Photokina 2008, un gioiello di manifestazione

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Photokina 2008, un gioiello di manifestazione
Photokina 2008, un gioiello di manifestazione
Scritto da Ezio Rotamartir
Ma come, il profilo di questo numero è una manifestazione fieristica? Sì, abbiamo pensato che
sarebbe stato il caso di dedicare praticamente l'intero numero di od all'evento che più di ogni
altro segna lo svolgersi e l'evolversi del mondo professionale dedicato alla fotografia. Abbiamo
ritenuto opportuno trattare Photokina come se fosse l'immagine personificata di quest'arte che
ci appassiona, una vera e propria interlocutrice capace di introdurci nel futuro, prossimo e
remoto, dei questo mondo fantastico.
La sede, come sempre, è a Colonia, città che possiede un impianto fieristico eccellente,
superorganizzato, efficente e decisamente ampio se non addirittura vasto. Degli undici
padiglioni disponibili ben otto erano impiegati per ospitare l'evento biennale a cui tutti guardano
come si guarda a un oracolo quando è in procinto di parlare ed esprimere i propri vaticinii.
Per darvi un'idea della dimensione e del valore che ricopre questa manifestazione basterà dire
che gli espositori quest'anno sono stati 1523 (una sessantina in meno rispetto alla precedente
edizione) provenienti da 49 paesi (tre in più rispetto al 2006). Gli USA anche quest'anno hanno
dovuto cedere il primato delle partecipazioni per le aziende straniere (ovviamente non come
livello di importanza) alla miriade di piccoli espositori provenienti dalla onnipresente Cina, 162
contro 199. La Germania, che ospita la manifestazione e ha una grande tradizione nel settore,
svettava con i suoi 519 espositori, tuttavia 31 in meno dell'edizione precedente.
Le nuove tendenze
Il cambiamento che ha condotto alla tecnologia digitale, ormai più di dieci anni fa, ha aperto
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porte impreviste alla fotografia e al suo mondo. Se inizialmente gli sforzi erano diretti a emulare
l'alta qualità delle pellicole, oggi si va verso nuove dimensioni che superano i limiti tradizionali
della comunicazione visiva. Vediamo alcune di queste tendenze.
1. Le fotografie diventano polifunzionali.
A differenza della fotografia stampata di un tempo, oggi le informazioni memorizzate si
prestano agli utilizzi più disparati, dall'illustrare un testo a finire incorniciate su una parete,
stampate in piccolo così da potersele portare con sé nel portafogli o condivise su internet
perché possano essere viste da amici e curiosi in giro per la rete. A questo proposito, al
Photokina 2008 è emersa la tendenza delle case produttrici a sviluppare nuovi moduli WLAN
per le fotocamere, siano essi da integrare con il corpo o da utilizzare come accessorio esterno.
Questi permettono il trasferimento immediato delle immagini su computer, e quindi in rete,
affinché possano essere viste, condivise ed elaborate immediatamente.
2. Il riconoscimento intelligente del viso
La funzione di riconoscimento facciale, da poco introdotta da tutte le case costruttrici,
aveva inizialmente la funzione di ottimizzare la messa a fuoco e l'esposizione nella ripresa dei
ritratti. Oggi è possibile riconoscere più visi in una foto di gruppo e, addirittura, individuarne la
mimica: se in un gruppo una persona sorride e un'altra ha il broncio, il software potrà
privilegiare la messa a fuoco del primo (o del secondo) tipo, a seconda delle impostazioni del
fotografo. Un'altra funzione interessante potrebbe essere quella che permette di assegnare un
nome a un volto così che la fotocamera, negli scatti successivi, sia in grado di riconoscere
quella persona e magari salvare tutte le foto che la riguardano in una cartella a parte.
3. La creazione del network digitale
Oggi esistono moltissimi apparecchi con cui scattare, trasmettere, ricevere, presentare e
memorizzare le fotografie e questo ha creato una serie di problemi di formato e compatibilità
che inizialmente forse non ci si aspettava. Diversi tipi di display, con dimensioni e risoluzioni
diverse, hanno imposto lo sviluppo di tecnologie e software per la loro gestione e risoluzione.
Un tempo anche la trasmissione e la visione delle immagini avveniva in modo analogico,
collegando la fotocamera al televisore, spesso con risultati davvero poco entusiasmanti: oggi la
nuova tendenza è quella di incorporare un'interfaccia HDMI che permetta di vedere le immagini
in alta definizione, indipendentemente dalla piattaforma o dal produttore degli oggetti collegati.
