il libro della giungla - I Piccoli Pomeriggi Musicali

Transcript

il libro della giungla - I Piccoli Pomeriggi Musicali
i piccoli
pomeriggi
musicali
onoa
u
S
Ti Fiab
una
IL LIBRO
DELLA
GIUNGLA
di Rudyard Kipling
22 FEBBRAIO 2015 ore 11.00
Teatro Dal Verme
Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali
IL LIBRO
DELLA GIUNGLA
Adattamento di Manuel Renga
REGISTA
MANUEL
RENGA
ATTRICE
SARA
DHO
ORCHESTRA
I PICCOLI
POMERIGGI
MUSICALI
DIRETTORE
DANIELE PARZIANI
I Piccoli Pomeriggi Musicali ringraziano LEILA FTEITA
per la realizzazione della scenografia del progetto Apeiron
Le Musiche
Giovanni Dario Manzini
Coro dei Giurati
Jean Baptiste Arban
Il Carnevale di Venezia (tema)
Camille Saint-Saëns
“Marcia Reale del Leone”
da Il Carnevale degli Animali
Harol Arlen
Over the rainbow
TRADIZIONALE
Danze indiane
John Widger
All Bowed Over; The last Quaver Blues; Minor Major
Edward Elgar
Pump and Circumstance
George Bruns
Lo stretto indispensabile (arr. Alberto Cara)
IL LIBRO DELLA
GIUNGLA
Adattamento di Manuel Renga
Mentre entra il pubblico si sentono rumori di foresta, ruggiti,
ululati, scimmie ecc
Voce da dietro le quinte
L’ora in cui Rann il Nibbio riconduce la notte
Che Mang il Pipistrello ha liberato...
Le mandre son chiuse nelle stalle e nelle capanne
Perché noi liberi erriamo fino all’alba.
Questa è l’ora dell’orgoglio e della forza
Zampa zanna e artiglio.
Oh udite udite! Buona caccia a tutti coloro
Che rispettano la Legge della Giungla! (ululato)
Musica
Eran le sette di sera d’una serata caldissima fra le colline di Seeonee
quando Babbo Lupo si svegliò. Mamma Lupa se ne stava accucciata
col grosso muso a terra in mezzo ai suoi quattro cuccioli e la luna
splendeva entro la loro tana.
“E’ ora di rimettersi in caccia” gridò Babbo Lupo. Stava già per
slanciarsi giù per la collina quando una piccola ombra dalla coda
fioccosa attraversò la soglia e mugolò.
“La fortuna sia con te o Capo dei Lupi e buona fortuna e forti denti
bianchi ai tuoi nobili figli.”
Era lo sciacallo Tabaqui il Leccapiatti. I lupi dell’India disprezzano
Tabaqui perché egli è sempre in giro a far malanni e si nutre di
rifiuti e di pezzi di pelle che trova nei mucchi di immondizie
presso i villaggi.
“Entra dunque e guarda, ma non c’è niente da mangiare qui.”
“Per un lupo no ma per un miserabile come me un osso spolpato è un
lauto banchetto”.
Sgattaiolò in fondo alla tana dove trovò un osso di daino non del
tutto spolpato e si accoccolò tutto felice a rosicchiarne le estremità.
“Tante grazie per questo buon boccone” disse leccandosi i labbri.
“Ah dimenticavo… Shere Khan il Grosso ha mutato il territorio
di caccia. Quando farà la luna nuova verrà a cacciare fra queste
colline.”
Shere Khan era la tigre che viveva presso il fiume Waingunga venti
miglia lontano.
“Non ne ha alcun diritto!” cominciò Babbo Lupo rabbiosamente.
“Secondo la Legge della Giungla non ha alcun diritto di mutar
quartiere senza il dovuto preavviso. Spaventerà tutti i capi di
bestiame”
“Lungri lo zoppo lo chiamano” disse Mamma Lupa “è zoppo da
un piede fin dalla nascita ecco perché non ha ammazzato altro
che buoi. Ora i contadini della Waingunga ce l’hanno con lui ed
egli è venuto qui a far arrabbiare anche quelli delle nostre parti.
Batteranno la giungla per dargli la caccia quando è già lontano e
noi ed i nostri piccini saremo obbligati a fuggire quando avranno
dato fuoco alle erbe. Dobbiamo essere davvero grati a Shere Khan!”
“Devo andare a riferirglielo?” disse Tabaqui.
“Fuori!” ringhiò Babbo Lupo fra i denti.
Ruggito della tigre
Lontano si udì l’urlo aspro rabbioso minaccioso e cadenzato della
tigre che si lagnava di non aver acchiappato niente.
