Il Tempio Grande Il Tempio Piccolo
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Il Tempio Grande Il Tempio Piccolo
Abu Simbel Il Tempio Grande Il Tempio Piccolo Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri IL TEMPIO GRANDE o DI RAMESSE MERIAMON Legenda N=corte anteriore e terrazza L=cappella meridionale M= altare solare A= colossi C= primo atrio D=secondo atrio E=vestibolo F=cella con le quattro statue di divinità G,H,I,J,K=magazzini Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri scene di Qadesh Foto di Tiziana Giuliani Questi templi scavati nella roccia si trovano nelle antiche Wawat in Nubia, vicino ai confini del Sudan, circa 300 chilometri da Assuan. Nei tempi antichi i templi in Nubia furono ubicati in fortezze, ma qui la fiducia in se stesso di Ramses II, il cui regno è durato ben 67 anni, è ben evidente; questi templi, ancora una volta dai colori vivaci, sono stati tagliati nella roccia naturale e lambite dal Nilo. Dopo undici secoli di oblio, questi templi sono stati riscoperti nel 1813, quando Johann Ludwig Burckhardt ha visto per caso la parti superiori delle statue colossali. Nel 1817 Giovanni Battista Belzoni trovò l'ingresso, in parte liberato dalla sabbia. Negli anni successivi questi templi sono stati spesso parzialmente coperti da sabbie in movimento. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Oggi i visitatori visualizzano dove sono stati ricostruiti i templi; trasferiti nella parte superiore da terra (60 metri direttamente sopra la loro precedente posizione) dopo l'eroico salvataggio con sforzi internazionali per salvare questi tesori dal Lago Nasser. Foto di Tiziana Giuliani La facciata del Grande Tempio di Ramses è di circa 38 metri di lunghezza e 31 metri di altezza. Il tempio è dedicato alle più importanti divinità del Nuovo Regno, Ptah (dio creatore di Memphis), Amon-Ra (il grande dio di Tebe) e Re-Harakhte (dio del sole di Heliopolis), così come per il Faraone Ramses II stesso. Le quattro colossali statue di Ramses II (c. 1290-1224 aC), sono alte più di 20 metri e circa 4 metri da orecchio a orecchio. I colossi raffigurano Ramses II seduto con le mani sulla sue cosce. La statua, seconda da sinistra è rotta, con una parte del suo capo e tronco sul terreno sottostante. Il giovane re, dal bel viso finemente intagliato, indossa una doppia corona in testa e un pesante Nemes su entrambi i lati del suo volto. La linea delle sorridenti labbra è più di un metro di lunghezza. La porta verso l'interno è di 7 metri di altezza. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Una statua di Ra-Harakhte con la testa di falco si trova in una nicchia sopra l'ingresso. Il dio è fiancheggiato da un basso rilievo di immagini di Ramses II in adorazione con una piccola statuetta di Maat - dea della verità e della giustizia e uno scettro User che insieme formano il prenome del re User-Maat-Ra. Foto di Tiziana Giuliani Il cornicione sopra l'ingresso ha un fregio di urei e al di sopra del cornicione vi sono ventidue alte statue di babbuini accovacciati con le mani sollevate ad adorare il sole. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Foto di Tiziana Giuliani Sculture più piccole tra le gambe e alla base dei colossi rappresentano i membri della famiglia reale: la Principessa Nebt-taui, la Principessa Bent-Anat e una non identificata principessa sul colosso meridionale; Tuia la Regina, la madre del Re , la regina Nefertari, sua moglie e suo figlio principe Amen-hir-khopshef a sinistra della porta, e accanto alle statue a destra (nord), la regina Nefertari, rappresentata due volte, e il principe Ramses Foto di Tiziana Giuliani Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Prigionieri nubiani Sulla base dello zoccolo di un colosso all’ ingresso ci sono i rilievi che rappresentano i prigionieri catturati: Nubiani a sud e gli asiatici a nord. NUBIANI Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri ASIATICI Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Il cartiglio alla base rappresenta il nome di Ramses. Foto di Tiziana Giuliani Il SEMA TAUI, simbolo dell’unificazione del paese e le personificazioni del Nilo settentrionale e meridionale legano tra loro le piante rappresentative dell’ Alto e Basso Egitto - il papiro e il loto. Hapy (il Nilo) è rappresentato come uomo dalle forme piene , seni cascanti e ventre prominente. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Interni Il tempio interiore è tagliato per 61 metri in lunghezza dentro la montagna. Il pronao rettangolare è di 18 metri di lunghezza e più di 16 metri di larghezza. Il primo atrio è diviso in tre navate da otto pilastri Osiriaci (10 metri di altezza) con le caratteristiche di Ramses con nelle mani uno scettro e flagello. Essi sono disposti in due file, quelli a sinistra indossa la corona bianca, quelli sulla destra con la doppia corona. Il grande dio avvoltoio è dipinto sul soffitto. Foto di Tiziana Giuliani Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Foto di Sandro Trucco Sulla parete settentrionale del primo atrio è scolpita un’immensa scena che ricorda la battaglia combattuta contro gli Hittiti a Qadesh, mentre a sud altre scene militari che illustrano campagne militari contro la Libia e la Nubia. Il sovrano sul carro da guerra col suo arco e l’assedio ad una città nemica. Il rilievo di Qadesh è alto 9 metri e lungo 17, tratteggiato con estrema cura e affollato di figure ricche di dettagli e vivacità. Ramesse sul trono prima della battaglia. