L`apnea subacquea "centrata sulla persona"

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L`apnea subacquea "centrata sulla persona"
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 2006
L'apnea subacquea "centrata sulla
persona"
Teresa Remoli
L'apnea subacquea costituisce una preziosa opportunità per promuovere
la salute e il benessere psicofisico delle persone. Attraverso l'apprendimento
e'la pratica dell'immersione in apnea è possibile completare la propria
coscienza corporea, sviluppare una maggiore cura di sé e acquisire una
nuova filosofia di vita. L'immersione in apnea oltre ad esercitare un effetto
benefico sull'umore, aiuta a modificare gli stili di vita disfunzionali; ad
esempio adottando un' alimentazione bilanciata, eliminando o riducendo
l'uso di alcol, tabacco, farmaci o sostanze stupefacenti. Si tratta di una
preziosa opportunità di cambiamento, potenzialmente in grado di facilitare
nelle persone lo sviluppo dell'autostima, dell'autoefficacia, una maggiore
capacità di far fronte agli eventi stressanti.
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Ma la pratica di questo sport richiede una preparazione a tutto tondo.
Infatti nell'immersione in profondità l'organismo umano è impegnato in una
serie di adattamenti e cambiamenti rilevanti, sia sul piano fisiologico, sia
psicologico. Le reazioni emotive, che soprattutto l'apneista neofita
sperimenta, sono molto spesso contrastanti: gioia, eccitazione, piacevolezza
si associano frequentemente ad ansia, paura e in alcuni casi al panico. Per
questo una parte essenziale del cammino che lo sportivo dovrebbe compiere
riguarda proprio la dimensione emozionale, il saper entrare in contatto con
le proprie emozioni, riconoscendole ed accogliendole. Praticare questo sport
richiede la capacità di immergersi anche "nelle proprie profondità",
esplorando emozioni e sentimenti, per far luce e confrontarsi con quegli
aspetti di sé più oscuri, che si tende generalmente ad ignorare ed evitare
poiché percepiti come minacciosi. Conoscere la propria dimensione emotiva,
esplorarla, consente anche di avere un maggior autocontrollo e una migliore
gestione delle emozioni stesse, per rispondere adeguatamente agli eventi
inaspettati e stressanti. E' importante che lo sportivo acquisisca e sviluppi
una maggiore autoconsapevolezza circa la propria modalità di gestire e
affrontare gli eventi stressanti, comprenda che genere di conseguenze ha lo
stress sul piano psicofisico per lui. E' fondamentale, inoltre, che egli sappia
identificare e allentare le tensioni a livello corporeo, apprenda nuovi modi di
affrontare
10 stress e nuove competenze che gli saranno necessarie anche per
fronteggiare efficacemente eventi di vita quotidiani. Lo sportivo può
imparare ad entrare in contatto con le proprie tensioni a livello muscolare o
con le disfunzionalità del proprio organismo, considerandole preziose fonti
di informazione sul proprio modo di essere e vivere le esperienze quotidiane,
provando eventualmente ad apportare cambiamenti che si traducano in una
migliore qualità della vita, con effetti positivi sulla propria salute.
Lo sviluppo dell'auto-consapevolezza rispetto alle motivazioni e ai
bisogni personali, ai propri punti di forza e di debolezza e l'accettazione dei
propri limiti, costituiscono altri passi essenziali nel percorso di costruzione
di uno sport più sicuro e piacevole.
Ma nell'ambito sportivo, purtroppo, si tende a privilegiare gli obiettivi
prestazionali trascurando l'importanza dei fattori individuali, dimenticando
che lo sportivo, è innanzitutto una persona con un proprio "modo di essere".
Esaltare la competizione e l'antagonismo ha contribuito progressivamente
alla creazione di una realtà sportiva che tende a veicolare prevalentemente
valori come successo, fama, ricchezza, in cui prevale la tendenza a sfidare,
sfidarsi e "superrare il limite"; la cultura del successo e della sfida a tutti i
costi spesso induce lo sportivo, anche a livello ricreativo, ad assumere
atteggiamenti e comportamenti dannosi per la propria salute e incolumità.
Anche nel settore subacqueo la tendenza al primato e "all'estremo",
retaggio di un "professionismo" e di un "profondismo" al quale i media
continuano a dare ampio risalto, ha permeato l'ambito dilettantistico amatoriale, determinando frequentemente negli sportivi l'assunzione di
condotte altamente rischiose. Fare prevenzione a questo livello è
essenziale perché è proprio l'apneista a livello "ricreativo" a correre i
rischi maggiori in quanto,oltre a non disporre della rete di assistenza sulla
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quale può contare il professionista, spesso non possiede un' adeguata
preparazione sul piano psicologico, ma sceglie e vive l'immersione in
apnea con forti accenti antagonistici.
