inquinanti indoor e mezzi di protezione
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inquinanti indoor e mezzi di protezione
INQUINANTI INDOOR E MEZZI DI PROTEZIONE Dottor Marco Vaccarino Pneumologo osp. Israelitico Consulente D. A. P. c/o Casa Circondariale “Regina Coeli” di Roma Gli inquinanti atmosferici vengono comunemente distinti in base alla loro presenza negli ambienti confinati interni (Indoor Polluttans) o nell’atmosfera esterna (Outdoor Polluttans). In realta’ tale distinzione risulta oramai superata, potendo parlare in maniera piu’ generica di Inquinamento dell’Ambiente Umano (non del nostro pianeta ma del nostro habitat!!!). Big Bang – 15 miliardi di anni Sistema solare – 5 miliardi di anni Dinosauri – 350 milioni di anni Mammiferi – 200 milioni di anni Uomo – 3-5 milioni di anni Prime Civilta’ – 2500-3000 anni Primi studi sull’inquinamento – G. Bretagna 1850 Inizio dell’inquinamento atmosferico – 1941-1945 La principale fonte di inquinamento urbano e’ costituita dalla combustione del carbone e dei derivati del petrolio (traffico e soprattutto riscaldamento ed usi industriali). Esistono poi fonti di inquinamento ambientale legate a fattori naturali (incendi, smottamenti e frane di suolo sprovvisto di coperture vegetali, decomposizione di materiale organico negli oceani, eruzioni vulcaniche, etc). Nelle zone rurali le proncipali fonti di inquinamento sono i pesticidi, i microrganismi, i pollini, gli animali, le falde acquifere. Inquinamento domestico • • • • • • • • • • Acqua Radiazioni elettromagnetiche Forfora di animali Acari e muffe, pollini dei giardini Abbigliamento Legionella Formaldeide ed altri solventi Tossici da cottura dei cibi, conservanti Saponi con tensioattivi Farmaci Inquinanti misconosciuti Un esempio caratteristico è costituito dal cloruro di vinile monomero che è presente nel PVC (polivinlcloruro): mentre il PVC come tale non è patogeno, il cloruro di vinile è cancerogeno. Nota PVC: rappresenta il principale costituente dei tubi in plastica, delle bottiglie per acqua, etc. Nei tubi domestici il passaggio di acqua a temperatura superiore ai 60-70° C libera cloruro di vinile; la stessa cosa accade per le acque minerali gassate imbottigliate in plastica a causa anche del PH estremamente basso delle medesime (fino a 5,82-5,79). Va’ quindi ridotta la temperatura delle caldaie, peraltro con risparmio anche sui consumi, e le acque minerali andrebbero consumate solo in bottiglia di vetro. Forfora di cane e di gatto, acari, muffe, graminacee e parietaria (comuni sui camminamenti dei giardini , sulle rampe, sui muri) scatenano crisi di asma allergico di tipo estrinseco o di rinocongiuntivite allergica. Nella prima infanzia prevalgono le forme del periodo invernale, con fenomeni mucositici a carico delle prime vie aeree e/o disturbi alimentari spesso spia di intolleranze. Nella seconda infanzia prevale la sintomatologia stagionale con allergia ai pollini che peggiora nei periodi ventosi. Nell’adolescenza compaiono forme legate anche ad altri inalanti (forfora di animale, polvere domestica) e talora la sintomatologia asmatica tende ad attenuarsi. Nell’eta’ adulta compaiono generalmente le forme di asma legate ad inalanti lavorativi (TDI, MDI, cloro gassoso, etc). Dal punto di vista preventivo risultano trattabili solamente le forme lavorative da inalanti, posto che la rinocongiuntivite allergica e l’asma bronchiale hanno una base di costituzionalita’ oramai ben conosciuta. Contrariamente a cio’ che si pensa le forme allergiche (rinocongiuntivite ed asma bronchiale) hanno una prevalenza maggiore nelle aree mediterranee (temperature piu’ elevate e ridotta escursione termica) rispetto alle zone piu’ interne del nostro paese. Tale fenomeno e’ inoltre direttamente proporzionale al tasso di NO2. I coloranti delle stoffe a base di triazeni risultano cancerogeni nei mammiferi, ove si trasformano in aril-monoalchiltriazeni. Sempre in quest’ambito va’ rilevato che alcune