4. La foto si compone dopo lo scatto
Con l'avvento del digitale e delle ultime generazioni di fotocamere, ottenere buoni risultati
non è difficile per nessuno. Ma ci si abitua in fretta e allora si tende a ricercare qualcosa che dia
un tocco in più agli scatti, grazie anche alla manipolazione asistita delle immagini. Le tecniche
di morphing (la trasformazione di un soggetto in un altro) e di stitching (la creazione di panorami
composti da più scatti) ormai sono tecniche acquisite e largamente impiegate dal mercato. Le
tecniche di riferimento oggi sono le foto HDR, ad alta gamma dinamica, che rappresentano la
somma di più scatti con differenti esposizioni. Allo stesso modo, grazie ad algoritmi sempre più
complessi e potenti, si possono creare immagini con grandi profondità di campo partendo da
scatti con differenti punti focali. Questa nuova tecnica viene definita Seamcarving. Molte nuove
fotocamere presenti al Photokina possiedono già di base gli algoritmi per scattare in funzione di
queste due tecniche oltre alle "solite" funzioni che evitano l'apparire degli occhi rossi o delle
linee convergenti quando si scattano soggetti di architettura.
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5. Uno sguardo all'ambiente
Anche il mondo della fotografia è sensibile alla conservazione dell'ambiente in cui viviamo.
Uno dei motivi che ha segnato il destino della pellicola è stato l'utilizzo di materiali tossici nello
sviluppo chimico della stessa. Oggi si va oltre e si pensa a come utilizzare al meglio ogni fonte
di energia: alcune case costruttrici di batterie hanno già annunciato lo sviluppo (alcune già la
produzione) di batterie a celle di combustibile che, fornendo un'energia più pulita, consentono
ricariche più brevi e tempi di operazione e scatto molto più lunghi delle già ottime batterie
attuali.
Sebbene le fotocamere digitali compatte vendano dieci volte le reflex digitali a lenti
intercambiabili, abbiamo ricevuto un forte segnale dal mercato che indica una buona quota di
utenti delle prime, circa il 21%, in procinto di passare a una fotocamera più complessa e capace
di performance maggiori. Per questo motivo la grande maggioranza dei produttori ha devoluto
larga parte dei budget di ricerca verso lo sviluppo di nuove macchine che avessero queste
caratteristiche: il Photokina di Colonia è stata proprio la sede in cui tutti questi sforzi sono stati
finalmente rivelati sotto forma di nuovi modelli. Tra le caratteristiche più "gettonate" abbiamo
trovato nuovi sensori con maggiori capacità, modalità Live View a tutto spiano, risoluzioni
sempre più elevate, visori LCD migliorati e più ampi, doppi e tripli processori e nuove schede
logiche; anche la possibilità di realizzare filmati con una reflex rappresenta una nuova
caratteristica che, probabilmente, diverrà comune a tutte entro poco tempo.
Nel mondo delle reflex a ottiche intercambiabili (D-SLR) si è affacciato un nuovo formato
denominato
Micro 4:3 (Quattro Terzi), simile
alle reflex 4:3, anche nelle dimensioni del sensore utilizzato ma con caratteristiche particolari
come l'eliminazione dello specchio e del pentaprisma, che rendono l'apparecchio molto più
piccolo fino a ottenere una reflex dalle dimensioni davvero contenute, ridotte. A questo
proposito Samsung aveva annunciato la presentazione di un modello, diciamo così, ibrido: una
via di mezzo tra una compatta e una reflex digitale, capace di utilizzare un sensore 24x16 mm.
Questo può essere stato il motivo scatenante per tutti gli altri produttori che hanno deciso di
salire su questo nuovo carro tecnologico. Staremo a vedere i risultati.
Grande bagarre, invece, si è scatenata nella fascia alta di mercato, quella delle reflex con
sensore a pieno formato. Come abbiamo sempre sostenuto noi di od, solo un anno fa il sensore
full-frame sembrava un argomento che interessasse esclusivamente Canon: da allora nessuno
dei concorrenti si è più risparmiato e, in dodici mesi, abbiamo visto apparire sul mercato tanti
modelli con sensori 35mm da creare non poco imbarazzo. La Canon D1s Mark III, flagship della
casa giapponese, con i suoi 21 milioni di pixel sembrava irraggiungibile. Oggi è superata –
almeno nel puro numero dei milioni di punti che è in grado di acquisire il suo sensore – da
almeno tre modelli: Nikon D3X, Sony Alpha 900 e Leica S2, oltre che affiancata dalla sorella
minore Canon 5D Mark II. Incredibile dictu.
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Sony, il gigante tecnologico giapponese, anche se oggi in forte difficoltà economico-finanziaria,
stupisce tutto il mercato con la sua macchina di punta di cui parliamo diffusamente nel test del
mese, oggi affiancata a livello di risoluzione dall'evoluzione della
Nikon D3, la neonata
D3X. All'offerta si era aggiunta, proprio in occasione della mostra tedesca, anche la semi-pro
D700.
