
hi legge il titolo di questo
articolo potrà pensare a una
specie di «mission impossible» ed effettivamente riavvicinare i
cittadini alla politica non è certo cosa
semplice. Ma qualcuno – per fortuna – crede ancora che sia possibile e
questo qualcuno è un giovane alense,
Emanuele Debiasi, titolare di un negozio di informatica nel centro storico di Ala.
L’idea nasce da un’esperienza concreta
risalente a circa un anno fa: «Cercavo
in rete informazioni riguardanti alcuni
temi di politica locale che mi interessavano, ma non riuscivo. I siti comunali sono macchinosi e poco intuitivi,
quelli dei partiti sono ancora peggio:
tutte le informazioni sono frammentarie e anche quando si riesce a trovare
qualcosa, o è poco chiara o è scritta
in un linguaggio troppo complesso».
Ed Emanuele Debiasi, lo ricordiamo,
è uno che lavora nel campo dell’informatica, è abituato a navigare in internet. «Mi son detto: se io ho queste
difficoltà, figurarsi chi non è pratico di
computer o di politica». Ma soprattutto, il limite secondo Emanuele Debiasi è che gli strumenti che circolano in
rete hanno un tutti un grande handi-
cap: non sono interattivi.
Ed è qui che è balenata l’idea: creare
un social network ad hoc, uno spazio
virtuale dove si possa non solo trovare
i propri rappresentanti locali con facilità, ma anche e soprattutto comunicare con loro. E farlo comodamente
da casa, in ogni momento. Allo stesso
tempo, come in tutti i social network
che si rispettino, le richieste o le proposte che si faranno a questo piuttosto
che all’altro politico potranno essere
visibili e condivise anche dagli altri
utenti, creando dibattito e confronto
tra cittadini diversi che hanno in comune gli stessi problemi, portando
alla luce le questioni più sentite dalla
comunità.
Non un sito di protesta, né di antipolitica e nemmeno un semplice spazio
di dibattito tra cittadini: il progetto di
Emanuele Debiasi si distingue dalle
esperienze testé citate perché mette al
centro i politici, protagonisti della politica istituzionale, chiamati a rispondere
e a dialogare con i cittadini. E il nome
scelto è, infatti, dilloalpolitico.it.
Il sito web è online dal 15 gennaio ed è
entrato immediatamente in attivtà con
questioni e domande. Per il momento
il progetto parte con Ala, poi verranno
aggiunti via via i comuni limitrofi. «Si
parte dalla politica locale, per approdare poi a quella provinciale e – perché no? – anche a quella nazionale.
In ogni caso, gli utenti di qualsiasi
comune italiano non attivo, potranno
inviarci una richiesta di attivazione»,
spiega Emanuele Debiasi. I politici di
Ala hanno accolto con curiosità e disponibilità la proposta, aderendo interamente. Ciascun consigliere e amministratore del comune avrà il proprio
profilo, con una breve presentazione e
indicato chiaramente il partito di appartenenza. I cittadini, dal canto loro,
potranno registrarsi al sito e, una volta
attivato il proprio account, rivolgere
domande e proposte al consiglio comunale di riferimento. «Non ci sarà
anonimato: ogni utente se vuole fare
una domanda, deve esporsi. Non sarà
uno spazio di critica fine a se stessa, va
da sé che a un politico si potranno fare
anche i complimenti. Ci sarà moderazione ma in ogni caso il rapporto tra
cittadino e politico rimarrà diretto».
Ogni questione sarà collegata a un argomento e inserita in una precisa categoria: potrà essere cercata anche a distanza di tempo e anche «votata» dagli
altri utenti. Il «punteggio» in questo
caso darà importanza alla tematica. Le
domande più votate verranno inviate
direttamente al politico o ai politici
interessati, che potranno rispondere.
