- FAITA FederCamping

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- FAITA FederCamping
ANNO VIII N. 26
Poste Italiane SPA - Sped. Abb. Postale DL 353/2003 (conv. INL. 27/02/2004, nª 46) ART.1 comma 1 DCB ROMA • Gennaio - Marzo 2014
P E R I O D I C O
D E L L A
F A I T A
F E D E R C A M P I N G
EMILIA
ROMAGNA,
NON SOLO MARE
PRIMI IN APPEAL
MA NON IN AFFARI
LO STATO STROZZA
LE IMPRESE E LA RIPRESA
UTILIZZO DI FATTURE
INESISTENTI
ANNO VIII N. 2
CAMPING MANAGEMENT :EDITORIALE
S
Maurizio Vianello
ta tornando il bel tempo sul turismo italiano, le
previsioni volgono al segno positivo e sembra
stia esplodendo la voglia di vacanza verso l'Italia, soprattutto da parte dei turisti stranieri.
Per l’estate le prime indicazioni dei Tour Operator
sull'incoming dai mercati europei sono positive per la
nostra destinazione, con oscillazioni di crescita sostenuta, oltre il 10% dalla Spagna, tra il 5-10% dalla
Russia, Ucraina, Rep. Ceca, Ungheria, Francia, Portogallo. Intorno al 5% l'aumento stimato per i turisti provenienti dai Paesi nordici, dalla Germania, Austria e Polonia, Regno Unito.
Molti tra loro sceglieranno l’open air come hanno confermato i dati rilevati nel 2013 quando gli arrivi nei
campeggi hanno sfiorato i dieci milioni di turisti e le
presenze si sono avvicinate a settanta milioni. Se si
considera che di questi circa la metà sono stranieri si
ha un quadro del valore e dell’attrazione che il mercato dell’open air registra sulla domanda turistica.
Il campeggio, come sa bene chiunque lo abbia praticato almeno una volta, è forse la modalità turistica
che più di ogni altra restituisce alla vacanza la dimensione di libertà, relax e contatto con la natura. In effetti cosa possiamo ricercare nei venti o poco più giorni che l’organizzazione moderna della società restituisce alla piena disponibilità di ciascuno di noi, se
non lo spazio dove ritrovare ciò che in effetti ci viene negato per i restanti undici mesi dell’anno?
FAITA FEDERCAMPING
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Redazione:
Nicolcarlo Genovese
Pietro Licciardi
Andrea Spezzigu
continua a pag.21
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Pomezia ROMA
CAMPING MANAGEMENT :SOMMARIO
5 VALLEDORIA, LA SFIDA
CONTINUA
Pietro Licciardi
31 LEGIONELLA, PREVENZIONE
E CONTROLLO
8 EMILIA ROMAGNA,
35 COME ANDARE
15 PRIMI IN APPEAL
37 VILLETTE SU RUOTE
NON SOLO MARE
a cura di Pietro Licciardi
MA NON IN AFFARI
Luca Marini
18 LO STATO STROZZA
LE IMPRESE E LA RIPRESA
Filomena Armentano
22 VIAGGIARE NEL GUSTO:
MANGIARE IN UMBRIA
Giuliano Manzi
25 L’EUROPA HA PREMIATO
L’ACCESSIBILITÀ
27 INFORMAZIONE A TUTTO
CAMPO CON L’ADAC
IN VACANZA CONOSCENDO
GIA’ UN SACCO DI AMICI
DI NUOVA GENERAZIONE
Filippo Gentile
41 UTILIZZO DI FATTURE
INESISTENTI
a cura di Maurizio Fantaccione
44 COPERTURE
ONDUVILLA NEL CUORE
DELLE DOLOMITI
CAMPING MANAGEMENT :PAROLE ATTORNO AL FUOCO
VALLEDORIA,
LA SFIDA CONTINUA
di Pietro Licciardi
QUARANT’ANNI DI OPEN AIR
NELLA DIFFICILE SARDEGNA
I
l Campeggio-villaggio Valledoria
è nel nord della Sardegna, a poca
distanza da Santa Teresa di Gallura; si affaccia sul bellissimo mare e
su una lunghissima spiaggia interrotta solo dalla scogliera di Castelsardo.
Piazzole e bungalow sono a pochi metri dalla battigia ma immediatamente alle loro spalle c’è una pineta di
centomila metri quadrati che oltre a
garantire frescura e riparo nelle ore
più assolate consente di praticare parecchie attività sportive all’aria aperta, nonché lunghe passeggiate in bicicletta e l’osservazione di numerose
specie di volatili. Ovviamente il campeggio è dotato di tutti i servizi.
Proprietario e gestore del Valledoria
è Ezio Alliani, un ex rappresentante
di commercio che nel 1973, stanco
di Milano, del suo smog, del traffico
caotico e delle lunghe code in auto,
ha deciso di cambiare vita. L’occasione giusta arrivò quando gli proposero di affittare un terreno sul mare in
Sardegna dove realizzare un campeggio, grande passione del signor Alliani, con un investimento, allora, modesto. Una prospettiva senz’altro attraente, non soltanto perché il lavoro sarebbe stato molto più stimolante ma soprattutto perché ciò avrebbe cambiato la vita di tutta la famiglia: moglie e due bambini allora ancora piccoli, che avrebbero goduto
di un magnifico mare, dell’aria aperta e dei parecchi mesi l’anno – essendo una attività stagionale - a disposizione per pensare soltanto a loro.
L’appezzamento da prendere in ge-
“
IN POCHI MESI
70MILA MQ
DI PINETA SI SONO
TRASFORMATI IN UN
CAMPEGGIO
stione era solo un terreno di 70mila
metri quadrati, senza infrastrutture e
neppure luce e acqua; ma era coperto da una pineta naturale di pini e ginepri direttamente confinante con
una splendida spiaggia bagnata da un
mare da favola, proprio di fronte all’Asinara. «Abbiamo costruito tutto
io e mia moglie», ricorda Ezio; «abbiamo trovato l’acqua, portato la corrente elettrica, il telefono, costruito
l’impianto di depurazione, tracciato
e costruito le strade interne, delimitato le piazzole, realizzato i servizi igie-
nici, la reception, il market e il bar.
Tutto in prefabbricato. In pochi mesi abbiamo tirato su l’indispensabile
per poter ospitare i clienti e dopo appena un anno, nel 1974, siamo riusciti ad aprire il campeggio». Insomma, una vera avventura. Tanto più
che all’epoca la Sardegna era ancora “area depressa”, e nel vicino paese c’erano pochi negozi, era difficile
trovare il pane, la carne e perfino l’acqua in bottiglia. «Il paese di Valledoria è praticamente cresciuto con il
campeggio», ricorda il nostro imprenditore.
A ripensare oggi quegli anni, vedendo cosa è diventata quella parte dell’isola, sembra che siano trascorsi non
pochi decenni ma secoli. «Nel 1974
c’erano solo ventisette campeggi in
Sardegna, quasi tutti in Gallura, e
questo ha fatto si che fin dall’inizio
arrivasse un gran numero di turisti,
nonostante i collegamenti col continente fossero abbastanza radi: solo
poche navi al giorno e naturalmente del tutto insufficienti nel periodo
di alta stagione», ricorda ancora l’imprenditore. «La nostra clientela era
formata per lo più da tedeschi e olandesi, cui in agosto si aggiungevano
gruppi d’italiani dal continente ma
anche sardi».
Ovviamente anche per il Valledoria,
man mano che cambiava la clientela, è arrivato il momento delle ristrutturazioni; sono stati così rifatti completamente i servizi, la ristorazione,
il campeggio si è dotato di una lavanderia a gettone, di una sala giochi, di
docce calde gratuite, un zona animazione all’aperto, baby club, parcheggio coperto. Col tempo le piazzole non
sono state più sufficienti, dato che gli
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CAMPING MANAGEMENT :PAROLE ATTORNO AL FUOCO
ospiti sono diventati più esigenti ed
è stato necessario acquistare una ventina di boungalow, inoltre sempre per
andare incontro alle esigenze dei turisti il campeggio si è dotato di roulotte attrezzate in affitto; ciò consente a chi arriva da lontano di non rinunciare alla tradizionale vacanza
open air lasciando però a casa la roulotte o il camper, il che significa viaggio più veloce e confortevole, magari in aereo, con conseguente risparmio sui costi del traghetto.
Purtroppo a cambiare, come dice Ezio
Aliani, non è stato soltanto il modo
di fare camping ma anche l’isola, che
negli anni ha visto spuntare case e
strutture in muratura come funghi:
«Sembra abbiamo voluto fare di tutto per rovinare la risorsa più importante della Sardegna: il suo paesaggio, costruendo anche nelle zone più
belle della costa. Per fortuna questa
regione ha pochi abitanti e la scomodità di essere un’isola la mette relativamente al riparo da scempi irreparabili, almeno fino a questo momen-
6
to». Tuttavia ciò che da una parte
rappresenta una “delizia” per il turismo, dall’altra è anche la sua “croce”.
Come dice ancora il nostro imprenditore: «Arrivare in Sardegna non è
facile e se i trasporti sono notevol-
mente migliorati non possiamo dire
altrettanto dei costi. Siamo stati sempre penalizzati dal fatto che otre a
benzina e autostrada i nostri ospiti
dovevano affrontare anche la spesa
dell’attraversamento via mare ma
“
«SIAMO STATI VISITATI DALLA FORESTALE TRE ANNI FA, CHE CI HA CONTESTATO
I BUNGALOW PREFABBRICATI E LI HA SEQUESTRATI. ABBIAMO RISOLTO
CHIEDENDO LA CONCESSIONE A SANATORIA, ANCHE SE SONO STRUTTURE
PRECARIE, E PAGANDO GLI ONERI DI URBANIZZAZIONE AL DOPPIO DELLA
NORMALE TARIFFA ».
adesso la situazione è resa drammatica dall’enorme aumento subito dai
biglietti dei traghetti, specialmente
se si pensa che avere la macchina al
seguito è una necessità. C’è pure da
tenere conto del fatto che tradizionalmente i clienti dell’open air appartengono a fasce di reddito medio-basse e se la bellezza dei nostri luoghi ha
comunque giustificato qualche sacrificio in più non so quanti ancora potranno sostenerli, specialmente se in
Europa continueremo ad avere una
così bassa crescita economica».
Anche per il signor Aliani l’open air
in generale e la Sardegna in particolare avrebbero quindi bisogno di una
saggia politica dei prezzi di trasporto, che tenga conto, magari, della tipologia della clientela, e di una normativa chiara sui mezzi di pernottamento messi a disposizione dai campeggi. Specialmente dopo l’increscioso sequestro per oltre tre anni da parte dell’autorità giudiziaria delle case
mobili di un camping di Oristano.
Ma per garantire il turismo in generale e non solo l’open air, questa regione deve dotarsi pure di trasporti
adeguati, di strade e servizi pubblici
efficienti, migliorare il decoro urbano e dare buoni servizi ai cittadini,
compresi quei cittadini temporanei
che sono i turisti. Purtroppo però la
Sardegna non fa eccezione e anche
qui politica e burocrazia sono nemici dell’impresa e di tutto ciò che positivo ne consegue: «le dico soltanto che noi siamo stati visitati dalla
forestale tre anni fa», racconta il proprietario del Valledoria «la quale dopo i suoi controlli ci ha contestato i
bungalow prefabbricati e li ha sequestrati. Abbiamo risolto chiedendo la
concessione a sanatoria, anche se
sono strutture precarie, e pagando
gli oneri di urbanizzazione al doppio
della normale tariffa. Abbiamo perso una stagione e parte della clientela». Assurde miopie che mettono
anche a rischio la successione delle
imprese, dato che non tutti hanno
la voglia e la tenacia di rischiare più
del dovuto per portare avanti un’ attività. Per fortuna non sembra essere questo il caso di Ezio Aliani, anche se rimangono parecchie nubi all’orizzonte: «La mia successione è
già in mano a mia figlia e al marito.
Non ho idea se questa attività potrà
sopravvivere ancora a lungo visto
che ci dobbiamo limitare al campeggio puro e semplice, dimenticandoci delle strutture fisse che i legislatori non vogliono. Per il momento
abbiamo una discreta clientela che
ama ancora il camping come vacanza e non come ripiego. Facciamo di
tutto per assecondare questi clienti,
sperando che non cambino idea e si
convertano ad una vacanza tipo “villaggio” o hotel». Intanto, visto che
non è possibile innovare più di tanto nelle strutture, al campeggio Valledoria l’innovazione ha riguardato
il marketing, dato che da qualche
anno a questa parte si preferisce puntare per la promozione su Internet e
i social network, dopo aver sperimentato il canale delle fiere e delle manifestazioni di settore. Rimane comunque fondamentale il passaparola e per questo è necessario mantenere sempre alta la qualità dell’ospitalità, l’attenzione ai propri clienti
e la massima cura per ciascun settore della struttura. n
7
CAMPING MANAGEMENT :AMBIENTE E TERRITORIO
LA QUARTA REGIONE
TURISTICA ITALIANA GUARDA
ALL’EUROPA
EMILIA ROMAGNA,
a cura di Pietro Licciardi
L
’Emilia Romagna è nota ai più
per la sua celeberrima riviera,
splendido esempio di come il turismo possa essere una risorsa di primaria importanza per una intera regione e per il Paese. Rimini, Cattolica e
Riccione, fin dagli anni del boom economico, sono sempre state mete indiscusse per italiani e stranieri in cerca
di mare e divertimento; un successo
costruito e mantenuto con cura e attenzione dagli operatori, che hanno
sempre saputo assecondare la domanda, attorno alla quale si è andata coagulando una vera e propria industria.
