L. Trainelli - Qualche informazione sui go-jo

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L. Trainelli - Qualche informazione sui go-jo
Hiragi
Anno 2006-2007
Dojokai
Jin-Gi-Rei-Chi-Shin
di Pascal Krieger Sensei
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Hiragi
Anno 2006-2007
Dojokai
Note
Ideogrammi
Ideogramma
Cantonese
Mandarino
Sinogiapponese
(On)
Giapponese
(Kun)
Significato
仁
jan4
REN2
JIN, NIN, NI
HITO,
ITSUKUSHIMU
umanità,
benevolenza,
gentilezza
義
ji6
YI4
GI
YOI,
YOSHITOSURU,
YOKU
correttezza,
corretta condotta
礼
lai5
LI3
REI, RAI
UYA
costume sociale,
educazione,
cortesia
智
zi3
ZHI4, ZHI1
CHI
CHIE
saggezza,
conoscenza,
intelligenza
seon3
XIN4,
SHEN1
SHIN
MAKOTO,
TAYORI,
MAKASERU
fiducia,
credenza, lettera
信
Fonte: Unihan Database
(internet)
Dati tradizionali
Le cinque ‘virtù’ o ‘condizioni’ (giap. gojo) rappresentano le coordinate etiche fondamentali
della visione dell’uomo confuciana. Oltre all’influenza per se della cultura cinese intrisa di
confucianesimo su quella giapponese, va ricordato che lo shogunato Tokugawa (1608-1867)
adottò formalmente la filosofia confuciana quale ideologia ufficiale dello stato. I gojo divennero
pertanto un caposaldo dell’etica della casta guerriera.
Elemento
Direzione
Stagione
Colore
Sapore
Kamae
Virtù
Legno
Est
Primavera
Blu
Acido
Hasso
JIN
Fuoco
Sud
Estate
Rosso
Amaro
Jodan
REI
Terra
Centro
Mezza estate
Giallo
Dolce
Gedan
SHIN
Metallo
Ovest
Autunno
Bianco
Piccante
Waki
GI
Acqua
Nord
Inverno
Nero
Salato
Chudan
CHI
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Le relazioni dei cinque ‘elementi’ (giap. gogyo) con le direzioni dello spazio, le stagioni, i colori,
i sapori (e altro ancora) includono quelle con le cinque ‘virtù’, nonché con le cinque guardie di
base del kenjutsu. Inoltre, si mettono in corrispondenza con le cinque pieghe frontali dello
hakama.
Gojo no uchi: shin (Le cinque virtù: la lealtà) – 1867.
Interpretazioni
I gojo rappresentano un insieme di qualità umane che fanno di colui che le coltiva un vero
uomo, nel senso più nobile del termine.
Insegnate da Confucio oltre 2500 anni fa, queste qualità, o condizioni, erano destinate a
promuovere i rapporti sociali e politici nel seno di un popolo che sembrava diviso tra “nobili”
(jun-zi) e “uomini di bassa levatura” (xiao-ren).
La filosofia confuciana è stata variamente interpretata e, bisogna riconoscerlo, ha permesso
sovente di giustificare le dittature piuttosto che di aiutare l’individuo ad elevarsi. Ad ogni
modo, queste qualità esistevano prima di Confucio ed esistono tuttora. Se le si interpreta
oggettivamente, e non in rapporto ai valori che sono stati loro donati dalle religioni e da certe
civiltà, allora queste qualità possono davvero essere considerate come i fondamenti sui quali si
erige la nobiltà di un essere umano.
Queste qualità sono così importanti che rappresentano naturalmente delle mete per ogni
praticante di Budo.
Queste cinque qualità sono interdipendenti. Soltanto quando ciascuna è temperata dalle altre
quattro, esse mantengono il proprio vero valore senza essere alterate dall’intransigenza o dal
lassismo.
Pascal Krieger
Fonte: P. Krieger, Jodo - The way of the stick, Shung Do Kwan, Genève, 1989 (trad. Lorenzo Trainelli).
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Etimologia
L’ideogramma 仁 (JIN) viene spiegato spesso come una combinazione di “due” e “persona”
(radicale di sinistra), per indicare la relazione tra due persone, idealmente caratterizzata da
umanità e benevolenza. Quest’etimologia non è certa, in quanto versioni antiche
dell’ideogramma mostrano una persona curva sotto un (doppio) carico, col significato di
“persona che sopporta il carico di qualcun altro”.
L’ideogramma 義 (GI) ha un etimo oscuro: risulta da una combinazione di “pecora” (parte
superiore) e “io/sé” (parte inferiore) ed è possibile che queste componenti siano intese in
modo esteso e semasio-fonetico. Le possibilità interpretative sono “sacrifico di una pecora”,
“cerimonia degna di lode”, “tale da considerarsi degno di lode”.
L’ideogramma 礼 (REI) risulta da una combinazione di “altare” (parte sinistra) e “persona
inginocchiata” (parte destra): inchinarsi davanti all’altare, pregare, agire in modo retto.
L’ideogramma 智 (CHI) è composto da “conoscere” (parte superiore) e “sole/giorno/luce”
(parte inferiore). La parte superiore a sua volta è data dalla combinazione di “freccia” (parte
sinistra) e “bocca” (parte destra): “parole che vanno a bersaglio”, “conoscenza profonda”.
L’insieme dà “conoscenza illuminata”, “saggezza”.
L’ideogramma 信 (SHIN) è composto da “persona” (radicale di sinistra) e “parola”: la parola di
un uomo è qualcosa degna di fiducia, la fiducia è rappresentata da un uomo di parola.
Fonte: K.G. Henshall, A guide to remembering japanese characters, Tuttle Publishing, 1998.
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