Casco sul sicuro

Transcript

Casco sul sicuro
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ATTUALITÀ
Ogni
INCHIESTA
di Christian Cavaciuti
con la collaborazione di Paola
Verani, Christopher Carlotti e
Marco Mantovani
Foto di Enrico Bona
Illustrazioni di Patrizia Renoldi
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anno monta la polemica sui caschi pericolosi:
Abbiamo
sempre...
possono esserlo anche quelli omologati?
testato
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jet, scoprendo che quasi
Casco
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sul sicuro
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A norma di legge
Per questo test, Motociclismo si è attenuto ai regolamenti in
vigore relativi alle prove di omologazione (ECE 22-05) e alle
prove comparative (UNI 70027).
Dopo aver selezionato 20 modelli fra i più rappresentativi del
mercato, si è dato inizio alla procedura, partita dall’acquisto
dei caschi (2 di taglia L e uno di taglia XS per ciascun
modello) presso rivenditori individuati a campione in
Lombardia, Piemonte e Lazio (1). Successivamente, i caschi
sono stati consegnati al laboratorio che ha provveduto alla
tracciatura dei punti di prova con sistemi di puntamento
laser (2) e al condizionamento a +50 °C o +20 °C (4). Quindi
sono stati calzati su ‘false teste’ dotate di accelerometri
interni per le prove di scalzamento e impatto (3) i cui risultati
trovate, casco per casco, all’interno del servizio. I test
sono avvenuti alla presenza dei rappresentanti delle Case
produttrici (5) e del presidente ANCMA Corrado Capelli (7). Il
dettaglio dei valori di misura (6) è stato reso noto a tutti.
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ATTUALITÀ
INCHIESTA CASCHI
i si pensa poco, a quanto sia delicato il nostro
cervello. Per eseguire le sofisticate operazioni
connesse alla coordinazione motoria, all’elaborazione delle emozioni, al linguaggio, al pensiero e a tutte le funzioni derivate come guidare
una motocicletta disponiamo, sostanzialmente,
di un chilo e mezzo di gelatina a bagnomaria
in una serie di membrane. Qualcosa di una
fragilità indescrivibile. Ci si pensa poco, perché non si capirebbe
altrimenti come sia possibile che al casco si presti un’attenzione
così scarsa, episodica, trattandolo
qualche volta come un fastidio imposto dal legislatore da liquidare
con la cifra più bassa possibile.
Forse anche per questo, pur trattandosi di un dispositivo di sicurezza, soggetto a normative e verifiche severissime in tutto il mondo,
si ha la tentazione di trattarlo per
lo più come un capo di abbigliamento: la tentazione di spostare
il discorso dall’aspetto della sicurezza a quello estetico.Tanto che
a qualcuno viene da pensare che
la sicurezza sia sacrificata, e periodicamente esplode il ‘caso’ dei
caschi insicuri: e non si parla di
quelli di importazione irregolare,
ma degli stessi caschi omologati,
quelli che hanno superato tutti
i test.
Nel primo caso il casco di misura L, montato su una falsa testa
di 6,1 kg viene lasciato cadere su un’incudine a una velocità di
7,5 m/s (27 km/h). La prova viene effettuata una volta a caldo
(il casco è tenuto per 4 ore a +50 °C) su un’incudine a spigolo,
e una volta a freddo (il secondo casco taglia L viene tenuto per
4 ore a - 20 °C) su un’incudine piatta. La prova viene ripetuta
in 4 punti diversi stabiliti con precisione dalla normativa, e per
ciascuno viene rilevata una curva che rappresenta l’accelerazione
subita dalla falsa testa al momento dell’impatto e immediatamente successivo. I valori che vengono registrati e regolamentati dalla
normativa sono due: il picco di accelerazione e un indice speciale
detto HIC (Head Injurity Criterion, ‘Criterio di danneggiamento
della testa’). Mentre il motivo di misurare il picco di accelerazione
– che non deve superare i 275 g, cioè 275 volte il peso a riposo
della testa – è facilmente comprensibile, l’HIC richiede un minimo
di spiegazione.
Dai dati medici a disposizione si
sa che il danneggiamento al cervello dipende, ancor più che dal
massimo valore di accelerazione
subita, da quanto a lungo viene
sottoposto a questo stress. Questo perché una forte accelerazione prolungata nel tempo tende a
schiacciare il cervello contro le
pareti del cranio, danneggiando
i delicati vasi sanguigni e tessuti
che lo compongono. Di conseguenza sono stati studiati diversi
indicatori per misurare questo
tipo di fenomeno: la norma ECE
impiega appunto l’HIC, che è legato alla media nel tempo dell’accelerazione a cui la testa è soggetta. La norma stabilisce per
l’HIC un valore limite di 2400.
ANCHE L’ACCELERAZIONE
HA I SUOI LIMITI
Un anno scoppia il caso dei caschi integrali, un anno il caso dei
caschi jet: questo è l’anno dei caschi jet. Nella selva dei dati e delle
dichiarazioni, controdichiarazioni e
rettifiche, c’era solo un modo per
fare ordine in questo calderone:
ripetere i test di omologazione.
Motociclismo ha così allestito un
test comparativo con le modalità più oggettive possibili. Abbiamo
comprato in negozi sparsi in mezza Italia 60 caschi jet fra i più
diffusi (2 taglie L e una XS per ogni modello), li abbiamo poi portati
in un laboratorio accreditato per l’omologazione dal Ministero dei
Trasporti dove, alla presenza dei rappresentanti di tutte le aziende,
abbiamo ripetetuto le prove più qualificanti seguendo il protocollo
stabilito dalla più recente normativa ECE 22-05. Queste prove
sono le famose prove di impatto: il crash-test dei caschi da moto.