«Lo scopo principale è quello di fare
chiarezza e aumentare la partecipazione, soprattutto dei giovani, che stentano a confrontarsi con la sintassi della
politica tradizionale – conclude Emanuele Debiasi –. E colmare, almeno
un po’, la distanza tra cittadini e politica, anche a livello locale, rendendo
quest’ultima, spesso ostica e complicata, semplice e accessibile». t
38 alanotizie
STORIA
CENTO ANNI FA, IL 27
MAGGIO 1915 LE TRUPPE
ENTRANO AD ALA
Quel giorno le truppe del Generale Cantore entrarono ad Ala, dove
vennero bloccate dalle raffiche di pallottole sparate dalla retroguardia
austroungarica, che si era appostata sull’altura di Villa Brazil
C
ontinuano ad Ala le iniziative in ricordo del Centenario
della Grande Guerra, che vedono collaborare assieme il Comune,
gli enti territoriali e le associazioni,
riuniti nel Comitato iniziative Centenario. Quest’anno l’attenzione è rivolta in modo particolare alla ricorrenza
del 27 maggio, a cento anni dall’entrata in Ala delle truppe italiane.
Esattamente cento anni fa, nella primavera del 1915, il Regno d’Italia stava
per entrare in guerra. Ala, per la verità, che allora faceva parte dell’Impero
asburgico, in guerra c’era entrata già
da diversi mesi: nell’estate del 1914,
poco dopo lo scoppio della guerra, la
leva di massa aveva richiamato tutti gli
uomini validi, destinandoli al fronte
orientale russo, dove avrebbero conosciuto l’orrore delle stragi e la prigionia, o impiegandoli nella costruzione
di strutture difensive. Ben 596 uomini
sugli allora circa 5.000 residenti, erano stati arruolati: più del 10% della
popolazione. Gli uomini validi erano
al fronte e chi era rimasto doveva convivere ogni giorno con truppe acquartierate, disagi, requisizioni di animali
e alimenti, prestiti di guerra.
Con la firma, nell’aprile del 1915, del
Patto di Londra, anche il Regno d’Italia entrò in guerra contro l’Impero
asburgico. Già il 24 maggio del 1915
le prime truppe italiane superarono il
confine a Borghetto, dirigendosi verso
Trento, senza trovare di fatto resistenza. Ala fu la prima città ad essere occupata dalle truppe italiane; o liberata,
nella dizione irredentista, o ancora
redenta, nel linguaggio della retorica
del Ventennio. Il 27 maggio 1915 le
truppe del Generale Cantore entrarono ad Ala, dove vennero bloccate
dalle raffiche di pallottole sparate dalla retroguardia austroungarica, che si
era appostata sull’altura di Villa Brazil
(ora Villa Italia). Guadagnato un appostamento strategico nella zona del
Tòf (attuale via Brusco, in Villalta),
con uno scontro a fuoco gli italiani
riuscirono ad allontanare l’ultima difesa austriaca dalla città. Fu il primo,
vero combattimento del fronte italoaustriaco con morti e feriti. Da rilevare come proprio ad Ala siano avvenute
le attività che decretarono, di fatto, sia
l’inizio che la fine del conflitto (il 29
ottobre 1918, a Serravalle, vi fu il primo colloquio finalizzato all’armistizio,
che fu poi ufficialmente siglato il 3 novembre a Villa Giusti a Padova).
A celebrazione della «conquista» di
Ala, da parte italiana si è scritto molto e anche i nomi delle piazze e delle vie di Ala ne portano memoria:
piazza Cantore, via Brigata Mantova, ecc… Ma chi erano quei soldati
che spararono contro gli italiani? Era
un gruppo eterogeneo di gendarmi e
Standschützen della compagnia AlaPilcante, posti a difesa della zona e
guidati dal comandante Antonio Leonardi: nonni e bisnonni degli alensi di
oggi e alensi loro stessi. Dopo l’occupazione di Ala da parte italiana, accusati di essere «austriacanti», potenziali
spie e sovversivi, furono allontanati a
forza verso l’entroterra della penisola
e internati. A conflitto finito, di loro,
donne, uomini e bambini, che si erano trovati dalla parte «sbagliata» dello
schieramento, la memoria si perse per
molti anni.
