modulo 3 - ECM a distanza
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Sicurezza sul lavoro e tutela della salute dei lavoratori nelle farmacie MODULO 3 Rischi specifici per la mansione di magazziniere, possibili danni e conseguenti misure di sicurezza MODULO 3 Durante lo svolgimento di questo modulo formativo sarà fornita una panoramica sulle attività lavorative svolte dal magazziniera/e, sui potenziali fattori di rischio legati alla specifica mansione, sui possibili danni e sulle conseguenti misure di prevenzione e protezione. La mansione di magazziniera/e all’interno della farmacia prevede sicuramente una movimentazione manuale dei carichi, l’utilizzo di attrezzature quali scale e sgabelli. Può rappresentare un pericolo anche l’utilizzo delle scaffalature del macchinario distributore dei farmaci e l’utilizzo dei transapallet (ove presente). Nelle presentazioni che seguono tratteremo brevemente anche il rischio chimico ed il rischio legato all’utilizzo del videoterminale. Per ultimo affronteremo il rischio da stress lavoro – correlato e la tutela delle lavoratrici madri. RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Per movimentazione manuale dei carichi si intendono le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, incluse le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico. Tali attività, per le loro caratteristiche e/o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari. Il settore dorso-lombare è la zona del corpo con constatata rilevanza statistica di episodi invalidanti registrati. L’attività di movimentazione manuale dei carichi può comportare rischi a carico dell’apparato osteoarticolare (ossa, articolazioni, muscoli), aumento del ritmo cardiaco e respiratorio, malattie cardiovascolari, cervicalgie, lombalgie e discopatie. LA COLONNA VERTEBRALE La colonna vertebrale costituisce l’asse portante del corpo ed è formata dalle vertebre, dischi intervertebrali, muscoli e legamenti. I dischi intervertebrali fungono da cuscinetti ammortizzatori, i legamenti mantengono in sede vertebre e dischi, i muscoli servono per il compimento dei movimenti ed il mantenimento delle posizioni. All’interno della colonna vertebrale è contenuto il midollo spinale, che attraverso i nervi raggiunge l’estremità periferica del corpo (braccia e gambe). Nella movimentazione manuale dei carichi l’elemento più soggetto a danni è il disco intervertebrale. La regione della colonna più esposta a danni nel corso della movimentazione manuale dei carichi è il tratto lombare, in quanto su di esso si fa perno nei movimenti di flessione ed estensione. MODULO 3 1 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Esistono diversi metodi per la valutazione qualitativa e quantitativa della ergonomia dei movimenti e del rischio a cui il lavoratore è esposto durante le fasi di movimentazione manuale. Tra questi metodi il più diffuso e protettivo, in base ai dati statistici, è quello elaborato dal NIOSH (National Institute of Occupational Safety and Health) che permette di determinare per ogni azione l’Indice di Sollevamento (IS). Assunto che esiste un massimo peso sollevabile in condizioni ideali, o Costante di Peso (CP), vengono valutati tutti gli elementi sfavorevoli (altezza, distanza, rotazione del tronco, eccetera), ovvero quelle caratteristiche dell’azione di sollevamento che contribuiscono a far variare il fattore di rischio legato ad uno specifico compito. Tali fattori negativi determinano dei fattori demoltiplicativi che contribuiscono a ridurre il peso massimo sollevabile ad un valore che è detto Peso Raccomandato (PR). Quando l’elemento di rischio potenziale corrisponde ad una condizione ottimale, il relativo fattore assume il valore di 1 e non comporta alcun decremento del peso ideale iniziale. Quando l’elemento di rischio è presente, discostandosi dalla condizione ottimale, il peso iniziale ideale sarà ridotto di un fattore demoltiplicativo che sarà maggiore quanto più rischiosa è la condizione in cui si troverà il lavoratore. Il rapporto tra il