Nelle pagine che seguono trovate, casco per casco, i risultati delle
due prove di impatto e quello della prova di scalzamento.
PROVE A CALDO
E PROVE A FREDDO
Perché questo numero? E perché la velocità adottata in prova
è di 7,5 m/s? E perché la falsa testa pesa 6,1 kg? Questi
valori sono stati messi a punto
in anni di lavoro (non per nulla
la normativa è 05, cioè giunta
alla quinta revisione) come quelli che hanno avuto il miglior riscontro ‘sul campo’, ovvero quelli che hanno portato alla maggior
diminuzione dei danni cerebrali registrati in persone che avevano
avuto incidenti con il casco ben allacciato in testa.
Il motivo di eseguire le prove a caldo e a freddo è invece legato
al modo di lavorare del casco. Il compito del casco è sia quello
di proteggere da oggetti contundenti durante la caduta e di facilitare la scivolata – compiti svolti dalla calotta – che di assorbire
energia durante l’impatto, compito svolto dall’imbottitura interna.
Mentre per la calotta c’è una certa varietà di opzioni (dalle resine
termoplastiche come ABS e policarbonato ai materiali a rinforzo
C
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Newton
il laboratorio che certifica
anche i caschi della
F1
Per realizzare il nostro test ci siamo rivolti a Newton S.r.l., un laboratorio
di prova indipendente costituito nel 2000 a Mazzo di Rho (MI).
Il laboratorio Newton è accreditato ISO17025 da SINAL per prove su caschi moto, su dispositivi di protezione della testa, degli occhi e del corpo e
per prove di certificazione dei sedili ad alte prestazioni.
Le attrezzature del laboratorio sono state ritenute dal Ministero dei
Trasporti e della Navigazione idonee per tutte le prove previste dal Regolamento 22 relativo a caschi e visiere per conducenti di motocicli, oltre
che per parte di quelle relative all’omologazione dei veicoli a motore a due
o tre ruote. Nel 2004, Newton è stato accreditato da FIA (Fédération
Internationale de l’Automobile) per condurre le prove di certificazione dei
caschi da Formula 1, dei caschi da bambino per competizioni kart, dei
dispositivi di tipo HANS® e nel 2009 per le prove di certificazione dei
sedili ad alte prestazioni per il campionato mondiale rally WRC.
Dal 2009 il laboratorio è accreditato da SFI-USA (www.sfifoundation.
com) per la certificazione dei caschi per competizioni automobilistiche e
da SNELL-USA per le prove di certificazione dei caschi da bambino per
competizione kart.
Il laboratorio Newton è riconosciuto da Italcert, Istituto Masini, TÜV
Rheinland International, TNO (www.tno.nl) e SNCH (Société Nazionale
d’Homologation et de Certification) e con le stesse convenzionato.
Nel 2009 Newton si è dotato di una galleria del vento di tipo subsonico
concepita specificamente per prove su caschi.
L’aria che tira
Nella foto sopra, la galleria del vento: una gigantesca struttura ad
anello con 4 ventilatori destinata a soffiare aria controllata nella zona
del casco (circoletto rosso) per prove di ventilazione, rumorosità,
protezione dalle polveri e via dicendo. Sotto, la squadra di Newton che
ci ha assistito nel test: i tecnici Rinaldo Delfante, Maurizio Castiglioni,
Emilio Citroni e l’ingegner Luca Cenedese che dirige il laboratorio.
La bravura dei produttori sta nel trovare il miglior compromesso:
fibroso come fibra di vetro, di carbonio e kevlar), l’interno è invanei nostri test Shoei ha primeggiato sia in temini di accelerazione
riabilmente costituito da polistirolo espanso (EPS), che può essere
di picco che di HIC: il valor medio su tutte le prove è risultato il
realizzato in pezzo unico o in più parti, con o senza nervature di
più basso in assoluto. A seguire gli altri, con 3 modelli (Airoh,
rinforzo, eccetera.
Duraleu, Givi) superiori al limite di normativa, ma all’interno della
Per la calotta esiste tutta una serie di prove che non abbiamo
tolleranza del 10% che la stessa normativa concede ai caschi
ritenuto discriminanti (irraggiamento UV, aspersione con acqua,
comprati in negozio (si veda più avanti) e 2 modelli (JFM e Vemar)
non resistenza allo strisciamento e via dicendo), la capacità del
fuori norma. Per questi cinque caschi, sempre seguendo la ECE
casco di limitare l’accelerazione a cui è sottoposto il cervello ci è
sembrata l’aspetto cruciale: per questo ci siamo concentrati sulle prove I caschi con pregiate calotte in fibra
di impatto, e sulla prestazione del
non sempre assorbono meglio gli urti
casco in termini di assorbimento di
energia (misurata da accelerazione di dei più economici caschi in plastica:
picco e HIC), alla quale contribuisce
molto dipende dall’imbottitura
sostanzialmente il polistirolo. Per dissipare energia, infatti, un materiale
22-05, è stata realizzata una seconda prova ‘d’appello’, nella
deve sostanzialmente deformarsi: questo spiega la maggior parte
quale il Vemar VDJ è ampiamente rientrato nei limiti e il JFM 506
di quello che abbiamo rilevato durante la prova. La maggior parte
no, come trovate documentato nelle pagine che seguono.