È sul recupero di questa memoria che
l’associazione storico culturale Memores sta ora lavorando, per ricostruire e
dare voce a quelle vicende e a quelle
persone. In attesa di uscire con uno
studio dettagliato, la proposta per il
alanotizie 39
APPUNTAMENTI CON LA STORIA 2015
Dopo la presentazione del libro «Degasperi e il Papa» di
Luigi Sardi (14 gennaio), prossimi appuntamenti sono
«Uomini in guerra. La Grande Guerra tra i monti» (13
febbraio), documentario di Michael Wachtler sul primo
conflitto mondiale. Seguirà «La peste, la guerra, l’abbandono» (6 marzo), documentario di Mauro Vittorio Quattrina sulla tragica epidemia che colpì Verona nel 1626,
partito dalle testimonianze di alcuni ricoverati alensi e
aviensi. E poi un appuntamento in collaborazione con
Mandacarù, dedicato al «lato oscuro del cioccolato». E
poi ancora il canale Biffis, Massimiliano Griner con il
libro «Anime Nere» dedicato al terrorismo neofascista,
una serata sul sequestro Moro con ospiti prestigiosi e una
dedicata al flagello dell’amianto assieme all’Associazione
familiari vittime amianto di Casale Monferrato e, infine,
il ritorno dell’onorevole Stefania Craxi, già ospite di Ala
e di Memores. Ce n’è per tutti i gusti.
momento è quella di apporre una targa a ricordo del comandante Antonio
Leonardi, nel luogo del suo ultimo
combattimento a villa Brazil, nel giardino lungo la strada che porta al campo sportivo.
Quest’anno, grazie alle iniziative messe in campo dal Comitato Centenario
e dai tanti volontari, il ricordo della
ricorrenza del 27 maggio ad Ala sarà,
per la prima volta, imparziale e neutrale, sarà privo di retorica nazionali-
sta e culminerà con un momento di
celebrazione (una messa sul ponte di
Ala) per ricordare tutti i combattenti e
tutti i caduti di quella guerra orribile.
Servirà a parlare di pace. t
MEMORES
Una storia in movimento e in continua ricerca della verità dei fatti. È questo l’obiettivo che ispira da anni Memores, l’associazione storico culturale nata con l’intento di chiarire e divulgare le vicende storiche in modo semplice
e diretto, fruibile da tutti e soprattutto senza la presunzione di voler dare giudizi.
Memores ha alle spalle già undici anni di attività, undici anni vissuti con passione e intraprendenza. È proprio la
passione il leitmotiv di questa associazione, che non nasconde la forte appartenenza al territorio e alla riscoperta
delle sue radici storiche.
L’attività si è dunque rivolta, in questi anni, all’indagine degli eventi che hanno caratterizzato la storia locale. Ma
anche la storia nazionale riveste grande importanza per Memores, che nel tempo si è aperta anche ai grandi temi
dei rapporti internazionali e della convivenza multietnica.
Attraverso mostre fotografiche, conferenze, commemorazioni, presentazioni di libri, gite ed escursioni sui luoghi
storici, negli anni Memores ha raccolto un numero sempre più ampio di soci e simpatizzanti.
L’attività degli ultimi mesi si è rivolta, come è naturale, alle iniziative per il Centenario della Grande Guerra:
quest’anno l’associazione si sta dedicando al ripristino del tiro al bersaglio in Val Bona e alla preparazione delle
celebrazioni per la ricorrenza del 27 maggio. Per il 2016 c’è in programma la sistemazione della cappella di S.
