“In caso di mancata consegna inviare a ufficio Bologna CMP per la

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“In caso di mancata consegna inviare a ufficio Bologna CMP per la
“In caso di mancata consegna inviare a ufficio Bologna CMP per la restituzione al mittente che si impegna a versare la dovuta tassa.”
n° 3 Ottobre 2010
Progetto Grafico e Impaginazione
Direttore Editoriale
Claudio Impellizzeri
Ugo Claudio Matteoli
Direttore Responsabile
Sara Ballotta
Comitato di Redazione
Vincenzo Bonacci, Paolo Tardito
Segreteria di Redazione
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Ufficio Stampa FIPSAS
Viale Tiziano, 70 - 00196 ROMA
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Pubblicazione semestrale registrata presso il Tribunale di Bologna in data
31.01.2002 con il numero 7188
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anche se non pubblicati, non si restituiscono.
Una copia Euro 1,00
4
9
Il futuro della pesca
EDI GRAFICA s.r.l.
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Proprietà testata
FIPSAS
Stampa
Cantelli Rotoweb - Castelmaggiore (BO)
Hanno collaborato a questo numero:
Alberto Azzali, Fulvio Bianchi, Vincenzo Bonacci, Stefano Manzi, Mario
Pecchioli, Umberto Righi, Alessandro Stefani, Paolo Tardito, Mauro Tinti,
Fernando Valvassura, Sergio Schiavone, Roberto Voluri
Le foto pubblicate su questo numero sono di:
Alberto Balbi, Vincenzo Bonacci, Umberto Righi, Stefano Sarti, Sergio
Schiavone, Paolo Tardito, Mauro Tinti, Archivio Ufficio Stampa FIPSAS
di Mario Pecchioli
L’ambiente sempre al
primo posto!
Grazie a tutti dalla
FIPSAS e dallo sport!
a cura dell’Ufficio Stampa FIPSAS
11 Fiocco Blu in Valsesia
16 Light drifting
da novità in crescita
a disciplina agonistica
di Fernando Valvassura
di Stefano Manzi
di pesca sportiva
12 La scomparsa
a cura della redazione
di Jackie Dupuis
24 Float Tubing l’evoluzione
del Belly Boat
di Alessandro Stefani
26 Lo sviluppo dello sport
subacqueo
di Alberto Azzali
28 A pesca con giovani
e diversamente abili
18 Orientamento Subacqueo
19 Bambini a lezione
di Vincenzo Bonacci
di Mauro Tinti
29 Ittiologia
di Umberto Righi
29 Sono aperte le iscrizioni
20 Area Marina Protetta
a cura della redazione
14 Tesori in fondo al Mare…
di Roberto Voluri
di Bergeggi
di Paolo Tardito
21 Plongeur d’Or
13 Avvistato un branco
30
al bando per concorrere
al Premio Rossana
Majorca 2010
Conosciamo L’Adda
di V.B.
a cura della redazione
di Delfini
22 L’Italia conquista
a cura della redazione
15 2010: Anno Eccezionale
di P.T.
Editore
Un’attività in crescendo…
risultati e obiettivi
di Fulvio Bianchi
8
Tel. 06/36858244 - 051/6641191
e-mail: [email protected]
15 Anno 2010
Editoriale
di Ugo Claudio Matteoli
7
Info Pubblicità & Marketing
due ori e un argento
ai mondiali giovanili
a cura dell’Ufficio Stampa FIPSAS
SITO INTERNET www.fipsas.it E-MAIL [email protected]
HA UN VOLTO
VOLTO, HA UN CORPO, ED ORA HA ANCHE UN NOME. PARLIAMO DELLA MASCOTTE
DEI MON
MONDIALI DI PESCA CHE SARANNO OSPITATI DAL NOSTRO PAESE NEL 2011.
IL NOME
NOM È STATO SCELTO DAL COMITATO ORGANIZZATORE TRA LE CENTINAIA DI NOMI SUGGERITI ED
INVIATI DAI TESSERATI DURANTE I MESI SCORSI.
INVIAT
UN PLAUSO
PL
ALL’APPASSIONATO TESSERATO FEDERALE LA CUI INDICAZIONE DI CHIAMARE IL PUPAZZO
FIPSY È PIACIUTA ED È STATA PREFERITA DA TUTTI I COMPONENTI DEL COMITATO. IL SUO NOME È
FIPS
ALE
ALESSANDRO COMINATO DI CAVARZERE IN PROVINCIA DI VENEZIA. SICURAMENTE LA FIPSAS PER
RINGRAZIARLO, LO INVITERÀ QUALE OSPITE D’ONORE, DURANTE IL MONDIALE DI SPINNING
DA RIVA CHE SI SVOLGERÀ SUL FIUME NERA IN UMBRIA, DANDOGLI LA POSSIBILITÀ DI VIVERE
UN’ESPERIENZA IRRIPETIBILE AL SEGUITO DELLA NAZIONALE ITALIANA.
PER SAPERNE DI PIÙ VAI ALL’INDIRIZZO
WWW.SFWC2011.IT
IL TG DELLA FIPSAS SU CACCIA E PESCA
prosegue fino a dicembre 2010
Si consolida la collaborazione tra
Caccia e Pesca (Sky canale 235 e 236)
e FIPSAS (Federazione Italiana di Pesca Sportiva e Attività Subacquee).
Dal 1 Luglio, alle 18:45, continua su Caccia e Pesca il “TG Fipsas”, un magazine quindicinale interamente dedicato
alle attività subacquee ed alle novità della Federazione. Aggiornamenti dai campi di gara, calendari e classifiche con le
interviste ai protagonisti ma anche la gestione delle acque e le iniziative sociali e ambientali volte alla tutela del territorio
e alla divulgazione della pesca. Sarà dedicata molta attenzione a tutte le tecniche, agli eventi ed alle gare ma anche alla
pesca al femminile, una realtà sempre più presente in Italia.
La collaborazione tra Caccia e Pesca e Fipsas promuove la pesca come attività di gestione e tutela delle
acque e come uno sport adatto a tutte le età.
LE PUNTATE DEL TG FIPSAS SONO DISPONIBILI ON DEMAND SULLA WEBTV FEDERALE ALL’INDIRIZZO WWW.FIPSAS.IT
EDITORIALE
Ugo Claudio Matteoli
Presidente FIPSAS
LE RAGIONI DI UN
CAMBIAMENTO
n decreto ministeriale ha,
senza
alcun
preavviso,
aumentato di più del 400 per
cento le tariffe postali a carico di pubblicazioni come la
nostra. Noi, con la volontà di
proseguire l’informazione a tutti i tesserati, spedendo a casa di ciascuno la rivista,
ma con la necessità di contenere i costi
di spedizione, abbiamo deciso di ridurre
drasticamente le pagine ed il formato della
rivista stessa. Nella flebile speranza che
chi di dovere ritorni al più presto sui suoi
passi.
U
Contatto
L’editoriale di questo numero di Pianeta
Acqua doveva contenere solo notizie
riguardanti le attività federali degli ultimi
sei mesi. Era in programma di informarvi,
soprattutto, sull’interessante avvio delle
competizioni mondiali di quest’anno e sui
successi delle squadre nazionali, delle
varie discipline agonistiche, che vi hanno
partecipato; al contrario dovremo invece
parlare di tariffe postali, un tema non pertinente alla pesca sportiva, ma al momento
molto delicato per la Federazione, come
per tutte le organizzazioni no profit, poiché
purtroppo va ad incidere pesantemente
sui costi. La causa è tutta in un decreto
ministeriale emesso alla fine di marzo
che ha stabilito che dal 1° aprile 2010
tutti gli enti no profit non usufruiranno
più della tariffa agevolata sull’editoria,
ma dovranno pagare il costo pieno per
spedire qualsivoglia pubblicazione rivolta
ai propri associati. Per la precisione ed a
titolo di informazione, la tariffa per ciascuna singola spedizione della rivista con il
formato stampato fino al primo numero e
supplemento del 2010 è passata da 0,1295
(invio della sola rivista) a 0,283 euro e da
0,1795 a 0,316 per l’invio della rivista con
tessera. Per la FIPSAS ciò vorrebbe dire
spendere 140.880,00 euro per continuare a inviare direttamente a casa di ogni
tesserato l’house-organ federale, ai quali
vanno ovviamente aggiunti i costi, non
piccoli, per la preparazione, la stampa e
la cellophanatura della rivista stessa che
portano a più di 260.000,00 il costo totale
dell’operazione.
diretto
In un editoriale di qualalche numero fa, avevo
vo
sottolineato l’imporrtanza del “Contatto”
o”
con i tesserati per una
a
associazione grande
e
ed importante come
la nostra e che questo contatto era
principalmente la
rivista. Ora, non più.
Certamente negli
ultimi anni abbiamo
o
intensificato il modo
o di
comunicare, televisione, web tv,
e-mail, ma ricevere e sfogliare una rivista
(bella e completa) che ti informa sulle novità e lo sviluppo della realtà a cui appartieni
per la comunanza della passione sportiva
del pescare, ha sì qualcosa di antico… non
ha certamente eguali.
Però, investire così tanti soldi per continuare a spedire la rivista, vorrebbe dire
distoglierli da altri progetti o attività federali rivolti ai tesserati, vorrebbe dire rinunciare ad alcune attività. C’è bisogno quindi
di un’attenta ed oculata riflessione sul da
farsi. Ne parleremo molto approfonditamente in Consiglio Federale in modo da
prendere la decisione migliore per il prossimo anno.
Per quest’anno, malgrado le rassicurazioni fatte dalle autorità competenti per
una repentina marcia indietro su quanto
deciso sulle tariffe postali, siamo però
obbligati dai tempi ristrettissimi e non più
procrastinabili a mandare in stampa questo numero con le attuali tariffe in vigore
che sono quelle rincarate.
Per questo, per non perdere il “contatto”
con i tesserati e per non sforare in modo
troppo significativo il bilancio preventivo,
che comunque saremo costretti a sforare,
abbiamo dovuto dimezzare le pagine della
rivista e ridurre il formato per risparmiare
sui costi ed essere in grado di inviarlo
ugualmente a casa di ciascuno di Voi.
Spero che riusciate ad apprezzare i nostri
sforzi. Vi ringrazio comunque sin da ora
per la Vostra comprensione.
IL
IL PASSAPORTO
PASSAPORTO
DEL
DEL TONNO!
TONNO!
Contribuisci anche tu con la FIPSAS alla
difesa e alla libera circolazione nei nostri
mari del Tonno Rosso. Per aderire al
progetto visita il portale federale:
www.fipsas.it.
6 • Pianeta Acqua
E’ partita questa estate 2010 una
nuova iniziativa federale, un progetto che sta molto a cuore alla dirigenza FIPSAS (che affianca e rafforza
la recente disposizione federale
relativa alle competizioni ufficiali di
ogni ordine e grado dove è obbligatorio il c&r (catch e release), cioè di
vietare di portare a riva e sbarcare
alcun esemplare di Tonno Rosso, di
Squalo o di Squaliformi, come Razze, Mante, ecc...) e che si auspica
trovi pieno consenso tra i tesserati
pescasportivi, soprattutto quelli in
mare che praticano le discipline del
Big Game. Aperto a tutti, agonisti e
ricreativi, l’iniziativa ha come obiettivo di ridurre l’impatto ambientale
e contribuire a mantenere aree con
un buon stock di popolazione del
pesce più depauperato: il Thunnus
thynnus (Tonno Rosso).
Il declino e il rischio di sparizione
parizione
del tonno dai nostri mari, sarebbe
un disastro ecologico, ma anche
economico e culturale di dimensioni smisurate.
La FIPSAS ha sentito il bisogno
sogno di
fare qualcosa e così è nato “ Il Passaporto del Tonno”. In sostanza il
progetto prevede di modificare il
comportamento dei pescasportivi
FIPSAS in gara e durante l’attività
di pesca amatoriale: lo sviluppo e la
diffusione del c&r (catch e release),
nella pesca sportiva, come meccanismo di protezione ambientale
e conservazione in particolare del
Tonno, e più in generale della fauna
acquatica.
Il metodo di realizzazione è semplice ed immediato. L’applicazione di
un tags federale nella fase di pesca
(catch) e una rilevazione di dati, mediante una scheda già predisposta,
prima della fase di rilascio (release). Cioè, i pesci pescati verranno
marcati (con tags) e attraverso la
compilazione dell’apposita scheda verranno annotate una serie di
informazioni.