Canon, dopo quasi due anni di estenuante attesa fatta di gossip e smentite, ha finalmente
proposto la seconda serie della gloriosa e fortunatissima 5D, la prima reflex a pieno formato alla
portata di tutti (o quasi). La nuova 5D Mark II, oltre all'impiego del nuovissimo e potentissimo
processore D!gic 4, ha una risoluzione che eguaglia quella della sorella maggiore 1Ds, cioè
oltre 21 MP. Il corpo macchina, in lega di magnesio, è del tipo resistente all'acqua e, come da
tempo ci ha abituato Canon, è arricchito sul retro dal nuovo display da 3" LCD con una
risoluzione di 920 mila punti, un bel passo avanti rispetto alla qualità dei display impiegati sui
modelli precedenti. Anche la sensibilità ISO, che in precedenza poteva essere "tirata" a 3200,
adesso può raggiungere i valori stratosferici di 25.600 anche grazie a un sistema di riduzione
del rumore integrato davvero notevole. La capacità di scatto continuo non è variata di molto,
passando dai 2,5 ai 3,9 scatti al secondo. È stata attivata anche la funzione Live View, con la
possibilità di messa a fuoco in tre diversi modi, di cui due silenziati e uno con la funzione di
riconoscimento dei visi inquadrati.
Come di consueto le macchine pro e semi-pro di Canon non prevedono un flash di riempimento
e così è pure per la nuova 5D che tuttavia è la prima fotocamera professionale al mondo in
grado di effettuare riprese video in alta definizione (modo 1080p) e di riversarle o rivederle su
uno schermo esterno attraverso l'interfaccia HDMI di cui è provvista. Chi si occupa della ripresa
di eventi, come i fotoreporter di moda e costume, apprezzeranno senza dubbio la possibilità
della macchina di registrare segmenti di 12 minuti in alta risoluzione a 30 fotogrammi al
secondo. Il software di sistema prevede inoltre la possibilità di correggere la vignettatura delle
immagini indotta da alcune lenti EF.
Nel settore delle D-SLR di fascia media, Nikon ha presentato la sua nuova D90 con sensore
CMOS a pieno formato, ormai una caratteristica della casa su tutte le reflex di fascia medio alta.
Mostrata come evoluzione della D80, questa nuova macchina capace di 12,3 MP oltre che di
performance migliori promette anche un livello di prezzo più contenuto, si parla di circa 700
Euro al pubblico.
Allo stesso modo Canon, con la nuova 50D erede della quasi neonata e fortunatissima 40D,
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arriva sul mercato con una macchina capace di oltre 15 MP, il nuovo display LCD da 920 mila
punti e un processore velocissimo, sempre il D!gic 4, capace di riprendere fino a 6,3 scatti al
secondo.
Nel mondo delle reflex semi-pro 4:3, in casa Olympus, il nuovo modello della serie E ricorda la
compatta 520 ma è dotato di grandi funzioni innovative per la serie, direttamente derivate dalla
macchina professionale E3; al Photokina c'era solo un
pro
totipo
senza nome ma la casa dava per certo che, alla sua presentazione, la macchina sarà dotata del
più veloce sistema di messa a fuoco a 11 punti del mondo, della funzione Live View (e chi la
toglie più ormai...) con il sistema di riconoscimento del viso, di una nuova funzione di
regolazione automatica delle ombre, uno stabilizzatore delle immagini e uno schermo LCD
orientabile. Il tutto a un prezzo che si diceva in loco molto competitivo. Staremo a vedere.
Sul versante delle reflex che utilizzano un sensore Foveon X3, a tre strati appunto, Sigma ha
presentato il prototipo dell'evoluzione della sua SD14, la Sigma SD15 che offrirà una risoluzione
più elevata utilizzando lo stesso sensore della precedente avvicinandosi ai 15 MP totali. Ogni
strato infatti è capace di "soli" 4,7 MP ma è dotato di ricettori ottici di dimensioni maggiori che, in
teoria, sono in grado di catturare una maggior gamma dinamica della luce con un rumore di
fondo più contenuto. Allo stand Sigma, dove le informazioni stampa sulla SD15 sono terminate
ancora prima dell'inizio della fiera, c'era a disposizione dei visitatori una grande quantità di
ottiche prodotte dalla casa. Una bella iniziativa che presto ci auguriamo venga copiata dagli altri
produttori: un'iniziativa che permette ai futuri acquirenti di provare un'ottica prima di acquistarla.
Tornando alla SD15 le poche notizie diffuse chiariscono che il nuovo modello avrà praticamente
le caratteristiche della versione in vendita ora, solo con un display LCD più grande e la
compatibilità con le nuove schede di memoria SD/SDHC. Sembra inoltre che la macchina sarà
dotata del nuovo processore True II, capace di maggior velocità e qualità superiore.
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