del contributo non viene infatti dalla calotta, sottile ed elastica, ma
Se facciamo la media su tutti i caschi, il picco di accelerazione deldal polistirolo che ha il grande pregio di assorbire molta energia,
le prove è inferiore a 200 g e l’HIC attorno a 1.500: mediamente
in modo controllato e facile da prevedere. Ecco perché caschi
ben sotto ai limiti di legge, e vicino agli auspici di chi vorrebbe
con pregiate calotte in fibra non sempre hanno assorbito meglio
limiti più bassi, perché la sicurezza non è mai abbastanza. C’è
di caschi più economici, ma dotati di imbottitura più generosa. Ed
anche chi vorrebbe provare il casco in punti non prestabiliti, per
ecco perché caschi con la calotta visibilmente incrinata, come è
spingere i produttori a mettere a punto modelli pensati meno
accaduto in qualche caso, possono spuntare un ottimo puntegper più per soddisfare la normativa e più per proteggere in ogni
gio nella prova di impatto, purché il cedimento della calotta non
condizione. Ben venga la discussione: qui ci limitiamo a notare
pregiudichi la protezione.
come la ECE 22-05 sia riconosciuta in tutto il mondo, e come
Come dicevamo, il casco è sottoposto alla continua tensione tra
prima di cambiare la legge, come sempre, meglio sarebbe far
esigenze estetiche (che lo vogliono piccolo e affilato) ed esigenze
rispettare fino in fondo quella che c’è.
tecniche di protettività (che lo vogliono grande e tondeggiante).
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COME LEGGERE I RISULTATI
DAGLI ALBERI ALLE STELLE
+ PUNTO B
I caschi jet sono testati su 4 punti di prova (manca
ovviamente l’impatto nella zona della mentoniera).
La nostra sequenza corrisponde alla sequenza di
prova. Il primo punto ad essere verificato è il B,
situato nella parte alta del frontale con un alzo di
20° rispetto al piano passante per il baricentro
della falsatesta. Il contrassegno è posto nel piano
di simmetria del casco, l’impatto con l’incudine
deve avvenire in un’area circolare con raggio di 10
mm attorno al punto.
HIC
Assorbimento di energia
I nostri grafici compendiano i 16 valori di prova
(2 misure su 4 punti ripetute a 2 temperature).
Nella parte superiore del grafico trovate l’HIC
(Head Injury Criterion), l’indice che tiene conto
del fatto che il danno cerebrale dipende non
solo dalla massima accelerazione subita, ma
anche da quanto a lungo il cervello è sottoposto
a valori di accelerazione significativi. La norma
ECE prevede una soglia di 2400, ma tanto più è
basso il valore tanto minore è la sollecitazione
subita dal cervello. Valori bassi sul grafico
(verde) indicano minori sollecitazioni. Il valore
100 corrisponde sempre alla soglia di legge.
PUNTO B
+ PUNTO X
Il secondo punto è il punto X, situato nella zona
laterale sinistra o destra, poste a 12,7 mm al di
sotto del piano verticale passante per il baricentro
della falsatesta. Si tratta di una zona indebolita
dai meccanismi della visiera e dalla forma aperta
anteriormente di tutti i caschi jet. Impatto
richiesto in un disco di raggio 10 mm attorno a X.
PUNTO X
+ PUNTO P
g
Il terzo punto di prova è il punto P, nella zona
superiore del casco (intercettato dall’asse
verticale passante per il baricentro). In questo
caso l’area di controllo è più ampia: l’urto può
avvenire all’interno di un cerchio di raggio 50
mm. Si tratta di una zona spesso indebolita dai
condotti di ventilazione e da eventuali meccanismi
delle visiere interne.
(picco)
Picco d’accelerazione
Nella parte inferiore del
grafico (cresce verso il
basso) leggete invece il
valore di accelerazione di
picco registrata durante la
prova. è facile capire come
si tratti sempre di una
misura della sollecitazione
sopportata dal cervello,
tanto è vero che la
normativa ECE la limita
a 275 g (302,5 con la
tolleranza del 10%). Anche
in questo caso, valori più
bassi sono preferibili; la
letteratura medica auspica
generalmente valori che
non superino i 200 g.
+ PUNTO R
Ultimo punto di prova è il punto posteriore
R, individuato come B da un angolo di 20° al
di sopra del piano orizzontale passante per il
baricentro della falsatesta. In questo caso l’area
di controllo è un cerchio centrato in R e di raggio
10 mm.
PUNTO R
PROVE A +50°
50
50
100
g
(picco)
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Airoh Jet 55S
Costruttore: Airoh
Luogo di produzione: San Bartolomeo (BG)
Materiale: ABS
Peso: 1450 g
Chiusura: micrometrica
Acquistato a: Milano
Prezzo: 110,00 euro
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2
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Attenti al rosso
Avvicinandosi ai limiti di normativa le barre tendono
al rosso. Abbiamo evidenziato con un circoletto
rosso i valori oltre il limite, che hanno determinato la
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rimandatura e, in un caso, la bocciatura del casco.
Si piega ma non si scalza
In questo bollino c’è il valore dell’angolo
misurato alla prova di strappo dinamico (su
casco taglia XS). è l’angolo di rotazione della
calotta dopo uno ‘strappo’ determinato da una
massa di 10 kg, fissata al bordo posteriore e
lasciata cadere da 50 cm di altezza.
Non deve superare i 30°.