Successivamente,
tramite il programma presente sul
portale federale, il pescasportivo/
società sportiva inserirà i dati
in precedenza annotati sulla scheda
tra i quali: le coordinate e la data di
cattura, la stima delle dimensioni e
del peso, ed altre informazioni con
eventuale documentazione fotografica. Sarà possibile censire anche
tonni con tag già appostato. Tutto
ciò, tramite invii telematici, arricchirà di informazioni l’ICCAT.
Questa seconda fase riveste molta
importanza per il progetto di collaborazione che la Federazione ha
approntato con l’Iccat (Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico) che è una
speciale commissione internazionale deputata alla tutela di questa
specie ittica nel Mediterraneo e nel
Nordest Atlantico. Tutta la documentazione inviata, infatti, servirà
per rendere più efficaci gli strumenti atti ad una corretta con
conservazione e tutela della
specie.
FIPSAS
AS
SNEWS
IL FUTURO DELLA PESCA
di F
Fulvio
ullvio
i Bi
Bianch
Bianchi
chii
no sport adatto ai giovani: solidarietà, amicizia,
rispetto delle regole e della natura. La pesca può
avere un grande sviluppo e la FIPSAS, guidata dal
professor Ugo Claudio Matteoli, sta facendo in pieno la sua parte, conquista sempre più prestigio e “traina” l’intero movimento verso un futuro sicuramente più roseo. Nelle
acque interne sta nascendo sempre più una generazione di
ragazzi (e ragazze) che ha imparato il rilascio, ha attenzione
per i laghi e i fiumi, si diverte rispettando gli altri.
Questo ancora non succede nel mare, o meglio succede solo
in piccola parte. E’ qui che il Presidente Matteoli sta lavorando sodo e molto dovrà lavorare ancora in futuro: ci sono resistenze di chi pensa che il mare sia di tutti e di nessuno, di chi
ha ancora la “cultura” della predazione. Bisogna arrivare a regole chiare, magari anche ad una licenza (pur a basso costo
U
e con vantaggi per i pescatori): un passo avanti è stato fatto,
già si sono tenuti numerosi incontri al Ministero ma i tempi
della politica, si sa, molto sovente sono biblici. Ora si deve
accelerare. L’occasione giusta per dare sempre più spazio e
fare conoscere il mondo della pesca possono essere proprio
i mondiali del prossimo anno saranno ospitati in Italia, in sei
Regioni (Alto Adige, Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Liguria
e Umbria). In tutto 27 specialità, dalla mosca al bolentino:
si gareggia dal 28 agosto al 4 settembre. Sarà un’edizione
record perché coinvolgerà 131 Federazioni nazionali (di 65
Nazioni), 2.350 atleti, 1.100 tecnici e dirigenti, 1000 accompagnatori, 500 volontari. L’occasione per farsi conoscere e
fare bella figura. Un’occasione d’oro, che non va sprecata.
Pianeta Acqua
•7
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FIPSASNEWS
L’AMBIENTE
SEMPRE AL
PRIMO POSTO!
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(Carett
ta caretta) di 65 kg di peso, i
primi di agosto, ha deposto
le uova nella spiaggia vicino il villaggio di San Lorenzo di Marzamemi in provincia di Siracusa. Un
evento rarissimo nella zona. Il nido,
che è stato subito messo in sicurezza
affinché nessuno potesse calpestarlo
e distruggerlo, sotto il controllo della
Ripartizione Faunistico Venatoria e Am-
U
8 • Pianeta Acqua
bientale
bi t l di R
Ragusa e Si
Siracusa, è
stato presidiato dagli agenti ittici
dalla Federazione Italiana Pesca
Sportiva e Attività Subacquee
(FIPSAS) “Nucleo Macrostigma” di Rosolini e dai volontari
del Fondo Siciliano per la Natura, in collaborazione con la
Guardia Costiera di Marzamemi
e di Portopalo.
PESCA DEL CUORE
Prima di entrare nella cronaca di una straordinaria giornata che per la terza volta vede
protagonista la FIPSAS, ci piace mettere in evidenza, con la pubblicazione della foto che
ritrae il Presidente Federale Matteoli che firma l’assegnone da 33mila euro”, lo spirito e
lo scopo per il quale la Federazione, il suo Presidente, il Consiglio Federale, i Campioni
del Mondo di pesca e tutti i pescasportivi della FIPSAS hanno “sposato” per il terzo anno
consecutivo questa iniziativa che testimonia la solidarietà del mondo alieutico verso chi
ha bisogno. Un enorme grazie è diretto, soprattutto, ai Campioni di pesca sportiva e ai
personaggi Vip per essersi gratuitamente prestati e aver messo a disposizione di una
opera benefica il loro tempo e la loro immagine.
Il Presidente Federale
Ugo Claudio Matteoli
firma l’”assegno”
di 33.000,00 euro
ricavato della 3° Edizione
della Pesca del Cuore.
GRAZIE A TUTTI
DALLA FIPSAS E
DALLO SPORT!
a cura dell’Ufficio
cio Stampa FIPSAS
N
ella suggestiva
cornice
della
Laguna di Orbetello anche il
sole ha decisamente
dato una mano, ven e r d ì 16 Luglio, per il miglior
svolgimento della terza edizione de
“La Pesca del Cuore”, amichevole sfida, per fini benefici, tra coppie
di Vip con la passione per la pesca
sportiva, coadiuvati da noti Campioni di pesca. La manifestazione, nata
da un’idea del conduttore televisivo
Carlo Conti, grande appassionato di
pesca, è stata realizzata dal Comitato
Organizzatore della Pesca del Cuore,
presieduto da Gionata Paolicchi, che
La Gara della 3° Edizione 2010
si è avvalso della collaborazione della
FIPSAS (Federazione Italiana Pesca
Sportiva e Attività Subacquee) e della
sua Agenzia di Comunicazione Integrata, di “Caccia e Pesca” (Sky canali
235-236), della Cooperativa la Peschereccia di Orbetello e dell’Editoriale Olimpia/Pescare-Pescare Mare.
Ci sono le partite di calcio e i concerti benefici, ma la pesca è una disciplina sportiva che non era mai stata
associata alla solidarietà, se non in
rare occasioni. In Italia abbiamo tanti campioni mondiali di pesca sia in
mare, che in fiume o in lago: c’è, infatti, una nazionale per tutte le diverse
La squadra di Campioni e Vip al completo della III Edizione
Pianeta Acqua
•9
Carlo Conti tra Giovanni Galli e Massimo Ciavarro
mostra con orgoglio (e un pizzico di sana invidia)
una bella preda allamata dalla coppia vincitrice
discipline e in ognuna di quest’ultime
la FIPSAS è ai vertici mondiali. Quale migliore occasione poteva, quindi,
trovare la nostra Federazione di quella di contribuire all’organizzazione di
questo evento e quale miglior modo
per far conoscere ai “non addetti ai
lavori” il mondo agonistico della pesca. L’associazione di riferimento alla
quale destinare i fondi raccolti è stata ancora una volta il “Niccoclub”, la
fondazione che l’ex portiere Giovanni
Galli e la moglie Anna hanno costituito in memoria del figlio tragicamente
deceduto in un incidente stradale.
La splendida attrice di fiction
Roberta Giarrusso
La somma raccolta quest’anno, circa 33.000,00 euro, è stata destinata
al Centro Terapeutico Europeo di Firenze per la cura e la riabilitazione dei
disabili attraverso l’ippoterapia ed,
in piccola parte, alla Croce Rossa di
Orbetello. Prontissima, la squadra dei
campioni mondiali della Federazione
formata da Marino Poloniato, Marco
Volpi, Paolo Volpini, Nando Valvassura, Jacopo Falsini e Stefano Defendi,
campioni che, novità di quest’anno,
non hanno gareggiato più in coppia con i Vip, ma hanno fatto da assistenti di pesca, consigliandoli in
gara sulle tecniche da utilizzare per
pescare più pesci. Pesci che, ovviamente, sono stati tutti rilasciati vivi e
vegeti, in laguna, dopo essere stati
contati dai Giudici di Gara. Altra importante novità è stata il gemellaggio
con la Cooperativa sociale «Sopra
le Righe» di Roma che, con altre associazioni di volontariato, fa parte
della Onlus «Casa della Solidarietà»
ed è impegnata nel mondo della disabilità, per il recupero, l’inserimento
occupazionale e la socialità dei disabili, sottolineando il ruolo della pesca
come una delle strade privilegiate per
sentirsi o tornare a sentirsi parte pienamente accettata di una comunità.
Infatti, sabato 17 luglio i campioni di
pesca sportiva si sono intrattenuti
ad Orbetello per insegnare ad alcuni
ragazzi diversamente abili di Roma
le tecniche di pesca, facendo loro
passare una giornata all’insegna del
divertimento e dello Sport. La vitto-
Una coppia di grandi amiche:
le bellissime Roberta Morise
ed Elena Ossola
Il Presidente Matteoli sorride alla
meravigliosa Elena Ossola durante il
sorteggio delle barche
Aurora, la stupenda compagna di Marco Masini
ria della terza edizione de LA PESCA
DEL CUORE è andata alla coppia
dei Vip Massimo Ciavarro e Giovanni Galli che, assistiti dai campioni di
Pesca Sportiva Nando Valvassura e
Marino Poloniato, hanno totalizzato
136 orate. Anche in questa edizione,
Carlo Conti si è dovuto arrendere e
accontentare del 2° posto con 130
orate prese all’amo. Il popolarissimo
conduttore televisivo, assistito dai
campioni Paolo Volpini e Marco Volpi,
ha pescato in coppia con il cantante
Marco Masini. Terza la coppia dei Vip
Enzo Ghinazzi (Pupo) e Ighli Vannucchi (calciatore capitano dell’Empoli)
con 111 orate assistiti dai campioni
Stefano Defendi e Jacopo Falsini.
Dura da digerire la sconfitta per Carlo
Conti, ma alla cena di gala, tutto dimenticato anche per la presenza della
fidanzata Roberta Morise. Ma la vittoria più ambita ed importante è stata
incassata dalla manifestazione e da
tutti gli enti e le singole persone che
si sono dati da fare per organizzarla.
A partire dalla FIPSAS e dal suo Presidente Ugo Claudio Matteoli che ne
sostiene e supporta la realizzazione
insieme a “Caccia e Pesca”, alla cooperativa la Peschereccia, all’Olimpia,
agli sponsor Green Vision, Hotel San
Pupo in azione di pesca con il campione
azzurro Stefano Defendi
Biagio, Fishing Show-Fipo, Progetti
Italiani, Sarong; un grazie anche ai
patrocinatori come il Ministero delle
Politiche Agricole, la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto e il Comune di Orbetello. - “Siamo felici ed
estremamente orgogliosi perché abbiamo raggiunto l’obiettivo: superare
e di molto, il successo ottenuto nelle
edizioni precedenti” - hanno dichiarato, a fine evento, il Presidente Federale Ugo Claudio Matteoli e Carlo Conti.
La serata si è conclusa con un cocktail riservato ai partner e ai sostenitori dell’evento e con la cena di gala
presso il ristorante “I Pescatori” di Orbetello, servita anch’essa per raccogliere fondi, dove, tra le tante personalità ed amici invitati da Carlo Conti,
oltre ai Vip pescatori c’erano anche
il comico napoletano Lucio Caizzi,
Giorgio Panariello e le simpaticissime
showgirl Roberta Morise, Elena Ossola, Roberta Giarrusso.
RICERCHE ITTIOLOGICHE
Fiocco Blu in Valsesia!
di V.B.
l temolo, pesce di irresistibile fascino per i pescatori sportivi, sta
vivendo da tempo un lento declino, che ha portato quasi ovunque
ad una drastica rarefazione della specie. Soprattutto per quanto riguarda il
famoso “pinna blu”: il ceppo originario del bacino padano, ben distinguibile da quelli d’Oltralpe per la caratteristica pinna caudale blu, oltre che
per il suo comportamento tanto caro
ai più bravi pescatori a mosca.
Il declino della specie è stato causato dai tanti fattori di pressione che
gravano principlamente sui tratti di
fondovalle dei fiumi alpini, ambienti
prediletti dal temolo. In particolare
le alterazioni dell’habitat, come artificializzazioni, sbarramenti senza
passaggi per pesci, anni di assenza
di deflusso minimo vitale e, più recentemente, la forte predazione dei
cormorani.