Peso Effettivamente Sollevato ed il Peso Massimo Raccomandato determina un valore che prende il nome di Indice di Sollevamento (IS). A seconda degli indici di sollevamento ottenuti per le diverse tipologia di azioni, vengono determinati gli interventi di prevenzione e protezione (sanitari, formativi, organizzativi e strutturali) da mettere in atto in base alle fasce di criticità della situazione. Figura 1: Indice di sollevamento Per movimentazione manuale dei carichi si intendono le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, incluse le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico. Tali attività, per le loro caratteristiche e/o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari. Il settore dorso-lombare è la zona del corpo con constatata rilevanza statistica di episodi invalidanti registrati. MODULO 3 2 L’attività di movimentazione manuale dei carichi può comportare rischi a carico dell’apparato osteoarticolare (ossa, articolazioni, muscoli), aumento del ritmo cardiaco e respiratorio, malattie cardiovascolari, cervicalgie, lombalgie e discopatie. LA CORRETTA MOVIMENTAZIONE Nel caso sia necessario sollevare oggetti pesanti e/o che offrono scarse prese, dovrà essere evitato di effettuare le operazioni di movimentazione dei carichi da soli; in tali situazioni la movimentazione deve essere svolta da due operatori. Il sollevamento dei carichi da terra deve essere eseguito mantenendo la schiena dritta e piegando le ginocchia, in modo da usare i muscoli delle gambe. Non devono essere effettuate tali operazione piegando la schiena e utilizzando i muscoli dorsali e lombari. Durante le operazioni di trasporto il peso deve essere mantenuto il più vicino possibile al corpo, non inarcando la schiena. Nelle attività di movimentazione che richiedo manovre di rotazione è necessario tenere il carico vicino al corpo utilizzando le gambe per lo spostamento, invece di ruotare il busto mantenendo le gambe ferme. Inoltre, per la corretta movimentazione dei carichi, è necessario: • accertarsi che vi sia sufficiente spazio per effettuare il movimento in piena libertà; • appoggiare i piedi in modo stabile e su fondo non sdrucciolevole; • nel trasporto di materiali ed attrezzature ingombranti procedere con prudenza, afferrandoli e disponendoli in modo che essi non producano impedimenti alla visibilità; • quando diverse persone provvedono allo spostamento di carichi pesanti, solo uno deve coordinare le operazioni in modo da evitare il verificarsi di incertezze pericolose. Figura 2: Corretta movimentazione MODULO 3 3 RISCHI DA INADEGUATA DISTRIBUZIONE DEI CARICHI In tutte le operazione di accatastamento o nel carico del carrello manuale per la movimentazione dei carichi, il magazziniere deve: • sovrapporre contenitori con analoghe caratteristiche costruttive e dimensioni di base; • disporre ogni contenitore sulle sede di appoggio di quello sottostante; • garantire la stabilità della pila (numero dei contenitori sovrapposti non eccessivi). Porre particolare attenzione nel carico del carrello, in quanto devono essere considerate le manovre da effettuare durante il tragitto fino al punto di scarico. RISCHI DERIVANTI DALL’UTILIZZO DELLE ATTREZZATURE: LA SCALA L’utilizzo della scala portatile in una farmacia può comportare il pericolo di caduta e di scivolamento dalla stessa. Per ridurre al minimo la probabilità di tale rischio bisogna attenersi alle misure di prevenzione appresso riportate: • indossare durante il lavoro scarpe comode, basse, chiuse e con il fondo possibilmente di gomma; • utilizzare scale portatili che presentino la marcatura CE, integre in tutte le sue parti e stabili; • preferire sempre il posizionamento a compasso rispetto all’appoggio sulla scaffalatura; • prendere o riporre nelle scaffalature unicamente prodotti leggeri e non troppo ingombranti, impegnando una sola mano, mentre con l’altra ci si assicura saldamente alla scala; • nella movimentazione di prodotti da scaffalature di altezza superiore a 2, 5 metri preferire le scale con corrimano