Il ritorno del lupo
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Il ritorno del lupo
Il ritorno del lupo Anno XX - N. 9 Quadrimestrale d’informazione edito dal Comune di Ala - Distribuzione gratuita - Iscrizione Tribunale di Rovereto n. 181 del 12-2-1993 Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB Trento - Direttore Responsabile Patrizia Belli - Taxe Percue - Poste Italiane Spa - Fotocomposizione, fotolito e stampa La Grafica S.r.l. - Mori (Trento). 2 alanotizie alanotizie anno XX - n. 9 Proprietario Comune di Ala Direttore responsabile Patrizia Belli Redazione Giada Vicenzi Tiziano Bianchi Fotografie Le foto di questo numero e la copertina sono di Marco Simonini. La foto a p. 4 è della Cantina Sociale Mori Colli Zugna; la foto a p. 16 è della Pro Loco Ala; la foto a p. 25 è di Luna Ranch; la foto a p. 34 è dell’associazione Alacadabra; la foto a p. 35 è del circolo pensionati Santa Margherita; la foto a p. 37 è di Emanuele Debiasi; le foto a pp. 38-39 sono pubblicate per gentile concessione dell’Archivio Museo Storico Italiano della Guerra. Comitato dei garanti Fedele Ferrari Narciso Brusco Giorgio Deimichei Roberto Zendri Stampa la grafica srl - Mori (TN) alanotizie Viene spedito gratuitamente a tutte le famiglie del Comune in abbonamento postale. Chi non lo ricevesse lo potrà richiedere alla segreteria del Comune Tel. 0464 678767 Per informazioni e suggerimenti scrivere a: [email protected] CARI LETTORI Cari lettori, e così siamo arrivati al termine del nostro viaggio. Come sapete a maggio si andrà al rinnovo della maggior parte dei Comuni trentini e tra questi anche Ala. Spetterà dunque ai futuri amministratori decidere quali forme di comunicazione applicare per dialogare con i cittadini. Mentre mi accingevo a scrivere queste righe ho riguardato le copertine di “Ala notizie” e devo confessarvi che sono orgogliosa del lavoro fatto. Vi avevamo promesso informazioni utili, interessanti, attuali, avevamo parlato di una rivista che fosse credibile, radicata al suo territorio, fedele alla memoria storica e rispettosa dell’identità della città di Ala. Ci siamo riusciti? Non spetta a noi dirlo, voi siete i giudici, noi possiamo solo dirvi che abbiamo lavorato sempre con onestà e sincerità cercando di darvi una rivista che fosse interessante, che intuisse lo spirito e le dinamiche dei nostri tempi e che desse voce alle tante realtà che compongono la città. Sono grata al Comune di Ala che ci ha permesso di intraprendere questa esperienza e lo ha fatto lasciandoci grandi margini di libertà e indipendenza. Desidero ringraziare il Comitato dei Garanti con il quale abbiamo dialogato e ci siamo confrontati sempre con spirito costruttivo e infine lasciatemi dire grazie alla redazione: ai giornalisti Giada Vincenzi e Tiziano Bianchi, ai fotografi: Bepi Pinter e Marco Simonini, aver lavorato con loro è stato un privilegio. Insieme abbiamo cercato di offrirvi un giornale che non fosse uno sterile bollettino, ma un atto di amore verso questa città, il suo spirito, la sua creatività e bellezza. Ogni vicolo, ogni pietra, ogni angolo di questa vostra bellissima città nasconde storie uniche. Storie che è bello raccontare. Nel narrare i cambiamenti sociali, i progetti, la cultura, l’arte, i personaggi, gli eventi, i luoghi... e anche le difficoltà, l’incombere della crisi economica, ho respirato la vita di Ala e ho imparato a conoscervi meglio. Siete stati voi i protagonisti di questo giornale ed è stato davvero un viaggio fantastico stare in vostra compagnia. Grazie per avermelo permesso Patrizia Belli 4 13 14 16 21 2 4 6 8 10 11 12 13 14 16 17 20 21 22 23 23 24 9 Aziende con il cuore alense e lo sguardo internazionale Cantina Mori Colli Zugna tra tradizione e modernità Iside e Maurizio e il sogno avverato Il sogno universitario di Ala dissolto nella spending review L’ex convitto Silvio Pellico ospiterà aule scolastiche La chiusura del convento una ferita per la città I risultati del progetto Intervento 19 Il murales simbolo della città di Ala Opere d’arte vestono le serrande di negozi chiusi Grande successo per i mercatini di natale Si basa sulla perequazione il prg del comune di Ala Approvato il piano di protezione civile comunale Il prezioso valore delle risorse boschive Ripristino e impermeabilizzazione di due pozze alpine alla sega Il cinema teatro Sartori è passato al digitale Nuova dotazione tecnologica per la sala del consiglio comunale Sicurezza stradale, tirocini estivi, arte... tante e belle le proposte dei giovani 25 36 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 40 42 Piazzamenti e soddisfazioni per l’equitazione all’americana Sui lessini famiglia di undici lupi Maurizio Lorenzini campione di ornitologia Il sogno americano di Mauro Tomasi Teatro ragazzi a gonfie vele 34° Edizione del Sipario d’oro Trent’anni di rassegna teatrale un bel traguardo festeggiato a teatro La guerra vissuta dalla popolazione pagina di memoria dimenticata I giovani di Viviamo(A)la portano movimento e colore in città Salute e divertimento al circolo pensionati Grande partecipazione al corso femminile di autodifesa «Dilloalpolitico.It» nuovo social network cento anni fa, il 27 maggio 1915 le truppe entrano ad Ala Gemellaggio Italia Orléans Brasile Un popolo senza storia è un popolo senza memoria 2 alanotizie ECONOMIA AZIENDE CON IL CUORE ALENSE E LO SGUARDO INTERNAZIONALE Reggono le ditte che lavorano con l’estero, come la Alberti, la Zampieri, la Marcante. Industrie, che hanno saputo far fronte, con l’innovazione del prodotto e della tecnologia produttiva, alla congiuntura negativa che ha investito l’Europa. È l’internazionalizzazione la chiave della tenuta dell’economia alense in questi anni difficili e di crisi. Nemmeno la città di velluto, quindi, fa eccezione rispetto alla regola descrittiva generale che vuole in buona, abbastanza buona, salute le imprese e i settori dell’economia che hanno saputo sviluppare relazione commerciali con la clientela estera. Mentre risultano in sofferenza, e questo vale anche per Ala, le imprese inevitabilmente legate al mercato locale e domestico, come quelle del settore edile e quelle che non hanno saputo cogliere l’occasione dell’internazionalizzazione degli scambi. Sono le attività industriali e artigianali, prevalentemente legate al settore della meccanica e della lavorazione della pietra, a garantire occupazione, reddito e fatturato alla città. E si tratta, per lo più, di aziende con il cuore alense, ovvero legate al territorio, nate dall’imprenditoria locale o da un’imprenditoria arrivata dall’esterno, ma poi solidamente insediatasi in città. Sono loro ad aver dato vita ad un modello di impresa territoriale, ma aperta agli scambi con il mercato estero. L’unico in questo momento capace di garantire redditività al lavoro. Dal settore della lavorazione dei marmi di lusso, come la Alberti, al settore della meccanizzazione del settore alimentare, come la Zampieri, o alle officine più tradizionalmente metalmeccaniche, come la Marcante, sono queste le industrie che in questi anni non hanno pagato lo scotto della crisi, anzi hanno saputo far fronte, con l’innovazione del prodotto e della tecnologia produttiva, alla congiuntura negativa che ha investito drammaticamente l’Europa. Salvando l’occupazione e in alcuni casi incrementandola e accrescendo i fatturati. Ala, quindi, anche nel 2014 si è confermata soprattutto una città a vocazione industriale, con un sistema di impresa diversificato, che va dall’alimentare, alla marmistica, alla metalmeccanica, il settore forse più avanzato. Imprese, a volte più piccole e gestite secondo i canoni del modello familiare, altre volte di media dimensione e affidate ad una direzione manageriale. Un sistema complesso e ricco, che, come si è già scritto, fa perno nel radicamento locale, che ha scongiurato e scongiura le tentazioni della delocalizzazione nei paesi terzi, e dall’altra nell’apertura convinta ai mercati esteri e agli agli scambi internazionali. Se questo è il cuore della produzione e dell’occupazione, l’economia alense, tuttavia, non manca di evidenziare segni di debolezza strutturale nei settori più colpiti dalla crisi, quelli prevalentemente dipendenti dal mercato domestico. Il crollo dell’edilizia residenziale ha portato con sé un vasto strascico di effetti negativi anche sulle aziende dell’indotto, impegnate nell’impiantistica e nella realizzazione di servizi. È qui che negli ultimi due anni la crisi ha colpito più duro; provocando disoc- alanotizie 3 cupazione, calo a picco dei fatturati e in qualche caso anche la chiusura delle aziende. L’altro settore, ormai in difficoltà da molti anni soprattutto a causa dell’aggressività dell’offerta estera è quello dei trasporti su gomma. Un’attività che per decenni aveva trovato ad Ala, grazie alla sua posizione vantaggiosa rispetto alle grandi vie di comunicazione, il contesto adatto alla crescita e allo sviluppo. Una posizione di vantaggio che in pochi anni, tuttavia, è stata travolta dalla concorrenza internazionale. Una crisi che ha avuto effetti a tratti devastanti sulle numerose aziende alensi del trasporto: alcune delle quali sono riuscite a mantenere le posizioni, riducendo il personale, ma cercando comunque di evitare la chiusura. Mentre altre sono state letteralmente travolte: è il caso della Martinelli Trasporti. Che ormai da anni sta combattendo per la sua sopravvivenza fra le aule di tribunale. E per la quale, proprio mentre stiamo andando in stampa, sembra essere arrivato il via libera definitivo alla procedura di concordato. Continua a restare uno dei settori di riferimento per l’integrazione del reddito, quello generato dall’agricoltura, in particolare dalla viticoltura. Il giro d’affari, prodotto da cantine sociali e aziende private concentrate soprattutto nelle frazioni a nord della città, viene stimato attorno ai 10 / 15 milioni di euro. Si tratta di una cifra importante che rappresenta uno dei cespiti sicuri dell’economia cittadina e delle famiglie alensi. Anche in questo caso, tuttavia, si è misurato un ridimensionamento abbastanza significativo rispetto ai numeri che si erano registrati negli anni Duemila; ma il settore nel suo complesso ha dimostrato una buona capacità di mantenimento della sua funzione tradizionale, quella di integrazione del reddito delle famiglie. In questo quadro, che si può riassumere con la parola tenuta, un ruolo lo hanno saputo recitare anche gli istituti di credito, con l’adozione di misure che hanno affrontato la crisi sia sul fronte delle famiglie sia sul fronte delle imprese, cercando di stimolare il tessuto produttivo e la nuova occupazione. Dalla Cassa Rurale negli anni scorsi era arrivata una misura di agevolazione per l’assunzione di nuovi lavoratori, che aveva come obiettivo la creazione di cento nuovi posti di lavoro, in cambio di un prestito azien- dale a tasso zero. Obiettivo raggiunto e riproposta quest’anno, seppure con tassi rimodulati, e con un plafond di tre milioni e mezzo di euro. Altre misure di agevolazione sono state messe in campo per la riqualificazione e ristrutturazione degli immobili residenziali. Complessivamente nei prossimi mesi saranno immessi sul mercato del denaro cittadino circa dieci milioni di euro, destinati ad un pacchetto di misure di agevolazione, che hanno come obiettivo il rilancio dell’economia. Una somma ingente tratta dalla liquidità fornita alla Rurale della Bassa Vallagarina dai recenti provvedimenti adottati dalla BCE. Resta sullo sfondo, come un convitato di pietra, il settore del turismo e dell’indotto, che se ne potrebbe avvantaggiare. Un settore che fino ad oggi non viene neppure stimato come rilevante nella descrizione del PIL alense. E tuttavia, è uno dei temi più discussi. Ne sottolinea le potenzialità anche Giuliano Deimichei, direttore generale della Bassa Vallagarina: “Se dovessi pensare ad un ambito di sviluppo dell’economia della zona, penserei al turismo. Fra Ala e Avio abbiamo a disposizione enormi risorse naturalistiche, penso ai paesaggi mozzafiato della Lessinia e alla suggestione del Parco Naturale del Monte Baldo. E poi ci sono i monumenti architettonici del centro storico di Ala e il castello di Sabbionara d’Avio. Una quantità di risorse, che oggi non producono ricchezza, se non marginalmente. Ma sono risorse disponibili, su cui è necessario cominciare a ragionare: sta lì, anche lì, credo il nostro futuro. Si tratta ora di capire come fare e cosa fare, pur con la consapevolezza che il turismo in Vallagarina sta attraversando un momento difficile anche in montagna. E oggi si presenta quasi come un terreno vergine”. Come fare, dove andare, quali misure adottare. Dai piani alti della Banca non arrivano indicazioni, ma piuttosto si cerca di organizzare la prospettiva e di gettare le basi e qualche presupposto. In questi mesi, per esempio, si sta registrando un confronto serrato, che ormai è diventato già qualcosa di più di un semplice confronto, fra le imprese cooperative che insistono fra Ala e Avio. L’idea è quella di costruire un circuito di fidelizzazione reciproca fra i soci di ciascuna coop, agricole, di credito, di consumo, di produzione, di lavoro. Un circuito che ottimizzi le prestazioni e i vantaggi per i soci. Su questa architettura, i cui contorni non sono ancora stati ufficializzati, spiega il direttore della Rurale “si potrebbero cominciare a delineare i contorni per un progetto di sviluppo turistico, che coinvolga sia il fondovalle lagarino sia la montagna. Credo che lo strumento cooperativo, capace di organizzare relazioni e creare valore, possa essere adatto anche ad avviare un processo di questo tipo. Non ci facciamo illusioni, non pensiamo ad operazioni destinate a stravolgere l’assetto economico della valle. Ma pensiamo piuttosto ad una serie di interventi capaci di rafforzare l’offerta turistica sul fronte dell’ospitalità e della ristorazione. Non è infatti pensabile alcuna ipotesi di sviluppo senza un’offerta adeguata e di qualità”. t 4 alanotizie CANTINA MORI COLLI ZUGNA TRA TRADIZIONE E MODERNITÀ Realtà con più di settecento soci D a qualche mese a questa parte è il presidente della Mori Colli Zugna, una delle più importanti cantine sociali del sistema Cavit. Suo padre, alla fine degli anni Cinquanta, era stato per un anno il primo presidente della Sociale di Serravalle, la Colli Zugna. Lui è Paolo Saiani, contadino viticoltore da una vita. Un passato e un presente di impegno cooperativo e politico, sempre a sinistra. Ma come è arrivato al vertice di una cantina che da sola rappresenta più del 10 % della viticoltura provinciale? Semplice: la cantina della borgata di Mori non è solo la cantina della borgata, è anche la la cantina della sinistra Adige alense, della sinistra Adige fra Marco di Rovereto e le frazioni a nord di Ala. Come racconta il nome, infatti, la Mori Colli Zugna è il risultato dell’unione di due cantine, quella di Mori e quella di Serravalle. Una fusione lungimirante avvenuta alla fine degli anni Novanta, nel 1997, mentre si stava preparando il momento di maggior successo della viticoltura com- merciale trentina legata al business del Pinot Grigio. La storia, però, era cominciata prima, molto prima: alla fine degli anni Cinquanta. Nel 1958 nacque la cantina sociale di Serravalle. L’anno prima quella di Mori. Negli stessi anni nasceva anche quella di Ala. Storie che si incrociano, con esiti differenti e che hanno dato luogo a sviluppi affatto differenti. La nascita delle due sociali alensi, negli stessi anni, infatti era stata preceduta da tante prove di dialogo e di avvicinamento fra gli agricoltori delle frazioni e quelli della città. Per un certo periodo, sembrò prevalere l’ipotesi di una cantina unica; una grande cantina che riuscisse ad inglobare tutta la produzione vinicola alense, che sentiva sempre più il bisogno di svincolarsi dai commercianti privati, prevalentemente concentrati a Chizzola, che dominavano il mercato della zona Ma, alla fine, le cose non andarono per il verso giusto. Oppure sì, con il senno di poi andarono per il verso giusto. Almeno a guardare le cose oggi. Il confronto fra i due mondi, quelli della città e quelli delle frazioni era in corso. La nuova cantina si sarebbe dovuta costruire a metà strada fra Ala e Serravalle, per non scontentare alcuno. Poi ci fu un’improvvisa accelerazione da parte degli alensi, l’opportunità di un’operazione immobiliare vantaggiosa che li indusse a scegliere un’area nell’immediata periferia della città, a San Martino, dove sorge ancora lo stabilimento vinicolo. La scelta degli agricoltori alensi, raccontano gli storici locali, lasciò perplessi i contadini delle frazioni a nord; perplessi sì, ma non scoraggiati: nemmeno loro perdettero tempo e si rimboccarono subito le maniche: decisero di costruire da soli la loro cantina. Era il 1958. Un percorso a zig-zag, quello che si concluse con al costruzione di due stabilimenti nel giro di pochi chilometri l’uno dall’altro e nello stesso comune, di cui oggi forse le ragioni risultano più chiare. Al di la della buona volontà e del medesimo afflato cooperativo, infatti, le due basi sociali, quella alense e quella delle periferie, erano profondamente diverse dal punto di vista sociologico. Mentre la Sociale di Ala nasceva per iniziativa alanotizie 5 dei grandi proprietari terrieri della città, alta borghesia contadina e aristocrazia del campi; la base sociale delle frazioni era, invece, composta soprattutto da contadini e da piccoli proprietari. Una diversificazione censuaria e sociale, che, al di la delle ragioni contingenti, spiega bene il perché delle difficoltà del dialogo di allora. E il perché alla fine questo dialogo si sia arenato. Da allora le strade delle due cantine non si sono più incontrate. Anzi hanno preso direzioni completamente opposte. La cantinona di Ala, ad un certo punto ha abbracciato