Un’approfondita ricerca svolta una
decina d’anni fa dalla Società Graia
(www.graia.eu), in collaborazione con
l’Associazione Thymallus e finanziata
dal Ministero delle Politiche Agricole e
Forestali, aveva evidenziato le peculiarità del ceppo padano (“pinna blu”)
rispetto al ceppo danubiano (“pinna
rossa”) e rilevato come il temolo padano fosse allora rimasto nell’Alto
Sesia, in piccola parte nello Stura di
Lanzo, nell’Alto Po e poco altro. In
I
Per gentile concessione della Società Valsesiana
Pescatori Sportivi (SVPS) e della soc. G.R.A.I.A.
pubblichiamo il resoconto di uno studio concernente la riproduzione del temolo “Pinna Blu”.
Val d’Ossola e in Valtellina le popolazioni di temolo mostravano un certo
mescolamento tra i ceppi, con molti
esemplari dalle caratteristiche intermedie.
Già in quella circostanza era stata
effettuata una riproduzione artificiale
dei temoli valsesiani partendo dal recupero nel fiume di adulti sugli areali
riproduttivi.
Quest’anno, dopo un ulteriore declino
dei temoli padani, è stato raggiunto
un notevole successo nell’allevamento della Società Valsesiana Pescatori
Sportivi (SVPS - www.valsesiapesca.
it). E’ stato portato a termine un esperimento durato tre anni per la riproduzione artificiale del temolo di ceppo
padano cresciuto in cattività realizzando, quindi, il ciclo chiuso.
Il 22 maggio, infatti, sono nate le prime larve di temolo nelle vaschette
dell’impianto ittiogenico di Locarno di
Varallo Sesia, coronando così diversi
anni di sforzi e studi degli operatori e
consiglieri dell’associazione.
Il progetto della SVPS, assistita dalla
Società Graia, è iniziato nel 2007 con
il rinvenimento fortunoso di alcune
larve nei pressi dell’allevamento di
Pianeta Acqua
• 11
Locarno, nel Torrente Duggia, frutto
della riproduzione di temoli del Sesia
che avevano risalito il torrente alla ricerca di areali riproduttivi.
La messa a dimora in apposite vasche seminaturalizzate di tali larve ha
consentito lo svezzamento e la crescita dei pochi soggetti fino all’età riproduttiva. Il più grande ostacolo alla
maturazione sessuale in vasca del temolo è dovuto all’estrema sensibilità
all’ambiente artificiale che ne limita
anche la nutrizione.
Per superare il problema sono stati
naturalizzati tre laghetti con fondo in
ghiaia e regime d’acqua simile il più
possibile ad un ambiente fluviale. La
naturalizzazione ha altresì favorito la
crescita spontanea di microorganismi
acquatici che hanno consentito di integrare la dieta a mangime dei temoli
così allevati.
Tali operazioni, che hanno richiesto
impegno e continui aggiustamenti, alla fine si sono rivelate corrette
in quanto agli inizi di maggio è stata
notata un’intensa attività nuziale dei
riproduttori che è culminata nella
deposizione delle uova nella sabbia.
Un’ulteriore femmina e relativo maschio sono stati recuperati dal laghetto e fatti riprodurre mediante spremitura artificiale a secco, dalla quale
sono state ottenute circa 2.000 uova
fecondate.
Entrambe le riproduzioni hanno avuto
esito positivo. Dopo un paio di settimane sono nati i primi esemplari nella
vaschetta di incubazione e avvistate
le piccole larve nel laghetto di frega.
Inutile nascondere la gioia e l’eccitazione degli operatori e di tutti coloro
che sono interessati alla sopravvivenza di questo meraviglioso animale di
cui la Valsesia può andare fiera rappresentante.
Il Sesia può essere considerato come
uno degli ultimi santuari di questa
specie.
Il risultato valsesiano è stato raggiunto
grazie alla passione e all’impegno di
chi ci ha creduto. Tra le tante persone
è doveroso ringraziare Yvon Chouinard (patron del marchio Patagonia) costantemente impegnato in un lavoro
di salvaguardia delle specie ittiche in
via di estinzione - che ha trovato meritevole di un contributo anche la causa
a favore del temolo pinna blu.
Oggi i giovani temolini sono in fase
di svezzamento. La finalità è quella
di incrementare lo stock in cattività e
poter arrivare, entro qualche anno, a
disporre di riproduttori e quindi ottenere un numero significativo di temolini da ripopolamento.
LA SCOMPARSA
DI JACKIE DUPUIS
a cura della redazione
l giorno 11 luglio 2010, ci ha lasciato l’amico Jackie Dupuis, uno dei
pionieri della Federazione Internazionale delle acque dolci (FIPSed).
Dupuis, di nazionalità francese, fino all’ultimo ha ricoperto l’incarico di
Segretario Generale e Tesoriere. Non sarà facile dimenticarlo, il suo
impegno, la sua grande competenza e la sua grande simpatia e
cortesia devono restare nei nostri ricordi.
I
Il Presidente della Federazione Internazionale della Pesca
Sportiva in Acque Dolci e Presidente della FIPSAS, Ugo
Claudio Matteoli, molto legato al dirigente francese,
con il quale condivideva la gestione dell’organismo
internazionale e la passione per la pesca sportiva,
ha istituito in Sua memoria, in occasione dei recenti
Mondiali Juniores di Mantova, un premio “Jackie
Dupuis” per l’atleta più giovane partecipante alle
competizioni internazionali.
12 • Pianeta Acqua
ARCHEOLOGIA SUBACQUEA
TESORI IN FONDO
AL MARE…
di Roberto Voluri
Istruttore 3° FIPSAS
Associazione Sportiva
Torre OVO (affiliata FIPSAS)
a natu
natura
n
atura
ra nasconde
nascon
nas
conde
de gio
gioiel
gioielli
iellili pre
pree
ziosi, ma a volte si corre il rischio di perderli prima ancora
di conoscerli a fondo o addirittura prima ancora di scoprirli.
Tempo fa lessi questa frase a proposito della foresta amazzonica, ma subito
pensai che bene si adattava anche a
quella strana formazione, assolutamente unica nel suo genere, chiamata
L
“La
a Fo
Fores
Foresta
esta
ta Fos
Fo
Fossile”
si e posta nello splensil
dido mare della marina di Torre Ovo,
Comune di Torricella in provincia di
Taranto.
Un magnifico regalo della natura, che
si corre il rischio di perdere prima ancora di conoscere veramente di cosa
si tratti, infatti ogni anno i pezzi più
belli spariscono e fra poco di quel tesoro ne resterà solo il ricordo.
ATTUALITÀ
AVVISTATO UN BRANCO DI DELFINI
A circa un miglio e mezzo da Caorle
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el pomeriggio di Giovedì 1 Luglio, presso l’area
1 dell’“Oasi Marina di Caorle”, porzione di parco
naturale che si trova circa a un miglio e mezzo
dalla spiaggia di Porto Falconera, è stato avvistato un branco di delfini del tipo “tursiopi” composto da una
decina di adulti con 4-5 cuccioli.
L’avvistamento è avvenuto intorno alle ore 16.30 da parte
dei componenti del Gruppo Sommozzatori di Caorle (Società affiliata F.I.P.S.A.S.), impegnati in alcune immersioni all’interno dell’Oasi Marina per dei lavori di manutenzione. Molto
fortunate le numerose barche da diporto
che navigavano vicino alla zona protetta,
che hanno potuto godere di una scena
spettacolare.
“Non è inusuale in quest’anno poter vedere questi cetacei danzare felici all’in-
N
terno dell’Oasi Marina - commenta il portavoce del Gruppo
Sub -. Molto probabilmente questo fatto è dovuto ad un
importante aumento di novellame di pesce, loro alimento
abituale, che stanzia nella profondità dell’area protetta”.
L’Oasi Marina di Caorle rientra nella zona di tutela delle Tegnue di Porto Falconera e gode di una protezione totale:
come i divieti di qualsiasi tipo di pesca, di ancoraggio, di
ormeggio e di balneazione. La Capitaneria di Porto di Caorle, impegnata nel controllo delle attività
marine, pone pesanti sanzioni amministrative nei confronti degli eventuali
trasgressori. È intuitivo quanto sia importante la tutela del mare, in particolare
l’Adriatico, per tutte quelle sue ricchezze
marine che debbono essere salvaguardate per noi e soprattutto per chi verrà
dopo di noi.
Lo scatto che ritrae lo straordinario
Pianeta Acqua • 13
evento
La formazione rocciosa individuata come la “vasca romana”
Ma andiamo per ordine.
La cosiddetta Foresta Fossile, è un
insieme di “rami” contorti pietrificati,
color sabbia, collocati sia distesi sul
fondo, sia infissi nella sabbia in posizione verticale, hanno dimensioni variabili da poche decine di centimetri
ad alcuni metri.
In effetti, più che ad una foresta, io ho
sempre pensato nell’ammirare questo
spettacolo, di trovarmi di fronte ad
antichi resti, ormai sbiancati, di rami
di corallo gigante.
La Foresta ha una superficie stimabile in circa un ettaro, si estende in un
piccolo golfo delimitato: a nord da un
bel promontorio su cui insiste un’antica torre saracena, a est la spiaggia
detta della Tonnara e l’altro confine,
invisibile dalla superficie, si trova a
sud, una barriera naturale fatta di
scogli, alta circa 2/3 metri la cui sommità arriva fino a circa 3 metri sotto la
superficie.
Sicuramente questa singolare situazione di barriere naturali, ha consentito alla foresta di restare protetta nei
millenni dalla furia del mare.
La foresta si appoggia su un fondo
compatto, piatto e di consistenza
sabbioso/argillosa, ad una profondità
variabile tra i 3 e i 7 metri; verso riva si
nota un altro fenomeno estremamente interessante, una sorta di pavimento roccioso che ad un certo punto è
ceduto, come crollato, facendo intuire
che il paesaggio un tempo, era molto
diverso rispetto a come noi oggi lo
vediamo.
Altre piccole tracce isolate di foresta
si trovano anche in altre zone limitrofe, sia a est che a ovest.
Abbiamo detto dove si trova, abbiamo detto come si presenta alla vista,
14 • Pianeta Acqua
resta da dire cosa è… ma a tal proposito non c’è nessuna certezza, solo
ipotesi.
Unica
convergenza
di
opinioni, sull’origine di tale fenomeno, è
nell’escludere la obsoleta idea che si
tratti di una foresta pietrificata.
Da alcuni professori insigni sono state avanzate nuove teorie, tutte accomunate dal descrivere una situazione
preistorica, circa 100/200 mila anni fa,
che vedeva la zona, che attualmente
è occupata dal mare, ricoperta di
terra paludosa. Dentro questa terra
paludosa e acquitrinosa, granchi giganti, (per altri dei vermi) hanno fatto
le loro tortuose tane, in un secondo
tempo gli animali hanno abbandonato
il sito che in seguito è stato occluso
da sedimenti calcarei, infiltrati e depositati in questi spazi.
Poi l’atto conclusivo… il mare ha dilavato il tutto, la terra è stata sciacquata
via e si sono scoperti i “calchi” delle
tane. Tipo i calchi dei poveri abitanti
di Pompei.
Questa teoria però lascia un dubbio,
come mai in quasi tutte le ramificazioni, presenti nella foresta fossile, si
nota un foro interno centrale? Fosse
vera la teoria della sedimentazione
tutto lo spazio interno avrebbe dovuto essere occupato, mentre così non
è. Una geologa del luogo ha formulato una teoria interessante, l’ormai
“assodata” terra paludosa era attraversata da canali d’acqua, si sa che
l’acqua molto spesso trascina con se
dei sedimenti calcarei, questi piano
piano si sono depositati sulle pareti
che col tempo si sono ristrette fino
a lasciare libero solo un piccolo foro
per il passaggio dell’acqua, lo stesso
foro che noi oggi possiamo vedere.
Per ultimo, due anni fa, abbiamo accompagnato un professore universitario specializzato in geologia, che
dopo aver prelevato piccoli campioni,
dopo aver esaminato la “vasca romana”, (altro elemento molto interessante che si trova nell’area della foresta
fossile, una formazione rocciosa che
ha proprio la forma di una vasca, dal
diametro di circa due metri e anche in
questo caso sulle sue origini esistono
diverse teorie) il professore ha sentenziato: -Tutto quello che qui intorno
possiamo vedere è frutto della mano
dell’uomo-.
Una cosa è chiara… si sa veramente poco di questo posto, di sicuro è
un luogo bellissimo e suggestivo, che
andrebbe valorizzato e protetto dalle
continue “sparizioni” a causa di cercatori o peggio, commercianti, di rari
souvenir e alle demolizioni dovute agli
ancoraggi selvaggi. La nostra Associazione da anni insiste con le autorità
competenti affinché si possa regolamentare ormeggi ed accessi, purtroppo, pur riconoscendo tutti l’importanza del sito, ad oggi nulla è stato fatto.
