Industria e Finanza 27 luglio 2016

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Industria e Finanza 27 luglio 2016
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MERCOLEDÌ 27 LUGLIO 2016 - NUMERO 1818 ANNO 19 - QUOTIDIANO ONLINE, VIA FAX E IN EDICOLA - FONDATORE E DIRETTORE: ACHILLE OTTAVIANI
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EDITORI & GIORNALISTI
POLEMICHE
DIPENDENTI RAI, IN 94
SOPRA I 200MILA EURO
I dipendenti Rai con stipendio
sopra i 200 mila euro sono 94,
ovvero lo 0,7% dei 13 mila
dipendenti dell'azienda. Dg e
presidente non si sbottonano
ma sulle indiscrezioni riportate
da diversi quotidiani puntano il
dito in molti, da Di Battista di
5Stelle che parla di stipendi
"vergognosi" al segretario dem
della Vigilanza Rai Michele
Anzaldi ("compensi ben oltre il
tetto imposto dal governo") fino
al presidente Pd Matteo Orfini
che sottolinea come molti dei
"beneficiari non hanno alcun
mercato"."Nessuna
bufera''
interna, assicura il direttore
generale Monica la Maggioni,
insistendo sul fatto che direttori e dirigenti svolgono un lavoro
"enorme" con "grandi responsabilità" e "tutto questo va
pagato". Anche perché il tetto
dei 240 mila''per noi non si
applica, superato da tempo''
dall'emissione del bond, spiega Dall'Orto alla stampa, ''sereno'' anche per il risultato
dell'analisi retributiva condotta da Korn Ferry - Hay Group
che ha confrontato gli stipendi
di dirigenti e giornalisti Rai da
200 mila euro in su con quelli
di altre aziende italiane ed
europee.Un'altra
indagine
interna, riportano dalla Rai,
rivela anche che ''dal 2012 a
oggi il costo della retribuzione
dei dirigenti è sceso del 5%,
quello dei dirigenti giornalisti
del 6,4%''.
SALE
“LA VERITÀ” DI BELPIETRO
L’EX DIRETTORE DI LIBERO, GIORNALE E
PANORAMA, STA LAVORANDO A UN NUOVO QUOTIDIANO
CARTACEO E ON LINE. IL PROGETTO CON L’IMPRENDITORE
FABIO FRANCESCHI, LO STAMPATORE DI HARRY POTTER
L’ex direttore di ‘Libero’ (e anche
del ‘Giornale’ e di ‘Panorama’)
Maurizio Belpietro sta lavorando a un nuovo quotidiano, cartaceo e digitale, indirizzato a un
lettorato conservatore del centro
destra? In questo progetto
Belpietro è supportato da Fabio
Franceschi, imprenditore veneto di Trebaseleghe (Padova)
che in dieci anni ha portato il fatturato della sua azienda, la
Grafica Veneta, a 200 milioni di
euro stampando best seller per
le maggiori case editrici (20
milioni di copie della saga di
Harry Potter, il Corano per
l’Arabia Saudita, i best seller del
New York Times, i testi scolastici di Harper Collins).
L’organizzazione del nuovo
quotidiano seguirà un modello
produttivo in sintonia con l’ottimizzazione tecnologica che
ispira tutta l’attività di
Franceschi. La notizia è stata
lanciata da una nota di «Prima
Comunicazione» online, secondo cui il patron di Grafica Veneta
sarebbe in contatto con l’ex
Gianni Franco Papa
L’attuale responsabile del Corporate &
Investment Banking di Unicredit , sarà
nominato direttore generale della
banca nel corso di un cda straordinario.
Maurizio
direttore di Libero, del Giornale
e di Panorama, assieme ad altri
partner, per lanciare un nuovo
quotidiano cartaceo e digitale,
indirizzato ad un pubblico conservatore di centro-destra. E
che secondo indiscrezioni
potrebbe chiamarsi «La verità»
ed essere in edicola già a settembre. L’imprenditore padovano per altro non ha confermato
o smentito l’indiscrezione.Si tratterebbe certo di un progetto
ambizioso.Pochi giorni fa
Franceschi aveva infatti confermato di avere sulla scrivania un
Belpietro
dossier con il profilo economico
e finanziario di Antenna Tre, la
televisione di Thomas Panto,
ora in stato di concordato preventivo e prossima a un tentativo di cessione in una gara
nazionale da lanciare all’inizio di
settembre. “Non mi faccio epurare”, aveva detto Belpietro, “ho
diretto Libero per 7 anni... si
vede che all’editore ( Antonio
Angelucci, imprenditore nel
settore sanitario, senatore di
Forza Italia, ma anche grande
amico di Denis Verdini), non è
più piaciuta la mia linea”.
Monte dei Paschi
SCENDE L’Autorità
bancaria europea (Eba), la
Commissione Ue e la Bce alle quali sono
pervenute varie ipotesi, non hanno ancora
un piano definitivo per risanare la banca.