15°
g
(picco)
BUONO
DISCRETO
SUFFICIENTE
complessiva di assorbimento), abbiamo deciso di realizzare il canonico
indice a stelle, basandoci sui valori delle sole prove di impatto; per lo scalzamento, ci siamo accontentati del fatto che fosse nei limiti. A seconda della
prestazione del casco, stabilita come media di tutti i valori in tutte le prove
(per i caschi ribattuti, la media comprende sia i valori della prima che della
seconda prova), sono state quindi attribuite da 0 a 5 stelle: 0 è l’insufficienza, ottenuta da JFM che è risultato fuori dai limiti in entrambe le sessioni
di test, e la cui media è consistentemente più bassa rispetto a tutti gli altri
caschi. Il massimo è stato attribuito al casco migliore, Shoei, e solo a quello
dal momento che anche in questo caso la sua media è quasi 10 punti percentuali migliore rispetto al secondo classificato (Schuberth). Fra questi due
valori abbiamo stabilito quattro classi di caschi con valori simili fra di loro,
a cui sono state attribuite da 1 a 4 stelle, i valori che trovate all’interno di
ciascuna scheda.
COMMENTO
Buone performance assolute
per il Blade, particolarmente efficace a caldo (colonne
5-8). Non molto contenuto
il valore di scalzamento, comunque lontano dal limite.
Capacità di assorbimento:
RIMANDATO
Arai SZ-F
Costruttore: Arai
Luogo di produzione: Ohmiya Saitama
(Giappone)
Materiale: fibra di vetro
Peso: 1260 g
Chiusura: doppio anello
Acquistato a: Milano
Prezzo: 440,00 euro
Capacità di assorbimento:
SI 
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SI 
HIC
HIC
OTTIMO
Capacità di assorbimento:
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150
50
AGV Blade
Costruttore: Gruppo Dainese
Luogo di produzione: Ximen (Cina)
Materiale: ABS
Peso: 1200 g
Chiusura: micrometrica
Acquistato a: Cinisello Balsamo (MI)
Prezzo: 90,00 euro
PUNTO P
PROVE A -20°
0
Come vedete dalla pagina precedente e in quelle successive, la scheda di
ogni casco presenta 17 valori: 16 per le prove di impatto e uno per lo scalzamento. Abbiamo distribuito i 16 valori di impatto in 8 colonne, una per
ciascuna battuta (4 punti a freddo e 4 a caldo). Ogni colonna si compone
dei due valori rilevati: verso l’alto si legge l’HIC e verso il basso il picco di accelerazione. In verde trovate i valori al di sotto del limite, che diventano gialli
all’avvicinarsi della soglia (275 g o 2400 punti HIC), che abbiamo riportato
a 100, e rossi oltre la soglia. In questo modo si formano gli ‘alberelli’ che
riassumono la prestazione in termini di assorbimento di ciascun casco. Nel
bollino a parte è riportato il valore dell’angolo di scalzamento.
Va da sé che - come appare evidente dalla lettura delle 20 schede - i
caschi si comportano tutti in modo diverso, e ogni alberello è una specie di
impronta digitale di ciascuno (nei limiti della variabilità che discutiamo più
avanti). è quindi possibile risalire a quanto buono sia il comportamento di
ciascun casco nell’impatto frontale a caldo, piuttosto che laterale a freddo,
semplicemente controllando quanto è lungo il ramo dell’alberello: ramo
corto corrisponde a buon assorbimento, e viceversa.
Fin qui i valori di laboratorio, numeri misurati sul campo. Il laboratorio
applica la normativa, che non prevede graduatorie ma attribuisce un ‘SI’ o
un ‘NO’ a seconda che tutti i valori rientrino o meno nei limiti. Per arrivare
a un’informazione che fosse al contempo più sintetica (un solo numero
anziché 17) e più completa (in grado di fornire un’indicazione sulla capacità
ECCELLENTE
24°
150
COMMENTO
Il Jet 55S è l’unico ad aver
evidenziato problemi a caldo,
in particolare un picco di accelerazione di 278 g legato
forse a uno spostamento
del polistirolo (in 5 parti a
densità differenziata), come
fa supporre il fatto che alla
ribattuta sia rimasto largamente nei limiti.
COMMENTO
Nessun problema per Arai,
casco che comunque è
realizzato seguendo più la
filosofia Snell (casco rigido)
che la ECE (casco ad alto assorbimento): di conseguenza
l’assorbimento è buono, ma
non eccelso.
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25°
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16°
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ATTUALITÀ
INCHIESTA CASCHI
Caberg Downtown S
Costruttore: Caberg
Luogo di produzione: Azzano San
Paolo (BG)
Materiale: ABS
Peso: 1250 g
Chiusura: micrometrica
Acquistato a: Milano
Prezzo: 143,00 euro
Capacità di assorbimento:
SI 
Dainese Fiberjet
Costruttore: Gruppo Dainese
Luogo di produzione: Campodoro (PD)
Materiale: fibre composite
Peso: 1250 g
Chiusura: sgancio rapido
Acquistato a: Cinisello Balsamo (MI)
Prezzo: 168,00 euro
COMMENTO
Il Downtown è un casco ‘cicciotto’ e come tutti i caschi
con imbottitura spessa assorbe molto bene: la sua media
è risultata la terza assoluta a
dispetto della rottura della calotta nella zona del movimento
della visierina scura. Ottimo il
valore di scalzamento.
COMMENTO
RImarchevole la prestazione
a caldo del Fiberjet, sempre
sotto la metà della soglia.
Buoni il comportamento a
freddo e l’angolo di scalzamento.