Marco sullo Zugna alense e per il 2017 quella del cimitero dell’Addolorata. Ma non c’è solo la Grande Guerra nel
calendario di Memores: per il 2015 il Direttivo ha deciso di spaziare tra gli argomenti, con una serie di iniziative
di sicuro interesse, che sono riassunte negli Appuntamenti con la storia (vedi box). Non da ultima, la collaborazione con la Passo Buole Extreme organizzata dalla Società Ciclistica, che a settembre porterà centinaia di
campioni e amanti della mountain bike ad affrontare la salita di Passo Buole e a cui Memores contribuirà anche
con una mostra sulla bicicletta storica.
Consiglio Direttivo: Massimiliano Baroni (Presidente), Paolo Leonardi (Vicepresidente), Moreno Romani, Daniele Tinelli, Fabrizio Cesarini, Alessandro Vaona, Mauro Ciaghi
Collegio sindacale: Ivo Baroni, Elvio Bonomi, Franco Franchini
Probiviri: Roberto Caprara, Paolo Matuella, Guido Zomer
40 alanotizie
GEMELLAGGIO ITALIA
ORLÉANS BRASILE
Ratificato a fine ottobre, il trattato di partenariato e collaborazione
diventa operativo, con progetti di collaborazione concreta
O
rléans è un Comune
dello stato brasiliano di Santa Catarina, situato tra colline e vallate ricche di
vegetazione, abitato da gente ospitale
le cui origini e tradizioni sono profondamente intrecciate con quelle di
Ala e dei suoi abitanti. Dei suoi circa
20 mila abitanti, infatti, più di 6 mila
discendono dagli immigrati trentini e
veneti che alla fine dell’Ottocento per
sfuggire alla miseria, attraversarono
l’oceano alla volta del Brasile. Fra il
1874 e il 1878 furono circa 25 mila i
Trentini che emigrarono, attirati dalle opportunità di lavoro che la terra
brasiliana offriva soprattutto nel sud
e sud-est del paese.
Anche Ala contribuì a tale emigrazione, in particolare a seguito di una disastrosa inondazione, che lasciò molti
contadini privi di terreno coltivabile.
Era il febbraio del 1884 quando 126
alensi misero piede nella località chiamata Rio dos Pinheiros, vicino alla
odierna Orléans. In quella valle, ri-
coperta dalla foresta vergine e abitata
dagli indios, i coloni alensi decisero
di stabilirsi, bonificando la terra e co-
alanotizie 41
struendo i primi nuclei abitati: case,
strade, mulini, officine, terreni coltivati… ma soprattutto la certezza di un
futuro per sé e per i propri figli.
Nella cittadina di Orleans vivono oggi
migliaia di discendenti dei migranti
di Ala, dai cognomi inconfondibili:
Debiasi, Mattei, Pizzolato, Orben, Zomer... Molti di loro parlano ancora il
dialetto trentino e hanno mantenuto
le tradizioni della loro terra di origine.
Quanto il legame con le loro radici
culturali e storiche sia forte, gli orleanensi lo hanno dimostrato anche alla
delegazione alense, ospitata dal 25 al
31 dello scorso ottobre per la ratifica
del gemellaggio stipulato nel 2011.
Sette giorni di cerimonie, incontri e
commemorazioni, ma soprattutto sette giorni di festa e di riscoperta delle
proprie tradizioni e radici, in un cammino comune nel solco del gemellaggio tra le due comunità.
La delegazione alense era composta
dalla presidente del Consiglio comunale Fedele Ferrari, dal consigliere
Roberto Zendri, da Egidio Bruni, vicesindaco al tempo della stipula del
primo protocollo di intenti tra le due
città, da Ivano Fracchetti e da Gianni
Debiasi, rispettivamente vicepresiden-
te e responsabile dell’Ufficio soci della
Cassa Rurale Bassa Vallagarina, che
con Orléans ha avviato un progetto
di cooperazione. A loro il compito di
rappresentare Ala in occasione della
ratifica ufficiale del trattato presso la
sede del sindaco di Orleans, nella cerimonia di saluto alla camera dei Vereadores, nella serata dedicata al cooperativismo trentino e nei numerosi altri
incontri alle diverse famiglie e alle piccole comunità di campagna.