sostanze sbiancanti (perborati), detergenti e schiumogene non sono direttamente nocive ma possono alterare lo strato cheratinico dell’epidermide, aumentando l’incidenza dei tumori da radiazioni UV. Legionellosi e Febbre di Pontiac Patologie da Gram – con 29 forme antigeniche correlate. Il germe di trova abitualmente nelle acque stagnanti, nei serbatoi e negli impianti idrici e di condizionamento. La forma piu’ grave e ‘ una polmonite interstiziale con infiltrato alveolare; le forme di pneumopatia piu’ comuni legate alla legionella generalmente assumono le caratteristiche dell’influenza e sono estremamente comuni. La terapia si basa sull’utilizzo di Macrolidi, Tetracicline, Trimethoprom, Cloramfenicolo ed Aminoglicosidi Prevenzione della Legionellosi Negli alberghi e nelle comunita’ e’ opportuno, al fine di ridurre al minimo le possibilita’ di epidemia, riscaldare l’acqua sopra i 60° C (n.b.: far passare acqua a tale temperatura libera ossido di zinco dai vecchi tubi e cloruro di vinile da quelli in PVC!) o aggiungere fenoli o sostanze clorate (n.b.: sostanze irritanti per le mucose!) ai serbatoi idrici. I filtri dei condizionatori d’aria vanno puliti periodicamente e gli apparecchi stessi debbono funzionare (ove possibile) ininterrottamente per 24 ore al giorno. La Formaldeide (aldeide formica – HCHO2) La formaldeide e’ una aldeide rapidamente attiva su tutti i germi ed e’ in grado di inattivare anche le spore, pur richiedendo in questo caso temperature superiori ai 40°C e tempi d’azione piuttosto lunghi. Agisce per alchilazione sui gruppi amminici, carbossilici, idrossilici e sulfidrilici delle proteine formando prodotti di condensazione e legami metilenici. Sotto forma gassosa viene usata per disinfettare ambienti chiusi od oggetti delicati in apposite camere di disinfezione. A tale scopo la formaldeide viene fatta sviluppare dalla formalina (soluzione acquosa al 4’% in volume) assieme a vapore acqueo per aumentarne la capacita’ di penetrazione; puo’ anche essere prodotta per sublimazione dal polimero solido parametilene, facendo evaporare contemporaneamente un idoneo volume d’acqua. Per la disinfezione in ambienti la formalina diluita al 50% con acqua puo’ essere dispersa con apparecchi per aerosolizzazione. Con questo metodo sono sufficienti circa 6 ore prima di aprire la stanza disinfettata; con la formalina gassosa il trattamento di disinfezione deve durare almeno 12 ore. Viene eliminata in maniera costante, per anni, dai mobili in formica e truciolato. La formaldeide e’ molto irritante per le mucose, puo’ causare congiuntivite, rinite, asma bronchiale; il suo allontanamento richiede aerazione dell’ambiente o neutralizzazione con vapori di ammoniaca. GLI ADDITIVI - DEFINIZIONE Sostanze prive di qualsiasi potere nutritivo o impiegate a scopo non nutritivo, che si aggiungono in qualsiasi fase della lavorazione alla massa o alla superficie degli alimenti per conservare nel tempo le caratteristiche chimiche, fisiche o chimico-fisiche, per evitare l’alterazione spontanea oppure per esaltarne favorevolmente particolari caratteristiche di aspetto, sapore, odore e consistenza. - CLASSIFICAZIONE Conservanti Coloranti Antiossidanti Aggiustanti del pH Emulsionanti Stabilizzanti Addensanti Gelificanti Aromatizzanti • Tali liste sono ovviamente aggiornate sia con l’introduzione di nuove sostanze sia con il depennamento di quelle che per un motivo qualsiasi si ritengono non piu’ ammissibili. In particolare viene rivolta attenzione ai rischi di cancerogenicita’, mutagenicita’ e teratogenicita’. Il metodo attualmente piu’ usato per testare la tossicita’ degli additivi introdotti negli alimenti e’ il test di Ames, che consiste nell’esporre una serie di stipiti batterici di S. Typhi murium e nel valutare la mutazione conseguente. • Si potrebbe osservare che il modo piu’ sicuro per escludere i rischi derivanti dalle sostanze introdotte negli alimenti sarebbe semplicemente di escludere gli additivi dai