il sistema Mezzacorona, la cantina cooperativa rotaliana di primo grado, che ancora oggi domina il mercato nazionale e quello internazionale. La cantina di Serravalle, al contrario, decise di restare nell’ambito del sistema Cavit, il consorzio di secondo grado, strumento operativo e commerciale di undici cantine sociali. Era la fine degli anni Novanta, il business dell’internazionalizzazione stava toccando l’apice. Ma per restare virtuosamente dentro questo grande mercato, il sistema richiedeva innovazione e ammodernamento. Massa critica sufficiente e ottimizzazione dei costi. Tutte cose difficili da raggiungere per una piccola realtà come quella di Serravalle, circa 30 mila ettolitri di vino. Che sembrano tanti a scriverli, ma che invece sono pochi se raffrontati all’oltre un milione di ettolitri della produzione trentina. Di fronte all’incalzare di questa sfida, mentre i cugini di Ala sceglievano senza tentennamenti la via rotaliana, i contadini cooperativi di Serravalle, sceglievano di restare dentro l’alveo della cooperazione Cavit e di negoziare una fusione con la Sociale di Mori, allora governata dall’ingegner Sartori, Francesco Sartori. Uno degli uomini più potenti del Trentino cooperativo di allora. Un interlocutore il cui nome era una sicurezza e una garanzia per il futuro. La fusione avvenne nel 1997 e in quell’anno nacque la Cantina Sociale Mori Colli Zugna. Alla vicepresidenza fu catapultato uno dei soci della Serravalle, il marcolino Gianfranco Pederzini. Un equilibrio fra presidenza, attribuita ai soci di Mori, e vicepresidenza, ai soci della Serravalle, durato per 15 anni, fino ad un anno fa. Il resto è cronaca di questi mesi: l’ascesa al vertice dell’azienda dell’alense Saiani. In un contesto cooperativo profondamente PAOLO SAIANI CON LUCIANO TRANQUILLINI A guidare una delle più importanti cantine sociali del sistema Cavit è l’alense Paolo Saiani. Presiede un’industria che fattura ogni anno 12 milioni di euro e ne distribuisce 9 ai soci. cambiato e omogeneizzato rispetto ai tempi della fusione. Per oltre dieci anni, i due stabilimenti continuarono comunque a funzionare insieme. Alcune varietà venivano lavorate nella sede di Serravalle, altre, la maggior parte, negli impianti di Mori, nella vecchia cantina di via del Garda. Fino al 2010, anno in cui si aprì il cantiere di una nuova cantina unificata, alle porte della borgata, lungo la strada che conduce a Chizzola. Un investimento senza precedenti: 27 milioni di euro, finanziati con il credito delle banche (attualmente l’esposizione è vicina agli otto milioni di euro), con l’autofinanziamento sociale e con la dismissione dei due vecchi stabilimenti. Quello di Serravalle ceduto a un’impresa immobiliare e quello di Mori venduto all’amministrazione comunale e oggi ancora senza una precisa destinazione d’uso. Il risultato di questo investimento e di questa delicata architettura finanziaria, è la nuova cantina ipogea – ovvero completamente interrata – in località Formigher. Uno stabilimento avveniristico, sia dal punto di vista architettonico, sia sul versante tecnologico. Raccolta e lavorazione delle uve avvengono seguendo procedure interamente computerizzate. Il lavoro dei soci nel vigneto segue il protocollo PICA, un complesso sistema informatico applicato alle campagne, testato per la prima volta proprio a Mori. Al vertice di tutto questo e al timone di una fase che per il futuro si preannuncia molto delicata, l’alense Saiani. A lui il comando di questa grande industria del vino lagarino, che da sola fattura ogni anno circa 12 milioni di euro e ne distribuisce quasi nove ai soci. Lo scorso anno le remunerazioni medie non si sono discostate molto da quelle provinciali: e non sono scese sotto gli ottanta euro per ogni quintale di uva conferita. Un patrimonio umano di settecento soci, mediamente ciascuno di loro coltiva un ettaro di vigna, dediti prevalentemente (90%) alla coltivazione di uve bianche internazionali, Pinot Grigio, Chardonnay e Mueller Thurgau, in vigneti dislocati per un terzio nel fondo valle, per un terzo in collina e per un terzo in alta collina e montagna, fra i 600 e i 1000 metri di altitudine. La produzione, per oltre i due terzi finisce nella rete commerciale del consorzio di secondo grado, e in piccola parte, circa il 10%, nelle 300 mila bottiglie che ogni anno vengono vendute in proprio direttamente in nella nuova enoteca Osti Nati Trentini e e nei punti vendita del circuito Horeca. t 6 alanotizie allla a an not no o t iz iizi zie ISIDE E MAURIZIO E IL SOGNO AVVERATO A Chizzola il Wine Bar Bacco 12 è un luogo di relazioni e socialità C i vuole del coraggio per inventarsi un lavoro, a quarant’anni. Eppure qualcuno lo fa. E ci riesce. Anche in condizioni difficili, almeno apparentemente. Riprende da Chizzola, il nostro viaggio fra i locali e gli esercizi commerciali di Ala. Dalla città, passiamo alla periferia. Dai locali storici che, soprattutto in passato, hanno fatto grande il borgo dei velluti, offrendo ospitalità e occasioni di socializzazione, alle frazioni, dove, invece, la storia sembra quasi ricominciare ora. Chizzola, non è un paese facile. È stata per molti decenni la frazione delle grandi aziende agricole e degli imbottigliatori. Poi diventò, soprattutto, la sua distilleria. Una grande azienda industriale che per decenni ha dato lavoro e ricchezza, al paese. Fino a quando qualcosa si è rotto. Fino a quando questo equilibrio si è incrinato definitivamente. E la presenza dell’insediamento industriale, anziché continuare ad essere una leva dello sviluppo, divenne un freno. Un elemento scoraggiante. E da Chizzola, la gente ha cominciato ad andarsene. O, almeno, a non arrivare più; mentre si assisteva allo sviluppo, anche residenziale e commerciale, delle alte frazioni a nord di Ala, sulla sinistra Adige. La chiusura drammatica, avvenuta in modo shockante della distilleria, sul finire degli anni Duemila, ha riaperto delle prospettive. E il paese si è come risvegliato e ha cercato di riprendere in mano il suo futuro. Comincia da qui anche la storia di Iside e Maurizio. Entrambi sono nati a Chizzola e Chizzola è il loro paese, il paese dove stanno crescendo una figlia, la piccola Carlotta. Entrambi arrivano da esperienze lavorative soddisfacen- ti e il loro curriculum non è quello dei baristi. Iside ha un diploma della scuola alberghiera, ha lavorato in hotel, ristoranti e in agenzie di viaggio. Maurizio, arriva da tutt’altro mondo: è impiegato nell’edilizia, insieme alla sua famiglia. Ma da sempre, fin da giovanissimo, coltiva un sogno, ed è lui a chiamarlo sogno: il sogno di avere un bar tutto suo. È un appassionato di food & beverage, nel tempo libero si documenta e studia. Trova anche il tempo per diventare sommelier. Alla soglia dei quarant’anni, Iside e Maurizio decidono che è arrivato il tempo di dare corpo al sogno, che nel frattempo è diventato il sogno di entrambi. Intanto Chizzola sta cambiando, sta diventando una delle frazioni più popolose della città: sta diventando un posto dove è bello anche pensare di poter vivere e di allevare i propri figli. Nasce così, poco più di due anni fa il alanotizie 7 Accanto al servizio bar ed enoteca si affianca la ristorazione in stile semplice e casalingo. Il locale si trova in periferia ma la marginalità è diventata un punto di forza. Wine Bar Bacco 12, sulla provinciale della destra Adige all’ingresso sud del paese. Una scommessa che a guardarla da fuori, dall’esterno, assomigliava ad una specie di follia, E lo ammette anche Maurizio ora: “Mi sono sentito chiedere da molti se ero matto”. In effetti, portare una tipologia di bar come quello immaginata da Iside e Maurizio in una piccolo paese, prevalentemente contadino, qualcosa di folle davvero ce l’ha. Ma la scommessa, l’hanno vinta loro: Iside e Maurizio. Dopo due anni il Wine Bar Bacco 12 è diventato un punto di riferimento sia per il paese sia per tanta gente che arriva da fuori, da Trento e dai centri dell’alto veronese, e che a Chizzola trova quello che non trova a casa sua, nella sua città. Soprattutto un servizio di enoteca e di mescita al bicchiere di livello medio – alto. È così che lo definisce Maurizio: “Fin dall’inizio questa è stata la mia idea: un eserci- zio commerciale poteva funzionare, qui a Chizzola, solo se fossimo stati in grado di offrire ciò che difficilmente si trova altrove in zona, un tipo di offerta medio – alta. E, ringraziando Dio, ha funzionato. Siamo riusciti a raggiungere il nostro sogno: aprire un wine bar tutto nostro e nel nostro paese. E soprattutto siamo riusciti a farlo funzionare”. E nel frattempo l’offerta è cresciuta e accanto al servizio bar ed enoteca, si affiancata anche un’attività di ristorazione, con uno stile casalingo e accogliente. Un po’ sul modello delle locande di una volta, con un piatto di pasta e una bistecca sempre pronte, a qualsiasi ora del giorno. E anche questa offerta ha trovato un largo apprezzamento. È il bilancio, positivo, di un’impresa commerciale innovativa, che ha saputo interpretare bisogni, desideri e mercato. E tradurli in valore econo- mico. Il rapporto con il territorio si è consolidato, il wine bar è diventato un punto di riferimento e di socializzazione anche per questa piccola comunità che si sta ringiovanendo e che si sta ingrandendo: “I paesani vengono qui, dimostrano di apprezzare e di condividere con noi il nostro stile. È una bella cosa. È una grande soddisfazione. Anche perché, in fondo, anche questo è il ruolo di un bar di paese. E noi siamo anche questo”. Poi ci sono quelli che si fanno anche decine di km per andare a bere un Brunello o un Barolo da Maurizio. Un tipo di clientela con una buona inclinazione alla spesa, che arriva a Chizzola solo per questo: per un buon bicchiere di vino. O per una birra artigianale che altrove non si trova. O per un liquore d’oltralpe difficile da trovare anche a Trento. È così che gira oggi. E gira bene, anche per Iside e Maurizio. A dare una mano, anche la posizione sulla provinciale: per un certo tipo di clientela quello che potrebbe essere uno svantaggio, la marginalità periferica, invece è un punto a favore. E allora c’è il traffico dei passanti e dei turisti. Non i turisti che frequentano Ala, ma quelli in viaggio verso nord o di ritorno dalle mete vacanziere del nord. E quelli che, soprattutto in inverno, frequentano l’altipiano di Brentonico e la sua montagna. Ed è così che un sogno diventa realtà, anche a Chizzola. Anche in un piccolo paese di periferia e di fondovalle, sapendo miscelare bene, come in un cocktail ben fatto, qualità, professionalità, distintività. E passione per il proprio territorio. Come hanno fatto Iside e Maurizio. t 8 alanotizie TERRITORIO IL SOGNO UNIVERSITARIO DI ALA DISSOLTO NELLA SPENDING REVIEW È durata solo dieci anni l’avventura di “città universitaria” L a storia di Ala, Città Universitaria è durata poco più di dieci anni. Un miraggio che si è dissolto nel nulla lo scorso luglio, quando dalla Provincia arrivò in piazza San Giovanni una scarna lettera con la quale molto semplicemente fu comunicato che “per motivi organizzativi”, l’esperienza poteva considerarsi conclusa. Dietro i motivi organizzativi, si intuivano ragioni economiche e finanziarie: in sostanza l’Università alense venne considerata come un’inutile spesa per le casse provinciali. Troppo costosi i rimborsi per il trasferimento degli insegnanti, eccessive le spese di funzionamento di una segreteria distaccata dalle sedi centrali. E via di seguito. È finita così senza dibattito e senza discussioni, senza nemmeno un tentativo di trattativa e di negoziato il sogno universitario della Città di Velluto. A distanza di sei mesi, oggi il vicesindaco Mondini parla di “scelta verticistica che ha impoverita la città”. Lo aveva già dichiarato nell’immediatezza della notizia. Da luglio, quindi, non è cambiato nulla: la partita dell’università è stata considerata definitivamente chiusa. Restano però sul tappeto una serie di questioni tutt’altro che insignificanti. A partire dal utilizzo degli alanotizie 9 Gli studenti erano arrivati a essere quasi trecento, perlopiù pendolari dell’Alto Veronese e del Basso Trentino. Le facoltà erano indirizzate alle professioni sanitarie e riabilitative. spazi, che fino allo scorso anno erano a disposizione degli studenti. Il progetto della cittadella universitaria, fu un sogno nato alla fine degli anni Novanta insieme a quello della città turistica, che avrebbe dovuto affidarsi alla suggestione dei velluti e dei palazzi barocchi. Ma quel sogno, mai diventato realtà, anche l’idea di trasformare Ala in una cittadella universitaria legata alle professione sanitarie è tramontata, in una giornata di inizio luglio. Quasi nell’indifferenza generale. Complice l’estate incipiente, le vacanze imminenti e forse anche la sottovalutazione del valore simbolico di quello che stava accadendo. Tutto era nato sul finire del secolo scorso: qualcuno stava intuendo che l’economia manifatturiera che per tre decenni era stata la spina dorsale dell’economia cittadina, stava esaurendo la sua spinta propulsiva e allo stesso tempo capiva che sarebbe stato intelligente provare a dare una prospettiva anche alla tradizione sanitarie della città. L’ospedale era stato chiuso nel lustro precedente. Ala era rimasta senza uno dei suoi capisaldi. Quel qualcuno era il sindaco di allora, Tiziano Mellarini. Che da una parte lavorò per creare le condizioni di un’economia turistica legata alle suggestioni della storia e della cultura, attingendo alla tradizione dei velluti e alle architetture barocche, dall’altra misurò il suo impegno sul fronte della costruzione di qualcosa che assomigliasse ad una città universitaria, un modo per riempire il vuoto lasciato dall’abbandono delle professioni ospedaliere. Un progetto complesso che allora aveva una sua logica politica e amministrativa. All’inizio degli anni Duemila, cominciarono ad arrivare i primi studenti. Nel corso del decennio, annualità dopo annualità, sfiorarono quota trecento, per lo più pendolari dall’Alto Veronese e dal Basso Trentino. Si trattava di facoltà universitarie che facevano riferimento prevalentemente alle professioni sanitarie e riabilitative: quattro corsi che toccavano l’ambito psichiatrico, quello odontoiatrico, quello della sicurezza ambientale e infine quello della radiologia. I partner di questo progetto furono individuati da una parte nell’azienda sanitaria del Trentino e dall’altra nella facoltà di Medicina dell’ateneo di Verona. In mezzo il Comune, che mise a disposizione gli immobili e cominciò a progettarne altri (la ristrutturazione del Convitto Silvio Pellico). Sulla carta un esempio da manuale di istituzioni collaborative. Ma tutto, in qualche modo, rimase in una dimensione embrionale. Ala non si aprì agli studenti e le amministrazioni che si succedettero negli anni successivi diedero per scontata la presenza dell’Università. Una situazione di stallo e di incomprensione che raccontò anche la nostra rivista in uno dei primi numeri. Era il racconto di due mondi, la città e gli studenti, che non si capivano e non facevano niente per capirsi. Quello dello scorso luglio fu, quindi, quasi un epilogo annunciato. La fine di un amore che in fondo non era mai sbocciato. E la quasi indifferenza con la quale la città ha preso atto del trasferimento a Trento e a Rovereto dei corsi universitari, evidenzia proprio questo. Da parte degli amministratori, oggi, si dice “non c’era niente da fare, non si poteva agire diversamente. Abbiamo dovuto prendere atto di una decisione adottata da altri senza alcun preavvi- so”. In realtà i segnali del disimpegno progressivo della Provincia c’erano stati. Ed erano stati anche piuttosto allarmanti, per chi avesse voluto leggerli e interpretarli. Negli ultimi anni infatti, i corsi universitari si erano assottigliati e alcune annualità erano state già soppresse. Anche l’ipotesi di trasformare l’ex convitto Silvio Pellico in uno studentato universitario era stata abbandonata un anno prima, quando l’azienda sanitaria aveva comunicato a piazza San Giovanni il suo disinteresse per gli spazi dell’ex Silvietto, restituendo di fatto le chiavi e imponendo all’amministrazione comunale l’ennesima revisione del progetto di recupero dell’immobile. Certo è che insieme all’università non se ne sono andati solo gli studenti, se ne è andato anche un sogno. Quello che era stato immaginato alla fine degli anni Novanta: rilanciare Ala e la sua economia, attraverso un mix di politiche legate alla cultura. A distanza di 15 anni, il turismo culturale continua ad essere una parola, peraltro sempre meno pronunciata ed evocata, e la prospettiva di assumere un ruolo vivace e appetibile per i giovani universitari, è tramontata. Ad Ala ora restano oggi restano solo gli spazi vuoti, gli stessi che per 15 anni anni erano stati assegnati agli studenti. A partire dal palazzo di via Roma, a fianco del Municipio, per il quale è ancora in essere un contratto di comodato con la Provincia. Ma che, nelle intenzioni dell’amministrazione, in futuro potrebbe essere destinato ad ospitare uffici e servizi comunali. t 10 alanotizie L’EX CONVITTO SILVIO PELLICO OSPITERÀ AULE SCOLASTICHE Un futuro per il polo scolastico S ono trascorsi quasi 15 anni dai primi progetti di recupero dell’ex convitto Silvio Pellico; per gli alensi fino ad una certa generazione, il Silvietto. Per anni era stata una delle istituzioni cittadine, il simbolo della vocazione culturale della città dei velluti. Uno studentato a servizio delle scuole ginnasiali, il segno di un’identità alta, nei fatti e non solo nelle ambizioni, per questa città quasi di confine, che continuava a mantenere un suo ruolo centrale e si aggrappava al futuro. Poi, piano piano il tramonto: la città perde il Ginnasio e lo studentato diventa un centro per l’accoglienza di giovani