Dopo atroci sofferenze... SILVIO HA SCARICATO BERTOLASO
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Dopo atroci sofferenze... SILVIO HA SCARICATO BERTOLASO
PERIODICO DI SATIRA E BUONUMORE - Anno XIX - n. 43 - MAGGIO 2016 - Direttore Responsabile: Antonio Galuzzi - Aut. Trib. MN n. 5/97 del 23/05/1997 - COPIA OMAGGIO IL NOTTURNO RENZI: «RESTITUIREMO AGLI ITALIANI L’ORGOGLIO DI APPARTENERE A QUALCOSA DI GRANDE». LA BUNDESBANK piattaforma sociale La vera storia della nascita della piattaforma sociale (e non come abbiamo sempre creduto,un’illuminazione del suo presunto fondatore a seguito di un viaggio in Russia, folgorato alla visione di una matrioska) Anni fa, durante momenti di estrema monotonia, creai una piattaforma sociale e il primo profilo personale esistente in natura, il mio. Successivamente ne realizzai un secondo, femminile, allo scopo di venire corteggiato per elevare l’autostima. In seguito un terzo, del marito della donna, geloso e infastidito da queste lusinghe. Quindi un quarto, del datore di lavoro del marito,volto a sorvegliare l’uomo troppo occupato a spiare la moglie sulla piattaforma sociale. Il quinto fu il profilo del garante, intento a indagare l’imprenditore per violazione della privacy. Fu la volta del sesto, quello di un senatore che denunciava le ingerenze del garante nella vita professionale altrui. Per settimo venne concepito il profilo del Presidente del Consiglio, nel quale si criticava il senatore per le frequenti distrazioni in aula dovute alla presenza costante sulla piattaforma sociale. L’ottavo riguardò l’Europa e in particolare la Germania,dove si chiedeva al Presidente del Consiglio, per il bene del suo paese,di curarsi di cose molto più importanti come ad esempio le ondate migratorie e il canone tv. Proseguii con il nono profilo, Israele, intervenuto per chiedere alla Germania di guardare in casa propria, tra tubi di scappamento scheletri nell’armadio e camere a gas. Gli stati nemici di Israele furono il decimo e da subito minacciarono di farsi esplodere assieme alla piattaforma sociale. L’undicesimo apparteneva al mondo intero ormai sfibrato dalle intimidazioni e fu utilizzato come arma di controminaccia per rispondere alle provocazioni. Degli alieni il dodicesimo profilo. Questi rimproveravano il pianeta terra per la superficialità e pochezza, considerato che nelle loro case godevano da tempo di innumerevoli onde gravitazionali. Il tredicesimo fu dell’universo e in particolare dei buchi neri, che scrissero un post agli alieni raccomandando una maggiore umiltà. In caso contrario li avrebbero polverizzati in un attimo scagliando un meteorite di enormi proporzioni. A quel punto decisi di prendere possesso di tutti i profili precedenti e, per abbassare i toni, iniziai a pubblicare freneticamente fotografie di cani, gatti, torte e macedonie, ricordando a tutti quanto fossero transitorie e fragili le parole scritte. Portai l’esempio della tragedia di Parigi, quando la piattaforma subì una folle saturazione causata da pareri, slogan e bandiere, il tutto dimenticato in breve tempo. Che fosse la morte di David Bowie o il Festival di Sanremo, ogni argomento veniva trattato con eccessiva voracità e un repentino oblio, tutto alla stessa stregua: la presentazione di una pietanza, un passo di Alda Merini o un barcone che affonda. Spensi il computer e finalmente mi riposai come quella volta, tanti anni fa. In sottofondo un vinile di Angelo Branduardi, che al mercato mio padre comprò. (Red) I L P D A F F R O NTA L A Q U E STI O N E M O R A LE RUBARE MENO R U BAR E TUTTI (Barbara Civitelli) Renzi: «Diamo finalmente ai giovani la possibilità di rubare senza dover espatriare» Bersani: «Non sono contrario a priori, ma il mio non è un sì cosmico» - Lupi: «Il furto non deve essere il frutto di iniziative sporadiche, bensì inserito in un più ampio programma di attività criminale» - Camusso: «Un dovere creare posti di lavoro dai quali assentarsi» - Papa Francesco: «Anche il buon ladrone è andato in Paradiso» - Formigoni: «Grazie a me la Lombardia