incorporato; • utilizzare sempre scale di altezza sufficiente; • segnalare immediatamente al titolare della farmacia o al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza la perdita di sicurezza dell’attrezzatura (scalini scivolosi, perdita di stabilità, usura eccessiva dei gommini d’appoggio, inizio di cedimento strutturale); • leggere attentamente le istruzioni d’uso dell’attrezzatura. RISCHI DERIVANTI DALL’UTILIZZO DI SGABELLI L’utilizzo di sgabelli può comportare il pericolo di caduta o di scivolamento dagli stessi. Spesso all’ interno della farmacia vengono utilizzati sgabelli che hanno le ruote incorporate per permettere più celeri spostamenti; queste ruote vengono bloccate non appena il lavoratore MODULO 3 4 esercita una pressione sulla superficie. Vengono riportate le principali misure di prevenzione da tale rischio: • indossare durante il lavoro scarpe comode, basse, chiuse e con il fondo possibilmente di gomma; • salire sugli sgabelli solamente quando questi ultimi sono fermi ed alla giusta distanza dal ripiano su cui si ha intenzione di operare; • utilizzare esclusivamente sgabelli con marcatura CE; • segnalare prontamente la perdita di sicurezza dello sgabello al titolare della farmacia o al Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza; • leggere attentamente le istruzioni d’uso dell’attrezzatura; • una volta utilizzato, lo sgabello va spostato dalle vie di transito, altrimenti potrebbe causare un rischio di inciampo per gli altri colleghi. L’utilizzo di sgabelli può comportare il pericolo di caduta o di scivolamento dagli stessi. Spesso all’ interno della farmacia vengono utilizzati sgabelli che hanno le ruote incorporate per permettere più celeri spostamenti; queste ruote vengono bloccate non appena il lavoratore esercita una pressione sulla superficie. Vengono riportate le principali misure di prevenzione da tale rischio: • indossare durante il lavoro scarpe comode, basse, chiuse e con il fondo possibilmente di gomma; • salire sugli sgabelli solamente quando questi ultimi sono fermi ed alla giusta distanza dal ripiano su cui si ha intenzione di operare; • utilizzare esclusivamente sgabelli con marcatura CE; • segnalare prontamente la perdita di sicurezza dello sgabello al titolare della farmacia o al Rappresentante dei Lavoratori per La Sicurezza; • leggere attentamente le istruzioni d’uso dell’attrezzatura; • una volta utilizzato, lo sgabello va spostato dalle vie di transito, altrimenti potrebbe causare un rischio di inciampo per gli altri colleghi. RISCHIO DA LAVORO AFFATICANTE Nelle diverse fasi di lavoro la postura è caratterizzata in linea generale da posizione eretta e, per alcune operazioni, flessione del dorso e/o con carico degli arti superiori. Tali posizioni ed attività possono comportare affaticamento fisico derivante dalle sollecitazioni di strutture ossee, articolari e muscolari, tendinee, nervose e vascolari. MODULO 3 5 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI ED ABBIGLIAMENTO DA LAVORO Il magazziniere è tenuto ad indossare calzature con proprietà antisdrucciolevoli delle suole ed idoneo abbigliamento da lavoro come indicato dal datore di lavoro della farmacia. Inoltre in base alla valutazione dei rischi deve indossare, se previsti, i dispositivi di protezione individuali (calzature antinfortunistiche, guanti) stabiliti dal datore di lavoro della farmacia (Figura 3). Figura 3: Dispositivi di protezione individuale ed abbigliamento da lavoro previsti I lavoratori sono tenuti a: • partecipare al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore di lavoro; • utilizzare i dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione conformemente all’informazione e alla formazione ricevute e all’ addestramento eventualmente organizzato; • Avere cura dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione; • Non apportare modifiche di propria iniziativa ai dispositivi di protezione individuale; • al termine dell’utilizzo seguire le procedure aziendali in materia di riconsegna del dispositivi di