Studio multicentrico prospettico osservazionale con analisi

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Studio multicentrico prospettico osservazionale con analisi
Studio multicentrico prospettico osservazionale con analisi della
rigidità vascolare in una popolazione di emodializzati
Salvadè I.1, Schätti-Stählin S.1, Cereghetti C.2,Schönholzer C.3, Violetti E.3,Zwahlen H.4, Berwert
L.4, Burnier M.5, Gabutti L.1
1
Ospedale Regionale di Locarno, Servizi di Medicina interna e Nefrologia, Locarno
Ospedale Regionale di Mendrisio, Servizio di Nefrologia, Mendrisio
3
Ospedale Regionale di Lugano, Servizio di Nefrologia, Lugano
4
Ospedale Regionale di Bellinzona e Valli, Servizio di Medicina interna e Nefrologia, Bellinzona
5
Ospedale Universitario di Losanna, Servizio di Nefrologia , Losanna
2
Introduzione
la malattia renale cronica accelera l’irrigidimento vascolare correlato all’età principalmente a causa
di calcificazioni della media, ipervolemia, disfunzione endoteliale, aumento della matrice
extracellulare e ispessimento fibroelastico dell’intima. La rigidità arteriale viene valutata
abitualmente misurando la velocità dell’onda di polso carotido-femorale (PWV). Le linee guida
KDOQI raccomandano il monitoraggio della pressione di polso (PP) nei pazienti in emodialisi come
surrogato per la PWV. Entrambe (PP e PWV) correlano con la sopravvivenza e l’incidenza di
malattie cardiovascolari. La PVW può essere inoltre stimata tramite analisi dell’onda di polso
(PWA) utilizzando uno sfigmomanometro modificato a livello dell’arteria brachiale.
Metodi
lo scopo dello studio era analizzare se la PWV ottenuta tramite PWA con un semplice
sfigmomanometro meglio differenziava la popolazione di dialisi da un gruppo di controllo di pazienti
non nefropatici rispetto alla PP. Una popolazione di 143 pazienti in emodialisi presso 4 diverse
unità cantonali è stato seguita da gennaio 2011 a gennaio 2013 misurando la PWV ogni 6 mesi.
Sono state raccolte anche l’anamnesi remota e i risultati di laboratorio di base.
Risultati
la PWV (corretta per la pressione sistolica) discrimina meglio la popolazione di dializzanti dal
gruppo controllo rispetto alla PP. I determinanti principali della PWV sono l’età e la pressione
sistolica, mentre la durata (mesi) di dialisi non ha un influsso. Il fatto di essere in dialisi produce un
eccesso di invecchiamento vascolare di circa 8,4 anni (CI95% 4-12 anni) rispetto ad un coetaneo
del gruppo controllo. L’incremento di PWV per anno è simile nei due gruppi (circa 0,17 m/s/anno)
ma dividendo per classi d’età la differenza si fa progressivamente più significativa avanzando con
l’età. 13,3% (19 su 143) dei pazienti in dialisi sono stati considerati “outliers” per la PWV e nessuno
per il gruppo controllo: la mortalità nei due gruppi era simile (7,4 vs 8,0 %/y), il PTH era più alto nel
gruppo dialisi (p 0,028) mentre il calcio era sorprendentemente più basso (p 0,001). Stratificando i
pazienti secondo PWV (< 12 m/s e > 12 m/s) si osserva una significativa differenza di
sopravvivenza (p 0,02 con rr 2,96). Essere dializzati per una nefropatia ipertensiva correlava con
una PWV di base più elevata.
Conclusioni
Stimare la PWV tramite PWA all’arteria brachiale è un metodo valido e una semplice alternativa
alla misura diretta (carotido-femorale), inoltre discrimina meglio la popolazione di dialisi rispetto
alla PP. Come dimostrato in studi precedenti la rigidità vascolare correla con la mortalità. Tra i noti
fattori di rischio specifici solo il PTH correla con una PWV più elevata.
Finanziamento
Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione E.Balli