è stata un’eccellenza nel ladrocinio» - Salvini: «Rubiamogli a casa loro!» - Alfano: «Necessario un maggior coordinamento per debellare gli ultimi focolai di onestà» - Mattarella: «Occorre riflettere sulle cause che impediscono di delinquere a mente serena» - Padoan: «Incentivi alle imprese che occultano capitali nei paradisi fiscali» - Cantone: «La malavita disorganizzata rischia di rallentare il cambiamento nel Paese» Dopo atroci sofferenze... Le donna è come certa musica jazz. Ti sforzi di comprenderla più e più volte, senza riuscir vi. Red Allora ti limiti ad ascoltarla. SILVIO HA SCARICATO BERTOLASO 2 Ogni epoca esprime la sua cultura, e anche le favole devono essere aggiornate ATTUALITÀ il fondo del barile di Teo Guadalupi ASINO CHI LEGGE Io sono nato nel 1968. In un certo senso ho fatto davvero il 68, perché io l’occupazione l’ho fatta seriamente. Nove mesi in quella maledetta pancia. Sono stato bambino negli anni 70. E negli anni 70 quelli che leggevano erano dei fighi. Erano gente di cultura. Erano gente che non si faceva sottomettere. Perché aveva letto. Adesso siamo nel 2016. Adesso la stragrande maggioranza degli italiani non legge. Non solo. Se tu leggi, ti considera uno sfigato. Uno che perde tempo sui libri invece che andare a fare l’happy hour o il brunch. Il loro unico momento di contatto con la cultura è la settimana del Salone del Mobile a Milano. Io ho vissuto in prima persona uno che si vantava di avere come unico riferimento culturale Tex. Tex!!!! Ma vi sembra normale che una persona adulta legga Tex? A proposito. Avete mai notato che tutte le volte che Tex mangia a casa di qualcuno, la padrona di casa è un’ottima cuoca? Mai visto Tex andare a casa di qualcuno e dire “Tuoni e fulmini come ho mangiato male”. Ecco adesso sapete che leggo Tex. Vado, che mi aspettano per l’happy hour. Buona cultura a tutti. E viva Mantova. E Tex. La redazione [email protected] Antonio Galuzzi Antonio Voceri Enrico Ettore Alberini Corrado Giamboni HANNO COLLABORATO Andrea Appi - Barbara Civitelli - Lola Corre - Teo Guadalupi - Davide Red Guernelli - Palestra Kotiomkin - Like Fabrizio Pescara - Massimo Pica Stampato in 1.500 copie da Fda Eurostampa di Borgosatollo (BS). Distribuito in omaggio. On line: www.ilnotturno.net/cover.htm CAPPUCCETTO VERDE, una fiaba animalista e vegana C’era una volta una bambina che amava molto gli animali, tanto che non li mangiava mai. E nemmeno si nutriva di quello che producevano gli esseri viventi. Si cibava soltanto dei frutti della terra. Il suo ortaggio preferito era il cavolo cappuccio; ne era talmente ghiotta che tutti la chiamavano… Cappuccetto Verde. Un giorno la mamma le disse: “Qui c’è una torta di quinoa alle carote e latte di kamut: portali alla nonna. E stai attenta per la strada, non curiosare in giro come fai di solito!” “Mi comporterò bene” rispose la bambina, salutando la mamma. Quando Cappuccetto Verde entrò nel bosco, fu subito avvicinata da un lupo. Ma siccome amava tutti gli animali della terra, non ebbe paura di lui. “Dove stai andando, piccola bambina?” le disse il lupo. “Dalla nonna.” “E cosa porti nel cestino?” “Torta di quinoa alle carote e latte di kamut.” “E dove abita la nonna?” “A un quarto d’ora da qui, nel bosco, vicino all’albero di nocciole.” Il lupo pensò che avrebbe potuto fare un pasto ben più saporito… Così decise di tenderle una trappola. “Ehi, Cappuccetto Verde” disse, “guarda là, quanti fiori colorati: perché non ne raccogli un po’?” La piccola pensò: “Ma sì, credo che alla nonna farebbe piacere se le portassi un bel mazzolino di fiori.” Così, abbandonò il sentiero maestro per raccogliere un fiore dopo l’altro, finché non finì per addentrarsi sempre di più nel bosco. Nel frattempo, il lupo raggiunse la casa della nonna e bussò alla porta. “Chi è?” si sentì dall’altra parte. Ma lo sai che Verdini ci sta ripensando ad allearsi col Pd? “Sono Cappuccetto Verde, nonna. Sono venuta a portarti un po’ di torta e latte.” “Entra pure, piccola mia.” Il lupo aprì la porta e avanzò nella stanza, dirigendosi dritto