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Focus
Quando la Rievocazione
Storica va in tv
di Massimo Andreoli
[email protected]
Si rinnova
la collaborazione
tra il CERS e “Ulisse”
di Alberto Angela
Ars Historiæ
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i è rinnovata la collaborazione tra
“Ulisse, il Piacere della Scoperta” – la
trasmissione televisiva di RAI 3 curata
da Alberto Angela – e il CERS, in occasione della puntata dedicata alla campagna di Traiano in Dacia, che andrà in
onda tra settembre e ottobre 2008.
La sceneggiatura prevedeva l’allestimento di un castrum imperiale in cui si
sarebbero dovute svolgere diverse azioni ed attività legate alla vita quotidiana,
militare, civile e religiosa del legionario, una serie di scontri
e battaglie contro l’esercito
dacio, più alcuni quadri
dedicati a figure specifiche dell’esercito
romano, quali vere e
proprie ricostruzioni
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viventi di alcuni dei bassorilievi presenti
sulla Colonna Traiana di Roma.
Un impegno certamente duro, ma che ha
dato grande soddisfazione a tutti i gruppi
coinvolti: la Legio I Italica di Villadose,
la Federazione Lingones di Bondeno,
l’Associazione Terra Taurina di Torino,
la Compagnia del Cardo e del Brugo di
Milano, i Milites Cristi di Como e i Cavalieri Cenedesi di Vittorio Veneto.
Ma procediamo con ordine: l’allestimento del set nel Bosco della Panfilia, in località Bisana, tra le province di Ferrara e
Bologna, è iniziato mercoledì 30 aprile,
con la messa in opera parziale della palizzata del castrum e dell’area
logistica di supporto, dato che
il piano delle sequenze avrebbe
visto quotidianamente impegnate oltre 150 persone tra
reenactors, staff tecnico,
operatori,
stunt-men,
ecc, che necessitavano
di
assistenza,
servizi, area
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catering e area trucco, indispensabile
per rendere quanto più sporchi e credibili i protagonisti [1].
Dopo di che è arrivato sul posto l’esercito di Traiano.
Eccellente il lavoro svolto dalla Legio I
Italica, presieduta da Corrado Perelli e
coordinata da Filippo Crimi: in poche ore
è stato allestito un castrum mobile estivo composto da una tenda pretoria, un
pantheon con statue raffiguranti le divinità, otto tende per i legionari, cucina da
campo comprensiva di macina, agroma
funzionante, gli utensili necessari per la
chirurgia e la medicina, macchina da assedio (Ballista).
La legione era composta da un legato,
due centurioni, un optio, un aquilifero,
un vessillifero, un signifero, una ventina di legionari in lorica segmentata, una
dozzina in hamata, quattro in squamata,
per un totale di una quarantina di legionari.
La mattina del I maggio, il ciak d’inizio riprese suddiviso in due parti: la prima con
i legionari impegnati nel completamento
della palizzata difensiva del castrum [2],
la seconda con l’intera Legio in marcia
[3], sotto un sole implacabile che però
non ha mai scoraggiato i partecipanti.
Fin da subito ci si è resi conto di quanto
serrati sarebbero stati i tempi dei lavori:
molti i quadri da allestire e riprendere,
molte le persone da coordinare, molte le
difficoltà tecniche da superare: su tutte,
la digitalizzazione della legione in marcia, che in sede di post-produzione – grazie all’utilizzo degli sfondi in “cromakin”
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– avrebbe dovuto vedere moltiplicati i
propri soldati.
La giornata si apriva solitamente alle 8.00
con la seduta del trucco, a cui seguiva intorno alle 9.30 l’avvio dei lavori sul primo
set, le riprese “ad libitum” fino al raggiungimento dello scopo prefissatosi dal
regista, quindi secondo set, pausa pranzo
(di un’ora, un’ora e mezza al massimo),
breve riunione della produzione e avvio
della seduta pomeridiana delle riprese,
che generalmente teneva impegnati tutti
dalle 15.00 alle 19.30.
Estremamente importante si è rivelato il
clima di cordiale collaborazione instauratosi tra la troupe della Rai e i re-enactors,
grazie anche al grande entusiasmo dello
stesso Alberto Angela [4], spesso impegnato a intrattenersi con i diversi gruppi
storici per continui scambi di informazioni o per scattare delle foto per il suo ar-
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chivio (alla fine ne avrebbe raccolte oltre
mille!).
Il secondo giorno ha proposto uno dei
set in assoluto più complessi, quando si
è voluto ricostruire l’antico rito della Lustratio [5-6], cerimonia di purificazione
che prededeva anticamente, tra le altre
cose, il sacrificio dei suovetaurilia (un
maiale, o sus, una pecora, o oves, e un
toro, o taurus).
Superato il primo non semplice compito
di recuperare gli animali, il vero problema si è proposto direttamente sul campo, quando questi sono scesi dai rispettivi trailer per essere adeguatamente
“agghindati” (ogni animale anticamente
vestiva drappi, corone d’alloro e altri abbellimenti).
