Tornate in Galilea! - FONDAZIONE VIA LATTEA

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Tornate in Galilea! - FONDAZIONE VIA LATTEA
Graduacion
Domenica 29 giugno per 25 dei nostri bimbi si e’ concluso il
primo ciclo formativo: dopo tre anni di asilo eccoli promossi
e pronti ad iniziare l’avventura della scuola che qui in Haiti
non e’ per nulla scontata. E proprio per questa non
scontatezza il momento del passaggio dalla scuola materna a
quella elementare e’ evidenziato con il momento
della formatura con tanto di genitori presenti, padrini e
madrine, regali, fotografi e festa finale a casa per chi puo’.
La maestra di turno, quella responsabile della classe che
finisce il primo ciclo. elegantissima presenta i bimbi uno per
uno, ringrazia i genitori presenti e chiede loro di
accompagnare i loro figli nell’avventura scolastica
sottolineando come la scuola non possa fare nulla senza
l’appoggio della famiglia.
Parlare di famiglia e di scuola qui in Haiti sembrerebbe
impossibile ed invece per la formatura rispuntano papa’ da
sempre assenti, arrivano nonni e zii dal paese, si risparmia
per il vestito. Qualcuno dice che davanti alla poverta’ in cui
vivono spendere soldi cosi’ non e’ serio, ma invece e’ la
risposta a cio’ che il cuore domanda per cui anche fare, in un
assolato pomeriggio caraibico, una festa di formatura e’ fare
sul serio con il cuore dell’uomo.
Poesie recitate, danze folkloristiche, canti e scherzi vari
che hanno visto anche i genitori coinvolti: un pomeriggio
insieme in cui l’evidente bellezza dell’uomo emergeva in tutta
la sua misura. “La Gloria di Dio e’ l’uomo vivente” scriveva
sant’Ireneo nel Trattato contro le eresie. La Gloria di Dio e’
l’uomo vivente anche a Waf Jeremie dove tutto potrebbe essere
un’obiezione e dove invece, se si hanno occhi per vedere,
tutto riporta a quell’inesorabile grido del cuore dell’uomo,
al mio grido dunque ed a quello della gente che vive con me in
questa discarica che e’ Waf, una discarica che viene
inghiottita dalla bellezza di un’opera che cresce ogni giorno
di piu’.
Piccoli passi, tanta fatica, ma la certezza che quel grido e’
vivo e per questo grido vale la pena andare avanti non facendo
fuori la fatica o le obiezioni, ma vivendole, lottando a volte
per evitarle, ma mai facendole fuori.
E cosi’ si consegnano i diplomi, con le foto di rito i regali
dei parenti, la gioia dei genitori che per un giorno vedono i
loro figli protagonisti di quella storia che loro non hanno
mai avuto.
Ed il grido
lottiamo per
gia’ saputo,
per la misura
del cuore dell’uomo, li’, davanti a noi che
rinchiuderlo nella nostra misura, in un nostro
in una nostra distrazione sempre troppo piccola
del buon Dio.
Quelle facce scure
Scusate il silenzio di queste settimane ma le cose da fare
sono davvero tante ed il tempo sembra sempre essere così
poco….. poco, si, ma se speso per una ragione adeguata non si
è mai in affanno, non si rincorre mai la realtà, si sta dentro
lo scorrere del tempo che va dove deve andare e, giunti a
sera, si resta in pace, anche se non si e’ riusciti a fare
tutto quello che si sarebbe voluto. Forse domani ci sarà data
un’altra occasione ed allora potremo ricominciare baldanzosi
come sempre perchè certi del cammino.
Ma cosa è successo alla Kay Pe’ Giuss in queste settimane?????
Bimbi nuovi accolti, bimbi che sono tornati a casa, volontari
in partenza, volontari in arrivo.