SPECIALE AVVENIMENTI
2010: ANNO
ECCEZIONALE
di P.T.
eramente un anno indimenticabile il 2010 per il pluricampione italiano di trota torrente Stefano Boschiazzo.
L’atleta di punta della Garisti 93 Artico ha avuto un
exploit agonistico che lo ha portato sul più alto gradino del podio sia per la classifica a squadre che per il titolo
individuale. Infine Domenica 11 Giugno ha realizzato il suo
sogno sposando la sua
Beatrice.
Ovviamente ad accompagnare la coppia in Comune a Millesimo uno stuolo
di amici, fra cui campioni
e azzurri di ieri e di oggi.
Ai neo sposi gli auguri da
tutti i colleghi, dal Comitato di Settore, dalla redazione e dalla FIPSAS
tutta.
V
I due podi di Boschiazzo a Potenza al Campionato Italiano 2010
FIPSASVIGILANZA
ANNO 2010
Il Coordinatore Nazionale FIPSAS della Vigilanza, Mario Pecchioli, consegna l’attestato di
Guardia Giurata Volontaria Ittica ad un partecipante del Corso organizzato dalla Sezione di
Catanzaro il 14 Maggio 2010
Un’attività in crescendo…
risultati e obiettivi
di M
Mar
Mario
ariio
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Pec
Pecchioli
ecch
chio
iolli
li
Un ringraziamento alle Sezioni Provinciali
che hanno risposto con entusiasmo alle
iniziative della FIPSAS intraprese nell’anno
2010 e conseguite nel 2009.
La consistente l’attività delle circa 1.000
guardie giurate volontarie ittiche e, in alcune
realtà, ambientali, ha registrato, già nell’anno 2009, circa 23.000 servizi svolti - per un
complesso di oltre 103.000 ore di presenza
sul territorio; oltre 1 milione e 115.000 i chilometri percorsi, quasi 100.000 i pescatori
controllati e circa 900 le infrazioni contestate.
Da rilevare, inoltre, gli importanti interventi
ambientali finalizzati al recupero della fauna
ittica in difficoltà, alle attività di ripopolamento ittico nonché alla gestione di incubatoi per la riproduzione di fauna ittica di
specie a rischio di estinzione.
Tale operatività rappresenta – oltre al concreto contributo alla salvaguardia della
fauna ittica e degli ambienti acquatici - uno
dei precipui obiettivi della Federazione (in
qualità di Associazione di Protezione Ambientale).
In questa prospettiva che la neo-Commissione di Vigilanza, istituita nel 2009, ha proposto al Consiglio Federale l’adozione di un
provvedimento con il quale è stata codificata l’organizzazione del Servizio dal centro
alla periferia individuando ruoli e competenze. In questo contesto è stato attivato il Programma on-line per la rilevazione dei servizi
di vigilanza effettuati dalle Guardie giurate
volontarie che consentirà di conoscere i dati
in tempo reale e verificare, particolarmente
nella acque di proprietà od in concessione,
l’indice di fruibilità delle stesse da parte dei
tesserati.
E’ del 2010 l’idea di rivedere il “vecchio”
Manuale di base per la Sorveglianza” (edizione del 1999) integrandolo con gli aspetti
relativi alle problematiche ambientali con
particolare riferimento a quelli acquatici e
con le normative afferenti le acque marittime
della fascia costiera realizzando gli opportuni accordi con le Capitanerie di Porto.
Tali iniziative forniranno alle Sezioni un concreto “ausilio” per l’organizzazione dei corsi di aggiornamento e qualificazione delle
nostre guardie ittiche che dovranno sempre
più distinguersi per l’attività di informazione
e prevenzione nei confronti di tutti coloro
che, pescatori o non, frequentano gli ambienti acquatici (ivi compresi quelli della
fascia costiera e, particolarmente, se sottoposti a vincoli di natura ambientale).
Non mancherà, naturalmente,
l’attività
“sanzionatoria” per coloro che violino le
normative vigenti nel corso dell’attività piscatoria.
Novità 2010: l’ipotesi di una “divisa federale”, a livello nazionale, attese le ripetute
richieste pervenute da molte Sezioni Provinciali che confermerà alle guardie giurate
ittiche il senso di appartenenza alla FIPSAS.
La Sede si sta attivando per le opportune
procedure e rilascio delle competenti autorizzazioni ministeriali.
Programmi e obbiettivi non per nulla scontati ma raggiungibili se tutti insieme, dal sottoscritto all’ultima guardia volontaria, tireremo dalla stessa parte, ovviamente confortati
dalle decisioni del Consiglio Federale che,
a partire dal Presidente, in ordine alla “vigilanza” non nascondono aspettative e rafforzamento dell’immagine della stessa Federazione sia nei confronti di tutti i pescatori,
sportivi e dilettanti, che delle Istituzioni.
Pianeta Acqua
• 15
ACQUE MARITTIME
LIGHT DRIFTING da
novità in crescita a
disciplina agonistica
di Fernando Valvassura
Il podio del Campionato Italiano di Light Drifting 2010
l light drifting o drifting leggero è la
naturale evoluzione o se vogliamo
l’adattamento, avvenuto nei nostri
mari, della ormai più che ventennale tecnica del drifting, orientata
principalmente alla cattura dei tonni.
Ridimensionando, infatti, tutta l’attrezzatura, questa tecnica si può
adattare benissimo a pesci di taglia
“media” come per esempio le palamite, le lampughe, gli alletterati oppure “piccola” come lanzardi, sugarelli, sgombri, lecce stella, occhiate
o ancora orate, saraghi e tanute, ma
i pesci non sono ancora terminati, scendendo ancora verso il fondo
si potranno incontrare le gallinelle,
i gronghi, i dentici, le murene, i San
I
16 • Pianeta Acqua
Pietro. Il ridimensionamento dell’attrezzatura, oltre che essere condizionato dal fattore taglia delle prede è
anche e soprattutto un fattore etico;
infatti, catturare un pesce con un’attrezzatura che non gli dà scampo
diventa, oltre che poco divertente,
anche poco sportivo poiché, con attrezzature sovradimensionate, tutto si
riduce ad un puro tiro alla fune. Quando invece si adopera un sottile monofilo in fluorocarbon dello 0,20/0,25
mm, con un carico di rottura spesso
pari o al di sotto del peso della preda
allamata, il discorso è completamente diverso. In questo caso il pesce
durante il combattimento si può giocare la pelle e spesso riesce a farla
franca, strappando il terminale oppure tagliandolo con i denti. Il drifting
leggero si pratica in tutte le stagioni,
generalmente, su fondali compresi tra
i 25 ed i 60 metri, ma quando la pesca
avviene a scarroccio, non esistono
limiti. In sintesi la filosofia di questa
pesca è quella di creare una scia di
pastura sulla corrente, dalla superficie al fondo, in modo che i pesci che
la intercettano risalendola vengano
in contatto con le esche che vengono calate nella corrente in mezzo alla
pastura. Per pastura e per esca si
impiegano le sardine. Nel primo caso
vengono tagliuzzate a piccoli pezzi e
gettate in mare, mentre nel secondo
si innescano intere per i grossi pre-
datori, mentre per i pesci di taglia
media a tocchetti oppure a filetti.
Normalmente si può pescare con due
o tre canne quando si è soli, ma già
in due si potranno posizionare anche
cinque canne in contemporanea, in
modo da avere maggiori probabilità.
Le canne in pesca vengono posizionate, a frizione aperta, su supporti fissati alle murate e calate a profondità
differenti l’una dall’altra. La lunghezza
delle canne, che saranno piuttosto
robuste, ma con i vettini in nylon molto sensibili, può variare dai quattro ai
cinque metri. Questa misura consentirà di impiegare e gestire in pesca
terminali lunghi, di posizionarne più
di una sul filo della corrente, con le
lenze ben distanziate, in modo da non
fare grovigli e di manovrare al meglio
i grossi pesci. In questa pesca, infatti,
allamare prede importanti è all’ordine
del giorno e questi, prima di arrivare
a tiro di guadino o di raffio, fanno il
giro della barca per tre o quattro volte con fuori oltre cinquanta metri di
filo del mulinello. Ecco la canna lunga serve anche per passare sopra o
sotto alle altre canne ancora in pesca
per tenere la lenza alta in modo che
il pesce non vada a finire nella corda
Una barca in azione di pesca nel mare antistante Ostia e Fiumicino
dell’ancora, ecc. Sulle lenze che verranno stese in mare sarà impiegato
minor piombo possibile poiché alla
base di tutto c’è la naturalezza della
presentazione del boccone. Addirittura quando la corrente lo permette si
pesca completamente senza piombo.
I piombi, o meglio i piombini, do-
vranno essere intercambiabili, andranno attaccati al trave inserendo
su quest’ultimo una girella con moschettone libera di scorrere e saranno
nell’ordine dei 3-5-10 grammi, soltanto in casi di corrente che tira in maniera esagerata si impiegheranno misure
più pesanti.
IN AMBITO
AGONISTICO…
uest’anno si è disputata
la quarta edizione del
campionato
Italiano
di
light
drifting.
Per
l’organizzazione
della
manifestazione la Federazione si è
avvalsa della collaborazione della
Associazione Provinciale di Viterbo
e della ormai collaudata A.D.P. I Tre
Mari Colmic, presidente Roberto
Dragoni, che già lo scorso anno
aveva ben organizzato l’evento. Il
campionato si è svolto nella fascia
di mare antistante Fiumicino,
un campo di gara veramente
all’altezza della situazione per
l’effetto dell’acqua grassa che
favorisce la presenza di imponenti
branchi di lanzardi, sugarelli,
palamite ed alletterati. E’ stata
una bella gara, combattuta e tirata
da tutte le imbarcazioni; alla fine
la pesatura del pescato, dopo i
controlli di rito, ha decretato la
Q
vittoria dell’equipaggio composto
da Bruno Cocciolo – Gabriele
Brunettin
(giudice
Stefano
Marcusa) della ASDNPS Rio
Ospo di Trieste con 255 catture
per 99.950 punti. Medaglia
d’argento
per
l’equipaggio
composto da Marco Meloni Maurizio Novelli (giudice Ivano
Rossetti) della Canottieri Solvay
di Livorno con 222 prede per un
totale di 86.300 punti. Bronzo per
l’equipaggio dell’ADP I Tre Mari
Colmic di Viterbo composto da
Mario Natalucci - Giorgio Moretto
(giudice Giampiero Boato) con
209 catture per 83.850 punti. A
bordo piscina nel parco di Porto
Romano, un ricco buffet ha fatto
da cornice alla premiazione di
questa bellissima manifestazione.
Per la Federazione era presente
il Commissario del Settore Mare
dottor Claudio Nolli.
Pianeta Acqua
• 17
NUOTO PINNATO
L’Orientamento
Subacqueo
di Stefano Man
Manzii
’Orientamento Subacqueo è
una delle specialità del Settore Nuoto Pinnato, di derivazione militare, che possiamo
sommariamente identificare come
una estrapolazione in acque aperte della Velocità Subacquea. Con
questa hanno in comune l’uso della
bombola, normalmente da sette litri,
implementata per questa specialità
da una bussola e da un contametri
montati su di un supporto chiamato
“sbraccio” necessari ad identificare la
direzione e la distanza di nuoto.
L’Orientamento Subacqueo (OR) ha
quale obiettivo il percorrere dei tratti
subacquei a circa uno/due metri di
profondità alla ricerca e/o aggiramento di boe di percorso con vari cambiamenti di direzione su dei percorsi che
variano dai 590 agli 800 metri circa.
Le competizioni individuali ed a squadre, sono codificate in gare di ricerca,
di aggiramento e miste.
Alla prima categoria appartengono
una gara individuale, la “corsa ricerca” o “cinque punti”, in cui l’atleta
deve nuotare un percorso prestabilito alla ricerca di cinque boe segnalando mediante il movimento delle
medesime il loro ritrovamento e due
competizioni a squadre: il monk, che
viene effettuato a coppie e la gara a
squadre vera e propria in cui quattro
atleti si riuniscono prima a coppie e
poi tutti insieme partendo da punti tra
loro diversi.
Nella categoria delle competizioni di
aggiramento ritroviamo la corsa “M” o
“Slalom”, gara di solo aggiramento in
cui l’atleta dopo aver nuotato un percorso a forma di “M” appunto attorno
a delle boe a lui non visibili cerca di
L
18 • Pianeta Acqua
giungere con la maggior precisione
possibile al centro di una zona di traguardo larga 32 metri.
