Che Dio ci aiuti,Orrore alla kay Pè Giuss,Nuova avve

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Che Dio ci aiuti,Orrore alla kay Pè Giuss,Nuova avve
Vaccini
I nostri bambini cominciano a tornare a casa. Ieri sera mentre
l’ambulanza di Medici senza Frontiere veniva a prendere
Therese, saltellava giù dal sedile ….. Ruzzolo…. che
finalmente è tornato a regalarci i suoi incredibili sorrisi.
Le donne contente lo hanno accolto in festa e lui si è
sapientemente goduto ogni abbraccio, bacio, carezza per poi
correre in ufficio a prendersi la sua super dose di coccole.
Ne abbiamo 15 ricoverati al centro colera e Lovelie in
partenza adesso. Il fatto di prenderli in tempo e di essere
supportati da MSF che invia ambulanza e personale per prendere
in carico i nostri bimbi ci permette di gestire la situazione
con calma, di non far degenerare le condizioni fisiche fino a
diventare gravi.
Ieri sera Andrea ha portato Therese e ne ha approfittato per
visitare gli altri…. Anaika felice della visita gli si è
gettata in braccio contenta di vedere un volto amico, Marvens
con un grande sorriso ha lasciato il suo lettino pronto a
salire sul tap tap ma è stato fermato dalle infermiere perché
preferiscono tenerlo ancora qualche giorno.
Domani iniziamo a vaccinare tutti i bimbi ed oggi abbiamo
incontrato i genitori della scuola per chiedere la firma per
l’autorizzazione. Anche il personale delle nostre opere
usufruirà ovviamente del vaccino e per qualche anno dovremo
poi essere coperti.
Su Waf si registrano una trentina di casi, ma appunto ritenuti
nella media quindi non si muove niente…. speriamo continui a
pensarci il buon Dio!!!!
Grazie
Scrivo in fretta solo per dare notizie a tutti quelli che vedo
collegarsi al sito ogni giorno: ci volete bene in tanti,
grazie. In tanti mi scrivono, in tanti si muovono.
Tra i tanti che si muovono c’è Rosaria che qui c’è venuta con
suo marito Ferdinando subito dopo il terremoto, che quando ha
letto che per comprare la tomba dovrò chiudere le attività a
scuola ha mandato una donazione per acquistare lo spazio al
cimitero e così la scuola non chiuderà, o l’associazione Agata
Smeralda Onlus che dopo averci promesso l’aiuto per acquistare
i vaccini per tutti i bambini della Kay, ha invece mandato
questa mattina un aiutone per acquistare i vaccini sono solo
per la kay, bambini ed operatori, ma anche per i bimbi e gli
educatori della scuola e dell’asilo. Stiamo effettuando
l’acquisto e cominceremo subito a vaccinare.
Intanto due dei nostri bimbi sono tornati a casa e tre sono
appena partiti per il CTC (Centro trattamento colera). Li
stiamo prendendo in tempo, Andrea passa con loro la notte per
seguire l’evoluzione ed al mattino decidiamo chi parte.
Siamo in mezzo alla battaglia….. come sempre….. ma non siamo
soli!!!!
Grazie a tutti.
HAITIAMOLI
Luke, Andrea e Nikenson hanno cominciato ad entrare su Waf per
capire la reale entità del problema. In un’ora e mezza hanno
trovato che dal 1 aprile ad oggi ventiquattro persone sono
state ricoverate per colera nei vari centri della città. Di
queste ventiquattro una bimba, Aline, di otto mesi è deceduta,
gli altri sono già rientrati a casa. Hanno anche trovato un
uomo ed una bambina in condizioni serie e, dopo averli
stabilizzati con una flebo, sono stati mandati al CTC gestito
da Medici Senza Frontiere che in questo momento sembrano gli
unici in grado di reggere la cosa anche se anche loro
aspettano che i numeri cambino per muoversi.
Meno male che noi abbiamo incontrato qualcosa o meglio
Qualcuno che ci fa muovere senza numeri!!!
Intanto ci sono gli altri bimbi da seguire, come il nostro
Kevin, gemellino della piccola Keisha che oggi è stato dimesso
dall’ospedale e per portarlo a casa abbiamo….. dovuto
pagare!!! Dopo aver comprato le medicine, pagato gli esami, e
dopo che la sua mamma se l’è tenuto in braccio per una
settimana su una sedia perché non aveva diritto ad un posto
letto… paghi anche all’uscita!!! Non solo, prima di uscire
devono fargli il test Hiv e…. lo paghi tu!!! Numeri,
numeri, numeri…. servono i numeri ed allora “usiamo” i bimbi
di Haiti… Non interessa se il test l’ha già fatto… Kevin era
un numero quando è entrato, lo è stato mentre era dentro e lo
è ancora di più adesso che esce… Ma per fortuna adesso è a
casa dove i numeri sono spazzati via dall’umano che avanza e
dove ogni bimbo è un tu.
