L`ARTE DI MANDARE TUTTI AFFANCULO

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L`ARTE DI MANDARE TUTTI AFFANCULO
ICONE
Noel Gallagher
L’ARTE DI MANDARE
TUTTI AFFANCULO
NELLA LISTA: I PRODUTTORI, CHRIS MARTIN, LA MOGLIE,
LIAM... CI SIAMO FATTI UN CAPPUCCINO CON IL PIÙ
RIFLESSIVO DEGLI OASIS E LUI HA VUOTATO IL SACCO
di Chiara Meattelli
Musica suggerita: “Unknown Brother”, Black Keys
I
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regolare i volumi ecc. Ma se sono io ad ascoltarlo, mi metto seduto con gli occhi chiusi
e quando finisce penso: è perfetta, sono un
fottuto genio!». Sorride, poi torna serio: «Mi
fido sempre del mio istinto, la prima reazione
è quella che conta. E poi la musica oggi soffre
per via dei produttori: chi l’ha detto che Rick
Rubin, o chicchessia, debba comandare? Oggi
i dischi sono fatti da comitati». Racconta che
a una cerimonia per gli Ivor Novello Awards
(premio per compositori e songwriters) ha
visto nove persone ritirare la statuetta per un
brano di Emeli Sandé. «Cazzo: nove! Se uno
scrive la musica, l’altro le parole, uno la melodia, cosa fanno gli altri sei? È un nonsense.
L’industria musicale è fantastica, ma è anche
piena di merda vera, di gente che si lecca il culo
a vicenda, costantemente. Sono riuscito a resistere così a lungo in questo mondo solo perché
non ho mai preso sul serio nessuno. Nemmeno
me stesso. Se la gente ti ferma per strada e ti
dice che sei un dio perché gli hai salvato la vita
con le tue canzoni, tu ovviamente ringrazi, ma
non puoi pensare sia vero. A meno che tu non
sia un coglione o Robbie Williams».
Al solito Noel non ha paura di parlare (male) degli altri. Mi spiega che pochi
giorni prima del nostro incontro, è uscito a
cena con Chris Martin, leader dei Coldplay:
«Uno che prende il suo ruolo e la sua band
molto seriamente», dice ripetendo la parola
“very” un milione di volte. E quando Martin si
è trovato davanti Gallagher in vena di battute
dissacratorie, avrebbe dato di matto e cominciato a sbattere i pugni sul tavolo. «Gli ho det-
IL DISCO
Si intitola Chasing Yesterday
il secondo album autoprodotto
dei Noel Gallagher’s High Flying
Birds, il progetto “solista”. Il nuovo
gruppo di Noel si è formato
nel 2010, dopo lo scioglimento
degli Oasis, ufficializzato da Liam
in un’intervista pubblicata
dal Times nell’ottobre del 2009.
“
SE UNO TI DICE
CHE GLI HAI SALVATO
LA VITA CON LE TUE
CANZONI, NON PUOI
PENSARE SIA VERO.
A MENO CHE TU NON
SIA UN COGLIONE
O ROBBIE WILLIAMS
“
l Groucho di Soho è uno di quei
club fichetti londinesi dove vanno
a bere, mangiare e sparare cazzate
i musicisti, produttori, attori e artisti. Noel Gallagher ci va spesso e
infatti mi invita lì. Arriva puntuale
e butta giù subito un cappuccino
doppio. Lo guardo e penso che i tempi delle
montagne di coca diluite in litri di alcol sono
finiti da un pezzo. Glielo chiedo. Lui mette
giù la tazza e fa: «Se a 47 anni mi comportassi
da ventenne, penseresti che sono un fottuto
idiota!» (pronunciando il primo di un’infinita
serie di “foking”, ovvero fucking, ma in versione mancuniana). «Non fraintendermi»,
continua, «quella vita folle mi è piaciuta un
casino fino all’ultimo goccio, ma ora che sono
sobrio tutto sembra migliore, compresa la mia
musica». Chasing Yesterday è il nuovo album
firmato Noel Gallagher’s High Flying Birds,
il secondo da solista dopo la fine degli Oasis.
