Leggende Aicurziesi - Episodio 2

Transcript

Leggende Aicurziesi - Episodio 2
leggende Aicurziesi
leggende Aicurziesi
CURZIUS ”IL PACIFICATORE”
Le dita battevano
ritmicamente con
n e r vo s i s m o s u l l a
robusta palizzata del
castrum, lo sguardo
volava sui boschi di quella
1 splendida valletta, dove i
raggi radenti del sole
increspavano di oro e carminio
le cime degli alberi e poi su, su
sino ad incrociare la linea
2 seghettata del mons Sectuma
per poi scendere rapidamente
3 verso il mons Taegia, il primo
avamposto per individuare il
pericolo. Il cammino di ronda
del lato nord era molto ben
difeso con le due torri più alte di
4 tutto il castrum e munite di
macchine da guerra per
contrastare a distanza le folate
5 improvvise dei Celti Orobii.
Quello era il luogo dell’anima, dove
Curzius, il comandante, si ritirava in
solitudine al tramonto per
meditare…mentre le truppe della
coorte erano affaccendate a preparare il
castrum per la notte sotto la vigile attenzione
dei centurioni e dei tribuni.
Impressione pittorica del castrum Curzium
nel 99 a.C. e in sospensione
la planimetria del centro
di Aicurzio
corrispondente.
Curzius il pacificatore
Agli inizi del 1° secolo avanti Cristo il castrum Curzium era il più
importante avamposto fortificato eretto oltre la linea naturale
della "Valle" per difendere Vicus Mercati, prevenendo le incursioni
degli Orobii, nuovamente inorgogliti dopo le effimere vittorie
ottenute dai Cimbri nel 105 a.C.
….
rivoltosi che sfuggivano al controllo e si
in Numidia; ad Aquae Sextiae (quando 7 accanivano contro quell’avamposto, senza
sconfissero i Teutoni ) dove comandava un avanzare però, in ulteriori scorrerie, nei piccoli
manipolo, e ai Campi Raudi (nella grandiosa 8 villaggi romanizzati oltre il limes costituito
"Perché mai è toccato a me il comando di
vittoria contro i Cimbri) dove divenne già dalle " valle" .
questo luogo sperduto" meditava Curzius nei
momenti di sconforto " da oltre un secolo noi 9 comandante di coorte.
romani siamo affrancati in questo territorio, Mario gli aveva dato il giusto riconoscimento, Da qualche settimana la presenza dei celti
Orobii si era fatta molto insistente, in un paio
non vi è necessità di contrastare una torma di
non solo per le doti di disciplina che sapeva di circostanze si lanciarono fin sotto l’agger 10
celti bellicosi ma ingenui, limitandosi al
imporre e le capacità di scaltrezza militare scavalcando il vallo esterno; l’ultima settimana
contrasto passivo"; ma subito la ragione e il
dimostrate nelle strategie di combattimento, ma erano 4000 e riuscirono a bruciare la porta
pragmatismo romano riprendevano il giusto
anche per la caparbia volontà nell’indagare sui 11 Pretoria con una azione molto ben
peso: gli ordini non arrivavano dal comando di
costumi e sulle pratiche religiose dei nemici; congegnata tenendo in ostaggio tutta la milizia
6 legione di Mediolanum ma direttamente da
questa dote diventava estremamente sotto un incessante tiro di frecce e pietre "da
Roma! Era Mario in persona che lo aveva
importante nella pacificazione dei territori e per oscurare il cielo"; solo l’intervento della
voluto in quel luogo.
favorire l’assimilazione nel mondo Romano. 12 cavalleria, lanciata verso la porta sud a guadare 13
Quanto sconforto però non poter applicare il rivo ragius e prendendo di sorpresa alle
Il senatore Mario, il più grande e valoroso
questa dote proprio in quel luogo.
generale del suo tempo con il quale Curzius
spalle i celti, mise fine all’episodio più
condivise tante battaglie.
La bassa regione orobica era più che mai pericoloso e drammatico. Ma quella sera stava 14
pacificata ma, per ironia degli Dei era soggetta succedendo qualcosa di più inquietante, i
Curzius affiancò Mario (ed era appena capo
al
dilagare di gruppi sempre più numerosi di fuochi nei boschi stavano diventando centinaia
centuria) nella poderosa vittoria su Giugurta
e la foresta sembrava ardere e risuonava di
strani suoni, mai si erano comportati in quel
modo gli Orobii.
magica per le popolazioni celte, lo spirito della
all’insù a osservare la scena.