Keisha
Mentre parlavo ieri via skype con tanti di
trovati a mangiare una pizza per raccontarsi
nostra esperienza, la piccola Keisha aveva
cardiaco. Rianimata, la vita appesa ad un
voi che si erano
la bellezza della
avuto un arresto
filo lottava per
vivere. Oggi tre arresti. Valentina che le sta accanto in
questa lotta mi telefona, mi aggiorna, mi dice “Sta lottando
per vivere”. E Keisha vive. Vive per sempre. Vive nella Gloria
di Dio. Battezzata in corsa mentre di notte il tap tap parte
verso l’ospedale. Una bottiglia d’acqua “Io ti battezzo
piccola Keisha nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo. Ora sei sua e sei sua per sempre”. Consegnata.
Afferrata da Cristo in corsa, ma afferrata.
Come afferrati siamo tutti noi in queste ore di dolore e
silenzio. Silenzio. Oggi la Kay era zitta. Ogni gruppo di
bambini dentro la propria casetta. Le piscine vuote, i
giocattoli annegati nel cloro, le tavole apparecchiare nei
corridoi. Irreale.
Camminavo in mezzo ai fiori restando esterna per non essere
mezzo di contagio io stessa. Guardavo dalle finestre cosa
succedeva dentro le casette. I bimbi ammalati e quelli
deceduti sono tutti della stessa casetta, la Ti Kana.
L’abbiamo disinfettata, isolata. I bimbi non entrano in
contatto con gli altri bimbi per quanto si può… perché poi
mentre giro da esterna mi salta fuori la Pomdetè e mi corre
incontro, sfuggita all’educatrice che inferocita mi richiama a
non far uscire i bambini!!! E poco dopo Schnaider…. zitto
zitto aggira tutto e tutti e compare in camera mia!!!!
Silenzio irreale, ma silenzio che a me continua a parlare di
speranza.
Poi il caos…. la voce che alla Kay i bambini stanno morendo si
sparge…. le prime mamme o presunte tali arrivano…. alcune date
per morte appaiono…. qualcuna vuole portare via il suo
bambino, ha paura. Bene mi siedo alla scrivania e comincio ad
accoglierle una per una. Faccio firmare documenti ridò i
bambini. Ad un certo punto la mamma di Tamara. Sono stanca,
non ce la faccio davvero più…. le dico arrabbiata che può
prendersi la sua bambina che non c’è bisogno che mi dica
nulla, che firmasse e basta e bla bla bla…. le porgo penna e
foglio e lei con un sorriso mi dice “Mamer terminé?” che
significa “Suora hai finito?” Mi spiazza, si certo che ho
finito. “Non siamo tutti uguali, io non ho mai immaginato che
mia figlia potesse vivere nella bellezza in cui vive. Mia
figlia era morta, nella tua casa vive. Potresti dirmi domani
che il colera se l’è portata via. Ti direi grazie perché ha
vissuto felice.”
E la giornata continua riafferrata dalla certezza che tutto è
Suo.
Dov’è
o
vittoria?
morte
la
tua
Arrivederci Davidson in Paradiso ritroverai la tua mamma
portata via dall’AIDS pochi giorni dopo la tua nascita, giorni
in cui il tuo papà ti aveva portato alla kay Pè Giuss.
Eri arrivato in malnutrizione grave, in braccio al tuo papà
che chiedeva per te di aiutarti a vivere. Avevamo chiesto il
documento che attestasse la morte della mamma ed il tuo papà
era tornato pochi giorni dopo con il tuo atto di nascita.
Avevo deciso di lasciar perdere ed eri stato accolto nella
casetta Ti Kana. Un’accoglienza segno di Un’altra accoglienza,
ben più grande e definitiva: goditela tutta adesso che sei li
e proteggici dal Paradiso.
Che Dio ci aiuti
Lunga notte alla Kay Pè Giuss: la diagnosi della morte del
piccolo Yvenson è giunta a raggelarci tutti… colera, quello
che temevamo.
Nella giornata di ieri il nostro tap tap ha fatto spola tra la
kay e il centro colera del Foyer San Camille e piano piano
Bethnie-Flore,, Stephani, Roseberline, Roseberlande, Marvens,
Dony, Jefferson, Woodmaelle, Mondy, Charlson,
Wilbens,
Melinda e Solinda sono partiti in corsa con la Speranza. Nella
notte Mezline, Mickenson, Davidson e Gidline lasciavano la
Kay.
Ora cerchiamo di affrontare l’emergenza per i nostri bimbi
della kay ma per tutti quelli che vivono nelle baracche
davanti a noi.