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2 • 27 luglio 2016
PIAZZA AFFARI
IL DEBUTTO DI ENAV
E IL TITOLO VOLA
Enav vola a Piazza Affari nel
giorno del suo debutto a Piazza
Affari. La società dei controllori
di volo, infatti, dopo aver aperto
le contrattazioni a quota 3,63
euro per azione, il 10% in più
rispetto ai 3,3 euro del collocamento. Al suono della campanella, il cui onore è andato all'amministratore delegato dell'azienda,
Roberta Neri, sul mercato è
andato il 42,5% del gruppo, pari
a circa 759 milioni di euro, a
fronte di una capitalizzazione di
1,788 miliardi di euro. Tale quota
sale al 46,6% con l'esercizio integrale della greenshoe e potrebbe
raggiungere un massimo del
49% per effetto della golden
share assegnata agli investitori
che manterranno il titolo in portafoglio per 12 mesi.La privatizzazione, che vede il Tesoro passare dal 100% a meno del 50%,
restando azionista di maggioranza, "è l'occasione di dare visibilità alla società" e "l'inizio di una
nuova avventura", perché "la
squadra c'è, lo spirito e la volontà anche", ha proseguito la top
manager. "Ringrazio anche le
banche, che hanno dato supporto all'azienda (Credit Suisse,
Barclays e Mediobanca come
coordinatori e joint-book runner
assieme a Banca Imi e JP
Morgan, ndr), anche quando
sono state prese decisioni non
sempre facili", ha continuato,
sottolineando che Enav "sapeva
di essere un'azienda solida, che
offre un servizio strategico" e
"continuerà a lavorare con lo
stesso impegno per i clienti,
l'azionista principale e per gli
altri".
Roberta Neri
Industria e Finanza.com
LA TRATTATIVA VIVENDI-BERLUSCONI
UNA ROTTURA DA PREMIUM
Mediaset intenzionata a far valere il contratto in sede legale
Vivendi non intende rispettare il
contratto vincolante siglato con
Mediaset . Lo annuncia la società di Cologno Monzese in una
nota, spiegando che ora il gruppo
francese intende acquistare solo
il 20% dei Mediaset premium e
non più l'89% come concordato
in precedenza. Il cda di Mediaset
, prosegue la nota, assumerà
tutte le iniziative a tutela della
società.La francese Vivendi ha
emesso a sua volta una nota in
cui spiega che nell'analisi dei
risultati di Mediaset Premium,
per la quale sono in corso le trattative, sono emerse "differenze
significative". Per tale motivo,
prosegue Vivendi "il gruppo ha
inviato ieri una proposta a
Mediaset per trovare un nuovo
accordo su termini diversi e proseguire le trattative. Vivendi , con-
clude la nota, "conferma la sua volontà di costruire una
grande alleanza
strategica
con
Mediaset
e
M e d i a s e t
Premium".
Mediaset, con Pier
Silvio Berlusconi,
conferma di aver
ricevuto una comunicazione dai francesi contenente la
Pier Silvio Berlusconi
proposta di uno
schema alternativo
vice presidente di Telecom Italia ,
dell'operazione. "Schema che durante un incontro con la stammuta la valenza industriale alla pa, ha chiarito che "non è vero
base dell'accordo per incidere che abbiamo spostato l'interesse
significativamente sull'assetto del da Mediaset
Premium a
capitale di Mediaset ".Intanto Mediaset " e "non abbiamo intenArnaud de Puyfontaine, ammi- zione di prendere il controllo di
nistratore delegato di Vivendi e Mediaset ".
AUTO & FINANZA
GLI AGNELLI VIA DALL’ITALIA
LA CASSAFORTE IN OLANDA
Gli Agnelli lasciano l'Italia: a
fine anno nessuna società
del gruppo avrà più sede a
Torino. Se ne vanno nei
Paesi Bassi anche la holding
Exor e la Giovanni Agnelli e
C. Sapaz, cassaforte della
famiglia e detentrice del
52,99% della finanziaria.
Erano gli ultimi baluardi della
torinesità del gruppo e il loro
addio al Lingotto segna simbolicamente la fine di un rapporto ultracentenario con la
città. Il percorso è analogo a
quello seguito da Fca, Cnh
Industrial e Ferrari: Exor,
però, porta in Olanda sia la
sede legale sia quella fiscale
(quest'ultima per le altre
società è a Londra) e mantiene la quotazione esclusiva-
John Elkann
mente a Piazza Affari. "Negli
ultimi dieci anni abbiamo continuato a semplificare la
nostra organizzazione e a
svilupparci seguendo l'evoluzione dei nostri business. I
nostri principali investimenti
hanno già riorganizzato le
proprie strutture societarie
per riflettere meglio la loro
attività globale ed è quindi
naturale che Exor si allinei a
loro", sottolinea il presidente
John Elkann. Exor ricorda
che anche PartnerRe, il suo
investimento più grande, è
controllata attraverso una
società olandese.