cibi. Allo stato attuale purtroppo il ricorso agli additivi e’ necessario per almeno due ordini di motivi: • Venire incontro al gusto del consumatore • Permettere la conservazione sicura dei cibi • E’ necessaria quindi una valutazione non aprioristica degli additivi (utili), incrementando peraltro tecniche di conservazione prive di rischi come il congelamento, la surgelazione e la liofilizzazione. , Un caso particolare, utile per evitare valutazioni unilaterali e’ dato dai nitriti e dai nitrati. L’aggiunta, alle carni preparate e comunque conservate, e’ permessa dalla legge in quantita’di 150 mg./kg per il nitrito di sodio e di 250 mg/kg per il nitrato di sodio e di potassio. Queste sostanze hanno numerosi effetti: Agiscono come conservanti Mantengono il colore della carne impedendone l’ossidazione. Contribuiscono alla formazione dell’aroma proprio delle carni insaccate Prevengono la vegetazione di spore di Clostridium Botulinum A fronte dei vantaggi derivanti dall’aggiunta dei nitrati e dei nitriti alle carni, bisogna pero’ valutare anche i possibili rischi. L’acido nitroso, derivante dai nitrati (dopo riduzione a nitriti da parte di microrganismi residenti nell’apparato digerente) possiede elevata reattivita’. Gia’ negli alimenti stessi, ma ancor di piu’ nel tratto digerente dell’organismo stesso puo’ dar luogo a numerosi nitrocomposti. Tra questi di particolare interesse sono le nitrosammine che si formano per reazione con ammine primarie e secondarie. La dimetilnitrosammina (DMNA) svolge azione tossica sul fegato ed e’ cancerogena al test di Ames, probabilmente per formazione di un ulteriore derivato metabolico epatico. Miti da sfatare: chi l’ha detto! il vino rosso fa bene! Ma • L’etanolo e’ un agente steatogeno che attiva la perossidazione dei lipidi; esso agisce esattamente come il pericoloso tetracloruro di carbonio, scompaginando primariamente la struttura del reticolo endoplasmatico delle cellule agendo sugli acidi grassi delle membrane con produzione di lipoperossido e lipoidroperossido. • Secondariamente provoca rigonfiamento mitocondriale, labilizzazione dei lisosomi, alterazioni della permeabilita’ cellulare. (Prof. E. del Toma) • Altro che polifenoli e resveratrolo!!! L’etanolo e’ un veleno per l’organismo umano. I lipidi non debbono rappresentare piu’ del 30% dell’introito totale di calorie. L’utilizzo normale degli oli non deve superare i 30 gr. e le 270 calorie, posto che altrettanti arrivano dal restante cibo (carne, formaggi, uova, legumi, verdura). Contrariamente a cio’ che viene comunemente detto l’olio d’oliva e’ particolarmente ricco in ac. grassi monoinsaturi ma estremamente povero di polinsaturi: ovvero non tutto quel che luccica e’ oro, l’olio d’oliva non va’ esaltato oltre i suoi effettivi pregi, peraltro sostanzialmente identici a quelli di altri oli. (Prof. E. del Toma) OLI A CONFRONTO Grassi saturi gr.% Grassi Grassi Energia monoinsa Polinsatu in kcal turi gr.% ri gr.% Olio extravergi ne d’oliva 14,5 73 7,5 899 Olio di arachidi 19,5 52,5 27,9 899 Burro 48,8 23,7 13,4 758 Strutto 42,5 43,1 11,7 892 Olio di girasole 11,2 33,4 50,2 899 Olio di mais 15 30,7 50,4 899 Tre sono le cose importanti da tenere presenti sugli oli: A)Fanno male, non ne vanno usati piu’ di 30 gr./die. B)Per cucinare non va’ usato mai l’olio d’oliva, a causa del suo basso punto di fumo (sviluppo precoce di acroleina, tossico per inalazione, cancerogeno), pari a circa 165°C. C)Il miglior grasso per friggere e’ lo strutto, con punto di fumo pari a 192°C. In alternativa e’ preferibile usare l’olio di arachide, con punto di fumo a 175° C. I radicali liberi e gli antiossidanti L’ossigeno risulta necessario per i normali processi vitali dell’organismo; tuttavia, anche nel corso delle usuali reazioni chimiche, per effetto di vari sensibilizzatori o enzimi come la xantino-ossidasi , si possono formare varie specie reattive di ossigeno (ROS= Reactive Oxygen Species). Questi metaboliti reattivi sono