“E’ un brutto presagio" prosegue Curzius natura si rinnovava in misura ancora maggiore
"devono essere a migliaia nella foresta e le in quel luogo speciale e in quell’anno perché
“Sono ancora più numerosi i fuochi nella acconciature sembrano presagire cattivi all’alba sarebbe avvenuto il sacro rinnovamento
foresta questa sera", irrompe cavernosa la auspici, non resisteranno più di tre giorni i miei 26 delle forze vitali e contemporaneamente il
voce dell’etrusco. Curzius si scuote come 700 uomini"; "è proprio per questo motivo passaggio nello zodiaco dei pesci, foriero di una 27
ridestato da una situazione atemporale e che ti ho raggiunto" chiarisce Arrunte "ti nuova era, e se i celti orobii non potevano
stizzito, per esssere stato incautamente volevo informare dell’ultima divinazione che rinnovare lo spirito della madre terra…. si
sorpreso risponde: "salutatio a te Arrunte! Voi ho presieduto con i tribuni, il fegato di capra sarebbero immolati per la loro causa.
aruspici siete come i corvi, arrivate sempre 15 ha dato il responso…"; E Curzius con voce Lo sguardo di Curzius fissò a lungo la grande
tenda bianca posta al centro del castrum,ora
non invitati".
possente: "ebbene aruspice, parla!".
sapeva cosa doveva fare, Arrunte lo
"I corvi sono forieri di copiose benedizioni Arrunte assunse un tono ieratico: "la osservava con un fare sornione, sembrava
Curzius, non dimenticare la visione di Romolo situazione è molto incerta, gli eventi possono prevenirne le mosse. "Seguitemi!" ordinò
nella fondazione di Roma, è storia patria!" precipitare o completamente cambiare ma il Curzius e si precipitò giù dalla scaletta con
risponde ironico Arrunte.
destino è tutto nelle tue mani. Il tuo, il mio, il Valerius e Arrunte, diede ordine ai
destino
di tutta la coorte e di quelle migliaia di capi centuria di preparare una
"Etrusco conosco bene la storia: ti ricordo
che il nome della mia famiglia ha origini che si celti là fuori dipende solo da te! Di più non drappello di uomini e 20
c av a l i e r i p e r u n u s o
perdono negli albori della civiltà essendo tra posso dirti".
gli institutori dei Comitia Curiata, le più Uno scalpitio di zoccoli sul ponte che cerimoniale, fece ripulire il
antiche assemblee del popolo Romano! Da lì 17 superava la palude distolse l’attenzione, la 28 cardo e il decumano da tutto
deriva il mio nome!".
porta Decumana era già stata aperta e un ciò che lo ingombrava e
18
gruppo
di cavalieri romani si stava bardare il castrum con le
Arrunte dal viso segaligno lo squadrò torvo
insegne per le feste
precipitando
all’interno del castrum:
rispondendo "Romano! non dimenticare: i
repubblicane. Terminati i
16 miei avi sono stati Lucumoni, tra i più rispettati "Salute comandante Curzius sono Valerius
preparativi diede l’ordine
della confederatio Etrusca e gli Arrunte Marziale, il prefetto di Mediolanum mi ha dato
di far squillare le trombe
discendono tutti dal sacro Re Porsenna!”
ordine di raggiungerti, ho dislocato una coorte
e aprire la porta
19
a
Vicus Mercati e una squadra di cavalleria a
Per qualche istante incrociarono gli sguardi e
pretoria. Il corteo fu
poi si misero a ridere celandosi il viso con una Hibernia Regia , pronti a muovere su tua annunciato ai celti da
mano. Era una situazione alquanto 20richiesta""quali altri notizie mi porti" Chiese lunghi squilli e megafoni di
imbarazzante, stavano capitando nel bel Curzius .. “I Celti sono circa 7000, molti ne metallo, la risposta di assenso
mezzo di una battaglia e loro, i più alti 21 stanno arrivando da Amizagum, da Tritium e 22 fu di tre lunghi suoni di corno. I
rappresentanti dell’accampamento, si migliaia dagli oppìda di Comum, Licinium e tamburi e le litanie druidiche si
23
24-25
accapigliavano verbosamente vantando i natali Leikos".
fermarono; dapprima
più illustri. Più divertiti di loro era un gruppo di A questo punto intervenne Arrunte che disvelò uscirono i littori seguiti dai
centurioni e soldati che se ne stavano col naso alcuni segreti druidici: quella era una notte tribuni con i
Arrunte l’aruspice etrusco
Con la seconda leggenda Aicurziese compiamo un salto di circa 7 millenni.