provenienti da situazioni complicate. Sono i prodromi della chiusura definitiva, che avverrà di lì a qualche anno. Iniziano subito dopo i primi progetti di recupero. La politica e la città si sbizzarriscono nell’immaginare un nuovo futuro per il Silvietto. Alla fine vince chi pensa a un ritorno alle origini. La città di velluto riscopre la sua vocazione nell’ambito della formazione, stanno arrivano i primi corsi universitari, finanziati dalla Provincia, dall’Azienda Sanitaria e dalla facoltà di Medicina di Verona. Il Silvietto si candida a diventare, di nuovo, uno studentato. Si torna al passato guardando al futuro. Siamo nei primi anni Duemila. Iniziano le progettazioni, le prime richieste di finanziamento e infine si arriva ad un progetto definitivo: l’edificio diventerà un vero e proprio studentato al servizio dei giovani attratti ad Ala dai nuovi corsi universitari. Ma già nella seconda metà degli anni Duemila, ci si rende conto che il sogno di rinverdire le vecchie tradizioni è, appunto, solo un sogno: i giovani sono poco attratti dall’idea di restare in città; arrivano al mattino, frequentano i corsi e preferiscono andarsene via nel pomeriggio, magari scegliendo come base d’appoggio altre città ben collegate con Ala dalla ferrovia: in fondo per arrivare a Trento o a Rovereto in treno ci vuole solo una manciata di minuti. Ed è per questo che già a partire dal 2006, la progettazione del recupero del Silvio Pellico, vira di nuovo. E si indirizza verso una ristrutturazione prevalentemente destinata ad ospitare laboratori e aule scolastiche. Gli spazi dello studenta- to subiscono una riduzione drastica. Passano gli anni, la progettazione prende forma e cominciano i lavori. Ma a metà dell’opera, un paio di anni fa, arriva un nuovo altolà: l’Università comunica di non essere più interessata all’edificio: né come studentato né come sede scolastica. Una specie di doccia fredda, che nei fatti anticipa la chiusura dei corsi universitari avvenuta nel 2014. Per il Silvietto, si ricomincia quasi da capo. I lavori si fermano e si riprende la progettazione in chiave esclusivamente scolastica, al servizio delle scuole elementari. Del resto la sua posizione è strategica rispetto al polo scolastico attuale e a quello che sarà nel futuro, una volta portata a termine la ricostruzione delle scuole medie. Intanto, comunque, la riprogettazione degli spazi del Silvietto si è conclusa: ospiteranno prevalentemente aule, servizi di pertinenza per la mensa e uffici di segreteria. Nei prossimi mesi, riconfermato il finanziamento provinciale originario, si attende la ripresa dei lavori. E la riapertura del portone di questo palazzo che un tempo costituiva una dei riferimenti centrali della città. t alanotizie 11 LA CHIUSURA DEL CONVENTO UNA FERITA PER LA CITTÀ Era il 1606 quando una comunità di religiosi giunse ad Ala e la città li accolse e costruì per loro una chiesa e un convento che per 400 anni fu luogo di accoglienza, di aiuto e solidarietà È una città frastornata quella che apprende della “chiusura” del convento dei padri Cappuccini, la scorsa estate. La notizia serpeggiava ormai da settimane. Ma era come se nessuno volesse crederci: la notizia sibilava fra i corridoi e nei chiacchiericci del paese, ma senza alcuna conferma. Poi a luglio le prime conferme, gli articoli sui giornali. Sono le stesse giornate durante le quali, la città apprende anche della soppressione definitiva del servizio di pronto intervento presso l’ex ospedale di Ala e della fine del sogno universitario di Ala, città della cultura. Tutto in pochi in giorni. Tutto negli stessi giorni. Ma la notizia della chiusura del convento, per ragioni di riorganizzazione tutte interne all’ordine monastico, è quella che lascia il segno più profondo. Una ferita: la città è il suo convento. E continua ad essere il suo convento, anche se ormai i frati sono pochi e sono anziani. Ma il convento continua ad essere un punto di riferimento, simbolico e reale. Per tutti. Alla fine di agosto, l’ultima messa e l’addio alla città. Sono trascorsi 400 anni da quando, i cappuccini arrivarono qui. È l’inizio del Seicento, nel sud Tirolo di lingua italiana, i cappuccini si sono già insediati ad Arco, a Rovereto e a Trento. Nel 1606 è la volta di Ala, una comunità di religiosi, provenienti dal vicino Veneto si ferma in città. E la città decide subito di accoglierli e di costruire per loro una chiesa e un convento. I lavori iniziano nel 1608: nel 1610 i frati entrano nel convento e nel 1614 la chiesa viene consacrata. Inizia da qui la lunga storia di fratellanza e di simbiosi fra gli alensi e i padri cap- puccini. Finita in una giornata d’estate dello scorso. Una ricostruzione sintetica dei passaggi più significativi che hanno interessato il convento è stata elaborata nei nei mesi scorsi, nell’ambito di un’associazione autonomista. È un lungo cammino che attraversa i fatti più drammatici della storia degli ultimi 400 anni: “Si ricorda la visita al convento di papa Pio VI, al ritorno del viaggio a Vienna nel 1782, l’evacuazione del convento nel 1796 per far spazio ai soldati francesi, il trasferimento dei frati in Italia nel 1915 e il ritorno nel 1919, il bombardamento di Ala il 25 febbraio del 1945, quando il convento, assieme ad altri edifici, venne colpito e raso al suolo e la successiva ricostruzione nel 1948”. Ma che cosa ha rappresentato il convento per gli alensi: per quattro secoli hanno riconosciuto bei frati e nel convento un punto riferimento, un luogo di aiuto e solidarietà spirituale ma anche materiale. Piccoli gesti come un piatto di minestra calda per gli indigenti e per i bisognosi, non sono mai mancati. Il convento divenne un luogo di rifugio durante i periodi duri segnati dalle carestie, dalle epidemie e dalla pestilenze. Il convento, per gli alensi, fu sempre qualcosa di più della sua chiesa. t 12 alanotizie I RISULTATI DEL PROGETTO INTERVENTO 19 I lavori socialmente utili contribuiscono a un’integrazione sociale condivisa D a anni il Comune di Ala accoglie la proposta dell’Agenzia del Lavoro, che mira a introdurre e integrare nel mondo del lavoro i disoccupati attraverso i cosiddetti lavori socialmente utili. Il progetto Intervento 19 (in precedenza noto come Azione 10) aiuta chi ha difficoltà a trovare un impiego e nel contempo concede contributi economici a quei Comuni disposti a favorire l’instaurazione di rapporti di lavoro a tempo determinato ai residenti in Trentino o iscritti all’Aire da almeno tre anni che, superati i 35 anni d’età, non lavorano da 12 mesi o, superati i 50 anni, non lavorano da almeno 3 mesi. Ma il progetto è rivolto anche agli invalidi e ai soggetti a rischio emarginazione. A loro vengono proposte attività pratiche di valorizzazione dei beni urbani e rurali, culturali e artistici, oppure partico- lari servizi ausiliari alla persona, ma anche compiti d’ufficio (riordino di archivi e recupero di lavori arretrati di tipo tecnico e amministrativo). Proprio in quest’ultimo ambito nel maggio 2014 il Comune di Ala ha individuato 8 figure da introdurre nell’organico dei propri uffici, con il progetto Riordino e digitalizzazione archivi e valorizzazione dei beni culturali. Fondamentale la mediazione dell’assessorato alle Politiche del Lavoro e alle Pari Opportunità. «L’utilità del servizio» ha detto l’assessore competente in materia, Franca Bellorio «poiché, nonostante il perdurante blocco delle assunzioni, questi collaboratori permettono agli uffici comunali di alleggerire il carico di lavoro e contemporaneamente il sistema mette nuovamente in circolo una nuova fonte di energia». Le collaborazioni si sono concentrate su Ufficio Ragioneria, Segreteria, Uf- Il progetto ha permesso a 8 persone di lavorare nel riordino e digitalizzazione degli archivi e valorizzazione dei beni culturali. ficio Anagrafe, Ufficio Tributi, Ufficio Cultura, e Biblioteca. «Per impiegare un numero più alto di operatori, abbiamo optato per quasi tutte collaborazioni part time – racconta Bellorio –. Visti i risultati, confidiamo di poterlo fare anche nel 2015». E infatti il progetto funziona, sia in termini di rendimento che in termini di richieste, come dimostrano le numerose iscrizioni raccolte dall’Agenzia del Lavoro nel mese di dicembre. t alanotizie 13 IL MURALES SIMBOLO DELLA CITTÀ DI ALA Ispirata alla vita e alla storia di Ala, la decorazione raffigura gli angoli e i personaggi più significativi I mpossibile non notarlo: il muro di cinta della piscina non è più grigio e inespressivo, ma si è vestito di immagini e colori. Una murales ideato dal giovane artista alense Filippo Menolli, studente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, che ne ha curato progettazione e realizzazione. La decorazione è strettamente legata al contesto di Ala e ne ripropone gli spazi, i monumenti, ma anche i personaggi più illustri e rappresentativi, a partire dalla parrocchia di Santa Maria Assunta, e poi palazzo Angelini e via dei vellutai, palazzo Azzolini, palazzo Pizzini, ma anche via Roma e alcune case popolari, fino a Palazzo Taddei e via Gattioli. Una topografia libera e immaginaria, «abitata» da una dama in abito settecentesco, un giovane Mozart e un San Carlo Borromeo: personaggi che, in momenti diversi del passato, varcarono le soglie del borgo, divenuto famoso in tutta Europa per la lavorazione dei velluti di seta. La decorazione del muro di cinta è incominciata venerdì 12 settembre, con la stesura del fondo, proseguen- do poi con le raffigurazioni nella giornata di sabato 13 settembre, in concomitanza con Viviamo(A)la, la manifestazione organizzata da un gruppo di giovani alensi, guidati da Melissa Boni, che ha riempito le strade di Ala con tanti eventi e iniziative diversi, tra musica, arte e sport che hanno permesso ai giovani di espri- mere i propri interessi, passioni, hobby in completa autonomia operativa ed esecutiva. «Dipingere è la mia passione» dichiara Filippo Menolli «ovviamente, con questo murales, spero di lanciare un messaggio dell’importanza del nostro borgo e di lasciare a chi lo guarda un simbolico biglietto da visita». t 14 alanotizie OPERE D’ARTE VESTONO LE SERRANDE DI NEGOZI CHIUSI Il progetto è nato da un’idea del consorzio dei commercianti “Ala Insieme” con Impact Hub di Rovereto R ianimare e valorizzare un centro storico bellissimo ma «deserto», riportando in auge un passato non troppo lontano, ripopolando vetrine e portoni e mostrando come vicoli, strade e piazze potrebbero essere se vi fossero delle attività commerciali. E, magari, favorire l’insediamento di nuovi esercizi. Questi, in sintesi, gli obiettivi alla base del progetto «Old Town Urban Lifting - Come ti faccio rivivere la città», ideato dal consorzio commercianti «Ala Insieme» in collaborazione con Impact Hub di Rovereto. Per realizzarlo è stato bandito un concorso nazionale riservato ad artisti, designer e illustratori, che si è concluso a novembre e che ha visto selezionati otto professionisti, provenienti sia dal Trentino che dal resto d’Italia: Filippo Consolati (Volano), Felix Lalù (Nanno), Marzia Grossi (Torino), Davide Lippolis (Trieste), Giò Pastori e Miss Goffetown (Mila- no), Emanuele Benetti (Mori), Raffaele Gabrielli (Levico). Il consorzio commercianti aveva individuato una serie di portoni dietro ai quali c’erano, fino a poco tempo fa, esercizi commerciali fiorenti, dove si svolgevano professionalità impor- tanti per la cittadina: il farmacista, il panettiere, il macellaio, il barbiere, il maniscalco, l’albergo… solo per citarne alcuni. Utilizzando le tecniche e i temi a loro più congeniali, gli otto artisti hanno lavorato fino alla metà di dicembre: ne sono risultati una se- alanotizie 15 Per realizzarlo è stato bandito un concorso nazionale che ha selezionato otto artisti, provenienti sia dal Trentino che dal resto d’Italia: Filippo Consolati (Volano), Felix Lalù (Nanno), Marzia Grossi (Torino), Davide Lippolis (Trieste), Giò Pastori e Miss Goffetown (Milano), Emanuele Benetti (Mori), Raffaele Gabrielli (Levico). rie di diversi pannelli, ciascuno dei quali riproduce le attività delle operose botteghe, il fermento dietro al bancone, la professionalità del servizio e la qualità delle materie prime. A ridosso del Natale, il 20 dicembre, nella cornice del centro illuminato a festa, i lavori, posizionati sulle vetrine e sui portoni delle vecchie botteghe, sono stati presentati alla cittadi- nanza, inaugurando un percorso che attraverso le piazze e le strade riporta alla luce il passato e indica un possibile futuro, che aspetta solo di essere «disegnato» dai futuri protagonisti. Adesso, passeggiando per le vie del centro, sembra che nuove attività abbiano aperto i battenti e l’effetto è ancora più suggestivo con il buio, quando, complici le ombre e le luci dei lampioni, le strade di Ala si trasformano nel palcoscenico di un teatro, animato da curiosi personaggi. Niente amarcord o nostalgico album dei ricordi: l’arte contemporanea, come al solito precorritrice e anticipatrice, immagina un domani per il centro di Ala, offrendo rivisitazioni e spunti innovativi per lavori concreti, che possono ancora avere un futuro. t 16 alanotizie GRANDE SUCCESSO PER I MERCATINI DI NATALE Molto apprezzate le animazioni e gli spettacoli dedicati ai bambini G rande successo e grande affluenza ai Mercatini di Natale organizzati dalla Pro Loco, in collaborazione con numerose associazioni alensi: l’edizione 2014 di «Ala, il Paese del tuo Natale», ha assunto in tutto e per tutto i connotati della festa popolare. I due fine settimana che hanno preceduto il Natale sono stati all’insegna della festa e dello stare insieme, complici le tante bancarelle disseminate lungo via Nuova. Un fenomeno che attira ogni anno nella nostra provincia sempre più turisti, in arrivo da tutto il nord Italia. La manifestazione è iniziata venerdì 12 dicembre, con l’arrivo di Santa Lucia e la distribuzione dei doni ai bambini. Si respirava nell’aria già la magia del Natale, fra le bancarelle degli esercizi commerciali e delle associazioni di volontariato sparse per le vie del centro, con idee regalo e gustosi pro- dotti tipici del territorio. Ma accanto alle bancarelle anche tante animazioni e spettacoli per i più piccoli. E per riscaldarsi dal primo freddo c’erano i punti di ristoro, dove si potevano assaggiare gli gnocchi di malga, l’orzetto alla trentina, le trippe, queste ultime preparate dagli Alpini di Ala, i canederli, la cioccolata calda e il vin brulè, offerti dalle associazioni aderenti. Letteralmente preso d’assalto dai bambini, ma anche da genitori e nonni, il trenino che percorreva le strade di Ala: un modo insolito e divertente, anche per i più grandi, per riscoprire le vestigia di uno dei centri storici più belli del Trentino. Impegnato in prima persona, il presidente della Pro Loco Antonio Cazzanelli ha, tuttavia, voluto ricordare che il successo della manifestazione è stato frutto di un lavoro di squadra, reso possibile dalla collaborazione attiva fra istituzioni, comitati, associazioni e commercianti della città e che, quindi, il merito va a tutti coloro che, a vario, titolo hanno contribuito e partecipato. E la soddisfazione è anche auspicio per il futuro. Cazzanelli, infatti, invita i giovani a farsi avanti: «Abbiamo bisogno di menti fresche che portino ulteriore innovazione e idee da poter condividere assieme per il futuro della nostra città». t Soddisfatto Antonio Cazzanelli Presidente della pro Loco che ha voluto ricordare come la riuscita della manifestazione sia frutto di un lavoro di squadra e invita i giovani a farsi avanti. alanotizie 17 SI BASA SULLA PEREQUAZIONE IL PRG DEL COMUNE DI ALA In sostanza i cittadini e i proprietari rinunciano a una parte dei vantaggi della programmazione urbanistica a favore dell’ente locale È una storia accidentata quella della variante al pianto regolatore della città. Ci si mise di buzzo buono, la giunta Tomasoni nella seconda metà degli anni Duemila. Un incipit che aveva come obiettivo quello di riordinare il profilo urbanistico di una città profondamente cambiata, sia dal punto di vista demografico che sociale. L’iter cominciò, fra molte complicazioni e con molte ambizioni, ma rimase a metà strada. Il consulente a cui era stata affidato il compito di redarre il piano, nel 2009 fu costretto a gettare la spugna, a causa di una vicenda giudiziaria che lo aveva coinvolto. Il filo dei ragionamenti che si erano fatti in quel periodo, tuttavia, fu ripreso anni dopo, nel secondo tempo della sindacatura Perwoni. E si arriva così al 2012: una serie di vincoli di bilancio avevano impedito alla nuova amministrazione di riaf- fidare l’incarico in tempi più celeri. Un percorso a zig zag fra norme provinciali e disposizioni regolamentari, che sembrano finalmente concludersi a fine ottobre 2014. Con una prima discussione in aula, a cui segue la votazione, poi contestata a causa dell’incompatibilità di un assessore. Una ferita procedurale che impone una nuova votazione, avvenuta il 12 novembre. Ma anche questa volta, quando ormai tutto sembra concluso, quasi come una maledizione, l’amministrazione non riesce a portare a termine il lavoro cominciato: l’approvazione in prima lettura della variante, infatti, avviene con un paio di giorni di ritardo rispetto ai termini cautelativi, il 10 novembre, che blindano l’azione amministrativa durante l’ultimo semestre prima delle nuove elezioni. Sul documento, peraltro, pesavano anche numerose obiezioni di carattere procedurale, già avanzate in sede amministrativa. Un percorso, dunque, che fin da principio, ha mostrato in controluce la difficoltà di interpretare il cambiamento in chiave urbanistica. Il documento, predisposto con l’ausilio dello staff tecnico della Comunità della Vallagarina, quindi oggi formalmente non esiste più. Gli amministratori che usciranno dalle urne il prossimo 10 maggio, dovranno riprendere