Tra i tanti appuntamenti, particolarmente significativi lo scoprimento
del cippo commemorativo nel centro
della città, l’omaggio al monumento ai
migranti, la messa di ringraziamento
a Rio dos Pinheiros, la visita al cimitero degli antenati. Di grande impatto
emotivo la visita al centro di raccolta
della documentazione cartacea, cartografica e fotografica, che conserva
la corrispondenza tra i migranti e i
parenti trentini e italiani: bel 16.000
missive.
Ma la visita non è stata solo un omaggio, sia pure doveroso, alla memoria
dei antenati alensi che più di un secolo
fa attraversarono l’Atlantico: la ratifica
del gemellaggio significherà soprattutto lavorare sodo affinché sui ponti che
il gemellaggio ha saputo costruire d’o-
ra in avanti viaggino in concreto nuovi
lavori, nuovi contatti e nuove attività.
Non un traguardo, quindi, ma piuttosto un punto di partenza.
E, infatti, il Comune di Ala, la Cassa Rurale e l’associazione Amici di
Orleans già oggi stanno lavorando a
nuovi progetti di collaborazione, continuativi e concreti, che nei prossimi
mesi dovrebbero portare nuove e interessanti novità, tra cui, per esempio
un progetto in collaborazione con la
biblioteca comunale per la digitalizzazione della corrispondenza tra i migranti alensi e la loro terra di origine.
Intanto, il gemellaggio è divenuto ufficiale, suggellato anche dalla segnaletica stradale, che è stata aggiornata
con l’apposizione, sotto al cartello che
segnala l’ingresso in Ala da nord e da
sud, di un cartello che recita «Città
gemellata con Orléans». Nella stessa
direzione andava anche la cerimonia
di scoprimento della targa del «Sasso
degli emigranti», inaugurata lo scorso
18 gennaio ad Ala, con cui si vogliono ricordare gli Alensi che nel 1883
partirono per cercar fortuna in Brasile
e quanti nel mondo hanno dovuto e
ancora oggi devono lasciare la propria
terra per cercare un futuro altrove. t
42 alanotizie
UN POPOLO SENZA
STORIA È UN POPOLO
SENZA MEMORIA
La toccante lettera del Presidente Sodeala: Walter Jose Debiasi
O
ggi é un giorno di
radiante felicittà per
la storia e memoria di noi poppulo
trentino, brasiliano
e mondiale, gente di ieri, d’oggi e del
futuro. Questo sasso regalato dalla
mamma natura adopperato con una
scrizione dalla mano del uomo più
di un século porta un segno di amore, speranza, fede e superazione che
dura e atraversa più di um secolo, é
una testimonianza concreta che merita stare in piazza publica.
E noi dalla Societa dei Discendenti di
Ala – dalla cita di Orleans – Stato di
Santa Catarina – Brasile stiamo com
voi. Um popolo senza storia é um popolo senza memoria. Abbiamo bisogno di avere la nostra storia racontata nei libri, sentita nelle generazione,
avere radichio culturale e anima di
gente. Ma non basta averla solamente
scrita, la storia bisogna averla vicino
ai occhi, essere tocata e studiata come
questo gesto a quale stiamo facendo
adesso. Perche um popolo che non
conosce su passato , purtroppo non
sapra camminare sul binário del futuro, trovera um binário poveiro di vita
e speranza.
Quando l´uomo acquistò la luna, súbito há preso um sassolino lunare, questo gesto ancestrale nostro é pieno di
significanza, si una picola pietra cè importanza alora é perche questo oggeto
rapresenta um segno di vita. La storia
é cercare quello che abbiamo visuto, e
questo visuto sara la linea condutrice
di nostra essistenzia al lungo dei tempi per le generazioni. Per questo che
davante da noi il sasso com l’inscrizione 1882 parla, noi fa pensare, toca
l´anima di quelli che avvrano la felicita
di ascoltarlo.