Dal neolitico ci spostiamo nell’epoca romana e ci divertiamo a sperimentare in TEMPO reale
una grande vicenda avvenuta nello SPAZIO che noi abitiamo; proietteremo poi la MEMORIA
dell’episodio nel FUTURO 2003 per ricercare i dettagli nel tessuto urbano
e comparare l’attualità con la storia: buona lettura.
LEGENDA DIDASCALIE
1 la valle di Aicurzio verso Castelnegrino.
2 il monte Resegone.
3 Montevecchia da mons Taegia che in latino significa monte
fiaccola: per segnalazioni luminose.
4 la prima torre all’incrocio tra via Beneficio e via Parrocchia,
l’altra sulla curva di via Beneficio in discesa verso la valle.
5 definizione romana: abitanti dell’area pedemontana lombarda,
vi risiedevano gìà dal XI° sec. a.C.; successivamente si fusero
con i celti che arrivarono dal nord Europa e dalla Gallia
nel IV° sec. a.C.
6 Milano.
7 Aix en Provence (Francia); nel 102 a.C.
8 Vicino a Vercelli; nel 101a.C.
9 divisione di una legione romana ai tempi di Mario, composta
da 3 manipoli: Hastati, Principes e Triari più eventuale cavalleria.
(10 coorti formavano una legione).
10 I grossi pali acuminati esterni a difesa dell’accampamento posti tra
il vallo e la palizzata.
11 ubicata in corrispondenza di via Parrocchia, tra l’oratorio
femminile e piazza G. Colombo.
12 si tratta dell’uscita verso piazzetta L. Brambilla.
13 dalla latino: che entra a raggio nella palude,
d al dialetto contemporaneo: "la rogia" il cui corso si riconosce
nel tracciato di: via Bersan, via C. Ferrari,
piazzetta Brambilla, via Croce.
14 il luogo della battaglia è circoscritto in Piazza Colombo,
via Bersan, vicolo stretto.
15 Sacerdoti e divinatori etruschi, predicevano gli esiti di un evento
con l’ausilio di interiora animali, in particolare leggevano il futuro
dai fegati ovini. Erano molto considerati dal popolo romano
ed erano i personaggi più assimilabili al mondo dei druidi.
16 Magistrati Etruschi, il lucumone era il capo di una delle
12 città della confederazione Etrusca.
17 superava la valle all’altezza di via Roma, partendo dalla scalinata
sino al bivio con via Milano.
18 L’ingresso nel castrum dalla scalinata.
19 Vimercate.
20 Bernareggio.
21 Mezzago.
22 Trezzo
23 Importante villaggio celtico di forma circolare
e fortificato; nel I° sec. a.C. Influenzava gli eventi su un’area
circostante composta da diversi villaggi.
24 Como.
25 Erba e Lecco.
26 equinozio di primavera, festa di rinnovamento spirituale
per tutti i popoli antichi.
27 periodo di circa 2.100/2.200 anni; per tutti i popoli antichi
era considerato un grande periodo astrale che influenzava
il succedersi delle civiltà, in astronomia vengono identificati come
orientamenti periodici dell’asse terrestre nelle fasi di precessione.
28 le due vie principali del castrum, collegavano le 4 porte
e originavano le strade importanti per i percorsi del’epoca.