Ma la Regione non ha saputo offrire
soltanto la sua costa e man mano che
l’Italia è cresciuta economicamente e
si è andata affermando come meta turistica internazionale, analogamente
a quanto avvenuto in altre aree del
Paese, sono diventate meta turistica
anche le città d’arte, i borghi e i piccoli centri, la montagna. Più recentemente si è sviluppato anche il viaggio
legato al gusto e all’enogastronomia,
che ha visto la nascita di numerose
“strade” dedicate alle molteplici tipicità locali.
Per avere un quadro del turismo in
Emilia Romagna possiamo partire dai
numeri legati ai flussi, prendendo come riferimento il 2012, anno significativo in quanto coincide con la fase
più acuta della crisi economica internazionale e con il precipitare della situazione italiana, a causa dei diktat europei e della politica assai controversa del governo di Mario Monti, le cui
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misure hanno inferto grossi colpi alla
capacità di spesa degli italiani, che –
non dimentichiamolo - sono i principali clienti delle strutture turistiche
nazionali.
Nel 2012 dunque in Emilia Romagna
sono stati registrati 9.094.694 arrivi e
37.341.413 presenze nelle strutture alberghiere e complementari. Rispetto
all’anno precedente c’è stata una flessione sia degli arrivi (-2%) che delle
presenze (-3%) e anche la durata del
soggiorno ha fatto registrare un’ulteriore lieve contrazione, con una permanenza media passata da 4,2 giorni
dell’anno precedente a 4,1 giorni. Un
andamento solo moderatamente negativo, specialmente se si pensa al forte impatto della crisi sulle famiglie e
ai timori seguiti al terremoto che nel
mese di maggio ha scosso la pianura
emiliana. Il dato si inserisce oltretutto in un decennio positivo per il turismo regionale, che ha visto crescere
del 18% gli arrivi, sia pure a fronte di
un più modesto +2% di presenze.
Sempre dall’analisi dei dati è possibile dedurre quali sono i “mercati” turistici in Emilia Romagna più sviluppati. La parte del leone la fa ovviamente la Riviera (55% degli arrivi e 74%
delle presenze) e se le località del forlivese hanno accusato sensibili perdite in provincia di Rimini tutti i comuni hanno aumentato gli arrivi (Misano e Riccione + 1%, Rimini +2%, Bellaria e Cattolica + 3%). Soddisfacenti anche i dati sulla presenza straniera, in crescita per il terzo anno consecutivo, che vede al primo posto ovvia-
NON SOLO MARE
“
LE CITTÀ CAPOLUOGO SONO IL SECONDO “MERCATO” TURISTICO DELLA
REGIONE CON IL 24,5% DEGLI ARRIVI E 12% DELLE PRESENZE REGISTRATE NEL 2012
mente i tedeschi (23%), seguiti dai russi (19%)
Le Città capoluogo sono il secondo
“mercato” turistico della regione (24,5%
degli arrivi e 12% delle presenze) seguite dai comuni minori (15% degli
arrivi e 8% delle presenze) mentre a
parecchia distanza ci sono le Terme
(3% degli arrivi e delle presenze) – che
evidentemente non sono ancora riuscite a ripensare il loro ruolo e a ricollocarsi sul mercato dopo la profonda
crisi seguita ai tagli operati negli anni
Ottanta dal Servizio sanitario nazionale - ; infine l’Appennino (3% degli
arrivi e 2% delle presenze).
Incoraggiante l’incremento a livello
regionale della clientela straniera (+1%
arrivi, +0,4% presenze), soprattutto di
turisti di lingua tedesca e russi, che però è assai modesto e indica senz’altro
un ampio settore sul quale sarebbe necessario intervenire con maggiore decisione. In ogni caso il turismo incoming rappresenta il 26% del totale
Nel 2012 ha fatto da contraltare all’incremento di stranieri il vistoso calo dei flussi di connazionali (-3% arrivi, -4,5% presenze) soprattutto da Lazio e Toscana, bilanciato però dal sensibile aumento dei flussi interni alla
regione (+5% arrivi, +3% presenze).
Un dato quest’ultimo che sarebbe interessante indagare ma che a noi sembra ugualmente generato dalla crisi,
tanto da poter risultare alla lunga preoccupante. Il sospetto è che tale movimento intraregionale sia originato
da emiliani che a causa delle minori
disponibilità economiche hanno rinunciato a trascorrere la loro vacanza
all’estero o in regioni italiane più costose; soggiorni di “ripiego”, dunque,
che se da un lato hanno fatto si che
molti riscoprissero un turismo più casalingo dall’altro rischia di essere il prodromo di un ulteriore sensibile calo se
la situazione economica interna non
dovesse migliorare. Occorre oltretutto tener presente che proprio gli italiani rappresentano il 74% sia degli arrivi che delle presenze, provenienti per
lo più dai tradizionali bacini della Lombardia, della Toscana, del Veneto, del
Piemonte e dal Lazio.
La crisi sembra aver lasciato il segno
anche sul modo di soggiornare, considerato il vistoso calo dei flussi negli alberghi di categoria superiore (-5% di
arrivi e presenze), mentre è continuato anche nel 2012, il trend in crescita
delle residenze turistico-alberghiere
(+8,5% arrivi, +4% presenze) e nel
settore extra-alberghiero con buoni risultati registrati in appartamenti, agriturismi e bed & breakfast. Considerevole l’aumento di turisti nei campeggi (+10% arrivi, +24,5% presenze), essendo un tipo di turismo tradizionalmente meno costoso. I campeggi “pesano” sul turismo regionale per il 7%
degli arrivi e il 13% delle presenze.
LA CAPACITÀ
RICETTIVA REGIONALE
Riguardo la capacità ricettiva l’Emilia
Romagna può contare su 4.480 fra alberghi e residenze turistiche per, complessivamente, 295.360 posti letto. Le
strutture hanno in media 34 camere e
66 posti letto; quasi tutte con un rapporto bagni/camere superiore all’unità. L’indice di utilizzo dei letti è del
27% se non si considerano le chiusure stagionali; 50% se ci si riferisce ai
periodi di apertura effettiva. Nel decennio 2003-2012 il numero degli hotel a 5-4-3 stelle è passato da 2.613 a
2.889 unità con il numero dei posti
letto cresciuto del 17%; le strutture ad
1 e 2 stelle sono invece diminuite di
753 unità. Negli anni c’è stato quindi
una evidente diminuzione degli eser-
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cizi a basso potenziale ricettivo con
corrispondente evoluzione dell’offerta verso strutture di più ampie dimensioni e maggiore capacità come richiesto dal mercato. Sempre sul fronte della ricettività rilevante l’incremento
delle residenze turistiche, che nello
stesso decennio sono aumentate del
76% passando da 144 a 254, con un
più che raddoppio dei posti letto: da
7.001 a 14.696. Nel comparto extraalberghiero a fine 2012 si contavano
123 fra campeggi e villaggi turistici per
quasi 90.500 ospiti, 731 alloggi agroturistici con oltre 9.000 posti letto,
1.117 alloggi dati in affitto da imprese turistiche con 19.700 posti letto,
1.688 bed & breakfast con oltre 7.200
posti letto e 476 altre tipologie con oltre 20.000 posti letto complessivi
LE AREE TURISTICHE
La Riviera, come già detto, ha il potenziale turistico più rilevante della regione avendo assicurato lungo i suoi
150 chilometri di estensione 4.979.442
arrivi e 27.729.199 presenze e una permanenza media di 5 giorni nelle strutture alberghiere e di 9 in quelle extraalberghiere. Ciò significa che nel 2012
c’è stata una sostanziale tenuta rispetto alla buona performance registrata
nei precedenti anni. Ciò principalmente è avvenuto grazie all’incremento degli stranieri, che sono andati a compensare il calo dei connazionali. Anche sulla costa a soffrire di più sono
stati gli alberghi di categoria superiore. In controtendenza i campeggi, con
incrementi molto rilevanti (+11% arrivi, +27,5% presenze). Ovviamente
è sulla costa che si concentra anche la
maggior parte delle strutture: 3.170 fra
alberghi e residenze turistiche, 51 fra
campeggi e villaggi turistici per quasi
74.000 ospiti, 352 alloggi dati in affitto da imprese turistiche , 69 case per
ferie, 10 ostelli,·98 bed & breakfast e
15 agriturismi
Le città capoluogo sono la seconda mèta turistica, con – sempre nel 2012 2.233.188 arrivi e 4.590.528 presenze,
e una permanenza media di quasi 2
giorni negli alberghi e di 3,7 giorni nelle altre strutture. Rispetto al 2011 si è
registrata una flessione non indifferente sia degli arrivi che delle presenze (-
“
RIGUARDO LA
CAPACITÀ RICETTIVA
L’EMILIA ROMAGNA
PUÒ CONTARE SU
4.480 FRA ALBERGHI
E RESIDENZE
TURISTICHE PER,
COMPLESSIVAMENTE,
295.360 POSTI LETTO.
3%) che ha interrotto la tendenza positiva in corso già da molti anni. Il calo degli arrivi è dovuto soprattutto alla clientela italiana, quello delle presenze invece è da ascriversi piuttosto
agli stranieri che evidentemente hanno abbreviato la durata del soggiorno.
In totale controtendenza il capoluogo
di regione, Bologna, mentre Parma e
Reggio Emilia sono riuscite a limitare
i danni, registrando una modesta diminuzione dei flussi. Tutte le altre città hanno presentato scostamenti negativi molto rilevanti. Nelle città i periodi più favorevoli, con la massima
concentrazione turistica, sono maggio,
settembre e ottobre mentre il principale bacino di provenienza resta la
Lombardia. La struttura ricettiva scelta dai turisti è quasi esclusivamente
quella alberghiera, mentre riguardo
l’extra-alberghiero la preferenza va agli
alloggi in affitto, alle case per ferie e
agli agriturismi. Il patrimonio ricettivo delle città emilane-romagnole è il
seguente: 290 alberghi con 28.176 posti letto – si tratta di strutture con in
media 51,5 camere e 97 posti letto - 5
campeggi per circa 1.250 ospiti, 581
bed & breakfast con oltre 2.200 letti,
281 alloggi gestiti in forma imprenditoriale con oltre 3.000 posti letto, 59
agriturismi con 758 letti, 10 ostelli per
730 ospiti e 115 altre strutture con
2.104 posti letto
Molto dietro nella graduatoria si situano le terme, le quali nel 2012 hanno
registrato 299.146 arrivi e 1.084.827
presenza. Prosegue insomma la crisi
per il comparto termale, nonostante
gli stranieri abbiano fatto registrare un
incremento significativo sia di arrivi
(+5%) che di presenze (+9%). La permanenza media sembra essere scesa al
11
CAMPING MANAGEMENT :AMBIENTE E TERRITORIO
“
IL PIANO
PROMOZIONALE
TURISTICO 2014
DELL'EMILIA-ROMAGNA
PREVEDE L’AUMENTO
DELLA QUOTA DI
TURISMO ESTERO,
ANCHE ATTRAVERSO
UNA MAGGIORE
PRESENZA NEL WEB
manenza, che non arriva ai 3,5 giorni.
Soltanto nelle località dell’appennino
piacentino si è riscontrato un notevole recupero degli arrivi, dopo alcuni
anni di calo, ma la durata del soggiorno si è ancora contratta (-9% delle presenze). Anche qui la modalità di soggiorno preferita è l’albergo, con una
concentrazione nei 3 stelle. La Consistenza ricettiva in area montana è di
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minimo storico con 3,6 giorni mentre
per quanto riguarda la distribuzione
del movimento, il periodo compreso
tra maggio e ottobre registra il 60% degli arrivi e il 71% delle presenze. Si
tratta di un turismo che gravita nelle
province di Parma, Ravenna (terme
di Brisighella e Riolo), Forlì-Cesena
(terme di Bagno di Romagna e Castrocaro), Bologna (terme di Porretta e
Castel S. Pietro) e dove preponderante è la clientela italiana (86% degli arrivi e il 90% delle presenze). Quanto
alla tipologia di struttura ricettiva scelta per l’alloggio, circa il 77% del flusso turistico prevalgono gli alberghi.
Infine l’Appennino, che nel 2012 ha
registrato 247.208 arrivi e 858.366 presenze. Tra l’altro, essendo quella montana una vacanza scelta per lo più dagli italiani, in quest’area si è fatta sentire pesantemente la crisi, con dati fortemente negativi (-5,5% arrivi, -11%
presenze solo nel 2012). Anche in questo caso più penalizzati sono stati gli
alberghi che hanno visto anche diminuire ulteriormente il periodo di per-
342 alberghi con 11.431 posti letto
complessivi; 44 fra campeggi e villaggi turistici per oltre 10.000 ospiti, 173
agriturismi con 2.060 posti letto, 316
bed & breakfast con 1.448 posti letto,
188 altre tipologie (case, affittacamere, ostelli, rifugi, ..) con quasi 4.500
posti letto complessivi.