Abbiamo infine la gara “stella”, competizione mista di ricerca e aggiramento in cui l’atleta nuota per circa
700 metri un percorso a forma di
stella, dove dopo ogni aggiramento
di boa ne deve essere trovata un’altra. Conclude le competizioni miste
di aggiramento e ricerca il parallelo o
“short track” che consiste in una vera
e propria gara ad eliminazione contro un singolo avversario, nella quale
deve essere aggirata una boa, trovata
una altra e centrata una porta di arrivo
di 4 metri.
Il risultato finale è una combinazione
tra la velocità, quindi il tempo impiegato nella percorrenza, e le boe “ritrovate”.
In Italia non molti atleti praticano questa specialità vista anche la complessità tecnica in cui oltre alla tradizionale attrezzatura da Nuoto Pinnato ci
si deve dotare di apposite strumentazioni. Inoltre, essendo completamente svolta in acque libere la stagione
agonistica è molto ridotta.
Proprio per cercare di far conoscere
maggiormente la specialità e motivare atleti del settore della Velocità Subacquea verso nuovi sbocchi agonistici, il Settore ha introdotto nel 2010
importanti novità.
Innanzitutto organizzative, affidando
al Consigliere Luca Tonelli la Responsabilità dell’Orientamento Subacqueo, segno della volontà di dare il
proprio supporto a questa specialità,
e poi tecnico con l’organizzazione di
collegiali sotto la guida tecnica dei
due tecnici Federali Remo Giusti e
bio Paon a cui sono stati convocati
Fabio
anche alcuni atleti specialisti della Velocità Subacquea con l’obiettivo dedicato di istruirli nei contenuti tecnici
di questa specialità e renderli in grado molto rapidamente di affrontare le
prime competizioni avendo dalla loro
indubbie capacità tecniche nel nuotare sott’acqua, elevate velocità di gara
ed esperienza nelle competizioni di
fondo, quindi dotati di una certa parte
delle caratteristiche necessarie di un
buon orientista.
Questa prima parte ha infatti visto la
partecipazione di questi atleti anche
ai Campionati Italiani del 16 Maggio
e del 2 Giugno con un certo risultato
considerando l’oro di Paolo Vandini
(Blu Atlantis Ravenna) e l’argento di
Matteo Bellomo (Nuoto Pinnato Tarvisium) nella gara a slalom, e l’argento
ancora di Bellomo nella gara a stella.
Vi è stata poi un’importante introduzione e novità a carattere promozionale per quanto riguarda l’OR: sono
state appositamente create due competizioni, provate per la prima volta
durante la 2^ Prova di Coppa Italia
del 16 Maggio a Modena ed espressamente dedicate a tutti coloro che
volessero “provare” le prime sensazioni dell’OR con la creazione di una
apposita categoria “Esordienti”.
La prima, denominata “Velocità” consiste di una prova di 25 metri in apnea
con partenza da una base fissa verso
un traguardo di circa trenta metri da
raggiungere con la maggior precisione possibile al centro. La seconda
prova, denominata “Precisione” è
analoga, ma il tratto di nuoto viene
allungato a circa 100 metri da percorrere con l’uso di una bombola da
velocità subacquea.
Il tutto è obbligatoriamente corredato
da una boa di sicurezza al quale viene
saldamente fissato l’atleta per impedirgli di scendere in profondità.
Interessante il particolare che viene
data la maggiore priorità non tanto
al tempo di percorrenza, quanto alla
precisione, cioè alla capacità dell’atleta di percorrere tratti rettilinei verso
un obiettivo prefissato. Il tempo diviene rilevante soltanto a parità di precisione.
Dobbiamo dire che sono state un
vero spettacolo. Oltre un centinaio
di atleti presenti e altrettanto pubblico ha applaudito, riso e incitato
a gran voce i circa trenta atleti che
si sono cimentati per la prima volta
in questa prova. Un forte impatto di
divertimento, spettacolo e semplicità
di svolgimento. Abbiamo visto atleti
nuotare perfettamente in direzione
del traguardo emergendo due metri prima dell’obiettivo, altri eseguire
delle decise virate laterali poco prima
della fine, altri ancora percorrere nuotando un cerchio perfetto riemergendo stupito in direzione della partenza
anziché dell’arrivo.
Si sta così pensando di rendere queste prove una tappa fissa in concomitanza con gli appuntamenti di Coppa
Italia di Nuoto Pinnato, ove il bacino si
dichiarasse idoneo.
Abbiamo avuto così i primi Campioni Italiani Esordienti di Orientamento,
Riccardo Giazzon della Nuoto Pinnato Tarvisium nella “Velocità” e Mauro
Sanvito della Nord Padania Varedo
nella “Precisione”.
Ecco quindi per l’OR una nuova primavera, nuovi incentivi e obiettivi che
non possono fare altro che integrare
tra loro Orientamento e Nuoto Pinnato, permettendo agli atleti di avere la
possibilità di rivolgersi a nuovi sbocchi agonistici e di rendere una specialità come la Velocità Subacquea non
più fine a se stessa, ma anche quale passo intermedio nella stagione
invernale verso appuntamenti estivi
diversi.
FIPSASNEWS
BAMBINI A LEZIONE
DI PESCA SPORTIVA
Iniziativa della FIPSAS di
Bolzano per le scuole elementari
er il secondo anno consecutivo,
La Sezione FIPSAS di Bolzano,
unitamente ad altre iniziative ricreative ed ecologiche del programma sulle discipline facoltative previste nelle scuole, ha dedicato agli alunni
delle elementari di Rasun Anterselva la
mattinata di mercoledi 19 maggio per far
conoscere più da vicino l’elemento acqua, la vita che la popola e la tecnica della pesca con sistemi a mosca. Accompagnati dalle loro insegnanti i ragazzi sono
stati guidati al vicino parco di Rasun di
Sotto a fianco del quale scorre il torrente
Anterselva gestito dalla Sezione FIPSAS di Bolzano. Con
vivo interesse è stato seguito il discorso introduttivo del vice
P
Presidente della Sezione provinciale FIPSAS, Herbert Gostner, che ha sottolineato quanto sia importante il rispetto
per l’acqua e l’ambiente che la circonda, per i pesci e per
gli insetti che in essa vivono. L’entusiasmo dei ragazzi è salito al massimo quando, in una piccola vasca preparata per
loro con pesci appena catturati, con l’impiego dell’elettrostorditore, hanno potuto toccare con mano e classificare,
con l’aiuto dei guardiapesca FIPSAS, trote Marmorate, trote Fario e Temoli che, successivamente, sempre con l’aiuto
degli stessi guardiapesca, hanno restituito al loro ambiente
naturale. Dopo aver assistito al prelievo di alcuni esemplari
di insetti ancora allo stato larvale, i ragazzi muniti di apposite vaschette e lenti d’ingrandimento, si sono cimentati nel
loro riconoscimento. In seguito l’acquacoltore FIPSAS Eldo
Tommasuoli, ha dimostrato come si costruisce con materiale artificiale l’insetto
più presente in natura tra
quelli identificati (plecottero e tricottero). Sempre a
cura di Eldo Tommasuoli
è stata poi effettuata una
breve spiegazione e dimostrazione tecnica, di come
si utilizza una canna per
la pesca con la mosca.
Spronati dalle insegnanti
Greta e Vera, tutti hanno
voluto provare l’emozione
di far volteggiare in aria la
coda di topo. La mattinata
si è conclusa con un riconoscimento FIPSAS per tutti i ragazzi e i loro insegnanti.
Pianeta Acqua
• 19
SPECIALE AMBIENTE
Area Marina Protetta di
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BERGEGGI
l mare agitato e le nuvole foriere di pioggia non hanno impedito la periodica immersione di monitoraggio
della fauna ittica nelle acque dell’area marina protetta
che ha il suo punto focale nell’omonima isola.
Infatti, lunedì 14 giugno il biologo marino Andrea Molinari
di Mare Forza Dieci (società partecipata della Provincia
di Savona e del Consorzio Mediterraneo di Roma), per
conto del Comune di Bergeggi (Ente Gestore dell’area
marina protetta) si è immerso nelle acque, per la verità
abbastanza freddine nonostante la stagione, lungo la costa ovest dell’isola.
Ad accompagnarlo, insieme al dr. Nicola Bonel allievo del
Master “Eccellenze Ambientali Marine” dell’Università di
Genova, c’erano tre “angeli custodi” Federali: l’istruttore Augusto Carbone, della Sez. Provinciale di Genova,
l’istruttore e naturalista Piero Tassara (entrambi fotografi
subacquei della Lega Navale di Quinto al Mare) e Antonello Montis (della Sez. Prov. di Savona) responsabile del
settore subacqueo provinciale, istruttore ARA della società Lega Navale savonese.
Prima di raccontare, a parole e con qualche foto, quanto
hanno visto, un breve excursus sull’area protetta esplorata.\
L’iter istitutivo dell’AMP di Bergeggi nasce nel 1998 per
opera dell’omonimo Comune che, in collaborazione con
il dott. Giovanni Diviacco dell’Ufficio Parchi della Regione
Liguria e del dott. Molinari, hanno predisposto gli studi
propedeutici alla creazione del parco marino previsto
dalla legge nazionale 394/91. Questi studi sono stati utilizzati qualche anno dopo dai tecnici del Ministero
dell’Ambiente per istituire l’attuale AMP. Nel 2001 il dott.
Molinari, su finanziamento del Comune, inizia una prima
serie di indagini in immersione finalizzate a raccogliere
dati sulla biodiversità dei popolamenti ittici di quest’area,
I
in modo da fornire informazioni utili alla zonazione del
parco marino.
Nel 2008, a seguito dell’istituzione dell’AMP avvenuta
l’anno prima, su finanziamento del Ministero dell’Ambiente, viene ripreso il monitoraggio della fauna ittica, in
modo da dare continuità ai rilievi condotti tra il 2001 e il
2002 e per creare un “punto zero” verso cui confrontarsi
nel tempo. Le immersioni di cui stiamo dando resoconto
si inseriscono in questo progetto di monitoraggio.
Dall’inizio del progetto il dr. Molinari ha seguito l’andamento della fauna ittica ed è proprio dalle sue parole,
raccolte mentre ancora vestiva la muta, che ho appreso
quanto sia aumentata la popolazione ittica dall’istituzione
della zona ad oggi.
Tutti gli habitat segnalano un forte incremento sia di numero che di taglia di tutte le specie presenti, specie nella
zona rocciosa ma anche in quella sabbiosa e nella prateria a posidonia. In particolare le cernie bruna sembra
essere la specie che più beneficia degli effetti dei vincoli
di tutela.
Ovviamente bisognerà attendere i dati numerici, statistici
con repliche, con un’analisi dei punti fissi e dei percorsi stabiliti, ma la netta sensazione, anche a detta degli
Istruttori Federali, è che la AMP stia dando i frutti voluti.
Indubbiamente di questo incremento dovrebbero beneficiare anche le aree al di fuori dell’AMP (scientificamente
viene definito effetto spill-over o traboccamento) e, comunque, con questa situazione è sperabile anche una
revisione delle restrizioni alla pesca sportiva, sia come
aree di pesca che come attrezzature. Solo la prosecuzione negli anni futuri delle attività di studio potranno fornire
le informazioni necessarie a capire se, come in altre parti
del mondo, anche a Bergeggi l’AMP favorisce il recupero
dei popolamenti ittici mediterranei.
SPECIALE FOTOGRAFIA
PLONGEUR D’OR
L’oscar dell’immagine
subacquea
a cura della redazione
Adriano Morettin, atleta italiano della FIPSAS, conquista il Plongeur d’or al 36° Festival Mondial de
l’Image Sous Marine di Marsiglia.
i è svolto a Marsiglia il “36° Festival Mondial de
l’Image Sous Marine”, una delle più importanti e
celebri manifestazioni a livello mondiale in tema
di immagini subacquee, intese sia come immagini
fisse (fotografie) che come filmati.
Questa importantissima manifestazione, che per la prima
volta ha avuto luogo nella città francese di Marsiglia dopo
35 edizioni disputate nella cittadina della Costa Azzurra di
Antibes, è considerata da tutti gli amanti delle immagini
marine un vero e proprio “must” nel suo genere e raccoglie ogni anno centinaia di opere fotografiche e di filmati
dei migliori artisti del settore provenienti da ogni parte del
mondo.
Per questo motivo è oltremodo difficile e perciò prestigioso riuscire ad affermarsi in una delle varie categorie competitive previste dal Festival in argomento.