in grado di danneggiare le strutture cellulari e metaboliche, interagendo con gli acidi grassi insaturi di membrana, con gli acidi nucleici (modificando il DNA e provocando mutazioni) e con le proteine di struttura. In presenza di particolari condizioni psicofisiche, stili di vita non regolari ed aggressioni di agenti esterni (stress, abuso di alcool e fumo, inquinamento ambientale, alimentazione non corretta, eccessiva esposizione alla luce solare) il nostro organismo potrebbe incontrare delle difficolta’ nei processi di neutralizzazione dei radicali, con un conseguente accumulo di queste sostanze. Tale fenomeno compromette l’attivita’ cellulare favorendo il decadimento ed i processi di invecchiamento. Direttiva CEE 2002/46 Cosa sono in definitiva gli antiossidanti? La CEE li definisce in questa maniera: Prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte di sostanze nutritive, quali le vitamine ed i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico (non farmacologico), in particolare ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti sia pluricomposti, in forme predosate. Ovvero: gli antiossidanti in commercio sono null’altro che banalissimi integratori alimentari!!! Non e’ dimostrato scientificamente l’effetto antiossidante di nessuna sostanza (vitamine, minerali, polifenoli, resveratrolo, etc.) • Al momento attuale l’unico farmaco antiossidante di provata efficacia, inserito nel documento GOLD (Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease) dell’OMS, risulta essere la n-acetil-cisteina, prodotto in grado di aumentare il livello di GSH intra ed extracellulare (WHO 2001). In senso stretto per “Idratante” si intende qualsiasi prodotto o sostanza in grado di influenzare il contenuto di acqua nella parte superiore della pelle per ridurre i sintomi e le manifestazioni della pelle secca. Vale la pena di spendere alcune parole su latti detergenti, saponi ed in genere prodotti per l’igiene. Creme idratanti e latti detergenti I principali componenti delle creme idratanti e dei latti detergenti sono gli oli minerali, la paraffina e la isoparaffina (vaselina). Tali sostanze sono grassi impermeabili all’acqua che fanno sentire la pelle protetta, umida e protetta; essi però non hanno alcun rapporto fisiologico biologico con i grassi funzionali della pelle, anzi creano un film occlusivo, a livello dello strato superficiale dell’epidermide. • Cio’ causa due fenomeni: 1. Non permette la penetrazione di sostanze attive 2. Inibisce la normale respirazione cellulare • “I derivati della lavorazione del petrolio a lungo andare possono causare “acantosi”, una patologia cutanea che consiste in un ispessimento dello strato germinativo dell’epidermide e degli epiteli costituenti le guaine dei follicoli sebacei, con conseguente comparsa di dermatosi.” (Cosmetologia – U. Borelli . Edizione Nouevelles Esthetiques 2003) Detergenti • Praticamente tutti i saponi in commercio contengono SLS (sodium lauryl sulfate) e SLES (sodium laureth sulfate), prodotti tensioattivi con alto potere detergente, aggressivi e dannosi per la pelle. • Perche’ vengono usati SLS e SLES: producono molta schiuma, puliscono bene, non inquinano le falde acquifere e le acque marine Usati in maniera eccessiva i saponi sgrassano troppo la pelle ed i capelli, asportandone tutte le difese naturali. Sebo, sudore e fattori idratanti eliminati dai saponi non sono piu’ in grado di proteggere l’epidermide che diviene piu’ permeabile ai corpi estranei (a partire dallo stesso tensioattivo che penetrando in profondita’ provoca ulteriori danni). Il Giuri’ della Pubblicita’ ha recentemente stabilito: “i saponi liquidi sono semplici detersivi.” Farmaci • I farmaci antiblastici (Bleomicina, MTX, Busulfan, etc.) possono provocare: • Ispessimento dell’epitelio bronchiale nel quale spesso risultano presenti cellule con atipie nucleari. • Fibrosi polmonare per irritazione chimica. • Reazione allergica con infiltrati polmonari bilaterali.