3 • 27 luglio 2016
Industria e Finanza.com
4 • 27 luglio 2016
Industria e Finanza.com
UNA VERTENZA DURATA 11 ANNI
BANCO CON 2 MILIONI IN PIÙ
Chiuse le pendenze Antonveneta- Banca Popolare di
Lodi. Restituite tre società come richieste da Piazza Nogara
A distanza di 11 anni
dalla famosa estate
dei "furbetti del quartierino" e delle tentate scalate bancarie
su Antonveneta e
Bnl, si chiudono tutti i
rivoli nati dall'inchiesta sulla tentata scalata dell'allora Banca
Popolare di Lodi (poi
Banca Popolare italiana) su Antonveneta. Con
due provvedimenti del pm
di Milano Eugenio Fusco che all'epoca dei fatti
aveva condotto le inchieste
milanesi insieme a Giulia
Perrotti - vengono restituiti
al Banco Popolare 2,3
milioni di euro e tre società: Immobiliare Marinai
Pier Francesco Saviotti
d'Italia, Perca e Meletti,
così come richiesto dall'istituto di credito, nato
dalla fusione della Bpl con
Banca popolare Verona e
Novara. I 2,3 milioni di euro
sono considerati il frutto
del reato di appropriazione
indebita che l'ex direttore
finanziario della Bpl
Gianfranco Boni ha
commesso in danno
dell'istituto di credito
e che lo stesso Boni,
in sede di patteggiamento, si disse pronto a far rientrare in
Italia da un conto che
aveva a Ginevra in
Svizzera. La proprietà
delle
tre
società
immobiliari, invece, era
stata congelata, in quanto
le quote erano state sequestrate nel corso delle indagini della procura di
Milano: ora il Banco
Popolare ne rientra in possesso.
Il
Ceo
Pier
Francesco Saviotti sarà
sicuramente contento.
PER L’OPAS DI CAIRO SU RCS
LA PROCURA APRE INCHIESTA
MA NON CI SONO INDAGATI
La Procura di Milano ha
aperto un’inchiesta a carico di ignoti senza titolo di
reato e senza indagati
sull’Opas lanciata da Cairo
Communication per Rcs, la
casa editrice del Corriere
della Sera. L’indagine (tecnicamente un modello 45)
è stata affidata ai pm
Baggio-Clerico-Civardi.
L’apertura dell’inchiesta
era un atto dovuto dopo
l’esposto presentato dalla
Imh, la newco composta
dal finanziere Andrea
Bonomi e dai soci storici di
Rcs ( Pirelli, Mediobanca,
Unipolsai e Diego Della
Valle). Imh ha lanciato
un’Opa su Rcs ma è stata
sconfitta dal mercato che
TLC
LA BANDA ULTRA LARGA
PUÒ RESTARE UN SOGNO
Ci sono 1,4 milioni di italiani
che rischiano di non avere la
banda ultra larga nemmeno
nel 2020. Molte aziende invece corrono adesso un rischio
diverso: di non avere la banda
ultra larga migliore, basata su
fibra ottica fino all'edificio.
Emergono questi due limiti
negli attuali piani del
Governo, nella fase in cui si
entra nel vivo dei giochi.
Sono scaduti la scorsa settimana infatti i termini, per gli
operatori, per partecipare ai
primi bandi di gara con 1,4
miliardi di euro pubblici,
prima tranche del piano
banda ultra larga governativo
2020 che in tutto prevede
circa 7 miliardi (di cui 3 già
disponibili). Il prossimo passo
sarà l'avvio dei bandi veri e
propri, secondo il piano del
Governo, che mira a coprire
tutti i cittadini e tutte le imprese al 2020 con banda ultra
larga di un qualche tipo. Ne
nascerà una rete pubblica laddove gli operatori telefonici
non vogliono investire. A
quanto risulta a Repubblica, il
Governo ha avuto un'idea per
ovviare al problema: lancerà
voucher per le imprese che
intendono chiedere agli operatori di coprirle con a fibra
più pregiata.A tal scopo il
Governo con Matteo Renzi
dovrà bandire un'asta, dopo
l'estate, per assegnare agli
operatori le frequenze necessarie.A disposizione ci sono
2,7 miliardi di euro già previsti da una delibera Cipe di
agosto 2015.
Francesco Greco
ha preferito l’offerta di
Urbano Cairo.I tre pm
Giordano
Baggio,
Stefano Civardi e Mauro
Clerici dovranno leggere
le carte depositate giovedì
scorso dai legali di Imh
assieme alla copia dell’esposto presentato il gior-
no prima in Consob, per
poi valutare il caso con il
procuratore
della
Repubblica
Francesco
Greco.Dall’Autorità
dei
mercati hanno già fatto
sapere di non aver ravvisato condizioni per sospendere l’Opas.
Matteo Renzi
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