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Alcuni dati statistici
Il
numero
di
persone
praticanti
l'apnea
subacquea
cresce
continuamente.Tenendo conto dell'incremento di adesioni e nonostante il
perfezionamento delle didattiche, è evidente che il numero degli incidenti nel
tempo è aumentato invece di diminuire. I dati attuali non mostrano un
miglioramento rispetto a quelli meno recenti In una statistica, elaborata sui
dati relativi all'anno 1987, lo M.D.S.A., associazione di medici subacquei,
evidenzia che il 94% delle morti durante immersione subacquea avviene per
sincope anossica. I dati coincidono con quelli presentati dal prof. Mauro
Ricini nel 1978 al 2° congresso della Società Italiana di Medicina Subacquea
ed Iperbarica. In tale occasione fu addirittura dimostrato, dall'associazione
"Stefano Cocchi", come il rapporto tra eventi mortali o di estrema gravita, tra
incidenti con ARA e in apnea, sia in favore di quest'ultima in misura di 1 a
52: cioè a dire che per ogni incidente con autorespiratore se ne verificano 52
in apnea. Sempre nella comunicazione del prof. Ricini si cita una statistica
americana in cui la presenza dell'uomo in acqua occupa il 1 ° posto, come
rischio, rispetto ai traumi della strada, in funzione dei tempi di permanenza
(www.bluword.com)
Altre statistiche del settore evidenziano per i sommozzatori e gli apneisti
l'incidenza di episodi di MDD (malessere da decompressione) e attacco di
panico in immersione come cause più frequenti di incidenti; statistiche del
DAN (Divers Alert Network 1999) sostengono che il panico è stato
responsabile del 20-30 percento degli incidenti mortali in immersione ed è
probabilmente la prima causa di morte nelle attività subacquee.
Interventi efficaci
La riflessione da fare va oltre il valore e il significato delle didattiche e
dei regolamenti, ai quali per quanto limitatamente all'area delle competenze
tecniche fornite agli operatori del settore, vanno riconosciuti la volontà e il
merito di intervenire nella prevenzione dei rischi. Negli ultimi anni, per far
fronte all'emergenza degli incidenti in continuo aumento, le diverse
didattiche hanno risposto intensificando la formazione unicamente sul piano
tecnico; ad esempio sono stati introdotti corsi di "primo soccorso" nella
formazione dei subacquei, con l'obiettivo di elevare gli standard di sicurezza.
Ma la sicurezza nello sport è una questione ben più complessa: i
comportamenti a rischio sono sempre sottesi da, valori, bisogni e
motivazioni ed è su questo terreno che va incontrato l'interlocutore più
importante; l'operatore sportivo. Appare quantomeno contraddittorio che il
progetto di rendere più sicura la pratica degli sport subacquei non identifichi
gli istruttori quali primi destinatari di interventi di riqualificazione sul piano
umano e personale prima che tecnico.
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Fino ad ora si è trascurato di considerare che l'istruttore è colui che
maggiormente contribuisce alla creazione di una cultura sportiva della sfida
e del rischio. Egli funge da modello per i suoi allievi; attraverso atteggiamenti
e comportamenti, modalità d' interazione, stili e contenuti delle sue
comunicazioni, egli può trasmettere loro il valore della competizione e della
sfida, creare climi altamente competitivi, o al contrario privilegiare
l'assunzione di condotte responsabili limitando e prevenendo atteggiamenti
e comportamenti a rischio. Per ridurre in maniera significativa i
comportamenti a rischio e gli incidenti nella pratica dell'apnea subacquea,
introducendo un graduale ma significativo cambiamento in tutto l'ambito
sportivo, è fondamentale intervenire a livello degli atteggiamenti, delle
motivazioni. E' illusorio credere di poter incidere in maniera concreta e
significativa sui comportamenti, esclusivamente attraverso interventi di
natura tecnica o normativa; questo genere di soluzioni fino ad ora ha dato
scarsi o nulli risultati, proprio perché non si entra mai nel merito degli
atteggiamenti e dei valori condivisi.