PROSPETTIVE
DI SVILUPPO
L’Emilia Romagna è la quarta regione
turistica italiana e se vi sono grosse
preoccupazioni legate alla situazione
economica nazionale, che rischia di
ridurre ulteriormente il numero degli
italiani ancora in grado di andare in
vacanza questa regione può ancora
contare sul turismo estero, non soltanto europeo. Gli scandinavi e gli
stranieri di lingua tedesca conoscono
benissimo la riviera romagnola e hanno ormai imparato ad apprezzarne i
vantaggi. A questi si sono aggiunti in
tempi molto più recenti i russi, sui quali si riversano non solo le speranze ma
le attenzioni degli operatori e degli
amministratori locali. Il loro numero
è in costante crescita e soprattutto non
è così legato alla stagionalità. Non è
infatti raro vedere comitive di russi a
passeggio per le cittadine della Riviera a Settembre e Ottobre, attirati sì
dal clima indubbiamente più mite di
quello moscovita ma anche dalla possibilità di fare acquisti e portare a casa un po’ di quel Made in Italy che
contribuisce a sottolineare il loro nuovo status di cittadini di una potenza
economicamente emergente. E’ per
questo motivo che il Piano promozionale turistico 2014 dell'Emilia-Romagna prevede l’aumento della quota di
turismo estero, anche attraverso una
maggiore presenza nel Web, sempre
più decisivo per la scelta della vacanza. Attenzione anche alle proposte di
turismo enogastronomico che si fa forza di 39 prodotti Dop e Igp legate a
pacchetti speciali. Il tutto arricchito
da una rete di parchi tematici (La Riviera dei Parchi), da un circuito di 25
campi da golf, da una Motor Valley
con la presenza dei marchi internazionali Ferrari, Ducati, Lamborghini, Maserati (che nel 2014 festeggia i cent'anni d'attività). n
L’OPEN AIR SECONDO
IL PRESIDENTE REGIONALE
DELLA FAITA
A
nche in Emilia Romagna
l’open air svolge un ruolo di
tutto rispetto nel panorama
turistico regionale. Come spiega il
presidente regionale della Faita,
Gianfranco Vitali, le aziende più
grandi sono dislocate nelle località
marine, mentre nell’entroterra sono le piccole aziende con molti clienti stanziali. Nei camping e villaggi
la maggior pare degli ospiti sono italiani (circa il 70% ) mentre gli stranieri, per lo più tedeschi, olandesi,
svizzeri e francesi, sono in media il
30%. Qui come altrove sarebbe una
buona cosa riuscire a destagionalizzare il turismo all’aria aperta e ciò,
sempre secondo il presidente della
Faita, sarebbe possibile attraverso
una maggiore valorizzazione delle
aree naturalistiche ma anche attraverso la pianificazione di eventi sportivi, musicali e culturali. In questo
senso, da diversi decenni ormai, vale da esempio ciò che avviene a Rimini con il Meeting, kermesse culturale e religiosa che attira un centinaio di migliaia di persone da tutta Italia assicurando il pieno di hotel e campeggi nell’ultima settimana di agosto.
Per fortuna in Emilia Romagna la
politica regionale sembra attenta al
settore dell’open air, co-finanziando progetti promozionali presentati dai vari soggetti privati. Tuttavia
sarebbero necessari, come sottoli-
nea Vitali, anche ulteriori investimenti da parte dei proprietari delle strutture, in particolare case mobili di qualità, piscine coperte e spazi chiusi e riscaldati idonei all’utilizzo tutto l’anno, in una ottica, appunto, di destagionalizzazione.
Come altrove in Emilia Romagna
l’ultima stagione ha registrato una
tenuta se non una crescita dei flussi nel turismo all’aria aperta ma questo non induce troppo all’ottimismo, dal momento che, conclude il
presidente della Faita Gianfranco
Vitali, i margini di profitto sono in
calo a causa dei costi crescenti. Tuttavia sarebbe proprio questo il tempo giusto per investire e cercare di
incrementare i ricavi, preparando
strutture ricettive di qualità in grado di intercettare clientela medio
alta, che sceglie questa vacanza non
per il prezzo basso ma come stimolante alternativa. n
13
CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO
PRIMI IN APPEAL
MA NON IN AFFARI
di Luca Marini
COME RECUPERARE TERRENO
NELLA COMPETIZIONE TURISTICA
INTERNAZIONALE
L
a dodicesima edizione della ricerca internazionale sul turismo
più prestigiosa al mondo - “Leading Country Brands” - di Today’s and
Tomorrow’s ha collocato ancora una
volta l’Italia ai primi posti; perché allora questa leadership non si trasforma
in un adeguato fatturato e posizione
sul mercato? Cerchiamo di esaminare alcuni fattori.
La citata ricerca si basa sui seguenti
indicatori: ricchezza del territorio in
termini di storia, arte, ambiente, enogastronomia, natura, numero e qualità della strutture ricettive turistiche.
Su questi indicatori l’Italia è leader incontrastata e ciò dovrebbe consentirci di costruire un pensiero positivo su
queste basi; ovvero dovremmo considerarli asset acquisiti. I trend storici
(macrotrend) ci dicono inoltre che le
clientele turistiche si ricompattano
intorno ai seguenti ingredienti fondamentali: libertà, natura, socialità, spensieratezza, benessere, bellezza, cultura, storia, arte e che il turismo all’aria
aperta tiene meglio il mercato. D’altra parte sappiamo ormai che la domanda si è orientata verso una vacanza da trascorrere vicino ai luoghi di residenza, deve essere non eccessivamente costosa e la durata si è andata
accorciando.
In questo scenario complessivo occorre considerare quattro punti strategici, sui quali lavorare:
- conoscenza del mercato,
- gestione delle strutture,
- marketing
- costruire l’offerta
Cominciamo dal primo punto: la conoscenza della domanda. Una importante ricerca francese del 2012 ha concluso che la campagna, il mare, la natura piacciono per quello che sono e
vengono scelte indipendentemente
dagli “artifici” messi in atto dal marketing. Semmai la rivoluzione digitale ha cambiato il modo di scegliere la
destinazione, poiché oggi prima di
prendere qualsiasi decisione si interpella internet e se l’esperienza è ancora personale, la narrazione dei luoghi, le storie, le passioni, hanno assunto una nuova fondamentale importanza, amplificata dallo strumento telematico. E’ qui che occorre agire, e subito, per intercettare il viaggiatore. Per i collaboratori della struttura turistica diventa perciò fondamentale conoscere il territorio e offrire tale conoscenza, assieme alla simpatia, all’educazione, alla impeccabile professionalità, ai propri ospiti. In
pratica i gestori della struttura devono diventare anche leader culturali,
capaci di proporre un prodotto diverso dalla classica vacanza, ovvero qualcosa che possa interessare e coinvolgere tutta gamma sensoriale dell’ospite. Tanto più che il cliente, proprio
grazie alla potenza dei social network,
è ormai il principale promoter, essendo in grado di spostare e comunicare
consensi col passaparola telematico.
La politica imprenditoriale e quella
territoriale debbono oggi interagire al
fine di rendere più chiare, aperte e dinamiche le strategie che organizzano
l’offerta turistica: Ente, operatore turistico e viaggiatore debbono diventare attori consapevoli, interagendo
in modalità attiva, dinamica e georeferenziata. Da questo punto di vista,
15
CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO
ma non solo, l’elemento della comunicazione diventa un’esigenza strutturale.
Ovviamente la principale responsabilità per ciò che riguarda il “fare” ricade sugli operatori turistici e sugli Enti amministrativi periferici e centrali,
i quali innanzitutto devono mettere a
disposizione adeguate risorse economiche per la promozione turistica del
“sistema paese”. In secondo luogo devono impegnarsi in uno sforzo congiunto ed integrato per mettere a punto strategie di comunicazione, innovazione e promozione a livello locale
congeniate in modo tale da innescare un volano per l’economia locale. A
tale proposito appare chiaro quanto
sia preferibile che i rapporti tra “pubblico” e “privato” siano all’insegna della cooperazione e della strutturazione
- distretto turistico e reti d’impresa –
in modo da avere maggior peso verso
i partner e fornitori strategici, i quali
a loro volta daranno infrastrutture,
servizi e prodotti a forte ricaduta sul
cliente, utente e viaggiatore. L’ente
16
locale inoltre può utilmente fare da
cerniera tra la popolazione dei residenti e i turisti, offrendo ai primi un
territorio sano, non offeso da forme di
sfruttamento dannose per la vocazione turistica per un verso, e non gravato dai disagi di una “sovrappopolazione” vacanziera dall’altro. Un termometro per tale ragionamento può
essere la questione della raccolta dei
rifiuti, problema che esplode nei periodi di maggior flusso turistico. D’altro canto, senza entrare nello specifico, è proprio il livello generale dei servizi pubblici – come la mobilità, la
fruibilità dei luoghi, l’assenza di barriere architettoniche - ad essere certificato nella determinazione degli
standard qualitativi turistici delle località che si pongono sul mercato.
Non c’è dubbio che per quanto riguarda l’Italia per recuperare il gap che abbiamo incassato con la trasformazione dei mercati, occorre procedere alla integrazione sopra esposta, coinvolgendo anche i residenti, che in caso
di successo turistico della loro locali-
tà possono trarre i maggiori benefici
della salvaguardia del patrimonio collettivo.
Su queste criticità endemiche nazionali, purtroppo, tanto conta il ritardo
della politica statale e regionale, sia
in termini di ricompattazione e ordinamento normativo in favore del turismo e le sue categorie, ma anche di
mancata tutela delle specificità nazionali negli ambiti comunitari. L’esempio più vistoso della “vessazione” da
parte della Unione europea sui paesi
membri è la Direttiva Bolkestein sui
servizi che colpisce diverse figure autonome specializzate, come i balneari (30 mila imprese in Italia) elemento strategico per la nostra vocazione
turistica in gran parte imperniata sullo sviluppo delle coste.
Tuttavia anche di fronte alla evidente inadeguatezza delle normative ed
al vistoso ritardo delle amministrazioni, da contrastare energeticamente
con una vigorosa tutela del diritto
d’impresa, è chiaro che tutti gli operatori turistici debbano sedersi come
soggetti attivi al comune tavolo programmatico sul turismo rompendo
ogni immobilismo.
Un discorso a parte deve essere fatto per l’innovazione, che deve riguardare soprattutto l’identità e la tradizione, l’ambiente, la sostenibilità, la
comunicazione e il marketing. Non
appena realizzata l’infrastruttura innovativa e recuperata la capacita di
agire nello scenario turistico globale
come soggetti consapevoli e attori
fondamentali, è chiaro che bisognerà rapidamente affrontare la promozione e distribuzione del prodotto turistico secondo modalità più dirette
ed economiche, nonché la capacità
di rendere visibili i soggetti e il territorio da cui il prodotto turistico
prende origine e forma. Insomma bisognerà riappropriarsi delle leve che
regolano i flussi turistici per non rimanere spiazzati dal riorientamento
del cosiddetto “turismo di massa”, oggi sempre più frammentato (turismo
religioso, città d’arte, crociere, ecc.)
rischiando di scollegarsi dal turismo
all’aria aperta (open air) il quale più
di altri ha bisogno di una ampia gamma di viaggiatori: pendolari metropolitani, clienti fidelizzati, stranieri… In altre parole gli operatori locali devono trovare i motivi per non
essere bay passati dai grandi tour operator e dalla “grande distribuzione”
turistica prevenendo il fenomeno della concentrazione delle risorse da parte di poche, grandi, aziende magari
multinazionali. Il che avverrebbe tra
l’altro a discapito delle innumerevoli piccole imprese a carattere familiare che costituiscono il nerbo del settore, le quali non possono essere messe in condizioni di dover svendere il
proprio patrimonio, materiale e immateriale. Una soluzione potrebbe
essere l’organizzazione “dal basso” dei
territori, mediante un opportuno marketing di prossimità pensato per una
distribuzione diretta sui mercati, grazie alla promozione “virale” oggi possibile grazie alla rete. Si tratta di una
operazione più culturale e di testa che
non di muscoli, essendo basata sull’utilizzo di software informatici peraltro già ampiamente disponibili che
non richiedono grandi investimenti
ma idee in grado di catalizzare l’attenzione della clientela potenziale.
Tra l’altro sempre grazie allo strumento informatico, il quale consente pagamenti, e prenotazioni completamente digitalizzate e dirette si apre
l’interessante prospettiva di minore
dipendenza dai grandi tour operator,
la cui promessa di maggiori flussi per
le proprie strutture ricettive comporta il pagamento di un “dazio” che rischia di diventare assai oneroso in
tempi di contrazione della spesa. Oltremodo interessante l’e-commerce,
con la sua possibilità di un rapporto
diretto con i fornitori e ulteriori risparmi di gestione.
Dobbiamo insomma puntare a ridare
autonomia e spirito di iniziativa agli
operatori, dando vita a veri e propri
“cartelli” di imprese – coordinate con
le amministrazioni locali - decise a
proporsi sul mercato come un unico
sistema turistico strategico, complesso e integrato, in grado di confrontarsi con qualsiasi concorrenza straniera
che sta guardando con crescente appetito la nostra industria turistica, la
quale, non dimentichiamolo, porta in
dote l’offerta più ricca al mondo.
Riassumendo, siamo di fronte alla necessità di una riorganizzazione strutturale delle rete distributiva e di una
nuova riformulazione dell’offerta, che
deve essere maggiormente collegata
ai nostri territori ed alle nostre invidiate ricchezze.
Infine occorre considerare la questione affatto secondaria della destagionalizzazione, che andrebbe analizzata
innanzitutto alla luce della sociologia
e della antropologia; ovvero del cambio di costume avvenuto e ancora in
atto tra i turisti, a partire da quelli di
casa nostra. In altre parole occorre cominciare a misurare il cambiamento
degli stili di vita e su come incidono
sul mercato. Quanto ciò sia importante lo vediamo ad esempio per quanto
riguarda il turismo balneare, dove milioni di connazionali si riversano nei
3-4 mesi estivi sugli 8mila chilometri
di costa della Penisola generando un
numero di presenze complessive nell’ordine delle diverse centinaia di milioni; un fenomeno primario che non
ha praticamente eguali nel mondo anche se il modello si sta implementando in altri paesi, come Cina, Stati Uniti, Australia.
L’elevato pendolarismo riscontrabile
negli ultimi anni potrebbe essere aiutato e incentivato migliorando i collegamenti tra le città e il lido e allo
stesso tempo una intelligente pianificazione degli eventi e degli appuntamenti anche di carattere culturale potrebbe spalmare i flussi lungo archi
temporali più ampi, allungando la stagionalità. Addirittura ci potremmo
spingere ad ipotizzare una pianificazione che copra l’intero anno, abituando ad un ulteriore pendolarismo di tipo locale che il viaggiatore si porterà
dietro come esperienza anche nel periodo della vacanza vera e propria. In
parole povere una riscoperta del piacere di vivere tutto italiano che dovrebbe tornare a far parte del nostro…
made in Italy turistico n
17
CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO
LO STATO STROZZA LE
IMPRESE E LA RIPRESA
di Filomena Armentano
SENZA UNA DECISA CURA DIMAGRANTE
DELL’APPARATO PUBBLICO L’ITALIA AFFONDA.