in camera da letto. “Oh, ma sei un lupo!” disse la nonna un po’ sorpresa. “Sì, un lupo molto affamato!” “Cosa vuoi da me?” domandó lei, preoccupata. “Non è che per caso avresti qualcosa di più saporito di una torta di quinoa e latte di kamut?” “Ma certo, cucciolotto” disse la nonna strizzando l’occhio. “Ho nascosto nel frigo un po’ di crema di tofu al cioccolato e latte di soia alla vaniglia. Purtroppo mia figlia si è fissata con i cereali alternativi...” Il lupo stava per uscire di casa, quando sulla porta le venne incontro Cappuccetto Verde, tutta contenta di aver ritrovato il suo amico. “Ehi, lupo. Grazie del consiglio! Guarda che bei fiori che ho raccolto per la nonna!” disse mostrando un mazzo di primule coloratissime. LA BALLATA DEGLI INTERINALI Tutti lavorammo a stento ingoiando l’ultima busta paga tirando calci al voucher vedemmo sfumare la pensione. Alcune donne hanno un’innata capacità di sorprenderti. Magari mentre sei con un’altra... E LA PAROLA SI FECE SILENZIO Dal Vangelo di Matteo (Mt 9,9) In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo, seduto alla buvette della Camera dei Deputati, chiamato Matteo, e gli disse: «Resta pure dove sei». Red Gli rovina il curriculum... Proprio in quel momento, un cacciatore che era solito andare per boschi giunse nei pressi della casa. Alla visione di quella scena, si ricordò di una vecchia favola che ascoltava da piccolo, in cui un cacciatore salvava nonna e nipotina estraendole dalla pancia di un lupo cattivo. Così, l’uomo imbracciò il fucile ed entrò in casa. Ma non ebbe nemmeno il tempo di puntare l’arma contro l’animale che subito Cappuccetto Verde lo aggredì, il lupo lo immobilizzò a terra, e la nonna lo colpì in testa con un grosso bastone. Al risveglio il cacciatore si ritrovò legato mani e piedi, con un bavaglio alla bocca, circondato dai tre che lo guardavano con aria minacciosa. “Oh, nonna, ma che pancia grande che ha!” disse Cappuccetto Verde. “È obeso, mia cara.” disse la nonna. “Ma nonna, che piedi grandi che ha!” “Ha la gotta, tesoro”. “Nonna, ma che bocca grande che ha!” “È per mangiare bocconi più grandi!” “Ehi, nonna, che denti affilati che ha!” “È per masticare meglio… la carne!” La nonna non aveva ancora finito la frase che subito il lupo fu addosso al cacciatore. Lo colpì e lo azzannò più volte, vendicando tutti gli animali che erano stati da lui uccisi e mangiati. Fu una gran festa per tutti. La nonna mangiò la torta che le aveva portato la nipotina, il lupo si accontentò del latte di soia alla vaniglia… e Cappuccetto Verde pensò: “Fin che vivrò, non lascerò mai più la strada maestra per avventurarmi da sola nel bosco, perché potrei incontrare un cacciatore… carnivoro.” Fabrizio Pescara 3 PALESTRA Dettatura facilitata www.kotiomkin.it - www.facebook.com/kotiomkinlab Ho una forte sciatalgia (nostalgia) per il mio primo cellulite (cellulare) con i mastini (tastini) gommosi che si staccavano facilmente, nei (sei), tette (sette) oppure fotto (otto) e a volte, nel riposizionarli distrattamente, capitava di chiavare (chiamare) Pompei (pompieri). Questa sudata (saudade) tecnologica deriva dai ripetuti errori dell’anarchico Rettore (correttore) di testi, un infernale malore (malware) che si ostina a musicare (modificare) le mie parole come un inabile (instabile) logopedista, un professorino mignolo (pignolo) e scalpo (scapolo), scatenando qui quo qua (qui pro quo) epocali, risse insetti (inesistenti), colazioni (colluttazioni) verbali. Salvatore Aranzulla, insegnami tu come disattivare questo ipocrita soccorritore che, sotto mentite spoglie, procura una dolce morte all’indipendenza dei miei pensieri! - Bisogna effettuare scavi e penetrazioni in quella (diga) - Quando esce dal barbiere ha una faccia da (pazzo) - Si ruppe lo scooter e fummo costretti a salire con il (mulo) Alla fine, uno svarione dopo l’altro, ne è comunque uscito un testo dei Modà. (“Nessuna sostituzione trovata”) Red La moglie di Girone: «Aspetto Salvatore a casa». «Ti sembra questa l’ora di tornare?!?» LIBERTÀ DI STAMPA, L’ITALIA