in mano tutto il discorso. Un punto di partenza, tuttavia, non può che essere rappresentato dal lavoro cartografico e dall’architettura di pensiero che regge il documento inciampato nelle pastoie della legge elettorale. In particolare, l’approccio di chi prenderà le redini del municipio a partire dal prossimo maggio, non potrà non fare i conti con alcuni temi nevralgici, il riordino dell’area delle Distillerie, la questione della bonifica delle cave, quella dello sviluppo residenziale, e con una 18 alanotizie parola che è anche un’indicazione di metodo, e questa parola è: perequazione. Perequazione, quindi. Parola ostica, partorita dal lessico per lo più incomprensibile e cervellotico della burocrazia, dietro la quale, tuttavia, si cela un principio abbastanza semplice e tutto sommato di buon senso: tu dai una cosa a me e in cambio io do una cosa a te. Una specie di baratto, che ha come obiettivo da una parte quello di creare vantaggi per i cittadini e dall’altro quello di arricchire il patrimonio comunale. È questo il principio generale che ha ispirato il documento appena annullato ma che dovrà in qualche maniera innervare anche la prossima pianificazione. Il senso di questa che sembra una scelta obbligata sta tutta nelle parole di un amministratore uscente che ha seguito da vicino l’iter della variante: “Siamo di fronte ad una prospettiva di riduzione significativa delle risorse pubbliche; si prepara una stagione destinata a cambiare radicalmente il profilo e il peso dell’azione della pubblica amministrazione. Se questo è vero non si può fare altro che usare la leva della perequazione: i cittadini e i proprietari si impegnano a rinunciare ad una parte dei vantaggi tratti dalla programmazione urbanistica, a favore dell’ente locale”. È probabile, quindi, che comunque vadano le cose quella della perequazione sia la pista che dovrà essere seguita anche in futuro. Ma nel concreto cosa significa? Può aiutare a capire meglio, osservare per sommi capi l’ossatura della variante decaduta, in ordine ad alcune delle emergenze urbanistiche emerse in questi anni. Ex distillerie, cave e kartodromo Una parte del compendio industriale che per decenni ha segnato la fisionomia del borgo, quello posizionato a valle, verso l’Adige, circa due ettari, nelle previsione avrebbe dovuto cambiare destinazione e diventare terreno agricolo. In cambio le cubature in- dustriali “spendibili” sarebbero cresciute del 20 %, ma sarebbero state “spostate” in un’altra zona, più a sud; l’area individuata era quella di uno dei grandi impianti di cavazione presenti sul territorio comunale e ormai in via di esaurimento. A cui sarebbero stati concessi circa dieci ettari a destinazione industriale sotto il piano del suolo, in cambio del ripristino anche le aree di Chizzola. Il risultato di questa operazione, avrebbe consentito la bonifica, con una caratterizzazione agricola, di una parte parte cospicua dei terreni delle ex distillerie, senza disperdere le cubature industriali; alanotizie 19 alle quali veniva attribuita una funzione di risanamento delle aree delle cave. Tutto questo sulla carta, come opportunità messa a disposizione degli imprenditori. Una leva, quella dell’incremento delle cubature industriali dentro una logica perequativa, che potrebbe, forse, spingere qualche investimento manifatturiero. Un meccanismo simile era stato previsto anche per il trasferimento, sempre con la formula dell’interramento, dell’impianto del Kartodromo: anche in questo caso l’area individuata era una di quelle oggi di proprietà dei cavatori; e anche in questo caso, il vantaggio, da una parte, sarebbe consistito nella rimessa in pristino delle zone originariamente agricole, oggi occupate dall’impianto sportivo, e dall’altra nella bonifica, con un aumento delle cubature per l’impianto sportivo, di una cava in via dismissione. Lo strumento della perequazione, nella sua applicazione concreta tuttavia, deve fare i conti con la risposta dell’economia. Che, comunque, non è scontata. Qualcuno, nell’ambito della grande impresa, di fronte a questo modello pianificatorio, infatti, aveva giù sollevate parecchie perplessità, accusando quest’architettura di “un approccio astratto, dall’approccio di chi non sa bene cosa significhi, per un’azienda, mettere in campo risorse di questa entità”. Obiezioni che i prossimi programmatori, forse, do- vranno tenere in considerazione per rendere più efficace, nel concreto, la leva della perequazione. CASERMA DEI VIGILI DEL FUOCO Un disegno che seguiva le linee dello scambio equo fra pubblico e privato, nella variante votata in consiglio comunale a novembre, era previsto anche per la realizzazione della nuova caserma dei vigili del fuoco volontari. L’area individuata era quella a ridosso di San Martino, in direzione zona industriale. Anche in questo caso attraverso un meccanismo di reciprocità fra amministrazione comunale e privati si individuava un’area privata da cedere all’amministrazione comunale, in cambio di cubature residenziali e di infrastrutturazioni. Una soluzione che avrebbe trovato concretezza solo a condizione di un rilancio degli investimenti sul mattone. In realtà questa soluzione, nei ragionamenti degli amministratori, era una sorta di piano b. La soluzione principe per dare ai pompieri della città una nuova casa, infatti, sarebbe dovuta passare per un’altra strada, quella di una complessa permuta immobiliare con la Patrimonio Trentino SpA, a cui cedere in un pacchetto unico sia l’ex compendio industriale della Slanzi Motori, oggi di proprietà comunale e adibito a deposito del cantiere pubblico e un tempo fiore all’occhiello della prima industrializzazione alense, sia il patrimonio residenziale, dieci appartamenti, nella zona a sud della città, nelle vicinanze dell’attuale sede dei vigili del fuoco. In cambio di tutto questo, Patrimonio si impegnerebbe a realizzare una nuova caserma in zona Marani, oggi a destinazione industriale, ma con poche prospettive di sviluppo, almeno nell’immediato. Una soluzione che consentirebbe al Comune di avere a disposizione il nuovo immobile e allo stesso tempo di “liberarsi” di un patrimonio immobiliare infruttuoso. Ma anche questa, dopo, la decadenza della variante, resta solo un’ipotesi di lavoro, che in futuro potrebbe cadere. 20 alanotizie APPROVATO IL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE Segue le linee guida della Provincia e garantisce il corretto svolgimento delle operazioni in caso di emergenza I l Servizio Tecnico Urbanistico del Comune, in collaborazione con il comandante dei Vigili del Fuoco Volontari Mauro Mattei e con il supporto del Dipartimento della Protezione Civile della Provincia di Trento, ha provveduto alla redazione del Piano di Protezione Civile comunale. Approvato dalla Giunta in data 24 luglio, dall’11 agosto il Piano è pubblicato sul sito web del comune ed è arrivato alla stesura definitiva con la delibera del Consiglio comunale n. 43 di data 2 ottobre 2014. Condiviso dal Dipartimento di Protezione Civile della Provincia di Trento, dal Corpo dei Vigili del Fuoco e dalla Comunità della Vallagarina, il Piano di Protezione Civile comunale è uno strumento per rispondere a emergenze o calamità, per minimizzare danni e disagi e garantire sicurezza ai cittadini, ottimizzando competenze e risorse. Si tratta di un insieme organico di dati (caratteristiche del territorio, mappa dei rischi, disponibilità di risorse umane e materiali) e procedure (sistema di comando e controllo, sistema d’allarme, modello d’intervento) da conoscere e combinare per un impiego ottimale in caso d’emergenza; in pratica, il Piano di Protezione Civile comunale definisce la tipologia di emergenze e di attività di protezione civile e individua le risorse e i servizi disponibili per affrontarle. «Gli uffici hanno lavorato incessantemente per concludere il Piano nei tempi richiesti» ricorda il sindaco di Ala, Luigino Peroni. «Il Servizio Tecnico Urbanistico ha compiuto un lavoro preciso di analisi del territorio e di verifica delle competenze e delle risorse disponibili, per giungere alla redazione di uno schema comportamentale da seguire in caso di emergenza. Ora, ci spetta il compito di divulgare le informazioni raccolte e diffondere le regole basilari che ogni cittadino deve conoscere per aiutare a garantire la sicurezza pubblica». Per agevolare la consultazione delle principali informazioni del Piano in fase di emergenza, è stato predisposto un Manuale operativo, che riassume i contenuti essenziali del piano. Strutturato secondo le linee guida proposte dalla Giunta provinciale, con la consulenza di Rubi Pedrazzo, referente per la Protezione Civile della PAT, il Piano di Protezione Civile comunale è suddiviso in sei sezioni: inquadramento generale: presenta gli elaborati cartografici relativi alla distribuzione delle acque, dei rilievi, della viabilità; individua le zone sensibili e quelle atte a ospitare i servizi strategici; organizzazione dell’apparato di emergenza: riporta l’organigramma completo di nomi, competenze e recapiti dei referenti per le diverse funzioni; risorse disponibili: aree coperte e scoperte disponibili nelle diverse località di Ala e mezzi di trasporto di cose e persone, attrezzature, materiali; scenari di rischio: classificazione dei possibili scenari in relazione alla realtà locale; informazione alla popolazione e autoprotezione: come viene dato l’allarme e quale comportamento adottare per l’incolumità propria e degli altri; verifiche periodiche ed esercitazioni: il Piano è soggetto a verifica annuale, Redatto uno schema comportamentale da seguire in caso di emergenze o calamità, per minimizzare danni e disagi e garantire sicurezza ai cittadini; in pratica, il piano definisce la tipologia di allarme e di attività di protezione civile e individua le risorse e i servizi disponibili per affrontarle revisione ogni 10 anni e aggiornato in caso di significativi cambiamenti del contesto (tessuto sociale e territorio) e delle strutture. Il Piano di Protezione Civile comunale affida al sindaco, autorità di protezione civile comunale, il compito di scegliere i membri del Gruppo di Valutazione (GdV) che opera presso il Centro Operativo Comunale (COC) per il supporto nelle decisioni in emergenza e nel coordinamento degli interventi; al Sindaco inoltre compete l’attribuzione delle Funzioni di supporto (FUSU), da attivare in caso di emergenza, qualora necessario. t AMBIENTE alanotizie 21 IL PREZIOSO VALORE DELLE RISORSE BOSCHIVE Q uello di Ala è uno dei Comuni amministrativi più estesi del Trentino. Gran parte della sua superficie si estende lungo le pendici della montagna che divide la provincia dal Veneto, lungo la linea della Lessinia. Un comune prevalentemente di montagna, quindi, sebbene il suo centro urbano si sia sviluppato nel fondovalle, lungo l’asta dell’Adige. Ma il patrimonio silvo – pastorale resta, comunque, uno dei più ricchi della provincia. Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, era prevalentemente qui, nel bosco di Ala e nei pascoli delle malghe, che si produceva la ricchezza della città. E gli alensi erano, soprattutto, un popolo di boscaioli. Oggi non è più così, l’industrializzazione, la crescita della viticoltura di fondovalle e l’espansione del terziario ha cambiato anche il profilo sociale ed economico della borgata, quello del bosco è soprattutto un reddito integrativo per le famiglie contadine, mentre le aziende che vivono esclusivamente sul commercio di legame, soprattutto da ardere, si possono contare sulle dita di una mano. Eppure le risorse boschive continuano ad essere un bene prezioso. Il nuovo piano decennale di assestamento silvo – forestale, è stato approvato dal consiglio comunale nei mesi scorsi. Si tratta di uno strumento di programmazione fondamentale per il mantenimento, lo sviluppo e la produttività della montagna e dei suoi boschi. Alcune novità ne hanno contrassegnata l’approvazione. Innanzitutto l’ampliamento significativo dei lotti produttivi: ovvero nei prossimi dieci anni si potrà tagliare più legname. Legname, prevalentemente destinato al riscaldamento. Luca Zomer, assessore all’Agricoltura, che ha curato l’iter di preparazione del piano, usa queste parole: “Il lavoro fatto nei decenni precedenti, volto soprattutto a consolidare il patrimonio boschivo, ci permette oggi di disporre di una maggior quantità di bosco da mettere sul mercato dei taglialegna. In questi anni, fra l’altro, la domanda è cresciuta, sia da parte delle famiglie che delle ditte specializzate, e noi possiamo permetterci di soddisfarla, proprio grazie al lavoro fatto negli anni passati. Il piano che abbiamo approvato, quindi, pur mantenendosi fedele ad una gestione rigorosa delle risorse del bosco, che non saranno intaccate nemmeno per gli anni futuri, prevede un significativo ampliamento delle possibilità di abbattimento”. L’altra Il nuovo piano decennale di assestamento silvo – forestale, prevede l’ampliamento significativo dei lotti produttivi e la possibilità di strade per consentire, dove possibile, di raggiungere aree boschive fino a oggi inaccessibili. novità di rilievo contenuta nel nuovo piano di assestamento, riguarda, invece, la viabilità. È ancora l’assessore Zomer a spiegare le scelte dell’amministrazione: “Si sono voluti valorizzare e promuovere gli interventi a favore di una viabilità boschiva di servizio rispetto alla produttività del bosco; in sostanza si sono previste strade che consentissero, laddove possibile, di raggiungere aree boschive fino ad oggi inaccessibili. E anche questa misura consentirà di una più efficace gestione del nostro patrimonio boschivo”. t 22 alanotizie RIPRISTINO E IMPERMEABILIZZAZIONE DI DUE POZZE ALPINE ALLA SEGA Realizzate nell’autunno, sono pronte per il prossimo alpeggio estivo a malga Cornafessa e malga Scortigara di Cima F ondamentali per l’abbeveraggio degli animali sui pascoli alpini, le pozze sono ancora più importanti in un territorio carsico come quello della Lessinia trentina. Oltre a risolvere il problema della mancanza di sorgenti, l’accumulo di acqua destinata alle malghe dà anche un contributo importante a livello naturalistico, sia animale che vegetale. La presenza delle pozze in Lessinia è storicamente attestata e di recente si sta diffondendo la pratica del recupero di queste aree tipiche, sui territori adibiti a pascolo nei pressi delle malghe. Nell’ultimo Piano di sviluppo rurale della Provincia di Trento è previsto un finanziamento per i lavori di manutenzione e ripristino di queste aree, soggette a un naturale deterioramento. «Grazie anche a questi fondi per gli interventi di miglioramento ambientale» spiega l’assessore alle Attività Ambientali Luca Zomer «l’amministrazione punta a fornire ogni malga di almeno una pozza impermeabilizzata, dove il fondale non è più in terra battuta: le pozze vengono rivestite di un telo impermeabile che garantisce un maggior accumulo di acque piovane nel periodo estivo, dato che l’unica perdita avviene per evaporazione». A malga Cornafessa nel 2014 si è deciso di impermeabilizzare una seconda pozza, per gestire meglio il pascolo e per garantire agli animali un nuovo punto di abbeveraggio nella parte bassa dei prati. Nel frattempo sono stati conclusi i lavori a malga Scortigara di Cima, mentre nel 2013 le attività hanno coinvolto malga Sega, deturpata dalla grandine, malga Coe e prima ancora malga Revoltel. Su un totale di oltre 30 pozze nel territorio comunale, ne vengono sistemate circa una o due all’anno – difatti la relativa vita media si attesta sui 15/20 anni – mentre è biennale l’opera di pulizia superficiale, meno gravosa sia sul fronte tecnico che su quello economico. Le pozze impermeabilizzate sono state recintate da staccionate per evitare l’ingresso agli animali di grandi dimensioni e garantire, quindi, maggior pulizia e qualità dell’acqua; sotto al telo è stata inserita una rete elettrosaldata contro i danni da perforazione, di solito operati dalle marmotte, e i possibili danni da cinghiale; infine, un tubo garantisce il collegamento diretto al vicino abbeveratoio strettamente dedicato alla malga. Su progetto del dottore forestale Tiziano Bertagnin, il costo totale degli interventi ammonta a 46.340,02 euro, di cui 35.288,54 per lavori, appaltati all’Impresa Lessinia con un ribasso del 18,50%. Sulla spesa ammessa dalla Provincia, pari a 30mila euro, è stato fornito il contributo dell’80% pari a 24 mila euro. t alanotizie 23 IL CINEMA TEATRO SARTORI È PASSATO AL DIGITALE Il nuovo impianto offre un’ottima qualità sia di visione che di ascolto C on la stagione cinematografica dello scorso autunno il Cinema Teatro Sartori ha inaugurato un nuovo impianto di proiezione digitale con audio dolby surround, che offre un’ottima qualità sia di visione che di ascolto. In un contesto nazionale che vede il progressivo passaggio dalla proiezione analogica delle pellicole al sistema digitale, l’amministrazione comunale alense ha scelto di non restare a guardare e di darsi da fare per aggiornare i dispositivi e offrire così una programmazione di eventi più ricca e variegata. «In concomitanza con la sostituzione del sistema di proiezione presso il Cinema Teatro Sartori – ha spiegato il sindaco Peroni – il Comune ha ritenuto opportuno rinnovare anche l’impianto audio, ormai obsoleto, e il telo schermo». L’Ufficio Attività Culturali, Turistiche e Sportive del Comune di Ala, incaricato di seguire i lavori relativi a questo importante passaggio, si è rivolto a un esperto del settore, Mario Pedrotti, per la definizione della strumentazione più adatta alle caratteristiche della sala cinematografica. La cablatura e la messa in opera (anche dell’impianto dolby) sono stati affidati alla ditta Ampex di Avio, mentre la ditta Prevost Srl di Settimo Milanese ha vinto l’appalto per la fornitura del sistema di