INTERVISTA AL PROFESSOR CARLO PELANDA
T
asse, crisi e ripresa in Italia. Ne
parliamo con Carlo Pelanda,
professore di Politica ed Economia internazionale nell'Università della Georgia (Athens, Usa) ed
editorialista per diverse testate nazionali tra cui Libero e Il Foglio. Pelanda, che è stato consulente del Segretario generale dell’Onu (1988-90),
del Presidente della Repubblica Italiana (Cossiga, 1990-91), del ministro degli Esteri (Andreatta, 1993),
del ministro delle Finanze (Tremonti, 1994), del ministro della Difesa
(Martino, 2001 – 2005), ha le idee
molto chiare: «La recessione italiana
è autoindotta, non arriva dal 2008.
A partire dalla crisi in Grecia, per dimostrare al mercato internazionale «LE TASSE SONO
che l'Italia andava verso il pareggio IMPAGABILI PER LE
MICRO E PICCOLE
di bilancio si sono attuate politiche
IMPRESE, MA
che hanno aumentato le tasse. E' sta- SOPRATTUTTO PER
to un suicidio economico ingiustifi- LE PARTITE IVA. TRA
cato, il massacro di quasi un milione IMPOSTE DIRETTE E
di persone a cui sono stati erosi lavo- INDIRETTE SI ARRIVA
ro e impresa. Questo è stato il prezzo AD ESAURIRE TUTTO
per convincere il mercato finanziario QUELLO CHE
internazionale che il nostro debito INCASSANO LE
era sostenibile. Si sarebbe certamen- AZIENDE».
te potuta prendere un'altra strada, ma
il Governo non ha voluto farlo, e così dal 2011 in poi, invece di tagliare dannosa tanto per le imprese quanla spesa pubblica si è preferito aumen- to per le famiglie?
tare le tasse».
«E' evidente che siamo in presenza di
un carico fiscale eccessivo, il più alto
Professore, si può dire che l'attuale tra le nazioni comparabili. Una prestassazione, con punte che superano sione che taglia le capacità di spesa
il 70 per cento, secondo Cna, sia delle famiglie generando una riduzio-
“
18
ne degli utili per le imprese. Il risultato è che i consumi tendono ad essere
depressi e gli investimenti non vengono incentivati a causa del carico fiscale. In queste condizioni, l'eccesso
del drenaggio fiscale è uno dei fattori
principali - non l'unico - per cui l'Italia cresce poco. C'è anche una complicazione. La spesa pubblica, i soldi
fiscali, sono sprecati: un euro che entra nello stato ne produce 0,50, mentre un euro che resta sul mercato privato si moltiplica per tre o quattro».
Si dice che il vero problema dell'Italia è l'evasione fiscale. Ma c’è poi
tutta questa evasione? Con il nostro
sistema si può evadere sui redditi dichiarati ma una impresa paga fornitori, lavoratori, acquista beni e servizi e tutto ciò è tassato...
«L'evasione fiscale è un po' un mito.
Al nord si è ridotta, resta il problema
del nero. L'evasione domina al sud
sia a causa della criminalità sia perché il meridione vive solo di spesa
pubblica. Lì lo Stato ci va leggero perché applicando la stessa pressione del
nord non sopravviverebbe nessuno.
E' per questo che l'evasione in Italia
è presente al 70 per cento al sud, e ridotta ai minimi termini al nord dove
è diventata “partigiana”: è per sopravvivenza, ovvero ci sono persone che
se pagano le tasse non mangiano. Esistono settori dove evadere è più facile e dove chi governa è cosciente di
dover andare dentro con cautela: il
rischio è distruggere un tessuto di piccole unità non modernizzato. E' una
scelta politica dello Stato che non sta
effettuando la stessa pressione nei settori più delicati, così come non fa pressione al sud, anche se il nord di ciò è
molto arrabbiato».
Allora non è poi così sbagliato dire
che con tali livelli di tassazione in
certi casi evadere significa sopravvivere?
«Le tasse sono impagabili per le micro e piccole imprese, ma soprattutto per le partite Iva. Tra imposte dirette e indirette si arriva ad esaurire
tutto quello che incassano le aziende. Questo è ben visibile dalle statistiche delle aree di diffusione della
piccola e media impresa, con la riduzione del business causata dalla recessione interna provocata dalle tasse».
In Italia il Quirinale costa 134 milioni di euro/anno, la corte inglese
38; abbiamo un Senato fotocopia della Camera e potrebbe essere abolito
“
LA RICETTA PER IL
PROFESSOR CARLO
PELANDA È
SEMPLICISSIMA:
«TAGLIARE DA UN
MINIMO DI 60 MILIARDI
IN TRE ANNI DI SPESA
PUBBLICA E 50 MILIARDI
DI TASSE CON IL 10 PER
CENTO DI MARGINE PER
TENERE IN PIEDI IL
BILANCIO PUBBLICO».
- 300 stipendi da 15 mila euro in meno più le spese di mantenimento-,
500 mila auto blu contro le 75 mila
degli Usa, prima potenza mondiale;
Province e Comunità montane da
abolire, Comuni sotto i 1.000 abitanti da accorpare. Si può dire che
se anche tutti, ma proprio tutti, pagassero fino all'ultimo le tasse questo non si tradurrebbe necessariamente in una riduzione della pressione e in una politica nazionale rivolta verso la riduzione degli sprechi?
«Oltre agli sprechi, la soluzione è quella di tagliare la spesa pubblica per andare a ridurre le tasse. Bisogna distinguere tra spese inutili e spese utili per
cui si spende troppo. L'Europa ci chiede di tenere il bilancio pubblico vicino al pareggio. Per ottenere ciò esistono due strade. Se alzo le tasse creo
recessione. Se, invece, taglio sia la spesa sia le tasse lascio più capitale al mercato. Tagliando le spese vado a colpire l'apparato parassitario di dipendenti pubblici. La verità è che negli anni
passati si è invece preferito distruggere una parte del mercato italiano».
In Italia secondo una sua stima abbiamo tra i 60 e i 90 miliardi di spesa inutile.
«Faccio un esempio: perché lo Stato
deve fare 30 miliardi di trasferimenti alle imprese quando sarebbero sufficienti 10 miliardi? Sarà anche giusto finanziare le aziende dei trasporti
in zone remote o del sud, perché tutti i cittadini devono avere a disposizione il trasporto pubblico, ma per-
19
CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO
ché spendere gli altri 20 miliardi? Perché in sanità ci sono tanti amministrativi? A cosa servono? Ad appesantire la spesa. Poi, più che lo Stato centrale sono gli enti locali che sprecano: perché un Comune deve avere
tante macchine blu e assessorati? Perché una Regione deve avere tanti fondi?».
Cosa fare, allora?
«E' evidente che pur mantenendo uno
stato sociale ben organizzato dovremmo cambiare i criteri di utilità, di allocazione delle risorse pubbliche. Quindi bisogna fare un ragionamento serio. Innanzitutto dobbiamo capire qual
è la spesa inutile; in secondo luogo capire dove vale la pena di investire: insegnati, carabinieri e poliziotti e via
elencando. Nelle scuole mancano strumenti adeguati? A me Stato conviene spostare risorse là, invece di pagare personale inutile dove potrebbe bastare un computer. Conviene investire in docenti e medici piuttosto che
in amministrativi o conviene investi-
re in sicurezza. Il problema è che questa cosa metterebbe sulla strada un po'
di gente che lavora nel pubblico ed è
per questo che nessun politico se la
sente. Purtroppo però andando avanti così i servizi restano sottodimensionati e le tasse vanno ad uccidere il resto. La politica non riesce a trovare
un buon compromesso e intanto il problema si è incancrenito».
Non si licenzia nel settore pubblico
ma si lascia che siano falcidiati posti nel settore privato… Si può dire
che con 10 punti in meno di pressione fiscale e una decisa sburocratizzazione ci sarebbe un altro boom
economico?
«Dieci punti è un po' poco: dovremmo portare la tassazione delle imprese verso il 15 per cento e tagliare alle
famiglie del 10 per cento. Così facendo l'Italia andrebbe in boom. Questo
però è possibile solo tagliando la spesa pubblica di circa 60 o 70 miliardi e
con questo tipo di politici non è possibile. Siamo di fronte a persone che
ciclo & fitness
non ne hanno la competenza e quindi anche se volessero farlo non saprebbero come. Questo è un problema. Sicuramente è poi molto difficile che si
arrivi a una svolta politica perché la
massa e il volume dei protetti che vivono di spesa pubblica raggruppa milioni di persone. Sono oltre cinquemila solo quanti vivono nel circuito
politico. Un numero enorme. Sono 6
milioni le persone che prendono lo
stipendio grazie al mercato fiscale. Bisogna fare i conti, insomma, con uno
zoccolo duro costituito da 8-9 milioni di voti per lo più orientati a sinistra. Persone che non hanno alcun interesse a cambiare il sistema. La democrazia italiana fa fatica perché è
bloccata dal peso eccessivo: più che
dalla volontà politica il problema è
rappresentato dai partiti: con un serio programma di revisione sociale in
grado di fare uscire l'Italia dalla recessione si perdono le elezioni».
Dobbiamo allora rassegnarci ad una
morte lenta?
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Saranno le influenze esterne a costringere l'Italia a fare queste politiche.
Nelle regole dell'eurozona bisogna fare crescita e pareggio di bilancio. L'Italia a un certo punto dovrà farlo, pena l'uscita dall'euro. Prima o poi è certo che si dovrà arrivare alla cessione
di un terzo dei dipendenti, fatto che
purtroppo potrebbe avvenire in maniera traumatica, senza riforme interne».
Non tutto è perso dunque, ma non c'è
più da perder tempo perché intanto
le aziende vanno via dal paese. La ri-
cetta per il professor Carlo Pelanda è
semplicissima: «Tagliare da un minimo di 60 miliardi in tre anni di spesa
pubblica e 50 miliardi di tasse con il
10 per cento di margine per tenere in
piedi il bilancio pubblico». Così, spiega, intanto si riduce il costo annuale
del debito. «Se tagliassimo di 90 miliardi la spesa, e conseguentemente le
tasse, sarebbe ancora meglio. Le soluzioni ci sono. Se è vero che abbiamo
eroso un terzo delle capacità produttive, dalla sua l'Italia in fatto di industria ha ancora tante potenzialità, ha
grande capacità nel sistema manifatturiero in cui in Europa è seconda solo alla Germania per volume d'affari,
nel mondo è quinta dopo America,
Cina, Giappone e Germania. Resiste
bene anche l'industria export. Insomma, nonostante tutto siamo ancora
una grande potenza industriale, abbiamo cioè un sistema economico che
abbassando le tasse è in grado di riportarci in alto. Bisogna però agire prima
che il nostro patrimonio industriale
vada in fumo. Abbiamo ancora qualche anno di vita». n
CAMPING MANAGEMENT :EDITORIALE
segue da pag.3
Ecco , dunque, che la scelta del campeggio diventa la risposta più adeguata al nostro bisogno di evasione, di semplicità e di relax
il cui soddisfacimento, più o meno adeguato, rappresenta l’esatta cifra della qualità della vacanza, tanto attesa
quanto preziosa per ciascuno di noi.
Se la motivazione principale della scelta risiede nel più
diretto contatto con la natura, non sono da sottovalutare, a parità di condizioni di comfort, l’economicità della
vacanza e la dislocazione della struttura, per lo più realizzate in luoghi ameni. Sedotti dal contatto con la natura
ma bisognosi e dipendenti dal confort e dai servizi cui siamo ormai abituati, gli ospiti dei campeggi vanno scoprendo nuove formule di vacanza sempre più aderenti ad un
modello che coniughi. Nasce così da qualche tempo una
nuova specializzazione dell’offerta: il “glamping”.
Si tratta di un termine anglosassone, nato dalla fusione delle parole glamorous e camping per indicare i campeggi a cinque stelle, dotati di ogni comodità ed ecofriendly. Perché il campeggio verde, a dispetto dei luoghi comuni, non deve essere necessariamente spartano,
anzi. Il glamping si pratica in strutture al top di gamma
dove la recettività promette e garantisce ogni comodità. In location che non hanno nulla da invidiare agli
alberghi, ma che offrono il vantaggio di poter trascorrere un soggiorno a diretto contatto con la natura.
Ma per gli addetti ai lavori il “glamping” è considerato
un “epifenomeno” che poggia su una più vasta e solida
realtà costituita dall’ospitalità offerta, in oltre due terzi della capacità complessiva delle aziende italiane, dalle così dette “case mobili”, una evoluzione dei boungalows, che in questi anni si sono diffuse e selezionate fino ad offrire, ad un prezzo spesso molto conveniente,
una ospitalità ricca di ogni confort: dalla cucina con
forni ad induzione alla tv satellitare, dalla terrazza privata alla Spa per piccoli gruppi di utenza, oltre alle ormai consuete connessioni wi-fi ed agli elettrodomestici di ultima generazione. Il tutto sempre in contesti am-
bientali piacevoli e generalmente poco affollati.
In questo senso, specie sul versante dell’offerta e del vasto mondo economico di produzione di beni e servizi
per il settore, si sta affermando un nuovo concetto di
modulazione della ospitalità open air: il greenfort.
Non è bello rincorrere la moda dei neologismi, ma a
volte è necessario per dare icasticità e connotazione a
fenomeni più o meno complessi.
Il greenfort, il confort nel verde, nella natura, non guarda alla suggestione o all’esotismo declinati dal glamping.