PERDE QUATTRO POSIZIONI. MA RIMANE SALDA QUELLA A 90 GRADI. Bologna; esponente di Forza Italia si veste da nazista per il suo matrimonio. Tre cazzate in un colpo solo. (Fulvio Maranzano) 4 E VENTI Mantova. Giardini di Cultura 2016 è la seconda edizione di un progetto di rete che aveva preso vita nella primavera del 2015. In questo percorso che vuole promuovere un approccio culturale all’ambiente naturale, è inevitabile la connessione con Mantova Capitale della Cultura 2016. Sei incontri dai toni diversi ma legati da un unico filo conduttore in cui filosofia, letteratura, satira, scienze e teatro si connettono a temi naturali, spesso in contesti all’aperto quando non in veri e propri giardini, con l’intenzione di contribuire anche con una serie di piccoli ma significativi eventi al clima fervido di idee di Mantova Capitale della Cultura 2016, un’occasione cioè di coinvolgimento della società civile, a testimoniare il senso di comunità che la cultura può aiutare a rafforzare. ilMorandazzo del grandissimo Massimo Pica lo trovate in vendita su Amazon: costa solo 9 euro e vi assicura risate a non finire (a dir la verità le risate poi finiscono, però sono parecchie) Come nella scorsa edizione, il Centro di Servizio per il Volontariato Mantovano (CSVM) ha tenuto insieme le parti, favorendo la condivisione di idee e un confronto tra realtà diverse, che si sono incontrate sei volte per progettare e definire quello che poi è diventato Mantova. Giardini di Cultura 2016. Hanno dato vita infatti al percorso di Mantova. Giardini di Cultura 2016 una serie di associazioni come Associazione Amici di Merlin Cocai, Associazione Borgo Angeli, Associazione Culturale Anna Frank, Associazione per i monumenti domenicani, FIAB Federazione Italiana Amici della Bicicletta, Circolo culturale Il Notturno, una cooperativa, la Cooperativa Il giardino dei viandanti, un ente profit, Bonini Garden e uno pubblico, il Comune di Mantova, anche tramite il Centro Culturale Gino Baratta che, in considerazione della ricchezza della proposta ha valutato di sostenerne le spese. Si parte giovedì 5 maggio alle 18 nel giardino di Casa Andreasi: il naturalista Renato Marocchi dell’Associazione Merlin Cocai approfondirà il tema Erbe alla Fontana. Fiori e piante in Mantova città d’acqua. La settimana successiva, venerdì 13 maggio sempre alle 18, presso il giardino del Centro Culturale Baratta lo studioso dell’Umanesimo mantovano Rodolfo Signorini per l’Associazione Merlin Cocai si focalizzerà su Primavera folenghiana e il regno di Venere. Nel weekend seguente l’appuntamento sarà doppio. Venerdì 20 maggio alle 21 nel Teatro delle Cappuccine il Circolo Il Notturno metterà in scena una performance satirica con i comici di Kotiomkin, dal titolo Guida non ragionata alla Capitale della Cultura. Sabato 21 maggio alle 18 presso Bonini Garden, la Cooperativa Il giardino dei viandanti e Bonini Garden offriranno una serie di letture, con accompagnamento musicale, sul tema Metti un tramonto d’inizio estate. Conversazione sul mondo meraviglioso del piccolo popolo; con l’intervento di Antonio Tesini sull’agricoltura biodinamica, ci sarà l’opportunità di una merenda come una volta e di visitare le opere di un laboratorio di arteterapia realizzate da persone con disabilità. La riflessione su L’ideale del giardino come simbolo della cura di sé e cura del mondo nel pensiero di Ágnes Heller sarà il fulcro dell’incontro di giovedì 26 maggio alle 18 presso Casa Andreasi, tenuto dalla filosofa Ornella Crotti e organizzato dall’Associazione per i Monumenti Domenicani. L’ultimo appuntamento è previsto per sabato 11 giugno alle 18 a Borgo Angeli, nella piazzetta Lucio Campiani, dove l’Associazione Borgo Angeli, l’Associazione Anna Frank e la FIAB - Federazione Italiana Amici della Bicicletta invitano a partecipare allo spettacolo teatrale La fatica di Charly. La scalata ciclistica del Bondone, di e con Andrea Buffa. TUTTI GLI EVENTI SONO DEDICATI ALLA COMUNITÀ E ACCESSIBILI LIBERAMENTE Per avere informazioni su Mantova. Giardini di Cultura 2016 è semplice, basta: contattare CSVM Centro di Servizio per il Volontariato Mantovano telefonicamente allo 0376.367157 oppure al 345.6049346, via email comunicazione@csvm. it, navigare sul sito csvm.it nel box colorato di viola, seguire gli eventi sulla pagina Facebook di CSVM (#giardinidicultura), sfogliare gli scatti degli incontri su Flickr. 