leggende Aicurziesi
leggende Aicurziesi
soldati sui fianchi e per ultimi a cavallo: …. A un cenno cortese del druido i due si
Curzius, Valerius e Arrunte, seguiti dalla 33 allontanarono di pochi passi dal gruppetto,
abbastanza per chiudersi in una sfera privata di
cavalleria con le insegne militari. Dalla parte
conversazione ma comunque sempre udita
dei celti si era già preparato un gruppo, tra il
dagli altri. Nel volgere di due clessidre il
29 limitare del bosco e la radura, composto dai
druido raccontò come quel luogo costituiva
capi Oppìda e dai druidi dei villaggi, uno fra
30 tutti primeggiava per lunghezza della barba, un santuario naturale per le popolazioni Celte
Orobiche; i loro antenati più antichi
dei capelli e per caducità del corpo, era lo
stimatissimo Boiorix, conosciuto dai prefetti 34 arrivarono in quei luoghi intere manciate di
31 di Brixia e Massalia e, si vociferava, anche dal
stelle di tempo fa, trovarono quello spazio
privo di alberi: una radura solcata da due
senatore Mario. I romani si fermarono e
tratturi incrociati e nel centro emanava una
fecero ala ai loro capi che smontando da
cavallo raggiunsero il gruppo dei celti; a loro 35 forza vibrante. Quel luogo non è mai stato
abitato da uomini per rispetto alla madre
volta il capo dei guerrieri celti-orobii e due
terra; solo, vi era al centro una piccola celletta, 36
druidi andarono loro incontro bardati con i
individuata dai druidi rabdomanti, giacchè era
costumi e i monili più belli che si potesse
situata molto al di sotto del manto erboso. Da
immaginare, erano Boiorix, Camandus e
allora abitarono la radura solo gli eletti che
Cymrus. C’era la giusta tensione nell’aria, i
sovrintendevano alle cerimonie dei culti
portamenti e le insegne conferivano solennità
silvestri, solari e lunari e risiedevano in
alla scena illuminata nella notte fonda da
37
capanne poste al limitare del bosco.
centinaia di torce, i protagonisti si
conoscevano per fama, non occorreva altro
In quella notte il corso della terra
che parlare in modo diretto.
avrebbe impresso un cambiamento di
"Venerabile Boiorix" esordisce Curzius
luogo all’omphalon.
38
"questa è la notte delle decisioni e delle
Era dunque l’estremo saluto del popolo
responsabilità, cosa vuole dunque il tuo
Orobico per ringraziare lo spirito della
popolo, ti metto in guardia! Non voglio far
natura e percepire con le divinazioni,
32 scorrere inutilmente sangue insubrico"
dove avrebbero individuato l’omphalon
e Boiorix: "Non tu, ma nessuno mai fermerà
della nuova era.
questa interminabile foresta umana del
Curzius comprese tutto! Fissando Arrunte
popolo Orobicum! Se in questa notte non
con sguardo trucido, chiese al centurione
potremo divinare e venerare il sacro luogo, vi
anziano perché mai i suoi predecessori
annienteremo immolandoci, l’arcaica profezia
avessero costruito il castrum proprio in quel
delle sacre rune ci richiama a questo evento
luogo. La risposta, di ordine romanamente
da generazioni".
pratico fu eloquente: lo volle Manlio Sextio, il
"Tu non sai ciò che dici, Roma manderebbe
caparbio prefetto di Mediolanum, si trattava di
legioni a sradicare tutti i vostri oppìda e villaggi
un punto strategico al di là del limes e senza la
cancellando la vostra storia"!, ripetè Curzius
fatica di disboscare, se non il necessario
con tono imperioso ma in cuor suo poco
legname per costruire il castrum.
convinto.
Due clessidre di tempo dopo, una lenta
E Boiorix, allungandosi nell’esile corpo: "Noi
processione di tribuni, littori, capi celti e
tutti sappiamo che questo potrebbe avvenire
druidi stavano entrando nel castrum per la
e siamo pronti al sacrificio estremo per la
porta pretoria, i sei astanti principali erano
nostra madre terra, e voi"?
preceduti da un gruppo di fanciulle celte , le
più belle dei villaggi. Le fanciulle avevano una
corona di vischio e spargevano pietruzze
luccicanti davanti a Boiorix intonando
Cymrus il capo dei guerrieri orobii
cantilene. La via pretoria era cosparsa di
insegne e stendardi, alternate da fiaccole, la
coorte era tutta schierata con atteggiamento
marziale, mentre all’esterno il popolo
39 orobico si stringeva in semicerchi fitti sui lati
nord, est e sud del castrum, con migliaia
di torce accese.
Giunti al centro del castrum, Arrunte
diede due colpi di mano e dall’interno
due giovani aruspici etruschi
sollevarono un lato dell’enorme tenda
bianca, i sei astanti entrarono, dopo aver
ricevuto dalle fanciulle bende bianche
profumate. Lo sguardo di Curzius si tuffò
negli occhi della fanciulla dedicata a lui e ne fu
folgorato, pure lei rimase estasiata da
quell’uomo virile e dallo sguardo penetrante.