Al contrario il greenfort è fenomeno della struttura nel
suo insieme : dotazioni, servizi, personale e contesto ambientale. In ognuna delle quali specificità si declina il
rispetto e la valorizzazione dell’ambiente coniugati con
il massimo del confort tecnologico e di servizio disponibile sul mercato.
Ovviamente offrire nuovi e sempre più sofisticati prodotti significa anche formare una nuova mentalità della ospitalità sul fronte dell’offerta. Per questo il settore
si prepara per il prossimo decennio ad una ulteriore fase evolutiva che secondo la FAITA-FederCamping (Federazione nazionale delle imprese turistiche all’aria aperta che rappresenta la maggioranza delle aziende del settore) farà perno su due fattori chiave: formazione professionale degli imprenditori e riqualificazione, attraverso meccanismi di certificazione, dell’offerta e del
contesto ambientale delle strutture. Intanto la Federazione è partner attivo e promotore dei contenuti del SIPAC di Padova il Salone internazionale professionale
delle attrezzature per il camping, che giunto alla sua
quarta edizione rappresenta la vetrina e la sintesi, dedicata esclusivamente agli imprenditori del settore, dei
servizi, delle soluzioni e dei prodotti più avanzati del
settore open air.
Dunque per l’open air italiano si profila un’offerta rinnovata ed adeguata per soddisfare le esigenze di una domanda che ci auguriamo confermi le promesse di crescita espresse, nonostante il perdurare della crisi. n
21
CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO
VIAGGIARE NEL GUSTO:
MANGIARE IN UMBRIA
di Giuliano Manzi storico della cucina Segretario della Unione Regionale Cuochi del Lazio
PROSEGUE L’ITINERARIO
GASTRONOMICO ATTRAVERSO LE
REGIONI ITALIANE
L
’Umbria è una delle poche regioni italiane a non essere bagnata dal mare, in compenso è
custode di due bellissimi laghi che la
riforniscono di ottimo pesce cucinato magistralmente da mani competenti che ne traggono piatti sfiziosi
ed appetitosi. Ovviamente non è solo il pesce di lago il prodotto alimentare più interessante, ma tra carni,
verdure e legumi c’è da ricrearsi il
corpo, la mente e lo spirito in questa
piccola regione, che ha saputo mantenere nel tempo le sue naturali doti produttive, anche se non eccessive, di alimenti interessanti e particolarmente sapidi come il tartufo nero di Norcia che in quella regione
viene utilizzato in tanti intingoli particolarmente appetibili. Altro prodotto di largo consumo è l’olio, che
in Umbria ha una ottima fama di leggerezza. Altri prodotti della terra sono le lenticchie di Castelluccio, lo
zafferano di Colle Fiorito ed altri prodotti vegetali che entrano prepotentemente nella cucina locale.
Per avere un senso pratico di riconoscimento dei piatti locali, visitiamo
luoghi e territori per lo più storici e
vincolati alle regioni limitrofe dalle
quali la cucina umbra ha avuto particolari contatti. Così troveremo nella provincia di Perugia una penetrazione toscana, mentre il Lazio è più
esposto nelle provincia di Terni. Tutto questo non significa che le genti
locali non abbiano dei propri piatti;
anzi, diciamo che ogni piccolo cen-
22
mare. Non bisogna mancare di assaggiare i “carbonetti” tipici del lago di
Piediluco, cotti sulla griglia.
Non meno importanti i vegetali, con
una primaria affezione al farro la cui
coltivazione ha sfamato per millenni le popolazioni locali, nonché legumi e verdure ancora allo stato brado o coltivate. Infine per i più golosi la cioccolata della cui lavorazione
i perugini ne hanno fatto un arte. Un
secolo fa furono inventati i famosi
Baci, cioccolatini con nocciola accompagnati da messaggini che intenerivano il cuore, mentre la cioccolata addolciva la bocca.
SU E GIÙ PER L’UMBRIA
tro ha delle caratteristiche particolarmente localizzabili che fanno riconoscere una pietanza, una carne,
un pesce proprio dalla natura del territorio in cui vengono prodotti.
Le carni più utilizzate sono quelle di
maiale, che per secoli sono state la vera forza energetica del vitto locale, la
porchetta che è presente in tutto il
territorio cambia preparazione e presenza a secondo del luogo di produzione, basta spostarsi di pochi chilometri che il prodotto cambia sapore e
modo di cottura. Altre carni che gli
umbri hanno reso famose nel mondo
sono i bovini, gli agnelli e diversi tipi di cacciagione che hanno permesso alla loro terra di definirsi “regno del
forno” e “paradiso dello spiedo”.
Abbiamo accennato in apertura al pesce: del lago”Trasimeno e di Piediluco” di ottima qualità e di molteplici
specie, come Carpe, Persici reali, Tinche, Lucci, Pesci gatto, Alborelle ed
Anguille, che preparate in diversi modi non fanno rimpiangere il pesce di
Nella provincia di Perugia, mentre
visitiamo le bellezze naturali e storiche, ad Assisi possiamo degustare la
Torta al testo, la Torta di Pasqua maccheroni con le noci, la Rocciata - dolce pluricalorico ma di indubbia bontà -; a Bastia Umbra c’è la Porchetta
al finocchio mentre a Cascia troviamo gli spaghetti al Tartufo, carni bovine e salumi; da non perdere gli strascinati, una pasta tipica locale. A Castiglione del lago il pesce di lago: Lucci, Tinche, Anguille e Carpe del Trasimeno, mentre a Città di Castello ci
attendono l’anitra in porchetta, la
porchetta al finocchio, le Ciaramicole - dolci alle mandorle – il Migliaccio, un dolce autunnale, e il Torcolo, tipica ciambella dolce. Foligno
ci accoglie con i Vincisgrassi al tartufo nero, piccioni al tegame, maccheroni dolci, rocciata, castagnole,
fave dei morti.
GUALDOTADINO; Aspragi selvatici in frittata, concigli (verdure ti-
piche come spinaci,) funghi, salumi,
ciambelline, castagnole, pizza dolce
con ciccioli e frittelle.
GUBBIO; Frascarelli (uno gnocco
uovo e farina condito in vari modi)
risotto con tartufi, pizza dolce con
ciccioli, pizza di Pasqua, maccheroni con noci, vin santo liquore tipico
di Sant’Ubaldo.
NORCIA; risotto alla norcina (con
sugo alla parmigiana e lamelle di tartufo) migliaccio, lenticchie di castelluccio e dolci locali.
PERUGIA; Agnello arrosto, budellacci affumicati, cardi alla perugina, palombacce alla ghiotta, salsicce all’uva, ciaramicola,(dolce tipico), pinoccate, torcolo, pizza perugina ( tipica pizza salata con formaggio
e prosciutto, adatta per le scampagnate). Ovviamente a Perugia c’è una
vasta scelta di piatti che spaziano tra
i prodotti commestibili, ottimi vini
sono silenti accompagnatori di numerosi assaggi.
ORVIETO; torta di Pasqua, salumi
e cacciagione,(cucinata in crosta di
pane)
PRECI; famosa per le mortadelle.
SPOLETO; famosi i suoi strangozzi,
(tipica pasta) ma soprattutto per la
preparazione di carni allo spiedo, ottimo centro per gustare piatti preparati con tartufo dalla carne al pesce
ed alle verdure, fantasia di salumi di
tutti i generi, dolci tipici locali, si
consiglia di assaggiare un particolare piatto di pasta condita con le rigaglie (piatto tipico di carnevale)
TODI; Agnello, fave con le cotiche,
palombacce alla Todina, pane nociato, dolcetti locali.
TREVI; sedani e verdure pregiate,
trote e gamberi del Clitumno, vinci
sgrassi e tortellini al tartufo.
Come si evince dall’elenco dei piatti e delle specialità che la provincia
di Perugia offre, passare per quei posti è una continua tentazione per la
gola, ma se le soste sono ben dosate
ne vale la pena, anche perché oltre
allo stomaco ci si sazia di storia e di
bellezze naturali.
Nella Provincia di Terni possiamo
degustare:
ALLERONE; Zona di produzione
di un pregiato miele.
AMELIA; Fichi secchi farciti di mandorle, noci e cioccolato, palombacce alla leccarda amerina.
TERNI; Tartufi neri, gamberi e
trote del Nera e del lago di Piediluco (famosi i carbonetti speciali pesci
che si arrostiscono alla griglia) nota
particolare del pescato del lago, è la
tradizione che parte dello stesso venga essiccato e mantenuto nel tempo,
salumi di montagna, ciriole alla ternana (anguille), palombacce allo spiedo, panpepato di Natale, salsicce.
NARNI; biscotti di Narni, taglierini di pasta di mandorle e cioccolato, panpepato, focaccia Natalizia,
mandorle, noci, nocciole e pinoli che
sono gli ingredienti di molti altri im-
pasti dolci e salati.
TODI; Vista la vicinanza a Narni
alcuni piatti di Todi confluiscono
tra le specialità di di Narni, piccioni cotti allo spiedo per poi passarli
al tegame con prosciutto vino rosso, olio, cipolla, aglio, capperi, salvia e pepe, per dolci famoso il “salame di fichi” “pan nociato” La ricetta del salame di fichi racchiude
in se l’importanza che la natura ha
per la nutrizione della popolazione
locale. “ ingredienti per la preparazione del salame di fichi: ha la forma di uno sfilatino di pane, composto da un impasto di fichi secchi, dadini di pecorino, uvetta, gherigli di
noce tritata, chiodi di garofano, vino rosso, olio di oliva.” n
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CAMPING MANAGEMENT :PIANETA TURISMO
L’EUROPA HA PREMIATO
L’ACCESSIBILITÀ
HOLIDAY VILLAGE FLORENCE DI
COMACCHIO, UNICA STRUTTURA
IN ITALIA A RICEVERE IL
RICONOSCIMENTO DELLA
COMMISSIONE EUROPEA
C
i sono quasi 80 milioni di persone in Europa colpite da disabilità permanente o transitoria, cui si aggiungono coppie con
bambini piccoli, anziani con difficoltà motorie o visive e anche persone
con particolari patologie e allergie,
che formano una domanda tutt’altro
che trascurabile di strutture ricettive in grado di accoglierle e dove trascorrere un periodo di vacanza in relax in tutta sicurezza. E’ questo il mondo cui si rivolge il turismo accessibile, al quale l’Unione Europea ha dedicato questo 2014, istituendo anche
un riconoscimento internazionale per
premiare le strutture dei paesi aderenti che hanno saputo aprirsi con
successo a questa numerosa e particolare categoria di “vacanzieri”.
Per l’Italia il riconoscimento è stato
assegnato il 6 giugno all’Holiday Village Florenz di Lido degli Scacchi a
Comacchio, in provincia di Ferrara;
“
«ADESSO POSSIAMO
RIVOLGERCI ANCHE
AGLI SPORTIVI DISABILI:
CIRCA 1 MILIONE DI
PERSONE, SOLO IN
ITALIA, ALLA CONTINUA
RICERCA DI STRUTTURE
IDONEE DOVE
ALLOGGIARE NEI LORO
CONTINUI
SPOSTAMENTI PER
DISPUTARE GARE».
unica struttura turistica nel nostro
Paese in linea con gli standard di accessibilità auspicati dalla Commissione Europea.
Come dice Gianfranco Vitali, proprietario della struttura: «Questo attestato di qualità e di conformità premia un impegno che per noi risale al
2010. E’ da allora che, grazie anche
alla collaborazione con “Village for
All”, associazione leader in Italia per
quanto riguarda l’accessibilità, ci siamo aperti a questo tipo di problematica e di clientela. Tra l’altro con risultati assai soddisfacenti dato che
l’80% delle persone con disabilità tende a tornare in quelle strutture che
hanno saputo garantire standard elevati di confort. Attualmente il 10%
del nostro giro d’affari proviene dal
turismo accessibile e contiamo di arrivare tra cinque anni al 20%».
Il riconoscimento è stato consegnato nelle mani di Gianfranco Vitali da
Antonella Correra, capo dipartimento per il turismo presso la Commissione Europea al termine del convegno “Rethinking Accessible Tourism”
che si è svolto a Bruxelles. Durante i
lavoro è stato tra l’altro messo in evidenza come il nostro Paese sia più o
meno in linea con la media europea
per quanto riguarda gli investimenti
pubblici in questo settore, mentre è
scarso l’investimento privato, soprattutto a causa della mancanza di agevolazioni. Pesa anche la mancanza di
una cultura adeguata dell’accessibilità, che non comprende soltanto le
persone in carrozzella e soprattutto
non vuole trasformare le strutture ricettive turistiche in ospedali.
«Anche grazie a questo riconoscimento», ha detto infine Gianfranco
Vitali dell’Holiday Village Florence,
«possiamo rivolgerci anche agli sportivi disabili: circa 1 milione di persone, solo in Italia, alla continua ricerca di strutture idonee dove alloggiare nei loro continui spostamenti per
disputare gare e partecipare a meeting sportivi». n
25
CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE
INFORMAZIONE
A TUTTO CAMPO
CON L’ADAC
L’EQUIVALENTE TEDESCA DELL’ACI
PUBBLICA UNA GAMMA COMPLETA
DI GUIDE CARTACEE E ON LINE
V
erena Wimmer opera all’interno della IGL Werbedienst di
Salisburgo, società che da oltre 47 anni si occupa di promozione
turistica, in particolare di media del
settore turistico. E’ proprio questa
azienda che sta curando la diffusione
delle pubblicazioni dell’automobile
club tedesco (ADAC) dedicate ai campeggiatori e quindi chiediamo alla signora Wimmer quali sono le caratteristiche di queste guide e a chi sono
indirizzate.
«Le pubblicazioni dell’ADAC sono
dedicate in particolare ai campeggiatori», risponde la responsabile del settore pubblicità della IGL Werbedienst;
«la primavera si avvicina e così anche
il piacere dell’attesa per le vacanze.