E se alcuni brani li avrebbe potuti scrivere
per la leggendaria band di Manchester, con
altri – come l’apertura Riverman – il sound è
addirittura free jazz. «L’idea di usare un assolo
di sax mi è venuta pensando ai Pink Floyd. Io
amo i Pink Floyd». In The Girl with X-Ray Eyes
duetta con una cantante jazz, mentre in Ballad
of the Mighty I, ospita la chitarra dell’amico
Johnny Marr, ex Smiths. «È un gran chitarrista
e una persona intensa: quando ti guarda, sembra che ti stia pesando l’anima». Con Chasing
Yesterday è anche la prima volta che Gallagher
impacchetta un disco senza un produttore.
«La differenza è che quando un produttore
ascolta il demo, mi dice cosa modificare, come
FRATELLO DOVE SEI?
Noel Gallagher, 47 anni,
tre figli. Di suo fratello
Liam dice che «è come un
cane rabbioso che abbaia
di continuo. Ha 43 anni e si
comporta da ragazzino».
Noel è in tour in Italia con
una data unica: 14 marzo
al Fabrique di Milano.
to: ma che cazzo sbatti i pugni sul tavolo, sei
un fottuto idiota! Ci sono musicisti che se non
vendono dischi pensano sia la fine del mondo.
Per me conta solo ciò che esce dagli speaker
durante il concerto, il rapporto col pubblico,
quell’energia magica e indefinibile. Il resto è un
gioco, per questo a casa non tengo nessuno dei
premi vinti e quando vedo documentari con
musicisti circondati da dischi d’oro, tipo Ozzy
Osbourne o Lars Ulrich dei Metallica, penso:
andate a cagare!». Più che violenza verbale,
nell’attitudine di Gallagher c’è la libertà di una
franchezza smisurata. Lui dice di essere solo
«un tizio della working class con la chitarra che
ha fatto del suo meglio». Ma è anche vero che
la working class britannica ha riconosciuto
nella sua band, gli Oasis, un vero e proprio
culto e nelle loro canzoni, degli inni nazionali.
Ma tornerete mai insieme? «No, finché Liam
non cambia atteggiamento. La percezione è
che esistano due persone che litigano sempre,
ma in realtà io non litigo mai con nessuno:
Liam è come un cane rabbioso che abbaia di
continuo. Si comporta da ragazzino a 43 anni.
Ma cazzo, è ora di crescere».
Sembra il momento perfetto per confessargli che quando parlai con Liam meno
di due anni fa, gli chiesi se avesse mai pensato
di scrivere per Noel la propria How Do You
Sleep? (per i non beatlesiani: è la canzone al
veleno che Lennon dedicò a McCartney).
Allora Liam rispose con un sì secco e cominciò
pensino a cantarmela. «Davvero? Mah, se è
così che impiega il suo tempo, buon per lui.
A me piace scrivere di cose positive: anche in
un brano triste come Don’t Look Back in Anger
c’è speranza. Molto meglio cantare canzoni
d’amore che d’odio, non credi?». Più che altro,
credo che con l’età Noel sia diventato il tipico
papà due punto zero. Si capisce dai cuoricini
che gli si formano sugli occhi quando parla
dei figli, soprattutto della 14enne Anais, sua
copia carbone. «È supercool e suona il basso:
magari un giorno avremo una band insieme,
come fa Bryan Ferry col figlio». Chiedo se
hanno uno studio di registrazione domestico,
ma la domanda apre una piaga matrimoniale
di quelle serie. Noel si lancia in una specie di
messa in scena, con tanto di voci per replicare
al meglio i dialoghi, su come abbia litigato con
la moglie a causa del garage della casa nuova:
lui voleva diventasse uno spazio creativo, lei
una palestra. «E sai alla fine cosa ha detto?
Che lo studio non mi serve, perché non mi
ha mai visto scrivere una canzone, ti pare?!
Volevo portarla in un negozio di dischi per
dimostrarle che si sbaglia!». Oggi quel garage è
una palestra. «Lei è contenta e io ho una bella
RS
moglie in forma».
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