5 STRENNE 6 E VENTI Metti un tramonto d’inizio estate ERBE ALLA FONTANA Conversazione sul mondo del piccolo popolo con Antonio Tesini. Agricoltura biodinamica e merenda come una volta L’attenzione è posta sulle piante acquatiche presenti nel Bosco della Fontana e nel territorio del parco del Mincio, prossimo alla città, una città d’acqua, dichiarata capitale italiana della cultura 2016. La natura infatti è cultura e conoscere le piante che popolano le nostre acque, gli ambienti umidi, i canneti, i cariceti e le rive dei corsi d’acqua, contribuisce ad amare e proteggere il territorio in cui viviamo. Il testo del Baldus che Rodolfo Signorini commenterà. Lux venit interea, qua Mantua tota bagordat. Prima dies maii nitido sub Apolline ridet. Gentilhomo suum quisquam iubet ante palazzum plantari arboreis antemnam frondibus altam, quam populus chiamat de mensis nomine maium. Turba triumphales seguitat plebaea carettas, quas huc quas illuc seu bos seu vacca per urbem grassa tirat, variisque rosis ornata caminat. Stat super alta strues foliis tessuta naranci, et myrthi, et lauri, mazuranae, rosque marini. Omne piopparum genus hic, omnisque virentum ulmorum speties, querzarum hederaeque sequaces sparpagnant capitum crines, decorantque quadrigas. Baldus, III, 178-190 ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DI STUDI FOLENGHIANI “AMICI DI MERLIN COCAI” MANTOVA-CAMPESE-MILANO www.teofilofolengo.org Sabato 21 alle ore 18.00 presso la SERRA DI BONINI GARDEN, il Giardino dei Viandanti condurrà l’evento dedicato all’agricoltura biodinamica e alla scoperta del piccolo popolo con Antonio Tesini (cooperativa agricola Cà Magre) e La Famiglia (gruppo musicale). Durante il pomeriggio sarà possibile anche visitare la mostra dei manufatti di arteterapia, nati dal laboratorio condotto dal Giardino dei Viandanti con gli utenti di Naturalmente Accessibile: le opere in mostra che rappresentano il rapporto tra uomo e natura, sono state realizzate con materiali naturali provenienti dall’orto di sinergico di Bonini Garden. L’evento si propone di far sperimentare al pubblico un nuovo rapporto con la natura, recuperando il legame storico tra essere umano e la natura generatrice di vita. Letture drammatizzate, musica e l’esperienza diretta di Antonio Tesini, esperto di agricoltura biodinamica ci condurranno alla scoperta del piccolo popolo e del mondo magico della natura. I nostri antenati conoscevano bene la natura, i suoi ritmi e le risposte, che al variare delle condizioni climatiche, potevano aspettarsi dalla terra. L’assecondare tali aspetti era talmente tanto considerato e valorizzato da rendere necessario fissarlo e tramandarlo nell’immaginario di grandi e piccini. È così che i quattro elementi (terra, aria, fuoco e acqua) sono arrivati fino a noi, attraverso le figure dei loro custodi: • gli gnomi, per la terra; • le silfidi, per l’aria; • le salamandre, per il fuoco; • le ondine, per l’acqua. Un corretto equilibrio di tutti gli elementi permette alla natura di essere rispettata nel suo ruolo di genitrice. La terra è la femminilità per eccellenza, accogliente, feconda e abbondante, ma può divenire anche arida, sterile e povera, quando l’intervento dell’uomo, agisce senza rispettarla. Recuperare il legame tra essere umano e natura diventa, ora più che mai, indispensabile, per ricordarci che il sostentamento arriva dalla terra, e da qui, la necessità di conoscerla, difenderla e armonizzarci con essa per preservare e migliorare la vita degli esseri viventi La fatica di Charly “La fatica di Charly” è un atto unico di teatro di narrazione con una forte componente musicale, che racconta la leggendaria tappa del “Bondone” al Giro d’Italia del 1956 