Nell’ambito della fotografia subacquea il festival prevede
tre distinti concorsi: quello per la miglior foto in bianco e
nero, quello per la miglior foto a colori ed infine il più difficile e prestigioso concorso per il miglior Portfolio composto
S
da 10 fotografie.
In quest’ultima edizione del concorso per il miglior Portfolio il Plongeur
d’or, l’ambita statuetta raffigurante un subacqueo ed equivalente
all’Oscar del mondo del Cinema,
è stata assegnata, da una giuria di
ben sei giurati, al fotografo subacqueo triestino Adriano Morettin che
ha prevalso su ben 120 concorrenti
tra cui anche diversi professionisti
del settore.
Morettin, che coltiva questa attività
come hobby da 15 anni, ha raccolto
questo importantissimo successo
grazie a dieci stupende immagini
subacquee catturate nell’arco degli
ultimi dodici mesi nei mari dell’Indonesia, dei quali il fotografo triestino
è un entusiasta estimatore avendoli
frequentati in diverse occasioni negli ultimi anni.
Il fotografo tesserato FIPSAS della
sezione di Trieste dal 1987 ed istruttore federale ARA due stelle, non è
nuovo a questo tipo di riconoscimenti in quanto ha nel suo palmaress due titoli italiani nella caccia
fotografica subacquea nel 2001 e
nel 2002 nonché parecchie vittorie
nei più prestigiosi concorsi internazionali di fotografia
subacquea a livello
mondiale.
Questo ambito riconoscimento lo consacra nell’Olimpo dei
grandissimi di questa
specialità della fotografia e conferma la
Scuola Federale dei
fotografi
subacquei
triestini come una delle migliori al mondo,
dando così lustro alla
FIPSAS Triestina e
Italiana, considerando
che erano oltre dieci
anni che un italiano
non conquistava il
Plongeur d’or in questa specialità.
Pianeta Acqua
• 21
ATTIVITÀ INTERNAZIONALE A.I.
L’ITALIA CONQUISTA
DUE ORI E UN
ARGENTO AI
MONDIALI GIOVANILI
a cura dell’Ufficio Stampa FIPSAS
’indiscutibile successo è stato la sommatoria di molteplici
fattori positivi che hanno accompagnato il cammino delle
squadre azzurre in questo Mondiale a
cui ha fatto da cornice la città di Mantova e la sua Provincia.
Un concentrato di emozioni e di
azioni. Questo sono stati i giorni di
Mantova con la doppia affermazione
dell’Italia ai Campionati Mondiali Giovanili di Pesca al Colpo che si sono
svolti sulle acque del Canale FisseroTartaro nelle zone di Garolda e Cà
Vecchia. Nella categoria Under 22 la
selezione azzurra ha conquistato il
primo posto, con oltre 33 chilogrammi complessivi di pescato, davanti
alla Serbia. Terza l’Inghilterra, quarta
la Slovenia e quinta l’Olanda. A livello individuale gli azzurri hanno conquistato il quinto posto con Lorenzo
Tassinari e il sesto con Alberto Italia-
Da Mantova… sul tetto del Mondo, ecco il
domani della pesca sportiva.
L
Cerimonia di Apertura: la sfilata dei team per le vie del centro storico di Mantova.
Da dx.: Fausto Bonazzi con il Presidente FIPSed Ugo Claudio Matteoli, il belga
Roland Marq (FIPSed) e il Consigliere federale lombardo Claudio Nolli.
ni. Il miglior risultato è stato fornito
dall’olandese Sjors Milder, con oltre
9 kg. L’altro alloro è giunto sorpren-
dentemente nella categoria Under
14 a Squadre, insieme alla splendida
medaglia d’argento nel singolo, alle
22 • Pia
22
Pianeta
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L’intero gruppo azzurro con i dirigenti federali festeggia l’exploit italiano al mondiale
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quistata dal giovane Massimiliano
Paglia, che ha ottenuto oltre 9 kg di
pescato. In quarta posizione Angelo
Tamagnini, ottavo Matteo Lorenzetti. Nelle gare riservate alla categoria
Under 18 tanta amarezza per il team
azzurro che per soli due punti non è
riuscito a salire sul podio a squadre,
fermandosi ad un onorevolissimo 5°
posto in classifica generale: la vittoria
è andata alla selezione del Portogallo, davanti alla Repubblica Ceca, alla
Slovacchia e alla Croazia. In questa categoria da segnalare la quinta
piazza assoluta ottenuta da Alberto
Visciglia (prima comparsa in maglia
azzurra), che ha superato quota 10
kg di pesce allamato. In dodicesima
posizione Simone Casiraghi. La gara
è stata vinta dal croato Ivan Turkovic.
Soddisfatto il presidente federale Ugo
Claudio Matteoli: «Questa edizione
dei Mondiali è riuscita perfettamente
sia sotto il profilo organizzativo che
per i risultati ottenuti. Un ringraziamento è d’obbligo per il nostro delegato provinciale Carbonello Boccola
e per il dirigente federale
delle
A.I. Fausto Bonazzi
principali fautori
della macchina
o rg a n i z z a t i v a
del mondiale.
Altro grazie particolare va al
presidente del
CONI
d
i
SQUADRA NAZIONALE UNDER 14
DI PESCA AL COLPO 2010
Tamagnini Angelo
Pinca Samuele
Paglia Massimiliano
Salvi Claudio
Lorenzetti Matteo
Capitano e Vice Capitano
Teodoro Maurizio, Neri Alberto
Delegato Federale
Antonio Gigli
SQUADRA NAZIONALE UNDER 18
DI PESCA AL COLPO 2010
Matteo Bordiga
Alberto Visciglia
Luca Saetti
Roberto Riboni
Simone Casiraghi
Capitano e Vice Capitano
Claudio Guicciardi, Luca Manelli
Delegato Federale
Antonio Fusconi
SQUADRA NAZIONALE UNDER 22
DI PESCA AL COLPO 2010
Rimondi Mirco
Tassinari Lorenzo
Vinco Andrea
Romeggini Carlo
Italiani Alberto
Capitano e Vice Capitano
Frigieri Rodolfo, Govi Gino
Delegato Federale
Maurizio Natucci
Mantova,
all’Amministrazione Provinciale e Regionale e al Comune per l’aiuto ed il supporto organizzativo
che ci hanno dato.
Mantova è per numero di tesserati la seconda provincia della
Lombardia ed è una realtà
p a r t i c o l a r-
m
mente
ricettiva a questo genere
di manifestazioni. Ritengo dunque
che la Federazione possa sentirsi
più che soddisfatta per il successo
ottenuto e già pronta, ai nastri di partenza, per iniziare a lavorare per l’edizione 2011, già programmata in Italia
nell’ambito dei Giochi Mondiali della
Pesca».
Pianeta Acqua
• 23
ACQUE INTERNE
FLOAT TUBING
L’evoluzione del belly boat
di Alessandro Stefani
ifficile oggi trovare tra i pescatori sportivi qualcuno
che non conosca il belly
boat. Davvero non sapete
cosa sia? Bene! Allora immaginatevi
seduti su di una sorta di poltrona galleggiante nel mezzo di uno specchio
d’acqua. Vagheggiate di indossare
dei waders e di calzare delle classiche pinne da sub ai piedi. Fantasticate di spostarvi lentamente sul
pelo dell’acqua all’indietro, come un
gambero, spinti dalla sola forza delle
vostre gambe. Cappellino ed occhiali,
una canna, qualche esca e null’altro
che silenzio tutt’intorno con l’imbarazzo della scelta circa il primo posto
da raggiungere per lanciare le vostre
imitazioni. Questo, sostanzialmente è
il float tubing.
I primi “ciambelloni” sono comparsi
in Italia nei primi anni ottanta, quando
ad utilizzarli era un manipolo di pionieri, che, avendone intuito le grandi
potenzialità, erano entrati in possesso dei primitivi (si fa per dire) modelli
“round”, cioè a forma circolare ed ad
unica camera d’aria. Furono proprio
le fattezze di questi belly boat a far
guadagnare a tutta la categoria di
questi particolari pescatori a spinning
fin oggi, l’appellativo di “ciambellari”,
ma in realtà l’evoluzione delle sagome
di questi attrezzi attualmente tutt’altro
ricordano che il classico salvagente
per bambini.
Tornando a trent’anni addietro, scorgendoli da qualche parte sulle rive di
un lago o più comunemente di una
D
24 • Pianeta Acqua
cava, qualche pescatore tradizionale
li avrà chiamati “pazzi”, incoscienti,
quando li intravedevano infilarsi letteralmente, pinne-muniti, in queste
sagome circolari attrezzate con tanto
di imbracatura e calarsi in acqua per
raggiungere spot impossibili da avvicinare da terra. Immersi nell’elemento
liquido fino alla vita, che sembravano
tagliati in due dalla superficie dell’acqua, sotto il sol leone o in pieno inverno, ben difesi da pantaloni impermeabili in spesso pvc larghi sulle cosce,
infuocati in estate ed inutili per ripararsi dal gelo, una, al massimo due
canne al seguito, movimenti limitati
ed attrezzatura stipata nelle tasche
ridotta all’osso.
Eccoli i primi tubers italiani, essenziali, entusiasti, accecati dallo spirito
d’avventura, decisi ad esplorare da
un punto di vista del tutto nuovo ogni
specchio d’acqua raggiungibile in
macchina o a piedi. Nella mano destra una cartina stradale e nell’altra
il volante, internet era agli albori e le
odierne applicazioni satellitari come
Google Earth erano fantascienza,
qualcosa che era possibile vedere solo nei film di 007. Il tempo e le
catture, documentate esclusivamente
sulla classica pellicola, di fatto, hanno
dato ragione a questi “pazzi”, tanto
che oggi il bass fishing da belly boat
non solo conta numerosissimi appassionati, ma ha conquistato una fetta
di mercato non indifferente ed annovera nel suo medagliere sei campionati italiani individuali, naturalmente
patrocinati dalla FIPSAS.
Sarà stato il fascino di questo fenomenale mezzo per la pesca a spinning,
ereditato da quella a mosca, oppure
il fatto che i costi per approcciare a
questa disciplina sono contenuti, che
il belly boat è facilmente trasportabile,
semplice da utilizzare o che richiede
poca manutenzione, tant’è che la sua
fama negli anni duemila si è talmente
diffusa che nel nostro tempo è possibile trovare “ciambellari” in ogni
regione d’Italia, siano essi singoli appassionati o persone organizzate in
veri e propri clubs.
Ad impiegare il belly boat sono principalmente i fanatici della pesca al
black bass, una specie ittica particolarmente amata, ma ancora, purtroppo, non tutelata nelle nostre acque interne. Chissà, magari qualcuno delle
“alte sfere”, leggendo queste righe si
renderà conto dell’indotto economico
che la pesca sportiva al micropterus
salmoides è in grado ora di garantire
a particolari realtà sul nostro territorio
attraverso la semplice attività amatoriale, oppure grazie alla miriade di
competizioni che vi girano attorno.
Un esempio per tutti è la Sardegna
ove esistono attività commerciali
che si sostentano unicamente sulla
pesca-turismo. Non sarebbe ora di
alzare il tiro e parificare il black bass
ai nostri autoctoni, riconoscendogli
un minimo di tutela? Chiudendo questa breve parentesi sulla c.d. Conservation, che quasi definirei sfogo
personale, più si diffondeva questo
eccezionale mezzo di galleggiamento, maggiormente nascevano specifici club di settore, una sorta di micosi.
Tanto più successo aveva la ciambella in Italia tanto più il mercato si
allargava. Assieme ad esche soft ed
hard sempre più sofisticate cominciano a comparire belly boat sempre
più performanti. Dalle linee circolari
si passa a profili ad U (belly boat Ushape) e successivamente a V (belly
boat V-shape), in grado di opporre
meno resistenza all’acqua durante il
movimento all’indietro, imitando un
po’ la prua di una barca. Compaiono
i primi pontoon con forma ad H, che
permettono all’angler di sollevarsi di
qualche centimetro dalla superficie
dell’acqua e di mantenere una postura più stabile su di essa. Le sedute e gli schienali si adattano proprio
a quest’ultima esigenza (avere una
posizione sollevata in azione di pesca) e le case produttrici introducono
in commercio belly boat con sedute
imbottite e schienali ergonomici. Anche i materiali e le camere d’aria al
loro interno si evolvono con nuove
soluzioni. L’originale camera d’aria
unica dell’esemplare Round-shape,
ritenuta poco sicura, viene soppiantata da belly boat con due, tre, anche
sei “bladders”. Lo stesso regolamento del campionato italiano impone la
partecipazione con attrezzi muniti di
camera d’aria principale ed una di
sicurezza. Queste vengono costruite
oltre che con il classico pvc anche
in uretano e diventano sempre meno
sensibili al calore. Le collaudate valvole Boston e le innovative Summit
scalzano le tradizionali e le Roberts
(quelle a tubicino) ed i materiali di fabbricazione sono sempre più resistenti.