“Ascolta! stanotte Caccia l’Uomo »
Il lamento s’era cambiato in una specie di brontolio vibrante che
pareva giungesse da ogni parte dell’orizzonte.
Musica
La Legge della Giungla proibisce a tutti gli animali di divorare
l’Uomo. La vera ragione di ciò sta nel fatto che all’uccisione
dell’uomo segue prima o poi l’arrivo degli uomini bianchi montati
sugli elefanti armati di fucile e accompagnati da centinaia di
indigeni forniti di gong di razzi e di torce. E allora tutti la scontano
nella Giungla.
Ruggito della tigre
“Ha fallito il colpo. E adesso?”
“Ascolta! Qualcuno vien su per la collina” disse Mamma Lupa
drizzando un orecchio. “Sta in guardia”.
Si udì un lieve fruscio nel folto dei cespugli e Babbo Lupo si piegò
sulle 4 zampe posteriori pronto per slanciarsi. Allora se foste stati
lì a guardare avreste visto la cosa più straordinaria del mondo:
l’arrestarsi del lupo a metà del suo slancio. Aveva spiccato il salto
prima di vedere su che cosa sarebbe piombato poi aveva tentato di
arrestare lo slancio. E così accadde che balzò dritto in aria per tre
o quattro piedi e ricadde quasi sul punto di
partenza.
“Un cucciolo d’uomo! Guarda!”
Proprio di faccia a lui stava un bambino bruno tutto nudo che
sapeva appena muovere i passi; una creaturina morbida e
grassottella. Alzò gli occhi li fissò nel muso di Babbo Lupo e si mise
a ridere. Il bambino si faceva largo fra i cuccioli avvinti al pelo
caldo della lupa.
“Non ha nemmeno un artiglio: sarebbe facile ucciderlo solo a toccarlo
con la zampa. Ma mi guarda fisso senza paura.”
Ruggito della tigre
“Mio signore Shere Kahn è qui che dev’essere quel che cerchiamo”
“Cosa vuoi da noi tigre?”
”La mia preda. Un cucciolo d’uomo che è sfuggito via. Dammelo”
“I Lupi sono un popolo libero. Essi ricevono gli ordini dal Capo del
branco e non da un qualsiasi ammazza buoi tigrato. Il cucciolo è
nostro”.
“Devo forse ficcarmi nella vostra tana da cani per aver quello che mi
spetta? Sono io Shere Khan che parlo!”
Mamma Lupa si scrollò i cuccioli di dosso e i suoi occhi simili a due
lune verdi fissarono quelli fiammeggianti di Shere Khan.
“E io sono Rasha la Diavola che ti dice che questo cucciolo d’uomo è
mio Lungri proprio mio. E non sarà ammazzato. Vivrà per correre
a cacciare col Branco e alla fine guardatene cacciatore di cuccioli
spelati mangia ranocchi e ammazza pesci perché darà la caccia
anche a te. E adesso vattene. Va!”
Shere Kahn si ritrasse dalla bocca della tana brontolando
“Tutti i cani abbaiano da lontano. Vedremo che cosa ne dirà il
Branco di questo allevamento di cuccioli d’uomo. Il cucciolo è mio e
dovrà finire sotto i miei denti.” E se ne andò.
“Raska, Shere Khan ha purtroppo ragione. Il cucciolo deve essere
mostrato al Branco, sei tuttavia decisa a tenerlo?”
“Tenerlo! giunto nudo di notte solo e affamato eppure non ha avuto
paura. Sicuro che lo voglio tenere. Mowgli il Ranocchio ti voglio
chiamare.”
“Ma che dirà il nostro Branco?”
La Legge della Giungla stabilisce molto chiaramente che appena
i lupacchiotti sono cresciuti abbastanza devono essere condotto
al Consiglio del Branco affinchè gli altri lupi possano imparare a
conoscerli. E così fece Babbo Lupo.
Musica
Durante il brano viene tirato su lo schermo, Sara si sposta centrale,
sopra l’orchestra. Come se fosse Akela in cima alla Rupe. Finito il
brano tutta l’orchestra si gira a guardare Akela in alto. Ululato di
Akela
Akela il grosso lupo grigio e solitario che guidava tutto il Branco
per la sua forza e la sua astuzia se ne stava tutto lungo disteso
sulla roccia.
Ululato di Akela
“Voi conoscete la Legge. Voi conoscete la Legge. Guardate bene o
Lupi!”