SI 
?
Capacità di assorbimento:
RIMANDATO
Givi HPS 10.5 Luxe
Costruttore: Givi
Luogo di produzione: Flero (BS)
Materiale: ABS
Peso: 1330 g
Chiusura: micrometrica
Acquistato a: Calolziocorte (LC) e Senago (MI)
Prezzo: da 66,00 a 110,00 euro
?
Capacità di assorbimento:
Capacità di assorbimento:
SI 
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11°
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COMMENTO
Il Pool Special ha capacità di
assorbimento limitate: vicino
alla soglia in due prove (HIC
punto R a freddo e accelerazione punto X a caldo), è appena oltre in una terza (HIC
punto P a freddo), rientrata
di stretta misura in tolleranza
alla ribattuta.
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1 2
3
4
COMMENTO
L’HPS 10.5 ha un buon assorbimento a caldo, ma evidenzia
qualche problema a freddo:
l’HIC del punto P è risultato
oltre la soglia limite, anche
se all’interno della tolleranza
del 10%. Alla ribattuta i valori
sono risultati nei limiti.
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26°
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11°
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COMMENTO
Il J2, come tutti i caschi del
Gruppo Nolan, ha prestazioni
mediamente buone; come
sempre le prove a freddo risultano le più impegnative in
termini di assorbimento, ma
si resta sempre in sicurezza.
5
50
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RIMANDATO
GREX J2
Costruttore: Gruppo Nolan
Luogo di produzione: Brembate di Sopra (BG)
Materiale: policarbonato
Peso: 1400 g
Chiusura: micrometrica
Acquistato a: Torino
Prezzo: 110,00 euro
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100
Capacità di assorbimento:
Duraleu Pool Special
Costruttore: Duraleu
Luogo di produzione: Torrevecchia Pia (PV)
Materiale: ABS
Peso: 900 g
Chiusura: sgancio rapido
Acquistato a: Milano
Prezzo: da 79,00 a 95,00 euro
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17°
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ATTUALITÀ
INCHIESTA CASCHI
JFM Trend 506
Costruttore: Zeus Iinternational Co.
Luogo di produzione: Viet Nam
Materiale: ABS
Peso: 1250 g
Chiusura: sgancio rapido
Acquistato a: Roma e Milano
Prezzo: da 60,00 a 67,00 euro
?
Capacità di assorbimento:
RIMANDATO
MDS Sonic
Costruttore: Gruppo Dainese
Luogo di produzione: Jakarta (Indonesia)
Materiale: ABS
Peso: 1150 g
Chiusura: sgancio rapido
Acquistato a: Cinisello Balsamo (MI)
Prezzo: 52,00 euro
COMMENTO
Il Trend 506 soffre le prove a
freddo: in particolare, presenta
valori largamente fuori norma
per il punto R (posteriore):
l’HIC è al di fuori anche della
soglia di tolleranza; comportamento purtroppo confermato
alla ribattuta. Buono invece il
valore di scalzamento.
COMMENTO
Decisamente buona la capacità di assorbimento del Sonic,
soprattutto nelle prove a caldo
ma con discreto assorbimento
anche in quelle a freddo. Buono
il valore dello scalzamento.
SI 
Momo Fighter Plus
Costruttore: New Max (fino al 31-12-2009)
Luogo di produzione: Mirabello Monf. (AL)
Materiale: ABS
Peso: 950 g
Chiusura: micrometrica
Acquistato a: Cinisello Balsamo (MI)
Prezzo: 141,00 euro
Capacità di assorbimento:
SI 
NCA J400
Costruttore: Gruppo Nolan
Modello: J400
Luogo di produzione: Brembate di Sopra (BG)
Materiale: policarbonato
Peso: 1240 g
Chiusura: sgancio rapido
Acquistato a: Novate Milanese
Prezzo: 64,90 euro
COMMENTO
Il Fighter Plus arriva a un
soffio dal limite due volte sul
punto P (HIC a freddo e accelerazione a caldo), senza però
superarlo; i valori dell’HIC a
caldo sono anzi piuttosto
buoni. Nel complesso un
risultato discreto; buono lo
scalzamento.
COMMENTO
Casco di fascia economica,
il J400 ha però dimostrato
di proteggere degnamente,
rimanendo lontano dal limite
in quasi tutte le prove. Buono anche il valore di scalzamento.
SI 
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Shoei J-Wing
Costruttore: Shoei
Luogo di produzione: Iwata e Ibaraki (Giappone)
Materiale: fibre composite
Peso: 1300 g
Chiusura: doppio anello
Acquistato a: Milano e Monza
Prezzo: da 306,60 a 329,00 euro
Capacità di assorbimento:
15°
150
COMMENTO
Complesso e ricco di accessori, l’N43 Air ha una buona
capacità di assorbimento
complessiva, più evidente
nelle prove a caldo. Buono
anche il comportamento a
scalzamento.
COMMENTO
Il J1, casco tradizionalmente
grande e ben imbottito, è sul
podio con un comportamento
molto buono quasi ovunque,
anche nelle battute a freddo.
Solo nel punto R a freddo l’HIC
è sopra l’’80% del limite, ma
la media complessiva è fra le
più basse.
COMMENTO
Shark ha introdotto il principio dei canali a cedimento
programmato nel polistirolo:
il sistema a quanto pare funziona bene, garantendo valori
sempre lontani dal limite.
Ottimo il comportamento a
scalzamento.
