Ghana: storia - Comboni Centre

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Ghana: storia - Comboni Centre
BREVE STORIA DEL GHANA
L’antichità e l’arrivo degli europei
Le prime testimonianze di insediamenti
umani lungo la costa del Ghana risalgono a
circa 4000 anni fa. Non esistono però
testimonianze scritte della storia di questa
regione fino alla fine del XV secolo, con
l’arrivo dei portoghesi, i quali ben presto
costruirono una serie di forti lungo il litorale
che poi sarebbe diventato noto come Costa
d’Oro. Da qui il prezioso metallo sottratto
alla gente del posto veniva inviato in Europa
Altra risorsa che attirava gli europei era
l’avorio. Solo in un secondo tempo la
fonte di guadagno maggiore si rivelò
essere la tratta degli schiavi: verso la
fine del XVI secolo il successo
conseguito dai portoghesi con questo
traffico attirò qui anche olandesi,
inglesi e danesi. Nel corso dei
successivi 250 anni le quattro nazioni si
fecero una concorrenza spietata per
accaparrarsi il controllo del mercato,
erigere forti e conquistare quelli
appartenenti agli avversari.
Akan e ashanti
La composizione etnica del paese è il risultato di successive ondate migratorie che nel
corso dei secoli hanno investito la regione dell’odierno Ghana da nord e da est. Verso il
1300 erano giunti nella regione, provenienti appunto da nord, gli akan. Le coste erano
già dominate dal potente regno fanti di Denkyira e gli ashanti, la principale fra le
comunità akan, si stabilirono nelle foreste dell’interno, fondando una serie di piccoli
regni tributari dello Stato costiero. Intorno al XV secolo gli ashanti entrarono a far parte
dei circuiti commerciali del Sudan, frequentando il mercato di Begho, sulla frontiera con
l’odierna Costa d’Avorio. Qui scambiavano schiavi e oro con stoffe e articoli sudanesi o
forse di provenienza più remota. Ad esempio, nel tesoro del re di Kumasi è stata
ritrovata una brocca lavorata appartenuta a Riccardo II, che fu re d’Inghilterra tra il
1367 e il 1400. Nel XVII secolo una nuova migrazione di popoli minacciò i piccoli regni
delle foreste. Gli ashanti si unirono e sconfissero gli invasori doma. Con il declino
dell’impero Songhai del Niger, le incursioni marocchine e l’inizio dell’espansione dei
fulani, la rete commerciale nordafricana entrò in crisi. Rimasti senza mercato interno,
gli ashanti dichiararono guerra a Denkyira e conquistarono parte della costa. Qui
organizzarono uno Stato centralizzato, retto dall’Ashantilene (capo del popolo ashanti)
e dotato di un potente esercito. Nel 1700 gli ashanti dominavano il traffico degli schiavi
verso la costa e quello dei prodotti europei verso l’interno.
Le guerre anglo-ashanti
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All’inizio del XIX secolo venne abolità la
schiavitù. Quando gli inglesi cominciarono a
reprimere la tratta degli schiavi nella regione,
gli ashanti dovettero affrontare una nuova crisi
di mercato, e cercarono di cacciare i fanti dalla
costa, dove era ancora possibile assicurarsi
buona parte del commercio. La protezione
offerta dagli inglesi ai loro rivali fanti ed ewe
sfociò nella prima guerra anglo-ashanti (18061816), seguita da altri due conflitti nel 182528 e nel 1874, anno in cui venne saccheggiata
Kumasi, capitale del regno ashanti. Al termine
di
quest’ultima
guerra,
gli
inglesi
trasformarono il territorio fanti in una colonia
dell’impero britannico, e nel 1895, con il
pretesto di difendere la regione da Samori
Ture, proclamarono il protettorato sui territori
del nord. L’estremo nord e la costa restarono
sotto il dominio inglese, mentre al centro si
trovava lo Stato degli ashanti. Nel 1896
scoppiò un’altra guerra anglo-ashanti. Kumasi,
la capitale, fu rasa al suolo, il re Prempeh I fu
deposto ed esiliato, e gli ashanti dovettero
corrispondere un indennizzo di guerra di
50.000 once d’oro. Quattro anni più tardi, il
tentativo di riscuotere il debito e la pretesa del
governatore inglese di sedersi sul simbolico
trono d’oro provocarono
una
ribellione
generale, che fu soffocata in un bagno di
sangue. Nel 1902 il regno fu inglobato nella
colonia della Costa d’Oro. Con la dominazione
inglese la risorsa principale del paese divenne
il cacao, di cui la Costa d’Oro fu il massimo
produttore mondiale.
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Il XX secolo
Nella prima metà del XX secolo, nonostante le differenze tra i gruppi etnici e
religiosi, era già evidente un accentuato nazionalismo. Esisteva anche una diversità
economica tra il nord, dove sussistevano le strutture tradizionali, e il sud, dove
andavano sviluppandosi una classe media europeizzata e una classe operaia di una
certa
rilevanza.
La
pressione
popolare
ottenne
concessioni
politiche
dall’amministrazione coloniale. Nel 1946 Londra fece accedere alcuni funzionari
africani ai governi locali, e nel 1949 Kwame N’Krumah organizzò il Partito della
Convenzione del Popolo (CCP) per ottenere riforme più profonde. N’Krumah, uno dei
precursori del panafricanismo, fu un deciso cultore dell’orgoglio nazionalista
africano. Il leader ghaneano organizzò una solida struttura politico-partitica, rurale
e urbana, che nel 1952 gli permise di diventare Primo Ministro della colonia. Come
rappresentante del Ghana, nel 1955 N’Krumah svolse un ruolo da protagonista nella
Conferenza di Bandung, durante la quale nacque il Movimento dei Paesi Non
Allineati. Ottenne una vittoria storica nel 1957, quando il Ghana fu la prima colonia
a sud del Sahara a ottenere l’indipendenza. Noto come l’Osagyefo (“il Redentore”),
N’Krumah difese con entusiasmo la causa anticolonialista del continente e avviò un
processo di trasformazioni interne fondato su “industrializzazione di base,
rivoluzione agraria ed educazione socialista”. Un gruppo di ufficiali filobritannici
destituì N’Krumah, nel febbraio del 1966. Dopo varie giunte militari e due governi
eletti democraticamente, alla fine del 1992 il Ghana è diventata una Repubblica
Presidenziale con Rawlings , il quale viene insediato nella carica come presidente il
7 gennaio 1993. Anche in occasione delle ultime elezioni presidenziali del dicembre
2012, la stampa internazionale ha definito il Ghana come un esempio di democrazia
per tutta l’Africa.