Tutte queste novità hanno inevitabilmente innervosito in primis il toro [7], che
più volte si è imbizzarrito, interrompen-
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do a tratti le riprese e mettendo in seria
apprensione tutto lo staff.
La presenza del suo proprietario ha fortunatamente permesso di condurre senza particolari problemi la scena a termine, con spontaneo applauso liberatorio di
tutti i presenti.
Dopo di che ci si è concentrati sulla vita
quotidiana nel castrum [8-9], dove la
steadycam si è infiltrata – quale soggettiva della vista di Alberto Angela – tra i
legionari intenti a giocare a dadi, ad aggiustare la ballista, a cucinare il pasto,
a ripulire le armi, entrando infine nella
tenda di Traiano, intento a studiare con
i propri ufficiali le strategie da adottare
contro i Daci.
Una particolare “finestra” è stata dedicata all’attività del medicus [10], che con
l’ausilio anche di effetti speciali ha potuto “operare” sul campo diversi legionari:
11
[11] I legionari escono dal Castrum.
10
dalla sutura di una ferita da taglio su un
braccio, alla ricomposizione di una frattura di una gamba, alla medicazione di
una lacerazione immediatamente sopra
all’orecchio destro.
Ma il cuore del lavoro è stato certamente la battaglia tra Romani e Daci, consumatasi con largo uso di effetti speciali
l’ultimo giorno di ripresa – domenica 4
maggio – e che riportiamo di seguito in
una sequenza fotografica particolarmente suggestiva.
Il termine delle riprese è stato quindi
sancito con una torta, innaffiata da italianissimo spumante, che ha accomunato
tecnici, registi, rievocatori, stuntmen e
attrezzisti in un unico, finale momento di
festa, dove la stanchezza ha lasciato ben
preso il posto a una malcelata malinconia:
dura lasciarsi dopo aver condiviso cinque
giorni di così intenso lavoro.
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[12] La Legione in marcia.
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[13] I Daci pronti a dar battaglia.
[14] I legionari pronti a reggere lo scontro.
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[15] Lo schieramento dacio.
[16] Lo schieramento romano.
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[17] Lo scontro.
[18] La battaglia è finita.
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A colloquio con il celebre conduttore Alberto Angela
Alberto Angela
e la Rievocazione Storica
I quattro giorni di riprese mi hanno permesso di parlare
spesso con Alberto Angela, che tra un set e l’altro si è reso
cortesemente disponibile a rispondere a diverse domande
- Prima di tutto, com’è per un professionista della TV
lavorare con dei re-enactors, che sicuramente sono e
operano molto diversamente da quelle che possono essere delle semplici comparse?
“Prima di tutto – risponde Angela – è entusiasmante, perché tutti sono molto preparati, sanno esattamente qual
è il loro ruolo, quali le azioni da compiere, gli ordini da
eseguire. Tutto è veramente reale, preciso e, cosa che non
guasta affatto, ricco di entusiasmo: si vede che queste
persone amano profondamente ciò che fanno”.
- Ritiene che la Rievocazione Storica possa essere di
reale supporto alla televisione?
“Assolutamente si. Da tempo abbiamo iniziato a collaborare, non solo come “Ulisse” ma anche come “Super Quark”
o “Passaggio a Nord Ovest” con il CERS e altre realtà simili
in Italia e all’estero, perché avere sul set i re-enactors
garantisce non solo una presenza fisica di alta qualità, ma
spesso anche interlocutori competenti che possono arricchire la sceneggiatura con le proprie idee e i propri suggerimenti”.
- A proposito di suggerimenti, anche per questa punta-
ta dedicata all’imperatore Traiano si è avvalso spesso
del dialogo con i responsabili dei gruppi
“Francamente ho trovato degli interlocutori particolarmente preparati e disponibili a condividere le proprie conoscenze: cito volentieri Massimiliano Righini, con cui abbiamo parlato di arte militare nei diversi secoli, e Filippo
Crimi, che ha contribuito non poco all’elaborazione delle
singole scene”.
- Forse la TV di oggi è meno interessata alla storia e
troppo all’intrattenimento...
“Beh, le produzioni televisive vivono molto di share e dati
d’ascolto – ammette il conduttore – quindi sempre più
spesso si tende ad accontentare quello che si ritiene sia
il gusto della maggioparte dei telespettatori, magari perdendo di vista le potenzialità immense che invece il mezzo
ha in ambito di divulgazione culturale e didattica”.
- Tornando a noi: quali altre imprese o personaggi storici vorrebbe poter riproporre in futuro in “Ulisse”,
magari con l’ausilio dei rievocatori?
L’altra sera a cena mi ha favorevolmente impressionato la
capacità di una realtà come il CERS di allestire ambientazioni
di diverse epoche: dall’Antica Roma, come in questo caso, al
Medio evo o al Rinascimento (ndr: di recente “Passaggio a
Nord Ovest” ha proposto una puntata sulla cucina cinquecentesca con ricostruzioni realizzate dal CERS al Castello di Finale Emilia) per arrivare all’epoca napoleonica o alle Guerre
Mondiali. Questo certamente ci dà l’opportunità di pensare a
future puntate, di fatto senza particolari limiti”.
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