La cordura con cui è costruito lo skin
esterno del belly passa dai 420 denari, facile a lacerarsi nel tempo, a oltre
1000 (a seconda del modello) con
casi di impiego di tessuti antistrappo, solitamente adoperati in ambito
tecnico (paracadutismo). Siamo nel
2007, quando due ditte americane
(l’Outcast e la Creek Company) tirano
fuori dal loro cilindro magico modelli
con una marcia in più rispetto a tutti
gli altri, grazie al loro rapporto qualità/prezzo. La serie V-shape di queste case abbina infatti tele e camere
d’aria resistenti ad una chiglia completamente spalmata in solido PVC,
una vera barriera anti-spino, il sogno
di tutti i tubers. Tutt’oggi sono i più
venduti e ricercati.
Già nel 2004 però qualcuno di quei
pionieri di cui si parlava all’inizio cominciò ad importate nel Bel Paese
qualcosa di mai visto. Si trattava della
massima evoluzione del belly boat: il
kick boat, un vero e proprio natante,
un mix tra la barca e la ciambella. Una
specie di catamarano per il singolo
pescatore, dotato di una struttura rigida (in alluminio o ferro), due pontoni
gonfiabili laterali, remi, motore elettrico, porta canne e quanto più la fantasia sfrenata di questi pescatori lo ha
dotato per renderlo assolutamente il
massimo per la pesca sportiva.
Le associazioni di pesca dedicate al bass fishing attualmente sono
oltre 50, concentrate specialmente
nel nord Italia ed in forte crescita al
centro ed al sud, quasi tutte facenti
capo all’I.B.A. (Italy Bass Association)
ed affiliate alla Federazione Italiana
Pesca Sportiva e Attività Subacquee.
Sono proprio gli iscritti a questi Team
a misurarsi ogni anno nel circuito del
Campionato italiano individuale di pesca al black bass da belly boat, oltre
che in diverse gare sociali ed open.
Di queste ultime a partire dal mese di
marzo fino a novembre se ne contano puntualmente ogni anno circa una
ventina, che richiamano ognuna tra i
25 ed i 40 tubers, in una cornice di
innumerevoli battute tra amici. Nel
2005 fu istituito il primo campionato
in ciambella. I partecipanti non erano
molti e le prove per il titolo non prevedevano selezioni per la finale. Si
trattava in definitiva di competizioni
secche, che nel tempo sono aumentate proporzionalmente ai partecipanti. Nel 2005 si annoveravano due gare
ed il titolo iridato veniva conquistato a
fronte della somma dei migliori piazzamenti conseguiti, ma già nel 2007
le prove sono divenute tre. Nel 2008,
per la prima volta, si sono previsti 3
gironi di qualificazione (nord est, nord
ovest e centro-sud), con due prove
ognuno, ed una gara di finale di due
giorni per i 40 qualificati. Nel 2009,
con oltre 130 adesioni, i gironi sono
divenuti 4 (nord est, nord ovest, centro e sud) ed i finalisti sono passati
a 50. Oggi il campionato belly boat,
come viene comunemente chiamato,
si articola su 6 gironi interregionali per
un totale di 12 prove (due per settore) ed una finale di un fine settimana
per i 50 qualificati… e già si sogna un
Campionato Italiano a squadre ed un
mondiale. Impossibile? Non credo
proprio! I numeri probabilmente sono
molto più convincenti delle parole
e non possono che suggerire che il
campionato italiano belly boat è sicuramente quello più in salute di tutto il
settore bass fishing.
Per approfondire l’argomento vi consiglio di visitare il sito www.ibbf-team.
it e consultare la rivista on line sullo
spazio web www.hotspotmagazine.
it in cui potrete leggere articoli e recensioni per apprende particolarità di
questa bella disciplina di pesca sportiva e se non avete mai cavalcato un
belly boat, vi consiglio vivamente di
farlo.
ULTIMI DATI SULLA DISCIPLINA
Nel campionato italiano bass fishing
da belly boat 2010, gli iscritti sono
aumentati del 45% dai circa 130 del
2009 ai 189 del 2010. Lo scorso anno
il CI era organizzato in 4 giorni di
qualificazione e una finale di 2 giorni. Quest’anno i gironi sono diventati
6. Le gare sono iniziate ad aprile e la
finale si terrà sul lago di Cingoli nelle
Marche a settembre. Il responsabile
nazionale FIPSAS per questo specifico settore da quest’anno è Alessandro Stefani in sostituzione del grande
Angelo Carani.
Pianeta Acqua
• 25
SPECIALE SUBACQUEA
Lo sviluppo dello
Sport Subacqueo
di Alberto Azzali
Innovazione organizzativa e Formazione tecnica
l Settore subacqueo è un settore di attività a
prevalente indirizzo sportivo-agonistico.
Dopo più di cinque anni, dalla data della sua separazione dall’attività didattica, lo sport subacqueo è ancora alla ricerca di una propria identità e
di un disegno organizzativo in grado di valorizzare
tutta la sua potenzialità.
L’affermazione dell’apnea come disciplina agonistica ha richiesto la costruzione di un modello
organizzativo all’interno del quale è andata via via
assumendo un ruolo essenziale, sempre più centrale nei confronti di tutte le altre attività settoriali.
Questo evento ha provocato una revisione radicale di tutte le modalità tecniche ed organizzative
applicate fino a quel momento: modalità che, nel
passato, sono state caratterizzate talvolta da improvvisazione e superficialità.
Un rinnovamento che ha interessato due aspetti
caratteristici dello sport, in generale, e di quello
subacqueo, in particolare: la regolamentazione e
la programmazione degli eventi sportivi così come
la formazione tecnico-culturale dell’atleta.
Per quanto riguarda il primo punto, il settore ha intrapreso diverse iniziative.
In primo luogo, sono stati migliorati tutti gli standard di sicurezza, questo allo scopo di offrire agli
atleti adeguate garanzie a tutela della loro integrità
fisica.
In particolare, nell’apnea, gli atleti sono stati suddivisi in “fasce di età” ed in “categorie”, consentendo loro un lento e graduale avvicinamento all’agonismo di elite: una misura che ha limitato, se non
eliminato, il rischio di incorrere nel corso delle gare
nel deprecabile fenomeno delle interruzioni non
controllate.
Oltre a questa misura di natura preventiva, sono
state attivate altre iniziative tra le quali giova ricordare il “progetto del talento”: un programma
applicato all’apnea ed alla pesca in apnea, con lo
scopo di individuare e tutelare un certo numero di
giovani talentuosi, seguendone la crescita tecnica
e sportiva ed assistendoli sotto il profilo medicoscientifico.
Inoltre, con la revisione dei regolamenti agonistici di tutte le discipline apneistiche, sono state
semplificare le procedure organizzative delle gare,
adottando norme più idonee a garantire, oltre alla
sicurezza, il regolare ed ordinato svolgimento delle
prestazioni degli atleti.
L’estrema diversificazione delle discipline settoriali, con le loro innumerevoli specializzazioni, ha
sempre rappresentato un problema, sia per la definizione annuale del calendario gare, sia per una
corretta gestione dei numerosi campionati Italiani.
Allo scopo di risolvere questi inconvenienti nel
l
26 • Pianeta Acqua
2009, a Lignano Sabbiadoro, è stato
sperimentato un progetto organizzativo semplice ed efficace: quello di
riunire in un’unica manifestazione tutti
i campionati italiani delle discipline
“indoor”, come l’apnea dinamica e
statica, il tiro al bersaglio, l’hockey ed
il rugby subacqueo.
E’ nata così “Subacquatica”: un’idea
organizzativa presa in prestito dai
Giochi della CMAS e della CIPS, così
come da una analoga esperienza della Federazione francese.
Nulla di originale, ma, sicuramente,
una iniziativa che segna il passaggio
da una tradizionale formula organizzativa, con gare frammentate e di non
facile programmazione, ad un modello in grado di richiamare in un colpo
solo la presenza di più di 300 atleti,
senza contare il numero degli ufficiali
di gara, degli assistenti, dei tecnici,
dei dirigenti e degli accompagnatori:
uno scenario adatto ad interessare sia i mezzi di comunicazione che
gli sponsor, oltre ad offrire soluzioni
adatte a semplificare e razionalizzare
l’organizzazione dei diversi campionati italiani “indoor”.
Ripetuta nel 2010, dopo avere rimosso alcuni degli inconvenienti registrati
nella edizione precedente, “Subacquatica” ha confermato la validità del
suo impianto organizzativo, offrendo
risultati tecnici e sportivi di altissimo
livello ed affermandosi come un punto di sicuro riferimento per tutto lo
sport subacqueo “indoor”.
Risolto il problema dei campionati in
bacino delimitato, resta aperto e tuttora irrisolto il problema organizzativo
relativo ai campionati delle discipline
“outdoor”.
Ad esclusione delle prove di pesca in
apnea che, per le loro caratteristiche,
richiedono condizioni ambientali del
tutto particolari, è auspicabile riuscire
a concentrare in un’unica manifestazione tutti i campionati delle discipline
che si svolgono in mare, quali: l’immersione in apnea in assetto costante (con e senza attrezzi), la dinamica
lineare, il Jump Blu, la Fotografia, il
Video ed il Safari subacqueo.
Sicuramente questa soluzione organizzativa, come nel caso di “Subacquatica”, potrebbe rappresentare
un’altra ottima occasione per coinvolgere l’interesse degli operatori del
mondo sportivo subacqueo, oltre a
risolvere il problema di un più razionale coordinamento dei campionati
“outdoor”
Il nome di questa manifestazione
potrebbe essere: “Subacquatica nel
Blu”.
Il problema per la sua realizzazione nel
breve periodo è rappresentato dalle
particolari condizioni organizzative richieste dalle prove in mare, come ad
esempio: la variabilità delle condizioni
meteo-marine e, con riferimento alle
prove di in apnea, la complessità delle misure di assistenza e di sicurezza
che devono sempre accompagnare le
prestazioni degli atleti in gara.
Questo comporta la difficoltà di individuare campi di gara idonei allo scopo, la incidenza di costi organizzativi
di gran lunga superiori a quelli delle
prove “indoor” e la collaborazione di
uno staff di assistenza di alto livello.
Comunque questa è la strada da percorrere e, su questa strada, il settore
ha iniziato a muovere i propri passi.
L’aspetto regolamentare ed organizzativo non può essere scisso dalla
formazione tecnico-culturale dell’atleta.
Affidata alle competenze del Settore
Didattico federale la formazione del
subacqueo apneista (ad esclusione
del pescatore in apnea) e del sommozzatore, entrambi con caratteristiche ludico-sportive, il Settore subacqueo ha realizzato in questi anni
un percorso didattico finalizzato alla
formazione tecnico-culturale del subacqueo sportivo-agonistico.
Si è trattato di un lavoro di non semplice realizzazione, tuttora in una fase
di lenta, ma progressiva evoluzione.
Alla base di questo progetto formativo coesistono, strettamente connessi
tra di loro, due argomenti fondamentali: la scienza applicata allo sport e la
cultura apneistica.
Ricordando le condizioni di precarietà e di superficialità con le quali,
nel passato, è stato gestito lo sport
subacqueo, in particolare la pesca in
apnea, non possiamo fare a meno di
considerare questo nuovo indirizzo
formativo come un elemento di assoluto valore innovativo.
Purtroppo, questa novità non sempre
viene accolta favorevolmente all’interno del nostro settore: soprattutto
da parte di coloro che, continuando
a guardare al passato, non riescono
a cogliere e ad accettare la portata riformatrice di questa operazione.
La costruzione di un impianto formativo che pone l’apnea al centro
dell’interesse dello sport subacqueo,
comporta come conseguenza una
revisione dei programmi didattici attualmente in vigore ed il relativo aggiornamento dei quadri tecnici.
Un’operazione, questa, in grado di
richiamare da parte di tutti gli interessati non solo l’attenzione che si
merita, ma anche qualche inevitabile
contrasto, in particolare da parte degli Istruttori di pesca in apnea.