Tutto quello che faciamo nel presente
fara eco nel futuro, ecocci il segnale
lasciatto per i nostri antenatti.
La vera libertà cercata dai uomini in su
vita terrena, sara completata soltanto
si lui a reso conto di su storia e memoria, di quelli che lo hanno preceduto.
Questo sasso
In piazza publica di nostra bella cità
TUTTO INIZIÒ DA UNA LETTERA DI WALTER DEBIASI, BRASILIANO E DISCENDENTE DI EMIGRATI ALENSI
I primi contatti con la Comunità di Orléans vennero avviati dal 1999: tutto cominciò con una lettera di Walter
Debiasi, brasiliano e discendente ti emigrati alensi, e una sua successiva visita ad Ala. A quel primo contatto ne
seguirono altri, che coinvolsero anche l’amministrazione comunale e l’associazione Amici di Orleans, che avviò
un dialogo costruttivo con Sodeala, l’associazione che a Orleans riunisce i trentini.
Nell’autunno 2005 una delegazione della città brasiliana venne in visita Trento e ad Ala, per la commemorazione
del 130° anniversario di emigrazione trentina in Brasile. Il 19 settembre di quell’anno il Sindaco di Orleans Valmir Josè Bratti e la Sindaco di Ala Giuliana Tomasoni sottoscrissero un protocollo d’intenti, per avviare un percorso che portasse ad un atto formale di gemellaggio e quindi a un riconoscimento istituzionale dei legami tra le
due terre. I due sindaci gettarono, così, le basi per il gemellaggio vero e proprio, che fu siglato il 16 maggio 2011
dai sindaci Luigino Peroni per Ala e Giacinto Redivo per Orleans. La cerimonia venne seguita anche dal Brasile,
in collegamento audio e video attraverso uno schermo collocato nella sala consigliare del Comune di Ala. Tutti
furono concordi nel definirlo un «momento storico» e addirittura «la realizzazione di un sogno». Nell’ottobre
2014 la ratifica ufficiale del trattato di gemellaggio stipulato nel 2011.
alanotizie 43
di Ala, grida al mondo che speranza
in mezzo alle dificultá e crise bisogna
averla, il sasso parla a noi. 133 anni
doppo che siamo gente com storia e
memoria e non gente senza una cultura, e che mai scorraggiaremo davanti ai venti contrarie dalla vita, siamo
gente di tenacia e fortezza comme
questa roccia. Abbiamo questa scrizione nel cuore e che nei tempi atuali,
diventano cibo, energia per fare e dare,
alle nostre comunittà e cosi al mondo
um mantelo di speranza, amicizia ,
reavicinanza, afetivita, rispeto, amore
cristiano verso giorni meglio.
Voglio finire questo messaggio, ricordando le parole di Don Giampaolo
Giovanazzi, quando Lui raconta la
storia e riscoberta di questo sasso nel
libro “Testimonie dalle due guerre“,
recordando e reavivando la emmigrazione di 117 alensi verso il brasile stato di Santa Caterina cittá di Orleans
in 1883, Don Giampaolo scrisse soppra la pagina questo salmo (Salmo 107
– v 6 a 9) a quale dice: “Nell’angoscia
gridarono al Signore ed egli li liberò
dalle loro angustie. Li condusse sulla
via retta, perché camminassero verso
una città dove abitare. Ringrazino il
Signore per la sua misericordia, per i
suoi prodigi a favore degli uomini”.
Cumprimenti per preservare la nostra
storia e memoria in alta fiama. Grazie
per avere detto si ala reavicinanzza e
al rialacciare i laci di populo e di gente. Vi amiamo tutti e stiamo essendo al
mondo vero essempio di venti di speranza in mezzo ala violência e mancanza di rispeto al altro.
Orleans, Santa Catarina – Brasile ,
giorno 17 di gennaio, 17.00 ore, ano
2015, trascorso 131 anni del arrivo famiglie alensi cognome Debiasi, Eccheli, Mattei, Pinter, Orben, Montagna,
Pizzolatto e Zomer.