Da qualche settimana abbiamo anche incominciato la costruzione
del nuovo asilo Stella Maris che prevede anche una Sezione
Primavera per bimbi dai 2 ai 3 anni così da lasciare alle loro
mamme il tempo per andare a vendere per le strade della
città’. Abbiamo terminato anche il nuovo spazio esterno con
gazebo e piscinetta destinato da una parte ai bebè, dall’altra
ai bimbi più grandi. Un’area con tanto di muro per proiezione
film per il cinema alla domenica sera!!!! Sabato scorso
l’inaugurazione con la proiezione di Pinocchio accompagnata da
patatine fritte e coca cola!!!
Volti contenti quelli che mi circondano, bambini che ritornano
a sorridere dopo tanta sofferenza vissuta fin da piccini.
Volti luminosi, che parlano di una speranza per loro, per me,
per noi.
Volti che questa mattina, facendo scorrere le foto dei nostri
calciatori che rientravano in Italia, stridevano: io
circondata da volti contenti, di
chi non ha niente, di chi ha un
futuro incerto, di chi non sa da
dove viene e dove va, ma volti di
chi sa di essere amato e sa che
questo basta per essere contenti.
Ed intanto sullo schermo del pc
scorrono i volti tristi dei nostri
giocatori, bravi ragazzi che hanno
perso una partita ma che sembra
abbiano perso una guerra, polemiche
sui social network, frasi piene di
violenza per….. una partita di
calcio!!!
Che Grazia vivere a Waf Jeremie, che grazia svegliarsi al
mattino con accanto la Cassy che ti corre sorridente incontro
per prendere le sue medicine, lei con AIDS conclamato e
speranza di vita a dieci anni, o incrociare la Giory, sola al
mondo, cresciuta con uno zio carbonaio in giro per le strade
di Haiti, o uscire al mattino presto per andare a messa con
Bony e Giokenson in piedi alle cinque pur di non perdere quei
cinque minuti di rapporto umano che rendono bella la giornata
e via via mi scorrono accanto a quelli dei giocatori, i volti
dei nostri bimbi: lo Schnaidy sempre con gli occhi che ridono,
la Jesimel con il viso sempre sporco impastato di lacrime e
polvere che regala sorrisi fin dal primo mattino, e Pal, che
sorride senza denti davanti, ed i piccoli Cermeldrich,
Roodson, Jessica, Fritznelson, Yvenson….. tutti, tutti,
tutti…. un sorriso spalancato sulla speranza, un inno alla
vita, una certezza di bene, loro che il calcio non sanno
neanche cosa sia.
Anch’io per Haiti
24 maggio – 15 giugno
CENTRO CULTURALE SAN GAETANO (PD)
Contrada Altinate, via Alessio
Mostra fotografica della giornalista foto-reporter LUCIANA
GIANI
da anni impegnata in progetti di sostegno ai poveri di Haiti
ed ora impegnata con la Fondazione FRATELLI DIMENTICATI ONLUS
anche a sostenere i bimbi della Kay Pe’ Giuss.
Quell’urto
circostanze….
delle
Questa volta l’urto delle circostanze è stato proprio tale:
uno schianto terribile, la nostra Land Rover contro un
miniautobus.
La strada in discesa tutta curve. la pioggia che rende
scivoloso l’asfalto, il lungo viaggio alle spalle… e la nostra
macchina che in curva esce di strada con le ruote che non
rispondono più ai comandi.
Un impatto violento, il caos intorno a noi. Le ambulanze che
arrivano fanno pensare più alla 313 di Paperino che ad un vero
soccorso stradale. Quella su cui salgono Silvia e Stefano
è già affollata…. dietro di noi pochi minuti dopo, stessa
dinamica, un altro incidente. L’ambulanza che arrivava da noi
si ferma prima a soccorrere loro. Quella dove salgo io sembra
una stalla per lo sporco e la puzza di sudore che si sente. Mi
fanno sedere accanto all’autista che allegro mi domanda “Come
va?”
Poi l’attesa, l’autista si ferma a comprarsi un sandwich lungo
la via, la visita di un presunto medico in un presunto
ambulatorio di campagna e poi la decisione di gestirsi da soli
e cercare un ospedale per valutare davvero i danni riportati.