protezione individuale; • segnalare immediatamente qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione. MODULO 3 6 RISCHI DERIVANTI DA UN INOPPORTUNO STOCCAGGIO La mansione di magazziniere/a prevede naturalmente lo stoccaggio della merce in arrivo od il prelievo dalle stesse scaffalature e/o cassettiere. Consequenziale allo stoccaggio dei prodotti in queste attrezzature è il rischio di caduta della merce o il rischio derivante dalla rottura stessa delle attrezzature. Riportiamo le principali misure di prevenzione da porre in atto durante lo stoccaggio e/o il prelievo dei prodotti: • durante lo stoccaggio della merce fare attenzione a non superare mai il carico massimo del ripiano indicato nelle scaffalature; • stoccare sempre la merce pesante, come ad esempio le soluzioni fisiologiche, nei ripiani più bassi delle scaffalature; • lo stoccaggio della merce confezionata con contenitori di vetro come le bottiglie di acqua minerale va sempre effettuata evitando che la merce fuoriesca dalle scaffalature; • evitare di stoccare anche temporaneamente merce ingombrante lungo le vie di transito; • i prodotti tossico nocivi od irritanti in soluzione liquida e con contenitori di vetro andrebbero sempre stoccati in ripiani che presentano una protezione contro il rischio di caduta accidentale della merce. RISCHI DERIVANTI DALL’UTILIZZO DEL MAGAZZINO AUTOMATICO DEI FARMACI Alcune farmacie per ridurre la movimentazione manuale dei carichi e/o per ottimizzare i tempi di consegna dei prodotti al cliente, hanno installato macchinari per l’immagazzinamento ed il prelievo dei farmaci che vengono normalmente caricati dai magazzinieri. Tali macchinari presentano delle protezioni e delle procedure specifiche per il caricamento dei prodotti; le principali misure da rispettare sono: • leggere attentamente le istruzioni di sicurezza per il caricamento e l’utilizzo della macchina; • non effettuare alcun intervento di manutenzione alla macchina prima di aver sezionato la tensione; • non rimuovere mai i dispostivi di protezione dell’apparecchiatura; • qualora il caricamento dei prodotti debba essere effettuati in posizioni alte, assicurarsi si sosti in strutture stabili; • segnalare immediatamente al Rappresentane dei Lavoratori per la Sicurezza od al proprio Datore di Lavoro un qualsiasi malfunzionamento della macchina; • in caso di perdita di controllo dell’apparecchiatura azionare il pulsante di emergenza, ove presente. MODULO 3 7 RISCHI DERIVANTI DALLA MOVIMENTAZIONE MANUALE DELLE BOMBOLE DI OSSIGENO Compito dei magazzinieri è la movimentazione e lo stoccaggio delle bombole di ossigeno. Queste sono attrezzature intrinsecamente pericolose e quindi deve essere maggiore l’attenzione riposta durante la loro movimentazione. Forniamo le principali misure di prevenzione da utilizzare durante la movimentazione e lo stoccaggio delle stesse: • le bombole di ossigeno devono essere stoccate in aree appositamente dedicate, rispettando l’adeguata segnaletica; • le bombole di ossigeno stoccate debbono essere sempre assicurate in modo da evitare il rischio di caduta accidentale; • non trasportare mai le bombole prive di anello di protezione in gomma e evitare di collocare le bombole in locali piccoli e/o scarsamente ventilati; • non tentare mai di manomettere o riparare la valvola delle bombole; • non lubrificare od ingrassare le valvole, i riduttori, i raccordi e gli accessori; • non svuotare mai completamente le bombole, lasciare sempre una pressione residua; • non lasciare mai una bombola vuota con la valvola aperta per evitare pericoli nella fase di ricarica successiva; • non forzare le sedi delle valvole e degli accessori per evitare deformazioni nelle filettature; • non effettuare mai travasi di gas da una bombola all’altra; • non montare il riduttore di pressione sulla bombola con la vite di regolazione caricata; • non spostare le bombole facendole ruotare o strisciare sul terreno. RISCHIO DERIVANTE DALL’UTILIZZO DEL VIDEOTERMINALE I magazzinieri possono utilizzare il videoterminale. Questi