digitalizzazione, completo di impianto dolby e telo schermo, con un ribasso del 13,50% sul prezzo base di gara per un costo complessivo di 48.872,50 euro + Iva. Un intervento a cui hanno contribuito il Coordinamento Teatrale Trentino e il Servizio Attività Culturali della Provincia, che già nell’agosto 2013 avevano sottoscritto un accordo per assicurare un contributo provinciale pari al 55% della spesa, per gli interventi di adeguamento delle sale cinematografiche comunali. Un balzo in avanti di non poco conto, che però non dimentica il passato: le vecchie «pizze» in celluloide, infatti, non finiranno ad ammuffire in un armadio, ma, schedate e archiviate, saranno ancora visionabili, grazie a una macchina per la proiezione su pellicola che è stata mantenuta funzionante in sala regia. t NUOVA DOTAZIONE TECNOLOGICA PER LA SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE Nuovo impianto audio-video, due monitor tv, videoproiezione, rete wireless e tablet per i consiglieri L a Sala Consiliare del Comune di Ala è stata dotata di un nuovo impianto audio-video, comprensivo di due monitor tv, due postazioni di comando del sistema di videoproiezione, rete wireless e tablet per i consiglieri Un’innovazione importante, che consentirà di svolgere in modo più agevole i lavori del Consiglio, superando, per esempio, le difficoltà derivanti dalle interruzioni dell’audio durante gli interventi di assessori e consiglieri. Grazie al nuovo impianto sarà, inoltre, possibile eliminare alcuni problemi legati alla verbalizzazione delle sedute: la doppia registrazione, oltre a offrire maggiore sicurezza, renderà più veloce la trascrizione degli interventi, migliorando il lavoro degli uffici. Un obiettivo, quello della digitalizzazione, che è in sintonia con il D.Lgs. 83/2005 «Codice dell’Amministrazione digitale» e che rientra fra le priorità dell’attuale Amministrazione, poiché contribuisce a rendere più efficienti i servizi, riducendo nel contempo i costi e garantendo la fruibilità delle informazioni anche in modalità digitale. Questo progetto si integra, inoltre, con quanto adottato con deliberazione giuntale n. 96 dd. 26.06.2013 che prevedeva la realizzazione di un nuovo sito internet istituzionale, all’interno del quale troverà spazio un’area dedicata al «deposito degli atti» per la consultazione dei consiglieri comunali. Nella sala consiliare sono stati installati due monitor TV 55’’ full HD wifi collocati sui due lati della sala consigliare, orientabili sia verso il pubblico che verso i consiglieri. Il sistema di videoproiezione sarà comandato da due postazioni fisse dotate di notebo- ok touch. Nella sala sarà attivata una rete wireless per poter inviare con Wifi le videoproiezioni direttamente ai due monitor e ai tablet dei consiglieri, sui quali saranno visualizzati in tempo reale i contenuti audio e video. Con i tablet e la rete Wifi del comune si potrà consultare il materiale del consiglio disponibile su una cartella protetta del sito del comune e navigare in internet solo in alcuni siti istituzionali. Il nuovo allestimento della sala consiliare darà, inoltre, la possibilità di un utilizzo più ampio, per esempio in occasione di presentazioni alla cittadinanza di progetti di valenza generale o qualora emerga la necessità di effettuare collegamenti in streaming verso destinazioni remote. La Sala Consiliare potrà essere utilizzata anche da parte di gruppi e associazioni per iniziative che interessino la collettività. t 24 alanotizie SICUREZZA STRADALE, TIROCINI ESTIVI, ARTE... TANTE E BELLE LE PROPOSTE DEI GIOVANI Le iniziative si rivolgono ai giovani (11-29 anni) dei Comuni di Ala, Avio, Brentonico, Ronzo Chienis U n’offerta ricchissima quella che compone il Piano Operativo Giovani 2015, ossia il programma di iniziative rivolte a giovani e ragazzi (11-29 anni) dei Comuni di Ala, Avio, Brentonico, Mori e Ronzo-Chienis. Il Piano Giovani 4 Vicariati ha voluto dare particolare spazio alle proposte arrivate direttamente da ragazzi, che si assumono così l’impegno di organizzare e gestire le attività, e alle iniziative con cui i giovani si prendono cura del proprio territorio e delle persone che ci vivono. Ed ecco, in sintesi, i progetti che si svolgeranno nel Comune di Ala: Animatori, un po’ si nasce un po’ si diventa dell’Associazione NOI Oratorio Ala (in collaborazione con il NOI Oratorio Pilcante, Ass. Filò di Sabbionara e Turiscoop Lessinia). Il corso, che inizierà verso aprile, si rivolge a quei ragazzi 15-25 anni che vogliono fare o già fanno gli animatori nei grest o nelle colonie durante l’estate, per dar loro una base teorico-pratica e strumenti per le attività e renderli consapevoli del loro ruolo educativo. Bus4fun 2.0: I ragazzi della Consulta giovani di Ala, visto il successo del Bus4fun 2014, hanno deciso di far proseguire questo progetto sulla sicurezza stradale, in particolare quella legata alle uscite del sabato sera. Dopo un primo incontro informativo, aperto a tutti, con un medico della Stella d’Oro e un rappresentante dei Carabinieri, ci sarà un breve corso di grafica/ comunicazione per preparare i materiali promozionali e informativi. Infine si realizzeranno 4 uscite in discote- ca in pullman (solo per maggiorenni). Giovani all’opera 2015: anche quest’anno i Comuni e gli altri membri del Tavolo, in collaborazione con il Centro per l’Impiego di Rovereto, la Coop. Progetto 92 e la Comunità di Valle della Vallagarina, hanno deciso di organizzare dei tirocini estivi di 2-3 settimane, per studenti 16-19 anni, presso enti pubblici e aziende private del territorio. Le iscrizioni apriranno a marzo. Viviamo(A)la 2.0 dell’Associazione Alacadabra di Ala. Dopo il successo della prima edizione, svoltasi nelle vie e piazze del centro storico di Ala il 13 settembre 2014, i giovani organizzatori hanno deciso di proporre una nuova edizione di questo evento artistico-culturale che dà la possibilità ai giovani artisti locali di esibirsi e di mostrare le loro abilità e passioni. La festa, aperta a tutti, si svolgerà anche quest’anno a settembre. Come negli scorsi anni, prosegue poi l’attività dell’Infogiovani per informare sulle tante altre attività e opportunità attivate dal Piano Giovani negli altri comuni dei 4 Vicariati, ma anche da altri progetti provinciali, nazionali Confermata la seconda edizione di Viviamo(A)la, evento artistico culturale che dà la possibilità ai giovani artisti locali di esibirsi e mostrare le loro abilità. Prosegue anche l’attività dell’Infogiovani. ed europei. Per restare aggiornati su proposte, eventi, corsi, bandi, esperienze all’estero, ecc., basta consultare la pagina FB Pianogiovani Quattro Vicariati oppure inviare un’e-mail con scritto “richiesta aggiornamenti”; le attività del Piano Giovani si possono seguire anche attraverso il sito del Comune di Ala (aree tematiche > Piano Giovani). Contatti Infogiovani: tel: 366.3444728 | email: vic4giovani@ comune.ala.tn.it Sede Infogiovani: via Cesare Battisti, 1 – Ala. t INFO PER LE AZIENDE Le aziende del comune di Ala interessate ad aderire al progetto Giovani all’opera 2015 e quindi ad ospitare un tirocinante di età compresa tra i 16 e i 19 anni durante l’estate 2015, possono contattare Luisa Armellini, referente organizzativa del Piano Giovani, al numero 366-3444728 o all’indirizzo mail [email protected]. NATURA alanotizie 25 PIAZZAMENTI E SODDISFAZIONI PER L’EQUITAZIONE ALL’AMERICANA Il Luna Ranch di Santa Lucia di Chizzola è una associazione sportiva creata un paio di anni fa da un gruppo di amici e appassionati dello stile di equitazione western S i è conclusa domenica 2 novembre 2014 con le finali dei Campionati italiani di Verolanuova (Brescia) la stagione delle gare regionali Performance Fitetrec Ante di equitazione americana: un circuito di 5 tappe, dedicate all’equitazione western, dove i partecipanti, per lo più giovani e bambini, si sono cimentati in percorsi di abilità e precisione nelle varie discipline della monta western (Showmanship, Horsemanship, Western Pleasure, Reining, Trail, Ranch Horse Pleasure). Grandi soddisfazioni e tanto divertimento in queste gare per gli allievi del Luna Ranch di Santa Lucia di Chizzola, una associazione sportiva creata un paio di anni fa da un gruppo di amici e appassionati dello stile di equitazione americano. Il Luna Ranch si dedica alla diffusione e alla promozione dell’equitazione western. Le porte sono aperte per tutti quegli adulti e bambini che desiderano conoscere da vicino il mondo del cavallo, imparando come gestire e prendersi cura di questo splendido animale. Alle gare regionali del 2014 hanno partecipato e debuttato per la prima volta le più piccole del team: Giulia Castellani e Francesca Righi sul mitico Ciccio nella categoria Walk and Trot e Jessica Palumbo, sempre in sella a Ciccio, e Chiara Ristori con la bellissima Giada nella categoria Principianti Youth. Aurora Chizzola, in sella a Filippo, ha ottenuto ottimi piazzamenti nella categoria Novice Youth, classificandosi per le finali italiane, alle quali però non ha partecipato causa impegni scolastici. Per gli adulti, invece, hanno ottenuto buoni risultati nella categoria Novice Amateur Paolo Menegoni su Dynamite Sultan, Marta Pongan in sella a Smart e Serena de Mattia in sella a Meggie, mentre nella categoria Open si è distinto Andrea Brozzi con Smart. Immensa soddisfazione per Nazarena Miori in sella al suo Marley nella ca- tegoria Amateur, che dopo aver vinto il campionato regionale ha ottenuto il titolo italiano nella disciplina del Ranch Horse Pleasure e Western Pleasure e un secondo posto nazionale nell’Horsemanship, classificandosi Italian Reserve Champion (secondo classificato) nell’All Around (la somma dei punti di tutte le gare). Tutto merito della preparazione che gli allievi del Luna Ranch ricevono dal loro istruttore Luca Chemolli, che con pazienza e tanta passione li ha seguiti ed accompagnati nella preparazione di queste gare. t 26 ala 26 alanotizie al a la n la not no o t izi ot iizzzii e izie SUI LESSINI FAMIGLIA DI UNDICI LUPI Attrazione turistica o problema? U ndici lupi si muovono tra Trentino e Veneto, sui monti Lessini. Attrazione turistica secondo qualcuno, un grosso problema per altri. Senza dubbio, parte integrante dell’ecosistema. La famiglia di Slavc e Giulietta, la coppia di lupi arrivata tre anni orsono, si è allargata e reclama spazi di vita. E la convivenza con l’uomo, com’era prevedibile, si dimostra a tratti piuttosto difficile, specialmente quando si fanno i conti con la paura e i pregiudizi. Intendiamoci: il lupo resta un animale pericoloso per gli armenti e i diversi casi di attacchi al bestiame (l’ultimo a malga Riondera) hanno scatenato la rabbia degli allevatori della zona. Ma il numero e l’entità di queste aggressioni non giustifica il clima di paura e a tratti di delirio che si è creato negli ultimi tempi e che è arrivato al parossismo con l’ordinanza del sindaco di Verona Flavio Tosi di sparare ai lupi. Ordinanza poi revocata (i lupi sono una specie protetta!), ma che ha con- tribuito ad alimentare uno stato di ansia, che è sfociato, manco a dirlo, in un generale «al lupo, al lupo». Mentre negli ultimi tempi i comuni della Lessinia hanno votato delibere per chiedere alla Regione l’uscita dal progetto Life WolfAlps e l’allontanamento del branco, ad Ala, che non è propriamente un comune lessinico, ma che tuttavia amministra una parte di questo territorio, si è creato subito un clima diverso. Un clima meno ostativo e orientato, invece, alla conoscenza di quello che viene riconosciuto come un fenomeno straordinario: ovvero, l’incontro fra un lupo balcanico (Slavc) e una lupa italica (Giulietta), che proprio sui Lessini hanno dato vita a un branco. Un avvenimento formidabile, sia per il territorio che per la ricerca internazionale. Ad Ala, dicevamo, grazie all’ordine del giorno presentato lo scorso ottobre dal consigliere Alberto Pinter, approvato con 15 voti favorevoli e due astensioni (risultava, tuttavia assente il sindaco Il Consiglio comunale si è ispirato ai valori del progetto Life WolfAlps per individuare le migliori forme di collaborazione e fornire un’adeguata informazione sulla presenza del lupo. Peroni, uscito dall’aula al momento della votazione), il Consiglio comunale si è impegnato con delibera numero 39 «a individuare le migliori forme e collaborazioni per fornire un’adeguata informazione in merito alla presenza del lupo alla popolazione e alle categorie economiche locali operanti in ambiti interferenti», ovvero allevatori e operatori turistico-alberghieri, in un progetto «da attuare di concerto con il Servizio foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento» e con le associazioni locali. t alanotizie 27 Di più: il Consiglio si impegna anche a valutare l’opportunità di ospitare ad Ala, di concerto con altri enti pubblici e di ricerca, uno specifico congresso a carattere sovraregionale. L’Ordine del giorno si ispira ai valori del progetto Life WolfAlps: «Al di là delle legittime istanze di particolari gruppi di interesse, la collettività considera il lupo come una risorsa da tutelare». Non un danno, ma «una presenza significativa per il mantenimento degli equilibri naturali degli ecosistemi di cui è parte», la cui protezione «passa attraverso la salvaguardia dell’intera biodiversità dell’habitat in cui vive. Tutelare il lupo significa, in definitiva, difendere l’intero ecosistema montano e l’esistenza di un ambiente più integro». Un elemento di cosi alta biodiversità va visto, insomma, come un valore e un’opportunità per la Lessinia stessa, per impostare attività nuove, che va- dano oltre l’allevamento, le serre per i piccoli frutti, gli sport invernali (in questo caso, sempre che la neve arrivi). Oltre lo sfruttamento del territorio. E per arrivare a questo servirà sicuramente tanto confronto e il contributo sia di chi è favorevole al lupo, sia di chi invece è contrario alla sua presenza. Perché è evidente che il futuro del lupo va di pari passo con una positiva e consapevole convivenza con l’uomo, che preveda anche misure di prevenzione, atte a diminuire le situazioni di conflitto che si creano con chi in Lessinia vive di allevamento e ne può subire il danno. Dando seguito alla delibera, il Comune, in collaborazione con il Servizio Foreste e Fauna, ha organizzato il 15 dicembre una serata informativa in una Sala Zendri stracolma, a testimonianza del grande interesse dei cittadini a ricevere informazioni sul tema. Dopo gli interventi del sindaco e di Claudio Groff del Servizio Foreste e Fauna, si è sviluppato un vivace dibattito con il pubblico che tuttavia, nonostante le legittime preoccupazioni di alcuni presenti, soprattutto allevatori, si è mantenuto su toni costruttivi. Il dibattito ha riguardato in particolare le ragioni della conservazione del lupo sulle Alpi e le complicazioni che la sua presenza può comportare per le attività umane; le previsioni di espansione della specie; i possibili conflitti con i cacciatori; i metodi di prevenzione per proteggere le mandrie; i tempi e modi dei risarcimenti in caso di predazione. I relatori hanno risposto al pubblico con informazioni e dati scientifici. Su aspetti non ancora sufficientemente indagati hanno molto onestamente dichiarato una componente di incertezza e la necessità di sviluppare consapevolezza collettiva in proposito. Nel frattempo, anche da queste pagine lanciamo una rassicurazione agli alensi che frequentano la Lessinia: i lupi sono animali schivi, non costituiscono una minaccia per l’uomo, di cui hanno paura. Per informazioni e aggiornamenti sulla situazione ci si può rivolgere al personale sia del Distretto Forestale di Rovereto che del Servizio Foreste e Fauna di Trento, nonché alla Stazione Forestale di Ala. A queste strutture possono essere richieste in comodato gratuito anche opere per la difesa del bestiame (recinzioni elettriche) o l’indennizzo di eventuali danni subiti dal lupo. Aggiornamenti sulla situazione dei grandi carnivori in provincia (orso, lupo e lince) sono, inoltre, disponibili sul sito www.orso. provincia.tn.it. t 28 alanotizie MAURIZIO LORENZINI CAMPIONE DI ORNITOLOGIA Tre medaglie d’oro e tre d’argento al Campionato mondiale di Ornitologia svolto alla Fiera del Levante di Bari C he il comune di Ala abbia dato i natali a personaggi illustri, questo ormai lo sappiamo. Quello che forse non sappiamo è che Ala può vantare addirittura un campione di ornitologia. Il suo nome è Maurizio Lorenzini, abita a Serravalle e di recente ha portato a casa un risultato di assoluto prestigio: è salito sul gradino più alto del podio al 62esimo Campionato mondiale di Ornitologia che si è svolto alla Fiera del Levante di Bari nel gennaio dello scorso anno. Il campionato era organizzato dalla Federazione Ornicoltori Italiani sotto l’effige della Com (Confederazione Ornitologica Mondiale), presieduta dal piacentino Salvatore Cirmi. Un evento di grande portata, che ha visto Maurizio Lorenzini vincere con ben 3 medaglie d’oro nella categoria ibridi e indigeni con un lucherino maschio, uno stamm di fringuelli e un ibrido di canarino del Mozambico, nonché 3 medaglie d’argento con un verdone, un serinus esotico e uno stamm di verzellino. Quella degli stamm è una particolare e difficile categoria, perché composta da un gruppo di quattro esemplari, che oltre ad essere il più vicino possibile allo standard ufficiale di quel tipo, devono essere il più possibile simili tra loro. Erano migliaia gli uccelli di tutte le razze che hanno partecipato al mondiale, in rappresentanza delle diverse nazioni. Da tutto lo Stivale sono arrivati nel capoluogo pugliese quasi 17.000 uccelli domestici. Ma dal resto del Globo sono arrivati numeri altrettanto importanti: 2.100 gli esemplari Erano migliaia gli uccelli di tutte le razze che hanno partecipato al mondiale, in rappresentanza delle diverse nazioni. Solo