Anche per questa stagione milioni di
tedeschi trascorreranno di
nuovo le loro vacanze in campeggio. Le pubblicazioni dell’ADAC offrono sia ai turisti
appassionati della vacanza attiva sia ai camperisti amanti
dei comfort un aiuto affidabile per pianificare la propria
vacanza».
Non stiamo parlando di una
sola pubblicazione, vero?
«Infatti. Innanzitutto abbiamo la
ADAC Campingführer , ovvero la
guida ai campeggi che viene pubblicata tutti gli anni in due volumi: “Germania/Europa settentrionale” e “Europa meridionale”. Le guide descrivono dettagliatamente 5.400 campeggi
distribuiti in 38 paesi europei, con le
loro attrezzature e i servizi offerti – fino a 300 singole informazioni. Su incarico dell’ADAC, ispettori qualificati raccolgono i dati controllando
ogni anno solo in Germania circa 2400
campeggi. Nella valutazione complessiva il risultato migliore è rappresentato dall’assegnazione di cinque stelle. Queste strutture vengono quindi
denominate “ADAC BestCamping”.
Viene inoltre spiegato se un campeggio è adatto per famiglie con bambini, per naturisti, per gli amanti del
wellness, degli sport nautici o della
pesca. La guida descrive precisamente la via d’accesso alla struttura e, per
ogni campeggio, sono elencati in modo dettagliato i prezzi in
vigore, compresi tutti i
costi accessori. Per farsi
un’idea veloce c’è anche
lo specchietto dei prezzi
redatto dall’ADAC, con
i costi riferiti
a una famiglia
tipo».
A proposito di
prezzi, è prevista
una qualche convenzione?
«Allegata alla guida c’è la tessera ADAC Camp-Card,
dedicata a coloro che vogliono risparmiare in vacanza e permette di usufruire in circa 2.000 campeggi e aree
sosta per camper in tutta Europa, di
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durante l’alta stagione e di riduzioni
valide per le unità abitative».
Invece per gli amanti della libertà su
quattro ruote, i camperisti?
«Abbiamo la ADAC Stellplatzführer
che descrive più di 4.500 aree-sosta in
37 paesi europei fornendo molte informazioni: dalla posizione alla via di
accesso, dalle attrezzature alle tariffe
in vigore. Anche in questo caso ad
ogni guida è allegata anche la tessera
ADAC Camp-Card».
zioni sul turismo e sui prodotti ma pubblica anche reportage di viaggio, sempre controllati e valutati dal “camping-team” dell’ADAC».
I consigli si limitano alla segnalazione delle strutture dove fare sosta o
c’è dell’altro?
«Il pubblico di riferimento è molto
esigente e il viaggio in roulotte, camper, auto o treno per i tedeschi deve
essere motivo di scoperta e di esperienze gratificanti. Per questo è nata
ADAC Freizeit Mobil, la rivista pubblicata due volte all’anno e allegata
gratuitamente a ADAC Motorwelt.
Questa pubblicazione offre informa-
Immaginiamo che anche in Germania tra gli automobilisti e i camperisti impazzi la tecnologia. Per loro cosa riserva l’ADAC?
«Ormai la tecnologia e internet più
che una moda o un vezzo sono una
necessità e siccome c’è bisogno di informazioni non solo quando si pianifica ma anche quando si è effettivamente in viaggio abbiamo l’ ADAC
Campingwelt Ondine, ovvero il mondo del campeggio nel web su
www.adac.de/campingfuehrer. Qui
i camperisti hanno a disposizione un
intero portale con tutte le informazioni più importanti contenute nell’edizione cartacea accessibili all’utente con un click. A questa si affianca l’App ADAC Camping- und
Stellplatzführer , l’applicazione per
smartphone con cui cercare campeggi e aree di sosta per camper le altre
preziose informazioni sui campeggi e
sulle aree sosta per camper, compresi i dati sulle unità abitative come per
esempio bungalow e case mobili. Gli
specchietti dei prezzi redatti dall’ADAC sono consultabili non solo
online ma anche offline. L’App mostra anche tutto ciò che è presente
nei dintorni di una struttura. Le funzioni “preferiti” e “social media” permettono al turista di condividere con
gli amici di Facebook o Twitter le informazioni sui propri posti preferiti.
Insomma una offerta più che completa di strumenti per pianificare e
trascorrere una bellissima vacanza,
sotto tutti i punti di vista.». n
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CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE
LEGIONELLA,
PREVENZIONE
E CONTROLLO
I CONSIGLI DI DUE ESPERTE
DI ESTE SERVIZI E ESTE – LAB
PER I GESTORI E TITOLARI DI
STRUTTURE TURISTICO-RICETTIVE
E
ste Servizi ed Este-Lab sono studi professionali e laboratori analisi con sede in provincia di
Ferrara, e da molti anni aiutano le
aziende nazionali, in particolare le
strutture turistiche a prevenire la legionellosi con una serie di servizi che
vanno dalla valutazione del rischio alla stesura dei piani di autocontrollo,
ai campionamenti, alle analisi e alle
eventuali bonifiche. In particolare
hanno la capacità di affrontare e risolvere situazioni ad alto rischio, an-
che dove si sono verificati casi di legionellosi.
Come spiega la dottoressa Maria Rita
Verniani di Este-Lab si è cominciato
a parlare di legionella trentotto anni
fa, nel Luglio del 1976 a Philadelphia,
quando tra i membri dell’American
Legion che alloggiavano al Bellevue
Stratford Hotel cominciò a diffondersi un germe patogeno allora sconosciuto. Erano giornate assai calde e gli
impianti di condizionamento
dell’Hotel funzionavano a pieno rit-
mo; dei circa 4000 legionari che stavano partecipando al raduno ben 221
si ammalarono di polmonite e 34 morirono. Per il fatto di aver individuato il “nuovo” batterio in quella particolare circostanza gli venne dato il nome di Legionella.
La Legionella, prosegue la dottoressa
Verniani, è un batterio ampiamente
diffuso e ha il suo habitat naturale nell’ambiente acquatico: sorgenti, laghi,
fiumi. In genere si trova in tutti gli
specchi d’acqua la cui temperatura
non sia eccessivamente bassa. Negli
ambienti naturali tuttavia è presente
in dosi talmente basse da non costituire un pericolo ma se trova il modo
di proliferare attacca l’uomo causando una infezione polmonare che si
presenta come una polmonite acuta.
Ad oggi sono note circa 50 specie di
Legionella, alcune delle quali patogene per l’uomo. L’80% dei casi di
Legionellosi sono causati da
Legionella pneumophilasiero gruppo
uno. Essa può infettare persone di tutte le età ma i soggetti più a rischio sono le persone anziane, i soggetti immunodepressi, i forti fumatori, persone con patologie importanti.
Statisticamente la malattia ha una
mortalità elevata.
La malattia si contrae dall’ambiente,
che è la sola sorgente di infezione ad
oggi conosciuta, attraverso l’inalazione di aerosol, ovvero minuscole gocce d’acqua contaminato o di particelle di polvere derivate dall’ essiccamento di aerosol contenente Legionella.
Una volta penetrate attraverso le prime vie respiratorie le legionelle raggiungono i polmoni. Situazioni a rischio di inalazione del batterio possono determinarsi quindi in prossimità
di rubinetti, box doccia, vasche idromassaggio, umidificatori, fontane decorative, autolavaggi, torri di raffreddamento o condizionatori d’aria.
Non si corrono rischi invece bevendo acqua “contaminata” e, almeno fino ad oggi non è stato dimostrato il
contrario, non c’è rischio di contagio
tra esseri umani.
Poiché la Legionella si riproduce in
ambienti umidi, tiepidi o riscaldati la
contaminazione avviene preferibilmente sulla superficie interna degli
31
CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE
impianti, dove il “biofilm” batterico
forma delle vere e proprie riserve raggiungendo valori numericamente elevati. Il rischio è presente ovunque si
formino goccioline d’acqua, quindi in
impianti idrico-sanitari, impianti
idraulici, torri di raffreddamento, impianti antincendio, idromassaggi, fontane decorative e ovunque si utilizza
dell’acqua che ne determini una aerosolizzazione.
Sui rischi e i metodi di prevenzione si
sofferma Melissa Manfredini di Este
Servizi, che in base alla sua esperienza effettuata in azienda afferma che le
strutture turistico recettive all’aperto,
ma anche molti hotel, hanno impianti idrici ed installazioni sanitarie complesse ed estese con riserve d’acqua
considerevoli e un numero di utenze
elevato. Può capitare che parti dell’impianto possano avere poco o nessun flusso diventando stagnanti.
Anche la domanda di acqua intermittente che produce picchi di richiesta
in particolari momenti del giorno è
un fattore di rischio che va conside-
32
rato, inoltre a seguito di ampliamenti successivi della struttura o della rete distributiva dell’acqua vengono fatti collegamenti al sistema originale
con tratte di tubazioni lunghe e a volte non documentate.
Come ricorda Manfredini il D.Lgs.
81/08 e successivi indica la Legionella
tra i microrganismi del gruppo 2 per il
“rischio biologico”. Inoltre ci sono delle Linee guida europee, nazionali ed
in alcuni casi regionali che obbligano
le imprese a svolgere opera di prevenzione. Tra l’altro una di queste linee
guida è specifica per le strutture turistico recettive. Esistono poi delibere
regionali, circolari dei vari dipartimenti di sanità pubblica territorialmente
competenti ed ordinanze sindacali che
pur facendo ampio riferimento alle
normative nazionali stabiliscono in
ambito locale le modalità di effettuazione delle operazioni di prevenzione
o di bonifica e delle registrazioni.
Ovviamente sono previste sanzioni per
gli inadempienti, e se si verifica o si
sospetta il verificarsi di un caso di
Legionella oltre alle sanzioni di tipo
amministrativo possono scattare anche sanzioni di tipo penale.
Dottoressa Verniani, cosa succede
quando si verifica un caso di legionellosi?
«In Italia vi è un sistema di segnalazione che raccoglie le informazioni in
un apposito registro nazionale con sede presso l’Istituto superiore di sanità. In base al D.M. 15/12/90 la legionellosi è infatti soggetta a notifica obbligatoria in classe 2. Entro 48 ore dall’osservazione il medico segnalatore
comunica il caso al Servizio di igiene
e sanità pubblica dell’Asl che, dopo
validazione della diagnosi, procede all’invio della segnalazione alla Regione
la quale invia la notifica al Ministero
della salute e all’Istat. A livello europeo è costituito un network di sorveglianza per i casi di legionellosi:
ELDSNet; in particolare per i casi di
legionellosi associati ai viaggi viene
stilato un report con l’elenco delle
strutture in cui si sono verificati i casi che è accessibile a tutti i tour ope-
rator». Chi ha la responsabilità della
sicurezza delle istallazioni idriche?
«I titolari o i legali rappresentanti delle strutture turistico recettive, i quali
devono pertanto effettuare una corretta manutenzione igienico-sanitaria
degli impianti. Ovvio che questa manutenzione ha un costo che si ripercuote sull’economia della struttura ma
il verificarsi di uno o più casi di legionellosi reca un danno di immagine sicuramente molto importante oltre ai
danni derivanti dalle conseguenze di
carattere amministrativo e soprattutto penali».
Invece a Melissa Manfredini di Este
Servizi chiediamo se è vero che aumentando la temperatura dell’acqua
sanitaria si evita il rischio di contaminazione: «È bene chiarire che oggi
quasi tutte le caldaie sono dotate del
cosiddetto “sistema antilegionella”,
basato appunto sull’innalzamento della temperatura dell’acqua a 75 – 80°C
e viene erroneamente garantito che
con questo accorgimento si è posto.
Ma il fatto è che nelle grandi reti idriche, come quelle dei villaggi e dei
campeggi, è praticamente impossibile raggiungere tali temperature in tutti i punti di utenza. Inoltre la ricolonizzazione degli impianti da parte del
batterio può avvenire in pochi giorni. Il trattamento può essere quindi
parziale e molto dispendioso. Il trattamento termico peraltro non è applicabile alla rete distributiva di acqua fredda lasciando così intatto il rischio di presenza di Legionella anche
negli accumuli, che nei periodi estivi
superano molto spesso la temperatura di 20°C, sotto la quale il batterio
sappiamo essere inattivo».
C’è chi consiglia di installare pompe
dosatrici di prodotti disinfettanti da introdurre nella rete; lei che ne pensa?
«Le acque distribuite da acquedotti
pubblici sono costantemente controllate sia da un punto di vista microbiologico che chimico e già sottoposte a
trattamenti con disinfettanti. Per legge il disinfettante residuo presente nelle acque all’utenza, normalmente cloro, non può essere superiore a 0,2 mg/l
concentrazione cui Legionella non è
sensibile. Concentrazioni più elevate
di cloro in rete rendono l’acqua non
“
«I TITOLARI O I LEGALI RAPPRESENTANTI DELLE
STRUTTURE TURISTICO RECETTIVE, HANNO LA
RESPONSABILITÀ DELLA SICUREZZA E DEVONO
PERTANTO EFFETTUARE UNA CORRETTA
MANUTENZIONE IGIENICO-SANITARIA
DEGLI IMPIANTI».
più idonea al consumo umano in base
al D.Lgs. 31/01 e quindi non più erogabile alle utenze. Inoltre il dosaggio
continuo di prodotti ossidanti favoriscono le corrosioni delle tubature».
Alla luce di quanto hanno detto le
due esperte, la dottoressa Maria Rita
Verniani di Este-Lab e Melissa
Manfredini di Este Servizi, quale consiglio possiamo dare ai titolari delle
strutture ricettive turistiche?
Innanzitutto di adempiere agli obblighi normativi effettuando la valutazione del rischio in modo serio e adeguato alla propria struttura, poi di predisporre un piano di autocontrollo, cioè
un insieme di procedure preventive basate su una manutenzione costante degli impianti finalizzata non solo al buon
funzionamento ma anche alla qualità
igienico sanitaria, rispettando quanto
previsto dalle eventuali disposizioni locali, infine di documentare e di registrare tutto quanto viene fatto.