lavoratori si dividono in due categorie: • coloro i quali utilizzano il videoterminale in maniera sistematica o abituale per almeno venti ore settimanali; • coloro i quali utilizzano il videoterminale per un tempo inferiore alle venti ore settimanali. Normalmente il personale con mansione di magazziniere in farmacia utilizza il videoterminale per un periodo inferiore alle venti ore settimanali, visto che deve essere preso in considerazione solo l’effettivo tempo di utilizzo dell’apparecchiatura e non altre attività seppur effettuate con il monitor acceso (ad esempio lettura testi, scrittura manuale, relazioni con il pubblico, telefonate, eccetera). MODULO 3 8 Solo a coloro i quali utilizzano il videoterminale in modo sistematico o abituale per un tempo superiore alle venti ore settimanali, la normativa impone al titolare i seguenti adempimenti: • nomina del Medico Competente e controllo sanitario del dipendente (visita medica periodica); • adeguata postazione di lavoro; • adeguata informazione e formazione. Per gli impiegati che utilizzano il videoterminale per un tempo inferiore alle venti ore, il titolare della farmacia non ha particolari vincoli da soddisfare (come la nomina del medico competente e/o particolari requisiti delle attrezzature e degli ambienti lavorativi), ma in funzione del maggiore tempo di utilizzo delle attrezzature sarà buona norma avvicinarsi il più possibile alla postazione di lavoro descritta nelle successive presentazioni. REQUISITI DELLA POSTAZIONE DI LAVORO Figura 4: Requisiti del piano di lavoro, sedile e poggiapiedi Piano di Lavoro Il piano di lavoro dovrà avere un’altezza compresa tra i settanta ed ottanta centimetri e dovrà essere di dimensioni adeguate, tali da permettere al lavoratore una posizione comoda. Sedile di Lavoro Il sedile di lavoro dovrà essere stabile e confortevole, dovrà avere sia l’altezza della seduta che quella dello schienale regolabile in altezza. Poggiapiedi Il poggiapiedi può essere richiesto dal lavoratore qualora l’altezza della seduta non permetta una posizione comoda delle gambe (generalmente richiedono questo dispositivo le persone che hanno un’altezza inferiore a 165 centimetri). MODULO 3 9 Figura 5: Requisiti di schermo e tastiera Schermo Lo schermo dovrà essere posto frontalmente ed essere esente da riflessi di luce, nonché avere la possibilità di essere inclinato. Lo stesso dovrà avere un’immagine stabile e senza sfarfallamenti ed una luminosità e contrasto facilmente regolabili. Tastiera La tastiera dovrà essere inclinabile e dissociata dallo schermo e dovrà avere tasti ergonomici ed una superficie opaca. Figura 6: Posizione corretta del lavoratore MODULO 3 10 La figura mostra la posizione corretta del lavoratore al videoterminale. In particolare, la regolazione della seduta dovrà garantire un angolo degli arti inferiori e superiori di circa novanta gradi. E’ molto importante che le regolazioni dell’altezza e dello schienale siano effettuate per ridurre il carico del rachide. E’ altresì importante che il monitor venga posizionato più in basso rispetto all’altezza degli occhi del videoterminale, così da non sollecitare le vertebre del collo. RISCHIO DA ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI Ai fini della valutazione del rischio chimico deve essere considerata l’esposizione a tutti gli agenti chimici potenzialmente dannosi. In particolare a tutti gli elementi e composti chimici, o i loro miscugli, in condizioni naturali o no, utilizzati o presenti a qualunque titolo, in una qualsiasi attività lavorativa, siano essi materie prime, intermedi, prodotti, sottoprodotti, o rifiuti, siano o non siano prodotti intenzionalmente commercializzati. Negli ambienti di lavoro gli agenti chimici possono ritrovarsi in seguito a normale presenza o accadimento accidentale (come cedimento, perdita o anomalia impiantistica, esplosione o incendio, reazione anomala o traboccamento). Le vie di penetrazione delle sostanze chimiche nell’organismo sono: • la cute; • le vie respiratorie; • per via oculare; • più