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IL TESTO NARRATIVO
SAPER SCRIVERE
Saper scrivere è utile se non indispensabile.
Un pensiero ben scritto, un argomento esposto in modo completo e corretto, un testo
scorrevole ed esauriente sono il frutto di una conquista personale notevole, sono segno di
maturità e costituiscono un ottimo biglietto di presentazione di se stessi agli altri. Saper
scrivere bene è sempre utile nella vita di relazione e anche in occasione di problemi
personali. Pensieri confusi, infatti, vengono dipanati ed ordinati logicamente quando
mettiamo nero su bianco per analizzarli. Un discorso politico viene preparato
anticipatamente, affinché chi lo tiene possa esprimersi correttamente e compitamente,
senza dimenticanze e imprecisioni. E come questi, si potrebbero citare infiniti altri esempi,
che attestano l'utilità della scrittura.
Certamente scrivere bene non è facile, tuttavia non è impossibile. Molti pensano che
scrivere bene sia un dono di natura che capita a pochi. Queste convinzioni vanno sfatate
perché la scrittura è una "tecnologia", cioè non qualcosa che è "naturale" per l'uomo, ma
una creazione umana, uno strumento inventato dall'uomo per i propri scopi.
Pertanto, come ogni tecnologia, la scrittura deve essere imparata e va appresa con
paziente tirocinio. Si impara la tecnica per scrivere bene cosi come si impara la tecnica per
andare in bicicletta, per sciare e quant'altro richieda sforzo e applicazione nell'acquisizione
di abilità.
Certo, ci vuole tempo per acquisire l'abilità dello scrivere bene.
A monte c'è tutto un lavoro di lettura attenta, di ascolto paziente, di osservazione per
cogliere i vari aspetti della realtà. Successivamente ci sono una serie di operazioni da
svolgere in vari momenti:
1. analisi della consegna;
2. ricerca del materiale e riflessione sull'argomento a seconda del tipo di testo richiesto;
3. progettazione e organizzazione delle idee;
4. elaborazione e stesura;
5. rielaborazione e revisione.
LINGUAGGIO EGOCENTRICO
(sonoro, rivolto a sé):
Sintassi ellittica, sensi personali
LINGUAGGIO INTERNO
(silenzioso, rivolto a sé):
Sintassi ellittica, significati personali
LINGUAGGIO
VERBALE
(sociale)
PARLATO
(interlocutore presente):
Sintassi implicita + linguaggio non verbale
LINGUAGGIO
COMUNICATIVO
(rivolto agli altri)
SCRITTO
(interlocutore assente):
Sintassi esplicita, significati condivisi
LE FUNZIONI DELLA NOSTRA
LINGUA
ESPRESSIVA O
EMOTIVA
Esprimere opinioni, stati
d’animo, sentimenti,
sensazioni, ecc.
INFORMATIVA
Informare,
descrivere,
esporre, dare
una
notizia.
La funzione espressiva è
tipica di:
diari, confessioni, memorie,
autobiografie,
lettere
personali, commenti, giudizi,
critiche, interpretazioni su
persone e situazioni.
Testi di carattere
tecnico e scientifico,
segnali stradali e
avvisi informativi,
segnali orario,
bollettini, messaggi
orali o scritti che
contengono semplici
informazioni come
lettere, verbali,
schede bibliografiche,
taluni articoli di
cronaca.
POETICA
Arricchire il
linguaggio con
espressioni
originali e
figurative, mettere
in rilievo il valore
ritmico e musicale
della lingua.
Poesia, prosa
FATICA
(o di contatto)
Verificare
l’esistenza,
stabilire un
contatto tra
l’emittente e il
destinatario.
Pronto, chi
parla?
METALINGUISTICA
Fornire
spiegazioni sulle
stesse parole
usate o obsolete.
Vocabolari, testi
tecnici, che danno
una definizione dei
termini
specialistici.
PERSUASIVA
Persuadere,
convincere
qualcuno di una
determinata idea.
Messaggi
pubblicitari e di
propaganda nei
divieti, nei
regolamenti, ecc..
ILTESTO NARRATIVO
Testi narrativi sono definiti tutti quelli che hanno per oggetto la narrazione di unastoria:
racconti, romanzi, fiabe ecc.
Gli elementi fondamentali del testo narrativo sono:
1. storia,
2. narratore
3. personaggi
4. spazio
5. tempo.
Con il termine racconto si definisce un testo narrativo breve in prosa; la brevità differenzia
il racconto dal romanzo, che presuppone una storia di ampio respiro e una
molteplicità di personaggi.
I due generi fondamentali di riferimento sono il genere fantastico e il genere realistico.
All’interno di questi due grandi gruppi troviamo poi i sottogeneri, come ad esempio i generi
di intrattenimento.
a) Il genere fantastico
Le vicende narrate possono essere ambientate in mondi di pura invenzione (es. racconti di
fantascienza) o nel mondo
reale, con l’introduzione però di eventi o di personaggi non realistici (esseri sovrannaturali
etc.).
b) Il genere realistico
Ha al suo centro vicende tratte dalla vita reale.
I generi di intrattenimento (avventura, horror, giallo, rosa, fantascienza) ecc. sono
caratterizzati da particolari tecniche narrative (es. un certo uso dell’ambiente, del ritmo,
personaggi con caratteristiche tipiche, un certo tipo di pubblico, motivi e temi ricorrenti).