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Ramesse attacca i nemici Foto di Tiziana Giuliani Qadesh circondata da due fiumi e un canale Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Dal primo atrio attraverso due aperture laterali si accede ad altrettanti gruppi di magazzini disposti a “pettine” rispetto all’asse principale del tempio; si tratta di otto ambienti destinati al deposito di oggetti e suppellettili per le cerimonie di culto. La decorazione a parete raffigura le vittorie militari di Ramses II. Dietro il pronao c’è una piccola sala ipostila, il secondo atrio, sui cui pilastri Ramesse è raffigurato nell’atto di abbracciare diverse divinità in segno di comunione e predilezione. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Altre scene ed iscrizioni sono di carattere religioso. Sulle pareti laterali del secondo atrio si conservano le scene che descrivono la processione della barca sacra. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Qui le figure, rispetto al primo atrio, sono eseguite in maniera meno accurata e man mano che si procede verso l’interno questa caratteristica si accentua, come se gli operai avessero sentito la stanchezza di tale enorme lavoro. Dal secondo atrio si accede ad un vestibolo dove il Faraone è raffigurato come offerente Infine, sul retro un piccolo santuario. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri L'intimo nucleo, la camera con quattro statue delle divinità seduti Ptah, Amon-Ra, Ramses II divinizzato e Re-Horakhte (da sinistra a destra), costituisce l'effettivo santuario del tempio. Il tempio è orientato in maniera precisa e incredibile: è organizzato in modo tale che due volte ogni anno, il 22 febbraio (data di nascita di Ramesse) e il 22 ottobre (data di incoronazione), i primi raggi di sole brillano esattamente attraverso l'ingresso sulla parete di fondo di questa camera, illuminando le statue degli dei. Foto di Tiziana Giuliani Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Foto di Sandro Trucco Ramesse uccide un capo libico con una lancia. Scena simile a quella presente nel tempio di Karnak. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Altri particolari Due esploratori hittiti catturati dagli egizi vengono costretti a rivelare la posizione del nemico. Il testo riferisce che diedero false informazioni per attirare gli egizi in un tranello, tuttavia Ramesse riuscì ad avere la meglio sul nemico. Particolare. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Foto di Sandro Trucco Il re era accompagnato in guerra da un leone addomesticato. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri LA CONCEZIONE TEOLOGICA DI ABU SIMBEL IL TEMPIO GRANDE Ogni tempio in Egitto rispondeva a particolari principi teologici e religiosi., che potevano dipendere da diversi fattori: prima di tutto dalle divinità adorate nel santuario, ma anche dal luogo e periodo di costruzione del tempio, da eventuali legami teologici con altri luoghi sacri nelle vicinanze e così via. Così per Abu Simbel dove Ramesse intendeva non solo affermare la sua influenza e il dominio sulla Nubia ma anche la sua divinizzazione mentre era ancora in vita. La divinizzazione di Ramesse e i legami di Nefertari con il mondo divino furono possibili grazie al supporto teologico offerto da due divinità nubiane: Horo di Meha (la località dei templi) e Hathor di Ibshek (piccolo villaggio situato forse a nord di Meha). I rilievi del tempio grande dimostrano come Ramesse si identificasse con Horo di Meha; e nel tempio piccolo il primo pilastro osiriaco della fila meridionale del vestibolo ritrae Nefertari difronte ad Hathor di Ibshek. Nel tempio grande procedendo verso il fondo s’incontrano ulteriori prove delle divinizzazione del re e di come si sviluppò nel tempo. Sulle pareti laterali della sala ipostila alcune scene descrivono la processione della barca sacra; Nefertari scuote un sistro mentre il sovrano, con uno scettro in mano, offre incenso al passaggio della barca di Amon. In un’altra parete della medesima sala appare una scena in cui Ramesse offre fiori ad Amon e a Mut, oltre che a se stesso in forma divina. Questa scena in un primo tempo rappresentava le due divinità da sole e assise in trono, successivamente fra le due fu inserito Ramesse stesso, come dio, seduto su di un trono e con il disco solare sul capo. Mut dietro il re-dio fu trasformata da assisa in figura a se stante. Questa modifica era frutto di una nuova fase teologica: Ramesse non si identificava più con l’Horo locale (di Meha) ma era diventato parte di una triade, parte di una famiglia divina. Quindi può prendere il posto di Khonsu, figlio di Amon e Mut. In fondo al tempio, si è già detto di come Ramesse fosse raffigurato in mezzo a divinità le cui statue venivano illuminate in particolari periodi dell’anno e il sole illuminava il re-dio, Ra Horakhty e Amon; Ptah, assimilato al dio menfita Sokar, che aveva legami con il mondo dei morti non era colipito in pieno dai raggi solari ma solo sulla spalla sinistra. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri IL TEMPIO PICCOLO O DI HATHOR / NEFERTARI Il tempio più piccolo è stato dedicato da Ramses II, alla dea Hathor e alla moglie, Nefertari. Anche se non era la sua unica moglie, è stata la più amata. Inoltre, essa è rappresentata sulla facciata di questo tempio più grande di suo marito - una chiara indicazione del suo status. La facciata ha incassato tre aree su entrambi i lati di una porta centrale, fiancheggiata da due grandi statue di Ramses. Nefertari è indicata come Hathor con le corna della vacca sacra, il disco solare e due pennacchi. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Le sei statue sono circa 10 metri di altezza. Tutte hanno le gambe in avanti. Accanto alle statue maggiori ci sono le statue dei figli della coppia reale le principesse di Nefertari e principi di Ramses L'ingresso introduce ad una sala a tre navate divise da due file di pilastri hatorici. Storie di Nefertari e Ramses sono incisi sotto la testa della dea. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri INTERNI Foto di Sandro Trucco Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Foto di Sandro Trucco Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Colonna Hatorica (Foto di Tiziana Giuliani) Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Le pareti sono decorate con scene di offerte prigionieri di Ramses, il faraone guerriero. così come il massacro di Sul fondo dell’ambiente principale, in corrispondenza delle navate, tre aperture introducono ad un vestibolo trasversale, adorno di rilievi che mostrano Nefertari incoronata dalla dee Hathor e Iside e acconciata con un copricapo identico a quello che portano le dee stesse: il disco solare con piume tra le corna bovine. Foto di Tiziana Giuliani Ai lati del vestibolo si aprono due piccoli ambienti privi di decorazioni, mentre una porta centrale da accesso alla cella, sulla cui parete di fondo, leggermente spostata verso destra, una nicchia reca la raffigurazione della dea Hathor, in sembianze vaccine. Le scene scolpite sulle pareti del tempio piccolo hanno per lo più carattere religioso. Nella parte interna dell’ingresso sono ritratti il re che rende omaggio a Hathor, a sinistra, e Nefertari nell’atto di adorare Iside, a destra. L’atrio, invece, presenta scene in cui Ramesse, in compagnia di Nefertari, compie il rituale del massacro di un nemico libico dinanzi a Ra e di un nubiano di fronte ad Amon, e diverse raffigurazioni in cui il sovrano è intento a rendere omaggio a varie divinità del pantheon egiziano. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri La decorazione dell’edificio fu probabilmente terminata verso il 34° anno di regno di Ramesse, epoca nella quale aveva già perduto le due Grandi Spose Reali, Nefertari e Isinofret e aveva sposato la figlia primogenita, Bentanat (figlia di Isinofret). Altre scene – Particolari La dea Maat con la piuma sulla testa personifica la giustizia, la verità e l’ordine delle cose stabilito dagli dei al momento della creazione del mondo. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Ramesse tra il dio Horo, con testa di falco, e il dio Seth, con la testa raffigurante un animale fantastico. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri Foto di Tiziana Giuliani Offerte di cibo agli dei. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri LA CONCEZIONE TEOLOGICA DI ABU SIMBEL IL TEMPIO PICCOLO Nel tempio piccolo, viene da chiedersi se la divinizzazione valga anche per Nefertari. Che sia originale come tempio è indubbio, per la prima volta una regina è raffigurata alta come il suo consorte. Nefertari è, poi, raffigurata nell’atto di compiere rituali davanti a diverse divinità femminili; nella sala con i pilastri essa è raffigurata mentre scuote i sistri davanti alla dea Hathor, Mut e Anukis, mentre sui pilastri stessi assume le sembianze di Iside e Mut. E’ interessante notare come nel tempio piccolo le scene tendono a glorificare la “maternità” divina: vediamo Mut, il cui nome significa madre, Tauret dea del parto, Anukis mentre allatta il re bambino, la vacca sacra Hathor e la dea Iside sposa di Osiride e madre per eccellenza, avendo dato alla luce il dio Horo con il quale i faraoni si identificavano. La stessa identificazione della Regina con Hathor di Ibshek mirava a rappresentare Nefertari come una madre. Questa dea, infatti, non è altro che uno dei tanti aspetti della dea Hathor di Dendera, la vacca sacra che allattava e proteggeva dalla nascita i principi destinati a diventare Fraraoni. Nella cella del tempio piccolo manca lo zoccolo per depositare la barca processionale, elemento essenziale dei templi egiziani. L’unica imbarcazione che compare è raffigurata sopra una delle porte del vestibolo: a bordo del battello la dea Hathor naviga tra le macchie di papiro, mentre Nefertari le offre dei fiori. Questa particolarità della cella sembra suggerire che le cerimonie di culto officiate in questo tempio fossero diverse da quelle che si celebravano di solito nei templi egiziani. Nota: le fotografie senza indicazione dell’autore sono tratte dal volume “Abu Simbel – Assuan e i Templi Nubiani della White Star. Piccola guida a cura di Salvatore Di Peri