raramente per ingestione. CLASSI DI PERICOLOSITA’ Le sostanze ed i composti chimici sono classificati in base ai pericoli per la sicurezza, la salute e l’ambiente associati al loro impiego e/o presenza nei cicli lavorativi. Le sostanze ed i composti chimici pericolosi per la sicurezza dei lavoratori, in base alle caratteristiche chimico-fisiche, sono classificate in: • Esplosivi; • Comburenti; • Estremamente infiammabili; • Facilmente infiammabili; • infiammabili. MODULO 3 11 Invece, in relazione alle caratteristiche tossicologiche, gli agenti chimici pericolosi vengono classificati in: • Molto tossici; • Tossici; • Nocivi; • Irritanti; • Sensibilizzanti; • Cancerogeni; • Mutageni; • Tossici per il ciclo riproduttivo. Infine, vengono distinti gli agenti chimici anche in base al pericolo per l’ambiente. La classificazione della pericolosità viene assegnata sulla base delle definizioni e dei test normati e periodicamente aggiornati a livello comunitario. La classificazione di pericolo è individuata in modo univoco dalla la combinazione di un simbolo con una o più frasi di rischio. In genere può succedere che una sostanza presenti più di un effetto, ovvero possa essere tossica ed irritante, tossica e corrosiva, eccetera. LE FRASI DI RISCHIO Le “frasi di rischio” sono frasi standard che illustrano in forma sintetica i rischi connessi all’utilizzo ed alla manipolazione di sostanze pericolose. Sono identificabili da una sigla costituita dalla lettera R seguita da un numero. CONSIGLI DI PRUDENZA Per tutte le sostanze e i composti pericolosi devono essere indicati i “consigli di prudenza”; frasi standard che descrivono succintamente le procedure di sicurezza da mettere in atto al fine di minimizzare i rischi connessi all’utilizzo ed alla manipolazione di sostanze pericolose. Sono identificabili singolarmente da una sigla costituita dalla lettera S seguita da un numero. ETICHETTATURA Ogni imballaggio di sostanza o di preparato pericoloso deve essere munito di etichettatura che permetta l’identificazione rapida dei pericoli associati alla presenza e all’uso del prodotto. L’etichettatura deve indicare: MODULO 3 12 • la denominazione del prodotto; • i dati del responsabile dell’immissione sul mercato; • i simboli e le indicazioni di pericolo; • le frasi di rischio “R”; • i consigli di prudenza “S”; • il numero CE. L’insieme delle indicazioni deve essere riportato su apposita etichetta o direttamente sull’imballaggio o sulla confezione a mezzo di stampa, rilievo o incisione. Anche i recipienti utilizzati sui luoghi di lavoro e le relative tubazioni visibili, destinati a contenere a trasportare agenti pericolosi, devono essere muniti dell’etichettatura prescritta. Negli ambienti di lavoro l’etichettatura può essere sostituita da cartelli di avvertimento. LA SCHEDA DI SICUREZZA Il responsabile dell’immissione sul mercato di prodotti chimici ha l’obbligo di fornire informazioni sul pericolo chimico fornendo la scheda di sicurezza, obbligatoria anche per i prodotti non classificati pericolosi ma che contengono almeno una sostanza pericolosa a partire dall’1% in peso (preparato solido) o 0,2% peso (preparato gassoso). Le schede di sicurezza rappresentano una fonte di informazione fondamentale per la valutazione del rischio da agenti chimici, devono essere fornite gratuitamente al destinatario in occasione o anteriormente alla prima fornitura, devono essere redatte nella lingua del Paese utilizzatore, devono riportare la data di compilazione e l’eventuale aggiornamento. La normativa vigente prevede di articolare le schede di sicurezza in 16 voci, ognuna delle quali fornisce informazioni in un ambito specifico, tra cui le misure da adottare ai fini della salute e della sicurezza sul lavoro. In particolare devono essere riportati: • l’identificazione della sostanza o del preparato e della società responsabile dell’immissione sul mercato; • l’identificazione dei pericoli; • la composizione e le informazioni sugli ingredienti; • le misure di pronto soccorso; • le misure