che ebbe come protagonisti, Charly Gaul e Learco Guerra, che seppero trasformare un evento sportivo in qualcosa di più grande che tocca l’Umanità e l’essere “uomini”. Perché è stato scelto questo episodio? I motivi sono molteplici: giardini, verde, natura, ciclabili, bici… L’andare in bici ci permette di godere uno spettacolo straordinariamente bello. È utile alla salute e ci avvicina ad uno stile di vita più sobrio, ma al tempo stesso più sano. Charly Gaul è stato un mitico scalatore, irraggiungibile nelle sue imprese epiche, come quella narrata da Andrea Buffa. Il suo direttore sportivo, Learco Guerra, guida e, in certo senso “padre” di Charly, è il ciclista mantovano più noto di tutti i tempi, tramandato ai posteri con l’appellativo di locomotiva umana. Andrea Buffa, autore di molti testi rappresentati in tutta Italia, è anche interprete teatrale e musicista. Lo spettacolo La fatica di Charly, ad accesso libero e gratuito, in programma sabato 11 giugno 2016 alle ore 21 a Borgo Angeli nella Lucio Campiani, è stato voluto e organizzato per l’edizione 2016 di Giardini di Cultura, dalle associazioni Anna Frank, BorgoAngeli e FIAB (Federazione italiana amici della bicicletta) BUONGIORNO! (quello che si vede dal mattino) Il caffè lo berrò dopo adesso non ho tempo dài che andiamo. Strappo la borsa da terra e tiro giù il cappotto dall’attaccapanni. Tiro giù anche un porco perché il cappotto non viene, lo tiro lo strappo ma rimane agganciato al portacomecazzosichiama. Rimane agganciato al gancio insomma. E staccati cazzoooo. Tiro ancora finché si rompe. E vien giù anche tutto l’ambaradan. Ma vaffanculo. Dài! Muoviti che è tardi. Papà dessi! Sì. Andiamo. Dessi dessi dessi. Acchetto papà. No no andiamo dài. Papàààààààààà Non ti impuntare che non ho tempo. Mammmaaaaaaaaa! Eeeee e papà e mamma! E non piangere cazzzooooo! Calma calma: oggi no. Oggi non posso perder tempo. Acchetto dessiiiiii. Non capisco: Parla bene, fatti capireeeee! Calma... Ci provo: amore mio... sono tardi, faccio tardi al lavoro, dobbiamo andare. Acchettodesssssssiiiiii. Chi cazzo èèèèè achettodessi? Pronto? Dài che andiamo. Sì, buongiorno, mi scusi ma adesso non posso, se non è urgente mi richiami più tardi. E’ urgente. Vieni, dammi la mano... Papàààààà! Un attimo mi scusi che ho il bimbo che... Vieni per favore. Metto giù la borsa e ti prendo in braccio Mammaaaaaa! La mamma non c’è. Dài, andiamo. Chiudo la porta, Noooo! La chiave! No, non mi ricordo devo controllare ma... Mammaaaaaaaaaaaa! Noooooo! Merda! Mammaaaa... La mamma non c’è! Mi scusi ma mi deve richiamare; o la richiamo io appena posso. Come vuole... Desssiiiiii!!! La richiamo io! Va bene, arrivederci. di Jambo SPRECO Ero a Roma al ristorante con Michelle Obama e siccome lei non aveva molta fame (ci credo, era appena stata ad un rinfresco all’ambasciata iraniana), ha chiesto al cameriere se poteva portarsi via la roba che avanzava con la doggy bag, la borsa per il cane. Lei però il cane non ce l’ha e quella roba era per lei. Che figura, ho pensato, ecco come questi Vip si fanno ridere dietro. Gliel’ho fatto notare. Michelle ma belle, non ti sembra di esagerare esibendo un comportamento così rabighino? E’ che io proprio non riesco a far parte di quell’un italiano su quattro che al ristorante quando non finisce Fermo lì, aspetta. Pronto? Senti... sì tutto bene, no è che mi son chiuso fuori e ho la borsa dentro: le chiavi di riserva dove sono?. Mammmaaaaaaaa! No no sta bene è che chiede di te e... dice che non capisco... Non mi ricordo... Cos’è che dicevi prima? Mammaaaaa! Sì ma... baretto? Ah! Acchetto. Sacchetto? Dei pesci! Eeeee buonanotte! Come faccio a capirlo? Ah lo dice ogni giorno. Vabbè, le chiavi? In cantina, ok, ciao. Aspettami qui che scendo a prendere le chiavi di riserva. Ma che cazzoooo! Lo lascio lì? Ma son scemo? Dammi la manina che andiamo giù. Dessi acchetto. Sì sì. Ma vieni giù. Non impuntarti per favore che non è giornata. Merda! Pronto; senti, ritardo dieci minuti; ho qualcosa chiede la doggy bag. Mi vergogno, mi guardo in giro se