dall’Italia sono arrivati nel capoluogo pugliese quasi 17.000 uccelli domestici. E dal resto del mondo sono giunti numeri altrettanto importanti: 2.100 gli esemplari spagnoli, 1.500 quelli belgi, 1.000 quelli portoghesi, 900 i tedeschi e altrettanti olandesi e francesi, 500 turchi, 400 svizzeri come quelli greci, 200 austriaci e altrettanti inglesi. spagnoli, 1.500 quelli belgi, 1.000 quelli portoghesi, 900 i tedeschi e altrettanti olandesi e francesi, 500 turchi, 400 svizzeri come quelli greci, 200 austriaci e altrettanti inglesi. Maurizio Lorenzini fa parte dell’Associazione Ornitologica Trentina (Aot), un sodalizio storico con sede a Trento, composto da oltre 140 soci, che ogni anno organizza una mostra ornitologica. Le ultime edizioni si sono svolte a Cavareno. Sul sito web dell’associazione (www.aot-trento.com) si possono trovare tutte le informazioni per chi volesse intraprendere l’allevamento di questi splendidi uccellini domestici. t alanotizie 29 SPORT IL SOGNO AMERICANO DI MAURO TOMASI Dopo la Maratona di New York era di nuovo in pista alla Half Marathon di Riva del Garda A vevamo scritto di lui anche nell’ultimo numero, ma da allora… quante ne sono successe! E, soprattutto, quanta strada ha percorso ancora il nostro Mauro Tomasi, quante maratone e quante imprese ha portato a termine. Ma procediamo con ordine: intanto, grazie alla sua incredibile tenacia e forza di volontà e grazie anche al sostegno dei suoi tanti amici e tifosi, Mauro Tomasi è riuscito a coronare il suo sogno, quello di correre alla Maratona di New York. Il 2 novembre scorso, dopo 42 chilometri, Mauro ha tagliato il traguardo della regina di tutte le maratone con un tempo di 5:53:08, spingendo la sua carrozzina (una carrozzina normalissima e anche piuttosto pesante) con il solo braccio destro. E lungo il percorso non sono mancate le difficoltà, tra cui il vento, che soffiava forte, e il Ponte di Queensborough di circa 800 metri con un dislivello di 42 sul livello del fiume East River. Neanche il tempo di scendere dall’aereo e smaltire il fuso orario e Mauro era già di nuovo in pista. Esattamente una settimana dopo, il 9 di novembre, ha partecipato alla Half Marathon di Riva del Garda: giocava in casa, ma era l’unico partecipante a correre in carrozzina. Un’altra settimana e Mauro è volato in Spagna, per correre la Maratona di Valencia il 16 novembre: altri 42 km di fatica, ma soprattutto di forti raffiche Gli amici del gruppo Facebook «Sei di Ala se…» gli hanno organizzato una serata in cui, oltre ai complimenti, Mauro ha ricevuto anche una targa da parte del Comune: come riconoscimento per le straordinarie imprese portate a termine e come incoraggiamento per quelle che in futuro verranno. di vento, che però non sono riuscite a fermarlo e Mauro ha tagliato il traguardo, portando a termine la corsa in 6h 23’ 44’’. Prima ancora però c’erano state la Maratona di Berlino il 28 settembre e la Lake Garda Marathon il 12 ottobre: facendo due conti, sono ben 5 maratone in 49 giorni. In totale sono 16 imprese sportive ufficiali dall’inizio della sua attività (nel 2012), di cui 11 solo nel 2014. Risultati e ritmi che neanche atleti comuni riescono a portare a termine. Ma per il 2014 Mauro aveva in programma anche la Maratona di Pisa del 21 dicembre, ma ha dovuto rinunciare per… mancanza di accompagnatori! In compenso ha avuto una serata, tutta dedicata a lui, nella sua Ala. Una serata organizzata dagli amici del gruppo Facebook «Sei di Ala se…», durante la quale, oltre ai complimenti, Mauro ha ricevuto anche il segno tangibile dell’apprezzamento da parte del Comune di Ala: una targa come riconoscimento per le straordinarie imprese portate a termine e come incoraggiamento per quelle che in futuro verranno. Ma il sostegno e l’incoraggiamento più grande per Mauro è sapere di essere di aiuto agli altri: «A tanti do il coraggio e la speranza di andare avanti, anche se a volte la vita sembra che ci abbia girato le spalle. Vedendomi trovano la forza per ritornare a credere e vivere la vita serenamente, superando tanti problemi. E vale per tutti, non solo per persone con disabilità. Tanti mi scrivono o mi fermano per strada ringraziandomi: sapere che posso aiutare altri mi dà ancora più voglia di continuare». t 30 alanotizie TEATRO TEATRO RAGAZZI A GONFIE VELE Quest’anno ai giovani viene offerta la possibilità di assistere alle prove, confrontarsi con gli attori, i tecnici e i registi T eatro ragazzi, teatro per la scuola. Un tipo di teatro che si definisce per il pubblico a cui si rivolge, che produce spettacoli per bambini e adolescenti, che coinvolge anche gli insegnanti e la famiglia. L’assessorato alla Cultura del Comune di Ala lo ha riproposto anche quest’anno, nella convinzione che questo sia un’insostituibile strumento formativo, multidisciplinare e interdisciplinare. Ma non solo. Il teatro rappresenta anche una peculiare forma di comunicazione, che si distingue dalle altre forme artistiche (per esempio il cinema) per il fatto di essere interattiva. Prezioso strumento di crescita e veicolo di emozioni, il teatro è però anche una «macchina» complessa, che utilizza molti strumenti comunicativi dietro ai quali si nascondono competenze, tecniche, abilità e professionalità specifiche. La novità di quest’anno è stata dunque quella di offrire ai ragazzi anche l’opportunità di scoprire cosa avviene dietro le quinte, come si costruisce uno spettacolo, come agiscono i diversi protagonisti. Non solo spettacoli, quindi, nella Rassegna 2015, ma anche la possibilità di assistere alle prove, di confrontarsi con gli attori, con i tecnici e i registi. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche l’incontro con Moni Ovadia, un grande protagonista delle scene e al tempo stesso un momento di riflessione sul grande drammatico tema della Shoah in occasione della Giornata della Memoria. di David Conati, con David Conati, Giordano Bruno Tedeschi, Andrea Sbrogiò, regia Giampaolo Fioretti Lunedì 23 febbraio, ore 10.30 Con la testa tra le nuvole di e con Alessandro La Rocca e Andrea Ruberti Martedì 31 marzo, ore 10.30 Il giro del mondo in ottanta giorni testo e regia di Luigina Dagostino, con Daniel Lascar, Claudio Dughera, Claudia Martore t Martedì 20 gennaio, ore 10.30 Incontro con Moni Ovadia Moni Ovadia dialoga con i ragazzi delle classi terze della scuola secondaria in occasione della Giornata della Memoria Venerdì 6 febbraio, ore 9.00 O.D.I.S.S.E.A. di David Conati, con David Conati, Andrea Sbrogiò Venerdì 6 febbraio, ore 11.15 I.N.F.E.R.N.O. INCONTRO CON MONI OVADIA Il 20 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, Moni Ovadia ha incontrato i ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di primo grado di Ala dopo aver proposto, la sera del 19 gennaio, lo spettacolo «Cabaret Yiddish». Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in scienze politiche ha dato avvio alla sua carriera d’artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, e poi via via proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un “teatro musicale” peculiare, in cui le precedenti esperienze si innestano sulla sua vena di straordinario intrattenitore, oratore e umorista. Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante, quell’immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare, e di cui si fa memoria per il futuro. alanotizie 31 34° EDIZIONE DEL SIPARIO D’ORO 43 Spettacoli in 13 teatri della valle con più di 10 mila presenze Q uarantatrè serate di spettacolo in tredici teatri della Vallagarina: a Rovereto, Lizzana, Ala, Serravalle, Avio, Sabbionara, Brentonico, Mori, Pomarolo, Trambileno, Castellano, Pedersano, Volano. Un concorso nazionale che mette a confronto otto tra le migliori compagnie italiane di prosa amatoriale, selezionate tra ottanta domande di partecipazione giunte da tutte le regioni del nostro Paese. Un circuito che negli altri comuni del territorio, e in collaborazione con la Cofas e la Unione Italiana Libero Teatro, esprime il meglio del teatro popolare trentino. Una particolare attenzione nei confronti delle giovani generazioni, per le quali vengono realizzati specifici percorsi formativi in collaborazione con la scuola. Il tutto seguito da un pubblico in costante crescita che lo scorso anno ha superato le diecimila presenze. Questo in sintesi il Sipario d’Oro, il Festival Nazionale del Teatro Amatoriale promosso e realizzato dalla Comunità della Vallagarina con il supporto dei Comuni, della Provincia automa di Trento, della Regione Trentino-Alto Adige e con l’organizzazione della Compagnia di Lizzana. Un omaggio a una delle più belle espressioni dell’arte popolare qual’ è appunto il teatro amatoriale. Ma anche e soprattutto un percorso di crescita culturale dell’individuo e della comunità sia attraverso il rapporto diretto, vivo, autentico dell’arte scenica con gli spettatori, sia nel confronto con testi e autori della prosa più varia - grande e minore, classica e contemporanea, locale e internazionale - sia con il coinvolgimento di un pubblico di tutte le età e le fasce sociali valorizzato anche nelle comunità più piccole e decentrate.Un percorso di impegno culturale e artistico che si sviluppa con significativo e crescente successo da 34 anni e che nel segno dei valori di apertura e di visione propri del Teatro invita la nostra Comunità a una crescita non solo materiale, ma anche delle idee, della creatività, dell’amicizia, della solidarietà. Le date per il teatro Sartori di Ala sono sabato 21 febbraio con “Peter Pan, un musical fantastico” della Compagnia di Lizzana, 28 febbraio teatro di Serravalle con “Quello... buonanima” per la Compagnia Argento Vivo Cognola; 7 marzo sabato al teatro di Serravalle con “El sagrestan de Don Albino” con la Filo Arca di Noè di Mattarello, 14 marzo teatro di Serravalle con “Hotel del buon riposo” con la Filo La Sportiva di Denno. t 32 alanotizie TRENT’ANNI DI RASSEGNA TEATRALE UN BEL TRAGUARDO FESTEGGIATO A TEATRO Iniziata lo scorso autunno la Stagione di Prosa 2014/2015 P er festeggiare l’occasione speciale del trentennale della Stagione di Prosa, il Comune di Ala ha voluto offrire un calendario ancora più ricco di presenze importanti e, pensando a un evento per la giornata di presentazione, si è ispirato alla formula del Match di improvvisazione teatrale: lo scorso 25 ottobre sul palcoscenico del Teatro Sartori, gli attori hanno dovuto muoversi e recitare senza un copione, mentre il pubblico, vero protagonista, suggeriva temi e situazioni. Adesso la Stagione è entrata nel vivo. Dopo lo shakespeariano Il Mercante di Venezia con Giorgio Albertazzi, regia di Giancarlo Marinelli (18 novembre), Tutta colpa di Eva, di Ippogrifo produzioni in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne (26 novembre), Sanguinare inchiostro di Andrea Castelli per ricor- dare la tragedia della Grande Guerra (7 dicembre), dopo il classico Cabaret Yiddish di Moni Ovadia per la Giornata della Memoria (19 gennaio) e dopo il monologo di Natalino Balasso di Stand up (31 gennaio) il cartellone offre altri appuntamenti di grande spessore. Sabato 28 febbraio, la versione completamente al femminile di un successo di Trevor Griffiths, Comedians per la regia di Renato Sarti porrà all’attenzione del pubblico l’utilità sociale del teatro, della comicità in particolare. E a primavera, nella Giornata della Liberazione, sabato 25 aprile, l’autore e interprete trentino Andrea Brunello sarà Libero nel Paese della Resistenza: un personaggio e la sua famiglia raccontati nella mattina del 2 settembre 1943, quando il quartiere della Portela a Trento veniva devastato dalle bombe. Infine, mercoledì 27 maggio La Grande Guerra meschina alanotizie 33 di e con Alessandro Anderloni ricorderà l’ingresso delle truppe italiane nel territorio di Ala, pochi giorni dopo la dichiarazione di guerra nel 1915. Fuori cartellone, in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara vanno ricordati il Rigoletto di Giuseppe Verdi (5 dicembre) presso il Teatro Sociale di Trento, a prezzo ridotto e trasporto in pullman gratuito e il tradizionale appuntamento di Natale per i bambini, nella rassegna Anch’io a teatro con mamma e papà (17 gennaio), Sotto la neve – Minuetto d’inverno. Infine, la consolidata collaborazione col Teatro di Rovereto permetterà anche stavolta di portare gli abbonati nel rinnovato Teatro Zandonai con pullman gratuito da Ala, per due spettacoli di sicuro interesse: martedì 17 febbraio, La scena di Cristina Comencini con Maria Amelia Monti e Angela Finocchiaro e mercoledì 11 marzo Una pura formalità dal film di Giuseppe Salvatores, pièce diretta e interpretata da Glauco Mauri. «Anche quest’anno, dopo 30 stagioni di prosa ad Ala» è il commento dell’as- sessore alla Cultura Paolo Mondini «il Comune si è impegnato ad offrire un Teatro incubatore di emozioni e di idee, indispensabile collante per costruire una comunità aperta, dialogante, vivace e propositiva». Ulteriori informazioni e dettagli: Biglietteria del Teatro Sartori, tel. 0464 671633 Ufficio Attività Culturali, Turistiche e Sportive, tel. 0464 674068 Comune di Ala, venerdì 24 ottobre 2014 t LA GUERRA VISSUTA DALLA POPOLAZIONE PAGINA DI MEMORIA DIMENTICATA Il lavoro di ricerca tra storia e drammaturgia di Francesca Aprone S i prepara al debutto con un nuovo spettacolo intitolato “Ma si vede ancora il cielo”. Lei è Francesca Aprone, alense, da sempre appassionata di teatro; negli ultimi tempi ha intrapreso un lavoro di ricerca fra storia e drammaturgia. Dedicando i suoi ultimi lavori all’anniversario della Grande Guerra. Ma non solo. A inizio gennaio, con l’accompagnamento della cantante Maire Brusco, anche lei alense, a Chizzola. nel salone Wine Vista Martinelli, è stata protagonista di una toccante serata che ha tenuto il pubblico con il fiato sospeso, proponendo una selezione ragionata e non scontata di poesie e di letture a sfondo natalizio. A marzo, il debutto, sempre a Chizzola, del nuovo spettacolo nato dalla collaborazione con il Gruppo culturale del paese e incentrato sul periodo dell’occupazione italiana del villaggio, appena dopo lo scoppio della prima guerra mondiale. Un lavoro che ricompone un pezzo di memoria dimenticata e squarcia il velo dell’oblio Nel carnet di lavori figurano spettacoli dedicati all’occupazione italiana dopo lo scoppio della prima guerra mondiale. su alcune delle fasi più drammatiche della guerra vissuta dalla popolazione civile. Il lavoro sulla guerra a Chizzola, arriva a poco meno di sei mesi da “Tralci di Guerra”, monologo scritto e recitato dalla Aprone con la consulenza scientifica dell’associazione Memores e la collaborazione dell’assessorato alla Cultura del Comune di Avio e della Viticoltori. Un testo dedicato all’impatto del primo conflitto mondiale sulla società contadina di Avio, andato in scena, oltre che ad Avio anche in altri centri della Vallagarina. Protagonista una vigna parlante: la vigna di Enantio, l’autoctono lagarino ormai scomparso, ma testimone fedele del dramma vissuto dalle popolazioni di frontiera durante la guerra di redenzione. t 34 alanotizie I GIOVANI DI VIVIAMO(A)LA PORTANO MOVIMENTO E COLORE IN CITTÀ Nasce l’associazione Alacadabra I ragazzi di «Viviamo(A)la», dopo una riuscitissima prima edizione che il 13 settembre scorso ha portato nella città di velluto una miriade di musicisti, attori, ballerini, skater, giocolieri, modelli e writer, movimentando le vie del centro storico, hanno deciso che è ora di cominciare a fare le cose sul serio. Giovani, affiatati e con le idee chiare hanno capito che Ala ha bisogno anche di questo: di arte, musica, colori e movimento. Perché Ala avrebbe tutte le carte in regola per diventare una realtà viva e vivace, calderone di cultura artistica e musicale, di sperimentazioni, di associazionismo e di volontariato, ma ha anche bisogno che tutte queste enormi qualità vengano portate alla luce, fatte conoscere. Di qui l’idea di mettersi in gioco ancora più seriamente e di costituirsi in associazione: il frutto di questa unione di intenti si chiama Alacadabra ed è stata presentata ufficialmente la sera del 3 gennaio con una festa al Caffè Commercio. Il presidente è Juri Pinter, il vicepresidente è Cristiano Lorenzini, mentre nel direttivo e come soci ci saranno tutti i ragazzi che sono stati l’anima e il cuore della prima edizione di «Viviamo(a)la»: tutti giovanissimi (età media 26 anni), tutti di Ala e dintorni. «Vogliamo far capire ad Ala che ci siamo – spiegano – e abbiamo già presentato il progetto per la prossima edizione di «Viviamo(a)la», che si terrà a settembre. Abbiamo già una bozza dell’itinerario della festa e cercheremo di coinvolgere anche le altre associa- zioni e realtà alensi. E ne approfittiamo per dire che chi vuole far parte del gruppo può farsi avanti, ogni contributo è bene accetto». Il progetto che sta alla base di una manifestazione come «Viviamo(a)la», sostenuta tra l’altro anche dal Piano Giovani dei 4 Vicariati e delle Politiche Giovanili della Provincia di Trento, «parte dall’esigenza di noi giovani di ricominciare a vivere attivamente la realtà del nostro paese, attraverso tutti i tipi di arte che per mestiere o per hobby pratichiamo. Vogliamo dare l’opportunità a tutti i giovani di esprimersi nel loro modo migliore attraverso l’arte che praticano. Gli alensi spesso non sanno cosa facciamo e troppe volte le limitazioni burocratiche o i moralismi inchiodano la nostra arte. Al tempo stesso, vorremmo che questa fosse l’occasione per far tornare un po’ Affiatati e con le idee chiare, i ragazzi si sono messi in gioco e hanno costituito la nuova associazione con presidente Juri Pinter e vicepresidente Cristiano Lorenzini. di vita nel nostro bel centro storico e soprattutto per tirare fuori i giovani, farli entrare in contatto». In vista dell’evento clou di settembre, i ragazzi di Alacadabra