Mamma Lupa spinse avanti Mowgli il Ranocchio.
Ruggito di Shere Kahn
“Il cucciolo è mio. Datemelo. Che cosa s’occupa a fare il Popolo Libero
di un cucciolo d’Uomo?”
Akela non drizzò nemmeno un orecchio e disse soltanto: “ Che cosa
importano al Popolo Libero gli ordini di uno che non è dei loro? Chi
parla in favore di questo cucciolo? Almeno due membri del branco
devono farlo”.
(battuta di un ragazzo dell’orchestra)
“Il cucciolo d’Uomo? Un cucciolo d’uomo non può fare alcun male.
Io vi dico la verità. Lasciatelo correr col Branco e accoglietelo con gli
altri. Io stesso lo istruirò.”
Era Baloo l’orso bruno e sonnacchioso che insegnava la Legge della
Giungla.
In quel momento un’ombra nera piombò dentro il cerchio. Era
Bagheera la Pantera Nera
come l’inchiostro astuta come Tabaqui coraggiosa come il bufalo
selvaggio e temeraria come l’elefante ferito.
(ragazzo dell’orchestra)
“O Akela o voi Popolo Libero, io non ho alcun diritto di intervenire
nella vostra adunanza ma la Legge della Giungla stabilisce che la
vita di questo cucciolo può essere riscattata.”
“Bene! bene!” risposero i lupi giovani sempre affamati. “Parla dunque,
parla!”
(stesso ragazzo dell’orchestra)
“Alle parole di Baloo io aggiungerò un toro ben grasso che ho
ammazzato di fresco a meno di un mezzo miglio da qui.”
Rispose il clamore di innumerevoli voci che dicevano: “E che
importa? Che male può farci un ranocchio spelato? Lasciatelo correre
insieme al Branco. Dov’è il toro Bagheera?”
Mowgli ancora intento a giocare coi sassolini non badò nemmeno
ai lupi che vennero a riconoscerlo da vicino uno dopo l’altro e poi,
finalmente, si precipitarono tutti giù per la collina alla ricerca del
toro ucciso.
Ruggito di Shere Kahn. L’orchestra si gira per tornare a suonare.
“Sì bada a ruggire” disse Bagheera sotto i baffi “che verrà il tempo
in cui questo cosino spelacchiato ti farà ruggire in un altro tono o
io non conosco affatto gli Uomini. Portatelo via ed allevatelo come
si conviene ad uno del Popolo Libero.”
Musica (in sottofondo)
Sara racconta queste cose mentre scende da sopra e arriva fino in
proscenio, parlando direttamente con i bambini. Mentre scende si
abbassa di nuovo lo schermo.
Ed ecco come accadde che Mowgli venne accolto nel Branco dei
Lupi di Seeonee per l’offerta d’un toro e per le buone parole di
Baloo. Ora dovete contentarvi di saltare dieci o undici anni buoni
e figurarvi soltanto la vita meravigliosa che Mowgli condusse fra
i lupi. Egli crebbe fra i lupacchiotti Babbo Lupo gli fu maestro di
tutta la sapienza lupesca e
gli insegnò il significato di tutte le cose della Giungla.
Quando si sentiva sudicio o accaldatosi buttava a nuoto negli stagni
della foresta e quando gli veniva voglia di miele si arrampicava
sugli alberi per cercarlo come Bagheera gli aveva insegnato.
Ebbe anche il suo posto alla Rupe del Consiglio e là si accorse che se
guardava fisso un lupo questo era costretto ad abbassare gli occhi
e così si divertiva a farlo spesso.
Qualche altra volta levava le lunghe spine dalle piante dei piedi
ai suoi Amici.
Ma il tempo passava e Mowgli trovava sempre Shere Khan sulla
sua strada nella giungla. Akela diventava sempre più vecchio e
più debole e la tigre zoppa aveva stretto grande amicizia coi lupi
più giovani del Branco, li adulava anche e diceva di non sapersi
capacitare come dei cacciatori così belli e giovani tollerassero di
essere guidati da Akela, un lupo decrepito e da un cucciolo d’uomo.
(fine sottofondo musicale)
Ruggito di Shere Kahn. Sara è sempre al leggio di sinistra.
“Mi dicono che al Consiglio non osate guardarlo negli occhi, vero?
Poveri lupi! Ahahah”
I lupacchiotti facevano udire un brontolio minaccioso e drizzavano