Dalla vostra cittá Gemellata Orleans
Walter Jose Debiasi
Presidente dalla SODEALA,
citadino honorário alensi in nome di
tutta una Orleans t
44 alanotizie
MUNICIPIO
DI ALA
ORARIO UFFICI
COMUNALI
Piazza San Giovanni, 1
38061 – ALA (TN)
Tel. 0464 678767
Fax 0464 672495
www.comune.ala.tn.it
[email protected]
Nuovi orari dal 7 gennaio 2014
UFFICIO SERVIZI AL CITTADINO
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
NUMERI
UTILI
Servizio Amministrazione generale
Ufficio Servizi al Cittadino
Ufficio Segreteria Generale
Ufficio Affari Demografici Elettorali e Statistici
Ufficio Attività Economiche Sociali
8.30–12.20
8.30–12.20
8.30–12.20
8.30–12.20
8.30–12.20
15–17.00
15–17.30
0464/678717
0464 678716
0464 678703
0464 678727
L’ufficio Affari Demografici Elettorali e Statistici è aperto
al pubblico nello stesso orario dell’ufficio Servizi al
Cittadino, tranne il lunedì pomeriggio, nel quale effettua
orario 16:30-17:30. L’ufficio Tributi è aperto al pubblico
nello stesso orario dell’Ufficio Servizi al Cittadino, tranne
il lunedì pomeriggio, nel quale è chiuso.
0464 678715
ORARIO UFFICI INTERNI
Ufficio Organizzazione e Personale
Servizi Affari finanziari
Ufficio Ragioneria-Patrimonio
Ufficio Bilancio
Ufficio Tributi
0464 678720
0464 678721
0464 678722
Ufficio Polizia municipale
0464 678702
Servizio tecnico urbanistico
Ufficio Tecnico
Fax 0464 678741
Ufficio Segreteria Affari Amministrativi
0464 678725
Ufficio Urbanistica ed Edilizia Privata
0464 678724
Ufficio OO.PP. Patrimonio e Manutenzione
0464 678729
Cantiere Comunale
0464 672115
Servizio Attività culturali e turistiche
Ufficio Biblioteca Comunale
Ufficio Attività Culturali, Turistiche e Sportive
0464 671120
0464 674068
Reperibilità
Servizio Viabilità e Patrimonio
336 694578
Altri servizi
Servizio Energia Elettrica, Fognatura,
Acquedotto (Soc. Trenta – Numero Verde)
Piscina Comunale
Teatro “G. Sartori”
Campo Sportivo “Mutinelli”
Asilo Nido
800 289423
0464 672682
0464 671633
0464 670100
0464 670177
Servizio Tecnico Urbanistico - Ufficio Bilancio e
Programmazione - Ufficio Entrate e Patrimonio
Ufficio Segreteria Generale - Ufficio Attività Economiche
Ufficio Organizzazione Personale
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
9.00–12.20
9.00–12.20
15–17.30
Corpo di Polizia Muncipale Ala-Avio:
dal lunedì al venerdì: 9.30 - 11.30
giovedì anche il pomeriggio: 14.00 - 15.00
ORARIO UDIENZE
Claudio Soini, Assessorato della Comunità di Valle
della Vallagarina all’Edilizia Pubblica e Agevolata –
Lavori Pubblici – Patrimonio industria, commercio
e artigianato – Edilizia scolastica
Giovedì, ore 17 - 18
Tiziano Mellarini, Assessorato della Provincia
Autonoma di Trento al Turismo – Agricoltura –
Foreste
1° Martedì del mese ore 17,00 – 18,30
Tutte le udienze si tengono in Sala Assessori, al
primo piano del palazzo Municipale
Per eventuali informazioni e appuntamenti: Ufficio
Segreteria Generale 0464/678716
Il venerdì pomeriggio tutti gli uffici comunali sono chiusi
alanotizie 45
IL CONSIGLIO
COMUNALE