SI 
150
1 2
Shark RSJ
Costruttore: Shark
Luogo di produzione: Bangkok (Thailandia)
Materiale: fibre composite
Peso: 1450 g
Chiusura: doppio anello
Acquistato a: Milano
Prezzo: 232,00 euro
Capacità di assorbimento:
11°
150
0
Schuberth J1
Costruttore: Schuberth
Luogo di produzione: Magdeburgo (Germania)
Materiale: fibra di vetro
Peso: 1475 g
Chiusura: sgancio rapido
Acquistato a: Milano
Prezzo: 380,00 a 448,20 euro
SI 
100
6
7
8
100
50
0
1 2
3
4
5
6
7
8
6
7
8
50
18°
150
Capacità di assorbimento:
150
150
100
SI 
150
0
COMMENTO
Il Touring 3, soprattutto nelle
prove a freddo, si è avvicinato
in più punti (B e P soprattutto)
ai limiti di legge, ma ha è stato
promosso al primo tentativo.
Scalzamento nella norma.
Capacità di assorbimento:
150
100
SI 
Capacità di assorbimento:
50
150
Capacità di assorbimento:
Nolan N43 Air
Costruttore: Gruppo Nolan
Luogo di produzione: Brembate di Sopra (BG)
Materiale: policarbonato
Peso: 1230 g
Chiusura: micrometrica
Acquistato a: Milano
Prezzo: 210,00 euro
100
100
Capacità di assorbimento:
Premier Helmets Touring 3
Costruttore: Premier Helmets
Luogo di produzione: Gallicano (LU)
Materiale: fibre composite
Peso: 1300 g
Chiusura: micrometrica
Acquistato a: Milano
Prezzo: da 142,00 a 167,00 euro
150
Suomy Nomad
Costruttore: Suomy
Luogo di produzione: Casale Monferrato (AL)
Materiale: fibra di vetro
Peso: 1250 g
Chiusura: doppio anello
Acquistato a: Cinisello Balsamo (MI)
Prezzo: 195,00 euro
Capacità di assorbimento:
SI 
150
100
50
0
1 2
3
4
5
50
100
10°
150
150
100
50
0
1 2
3
4
5
6
7
8
6
7
8
6
7
8
50
7°
100
150
COMMENTO
Decisamente il migliore in
tutte le medie, sia a caldo
che a freddo, il J-Wing ha
mostrato una capacità di
assorbimento
esemplare
distanziando di parecchie
lunghezze tutti gli altri. Complimenti.
150
100
50
0
1 2
3
4
5
50
9°
100
150
COMMENTO
Buono il comportamento
del Nomad, specialmente a
caldo dove è con i migliori,
mentre a freddo fatica un
po’ di più; comunque merita
a pieno titolo le 4 stelle. Non
particolarmente contenuto il
valore di scalzamento.
150
100
50
0
1 2
3
4
5
50
100
22°
150
03I10
000
Vemar VDJMM
Costruttore: Vemar
Luogo di produzione: Grosseto
Materiale: ABS
Peso: 1200 g
Chiusura: sgancio rapido
Acquistato a: Milano
Prezzo: 80,10 euro
?
Capacità di assorbimento:
RIMANDATO
X-Lite X-402
Costruttore: Gruppo Nolan
Luogo di produzione: Valbrembo (BG)
Materiale: fibre composite
Peso: 1400 g
Chiusura: doppio anello
Acquistato a: Milano
Prezzo: 279,00 euro
COMMENTO
Il VDJ ha evidenziato difficoltà
nelle prove a freddo, particolarmente nel punto P dove il
valore HIC è fuori anche dalla tolleranza del 10%. Nella
ribattuta il comportamento
è risultato decisamente migliore. Ottimo il valore dello
scalzamento.
COMMENTO
Casco di fascia alta, non ottiene le 4 stelle a causa di un
comportamento a freddo non
particolarmente efficace, pur
se sempre lontano dal limite.
Non molto contenuto il valore
di scalzamento.
Capacità di assorbimento:
SI 
150
100
50
0
1 2
3
4
5
6
7
8
6
7
8
50
7°
100
150
150
100
50
0
1 2
3
4
5
50
100
21°
150
ANCMA: “I CASCHI PERICOLOSI SONO ALTRI”
Abbiamo chiesto a Gianluca Solani, il rappresentante del gruppo caschi ANCMA che ha assistito alle nostre prove, di commentare i risultati.
“Prima di parlare dei risultati, vorrei sottolineare l’importanza della prova in
sé. Per la prima volta i principali costruttori presenti sul mercato italiano
hanno potuto confrontarsi fra di loro in modo trasparente: tutti hanno visto
le prove di tutti e non c’è stata nessuna contestazione. Motociclismo ha
prelevato campioni dal mercato in modo documentato dalle fatture di acquisto e incaricato un laboratorio accreditato e noto a tutti, che si è attenuto
con scrupolo alle procedure previste dal Regolamento e dalle normative
applicabili per controlli di questo tipo. Il test è pienamente attendibile.”
Dal punto di vista dei risultati?
“Nessuna sorpresa: i valori misurati sono in linea con quelli rilevati durante
le prove di omologazione dei singoli caschi. La classifica finale riflette abbastanza fedelmente le diverse filosofie e scelte tecniche dei produttori, anche
se capisco che in qualche caso possa sorprendere.”
Qualche casco economico fa molto meglio di altri più sofisticati e blasonati.