antincendio; • le misure in caso di rilascio accidentale; MODULO 3 13 • le indicazioni sulla manipolazione e sull’immagazzinamento; • le indicazioni sul controllo dell’esposizione ed i dispositivi di protezione individuale; • le proprietà fisiche e chimiche; • le indicazioni sulla stabilità e la reattività con altre sostanze; • le informazioni tossicologiche; • le informazioni ecologiche; • le considerazioni sullo smaltimento; • le Informazioni sul trasporto; • le informazioni sulla regolamentazione; • altre informazioni. LO STOCCAGGIO DE PRODOTTI Le principali norme per il corretto stoccaggio dei prodotti sono: • riporre i recipienti ben chiusi in aree idonee; • non travasare le sostanze utilizzando recipienti diversi da quelli originali; • stoccare separatamente le sostanze che, in caso di rottura accidentale del recipiente, potrebbero dar luogo a reazioni violente. IL RISCHIO DA STRESS LAVORO CORRELATO Lo stress si manifesta quando le persone percepiscono uno squilibrio tra le richieste nei loro confronti (domanda percepita) e le risorse a loro disposizione per far fronte a tali richieste (percezione delle proprie capacità). Lo stress non è una malattia, ma una esposizione prolungata può ridurre l’efficienza sul lavoro e causare problemi di salute. Lo stress diventa un rischio per la sicurezza e la salute quando , prolungato nel tempo, può portare a problemi di salute mentale e fisica; può colpire chiunque, a qualsiasi livello, in qualsiasi settore ed indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda. MODULO 3 14 Figura 7: Modalità d’insorgenza dello stress Lo stress che ha origine fuori dall’ambito di lavoro può condurre a cambiamenti nel comportamento e ad una ridotta efficienza sul lavoro. Non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavorocorrelato. Lo stress lavoro correlato può essere causato da fattori diversi inerenti il contesto lavorativo e il contenuto del lavoro: l’inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro, le carenze nella comunicazione, lavoro a turni, eccetera. L’individuo è assolutamente in grado di sostenere una esposizione di breve durata alla tensione, che può essere considerata positiva (stimolante), ma ha maggiori difficoltà a sostenere una esposizione prolungata ad una pressione intensa. Lo stress è una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o alle aspettative riposte in loro. La presenza di stress si manifesta attraverso sintomi individuali e organizzativi. Tipici sintomi individuali sono l’aumento della pressione sanguigna, lo stato di depressione, il bere in modo eccessivo e l’insoddisfazione personale; i possibili effetti sono disturbi cardiocircolatori , patologie muscolo-scheletriche, salute mentale compromessa o alterata e patologie gastrointestinali. Tipici sintomi organizzativi sono alto assenteismo/presenzialismo , elevato turn over , difficoltà relazioni aziendali, scarsi controlli di qualità, alta conflittualità; i possibili effetti sono scioperi prolungati, infortuni, performance scarsa. MODULO 3 15 MISURE DI PREVENZIONE In generale, la prevenzione primaria mira a fronteggiare lo stress cambiando elementi nel modo in cui il lavoro è organizzato e gestito; la prevenzione secondaria tende a sviluppare la capacità individuale di gestione dello stress mediante una formazione specifica; gli approcci riconducibili alla prevenzione terziaria tendono a ridurre l’impatto dello stress da lavoro sulla salute dei lavoratori sviluppando appropriati sistemi di riabilitazione e di “rientro al lavoro” e aumentando i provvedimenti in ambito di salute occupazionale. Accanto a queste misure consolidate, gli studi condotti in questo ambito hanno evidenziato alcune nuove strategie e fattori che assicurano il successo degli interventi volti a migliorare la sostenibilità dello stress sul luogo di lavoro: • un’analisi adeguata del rischio a partire da una focalizzazione su una popolazione lavorativa, un luogo di lavoro o un contesto operativo ben definiti; • un’attenta pianificazione e un approccio graduale