Gli amici di AVSI e CARITAS ITALIA al nostro fianco ci portano
cloro, guanti, flebo, ci prestano personale per seguire i
bambini già ospedalizzati, ci aiutano nella notte a trovare
un’ambulanza che venga a prendere chi si sta aggravando. Da
Firenze AGATA SMERALDA ONLUS invia la somma necessaria ad
acquistare i vaccini….. 45 U$ a bambino….
Chi ha potuto si è messo in viaggio: Andrea sta volando da
Milano e domani mattina sarà qui. Da Roma il pediatra Corrado
Ferrari lancia una campagna tra i suoi pazienti per aiutarci a
mettere in piedi in fretta un punto di reidratazione perché la
gente di Waf abbia anche nella notte un luogo in cui andare ai
primi sintomi e trovare la prima assistenza.
Ed io intanto a cercare di dare una sepoltura cristiana al
piccolo Yvenson: ieri la morgue comunale ha rifiutato di
prendere in consegna il corpo, il piccolo è ancora qui. Sto
cercando di acquistare uno spazio al cimitero privato, l’unico
che parli di cristianità: 8.000 dollari per quattro grandi
loculi e dar vita alla cappella funeraria della kay Peè Giuss,
dobbiamo pensare anche a questo.
Per riuscire a pagarla
chiuderemo le attività pomeridiane della scuola e recupereremo
soldi dai salari di chi lavorava il pomeriggio. Siamo in
emergenza e non ho altra possibilità.
Mi affido alle preghiere di tutti voi e che il buon Dio ci
assista.
Un abbraccio.
Orrore alla kay Pè Giuss
Lo chiamavano “Ti blanc” piccolo bianco, per via della sua
carnagione chiara e dei capelli biondi.
Gli occhi verdi che parlavano di un papà che la mamma non ha
mai saputo chi fosse, o voluto dire.
Era arrivato da noi due anni fa in malnutrizione grave. La Kay
Pè Giuss non c’era ancora e così l’avevamo accolto nella
nostra casa di Tabarre. Una volta ripreso il peso forma la
mamma in lacrime ci aveva chiesto di occuparci del
bambino perché lei non sapeva cosa dargli da mangiare e temeva
che sarebbe ricaduto nella malnutrizione grave come era già
successo con Tamara.
Yvenson era rimasto ed i suoi occhi verdi rischiaravano la
Kay.
Questa mattina tornata da messa uno strano silenzio, donne in
lacrime e Mickenson che sommessamente mi dice di andare a
vedere il lettino di Yvenson.
Scomposto in una posa irreale, gli occhi infossati, la bocca
spalancata come a cercare un aiuto che non gli è venuto. Non
sembrava dormisse, sembrava proprio che non ci fosse più,
fosse già da un’altra parte, testimone silenzioso della vita
eterna che continua oltre la morte. Una porta oltrepassata,
una che si chiude e ad attenderci non il vuoto, non il nulla,
ma l’abbraccio Misericordioso del buon Dio e della Sua Mamma.
Scusaci Yvenson se questa notte non abbiamo sentito il tuo
grido, se ti abbiamo lasciato da solo in questo viaggio. La
morte ha visitato la nostra casa questa notte e ti ha scelto.
Non so perché proprio tu, ma so che proprio tu oggi ci ricordi
che siamo fatti per la vita, per la Resurrezione, per
l’eternità.
Arrivederci in Paradiso piccolo amico. Veglia suoi tuoi
fratellini della Kay Pè Giuss e si felice Ti Blank per le
strade del Cielo.
Nuova avventura
Per i bambini più grandi della Kay Pè Giuss è venuta l’ora di
spiccare il volo e di cominciare a mettere la testa fuori dal
nido del Vilaj Italyen per imparare a rapportarsi con il mondo
e la realtà ed essere in grado domani di affrontare le fide
che la vità gli darà.
Per questo i bambini della Kay chiamati ad iniziare la prima
elementare il prossimo anno non frequenteranno la scuola della
missione Rèn de Lapè, pensata per aiutare tutti i bimbi della
baraccopoli ad imparare almeno a leggere ed a scrivere e
crescere con due pasti al giorno assicurati, ma
inizieranno l’avventura educativa alla scuola salesiana delle
suore di Don Bosco poco lontane dalla kay.
Per entrare a questa scuola c’è un esame selettivo e noi ci
siamo preparati ad affrontare la sfida con centinai di altri
bambini accorsi il giorno delle prove.
Emozionati sabato mattina alle 7.30 Rico, Richlo, Richela,
Rubens, Shedlene, Shedlove, Christella, Isaac, Yonelson e Pal
erano già pronti con le loro uniformi gialle a saltare sul tap
tap in partenza per il quartiere di Citè Militaire, sede della
scuola e della casa delle suore. Con loro anche Chico che
invece tenta l’esame di ammissione alla terza classe.