il pelo.
Finchè un giorno, la tigre con quel manipolo di lupi ribelli decise
che era il momento di far fuori il vecchio Akela, per poi riprendersi
il cucciolo d’uomo.
Quella notte al consiglio tutti i lupi giovani erano dalla parte di
Shere Kahn, ma Mowgli, dietro consiglio di Bagheera aveva preso
dall’accampamento degli uomini un po’ del Fiore rosso, il fuoco,
come lo chiamano gli animali, e proprio nel momento in cui la tigre
stava per attaccare, Mowgli sparse il fuoco nella sterpaglia facendo
guaire e scappare tutti i lupi traditori che erano con lei. Egli era così
arrabbiato! Voleva difendere Akela e la sua famiglia.
“Provati a muovere un baffo e ti caccio il Fiore Rosso in bocca.” e
picchiò Shere Khan sulla testa col ramo infuocato e la tigre mugolò
e gemette in preda allo spavento.
“Mowgli, via dal branco!” Urlavano i lupi giovani. “Uccidiamo
Akela e cacciamo Mowgli. Noi stiamo con Shere Kahn!”
Ma il fuoco li teneva alla larga, nessuno osava avvicinarsi. Nemmeno
la tigre.
“Gatto bruciato della giungla vattene per ora! Io me ne andrò dal
branco, ma voi lupi traditori ricordatevi che quando ritornerò la
prossima volta alla Rupe del Consiglio da uomo verrò con la pelle di
Shere Khan! Via!”
Il fuoco ardeva furiosamente in cima al ramo e Mowgli colpì a
dritta e a manca nel cerchio ed i lupi fuggirono ululando. Alfine
non rimasero che Akela e Bagheera.
“Adesso vedo che sei un uomo Mowgli. La Giungla è chiusa per te
d’ora innanzi”.
L’alba spuntava appena quando Mowgli scese giù per la collina
solo per andare incontro a quegli esseri misteriosi che si chiamano
uomini.
Musica
Durante il brano Sara si sposta al leggio di destra
La valle sboccava in una grande pianura sparsa di rocce e solcata
da burroni.
Mowgli continuò per la sua strada e quando giunse alla barriera
del villaggio Sedette. Vide uscire un uomo ma si accorse che non
sapeva parlare il suo linguaggio.
Gioco: Il linguaggio dei segni.
Bambini! Come si fa adesso? Voi lo parlate il linguaggio dei segni?
Vediamo… voi che gesti fareste per farvi capire in un paese
lontano dove non si parla l’italiano? Provate ad alzarvi tutti in
piedi. Fatevi vedere bene. Bene. Vediamo. Per far capire che avete
sonno? (fanno il gesto e Sara lo ripete in modo da far capire il gioco).
Bravissimi. Associamoci anche un suono maestro! Benissimo. Ora
abbiamo tutti sonno. Pronti via!
E fin qui ci siamo. Per far capire che siete stanchi e sudati? Esatto!
Mettiamoci il suono. Tutti insieme! Via!
E maestro… se dovessimo far capire che dobbiamo andare in
bagno?Che suono usiamo? Giusto! E il gesto? Ecco ora tutti in
bagno! Pronti via!!
Bravissimi! Sedetevi pure e state a sentire cosa ha fatto Mowgli!
Mowgli aprì la bocca e vi puntò contro il dito per far capire che
aveva bisogno di mangiare.
L’uomo spalancò tanto d’occhi e disse alla donna vicino a lui:
“E’ un bel ragazzo. Parola d’onore Messua somiglia al tuo bambino
che fu rapito dalla tigre.” La donna lo scrutò attentamente, gli
dette una buona tazza di latte e del pane poi lo guardò in fondo
agli occhi poiché pensava che egli poteva essere veramente il
figlio suo. E allora lo chiamò:
“Nathooo Nathoo!”
Ma Mowgli non capiva. Quella sera non riusciva a dormire chiuso
in una capanna, uscì, si stese in mezzo all’erba, ma non aveva
ancora chiuso gli occhi che un muso grigio e morbido venne a
strofinarsi sotto il suo mento.
“Puah!” brontolò Fratello Bigio, il lupacchiotto cresciuto con lui
nella tana di Babbo Lupo. “Svegliati Fratellino ti porto delle
novità.”
“Fratel Bigio! Che bello vederti!”
“Ascolta. Shere Khan ha giurato che quando ritornerà, lascerà le
tue ossa nella Waingunga. Sei in pericolo”
