Prostitute e clienti: quando la domanda genera (o supera

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Prostitute e clienti: quando la domanda genera (o supera
29/03/13
Redattore Sociale 3.0 - Stampa
PROSTITUZIONE
12.05
29/03/2013
Prostitute e clienti: quando la
domanda genera (o supera) l’offerta
“Uomini che pagano le donne", di Giorgia Serughetti (Ediesse)
sposta l'analisi su un fenomeno pieno di silenzi e zone buie dal lato
dei clienti "che non sono necessariamente carnefici"
CAPODARCO DI FERMO - “Per capire il fenomeno prostituzione bisogna
cominciare a guardarlo non solo dal lato della prostituta ma soprattutto da
quello del cliente, senza stigmi sociali”. Il mercato del sesso nel Novecento
ha conosciuto tre grandi passaggi: dalla prostituzione di Stato, si è passati
all’organizzazione sindacale delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso, per
giungere poi alla globalizzazione del mercato sessuale, caratterizzata
soprattutto dalla crescita della tratta degli esseri umani e da una nuova
percezione politica riguardo all’importanza sociale del cliente. Mascolinità e
consumo sessuale, quasi mai oggetto delle analisi sono stati gli uomini
disposti a pagare per il servizio e perché lo pagano? Come mai il mercato
attuale del sesso rileva l’esistenza di una richiesta sempre più crescente?
Sono alcune delle domande da cui prende via la riflessione proposta nel
saggio “Uomini che pagano le donne. Dalla strada al web, i clienti nel
mercato del sesso contemporaneo” di Giorgia Serughetti edito Ediesse
(2013). Una ricerca sui rapporti tra domanda di prostituzione,
commercializzazione della sessualità e potere maschile. Studiosa di
processi culturali, l’autrice affronta un delicato percorso di esplorazione in
un territorio pieno di silenzi e zone buie. Non è vero che i clienti sono
necessariamente "carnefici" – si legge nel testo - o che chi si prostituisce
è “vittima”, il fenomeno è molto più complesso.
Non si tratta di dare un giudizio o di colpevolizzare chi acquista servizi
sessuali, né di spostare lo stigma sociale, dalla prostituta al cliente,
occorre però interrogarsi sui meccanismi e i dispositivi di potere che
regolano la sessualità e la sua commercializzazione odierna. Dopo secoli di
rimozione della responsabilità dei clienti, colpire la domanda equivale a
contrastare la proliferazione del mercato, ma gli scandali sessuali che
travolgono anche la politica, mostrano ancora un aspetto predominante
delle pratiche di scambio sesso-denaro, che si insinuano nelle stanze del
potere. “Lo sforzo conoscitivo e di intervento sulla domanda di
prostituzione – scrive Giorgia Serughetti - non è stato sostenuto da uno
sforzo equivalente né comparabile di comprensione delle culture della
mascolinità che la alimentano” in una contemporaneità in cui la sessualità a
pagamento è offerta al consumo maschile e il corpo, soprattutto quello
femminile, diviene come il denaro, una valuta di scambio. L’autrice tratta la
prostituzione come una relazione, che si situa in contesti di disuguaglianze
di genere, economiche e di potere, in cui si collocano i ruoli dei diversi
protagonisti a seconda della loro posizione sociale.
“Analizzare la ‘domanda’ di sesso a pagamento, significa entrare
coraggiosamente nel lato in ombra del dibattito sulla prostituzione” dichiara
nella sua prefazione al testo Maria Rosa Cutrufelli, la prima studiosa italiana
a scrivere sulla domanda di sesso commerciale (“Il Cliente”, 1981; “Il
denaro in corpo” 1996). In fondo - scrive la Cutrufelli - il cliente è sempre
rimasto una figura sullo sfondo, essendo in un certo senso “culturalmente
accettata” la pratica dell’acquisto di “servizi sessuali” naturale effetto della
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presunta differenza “biologica” fra il desiderio femminile e quello maschile
rappresentato come ‘incontenibile’. Una visione e un’argomentazione, che
oggi non hanno più sostegno. Gli studi si sono sempre (o quasi) orientati ad
analizzare politicamente, socialmente e psicologicamente il ruolo della
prostituta, eppure “c’è una grande sproporzione - sottolinea la Cutrufelli –
tra l’offerta, numericamente limitata, e la domanda, ben più consistente da
un punto di vista quantitativo”. (s.lup)
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