Alle 12.30 il pulmino ritornava carico di giallo, con i bimbi
che accorsi in ufficio raccontavano cosa avessero fatto e
soprattutto mostravano felici la matita che la suora aveva
loro regalato per sostenere l’esame perché ovviamente….. noi
non avevamo pensato che agli esami si va anche attrezzati!!!
Cominciamo bene!!!!
Adesso aspettiamo il 2 maggio, giorno in cui andremo a
ritirare i risultati e scopriremo chi ce l’ha fatta. Prima di
salire sul tap tap un attimo di riflessione per capire che
questo test poteva essere la chance della vita per chi sarebbe
passato perché il prossimo anno scolastico avrebbe potuto
iniziare una carriera scolastica che avrebbe potuto portarlo
molto lontano, afferrando nella vita quella possibilità che
l’apparenza sembrerebbe negare.
In cammino dunque ed in attesa, costruendo un futuro per e con
questi bambini e quindi per il paese e per il mondo.
Il sussurro del silenzio
Ho seguito la veglia del Papa perché qui di sera è impossibile
uscire, ho fatto la comunione nella cappella della Kay ed ho
cantato l’Alleluia alla quattro del pomeriggio. La fatica di
non poter partecipare alla veglia è stata spazzata via da quel
sentirsi Chiesa anche attraverso una connessione internet che
porta fin dentro Waf la voce del Papa ed i canti della
liturgia della notte di Pasqua.
E quel “sussurro sonoro del silenzio” che il Papa ci ha
invitato ad ascoltare in questa notte che lui ha definito “di
veglia, perché il Signore non dorme, di dolore e di paura”
quel sussurro esplode nella bellezza della vita della kay che
cresce attorno a me: un sussurro attraverso cui Dio ci parla,
una bellezza attraverso cui Dio ci parla.
Allora il sussurro della bellezza. In questa notte di Pasqua
questo è il tenero sussurro della nostra casa: la bellezza che
ci parla con nostalgia di una Bellezza lontana ma certa, di
un Mistero che questa notte tre povere donne hanno avuto il
coraggio di raccontarci.
Buona Pasqua cari amici.
Entriamo nel Mistero
Dopo la messa crismale di questa mattina in cattedrale insieme
all’arcivescovo ed ai sacerdoti della diocesi eccoci entrati
nel Mistero del triduo Pasquale con la messa “In cena domini”:
è impressionante pensare a cosa sta succedendo, alla portata
eterna di questi giorni, al Mistero che c’è sotto. Pensavo a
Pietro che esuberante butta sempre sul tavolo tutta la sua
umanità, o a Giovanni che dicono avesse messo il volto sul
petto di Gesù, a Giuda…. ma che solitudine doveva vivere
quell’uomo? E tutti gli altri lí con le loro umanità ricche
sicuramente di desideri e di certezze, uomini che entro poche
ore spariranno e Lo lasceranno solo. Ma che Mistero!
Ed è a questo Mistero che voglio educare i nostri bimbi della
kay Pè Giuss. Per questo questa mattina mi sono seduta con i
più grandi per raccontargli del bene che Gesù voleva ai suoi
amici e di come questo bene cominci nel gesto di lavare loro i
piedi. Mi ascoltavano in silenzio qualcuno tirandosi le
orecchie per aprirle bene, qualcuno sorridendo e qualcuno come
la Cassi e Gesinor litigando per il posto in cui sedersi!!!
Alla fine un gruppetto è stato scelto per salire alla
Nunziatura Apostolica e partecipare alla funzione.
Il
resto
della
giornata
è
stato
quindi
utilizzato per preparassi all’evento: scegliere i vestiti più
belli, lavare le scarpe da ginnastica (… le uniche che
abbiamo!!!), pettinare le bambine con pallini e codini
colorati. Alle 16.30 la partenza, ammassati nella macchina per
evitare di perderseli per strada.
Don Giuseppe, segretario della nunziatura ed amico della kay,
mi aveva anticipato che avrebbe lavato i piedi a quattro
dei nostri bambini e così Chico, Jokenson, Yonelson e
Isaac emozionati si sono preparati
all’evento.
Durante la funzione sono stati
bravissimi e con loro Jorimel,
Schnaider, Rischla, Rico e
Shedlove che facevano parte
dell’equipaggio. Alla fine hanno
aperto la processione per
accompagnare Gesù in cappella
dove le suore della casa
aveva
preparato
l’altare.
In ginocchio circondata da questi bimbi li affidavo uno per
uno a Lui, l’unico che può compierli, come ha compiuto quei
dodici che sedavano a tavola con lui pur sapendo che sarebbero
spariti tutti.
Affidavo loro ed affidavo gli altri 96 rimasti a casa. E con
loro, piccoli compagni di strada, entravo nel Mistero di
questi giorni, Mistero che non chiede di essere svelato ma
soltanto di essere guardato in ginocchio, in silenzio.