al problema; • una combinazione di misure dedicate all’organizzazione dell’attività e ai lavoratori stessi; • la scelta di soluzioni specifiche per i singoli luoghi di lavoro. MODULO 3 16 Successivamente, gli interventi possono comprendere: • misure di gestione e di comunicazione per chiarire gli obiettivi aziendali e il ruolo di ciascun lavoratore; assicurare un sostegno adeguato da parte della direzione ai singoli individui e ai gruppi di lavoro; portare coerenza, responsabilità e controllo sul lavoro; migliorare l’organizzazione, i processi, le condizioni e l’ambiente di lavoro; • formazione dei dirigenti e/o dei lavoratori, per migliorare la loro consapevolezza e la loro comprensione nei confronti dello stress, delle sue possibili cause e del modo in cui fronteggiarlo in senso trasformativo; • informazione e consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, in conformità alla legislazione europea e nazionale, ai contratti collettivi e alle prassi e dedicando attenzione alla matrice culturale in cui i comportamenti organizzativi si rispecchiano e trovano il loro significato. LA TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI La normativa vigente concernente la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro stabilisce specifiche disposizioni atte alla salvaguardia delle lavoratrici in stato interessante. La normativa trova applicazione per le lavoratrici che si trovano durante il periodo di gravidanza e fino a sette mesi di età del figlio, che abbiano informato il datore di lavoro della farmacia del proprio stato. La tutela si applica, altresì, alle lavoratrici che hanno ricevuto bambini in adozione o in affidamento, fino al compimento dei sette mesi di età. Il datore di lavoro della farmacia è tenuto a valutare i rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici ed individuare le misure di prevenzione e protezione da adottare ed è, altresì, obbligato ad informare le lavoratrici ed il Rappresentate dei Lavoratori per la Sicurezza sui risultati della valutazione. La tutela delle lavoratrici consiste nel divieto di adibirle ad attività pericolose, faticose, insalubri ed a qualsiasi esposizione indebita ad agenti fisici, chimici e biologici pericolosi. Figura 8: Tutela delle lavoratrici madri MODULO 3 17 Le attività vietate sono sinteticamente: • il trasporto, sia a braccia e a spalle, sia con carretti a ruote su strada o su guida; • il sollevamento di pesi significativi, compreso il carico e scarico e ogni altra operazione connessa; • lavorazioni comportanti il rischio di esposizione ad agenti fisici, chimici e biologici; • i lavori che comportano l’esposizione alle radiazioni ionizzanti in misura significativa per il feto ed il divieto di esposizione al rischio di contaminazione: durante la gestazione e per 7 mesi dopo il parto; • i lavori su scale ed impalcature mobili e fisse: durante la gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro; • i lavori di manovalanza pesante: durante la gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro; • i lavori che comportano una stazione in piedi per più di metà dell’orario di lavoro o che obbligano ad una posizione particolarmente affaticante: durante la gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro; • i lavori con macchina mossa a pedale, o comandata a pedale, quando il ritmo del movimento sia frequente, o esiga un notevole sforzo: durante la gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro; • i lavori con macchine scuotenti o con utensili che trasmettono intense vibrazioni: durante la gestazione e fino al termine del periodo di interdizione dal lavoro. Qualora emerga dalla valutazione dei rischi un pericolo per la sicurezza e la salute della lavoratrice, il datore di lavoro adotta misure necessarie affinché l’esposizione al rischio della dipendente sia evitata, modificandone temporaneamente le condizioni lavorative. Ove non sia possibile per motivi organizzativi o produttivi, la lavoratrice deve essere adibita ad altra mansione non a rischio. MODULO 3 18