“Anch’io ho promesso di avere la sua pelle. Tienimi sempre
informato”.
Musica (in sottofondo)
Per tre mesi da quella notte Mowgli non oltrepassò quasi mai la
barriera del villaggio.
Il capo del villaggio disse a Mowgli che avrebbe dovuto andar
fuori coi bufali il giorno dopo a guardarli mentre pascolavano.
Mowgli traversò la strada del villaggio all’alba seduto in groppa
a Rama il grosso toro capo mandra e i bufali dalle lunghe corna
ritorte all’indietro e dagli occhi feroci si alzarono e
uscirono dalle stalle ad uno ad uno e lo seguirono.
I bufali si tengono generalmente vicino alle pozze ed ai pantani
dove se ne stanno a
voltolarsi e crogiolarsi nel fango caldo per ore e ore.
Fine sottofondo musicale
“Salute” disse Fratello Bigio
“Che notizie hai di Shere Khan?”
“Si è tenuto nascosto un mese ma ora il suo piano è di aspettarti
alla barriera del villaggio stasera stessa. Per ora si è nascosto a
dormire nel gran burrone asciutto del fiume.”
“Ha mangiato oggi o caccia a pancia vuota?” chiese Mowgli
poiché la risposta significava vita o morte per lui.
“Ha mangiato e bevuto.”
Mowgli rimase un po’ soprappensiero con un dito sulla bocca.
“I bufali, quando caricano sono più pericolosi di 100 tigri.
Il grande burrone della Waingunga sbocca nella pianura
a meno di mezzo miglio da qui. Potrei far girare la mandra
fino all’apertura del burrone e poi buttarla dentro a precipizio.
Bisogna bloccare l’altra uscita e incastrare Shere Kahn. Fratel
Bigio potresti dividermi la mandra in due?”
“Io forse no ma ho condotto con me un aiutante scaltro.”
Ululato di Akela
“Akela! Akela! Avrei dovuto immaginarlo che tu non mi avresti
dimenticato. Abbiamo un affare serio per le mani. Dividimi la
mandra in due Akela.”
I due lupi si misero a correre serpeggiando come in una figura di
danza in mezzo ed intorno alla mandra che sbuffando e alzando
la testa si divise in due masse.
“Quali sono gli ordini?”
Mowgli balzò sulla groppa di Rama.
(inizio sottofondo musicale della carica)
“Spingi i tori verso sinistra Akela. Fratello Bigio quando ci saremo
allontanati trattieni le bufale riunite e spingile dentro il burrone”
I tori partirono di carriera inseguiti dai latrati di Akela e Fratello
Bigio si fermò davanti alle vacche. Esse gli si buttarono addosso
precipitosamente ed egli si mise a correre davanti a loro verso
lo sbocco del burrone mentre Akela spingeva i tori lontano sulla
sinistra.
“Ben fatto! Un’altra carica e sono lanciati a meraviglia. Attento
ora... Rama è pazzo di furore”
Il piano di Mowgli era semplice: arrivare all’imboccatura del
burrone, spingervi dentro i tori e prendere così Shere Khan fra i
tori e le vacche poiché sapeva che dopo aver mangiato e bevuto a
sazietà Shere Khan non sarebbe stato in condizioni di combattere e
di arrampicarsi.
“Lungri, Tigre Zoppa!”
“Chi chiama?”
“Io Mowgli. Ladro di bestiame è ora di venire alla Rupe del Consiglio!
Giù... Cacciali giù presto Akela. Giù Rama giù.”
Ululato di Akela
La mandra si trattenne un istante sull’orlo del pendio ma Akela
lanciò il grande urlo di caccia e gli animali si precipitarono l’uno
sull’altro come delle navi giù per una rapida facendo schizzar
intorno la sabbia ed i sassi.
Una volta lanciati non c’era più speranza di fermarli e prima
ancora che avessero raggiunto il letto del torrente Rama si avventò
su Shere Khan e mugghiò.
“Ora hai capito Rama! Avanti forza!!” e il torrente di corna nere
di musi schiumosi di occhi sbarrati rotolò giù per il burrone come
macigni trascinati dalla piena.
Era la carica terribile di una mandra di bufali. Shere Khan udì
il rimbombo degli zoccoli si slanciò a precipizio giù per il burrone