Le competenze dei tecnici
Nel progetto di riduzione dei rischi e degli incidenti in immersione è
fondamentale il ruolo dell'istruttore con il suo bagaglio di competenze e di
esperienza sul piano relazionale. Oggi più che mai la sola preparazione in
campo tecnico non è sufficiente: l'operatore sportivo, assumendosi
responsabilità dal punto di vista umano oltre che professionale,deve essere
in grado di sviluppare la maggiore efficacia interpersonale, saper comunicare
in maniera efficace, ascoltare con attenzione i propri allievi e al l'Decorrenza
fornire loro riconoscimento e sostegno. E' essenziale, quindi, riqualificare gli
istruttori non soltanto nel settore subacqueo ma in tutto lo sport: la
presenza di operatori sportivi competenti sul piano interpersonale è tanto
più importante e necessaria in una realtà sportiva come quella attuale, in cui
è proprio il tecnico a privilegiare l'antagonismo nelle sue manifestazioni più
estreme, esaltando la competizione anche laddove non avrebbe motivo di
esistere. L'operatore sportivo dovrebbe essere anche un "faci I Statore" della
crescita e dello sviluppo personale oltre che "prestazionale" dell'allievo,
senza mai dimenticare che esso è innanzitutto una persona, con proprie
potenzialità e peculiarità e con un proprio "modo di essere".
Un'apnea "Centrata sulla Persona"
L'associazione sportiva "Progetto Apnea" nasce nel 2003 con l'obiettivo
ambizioso di apportare un graduale ma progressivo cambiamento
dell'impostazione che tradizionalmente caratterizza il settore dell'apnea
subacquea. Le attività programmate da "Progetto Apnea" tendono allo
sviluppo e al perfezionamento di abilità apneistiche e delle competenze
psicologiche nello sportivo, attraverso modalità "centrate sulla persona che,
"applicate alla didattica dell'apnea subacquea consentono di perseguire gli
obiettivi prestazionali rivolgendo una particolare attenzione alla unicità e
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alla complessità individuali, mantenendo elevati gli standard di sicurezza e
prevenendo i rischi in immersione. Uno degli aspetti fortemente innovativi su
cui incentriamo le nostre attività riguarda modalità, stili e contenuti delle
comunicazioni, che vanno dal tecnico all'allievo; a nostro giudizio questi
elementi sono gli unici che possano consentire di incidere concretamente ed
efficacemente sulla sicurezza, veicolando e promuovendo valori
atteggiamenti e comportamenti responsabili in coloro che praticano l'apnea
subacquea._Siamo certi che per rendere più sicura la pratica di questa
meravigliosa disciplina sportiva, non si possa trascurare l'importanza della
formazione dei tecnici sul piano relazionale e della comunicazione.
L'istruttore che dispone di adeguate competenze relazionali può facilitare lo
sviluppo di specifiche competenze psicologiche nello sportivo, promuovendo
una maggiore autoconsapevolezza rispetto ai propri limiti, ai punti di forza e
di debolezza, alle motivazioni, ai bisogni, alle aspettative personali connessi
all'esperienza dell'immersione in apnea. Ma l'obiettivo primario non deve
essere l'incremento dei livelli prestazionali, bensì elevare gli standard di
sicurezza e recuperare la dimensione di piacevolezza e positività che
caratterizzano l'apnea subacquea a livello dilettantistico-amatoriale.
Puntando ad integrare il livello tecnico - prestazionale e quello
psicologico-relazionale è possibile sviluppare l'efficienza psico-fisica degli
sportivi e senza eludere gli obiettivi prestazionali, ridurre notevolmente quei
rischi in immersione derivanti dall'assunzione di condotte irresponsabili.
Anche in risposta alla attenta e continua ricerca di quanti, in ambito federale
si impegnano per rendere più sicuro questo sport, è auspicabile la
realizzazione di interventi mirati che,oltre a rendere la pratica dell'apnea
subacquea più sicura, introducano un valore aggiunto consentendo di
ottimizzare e massimizzare l'impianto didattico preesistente.
Protocollo della Ricerca-Azione
La sicurezza nel settore dilettantistìco-amatoriale dell'apnea
subacquea, ruolo ed effetti delle competenze relazionali e di
comunicazione dell'istruttore di apnea, nella prevenzione dei
rischi in immersione
L'Associazione sportiva "Progetto Apnea" ha realizzato, per la prima volta
in assoluto nel settore dell'apnea subacquea, una ricerca-azione con
l'obiettivo di verificare gli effetti e il ruolo delle competenze interpersonali,
degli stili e dei contenuti della comunicazione dell'istruttore sulla sicurezza.
L'ipotesi di partenza, peraltro già ampiamente confermata dalle osservazioni
e dall'esperienza personale dei responsabili dell'associazione e della ricerca,
riconosce un ruolo fondamentale alle modalità "centrate sulla persona", agli
stili e ai contenuti della comunicazione, ai fini della riduzione e prevenzione
degli incidenti nella pratica dell'apnea subacquea.