Ne usciamo alle quattro del mattino pieni di lividi, qualche
taglio, qualche costola rotta ma vivi. Ripartiamo in taxi e
terminiamo il nostro viaggio nella nostra casa di Samana’ che
non e’ poi un brutto posto per trascorrere qualche giorno di
convalescenza!!!
E così aspettando che le botte passino e che il fisico si
riprenda dall’urto, nel silenzio della baia mi scopro a
stupirmi ancora una volta per come la vita sia data e non ci
sia dovuta con la certezza che ci è data per un compito a cui
noi dobbiamo dire si ogni giorno.
Cosi’ anche un incidente diventa occasione per rinnovare il si
affascinante della vita, che è un si alla Misericordia che ci
genera nell’istante, un si che nasce non da una propria
bravura o capacita’ ma dal riconoscere una Grazia che data
chiama la nostra libertà ad accoglierla.
Un’ultima cosa…. come si chiama l’autopista su cui è avvenuto
lo schianto? JUAN PABLO II… forse adesso si capisce perchè
siamo ancora vivi!!!!!
Tornate
in
Galilea!
Mettiamoci in cammino!
“Rileggere tutto a partire dalla fine” siamo arrivati a
Pasqua….. alla fine. Rileggere tutto a partire da questo
giorno: che pace e che storia di salvezza straordinaria.
Abbiamo vissuto gli intensi giorni di Quaresima, le prove si
sono fatte incontro, tradimento, passione, morte e poi il
silenzio del sabato santo che spalanca all’esperienza di fede:
ci crediamo o no? Cosa succederà? Ci ha ingannati o no? E poi
la corsa al Sepolcro delle donne, degli apostoli….. ognuno la
racconta a modo suo ma noi? Chissà quanti curiosi poi saranno
andati a vedere.
Rileggere
tutto
a
partire dalla fine ci
ha detto il Papa e
subito dopo ci invita a
tornare in Galilea DOVE
TUTTO ERA INIZIATO. Una
fine dunque che rimanda
all’inizio, una
che
conferma
fine
una
storia, una fine che
continua.
La Kay Pe Giuss vuole tornare in Galilea con per compagni di
strada tutti quelli che si sono messi in cammino per tornare
la’ dove tutto era iniziato. Si ricomincia con una nuova
certezza, si ritrova il cuore ed il modo, si riscoprono volti
e storie. E si riparte, semplici e liberi nella certezza di
una salvezza data.
Anche i bimbi più grandi della kay, a modo loro hanno atteso
Pasqua. Domenica mattina dopo una bella colazione con
frittelle di nutella sono partiti alla ricerca delle uova di
plastica ripiene di cioccolato e zuccherini colorati,
visibilmente nascoste nell’area circostante. Smarriti, c’era
chi ne faceva incetta e chi imbambolato si guardava in giro
non capendo neanche cosa dovesse fare!!! Poi i giochi insieme,
la festa con i più piccoli e, a fine giornata, una battaglia a
bordo piscina a secchiate d’acqua che lasciava tutti bagnati
ma puliti!!!!
Ora la normalità che ritorna, ma che ritorna con un Fatto in
più: non possiamo fare finta che Pasqua non sia accaduta.
Un’attesa compiuta quella che abbiamo appena vissuto, di un
compimento che desta una curiosità che ci provoca e ci spinge
a continuare a camminare: la Galilea è vicina, lì ci ha dato
appuntamento, noi vogliamo esserci.
Entrando nella Passione
Avevamo appena finito di festeggiare Pasqua con i bimbi della
nostra scuola Ren de Lapé: amici haitiani che ci hanno preso a
cuore sono venuti martedì con dolci per tutti e così tra
canti, saluti e ringraziamenti vari la scuola ha iniziato il
suo periodo di riposo per le previste vacanze.
Ieri la consegna delle pagelle ai genitori ed anch’io mi metto
in fila per ricevere quella dei bimbi della casa che
frequentano l’asilo. Volevo fare un post per raccontarvi dei
nostri “studenti” degli esiti avuti e di come siano contenti
in questi giorni di vacanza di godersi la piscina della casa
ed il pratone per giocare.