Boiorix
il venerabile druido
Dentro la tenda si presentavano una serie di
urne cinerarie, sepolture dei druidi eletti, ma al
centro esatto si notava una piccola
costruzione in pietra, i sei si infilarono giù per
la scaletta e videro nella celletta sotterranea
un grande masso circolare con un incavo a
forma umana e dentro vi era adagiato uno
scheletro con alcune bardature di pelle
animale; sul teschio c’era una specie di
bandana con degli strani geroglifici e a un
palmo sopra il capo, era adagiato un sasso
estremamente levigato, ovoidale e traslucido
da sembrare bagnato (strano, in quel luogo
cosi secco e carico di energia), poteva essere 40
un perfetto grande uovo di marmo.
Boiorix, Camandus e Cymrus iniziarono le
loro litanie druidiche, Arrunte mise una mano
sul plesso solare e l’altra a mo’ di pugno sulla
propria fronte emanando suoni gutturali;
Curzius e Valerius rimasero rispettosi e
sorpresi, era la prima volta che entrava in
quella celletta, il divieto, per i militari, arrivava
dai Pontefici romani. Dopo aver bevuto un
infuso di erbe, Boiorix prese il "ciottolo" se lo
pose sulla fronte, la sua testa vibrò per alcuni
“lunghi” istanti, poi lo passò a Camandus e a
Cymrus che ripeterono la stessa operazione.
Fu quindi la volta di Arrunte che vibrò in tutto
il corpo e ne uscì stordito.Toccò poi a Curzius:
quei pochi istanti per lui divennero
infiniti, vide quel luogo diventare
luminoso e in pieno giorno osservò la
costruzione di un tempio circondato da
un edificio a forma di corte, con un lato
aperto verso sud-ovest e i popoli di
tutta l’Insubria che venivano in
pellegrinaggio, e poi ebbe la visione
della grandezza dei futuri confini di
Roma: dalla terra Hispanica alle Gallie,
dalla Britannia alla Germania, dalla
Mauritania all’Egitto, dall’Assiria
all’Ellesponto e su fino allaTracia e poi di
nuovo rivide quella terra degli orobii,
quel popolo… quella fanciulla:
Teodorice…un flash! Si guardò intorno
stranito e passò il "ciotolo" a Valerius.
Al termine Boiorix pronunciò
un’orazione e infine rivolgendosi ai
romani disse "qui siamo al centro
dell’omphalon, un’ombelico della
madre terra e qui vi riposa AHCZURR! Il sacro guerriero dei boschi, per
noi druidi rappresenta l’espressione
umanizzata del mondo vegetale! Nulla
sappiamo di lui se non per
reminiscenza. Egli visse in questi luoghi
molto, molto prima che Roma fosse un
villaggio, il suo nome ci è noto perché
interpretiamo i glifi posti sul suo
copricapo, alla maniera in cui leggiamo
le rune che originano il suono: AHCZURR! La forza che emana da questo
luogo e da questa pietra-omphalon
l’avete sperimentata, ora ciascuno di
voi prosegua la sua vita secondo la
propria coscienza cognitiva!"
Fuori stava albeggiando, iniziava una nuova era,
i canti degli orobii si levavano gravi e la
processione si faceva lunga per la
sperimentazione individuale dello stato di
coscienza nella piccola celletta.
Giano bifronte:
presiede
al passato
e al futuro
delle cose
Curzius nel comando della corte ascoltava i
tribuni, (capendo finalmente il motivo della
loro presenza) che gli riferivano di molti
particolari prima che Lui arrivasse a
comandare il castrum, da soli 3 mesi, e
scopriva che il grande generale Mario passò da
quel posto incontaminato un decennio prima
e percepì Lui stesso la forza che il luogo
emanava e il grande attaccamento delle
popolazioni locali.
Quando Mario seppe che il rude prefetto di
Mediolanum, fece costruire il castrum per
difendere Vicus -Mercati proprio lì,
prevaricando la dignità dei vinti, presagì la
gravità e le conseguenze; volle quindi Curzius a
risolvere la questione ma con l’ordine di non
accedere alla celletta, ( era proibito a tutta la
coorte tranne agli aruspici …)"Arrunte!"
esclamò Curzius "quel dannato aruspice
sapeva tutto, corvo maled…" “certo" gli fece
eco Arrunte appena entrato "Mario stesso ti
ha voluto a risolvere questa situazione! Il mio
compito era di affiancarti e riferire; era l’ultima
prova per saggiare definitivamente le tue doti
di pacificatore e conduttore e tu l’hai superata
superbamente! Sono gli uomini forgiati dalle
tue esperienze e con le tue doti che faranno
grande Roma! Presto sarai al fianco di Mario in
senato! Ora riposerai a Vicus Mercati e
domani sarai scortato a Mediolanum per il tuo
nuovo prestigioso incarico; Valerius Marziale
prenderà il tuo posto in questo castrum".