“Stiamo parlando della capacità di assorbimento, che riflette in buona parte
l’efficacia e la dimensione dell’imbottitura in polistirolo. I caschi con imbottiture spesse assorbono di più, non è certo un segreto. Quello che si paga
sono spesso altre caratteristiche: un materiale più tecnico e leggero per la
calotta, un bel design, una verniciatura raffinata,
una buona ventilazione, la doppia visiera eccetera.
Aspetti di cui l’incudine difficilmente tiene conto.”
L’assorbimento medio comunque è buono.
“Mi limito a osservare che una buona metà dei modelli ha ricevuto nelle vostre pagelle 4 o 5 stelle. Mi
sembra un ottimo risultato; anche i caschi ribattuti
sono quasi sempre rientrati largamente al di sotto
dei valori limite, con la sola eccezione di JFM.”
Casco pericoloso?
“Casco non in linea con i valori di omologazione.
Ma come tutti i caschi omologati, anche questo ha
subito una lunga serie di controlli a campione per
000
03I10
poter immesso sul mercato. Il risultato potrebbe indicare qualche problema
nel processo produttivo. Aggiungo che i caschi veramente pericolosi sono
quelli non omologati che la Guardia di Finanza di tanto in tanto sequestra:
quelli hanno valori doppi o tripli del limite…”
E i rimandati?
“In 3 casi su 5 si trattava di caschi comunque all’interno del 10% di
tolleranza (due entro l’1%) concesso ai campioni provenienti dal mercato,
che non si sa come siano stati conservati. Il polistirolo purtroppo è molto
sensibile a diversi fattori: anche per questo si raccomanda di conservare il
proprio casco con cura e di cambiarlo comunque ogni 5 anni.”
Quindi l’allarme lanciato di recente da una associazione dei consumatori, che
nei suoi test ha bocciato 8 caschi su 15, è esagerato?
“Premetto che quando si parla di sicurezza la prudenza non è mai troppa.
Andrebbe però usata in entrambi i sensi, perché lanciare allarmi ingiustificati è altrettanto dannoso che tacere il pericolo. E in questo caso abbiamo
elementi oggettivi per pensare che quelle prove non siano state eseguite a
regola d’arte.”
Li abbiamo invitati ad assistere ai nostri test.
“Ma non si sono presentati. Un brutto gesto, del
resto la trasparenza non è il loro forte: non hanno
prodotto alcun documento ufficiale, non hanno
descritto le modalità di campionamento e anche a
fronte delle numerose lacune segnalate nelle prove
insistono nel tenere segreto il loro laboratorio.”
Possiamo stare tranquilli?
“La verità è che la normativa ECE22-05 è frutto di
un lavoro ventennale, e che le aziende presenti sul
nostro mercato sono quasi sempre aziende molto
serie, che la applicano senza sconti. Il vero nemico,
ripeto, sono i prodotti non omologati immessi
illegalmente sul mercato. Quelli sì, sono pericolosi.”
ATTUALITÀ
INCHIESTA CASCHI
5 RIMANDATI, 1 BOCCIATO
Costruttore: Givi
Modello: HPS 10.5
Migliora decisamente la prestazione
dell’HPS 10.5 alla ribattuta. I valori
non sono particolarmente bassi, ma il
limite è ora lontano. Risultato complessivamente discredo.
150
100
50
0
Al termine della prima tornata di prove ci siamo ritrovati con 5 modelli che
presentavano valori fuori dal limite. Bisogna ulteriormente distinguere fra
i 3 (Airoh, Duraleu, GIVI) che rientravano comunque all’interno del 10%
concesso dalla legge ai caschi prelevati dalla rete di distribuzione commerciale, per compensare l’eventualità che siano stati mal conservati; e i due
(VEMAR, JFM) che erano invece al di fuori anche di questa soglia ‘ammorbidita’. In tutti i casi, comunque, il regolamento prevede una ‘prova d’appello’
prima della bocciatura. Ci si può chiedere perché, se la variabilità è così
elevata, per la verifica bastino così poche misure.
La prima considerazione da fare riguarda la variabilità della prova. Nonostante il continuo perfezionamento delle apparecchiature, ormai sorvegliate
da sensori di ogni tipo, le modalità della prova restano suscettibili di alcune
variabili legate alle azioni dell’operatore - ad esempio il modo e il grado di
serraggio del cinturino o il punto in cui avviene l’impatto sulla calotta - non a
caso vincolate dalle norme per l’accreditamento del laboratorio. La seconda
considerazione è legata al comportamento del casco, influenzato da possibili
imperfezioni di montaggio, singoli polistiroli di caratteristiche non ottimali,
cattiva conservazione in magazzino eccetera. A peggiorare le cose ci si
mette il fatto che l’HIC è una misura costitutivamente ‘severa’, per cui una
variazione di pochi ‘g’ di un picco di accelerazione produce facilmente decine
o centinaia di punti di HIC in più o in meno. Di conseguenza non è possibile
stabilire il comportamento di un casco con una unica prova.
Proprio per questo motivo, il regolamento ECE e le ulteriori procedure
messe in atto dal Ministero dei Trasporti si cautelano su basi statistiche.
Il processo che permette a un casco di arrivare sul banco di un rivenditore
è infatti lungo e complesso. Per prima cosa vengono richiesti e testati
prototipi per ogni taglia: se tutte le prove vengono superate, è concesso un
Costruttore: Airoh
Modello: J 55 S
numero di omologazione per quel modello.
A questo punto il produttore deve dimostrare di saper realizzare un numero
elevato di caschi conformi al prototipo che è stato presentato. Dal primo
lotto di produzione (3.200 pezzi), il Ministero preleva 40/50 caschi della
taglia più grande e 10 della taglia più piccola (le taglie estreme sono le più
critiche) ed effettua di nuovo le prove di impatto e del sistema di tenuta.