1. LIVELLO DELLA STORIA
Il livello della storia riguarda le vicende narrate nel racconto.
Fabula: sono gli avvenimenti e/o le azioni messi in ordine logico e cronologico.
Intreccio: è l’insieme degli stessi avvenimenti nell’ordine in cui il narratore li ha disposti.
Confrontiamo ora fabula e intreccio: ci accorgeremo che non sempre l’ordine in cui il
narratore dispone gli avvenimenti nell’intreccio corrisponde a quello in cui i fatti raccontati si
sono svolti.
Infatti vi sono spesso alterazioni nell’ordine temporale, come:
Flash-back (o retrospezione o analessi): quando la narrazione ritorna indietro nel tempo per
raccontare fatti accaduti precedentemente
Anticipazione (o prolessi o flash forward): quando viene raccontato un fatto che accadrà
successivamente.
Alcuni fatti possono non essere raccontati, essere spiegati in seguito o lasciati
all’immaginazione del lettore (ellissi).
Un racconto può anche contenere più fabule parallele, un racconto nel racconto, una
struttura ripetitiva o ad anello (in cui si ritorna al punto di partenza), un finale ad effetto.
Nucleo narrativo: è una parte del racconto che ha una sua autonomia di contenuto. È
organizzata attorno a un avvenimento centrale e può contenere diverse (micro)sequenze
(descrittive, dialogiche, narrative etc.).
· (micro)sequenza narrativa: contiene un’azione
· (micro)sequenza dialogata: contiene un dialogo
· (micro)sequenza descrittiva: contiene una descrizione di luoghi, personaggi, oggetti etc.
· (micro)sequenza riflessiva: contiene una riflessione dei personaggi o dell’autore
Il passaggio da un nucleo narrativo all’altro si ha in corrispondenza di un mutamento di
luogo, tempo, azione, all’entrata o uscita di scena di un personaggio a un mutamento
della modalità narrativa (passaggio dalla narrazione al dialogo, alla riflessione o alla
descrizione).
La determinazione dei nuclei narrativi ci permette di cogliere lo schema narrativo del
racconto.
Schema narrativo del racconto:
· situazione iniziale: presenta la situazione iniziale (personaggi, luoghi ecc.),
che può essere tranquilla o già conflittuale
· azione complicante o esordio: è l’avvenimento che mette in moto la storia,
modificando la situazione iniziale
· peripezie o sviluppo: gli avvenimenti successivi, che possono determinare
un miglioramento o un peggioramento della situazione
· Spannung: momento in cui l’azione culmina o precipita (Spannung) e
determina un cambiamento che porta allo scioglimento
· situazione finale: è la situazione finale della vicenda, che può ricomporre o
meno l’equilibrio iniziale
LIVELLO DEL TEMPO
Riguarda il tempo reale in cui si svolgono gli avvenimenti narrati e il ritmo più o meno
veloce con cui sono raccontati.
Distinguiamo innanzitutto tra tempo della storia (o tempo della realtà) e tempo del
racconto.
Tempo della storia: è la durata degli avvenimenti narrati nella realtà
Tempo del racconto: è lo spazio che il narratore dedica a tali avvenimenti sulla pagina
(poche righe o molte facciate) e quindi il tempo che il lettore impiega a leggerli
Dal rapporto tra tempo della storia (TS) e tempo del racconto (TR) deriva il ritmo della
narrazione.
Ritmo: innanzitutto constateremo se la narrazione è più dinamica o più statica verificando
se prevalgono sequenze dinamiche (o narrative, quelle in cui l’azione procede) o
sequenze statiche (come le riflessioni, le descrizioni, i dialoghi, in cui l’azione non
procede).
Tecnica: Ellissi
Definizione: Il narratore non racconta alcuni avvenimenti che si sono verificati in un
periodo di tempo più o meno lungo
Tempo: TR < TS
Ritmo: VELOCISSIMO
Sequenze: Narrative assenti
Tecnica: Sommario
Definizione: L’azione è sintetizzata dal narratore in maniera più o meno concisa
Tempo: TR< TS
Ritmo: VELOCE
Sequenze: Narrative
Tecnica: Scena
Definizione: Contiene un dialogo o un’azione descritta in tempo reale (cronaca)
Tempo: TR = TS
Ritmo: MODERATO
Sequenze: Dialogiche e narrative
Tecnica: Pausa
Definizione: La narrazione è sospesa per lasciare il posto a una descrizione, una riflessione,
una digressione (parentesi di spiegazione) che rallentano il ritmo
Tempo: TR > TS
Ritmo: LENTO
Sequenze: Descrittive, riflessive, e nelle digressioni, anche narrative
Tecnica: Analisi
Definizione: Contiene un’azione minutamente descritta, che rallenta il ritmo
Tempo: TR > TS
Ritmo: LENTISSIMO
Sequenze: Narrativo descrittive
A seconda del modo in cui queste modalità si susseguono nel racconto, il ritmo può
essere più agile (se ci sono molte sequenze dinamiche), più lento (se ci sono molte
sequenze statiche, con riflessioni o descrizioni), o equilibrato (se vi è una giusta
proporzione tra sequenze statiche e dinamiche).