Usciti dalla tenda del comando tutta la coorte
scattò in piedi e battendo le spade sugli scudi i
soldati facevano eco invocando: "Curzius!
Castrum-Curzium! Castrum-Curzium!…"
era il ringraziamento per averli salvati da
morte certa e nello stesso tempo
rinnovavano la volontà di averlo di nuovo tra
loro (gli tributavano il massimo onore
dedicando il suo nome al luogo)
ancora una volta gli occhi della bella Teoderice.
A metà ponte un flash, e la decisione: Curzius
si arresta e saluta gli astanti romanamente:
"QUO’ VADIS?" chiedono Arrunte e
Valerius,
Curzius fiero risponde "AD-CURZIUM
CURTIAM" .
"Roma ha bisogno di te!" intimarono i due,
"OOH Roma..." rispose "Roma
diventerà immensa…. ma il mio
destino è qui: IN NOVUM TEMPLUM
A E D I F I C AT I O I N L O C U S
CURZIUM!”
Capirono tutti cosa implicava quel
pronunciamento. Curzius: iniziato alla
segreta scuola dei Dioscuri e studioso
dei popoli, doveva dare il senso alla vita
per cui era vissuto, doveva edificare un
tempio idealizzando la sua filosofia di
pacificatore, (dopo aver esperito le
umane passioni e compassioni) in un
luogo da rifondare come santuario delle
genti Insubriche, dove, accanto alla
pietra omphalon, sarebbe stato
venerato anche Ianuus equifrontis, il Dio 41
simbolo della saggezza e dell’equità
della Roma repubblicana e lui sarebbe
divenuto il protettore-sacerdote-druido
di quel santuario.
Curzius, il lungimirante anticipatore
della della pax romana.
Testi e disegni di Gianmarino Colnago
Aicurzio 20 11 2003
Avviandosi a cavallo fuori dalla porta
decumana tutti i celti orobii rendevano
omaggio al comandante romano per la
saggezza dimostrata. Lo sguardo incrociò
LEGENDA DIDASCALIE
29 la corte dei Burela
30 dal latino "druidae": sacerdoti-maghi celti, assimilati
ai "brahamani" indiani perché formavano una casta,
erano depositari della sapienza, educavano i giovani,
giudicavano le controversie.
31 Brescia e Marsiglia
32Insubria: regione romana corrispondente all’attuale
Lombardia, abitata dai celti Insubrici (le prime tracce
nel XIII° sec. a.C.) dai quali derivano gli Orobii
33 nei pressi del bar-cooperativa, esattamente sul retro
34 tra l’XI° e il X° secolo a.C. ( per quanto riguarda
le popolazioni orobiche)
35 rileggere la parte finale della leggenda precedente:
“Ahc-Zurr il precursore" (giugno 2003)
36 Un luogo imprecisato dove sorge la chiesa parrocchiale
37 nei pressi dell’edificio scolastico
38 parola celtica, significa ombelico:
per gli antichi uno dei punti dove si manifesta l’energia canalizzata
della terra; per la scienza attuale sono luoghi dove l’energia
geomagnetica ha maggior intensità, conosciuta anche come rete
di Hartmann o energia geosincronica
39 il semicerchio occupava la seguente porzione di territorio:
corte dei Fitavul, oratorio femminile oratorio maschile,
corte dei Burela, via Croce con corti annesse.
40 Il logo del parco dei Curzii
41 Si tratta di Giano bifronte, l’unico Dio originario del mondo
romano che non ha complementari nel mondo greco.
Egli guarda il passato e il futuro delle cose sensibili e l’invisibile
della materia e dello spirito (Curzius lo poneva al primo posto
tra gli dei per questo suo aspetto duale e lo identificava, al pari
dei Diòscuri, come l’espressione latina della pietra-Omphalon
celto-orobica, ciò ne avrebbe consentito la sua naturale
prosecuzione liturgica nel mondo insubrico)