Viene richiesto non solo che il limite venga rispettato in tutte le prove, ma
che la ‘dispersione’ dei risultati sia contenuta al di sotto di un certo valore:
in parole povere, bisogna dimostrare di saper realizzare caschi che si comportino ragionevolmente tutti nello stesso modo. Solo dopo aver accertato
questa capacità viene rilasciata l’autorizzazione alla vendita. Un processo
analogo, separato e parallelo, riguarda poi le visiere.
A posto così? Niente affatto: per ogni lotto di produzione viene effettuata
una campionatura e verifica. Il Ministero periodicamente campiona ulteriori
caschi, che verifica autonomamente per validare o meno i controlli. Il lavoro
ai laboratori, insomma, non manca. Questo per dire quanto lo Stato tenga
alla nostra incolumità e quanto è stupido che, dopo avergli fatto prendere
tutte queste cautele, ci sia ancora chi va in giro con il casco slacciato.
Tornando a noi, il succo della questione è che quello che si trova in vendita è
un prodotto già omologato e controllato. In commercio dovrebbero esserci
solo caschi statisticamente sicuri: ecco perché è possibile fare delle verifiche su un numero così limitato di esemplari: perché la verifica più onerosa è
già stata fatta dal Ministero. Se si prova un casco e lo si trova (poco) fuori
dai limiti, si pensa che sia solo un ‘caso sfortunato’, dato che la statistica
è a favore. Si fa quindi un’altra verifica: se questa è positiva, era effettivamente un caso sfortunato; se invece dà risultato negativo, si comincia a
preoccuparsi e occorre approfondire l’indagine.
Nessun problema per il J 55 S, segno
che il (lievissimo) superamento del
limite era dovuto a un esemplare “sfotrunato” e alla particolare struttura del
polistirolo interno. La soglia di legge è
ora lontana in tutti i punti di battuta.
NEI LIMITI (<100%)
100
Il Pool Special resta fuori soglia nel
punto P a freddo, anzi peggiora ulteriormente la propria prestazione rimanendo per pochissimi punti all’interno
della soglia di tolleranza del 110%.
IN TOLLERANZA (110%)
Capacità di assorbimento:
03I10
6
7
150
100
50
0
000
5
150
Costruttore: Duraleu
Modello: Pool Special
SI 
100
SI 
SI 
50
100
150
1 2
3
4
8
4
1 2
3
4
1 2
3
4
150
Costruttore: JFM
Modello: Trend 506
Il Trend 506 conferma la scarsa capacità di assorbimento a freddo, culminata
in un valore abbondantemente fuori
soglia nel punto R. Con due bocciature
in altrettante prove, non raggiunge la
sufficienza.
FUORI TOLLERANZA (>110%)
150
100
50
0
50
100
Capacità di assorbimento:
NO 
150
Costruttore: Vemar
Modello: VDJMM
Aveva ecceduto il limite nel punto P a
freddo, ma in ribattuta il VDJMM ha
ottenuto un risultato più che decoroso
in questo punto e confermato una discreta efficacia negli altri.
150
100
50
0
NEI LIMITI (<100%)
Capacità di assorbimento:
SI 
50
0
3
100
Capacità di assorbimento:
CLASSIFICA
150
50
Capacità di assorbimento:
NEI LIMITI (<100%)
1 2
50
Ecco la graduatoria finale dei caschi raggruppati in classi di performance complessiva
in termini di assorbimento sulla globalità delle prove di impatto (a caldo, a freddo e in
tutti e 4 i punti di prova). è stato assegnato punteggio pieno a Shoei che è risultato il
migliore sia rispetto all’accelerazione di picco (con un valor medio di 163,6 g contro una
media complessiva di 193,1) che rispetto all’HIC (1201,0 contro una media complessiva di 1553,7), mentre trovate tra asterischi i caschi rimandati e quindi ribattuti.
Abbiamo già fatto notare come il comportamento globale dei caschi sia nel complesso
buono, soprattutto alla luce del fatto che la maggior
parte dei cedimenti sia relativa alla prova a -20 °C, la
condizione meno frequente su strada; negli impatti a
caldo, viceversa, non ci sono praticamente mai valori
che eccedono la normativa. Resta tuttavia troppo lontana
dal limite la prestazione del casco JFM, che ha evidenziato
valori insufficienti sia nella prima che nella seconda prova.
Come considerazione generale, fatta salva la elevata variabilità che
caratterizza questo tipo di prova (ne trovate un commento a fronte), in generale un casco che spunti valori di accelerazione e HIC mediamente più bassi di un
altro protegge meglio la testa. I grafici dettagliati delle prove sono riportati nelle pagine
precedenti: ci auguriamo che aiutino a riflettere tutti, sia i motociclisti che i produttori.
50
100
150
MODELLO
VOTO
SHOEI J-Wing
AGV Blade
ARAI SZ-F
CABERG Downtown
DAINESE Fiber-Jet
MDS Sonic
NOLAN N43 Air
SCHUBERTH JH-T1
SHARK RSJ
SUOMI Nomad
GREX J2
NCA J400
X-LITE X-402
*AIROH Jet 55S*
*GIVI XPS 10.5*
MOMO Fighter Plus
PREMIER Touring 3
*VEMAR VDJ*
*DURALEU Pool Special*
--*JFM Trend 506*
03I10
000