Nessuno pensi di poter acquistare soluzioni miracolose, che non esistono.
La Legionella è un nemico che va conosciuto, per non correre il rischio di
affrontarlo con armi improprie e del
tutto inadeguate. Non bisogna infine
dimenticare che l’acqua che circola
in camping, villaggi e hotel è prima
di tutto destinata al consumo umano
e quindi la lotta alla Legionella va
condotta con modalità che tengano
conto del rispetto della qualità dell’acqua ovvero secondo quanto stabilito all’art. 5 del D.Lgs 31/01. n
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CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE
COME ANDARE
IN VACANZA
CONOSCENDO GIÀ
UN SACCO DI AMICI
UNA APP PERSONALIZZATA UNISCE I VANTAGGI
DEL SOCIAL E DELLA GESTIONE ON LINE
C
ome avviene che dei perfetti sconosciuti, i quali si
sono casualmente trovati
a trascorrere qualche giorno di vacanza nello stesso posto, si trasformano in compagni di viaggio, pronti a vivere la più straordinaria delle avventure? Cosa trasforma
un’estate come le altre in un’estate a cui non si smette di ripensare?
Cosa spinge a scegliere, anno dopo
anno, quegli stessi luoghi e quelle
stesse persone?
La risposta ce l’hanno gli ideatori di
BCamping, la nuova applicazione per
dispostivi mobili Android e Apple,
disegnata per villaggi e campeggi.
I giorni di vacanza si sono purtroppo ridotti e ormai è la qualità del soggiorno a fare la differenza. Il turista
seleziona i luoghi e le destinazioni
con estrema attenzione, per essere
certo di non “sprecare” le proprie ferie, e per questo confida sempre più
nelle indicazioni e nei suggerimenti
degli amici o della rete. Gli errori non
sono ammessi; il budget delle famiglie non lo consente più e di ciò i responsabili delle imprese turistiche sono perfettamente consapevoli. «E’
per questo che noi di Bigle, l’azienda che ha prodotto l’applicazione, abbiamo ideato il servizio», dice Silvana Esposito, amministratore unico,
la quale spiega: «Con la nostra applicazione pensiamo di poter rivoluzionare la vita all’interno dei campeggi
e dei villaggi turistici, favorendo la
socializzazione e l’interazione tra i
“
«CON LA NOSTRA
APPLICAZIONE
PENSIAMO DI POTER
RIVOLUZIONARE LA
VITA ALL’INTERNO DEI
CAMPEGGI E DEI
VILLAGGI TURISTICI,
FAVORENDO LA
SOCIALIZZAZIONE E
L’INTERAZIONE TRA
I CLIENTI»
clienti. Riteniamo infatti che le relazioni sociali che si instaurano durante la vacanza siano un elemento
chiave nella formulazione del giudizio che il turista dà del proprio soggiorno. E spesso è sulla base di questo giudizio che decide di tornare e
di parlare con entusiasmo anche ai
propri conoscenti del campeggio o
del villaggio in cui è stato, facendosene promotore».
Ma come funziona l’applicazione?
«Ogni utente visualizza sul proprio
dispositivo mobile tutti gli altri utenti ospiti del campeggio e con questi
può comunicare privatamente o in
uno spazio pubblico», dice ancora
Esposito, «non per niente lo slogan
dell’applicazione è: “APPena arrivato e conosci già tutti”, il che illustra
già chiaramente l’obiettivo che ci siamo posti: offrire ai turisti la possibilità di giungere in un luogo di vacanza e sentirsi immediatamente parte
integrante di un gruppo. In questo
senso crediamo che BCamping rappresenti lo strumento ideale per facilitare il già ottimo lavoro svolto
quotidianamente dagli animatori turistici. A tal proposito, l’applicazione dispone di una sezione interamente dedicata alla gestione e promozione delle attività e iniziative proposte
dallo staff di animazione. Una bacheca sempre aggiornata contiene gli orari e la descrizione degli eventi, comunica in tempo reale le variazioni e segue gli ospiti ovunque».
In pratica siamo di fronte a qualco-
35
CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE
sa in più di una semplice piattaforma sociale. Il social è solo una delle molte funzioni
dell’ un’applicazione, che mette il cliente al centro dell’attenzione, senza trascurare aspetti relativi alla conduzione e alla gestione di un’impresa turistica. La direzione del campeggio può infatti comunicare costantemente con gli ospiti mediante un sistema di notifiche
push, opportunamente costruito,
e la comunicazione prosegue anche al termine della vacanza, consentendo al responsabile del campeggio di mantenere vivo il rapporto coi
propri clienti. BCamping è perciò anche un efficace canale di vendita,
aperto tutto l’anno, col quale gestire il merchandising e promuovere la
vendita di servizi, l’acquisto di foto,
gadget e prenotazioni in tempo reale;
ma anche la prenotazione dei tavoli
al ristorante, delle visite e delle escursioni che vengono interamente gestite dal dispositivo mobile. L’offerta
commerciale è così veicolata in maniera rapida ed efficace. Ma
non è tutto. «BCamping mette a disposizione dei responsabili dei campeggi un servizio di sondaggi che raccoglie, in tempo reale, gusti e preferenze dei clienti, in modo divertente e accattivante», spiega ancora l’amministratore unico di Bigle Silvana
Esposito; «le informazioni vengono
poi immediatamente elaborate, restituendo preziosissime indicazioni
con le quali adattare e migliorare la
qualità dei servizi offerti prima che la vacanza sia terminata. Riteniamo questo un fattore decisivo: avere l’opportunità di intervenire tempestivamente per porre rimedio ad
eventuali problematiche può
fare la differenza tra una buona
ed una eccellente vacanza».
Nel corso del 2013 la App è stata proposta, in via sperimentale,
in circa una decina di strutture
turistiche sparse sul territorio nazionale e la risposta degli utenti è
stata soddisfacente, con piazzette
virtuali affollate di post e foto. Si è
trattato di un importante test che ha
consentito di migliorare ulteriormente il servizio per proporlo nella stagione 2014 con una formula nuova.
Dalla prossima estate infatti ogni campeggio avrà a disposizione, a costi ridottissimi, un’App completamente
personalizzata attraverso la quale regalare ai propri ospiti una vacanza
unica, che renderà irrefrenabile la loro voglia di tornare. n
C’è un NUOVO modo per eliminare
calcare e Legionella dall’acqua del tuo campeggio
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risolvendo le incrostazioni e le proliferazioni di batteri.
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CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE
VILLETTE SU RUOTE
DI NUOVA
GENERAZIONE
GRAZIE AI PANNELLI JWALL PIÙ
CONFORT, MAGGIORE DURATA E
QUALITÀ 100% ITALIANA
di Filippo Gentile
I
n materia di bungalow e case mobili una novità arriva da Poggibonsi, cittadina toscana che fa da snodo tra alcune tra le più famose città
d'arte, come Firenze, Siena e San Gimignano, ma che è anche al centro di
un’area in cui è assai sviluppata l’industria per la produzione di componenti per camper, mobili, vasi e vetri.
E' proprio qui che è nata e si è sviluppata la Project Case Village, divisione del gruppo Sacchini Arreda, leader nel settore dei mobili e degli allestimenti da oltre 40 anni. Amministratore delegato è Luigi Vanzi, al quale chiediamo subito quanto hanno
contribuito alla nascita della Project
l'esperienza decennale e la particolare posizione geografica.
«Prima ancora di produrre case mobili e bungalow», risponde Varzi, «abbiamo arredato e fatto manutenzione
per moltissimi anni sulle strutture esistenti nei campeggi di tutta Italia, e
non solo. Grazie a ciò abbiamo potuto fare esperienza sia dell'evoluzione
del concetto di vacanza in campeggio
con l'innalzamento degli standard richiesti dai clienti, sia di tutte le problematiche legate all'invecchiamento delle strutture, al loro degrado e all'onerosità delle manutenzioni. Inoltre, nel corso degli anni, grazie alla costante collaborazione con aziende del
settore, abbiamo intessuto una rete di
rapporti che ha favorito la nascita dell'innovativo progetto Case Village».
“
LA PROJECT CASE
VILLAGE, DIVISIONE
DEL GRUPPO SACCHINI
ARREDA, È LEADER
NEL SETTORE DEI
MOBILI E DEGLI
ALLESTIMENTI DA
OLTRE 40 ANNI.
Case Village è conosciuta per l’innovazione e la qualità. Ma in cosa consiste esattamente la novità del vostro
progetto?
«Le nostre case nascono per dare una
soluzione concreta e duratura ai problemi che di solito affliggano le case
mobili e i bungalow. Penso alla comparsa di muffe, agli insetti che attaccano certi materiali e anche alla permeabilità delle struttura all'aria e all'acqua. Se volessi riassumere in una
sola parola tutta l'innovazione del nostro sistema costruttivo, direi Jwall, il
pannello sandwich coibentato, termo-assemblato con colle atossiche e
lavorato al pantografo che consente
di realizzare pareti monoblocco lunghe fino ad 8 metri senza giunzioni in
vista. Tali pareti hanno elevate prestazioni termiche e lo speciale strato
di finitura in vetroresina ne garantisce una lunga durata, limitando al minimo la manutenzione».
Qual è il vantaggio nell'utilizzo della vetroresina come strato di finitura del pannello Jwall?
«La vetroresina come strato di finitura garantisce una lunga durata alla parete, proteggendola da agenti atmosferici, insetti e muffe; costituisce uno
strato protettivo contro l'usura e gli
urti ed è facilmente lavabile. Un aspetto importate della vetroresina è la colorazione in pasta, disponibile in tutte le tonalità RAL; ciò permette una
perfetta integrazione della casa nell'ambiente circostante».
In quali componenti della casa viene impiegato il pannello Jwall e quali garanzie date sul prodotto?
«Con i pannelli Jwall realizziamo tutto l'involucro della casa, quindi non
solo le pareti, ma anche il pavimento
e la copertura. La particolare stratigrafia del pannello Jwall, il montaggio di
infissi con vetrocamera e di un impianto di climatizzazione appositamente
dimensionato, assicurano il comfort
37
Garanzia di estetica, qualità, certificazioni, tempi e costi. I valori della prefabbricazione C.M.C.2.0
C.M.C.2.0 Prefabbricati produce edifici prefabbricati in cemento per diverse destinazioni d’uso e con
dimensioni variabili da 3 a 2000 mq e oltre.
Con sistema costruttivo a monoblocchi o a pareti, C.M.C.2.0 per le strutture turistiche realizza:
servizi igienici, bungalow, case mobili, centri benessere, palestre, chioschi bar,
cabine mare, reception.
CMC Prefabbricati srl sede legale e stabilimento Strada Statale Adria Rovigo, 8 - 45011 Adria (RO)
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CAMPING MANAGEMENT :LE AZIENDE INFORMANO
termo-igrometrico in tutte le stagioni dell'anno. Il sistema costruttivo è
garantito per quindici anni, grazie all’accuratezza di progettazione, produzione e montaggio. Inoltre garantiamo elevato comfort, salubrità e sicurezza, grazie alla qualità dei materiali
usati, certificati e riciclabili al 90%».
I materiali che utilizzate da dove provengono?
«Il nostro maggior motivo di orgoglio
è proprio l'impiego di materiali provenienti al 100% dall'Italia».
Gli arredi sono inclusi?
«Il nostro sistema costruttivo, basato
sui componenti Jwall, svincola la struttura portante dall’arredo; quindi possiamo vendere le case prive o complete di
mobili. Inoltre, avendo dimensioni standard di mercato, l’arredo potrebbe essere acquistato ovunque. Abbiamo anche
la possibilità di rendere la casa accessibile ad un disabile, tramite un arredo
funzionale e mirato, senza modificare
nulla nella struttura della casa».
«Sia le case mobili che i bungalow
vengono assemblati interamente in
loco, quindi non è necessario nessun
trasporto eccezionale. Questo permette di risparmiare i soldi che di solito
rimangono sulla strada. Inoltre, grazie al montaggio sul posto, riusciamo
a installare le case anche nei campeggi con molti alberi o inaccessibili al
trasporto eccezionale».
Molti campeggi sono immersi nel verde o sono situati in luoghi poco accessibili per i trasporti eccezionali.
Come avviene il trasporto delle vostre case?
Come si fa a parlare con la vostra
azienda?
«Abbiamo da poco messo on line il nostro sito web completamente rinnovato, ricco di informazioni, dinamico
e di facile consultazione, dal quale si
può scaricare la nostra brochure e visionare video di montaggio, foto di
realizzazioni e modelli disponibili». n
PROJECT CASE VILLAGE
Via dei Lecci, 1
53036 Poggibonsi (SI) Italy
Tel. +39 0577 979496 +39 0577 1700150
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UfficioTecnico:
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Amministrazione:
[email protected]
39
CAMPING MANAGEMENT :TRIBUNA DEL LAVORO
UTILIZZO DI FATTURE
INESISTENTI
di a cura di Maurizio Fantaccione
FATTISPECIE SEMPRE PIÙ FREQUENTEMENTE
CONTESTATA DAI VERIFICATORI. COME COMPORTARSI
L’
utilizzo di fatture solo soggettivamente inesistenti è fattispecie sempre più frequentemente contestata dai verificatori. La
presunzione è che sia impossibile che
un imprenditore contabilizzi una fattura a fronte di un’operazione “inesistente” senza rendersene conto.
NOZIONE DI FATTURA
INESISTENTE
Esistono due tipologie di fatture inesistenti: inesistenti sul piano oggettivo e inesistenti sul piano soggettivo. Una fattura è oggettivamente
inesistente quando la cessione di un
bene o la prestazione di un servizio
non è avvenuta o lo è solo in parte.