Comunque, al di là di ogni valutazione
e considerazione di varia natura, resta il fatto che lo studio organizzato
e scientificamente controllato dello
sport subacqueo, anche con la collaborazione della Scuola dello Sport
e l’Istituto di Medicina dello Sport
del CONI, così come la formazione
tecnica e culturale dei quadri tecnici
settoriali e, di conseguenza, dei nostri atleti, rappresentano alcune delle
iniziative finalizzate a garantire al Settore subacqueo quella dimensione
e quel ruolo nell’ambito dello sport
moderno: come si merita e come da
tempo rientra nelle aspettative della
nostra Federazione.
Pianeta Acqua
• 27
ATTUALITÀ
A Pesca con
Giovani e Diversamente Abili
di Mauro Tinti
a Società I Vaironi A.s.d. in
collaborazione con la Sezione
di Bologna, il CONI Provinciale, l’Ufficio Scolastico Provinciale ed i Consorzi della Bonifica
Renana e Burana, ha organizzato una
serie di manifestazioni di pesca a carattere culturale.
Il 17, 18 e 19 maggio, su invito del
Consorzio Bonifica, sono stati condotti, a mezzo Autobus, presso la
Cassa di Espansione “Dosolo” a Padulle nel Comune di Sala Bolognese, 175 ragazzi delle scuole primarie
L
Gandino di Bologna (2 classi), Gessi
di Pieve di Cento (3 classi) e Marconi
di Castelfranco E. Modena (2 classi).
Suddivisi per gruppi, un primo gruppo
si è dedicato alla pesca sul Dosolo, canale ben fornito di carassi
che hanno divertito i giovani
pescatori, l’altro, assistito
da esperti della Bonifica,
ha appreso con grande
28 • Pianeta Acqua
meraviglia e interesse la storia del territorio visitando l’Ecomuseo.
Promosso dal Comune di Sala e dal
Consorzio bonifica ex Palata Reno
con la condivisione della Regione
Emilia Romagna e della Provincia di
Bologna, il nuovo centro museale
spiega il rapporto fra gli uomini e le
acque in un territorio che da secoli
si confronta con le intemperanze dei
suoi fiumi, a cominciare dal Reno.
Si tratta di un’opera articolata che
intende far comprendere l’importanza della regimentazione idrica, dalla
sorgente alla foce di ogni fiume, per
un’utilizzo intelligente e sicuro della
medesima.
La sua collocazione è strategica in
quanto il bacino, compreso fra il torrente Samoggia ed il fiume Reno, storicamente critico sotto il profilo idrologico, offre innumerevoli spunti, non
ultimi quelli che vedono l’agricoltura
e l’ambiente strettamente connessi al
tessuto residenziale e produttivo.
L’Ecomuseo prevede un centro di visita all’interno di un fabbricato rurale
ristrutturato con un allestimento che
utilizza le moderne tecnologie infor-
mative ed un percorso all’aperto dove
è possibile avere una vista complessiva delle varie strutture di governo
dell’acqua, quali il sistema di corsi
d’acqua naturali ed artificiali, la cassa di espansione, l’impianto idrovoro,
nonché apprezzare il contesto agroambientale in cui sono inserite, pregevole anche per spunti naturalistici e
paesaggistici.
L’intera opera è stata realizzata grazie
ai fondi del Piano di sviluppo rurale
gestiti dalla Provincia di Bologna, dei
Programmi d’Area della Regione Emilia Romagna, all’impegno economico
del Comune di Sala Bolognese, alla
partecipazione del Consorzio Bonifica ed al contributo di Sponsor.
I ragazzi erano accompagnati lungo
l’itinerario conoscitivo da pannelli interattivi, diorami tridimensionali, totem informatici.
Accanto alle moderne tecnologie
multimediali, un teatrino meccanico
racconta col linguaggio popolare dei
burattini la vicenda millenaria dell’acqua in questa fascia della pianura bolognese.
I ragazzi, oltre alla visita dell’edificio
rurale, hanno potuto visitare l’area
verde della Cassa di Espansione,
dove è collocato l’Ecomuseo, l’itinerario museale e con una piacevole
gita all’aria aperta, fra boschi, canali
ed opere idrauliche.
Un programma così importante è stato eseguito grazie alla collaborazione
degli istruttori di pesca con gli insegnati delle classi stesse.
L’organizzazione prevedeva pranzo al
sacco per le scuole ed una assistenza
medica giornaliera, la costante presenza della protezione civile ed accompagnatori qualificati per i ragazzi
diversamente abili.
Le giornate sono terminate con grande soddisfazione dei ragazzi per le
nuove esperienze conseguite e per gli
insegnanti che hanno utilizzato tale
evento per un tema scolastico.
Infine, un’iniziativa specifica per i ragazzi diversamente abili. Dopo lunghi
anni di richiesta finalmente, grazie al
finanziamento di una Fondazione, il
Comune di Bologna ha provveduto a
realizzare una struttura adatta per la
pesca delle persone meno fortunate.
Presso il Lago della Barca, sede anche della Scuola Pesca della FIPSAS
sezione di Bologna, sono state realizzate 10 postazioni, con accessi particolari anche per coloro che procedono con la carrozzina, e bagni a norma
di legge. Assistiti dai pescatori della
società e da istruttori gli aderenti hanno dimostrato di saper apprendere
velocemente le tecniche indispensa-
bili per il pescatore. Presente anche il
Campione del Mondo di Tiro con l’Arco per disabili, Massimiliano Piombo.
Questo ragazzo non vedente, con la
canna in mano, consegue grandissimi
risultati. Ha una sensibilità fantastica
che gli permette innumerevoli catture.
Erano presenti anche Campioni diversamente abili di altri sport, che si
sono voluti cimentare in questa nuova attività. Molti di questi ragazzi, in
tempi successivi, si sono ripresentati
con i loro accompagnatori per continuare l’attività della pesca sportiva.
La giornata, dopo i saluti delle autorità è terminata con un piccolo buffèt
per tutti i presenti ed una premiazione
simbolica di partecipazione per tutti
gli atleti diversamente abili.
ITTIOLOGIA
IMMESSE NELLE ACQUE INTERNE
GENOVESI 90.000 TROTELLE DI FARIO
MEDITERRANEA
di Umberto Righi
ezzanego – Si è conclusa la prima
fase del progetto mirato all’introduzione della trota di ceppo mediterraneo nei corsi d’acqua pregiata
del levante ligure. Il materiale certificato era
proveniente dall’Impianto Ittiogenico FIPSAS di
Borgonovo Ligure, nell’entroterra di Chiavari, in
Comune di Mezzanego, ristrutturato totalmente
e messo in funzione dopo oltre 40 anni d’inattività, ed inaugurato, presenti le locali autorità civili,
religiose e federali. Infatti, oltre ai rappresentanti
della sezione provinciale genovese, il Presidente
del comitato regionale ligure Sig. Gaetano Corradi ed il Presidente nazionale del Settore subacqueo e Consigliere Nazionale Prof. Alberto Azzali.
Il progetto sarà articolato negli anni; FIPSAS Sezione Genova, in collaborazione con Provincia di
Genova, ogni anno andrà ad immettere in ruscelli
precedentemente scelti quantità significative di
trota mediterranea, con preventivi interventi di
sterilizzazione dei tratti poi ripopolati. Il pesce
M
recuperato con elettropesca sarà spostato
nei tratti a valle aperti alla pesca dello stesso
bacino. L’incubatoio di proprietà FIPSAS, è
stato ristrutturato e messo in funzione grazie
al contributo di Fondazione Carige, Provincia
di Genova, Comune Mezzanego, Comunità
Montana Valli Aveto-Graveglia-Sturla, Comune Borzonasca e l’impegno finanziario della
Sezione FIPSAS di Genova e Sede Centrale di Roma. Quest’anno la struttura FIPSAS,
come primo avvio di produzione, ha incubato
100.000 uova di trota di ceppo autoctono, che
una volta schiuse ed accresciute, sono state
immesse con varie tappe in alcuni rivi di montagna, preventivamente scelti in comune accordo con la Provincia di Genova, nell’alto bacino dello Sturla. Nei prossimi anni il potenziale
di produzione potrebbe raddoppiare o triplicare, se saranno approntate alcune modifiche
alla filtrazione con raddoppio della tubazione
per ampliamento delle vasche di stabulazione.
FIPSASNEWS
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Sono aperte le
iscrizioni al bando
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per concorrere all
iservato a donne laureate in Biologia con
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indirizzo marino.
La FIPSAS, come per le edizioni precedenti,,
dà il proprio patrocinio all’iniziativa.
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Per maggiori informazioni e dettagli:
www.premio-majorca.com
335 7089664
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...laggiu’ senti il silenzio...
Pianeta Acqua
• 29
SPECIALE LETTO PER VOI
Conosciamo l’Adda
di V.B.
’Ecomuseo Adda di Leonardo
e il Comitato Centro Adda - in
collaborazione con il Parco
Adda Nord – hanno organizzato la seconda edizione della Festa
del Pescatore. Nella circostanza è
stato presentato il libro “ Conosciamo
l’Adda”: la pesca, le specie ittiche ed
i suoi problemi
E’ una pubblicazione che il Comitato
Centro Adda ha realizzato, senza eccessive pretese, con il solo scopo di
far conoscere ai ragazzi che abitano
nei territori compresi nel Parco Adda
Nord cosa sia la pesca sportiva e quali siano i problemi legati al territorio.
Conoscere l’Adda e le sue tradizioni è
importante per i giovani che erediteranno la responsabilità di conservare
il patrimonio ambientale. Come precisa il Presidente del Comitato (Maurizio Barzaghi) il fiume Adda è in grave
sofferenza. Le cause sono da imputare agli scarichi inquinanti, alla deframmentazione, ai prelievi indiscriminati
per la produzione di energia elettrica,
all’utilizzo dell’acqua in agricoltura. Il
Parco Adda Nord - la sede è presso la
storica Villa Gina di Trezzo - è un parco fluviale con un’estensione di circa
7000 ettari. Il bacino fluviale si estende da Lecco a Truccazzano. Sul territorio si trovano 34 comuni rivieraschi
disposti lungo
L
30 • Pianeta Acqua
il tratto dell’Adda che attraversa l’alta
pianura, a valle del lago di Como. Negli anni ‘70 la rapida trasformazione
territoriale, l’inquinamento ambientale, le previsioni di sviluppo urbanistico
minacciavano la sopravvivenza delle
aree verdi della Pianura lombarda per
cui si è sentita la necessità di tutelarne l’ambiente paesistico culturale. Nel
1983 è stato costituito il Parco Adda
Nord a cui compete l’onere di tutelare
il territorio e tramandare ai posteri un
ambiente in cui possano convivere le
esigenze di sviluppo economico delle
attività produttive e la salvaguardia
dell’ecosistema.
Il Comitato Centro Adda, che si avvale anche del sostegno delle province
di Milano, Lecco e Bergamo, del Parco Adda Nord, delle amministrazioni
lo
locali
e della FIPSAS ha pubblicato
un opuscolo “Conosciamo l’Adda”
destinato in particolare ai bambini e
giovani che attraverso la guida hanno
la possibilità di conoscere le bellezze
del territorio.
Il progetto didattico per le scuole
Medie Superiori si compone di numerosi capitoli. Inizia dalle caratteristiche morfologiche del fiume alla
storia delle sue origini (si discute
ancora se il nome originario Adda
derivi dal termine “ Abdua” di origine
celtica, che significa acqua corrente, e se il sostantivo sia maschile o
femminile. Le popolazioni rivierasche
tendono a personificare il fiume come
una identità femminile.
Il secondo capitolo tratta dell’ambiente acquatico e le vocazioni ittiche con
qualche cenno all’ecologia fluviale.
Segue quello dedicato all’utilizzo delle acque con particolare riferimento ai
prelievi per la produzione di energia
elettrica e le derivazioni per scopo
irriguo. Vi è anche un accenno alle
specie ittiche alloctone, autoctone e
naturalizzate con l’elenco e le caratteristiche delle specie presenti, qualcuna in forte sofferenza. Il tutto arricchito da una ricca galleria fotografica.
Non poteva certo mancare un accenno alla pesca del passato con qualche immagine di repertorio dei primi
anni del secolo scorso per arrivare
alle moderne tecnologie dei materiali
ed alle nuove tecniche di pesca.
Il testo analizza anche le cause di
alterazione delle morfologia fluviale:
dighe, sbarramenti, briglie e microderivazioni. Il libro conclude con un
accenno alle predazioni degli uccelli
ittiofagi, alle specie ittiche ittiofaghe
alloctone - quali il siluro – con i problemi connessi alla sua invasiva presenza nelle acque del fiume Adda.