cercando da una parte e dall’altra una via di scampo ma le pareti
erano a picco. Non c’era via di uscita.
La mandra traversò corse sbuffò scalpitò.
(fine sottofondo musicale)
“Ahi Rama! ahi! ahi! Ahi!. Piano adesso piano. E’ tutto finito!”
Mowgli riuscì a far deviare Rama verso i pantani e gli altri lo
seguirono. Shere Khan non aveva più bisogno d’esser calpestato. Era
morto e già i nibbi accorrevano sul suo corpo.
Musica
Mowgli voleva ricondurre la mandria al villaggio ma quando
arrivarono una scarica di pietre lo colpì.
“Stregone! Figlio di lupo! Demonio della giungla! Vattene! Vattene
subito! Spara, spara!”
Buldeo il cacciatore aveva visto Mowgli dare ordini ai lupi, uccidere la
tigre zoppa e ora aveva convinto tutti che Mowgli fosse uno stregone.
“Questi uomini Non sono diversi da quelli del Branco. Mi sa proprio
che essi hanno voglia di cacciarti via.” Disse Akela.
“Ancora? L’altra volta fu perché ero un uomo questa volta perché
sono un lupo. Va bene Akela, andiamocene.
Girò sui talloni si allontanò triste con il Lupo Solitario. La luna
stava per tramontare quando raggiunsero la Rupe del Consiglio.
Akela vi si stese sopra.
Ululato di Akela
Da quando Akela era stato deposto il Branco era rimasto senza capo.
“Guardate bene o Lupi. Ho mantenuto la mia parola? Ho portato la pelle di
Shere Kahn”
I lupi abbaiarono. Un lupo malconcio gridò: “Guidaci di nuovo Akela!
Guidaci di nuovo cucciolo d’uomo poiché siamo stufi di questa anarchia e
vogliamo ridiventare il Popolo Libero di una volta.”
“No” disse Bagheera “questo non è possibile. Quando voi sarete sazi forse vi
riprenderà la pazzia. Avete combattuto per la libertà e l’avete ottenuta.
Saziatevene ora o Lupi.”
“Il Branco degli Uomini e il Branco dei Lupi mi hanno scacciato” disse
Mowgli.
“Ora caccerò da solo nella Giungla.”
“E noi cacceremo con te” risposero i quattro lupacchiotti suoi fratelli.
Così da quel giorno Mowgli se ne andò a cacciare nella Giungla con loro. Ma
non rimase sempre solo perché qualche anno dopo arrivò ad un altro villaggio
degli uomini. Fu in quel momento che mi conobbe. Ci innamorammo e poi
ci sposammo.
Ma questa è un’altra storia.
FINALE MUSICALE
ORCHESTRA I PICCOLI
POMERIGGI MUSICALI
VIOLINI
Edoardo Alessio
Francesca Benesso
Ella Biscari
Simone Ceriani
Federica Fazio
Margherita Gimelli
Alberto Maruzzelli
Nayruth Virginia Pozzi
Davide Sensales
VIOLE
Francesco Mariotti
VIOLONCELLI
Euridice Pezzotta
Alessandro Schiattone
OBOI
Gaia Canavesi
Eva Labib
Giacomo Riva
CLARINETTI
Matilde Giusti
FAGOTTO
Gabriele Alessio
Cecilia Alessio
Irene Barsanti
Martina Meotti
Mughihiko Sano
Francesco Tamburini
CORNO
CONTRABBASSO
Francesco Bosio
Loris Guastella
Gabriele Arborio
FLAUTI
Tito Bergamaschi
Michela Cassi
Martina Ambrosini
TROMBONE
Alessandro Pogliani
PERCUSSIONI
i piccoli
pomeriggi
musicali
Nucleo aderente al
€ 3,00

Documenti analoghi

I Fratelli di Mowgli

I Fratelli di Mowgli grattò, sbadigliò e stirò le zampe una dopo l'altra per scuoterne dall'estremità il torpore del sonno. Mamma Lupa se ne stava accucciata, con il grosso muso in terra, in mezzo ai suoi quattro cucci...

Dettagli

Le opere di Rudyard Kipling

Le opere di Rudyard Kipling 04. “La Tigre! La Tigre!” • Il “cucciolo d’uomo” deve diventare esperto di tattica militare per liberarsi definitivamente del suo nemico • Il compimento della profezia di Bagheera coincide con la ...

Dettagli

Il Libro della Giungla

Il Libro della Giungla aggrottando i folti sopraccigli neri. - Che dice la Legge della Jungla? Colpisci prima e poi fa sentire la tua voce. Dalla tua stessa indifferenza capiscono che sei un uomo. Ma stai attento. Sento ...

Dettagli