Politici italiani a Londra. L`endorsement del “The Economist”
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Politici italiani a Londra. L`endorsement del “The Economist”
Politici italiani a Londra. L’endorsement del “The Economist” By Guido Meak* Martedì 1 aprile si è svolto a Londra il seminario 'Italy 2008 - Eppur si muove?' co-organizzato dal think tank britannico Demos e dal think tank italiano Vision. Obiettivo dell'incontro era capire assieme se qualcosa di nuovo si stia realmente muovendo nello scenario della politica italiana. Moderatore è stato John Peet, chief editor for Europe del "The Economist". Il panel comprendeva i direttori dei due think tank Francesco Grillo e Alessandra Buonfino, il professore di politica italiana Robert Leonardi della London School of Economics e i tre parlamentari italiani Guglielmo Picchi (PdL), Sandro Gozi (PD) e Raffaele Fantetti (PdL). Posta questa noiosa premessa, devo fare due considerazioni personali purtroppo non lusinghiere: a) Tutti e tre i nostri attuali candidati non hanno colto, a mio avviso, l'occasione di questo incontro ad alto livello. Di fronte all'Economist, a un pubblico paneuropeo di ricercatori che li ascoltava perplesso, ai corrispondenti di BBC, Financial Times, testate islandesi e tedesche e della testata italiana Europa, i tre non hanno trovato nulla di meglio che inscenare l'ennesima e fuoriluogo tribuna elettorale. Le solite stra-ripetute recriminazioni sul "Noi abbiamo fatto questo, voi non avete fatto quest'altro" si sono susseguite per un paio d'ore. Nessun peso è stato dato ai contenuti. Nulla di nuovo è stato affermato. Buona parte degli italiani presenti con cui mi sono confrontato al termine hanno provato imbarazzo. b) Il paper introduttivo al seminario, co-redatto da Vision e Demos traendo numerosi validi spunti dalle rispettive ricerche sulla scolarizzazione, la composizione del corpo docente universitario, la dinamicità degli editorialisti dei nostri media e altro, dipinge una situazione nazionale italiana molto negativa ma evidenzia alcune chiare opportunità e direzioni di crescita e ripresa. Lo stesso Bob Leonardi ha provato a smuovere i nostri rappresentanti analizzando la diminuzione del potere d'acquisto del cittadino italiano medio rispetto al resto dell'UE. Nonostante questi stimoli e le domande del pubblico, i tre politici sono rimasti ancorati sul loro sillabare vetusto. L'Economist ha pubblicato il 3 aprile il suo endorsement per le prossime politiche italiane. Lo stesso John Peet aveva premesso che quanto fosse emerso da questo incontro poteva dare un ultimo segnale alla redazione e aiutarla a formarsi un'idea più chiara dell'attuale situazione. Che cosa ha fatto l'Economist? Un'opinione diffusa tra i presenti dopo l'analisi della giornata era che l'Economist non si sarebbe pronunciato o pronunciasse una qualche forma di NO-endorsement. La realtà è stata vicina: tra i Leaders è apparso un pezzo con riferimenti al Gattopardo e all'incapacità o non volontà dell'Italia di cambiare. Dopo un panegirico sull'inadatto candidato Silvio Berlusconi solo all'ultima riga, timidamente e senza commenti, l'Economist invita a votare Veltroni. Di nuovo, quindi, un voto al "meno peggio". D'altronde lo stesso John Peet, durante il pranzo che ha anticipato il dibattito, ha più volte non sarcasticamente chiesto a Vision e Demos di invitare al prossimo dibattito il politico non-ufficiale Beppe Grillo al posto dei politici ufficiali. Al termine di questa campagna elettorale io personalmente resto della mia opinione: l'astensione di massa, quindi astensione partecipativa nell'ambito di un movimento strutturato, sarebbe forse l'unica scelta con qualche speranza di aprire nuovi spazi e magari riavviare il sistema bloccato della politica italiana. Voi che ne pensate? Scrivete i vostri commenti a [email protected] o [email protected] Profile* Guido graduated, cum laude, in Economics at Turin’ University. Its job has been rewarded, in 1998, from Italgas, between the "Ideas for the Future", like better dissertation on thematic of Energy and Atmosphere. It has perfected its studies in Stanford, Boston and London to the LSE London School of Economics, where he has been taken care of political integration of the UE. He has covered the role of analyst in Ernst&Young Corporate Finance following financial programs for small and averages enterprises. From 2000 to 2002 he has been assistant of the president of Diadora joint-stock corporation following the fusion with Invicta. Now he works in Zerogrey.com, an E-commerce society, with centers in Turin, Saint Francisco and Barcelona. He speaks four languages and he has been member of the national of ski in the championship of Free-style, in 1997 and 1998. With Vision he collaborates on the project “La Rivolta della Generazione X”.