stanno già mettendo in calendario diverse attività di festa e di intrattenimento per la primavera e l’estate: tutti gli aggiornamenti saranno via via pubblicati sulla Pagina Facebook di Alacadabra. t alanotizie 35 SALUTE E DIVERTIMENTO AL CIRCOLO PENSIONATI Sono circa un centinaio gli iscritti guidati da Valentino Zendri F ondato nell’aprile 2008 e quindi con quasi sette anni di vita alle spalle, il Circolo Pensionati di Santa Margherita, presieduto da Valentino Zendri, annovera attualmente un centinaio di iscritti (non solo di Santa Margherita, ma anche di Serravalle e di Ala): un folto gruppo di persone che tutte le settimane, di mercoledì pomeriggio, si ritrovano per trascorrere il loro tempo libero, in piacevole compagnia. Col tempo e con la nuova sede (inaugurata nel settembre 2012 presso le ex scuole elementari di Santa Margherita) le attività organizzate dal circolo sono diventare davvero numerose. Da sottolineare, perché molto utile alla salute e alla prevenzione, è stata a ottobre la giornata di screening oculistico, organizzata in collaborazione con il personale della Cooperativa Sociale Irifor del Trentino Onlus, l’unica in Italia a dotata di un camper attrezzato ad ambulatorio oculistico, che consente visite specialistiche itineranti e gratuite sul territorio. Un’opportunità importante, che consente di effettuare una diagnosi precoce delle principali malattie oculari, causa di ipovisione e cecità. Accanto all’attenzione per la salute, al Circolo Pensionati di Santa Margherita non mancano però anche momenti di intrattenimento e di convivialità, sempre molto frequentati: gli iscritti possono partecipare a tre gite all’anno, verso mete culturali e religiose, possono usufruire della biblioteca del Circolo, che conta attualmente circa 200 libri, e 18 di loro hanno anche partecipato ad un corso di computer, per cui adesso riescono a destreggiarsi molto bene con file, posta elettronica e internet. Ma trascorrere il tempo assieme vuol dire anche teatro (con gli Amici del teatro di Serravalle), l’incontro con lo psicologo, il pranzo sociale offerto ai soci ogni anno a gennaio, l’incontro con il Vescovo, la serata sull’amministratore di sostegno, visite audiometriche, mostre, la castagnata autunnale, la festa della donna, ma anche quella della mamma e del papà e per Natale una pizza tutti assieme per scambiarsi gli auguri, con spumante e panettone in regalo. Insomma, ogni occa- Tra le varie attività vi è anche la prevenzione, come la giornata di screening oculistico, organizzata con la Cooperativa Sociale Irifor, unica in Italia ad avere un camper attrezzato ad ambulatorio per le visite specialistiche itineranti e gratuite sul territorio. sione è buona per condividerla. E per il prossimo anno sono in programma incontri informativi sul gioco d’azzardo, sull’alcolismo e sull’uso delle medicine, oltre agli appuntamenti fissi che offre il calendario. Il direttivo, che ringrazia la Cassa Rurale e il Comune per il sostegno sempre dimostrato, ricorda che la sede è aperta ai soci il mercoledì a partire dalle 14.30. Le iscrizioni, sempre ben accette, sono possibili tutto l’anno e la tessera costa 15 euro. t 36 alanotizie GRANDE PARTECIPAZIONE AL CORSO FEMMINILE DI AUTODIFESA Le donne di Ala imparano l’autodifesa P revenire le aggressioni. Questo l’obiettivo che sta alla base del corso di difesa personale anti-aggressione, organizzato nella primavera e nell’autunno dello scorso anno dall’associazione sportiva Kja Team in collaborazione con l’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ala. Di grande successo e partecipazione, tra febbraio e marzo il corso proseguirà con il livello avanzato. Un progetto che ha visto protagonista una tematica di grande attualità come la difesa personale, attraverso un percorso che è prima di tutto di crescita individuale, per riscattare quella libertà femminile di cui troppo spesso una donna viene privata. Pensato per imparare a gestire le situazioni di emergenza dal punto di vista sia fisico che psicologico, il corso era dedicato a tutte le donne che desiderano o sentono il bisogno di acquisire una maggior sicurezza di sé nella vita quotidiana e prendere coscienza delle proprie potenzialità. «L’associazione sportiva Kja Team – dice l’assessora alle Pari Opportunità, Franca Bellorio – aveva proposto un corso di difesa personale femminile nella primavera 2014, ottenendo un grande riscontro. In occasione della seconda edizione del corso, il Comune di Ala ha contribuito a coprire parte della quota di partecipazione, per garantire un costo contenuto, davvero accessibile a tutte». Entrambe le edizioni del corso, che si svolgeva in 8 lezioni serali una volta alla settimana (dalle 21.00 alle 22.15 alla palestra delle scuole medie), hanno avuto esiti davvero positivi: 22 iscritte alla prima edizione, 25 alla seconda, con un intervallo di età che andava dai 13 ai 60 anni circa. KJA TEAM «L’iniziativa che abbiamo voluto proporre – spiega Manuel Zoara, presidente di Kja Team e istruttore cintura nera II Dan Kickboxing (Fikbms Coni) – ha lo scopo di potenziare le risorse personali nelle situazioni critiche». Fondamentali gli aspetti cognitivi di approccio alla disciplina dell’autodifesa, come ha spiegato Norberto Bonomini, istruttore Federazione Fight1 e allenatore del settore giovanile e agonisti, nel settore kick/light contact k1, che ha sottolineato l’importanza della prevenzione per riconoscere i segnali di allarme prima di un’aggressione: «All’interno dell’atto aggressivo esistono più fasi: quella fisica è sempre la fase finale. Riconoscere questo rituale permette di evitare che si arrivi alla violenza». Lo scontro è sempre da evitare, insomma, anche per gli aspetti legali ad esso connessi, che sono stati spiegati durante il corso con alcuni cenni giuridici sull’uso della difesa personale. Ma ci sono casi in cui, nonostante gli accorgimenti e le vie d’uscita alternative, non c’è altra soluzione che reagire e difendersi. A questo serviva la fase pratica del corso, come raccontano ancora gli istruttori Manuel e Norberto: «Dopo una prima fase di riscaldamento generale, venivano mostrate le tecniche di base, fino ad arrivare a situazioni di vera tensione e stress, per dimostrare come dominarle. Tecniche di svincolamento, disarmo, punti dolorosi… poche e semplici mosse, per soluzioni facili da ricordare ed efficaci». A fine corso alle partecipanti è stato rilasciato un attestato di partecipazione al livello base. Tra febbraio e marzo, come già scritto, il corso proseguirà con il livello avanzato. Ulteriori informazioni si possono avere contattando l’associazione Kja Team. t Da più di vent’anni la disciplina della Kick Boxing ad Ala è una realtà, grazie all’associazione sportiva Kja Team. Fondata nel 1993, nel settembre del 2012 ha visto il rinnovamento degli organi direttivi: alla presidenza siede ora Manuel Zoara, aiutato dai consiglieri Norberto Bonomini e Mattia Mellarini. Assieme hanno introdotto numerose novità. L’attività del Kja Team si svolge da settembre a giugno ed è rivolta a bambini, amatori, agonisti, ma anche a chi vuole semplicemente tenersi in forma. Per quest’ultima categoria di persone sono molto indicati i corsi di fitEvo, un mix tra fitness, crossfit, tonificazione muscolare e cardio. Con gli istruttori preparati e qualificati del Kja Team è possibile allenare corpo e mente e allo stesso tempo imparare a difendersi, sviluppando forza, coordinazione e controllo. Tutto questo con un gruppo di persone affiatate e piacevoli. Ma il fiore all’occhiello dell’attività di Zoara & co. è il corso di difesa per bambini, cui partecipano 17 tra ragazzini e ragazzine dai 5 ai 12 anni di età. E la cosa che distingue questo tipo di disciplina sportiva rispetto agli altri, raccontano Manuel Zoara e Norberto Bonomini, è che si dedica particolare attenzione a chi nel gruppo è meno dotato, a chi tende a fare più fatica, per farlo crescere sportivamente e portarlo al pari degli altri. alanotizie 37 «DILLOALPOLITICO.IT» NUOVO SOCIAL NETWORK Il progetto è di Emanuele Debiasi: “Non è un sito di protesta, né di antipolitica, ma uno spazio che mette al centro i politici, chiamati a rispondere e a dialogare con i cittadini”. C hi legge il titolo di questo articolo potrà pensare a una specie di «mission impossible» ed effettivamente riavvicinare i cittadini alla politica non è certo cosa semplice. Ma qualcuno – per fortuna – crede ancora che sia possibile e questo qualcuno è un giovane alense, Emanuele Debiasi, titolare di un negozio di informatica nel centro storico di Ala. L’idea nasce da un’esperienza concreta risalente a circa un anno fa: «Cercavo in rete informazioni riguardanti alcuni temi di politica locale che mi interessavano, ma non riuscivo. I siti comunali sono macchinosi e poco intuitivi, quelli dei partiti sono ancora peggio: tutte le informazioni sono frammentarie e anche quando si riesce a trovare qualcosa, o è poco chiara o è scritta in un linguaggio troppo complesso». Ed Emanuele Debiasi, lo ricordiamo, è uno che lavora nel campo dell’informatica, è abituato a navigare in internet. «Mi son detto: se io ho queste difficoltà, figurarsi chi non è pratico di computer o di politica». Ma soprattutto, il limite secondo Emanuele Debiasi è che gli strumenti che circolano in rete hanno un tutti un grande handi- cap: non sono interattivi. Ed è qui che è balenata l’idea: creare un social network ad hoc, uno spazio virtuale dove si possa non solo trovare i propri rappresentanti locali con facilità, ma anche e soprattutto comunicare con loro. E farlo comodamente da casa, in ogni momento. Allo stesso tempo, come in tutti i social network che si rispettino, le richieste o le proposte che si faranno a questo piuttosto che all’altro politico potranno essere visibili e condivise anche dagli altri utenti, creando dibattito e confronto tra cittadini diversi che hanno in comune gli stessi problemi, portando alla luce le questioni più sentite dalla comunità. Non un sito di protesta, né di antipolitica e nemmeno un semplice spazio di dibattito tra cittadini: il progetto di Emanuele Debiasi si distingue dalle esperienze testé citate perché mette al centro i politici, protagonisti della politica istituzionale, chiamati a rispondere e a dialogare con i cittadini. E il nome scelto è, infatti, dilloalpolitico.it. Il sito web è online dal 15 gennaio ed è entrato immediatamente in attivtà con questioni e domande. Per il momento il progetto parte con Ala, poi verranno aggiunti via via i comuni limitrofi. «Si parte dalla politica locale, per approdare poi a quella provinciale e – perché no? – anche a quella nazionale. In ogni caso, gli utenti di qualsiasi comune italiano non attivo, potranno inviarci una richiesta di attivazione», spiega Emanuele Debiasi. I politici di Ala hanno accolto con curiosità e disponibilità la proposta, aderendo interamente. Ciascun consigliere e amministratore del comune avrà il proprio profilo, con una breve presentazione e indicato chiaramente il partito di appartenenza. I cittadini, dal canto loro, potranno registrarsi al sito e, una volta attivato il proprio account, rivolgere domande e proposte al consiglio comunale di riferimento. «Non ci sarà anonimato: ogni utente se vuole fare una domanda, deve esporsi. Non sarà uno spazio di critica fine a se stessa, va da sé che a un politico si potranno fare anche i complimenti. Ci sarà moderazione ma in ogni caso il rapporto tra cittadino e politico rimarrà diretto». Ogni questione sarà collegata a un argomento e inserita in una precisa categoria: potrà essere cercata anche a distanza di tempo e anche «votata» dagli altri utenti. Il «punteggio» in questo caso darà importanza alla tematica. Le domande più votate verranno inviate direttamente al politico o ai politici interessati, che potranno rispondere. «Lo scopo principale è quello di fare chiarezza e aumentare la partecipazione, soprattutto dei giovani, che stentano a confrontarsi con la sintassi della politica tradizionale – conclude Emanuele Debiasi –. E colmare, almeno un po’, la distanza tra cittadini e politica, anche a livello locale, rendendo quest’ultima, spesso ostica e complicata, semplice e accessibile». t 38 alanotizie STORIA CENTO ANNI FA, IL 27 MAGGIO 1915 LE TRUPPE ENTRANO AD ALA Quel giorno le truppe del Generale Cantore entrarono ad Ala, dove vennero bloccate dalle raffiche di pallottole sparate dalla retroguardia austroungarica, che si era appostata sull’altura di Villa Brazil C ontinuano ad Ala le iniziative in ricordo del Centenario della Grande Guerra, che vedono collaborare assieme il Comune, gli enti territoriali e le associazioni, riuniti nel Comitato iniziative Centenario. Quest’anno l’attenzione è rivolta in modo particolare alla ricorrenza del 27 maggio, a cento anni dall’entrata in Ala delle truppe italiane. Esattamente cento anni fa, nella primavera del 1915, il Regno d’Italia stava per entrare in guerra. Ala, per la verità, che allora faceva parte dell’Impero asburgico, in guerra c’era entrata già da diversi mesi: nell’estate del 1914, poco dopo lo scoppio della guerra, la leva di massa aveva richiamato tutti gli uomini validi, destinandoli al fronte orientale russo, dove avrebbero conosciuto l’orrore delle stragi e la prigionia, o impiegandoli nella costruzione di strutture difensive. Ben 596 uomini sugli allora circa 5.000 residenti, erano stati arruolati: più del 10% della popolazione. Gli uomini validi erano al fronte e chi era rimasto doveva convivere ogni giorno con truppe acquartierate, disagi, requisizioni di animali e alimenti, prestiti di guerra. Con la firma, nell’aprile del 1915, del Patto di Londra, anche il Regno d’Italia entrò in guerra contro l’Impero asburgico. Già il 24 maggio del 1915 le prime truppe italiane superarono il confine a Borghetto, dirigendosi verso Trento, senza trovare di fatto resistenza. Ala fu la prima città ad essere occupata dalle truppe italiane; o liberata, nella dizione irredentista, o ancora redenta, nel linguaggio della retorica del Ventennio. Il 27 maggio 1915 le truppe del Generale Cantore entrarono ad Ala, dove vennero bloccate dalle raffiche di pallottole sparate dalla retroguardia austroungarica, che si era appostata sull’altura di Villa Brazil (ora Villa Italia). Guadagnato un appostamento strategico nella zona del Tòf (attuale via Brusco, in Villalta), con uno scontro a fuoco gli italiani riuscirono ad allontanare l’ultima difesa austriaca dalla città. Fu il primo, vero combattimento del fronte italoaustriaco con morti e feriti. Da rilevare come proprio ad Ala siano avvenute le attività che decretarono, di fatto, sia l’inizio che la fine del conflitto (il 29 ottobre 1918, a Serravalle, vi fu il primo colloquio finalizzato all’armistizio, che fu poi ufficialmente siglato il 3 novembre a Villa Giusti a Padova). A celebrazione della «conquista» di Ala, da parte italiana si è scritto molto e anche i nomi delle piazze e delle vie di Ala ne portano memoria: piazza Cantore, via Brigata Mantova, ecc… Ma chi erano quei soldati che spararono contro gli italiani? Era un gruppo eterogeneo di gendarmi e Standschützen della compagnia AlaPilcante, posti a difesa della zona e guidati dal comandante Antonio Leonardi: nonni e bisnonni degli alensi di oggi e alensi loro stessi. Dopo l’occupazione di Ala da parte italiana, accusati di essere «austriacanti», potenziali spie e sovversivi, furono allontanati a forza verso l’entroterra della penisola e internati. A conflitto finito, di loro, donne, uomini e bambini, che si erano trovati dalla parte «sbagliata» dello schieramento, la memoria si perse per molti anni. È sul recupero di questa memoria che l’associazione storico culturale Memores sta ora lavorando, per ricostruire e dare voce a quelle vicende e a quelle persone. In attesa di uscire con uno studio dettagliato, la proposta per il alanotizie 39 APPUNTAMENTI CON LA STORIA 2015 Dopo la presentazione del libro «Degasperi e il Papa» di Luigi Sardi (14 gennaio), prossimi appuntamenti sono «Uomini in guerra. La Grande Guerra tra i monti» (13 febbraio), documentario di Michael Wachtler sul primo conflitto mondiale. Seguirà «La peste, la guerra, l’abbandono» (6 marzo), documentario di Mauro Vittorio Quattrina sulla tragica epidemia che colpì Verona nel 1626, partito dalle testimonianze di alcuni ricoverati alensi e aviensi. E poi un appuntamento in collaborazione con Mandacarù, dedicato al «lato oscuro del cioccolato». E poi ancora il canale Biffis, Massimiliano Griner con il libro «Anime Nere» dedicato al terrorismo neofascista, una serata sul sequestro Moro con ospiti prestigiosi e una dedicata al flagello dell’amianto assieme all’Associazione familiari vittime amianto di Casale Monferrato e, infine, il ritorno dell’onorevole Stefania Craxi, già ospite di Ala e di Memores. Ce n’è per tutti i gusti. momento è quella di apporre una targa a ricordo del comandante Antonio Leonardi, nel luogo del suo ultimo combattimento a villa Brazil, nel giardino lungo la strada che porta al campo sportivo. Quest’anno, grazie alle iniziative messe in campo dal Comitato Centenario e dai tanti volontari, il ricordo della ricorrenza del 27 maggio ad Ala sarà, per la prima volta, imparziale e neutrale, sarà privo di retorica nazionali- sta e culminerà con un momento di celebrazione (una messa sul ponte di Ala) per ricordare tutti i combattenti e tutti i caduti di quella guerra orribile. Servirà a parlare di pace. t MEMORES Una storia in movimento e in continua ricerca della verità dei fatti. È questo l’obiettivo che ispira da anni Memores, l’associazione storico culturale nata con l’intento di chiarire e divulgare le vicende storiche in modo semplice e diretto, fruibile da tutti e soprattutto senza la presunzione di voler dare giudizi. Memores ha alle spalle già undici anni di attività, undici anni vissuti con