Invece la mattina del Giovedi Santo si apre per noi con
l’ennesimo scossone: verso le otto del mattino un uomo arriva
alla kay correndo e gridando con in braccio un bambino. Dietro
di lui uno stuolo di donne urlanti e lui impacciato, non sa
cosa fare. Un altro uomo che noi ben conosciamo perchè è il
papà della nostra Michela, gli prende il bambino dalle braccia
e corre verso di me.
Tutti gridano “Ha la febbre, ha la febbre, sta male,
aiutateci….”. Il piccolo Widlove, che frequenta il secondo
anno di asilo alla nostra scuola giace a terra privo di vita,
portato via da una febbre forse da pochi minuti. Solo martedi
alla festa di Pasqua gli avevo fatto una foto.
Il Mistero della vita, il Mistero della morte: tra Natale e
Pasqua. Lui ci è già passato, ha aperto una strada, a noi
andargli dietro quando e come vuole Lui. Nel cammino della
Settimana Santa di Gesù c’è dentro tutto.
Che Widlove interceda per noi perchè possiamo stare a questo
tutto amandolo perchè dato.
Che
questa
domanda
ci
accompagni durante tutta la
settimana
Così Papa Francesco ha concluso la sua omelia nella
celebrazione della Domenica della Palme con cui si
è ufficialmente aperta la Settimana Santa.
Una raffica di domande sorte davanti all’incontro che il
Vangelo di ieri ci ha fatto fare con una varietà umana
sorprendente: tutti, ma proprio tutti, hanno dovuto prendere
posizione davanti a Cristo.
Chi sono io davanti al mio Signore? I dirigenti, i sacerdoti,
i farisei, i maestri della legge, Giuda, i discepoli, le
donne, Pilato, la folla, i soldati, il cireneo, i passanti,
Giuseppe d’Arimatea, Maria, tutti chiamati a fare i conti con
quel Fatto, con quella Presenza, con quel volto. Chiamati a
prendere posizione davanti a Lui, alla sua umanità.
San Francesco in ginocchio a San Damiano gridava “Chi sei Tu?
Ed io chi sono?”
Questa mattina tornando da messa la nostra piccola Kernia era
immobile nel suo lettino, portata via in silenzio. Ma chi era
Kernia davanti a Lui e chi è adesso Kernia davanti a Lui?
Anche lei chiamata a prendere posizione davanti ad un Fatto.
Il richiamo del Papa ad entrare nella Settimana Santa con una
domanda, si fa grido davanti al corpo senza vita di Kernia:
chi sono io?
Ed è la, in questa domanda che si spalanca la possibilità di
decidere la propria posizione davanti a Cristo, si spalanca
nell’istante, si spalanca ogni giorno e la risposta può non
essere mai la stessa, ma ciò che so per certo è il desiderio
di cercare questa risposta ogni sera quando, rimettendo tutto
nelle Sue mani, nel silenzio della notte, mi sorprendo Sua,
fatta da Lui e per Lui e domando di saper correre al Sepolcro
domenica mattina anch’io con il cuore gonfio della certezza di
Lui e della domanda che Lui sia e sia per sempre.
Io sono Tu che mi fai
Aveva due mesi, era nato il 16 gennaio, il giorno in cui io
ricordo la mia partenza da casa per entrare in convento ad
Assisi, una data scelta dai miei formatori: san Marcello.
Kenson nasce in una baracca di Waf Jeremie con la sua
gemellina che non è mai arrivata ad avere un nome perchè muore
pochi giorni dopo essere venuta al mondo e pochi giorni dopo
che la loro stessa mamma è morta.
Il papà Likman arriva in lacrime alla nostra casa, teme per la
vita del suo bambino, è disperato, non sa come occuparsene. Ci
chiede di accoglierlo in casa. So che non siamo all’altezza
è un bimbo già in stato di sofferenza, denutrito, aggrappato
alla vita per un filo. Non ho personale competente in grado di
occuparsene, ma l’alternativa qual è?