mi guardano. Che spreco, ha detto lei, mi dispiace, ma del resto è tipico di voi italiani aver paura di fare brutta figura. Michelle ma belle, forse hai ragione, ma lo sai a me sai cosa mi dispiace? Mi dispiace soprattutto vedere come la maggior parte di ciò che facciamo, diciamo, pensiamo, possiamo, desideriamo, vada irrimediabilmente perduta, sprecata. Scartiamo cose di valore o veniamo scartati da chi vale, convincendoci spesso che valiamo poco. Risultato: ciò che alla fine si realizza è il 5%, mentre il 95% va perduto. Non so se la percentuale è giusta, ma Montale ha detto “vissi al 5%”, e se l’ha detto Montale… Neruda invece ha scritto Confesso che ho vissuto, ma secondo me ha vissuto al massimo al 10%. Del resto la chiesa o le associazioni si accontentano di molto meno, ci chiedono il nostro 5 per mille o l’8 per mille e sarebbero già contente. Dispiace constatare come fra tutti i miliardi di pensieri che abbiamo, solo una minima parte di essi vengano espressi (ma forse è meglio così) e dispiace anche vedere problemi col piccolo. Forse venti, non so. Appena risolvo ti chiamo; ah fammi un favore, senti il commercialista vedi cosa vuole. Ciao a dopo. Vieni per favore... AcchettooooooooDessiiiiiiiii! Sì te lo dò ma dopo adesso dobbiamo prendere le chiavi. Capisci? LE CHIAVI! Senza chiavi non possiamo tornare a casa e prendere i pesci, il sacchetto quel cazzo che è! CHIARO? CAPISCI NO? SE VUOI, CAPISCI, VERO? E CHECCAZZO! Andiamo a prendere ‘ste chiavi. Vieni. Dài... Mammaaaaaa! Allora ti prendo io! Desssiiiiiiiiiiiaaarghhhhhhh!!!! Stai fermoooo! Allora? Ho detto... Noooo! No no no! Non pisciare cazzooooooooo! Arghhhhhhhh Ma bastaaaaa! Mammapapaaaaacchettodessiiiiiiiii!!! Pausa, fermo! Calma... Respira... Rischio di ammazzarti. Calma... Pronto, sì sì tutto a posto. Trovate sì... Sto tornando su... Sì, stasera torno alle otto. E no, non ce la faccio prima... Ciao. Vieni dài. Torniamo su. No, non in braccio... Non in braccio ho detto! Ma insomma, comandi tu qua? Ma scherziamo? E va bene... in braccio! Vieni qua... Entro in casa entro in bagno; apro la porta, apro l’acqua. Non viene calda... non viene calda.... quella caldaia di merda! Mi vien da piangereeee. Come a lui. Arghhhhhhh! AcchettoooooDessssssiiiiiii! Prendo il sacchetto, lo cambio velocemente per non fargli prender freddo. Mi cambio lentamente tanto chi cazzo se ne frega del freddo... Saliamo in macchina. Lo porto a scuola. MammaaaaaaaaPapaaaaadesssiiiiii! Ma vaffanculo! Ecco. La maestra. Prendo fiato. Glielo consegno. Come un pacco. E io non lo vedrò più. Fino a questa sera. Oh... E’ così, no? Sì o no? Vai, vai... Spero ti vada tutto bene, figlio mio. come solo una minima parte di ciò che diciamo venga poi compresa davvero (speriamo). Per chi torna / è come non essere mai partiti / agli occhi di chi è restato / fiato sprecato. Mi dispiace molto che i miei desideri quasi sempre rimangano tali (forse desidero troppo?) e che adesso, passato il tempo dove essi erano così prepotentemente ingombranti, io non me li ricordi quasi più. Anche questo spreco di memoria mi dispiace. Quanti colori sprecati: Aurora ami le aiuole? Quanto spreco di vocali in questa frase. Quanto spreco di bellezza, quanto spreco di tutto. La vita sarebbe sopportabile se non ci fosse la bellezza, stanno dicendo in un film di Antonioni. Mi dispiace di avere così pochi figli a fronte dei milioni di spermatozoi sprecati. Ma forse è meglio così, come farei a nutrire da solo i miei cento miliardi di figli? Ho letto nell’Enciclopedia della Salute, quella in versione cartacea ormai del tutto inutile, che “dei 300 milioni di spermatozoi eventualmente riversati in vagina, soltanto poche centinaia riusciranno a raggiungere la cellula uovo e di questi generalmente uno solo potrà, eventualmente, fecondarla. Che spreco. Tutti quegli “eventualmente” contri- 7 SPIGOLATURE QuoteRosa di Lola Corre Andrea Appi Sono stata una bambina carica di entusiasmo che se ne andava a fare la spesa dalla fruttivendola, per conto della mamma. Lei, che ancora adoravo, mi faceva