passione e intraprendenza. È proprio la passione il leitmotiv di questa associazione, che non nasconde la forte appartenenza al territorio e alla riscoperta delle sue radici storiche. L’attività si è dunque rivolta, in questi anni, all’indagine degli eventi che hanno caratterizzato la storia locale. Ma anche la storia nazionale riveste grande importanza per Memores, che nel tempo si è aperta anche ai grandi temi dei rapporti internazionali e della convivenza multietnica. Attraverso mostre fotografiche, conferenze, commemorazioni, presentazioni di libri, gite ed escursioni sui luoghi storici, negli anni Memores ha raccolto un numero sempre più ampio di soci e simpatizzanti. L’attività degli ultimi mesi si è rivolta, come è naturale, alle iniziative per il Centenario della Grande Guerra: quest’anno l’associazione si sta dedicando al ripristino del tiro al bersaglio in Val Bona e alla preparazione delle celebrazioni per la ricorrenza del 27 maggio. Per il 2016 c’è in programma la sistemazione della cappella di S. Marco sullo Zugna alense e per il 2017 quella del cimitero dell’Addolorata. Ma non c’è solo la Grande Guerra nel calendario di Memores: per il 2015 il Direttivo ha deciso di spaziare tra gli argomenti, con una serie di iniziative di sicuro interesse, che sono riassunte negli Appuntamenti con la storia (vedi box). Non da ultima, la collaborazione con la Passo Buole Extreme organizzata dalla Società Ciclistica, che a settembre porterà centinaia di campioni e amanti della mountain bike ad affrontare la salita di Passo Buole e a cui Memores contribuirà anche con una mostra sulla bicicletta storica. Consiglio Direttivo: Massimiliano Baroni (Presidente), Paolo Leonardi (Vicepresidente), Moreno Romani, Daniele Tinelli, Fabrizio Cesarini, Alessandro Vaona, Mauro Ciaghi Collegio sindacale: Ivo Baroni, Elvio Bonomi, Franco Franchini Probiviri: Roberto Caprara, Paolo Matuella, Guido Zomer 40 alanotizie GEMELLAGGIO ITALIA ORLÉANS BRASILE Ratificato a fine ottobre, il trattato di partenariato e collaborazione diventa operativo, con progetti di collaborazione concreta O rléans è un Comune dello stato brasiliano di Santa Catarina, situato tra colline e vallate ricche di vegetazione, abitato da gente ospitale le cui origini e tradizioni sono profondamente intrecciate con quelle di Ala e dei suoi abitanti. Dei suoi circa 20 mila abitanti, infatti, più di 6 mila discendono dagli immigrati trentini e veneti che alla fine dell’Ottocento per sfuggire alla miseria, attraversarono l’oceano alla volta del Brasile. Fra il 1874 e il 1878 furono circa 25 mila i Trentini che emigrarono, attirati dalle opportunità di lavoro che la terra brasiliana offriva soprattutto nel sud e sud-est del paese. Anche Ala contribuì a tale emigrazione, in particolare a seguito di una disastrosa inondazione, che lasciò molti contadini privi di terreno coltivabile. Era il febbraio del 1884 quando 126 alensi misero piede nella località chiamata Rio dos Pinheiros, vicino alla odierna Orléans. In quella valle, ri- coperta dalla foresta vergine e abitata dagli indios, i coloni alensi decisero di stabilirsi, bonificando la terra e co- alanotizie 41 struendo i primi nuclei abitati: case, strade, mulini, officine, terreni coltivati… ma soprattutto la certezza di un futuro per sé e per i propri figli. Nella cittadina di Orleans vivono oggi migliaia di discendenti dei migranti di Ala, dai cognomi inconfondibili: Debiasi, Mattei, Pizzolato, Orben, Zomer... Molti di loro parlano ancora il dialetto trentino e hanno mantenuto le tradizioni della loro terra di origine. Quanto il legame con le loro radici culturali e storiche sia forte, gli orleanensi lo hanno dimostrato anche alla delegazione alense, ospitata dal 25 al 31 dello scorso ottobre per la ratifica del gemellaggio stipulato nel 2011. Sette giorni di cerimonie, incontri e commemorazioni, ma soprattutto sette giorni di festa e di riscoperta delle proprie tradizioni e radici, in un cammino comune nel solco del gemellaggio tra le due comunità. La delegazione alense era composta dalla presidente del Consiglio comunale Fedele Ferrari, dal consigliere Roberto Zendri, da Egidio Bruni, vicesindaco al tempo della stipula del primo protocollo di intenti tra le due città, da Ivano Fracchetti e da Gianni Debiasi, rispettivamente vicepresiden- te e responsabile dell’Ufficio soci della Cassa Rurale Bassa Vallagarina, che con Orléans ha avviato un progetto di cooperazione. A loro il compito di rappresentare Ala in occasione della ratifica ufficiale del trattato presso la sede del sindaco di Orleans, nella cerimonia di saluto alla camera dei Vereadores, nella serata dedicata al cooperativismo trentino e nei numerosi altri incontri alle diverse famiglie e alle piccole comunità di campagna. Tra i tanti appuntamenti, particolarmente significativi lo scoprimento del cippo commemorativo nel centro della città, l’omaggio al monumento ai migranti, la messa di ringraziamento a Rio dos Pinheiros, la visita al cimitero degli antenati. Di grande impatto emotivo la visita al centro di raccolta della documentazione cartacea, cartografica e fotografica, che conserva la corrispondenza tra i migranti e i parenti trentini e italiani: bel 16.000 missive. Ma la visita non è stata solo un omaggio, sia pure doveroso, alla memoria dei antenati alensi che più di un secolo fa attraversarono l’Atlantico: la ratifica del gemellaggio significherà soprattutto lavorare sodo affinché sui ponti che il gemellaggio ha saputo costruire d’o- ra in avanti viaggino in concreto nuovi lavori, nuovi contatti e nuove attività. Non un traguardo, quindi, ma piuttosto un punto di partenza. E, infatti, il Comune di Ala, la Cassa Rurale e l’associazione Amici di Orleans già oggi stanno lavorando a nuovi progetti di collaborazione, continuativi e concreti, che nei prossimi mesi dovrebbero portare nuove e interessanti novità, tra cui, per esempio un progetto in collaborazione con la biblioteca comunale per la digitalizzazione della corrispondenza tra i migranti alensi e la loro terra di origine. Intanto, il gemellaggio è divenuto ufficiale, suggellato anche dalla segnaletica stradale, che è stata aggiornata con l’apposizione, sotto al cartello che segnala l’ingresso in Ala da nord e da sud, di un cartello che recita «Città gemellata con Orléans». Nella stessa direzione andava anche la cerimonia di scoprimento della targa del «Sasso degli emigranti», inaugurata lo scorso 18 gennaio ad Ala, con cui si vogliono ricordare gli Alensi che nel 1883 partirono per cercar fortuna in Brasile e quanti nel mondo hanno dovuto e ancora oggi devono lasciare la propria terra per cercare un futuro altrove. t 42 alanotizie UN POPOLO SENZA STORIA È UN POPOLO SENZA MEMORIA La toccante lettera del Presidente Sodeala: Walter Jose Debiasi O ggi é un giorno di radiante felicittà per la storia e memoria di noi poppulo trentino, brasiliano e mondiale, gente di ieri, d’oggi e del futuro. Questo sasso regalato dalla mamma natura adopperato con una scrizione dalla mano del uomo più di un século porta un segno di amore, speranza, fede e superazione che dura e atraversa più di um secolo, é una testimonianza concreta che merita stare in piazza publica. E noi dalla Societa dei Discendenti di Ala – dalla cita di Orleans – Stato di Santa Catarina – Brasile stiamo com voi. Um popolo senza storia é um popolo senza memoria. Abbiamo bisogno di avere la nostra storia racontata nei libri, sentita nelle generazione, avere radichio culturale e anima di gente. Ma non basta averla solamente scrita, la storia bisogna averla vicino ai occhi, essere tocata e studiata come questo gesto a quale stiamo facendo adesso. Perche um popolo che non conosce su passato , purtroppo non sapra camminare sul binário del futuro, trovera um binário poveiro di vita e speranza. Quando l´uomo acquistò la luna, súbito há preso um sassolino lunare, questo gesto ancestrale nostro é pieno di significanza, si una picola pietra cè importanza alora é perche questo oggeto rapresenta um segno di vita. La storia é cercare quello che abbiamo visuto, e questo visuto sara la linea condutrice di nostra essistenzia al lungo dei tempi per le generazioni. Per questo che davante da noi il sasso com l’inscrizione 1882 parla, noi fa pensare, toca l´anima di quelli che avvrano la felicita di ascoltarlo. Tutto quello che faciamo nel presente fara eco nel futuro, ecocci il segnale lasciatto per i nostri antenatti. La vera libertà cercata dai uomini in su vita terrena, sara completata soltanto si lui a reso conto di su storia e memoria, di quelli che lo hanno preceduto. Questo sasso In piazza publica di nostra bella cità TUTTO INIZIÒ DA UNA LETTERA DI WALTER DEBIASI, BRASILIANO E DISCENDENTE DI EMIGRATI ALENSI I primi contatti con la Comunità di Orléans vennero avviati dal 1999: tutto cominciò con una lettera di Walter Debiasi, brasiliano e discendente ti emigrati alensi, e una sua successiva visita ad Ala. A quel primo contatto ne seguirono altri, che coinvolsero anche l’amministrazione comunale e l’associazione Amici di Orleans, che avviò un dialogo costruttivo con Sodeala, l’associazione che a Orleans riunisce i trentini. Nell’autunno 2005 una delegazione della città brasiliana venne in visita Trento e ad Ala, per la commemorazione del 130° anniversario di emigrazione trentina in Brasile. Il 19 settembre di quell’anno il Sindaco di Orleans Valmir Josè Bratti e la Sindaco di Ala Giuliana Tomasoni sottoscrissero un protocollo d’intenti, per avviare un percorso che portasse ad un atto formale di gemellaggio e quindi a un riconoscimento istituzionale dei legami tra le due terre. I due sindaci gettarono, così, le basi per il gemellaggio vero e proprio, che fu siglato il 16 maggio 2011 dai sindaci Luigino Peroni per Ala e Giacinto Redivo per Orleans. La cerimonia venne seguita anche dal Brasile, in collegamento audio e video attraverso uno schermo collocato nella sala consigliare del Comune di Ala. Tutti furono concordi nel definirlo un «momento storico» e addirittura «la realizzazione di un sogno». Nell’ottobre 2014 la ratifica ufficiale del trattato di gemellaggio stipulato nel 2011. alanotizie 43 di Ala, grida al mondo che speranza in mezzo alle dificultá e crise bisogna averla, il sasso parla a noi. 133 anni doppo che siamo gente com storia e memoria e non gente senza una cultura, e che mai scorraggiaremo davanti ai venti contrarie dalla vita, siamo gente di tenacia e fortezza comme questa roccia. Abbiamo questa scrizione nel cuore e che nei tempi atuali, diventano cibo, energia per fare e dare, alle nostre comunittà e cosi al mondo um mantelo di speranza, amicizia , reavicinanza, afetivita, rispeto, amore cristiano verso giorni meglio. Voglio finire questo messaggio, ricordando le parole di Don Giampaolo Giovanazzi, quando Lui raconta la storia e riscoberta di questo sasso nel libro “Testimonie dalle due guerre“, recordando e reavivando la emmigrazione di 117 alensi verso il brasile stato di Santa Caterina cittá di Orleans in 1883, Don Giampaolo scrisse soppra la pagina questo salmo (Salmo 107 – v 6 a 9) a quale dice: “Nell’angoscia gridarono al Signore ed egli li liberò dalle loro angustie. Li condusse sulla via retta, perché camminassero verso una città dove abitare. Ringrazino il Signore per la sua misericordia, per i suoi prodigi a favore degli uomini”. Cumprimenti per preservare la nostra storia e memoria in alta fiama. Grazie per avere detto si ala reavicinanzza e al rialacciare i laci di populo e di gente. Vi amiamo tutti e stiamo essendo al mondo vero essempio di venti di speranza in mezzo ala violência e mancanza di rispeto al altro. Orleans, Santa Catarina – Brasile , giorno 17 di gennaio, 17.00 ore, ano 2015, trascorso 131 anni del arrivo famiglie alensi cognome Debiasi, Eccheli, Mattei, Pinter, Orben, Montagna, Pizzolatto e Zomer. Dalla vostra cittá Gemellata Orleans Walter Jose Debiasi Presidente dalla SODEALA, citadino honorário alensi in nome di tutta una Orleans t 44 alanotizie MUNICIPIO DI ALA ORARIO UFFICI COMUNALI Piazza San Giovanni, 1 38061 – ALA (TN) Tel. 0464 678767 Fax 0464 672495 www.comune.ala.tn.it [email protected] Nuovi orari dal 7 gennaio 2014 UFFICIO SERVIZI AL CITTADINO Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì NUMERI UTILI Servizio Amministrazione generale Ufficio Servizi al Cittadino Ufficio Segreteria Generale Ufficio Affari Demografici Elettorali e Statistici Ufficio Attività Economiche Sociali 8.30–12.20 8.30–12.20 8.30–12.20 8.30–12.20 8.30–12.20 15–17.00 15–17.30 0464/678717 0464 678716 0464 678703 0464 678727 L’ufficio Affari Demografici Elettorali e Statistici è aperto al pubblico nello stesso orario dell’ufficio Servizi al Cittadino, tranne il lunedì pomeriggio, nel quale effettua orario 16:30-17:30. L’ufficio Tributi è aperto al pubblico nello stesso orario dell’Ufficio Servizi al Cittadino, tranne il lunedì pomeriggio, nel quale è chiuso. 0464 678715 ORARIO UFFICI INTERNI Ufficio Organizzazione e Personale Servizi Affari finanziari Ufficio Ragioneria-Patrimonio Ufficio Bilancio Ufficio Tributi 0464 678720 0464 678721 0464 678722 Ufficio Polizia municipale 0464 678702 Servizio tecnico urbanistico Ufficio Tecnico Fax 0464 678741 Ufficio Segreteria Affari Amministrativi 0464 678725 Ufficio Urbanistica ed Edilizia Privata 0464 678724 Ufficio OO.PP. Patrimonio e Manutenzione 0464 678729 Cantiere Comunale 0464 672115 Servizio Attività culturali e turistiche Ufficio Biblioteca Comunale Ufficio Attività Culturali, Turistiche e Sportive 0464 671120 0464 674068 Reperibilità Servizio Viabilità e Patrimonio 336 694578 Altri servizi Servizio Energia Elettrica, Fognatura, Acquedotto (Soc. Trenta – Numero Verde) Piscina Comunale Teatro “G. Sartori” Campo Sportivo “Mutinelli” Asilo Nido 800 289423 0464 672682 0464 671633 0464 670100 0464 670177 Servizio Tecnico Urbanistico - Ufficio Bilancio e Programmazione - Ufficio Entrate e Patrimonio Ufficio Segreteria Generale - Ufficio Attività Economiche Ufficio Organizzazione Personale Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì 9.00–12.20 9.00–12.20 15–17.30 Corpo di Polizia Muncipale Ala-Avio: dal lunedì al venerdì: 9.30 - 11.30 giovedì anche il pomeriggio: 14.00 - 15.00 ORARIO UDIENZE Claudio Soini, Assessorato della Comunità di Valle della Vallagarina all’Edilizia Pubblica e Agevolata – Lavori Pubblici – Patrimonio industria, commercio e artigianato – Edilizia scolastica Giovedì, ore 17 - 18 Tiziano Mellarini, Assessorato della Provincia Autonoma di Trento al Turismo – Agricoltura – Foreste 1° Martedì del mese ore 17,00 – 18,30 Tutte le udienze si tengono in Sala Assessori, al primo piano del palazzo Municipale Per eventuali informazioni e appuntamenti: Ufficio Segreteria Generale 0464/678716 Il venerdì pomeriggio tutti gli uffici comunali sono chiusi alanotizie 45 IL CONSIGLIO COMUNALE Luigino Peroni - Sindaco Civica Peroni Sindaco Tel. 0464 678721 [email protected] Giorgio Deimichei - Consigliere PD – Partito Democratico Tel. 339 5658524 [email protected] Alberto Pinter - Consigliere Unione per Ala Tel. 340 2915737 [email protected] Massimo Ambrosi - Consigliere Persone Territorio Comunità Tel. 348 3103634 [email protected] Fedele Ferrari - Presidente PD – Partito Democratico Tel. 348 8509544 [email protected] Antonella Tomasi - Consigliere PD – Partito Democratico Tel. 0464 671366 [email protected] Franca Bellorio - Assessore PD – Partito Democratico Tel. 335 7634727 [email protected] Andrea Fracchetti - Assessore La Bussola di Ala Tel. 0464 678716 [email protected] Ornella Zenatti - Vicepresidente Civica Peroni Sindaco Tel. 329 7203190 [email protected] Enrico Brusco - Assessore Civica Peroni Sindaco Tel. 348 3423931 [email protected] Lorenzini Manuel - Consigliere La Bussola di Ala Tel. 346 6364079 [email protected] Roberto Zendri - Consigliere PATT Tel. 347 8417858 [email protected] Narciso Brusco - Consigliere Unione per Ala Tel. 335 8497840 [email protected] Luigino Lorenzini - Consigliere Unione per Ala Tel. 336 501111 [email protected] Luca Zomer - Assessore La Bussola di Ala Tel. 0464 678716 [email protected] Alberto Campostrini - Consigliere Civica Peroni Sindaco Tel. 335 8201689 [email protected] Silvano Marchiori - Consigliere La Bussola di Ala Tel. 349 7123343 [email protected] Michele Zomer - Consigliere L’Opportunità Tel. 340 5266537 [email protected] Vanessa Cattoi - Consigliere Lega Nord Trentino Tel. 349 8012352 [email protected] Paolo Mondini - Vicesindaco PD – Partito Democratico Tel. 339 8677853 [email protected] ORARIO DI RICEVIMENTO SINDACO E ASSESSORI Luigino Peroni – Sindaco Rapporti con gli Enti istituzionali, Urbanistica ed Edilizia abitativa, Lavori Pubblici giovedì dalle ore 10 alle ore 12 e su appuntamento. Paolo Mondini – Vicesindaco Assessore Politiche Sociali e Culturali e giovedì dalle ore 18 alle ore 19 Attività culturali Istruzione Turismo Politiche Sociali Sanità Franca Bellorio – Assessore Politiche del Lavoro martedì dalle ore 18 alle ore 19 Industria Artigianato Commercio Politiche del lavoro e alle pari opportunità Informatizzazione uffici Andrea Fracchetti – Assessore Attività Economiche, Finanziarie e Personale martedì dalle ore 17 alle ore 18 Bilancio Patrimonio Cooperazione Servizi Personale Corpo Polizia Municipale Enrico Brusco – Assessore Attività Sportive e Ricreative giovedì dalle ore 12 alle ore 13 Attività Sportive Protezione Civile Vigili del Fuoco Luca Zomer – Assessore Attività Ambientali lunedì dalle ore 18.30 alle ore 19.30 Agricoltura Tutela dell’Ambiente Patrimonio Silvo-Pastorale Nel sito internet del Comune di Ala http://www.comune.ala.tn.it si può visionare l’Albo dei beneficiari di provvidenze di natura economica. Fedele Ferrari – Presidente Consiglio Comunale Riceve su appuntamento sia i consiglieri comunali che i cittadini Ufficio Segreteria Tel. 0464 678716