Le porte della kay Pe Giuss si aprono ancora e Kenson è dei
nostri, fragile compagno di strada, per quanto tempo ci sarai
dato?
Il giorno dopo all’ospedale per un controllo generale e la
doccia fredda: Hiv positivo. Iniziano le mail a breve giro con
Clotilde la nostra mitica pediatra da poco rientrata in Italia
ma la situazione peggiora: Kenson perde peso, vomita, non
vuole prendere il latte. Chiedo al parroco di battezzarlo e ci
accordiamo per questa mattina in chiesa alle sei. Ma Kenson
non ci arriva, un’ultima corsa all’ospedale dove muore tra le
braccia di Safira la nostra infermiera, voluto bene fino
all’ultimo nella sua piccolezza di bambino.
“Che cos’è l’uomo perchè te ne ricordi? IL figlio dell’uomo
perchè Tu te ne curi? Eppure lo hai fatto poco meno degli
angeli, di Gloria e di onore lo hai coronato” salutiamo il
piccolo Kenson, compagno di viaggio per sempre, con le parole
del salmo 8 certi che ciò che definisce il nostro piccolo
amico ed il breve tratto di strada che ha fatto non è la
durata della sua vita, nè la situazione in cui ha vissuto, ma
il compito che ha compiuto, misterioso, sconosciuto.
Forse doveva richiamarci a ciò che definisce tutti noi anche
dentro le tribolazioni che la vita comporta: l’essere di Un
Altro e da questo Altro essere amati per sempre.
In vacanza con Suor Marcella
Dopo “In cammino con Suor Marcella” nasce un nuovo progetto di
aiuto al Vilaj Italyen ed al suo difficile cammino nella
baraccopoli di Waf Jeremie:
IN VACANZA PER SUOR MARCELLA
Un appartamento in Repubblica Dominicana in uno dei compound
più prestigiosi della penisola di Samana, a pochi metri dal
mare.
VISTA MAR offre tutto ciò che si può desiderare per una
tranquilla vacanza caraibica: sole, spiagge, riposo,
possibilità di gite ed escursioni, il tutto in un paesaggio
fatto di palme e fiori, cielo e mare.
Di giorno deciderete cosa fare immersi in tanta bellezza, di
notte vi terrà compagnia il rumore del mare.
L’appartamento dotato di due camere con bagno, cucina, sala da
pranzo, ed ampio balcone sul mare, immerso in un verdeggiante
paesaggio caraibico gode di spazi comuni al compound: un
ristorante con internet wi-fi gratuito, due piscine, infinite
pool, una sala per massaggio ed una palestra, due spiagge
private.
A piacere servizio in camera con prenotazione in giornata.
Affittando questo appartamento si sosterrà direttamente la Kay
Pe Giuss che, a Waf Jeremie, baraccopoli di Port au Prince,
Haiti, accoglie 70 bimbi da 0 a 4 anni abbandonati o resi
orfani dalla malattia e dalla violenza: tutte le entrate
saranno infatti devolute all’opera di suor Marcella ed ai suoi
bambini.
Per ogni informazione contatta [email protected]
Raccolto al Vilaj Italyen
L’orto caraibico cresce…. oggi prima raccolta
leccornie condivise alla Kay Pe Giuss.
e
prime
Fagioli e fagiolini crescono a vista d’occhio, le zucche
corrono per i muri con i loro bei fiori gialli e le zucchine
appaiono come all’improvviso a testa in giù.
Questa mattina i fiori di zucca sono stati raccolti, lavati e
preparati per essere fritti tradizionalmente con la pastella.
Sguardi stupiti seguivano suor Marcella nella preparazione e
quando il piatto è stato pronto tutti ad assaggiare e poi di
corsa a vedere le piante per rendersi conto di cosa avessero
mangiato!!!
Adesso aspettiamo pomodori, melanzane e peperoni….. abbiamo
appena
iniziato!!!!