Luigino Peroni - Sindaco
Civica Peroni Sindaco
Tel. 0464 678721
[email protected]
Giorgio Deimichei - Consigliere
PD – Partito Democratico
Tel. 339 5658524
[email protected]
Alberto Pinter - Consigliere
Unione per Ala
Tel. 340 2915737
[email protected]
Massimo Ambrosi - Consigliere
Persone Territorio Comunità
Tel. 348 3103634
[email protected]
Fedele Ferrari - Presidente
PD – Partito Democratico
Tel. 348 8509544
[email protected]
Antonella Tomasi - Consigliere
PD – Partito Democratico
Tel. 0464 671366
[email protected]
Franca Bellorio - Assessore
PD – Partito Democratico
Tel. 335 7634727
[email protected]
Andrea Fracchetti - Assessore
La Bussola di Ala
Tel. 0464 678716
[email protected]
Ornella Zenatti - Vicepresidente
Civica Peroni Sindaco
Tel. 329 7203190
[email protected]
Enrico Brusco - Assessore
Civica Peroni Sindaco
Tel. 348 3423931
[email protected]
Lorenzini Manuel - Consigliere
La Bussola di Ala
Tel. 346 6364079
[email protected]
Roberto Zendri - Consigliere
PATT
Tel. 347 8417858
[email protected]
Narciso Brusco - Consigliere
Unione per Ala
Tel. 335 8497840
[email protected]
Luigino Lorenzini - Consigliere
Unione per Ala
Tel. 336 501111
[email protected]
Luca Zomer - Assessore
La Bussola di Ala
Tel. 0464 678716
[email protected]
Alberto Campostrini - Consigliere
Civica Peroni Sindaco
Tel. 335 8201689
[email protected]
Silvano Marchiori - Consigliere
La Bussola di Ala
Tel. 349 7123343
[email protected]
Michele Zomer - Consigliere
L’Opportunità
Tel. 340 5266537
[email protected]
Vanessa Cattoi - Consigliere
Lega Nord Trentino
Tel. 349 8012352
[email protected]
Paolo Mondini - Vicesindaco
PD – Partito Democratico
Tel. 339 8677853
[email protected]
ORARIO DI RICEVIMENTO SINDACO E ASSESSORI
Luigino Peroni – Sindaco
Rapporti con gli Enti istituzionali,
Urbanistica ed Edilizia abitativa,
Lavori Pubblici
giovedì dalle ore 10 alle ore 12 e su
appuntamento.
Paolo Mondini – Vicesindaco
Assessore Politiche Sociali e Culturali
e giovedì dalle ore 18 alle ore 19
Attività culturali
Istruzione
Turismo
Politiche Sociali
Sanità
Franca Bellorio – Assessore
Politiche del Lavoro
martedì
dalle ore 18 alle ore 19
Industria
Artigianato
Commercio
Politiche del lavoro e alle pari
opportunità
Informatizzazione uffici
Andrea Fracchetti – Assessore
Attività Economiche, Finanziarie e
Personale
martedì dalle ore 17 alle ore 18
Bilancio
Patrimonio
Cooperazione
Servizi
Personale
Corpo Polizia Municipale
Enrico Brusco – Assessore
Attività Sportive e Ricreative
giovedì dalle ore 12 alle ore 13
Attività Sportive
Protezione Civile
Vigili del Fuoco
Luca Zomer – Assessore
Attività Ambientali
lunedì dalle ore 18.30 alle ore 19.30
Agricoltura
Tutela dell’Ambiente
Patrimonio Silvo-Pastorale
Nel sito internet del Comune di Ala http://www.comune.ala.tn.it
si può visionare l’Albo dei beneficiari di provvidenze di natura economica.
Fedele Ferrari – Presidente
Consiglio Comunale
Riceve su appuntamento
sia i consiglieri comunali che i cittadini
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