attraversare la strada ed io camminavo, cercando di non calpestare le crepe del marciapiede: per me, tutto era un gioco, sempre. Raggiungevo il negozietto tenendo stretto in mano un biglietto scritto che avrei poi consegnato una volta entrata, non sapendo ancora leggere. C’era un piccolo dislivello in marmo da scendere all’entrata. Lì, fra le cassette di ortaggi, mi raggiungeva l’odore del sedano e delle cipolle. Gli odori non si scordano, i volti sì. Guardandomi intorno, mi capitava di vedere delle imbarazzanti arance avvolte da quell’involucro di carta sottile, con su un’immagine di una donna a tette nude. Che poi non erano tette le sue, ma arance... ed era una trovata semplicemente geniale. Anche se, devo aggiungere, sui bollini blu delle Chiquita, un pene non glielo hanno mai messo. Allungavo il biglietto alla fruttivendola: una signora grassa e lenta nei movimenti, con le gambe grosse e le calze che le arrivavano al ginocchio. Mentre lei pesava e imbustava, io sbirciavo fin otre la porta che stava di lato al piccolo banco e che dava direttamente nelle sua abitazione. Si vedevano il tavolo, le sedie in paglia, la cedenza e un orologio da tavolo che produceva un forte ticchettio: unico rumore di quella stanza. Lei non aveva nessuno. Mai stata sposata. Chiuso il negozio, restava sola. Passava le giornate così, a vendere insalata, peperoni e arance con fare rassegnato; su quei due piatti della bilancia, pesava. Lei era la solitudine. E la solitudine, pesa. buiscono a dispiacermi. Ma anche tutto questo dispiacere è sprecato, perché lo spreco è in definitiva la legge dell’universo e dove ti giri lo vedi, lo bevi. In Italia in media il 30% dell’acqua immessa nelle condutture va perso o viene rubato. Nei restanti cosiddetti paesi avanzati la percentuale di questo spreco è compresa tra il 15 e il 20 per cento. E’ la legge del tubo: ciò che arriva a destinazione è solo una percentuale di ciò che era partito: le perdite in itinere sono sempre presenti e inevitabili. E’ così è per tutto, per i buoni propositi, per i progetti, per i programmi, per le energie, per i sentimenti, per le vite: ciò che arriva alla fine è solo una parte di ciò che era partito, anche se a volte ne rappresenta la maturazione, il compimento. Non mi risultano esperienze che possano evitare la legge del tubo. Come fa l’Italia ad andare avanti nonostante tutti gli sprechi? Oltre all’acqua ce ne sono ben altri. Perché le tasse vengono sempre aumentate? Per permettere di aumentare gli sprechi? Come fa il mondo ad andare avanti, Michelle? Qual è la percentuale della gente nel mondo che soffre la fame? Da una parte chi non ha cibo e dall’altra chi lo spreca. L’umani- tà può essere divisa tra coloro che cercano disperatamente di mangiare e coloro che cercano disperatamente di non mangiare. La penuria di cibo viene considerata un problema dei Paesi in via di sviluppo, l’eccessiva opulenza un problema dei Paesi sviluppati. Salvo eccezioni a macchia di leopardo. E un terzo del cibo buono viene sprecato, Expo docet. Perché o scade e quindi viene buttato, oppure viene conservato male. Se fosse possibile recuperare gli sprechi, questi sfamerebbero due miliardi di persone. Con il cibo buttato vengono di conseguenza sprecati anche la terra che è servita a coltivarlo, l’acqua, i fertilizzanti - senza contare le emissioni di gas serra - che sono stati necessari per la sua produzione e l’ambiente è stato quindi inquinato, sfruttato o alterato invano. Che spreco. Viva i freegani, alla grande. Tutto questo mi dispiace. Ma c’è poco da fare, più mi guardo attorno e più mi rendo conto che siamo circondati dallo spreco come legge universale. Forse una cugina dello spreco è l’entropia, Michelle. E forse un fratello dello spreco è il sacrificio, mi ha detto lei sorridendo. Corso V. Emanuele II, 57 MANTOVA Tel. 338 798 50 25 Clicca “mipiace” su LIKE www.facebook.com/MiPiaceEccome/ Via Grazioli 12 Mantova Corte dei Sogliari, 4 Mantova Tel/Fax 0376.222817 www.giallozucca.it [email protected] Piazza Broletto, 8 Mantova 0376.365303