Una fattura è soggettivamente inesistente se la cessione o la prestazione è avvenuta, ma l’emittente la fattura non è il soggetto che effettivamente ha effettuato l’operazione,
bensì un soggetto terzo, estraneo all’operazione.
L’ONERE DELLA PROVA E
LA CONSAPEVOLEZZA
Sul piano generale, l’onere della prova incombe sull’amministrazione finanziaria. In particolare incombe sicuramente sull’amministrazione l’onere della prova se le fatture si riferisco
a beni relativi al ciclo produttivo dell’azienda (esempio sono le materie prime). Negli altri casi l’accertatore può
limitarsi a contestare la deducibilità:
spese di pubblicità, servizi di vario titolo, ecc. In questo secondo caso, sarà il contribuente che, in sostanza, dovrà provare la sussistenza dei requisiti necessari ai fini della deduzione quindi: certezza nell’an, nel quantum e individuabilità della prestazione.
Il vantaggio degli organi accertatori
risiede nel fatto che ad essi è suffi-
ciente fornire una prova anche presuntiva e parziale purché supportata
da una serie di indizi plurimi e concordanti. Eccezioni che dovranno essere confutate dal contribuente, opera molto più complessa. Caso tipico
sono le sponsorizzazioni, dove la prova dell’avvenuta prestazione non si
dimostra, sempre, di facile evidenza.
Quindi, l’imprenditore onesto, deve
sempre premunirsi di tutta la documentazioni che comprovi temporalmente la prestazione e, al contempo,
l’evidenza della congruità tra prestazione effettuata e somma corrisposta.
Caso a parte merita il caso di acquisto
da un broker e fatturazione da parte di
un soggetto diverso dalla controparte
contrattuale. Per tali casi si consiglia
di realizzare una scrittura privata con
data certa che manifesti chiaramente
la circostanza di fatturazione da soggetto terzo. In tal modo la responsabi-
41
CAMPING MANAGEMENT :TRIBUNA DEL LAVORO
lità, fatta salva la buona fede dell’imprenditore e la congruità tra prezzo e
bene, ricade sul terzo mediatore.
L’IMPOSTA SUL VALORE
AGGIUNTO
Secondo la Corte di Cassazione, la
possibilità di detrarre l’Iva postula
l’accertamento della buona fede dell’impresa destinataria della falsa fatturazione: e questa dimostrazione può
dirsi soddisfatta quando la stessa “non
poteva conoscere la supposta qualità di
cartiera della società cedente in quanto
quest’ultima aveva una struttura-personale, mezzi di trasporto, uffici, che
non rendeva conoscibile il carattere fraudolento delle operazioni” Corte di Cassazione sentenza n.18009/12.
Con l’utilizzo di strumenti informatici, quasi sempre, le richieste della
Corte risultano pressoché disattese.
Né si può pensare di fare un questionario per ogni fornitore.
Ora per le aziende dotate di albo fornitori il problema è risolto a monte
attraverso la fissazione dei requisiti
per poter accedere all’albo dei forni-
42
tori (esempio la dimostrazione del
fatturato per gli ultimi tre anni). Per
le altre aziende di medie e piccole dimensioni, si deve ritenere che elemento sufficiente può essere costituito dai rapporti epistolari intrattenuti con le aziende fornitrici (moduli
di ordine, fax, raccomandate, e-mail,
memorizzazione degli interlocutori
telefonici, ecc., nonché dei DDT).
La mera fattura può essere, quindi,
insufficiente a dimostrare la deducibilità dell’iva inserita nella stessa in
quanto, potrebbe essere posto in dubbio la materiale effettuazione della
prestazione o della cessione.
LE IMPOSTE DIRETTE
La diversità dei presupposti sottesi ai
due tributi: inerenza stretta per l’iva
e mera inerenza per le imposte dirette, ha indotto la Corte di Cassazione ad assumere posizioni diverse tra
imposta iva ed imposte dirette, al punto che oramai si tende a riconoscere
la deducibilità delle fatture soggettivamente inesistenti. La diversità dei
presupposti sottesi ai due tributi: ine-
renza stretta per l’iva e mera inerenza per le imposte dirette, ha indotto
la Corte di Cassazione ad assumere
posizioni diverse tra imposta iva ed
imposte dirette, al punto che oramai
si tende a riconoscere la deducibilità delle fatture soggettivamente inesistenti.
Infatti, il D.L. n.16/12, ha stabilito
che sono comunque deducibili i costi
connessi a delitti colposi o a reati contravvenzionali, a nulla influendo il fatto che detto comportamento possa anche costituire reato ai sensi della L.
n.537/93 (che negava la possibilità di
dedurre i c.d. “costi da reato”).
Tale impostazione di fatto fa si che
l’ufficio non si trovi nell’obbligo di
dovere acclarare se la fattura è inesistente per motivi soggettivi od oggettivi e quindi, pone le due fattispecie
sullo stesso piano con il vantaggio di
non dover dare alcuna prova perché
con una serie di presunzioni può ribaltare tale onere sul contribuente.
IL PROFILO PENALE
Sul tema della rilevanza penale del-
l’utilizzo di fatture soggettivamente
inesistenti, la giurisprudenza di legittimità ha delineato un quadro chiaro definendo come operazione soggettivamente inesistente quell’operazione
obiettivamente non intercorsa fra i soggetti indicati nella fattura …” e quindi, il reato di utilizzazione fraudolenta in dichiarazione di fatture per operazioni inesistenti con riguardo all’iva “comprende anche l'inesistenza
soggettiva, ovvero quella relativa alla diversità tra soggetto che ha effettuato la
prestazione e quelli indicato in fattura”.
Detta sentenza se è particolarmente
stringente in materia di iva ma conferma la tesi che esclude agli effetti
delle Imposte dirette l’integrabilità
del reato ex art.2, D.Lgs. n.74/00, nella considerazione che per tale ultimo
tributo difetterebbe nella condotta
dell’imprenditore sia l’elemento soggettivo che quello oggettivo; mancherebbe, cioè, il presupposto dell’offensività, atteso che l’interesse tutelato dalla norma incriminatrice non
subirebbe alcuna lesione nell’ipotesi
in cui i costi siano stati dedotti legittimamente perché inerenti alla produzione del reddito e siano stato realmente sostenuti.
INFORMATIVA
1. Il prossimo 7 maggio scadono i termini per gli enti del volontariato
e per le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) per la presentazione all'Agenzia delle Entrate
della domanda di iscrizione nei rispettivi elenchi per essere ammessi al beneficio del cinque per mille dell’Irpef. La domanda va inoltrata, esclusivamente per via telematica, utilizzando il prodotto informatico disponibile sul sito dell'Agenzia, direttamente dagli interessati se abilitati ai servizi Entratel o Fisconline, o tramite gli
intermediari.
2. L’avviso di rettifica della compravendita immobiliare effettuato in
base al criterio comparativo, ovverosia facendo riferimento ai trasferimenti similari avvenuti non
oltre il triennio precedente, Ë nullo se non Ë allegato l’atto di compravendita richiamato.
Lo ha affermato la Corte di Cassazione in una recente ordinanza, che
determina un cambio di rotta rispetto a talune pronunce che hanno sostenuto la tesi della legittimità, sul piano formale, degli avvisi
contenenti la mera indicazione dell’atto di comparazione e l’inesistenza di uno specifico obbligo di allegazione dell’atto stesso.
3. Il Ministero con la Circolare del 29
aprile 2013 torna sul tema IMU e
in particolare affronta i seguenti
profili: termini di presentazione della Dichiarazione IMU; ravvedimento operoso per sanare alcune violazioni; efficacia costitutiva delle
delibere comunali dal 2013.
I chiarimenti forniti vanno coordinati, tuttavia, con l’orientamento politico e le proposte legislative alquanto fluttuanti: si parla di
una riforma strutturale della tassazione sulla casa, quindi di una
rivisitazione dell’IMU, nel senso
di una sua sostituzione con la nuova “tax service” o con un IMU “alla tedesca” o infine con un’IMU
graduata a seconda del reddito prodotto dai contribuenti.
4. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la lettera circolare n. 7258 del 22 aprile 2013,
ha emanato un vademecum destinato ai propri ispettori e per coloro che operano sul mercato del lavoro, al fine di orientarli in fase di
applicazione della c.d. “Riforma
Fornero” (Legge n. 92/2012).
Tra gli aspetti più interessanti si
segnalano il lavoro a tempo determinato “acausale”, la comunicazione di prosecuzione del rapporto oltre il termine originariamente fissato, la maxi sanzione per lavoro nero e la possibilità di ovviare al libretto formativo in materia
di apprendistato. n
43
CAMPING MANAGEMENT :DAL MONDO DELLE AZIENDE
COPERTURE ONDUVILLA
NEL CUORE DELLE
DOLOMITI
ORIGINALITÀ E LEGGEREZZA PER
LE CASETTE DEL PRIMO VILLAGGIO
SUGLI ALBERI ITALIANO
Q
uando si parla di vacanze all’aria aperta si pensa a soggiorni rigeneranti immersi
nella natura, con pernottamenti, al
massimo, in tenda; ma il signor Grava, imprenditore di Claut, comune
in Alta Valcellina in provincia di Pordendone, è andato oltre realizzando
il primo villaggio sugli alberi in Italia. Il luogo sicuramente si presta, essendo la valle parco naturale delle
Dolomiti friulane con bellissimi boschi e circondata da magnifiche cime, ottima base per escursioni e arrampicate. Da qui l’idea di realizzare
il TreeVillage (http://montagna.es/treevillage), composto da numerose casette collocate sui rami con superfici, altezze e caratteristiche diverse;
ognuna delle quali può essere noleggiata per un soggiorno davvero indi-
44
menticabile.
Il titolare del villaggio ha progettato
e seguito la realizzazione delle casette in prima persona, cercando e applicando le migliori tecniche costruttive per alloggi decisamente fuori dal
comune che oltretutto non dovevano danneggiare i tronchi delle piante, per quanto imponenti. Tutte le
casette sono quindi ancorate con particolari tecniche di fissaggio o sostenute con apposite strutture in legno
senza gravare sulle piante.
Una volta definito il progetto è stato poi necessario trovare un sistema
di copertura che garantisse innanzitutto una perfetta impermeabilizzazione e che offrisse una estetica adeguata: di pregio ma anche capace di
armonizzarsi al contesto naturale della foresta. Seguendo i consigli del pro-
prio rivenditore di fiducia il signor
Grava ha così scoperto Onduvilla, la
tegola ondulata fibrobituminosa studiata e distribuita da Onduline Italia
per gli amanti del bricolage e “fai da
te”. Le tegole Onduvilla sono leggere (solo 4,0 kg/mq), facili da maneggiare e da trasportare, si adattano facilmente a tutti i tipi di geometria e
dimensioni del tetto e non richiedono alcuna manutenzione nel corso
del tempo. Queste caratteristiche sono state particolarmente apprezzate
nel corso dell’installazione sulle casette del TreeVillage, ognuna delle
quali, come prima accennato, è diversa dall’altra avendo la propria forma, geometria e pendenza. E’ poi intuibile come la posa in opera sia stata resa difficoltosa dalla elevazione
delle strutture rispetto al terreno. Tutto ciò, però, non ha costituito affatto un problema, perché le tegole Onduvilla, facilissime da lavorare, sono
state posate nell’arco di poche ore
con semplici viti autofilettanti su tavolato di legno.
Le tegole Onduvilla hanno un design
assai piacevole e sono disponibili in
sette colorazioni diverse, che riproducono i toni armoniosi della natura; vanno dal rosso, al verde, al marrone, mentre l’esclusiva tecnologia
di colorazione 3D riproduce una sfumatura orizzontale unica su ogni elemento, dando un effetto di ombreggiatura che conferisce al tetto un
aspetto molto naturale. Inoltre, nel
punto di sovrapposizione delle tegole, è stato concepito un doppio profilo, che garantisce una perfetta impermeabilizzazione anche nelle condizioni climatiche più estreme.
«Per me Onduvilla è stata una gra-
“
«PER ME ONDUVILLA È STATA UNA SORPRESA, ESSENDO UN TIPO DI COPERTURA
CHE SI FA NOTARE PER LA GRADEVOLE ESTETICA MA SOPRATTUTTO PERCHÉ
GARANTISCE UN’OTTIMA IMPERMEABILIZZAZIONE E UN OTTIMO COMFORT».
ditissima scoperta», ha detto il titolare del TreeVillage, «essendo un tipo di copertura che si fa notare per
la gradevole estetica ma soprattutto
perché garantisce una ottima impermeabilizzazione e un elevato comfort.
Inoltre ci ha permesso di realizzare in
totale autonomia coperture a regola
d’arte con velocità e semplicità di posa ad un prezzo competitivo».
Le tegole ondulate Onduvilla sono
garantite 15 anni per l’impermeabi-
lizzazione e a vita contro la corrosione. Leggerezza del materiale, basso impatto sui costi di trasporto e
strutture delle coperture più leggere
contribuiscono a soddisfare i requisiti di sostenibilità ambientale LEED. La composizione delle tegole Onduvilla con fibre riciclate per almeno il 49% e colorate con pigmenti
naturali è attestata e certificata dall’International Code Council che ha
rilasciato nel 2012 al gruppo Onduline la prestigiosa certificazione ICCES VAR Environmental Report per
i prodotti realizzati nei suoi stabilimenti.
Onduline Italia è la filiale italiana
del Gruppo Onduline, leader mondiale nel settore delle coperture leggere e sottocoperture che in sessant’anni di successi industriali ha sviluppato soluzioni e prodotti ad alte
prestazioni, progettati con un’attenzione particolare rivolta al design, all'affidabilità, alla sostenibilità e alla
facilità di utilizzo. n
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ELEVA: La qualità professionale - ATTIVA: Interventi di sostegno al reddito
FAVORISCE: L’incontro tra domanda e offerta - ANALIZZA: Il mondo del turismo e formula proposte
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