Abbiamo posto a confronto due gruppi di apneisti a livello ricreativo:
ciascun gruppo composto di nove soggetti di età compresa tra i 25 e i 40
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anni. Ciascun allievo è stato sottoposto a 10 sedute complessive di
allenamento teorico - pratico. Per quanto riguarda la componente pratica
degli allenamenti, ciascun allievo in ogni seduta di addestramento ha
eseguito un numero di sei ripetizioni di apnea in movimento. La frequenza
delle sedute di allenamento è stata di 1 a settimana per due ore, per una
durata complessiva del corso di due mesi e mezzo.
Nel gruppo B l'apprendimento e la pratica dell'apnea subacquea hanno
seguito l'impostazione tradizionale: l'istruttore ha adottato modalità
d'interazione, stili e contenuti della comunicazione tradizionali, con evidente
valorizzazione degli obiettivi prestazionali, esaltazione della componente
antagonistica. In particolare, come peraltro riscontrabile nella maggior parte
degli istruttori d'apnea, i contenuti della comunicazione che andavano
dall'istruttore all'allievo erano tesi ad esaltare la sfida, e finalizzati al
conseguimento del risultato. Nel gruppo A (sperimentale) modalità "centrate
sulla persona" applicate alla didattica dell'apnea hanno consentito di
promuovere un maggior livello di auto - consapevolezza negli apneisti,
rispetto alle motivazioni, bisogni, aspettative personali, connessi alla scelta
di praticare questa disciplina sportiva e all'assunzione di comportamenti
irresponsabili.
La diversa qualità della presenza dell'istruttore ha facilitato lo sviluppo
di competenze psicologiche nello sportivo, con particolare riguardo alla
presa di coscienza dei punti di forza e di debolezza, alla scoperta e
all'accettazione dei propri limiti. Per la durata del corso egli è stato presente
con il suo bagaglio tecnico e con le sue qualità e competenze di "facilitatore",
che gli derivavano da una formazione secondo l'Approccio Centrato sulla
Persona e il metodo Gordon. In particolare l'ascolto empatico, unitamente
alla congruenza e all'accettazione positiva incondizionata hanno facilitato
negli allievi la riflessione rispetto all'assunzione di atteggiamenti e
comportamenti a rischio: è stato possibile, in alcuni casi, cogliere il legame
tra costrutti rigidi e condotte irresponsabili.
Risultati
Riteniamo che l'ipotesi di partenza sia stata confermata dai risultati
conseguiti e che l'impostazione "centrata sulla persona", la qualità, gli stili e i
contenuti delle comunicazioni abbiano prodotto nel gruppo sperimentale
risultati e benefici importanti. Mentre nel gruppo A si sono verificati 3
episodi pre-sincopali e 2 sincopali negli apneisti in fase di allenamento,
nessun episodio è stato registrato nel gruppo B per tutta la durata del corso.
La qualità della relazione e le competenze sul piano della comunicazione,
inoltreranno permesso all'istruttore di ottimizzare i tempi di insegnamento
apprendimento della didattica.
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Siamo certi che suddetti vantaggi e benefici oltre ad essere applicabili, nel
settore dell'apnea anche a condizioni non controllate (mare e acque aperte),
siano estensibili a tutto l'ambito della subacquea.
Altro aspetto essenziale del nostro lavoro riguarda le variazioni
prodotte da modalità "centrate sulla persona" a livello delle tendenze
comportamentali,. Non rilevando in bibliografia strumenti validi a rendere
oggettivabili le nostre osservazioni abbiamo appositamente ideato e testato
un indice che denominato "indice di sicurezza". L'analisi per ciascun
soggetto dei valori del suddetto indice, ha consentito di registrare i
cambiamenti a livello comportamentale. L'innalzamento dei valori degli
indici di sicurezza nei soggetti del gruppo sperimentale (A) oltre ad
evidenziare un cambiamento della tendenza comportamentale per ciascun
allievo, in direzione di un maggior senso di responsabilità e prudenza,
lascia intuire un'azione significativa verificatasi a livello degli
atteggiamenti, dei valori e delle motivazioni sottostanti. L'idea è che
l'impostazione da noi adottata applicata sistematicamente ed integrata nella
programmazione delle maggiori didattiche possa efficacemente contribuire
alla prevenzione e alla riduzione di incidenti in immersione, promuovendo
l'assunzione di condotte responsabili, veicolando valori come salute e
benessere, recuperando le dimensioni sociale, culturale e spirituale dello
sport.
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Riferimenti bibliografici
Murphy M., White R. A., In the Zone, Transcendent Experience in Sports (Arkana S.)
1995 (Paperback)
Rogers C.R., (1980) A way of being, trad. It., Un modo di essere, Firenze, Martinelli,
1983
Zucconi A., Howell P., La promozione della salute, Molfetta, La Meridiana, 2003
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